spinbird
10-04-2005, 23:48
FENOMENOLOGIA DEL SERPENTONE
Di una cosa sono contento, parlando del papa. Che il serpentone si stia esaurendo. Quando chiuderanno le porte della basilica e toglieranno le transenne, almeno una delle orride incrostazioni di questa settimana wojtilesca verrà rimossa. Viene ormai da beatificarlo anche a me, il papa: del resto, è il papa - la sua storia, il suo ricordo, il suo povero corpo esposto per giorni al passaggio del serpentone - la parte migliore di questa settimana agghiacciante. La Storia lo giudicherà, almeno lo spero per lui, in maniera più profonda e più oggettiva quando i riflettori saranno spenti. Speriamo anche che Vespa dedichi un Porta a Porta a Wojtyla, in cui parlarne a mente fredda al popolino, magari tra un anno o due, tra uno speciale Cogne e un'ospitata di Christian De Sica. Adesso non ne posso più: stanotte finisce il serpentone, domani c'è il funerale-monstre, poi basta, riposi in pace. Tanto fra una decina di giorni ci saranno le dirette dal camino: fumate nere, poi quella bianca, in mezzo le opinioni di Jas Gawronski e Klaus Davi. Chi se lo inculerà più, il papa morto. Non vedo l'ora che inizi "Tutto il conclave minuto per minuto": almeno è cronaca.
E ora che sta per morire il serpentone, parliamone. E' stato lo spettacolo più orripilante che abbia mai visto in tv. Una specie di "Isola dei famosi" tra centinaia di migliaia di persone chiamate a fare un gioco crudele in favore di telecamera: chi resiste di più in piedi, chi rilascia l'intervista meno banale, chi inventa la miglior definizione del papa, chi gioca il jolly e litiga con quelli della Protezione civile, chi paga 5 euro mezzo litro di minerale e lo dice a Studio Aperto. Sky ha fatto una cosa geniale, lo dico senza ironia: ha fatto quattro giorni di diretta integrale del serpentone, 24 ore su 24. Io facevo zapping sui reality del momento: canale 120 Music Farm, canale 500 il Serpentone. E benchè il serpentone fosse muto - il rumore dei passi, voci soffuse, l'eco di rosari ed eterni riposi -, rimanevo incantato a guardarlo sfilare davanti alla salma. Uno spettacolo terrificante. Perchè a sfilare eravamo noi, gente del ventunesimo secolo, gente normale. E che gente siamo, allora? Che gente c'era nel serpentone?
Io li ho visti, e pure a lungo. Ho visto le loro facce. Li ho visti parlottare. Ho visto gli zaini, i piumini, le coperte, le borse firmate. Anche durante Milan-Inter, nell'intervallo, ho girato sul serpentone. Sempre uguale, notte e giorno. Impressionante. Vomitevole. Una fiumana di persone regimentate dalle transenne che quando arrivava davanti al papa tirava fuori la macchina fotografica, o il telefonino con fotocamera, e clic, clic, clic, giustificando le ore di attesa in piedi e la propria esistenza in vita. Ecco chi siamo: gente che vuole esserci, ma quando cazzo le pare a lei. Mi vengono i brividi quando, nelle interviste radio o tv, sento parlare qualche pretone o qualche laicone-vip di "grande manifestazione popolare", di "grande tributo a un grande papa", di "commossa partecipazione". O quando sento dire che "il papa ci manca" o che "era la mia guida". Se ci vorranno anni per capire la grandezza o la miseria di Wojtyla, spero che i sociologi prezzolati che frequentano le tv ci mettano un po' meno a elaborare una teoria seria sul serpentone e sulle merde che siamo diventati.
Non era un commosso tributo popolare. La gente del serpentone era lì come si va a un rave party, ai saldi da Harrod's, a comprare i biglietti del derby, a chiedere autografi a bordo campo. Era lì perchè c'era altra gente, anche se nessuno - gli uni e gli altri - avrà mai chiesto al vicino di coda: ma tu perchè sei qui? La gente del serpentone era lì a scattare una foto col telefonino, da mettere in memoria e usare come sfondo. Era lì per esserci e per raccontare un giorno di esserci stato. La lunghezza della coda era come il Tugurio del Grande Fratello: una prova da superare ma così, per ridere. L'importante era solo stare lì. Ahò, è morto il papa. Non accadeva da 27 anni. Andiamoci.
C'è un'unica ragione tecnica che giustifichi tutto questo. Wojtyla, com'è stato detto e stradetto in questi giorni, è stato il primo papa televisivo. E' stato in tv per 27 anni. E 27 anni mica banali. Sono stati gli anni dell'esplosione mediatica. Nel 1978 c'erano tre canali in tv, nel 2005 ce ne sono tremila. E lui ha cavalcato questa era di grande cambiamento. E' stato il papa che ha viaggiato di più, cento volte più degli altri. Un papa planetario, un papa atleta, un papa rock. Un papa che alza il telefono e chiama Bruno Vespa in seconda serata. Un papa che te lo porti appresso per 27 anni e quando muore ti viene di andare al funerale, oppure di metterti in fila per dieci ore per arrivarci vicino qualche secondo. L'importante era avere la batteria del telefonino carica.
Mi vengono i brividi quando tirano in ballo la fede. Che fede è quella del serpentone, che cazzo ne sanno di fede quelli del serpentone (magari non tutti, per carità, ma i tre quarti almeno)? Cos'è mai questa partecipazione popolare se non un atto di questo reality globale in cui bisogna esserci, tanto è gratis e non fanno le selezioni? Cos'è mai se non un rito profano, tutto il contrario del sacro di cui lo spacciano? Nessuno ha intravisto una spaventosa volgarità in quei telefonini che si alzano davanti al papa morto e clic, un flash, e via a casa? Sono solo io che avevo la nausea davanti alla tv sintonizzata sul canale 500?
La fede. Ma quale fede? Dove sono quelli del serpentone, la domenica? A messa? Ma diobono, voi siete mai entrati in una chiesa una domenica mattina, una domenica qualunque? Andateci e contate, poi confrontate con il serpentone. Chi sta bluffando? E quanti del serpentone andrebbero mai al funerale non dico del vescovo, ma del proprio parroco? Ecco perchè l'Italia ha offerto uno spettacolo vergognoso, inquietante, quasi tetro nel suo immane grado di trash. E quindi adesso che il serpentone sta per finire io esulto. Il Festival di John Paul II mi ha fatto capire un po' di cose sull'uomo del Ventunesimo secolo. Stavo meglio prima, quando pensavo che eravamo tutti scemi, ma solo un po'.
http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/esteri/satelite/ap60514970604174138_big.jpg
http://settore4cfila72posto35.splinder.com/
oltre ad essere un'analisi imho molto lucida, la trovo anche veritiera su molti punti
a qualcun'altro oltre me e l'autore dell'articolo ha fatto vomitare questa pagliacciata di "fedeli col videofonino"?
Di una cosa sono contento, parlando del papa. Che il serpentone si stia esaurendo. Quando chiuderanno le porte della basilica e toglieranno le transenne, almeno una delle orride incrostazioni di questa settimana wojtilesca verrà rimossa. Viene ormai da beatificarlo anche a me, il papa: del resto, è il papa - la sua storia, il suo ricordo, il suo povero corpo esposto per giorni al passaggio del serpentone - la parte migliore di questa settimana agghiacciante. La Storia lo giudicherà, almeno lo spero per lui, in maniera più profonda e più oggettiva quando i riflettori saranno spenti. Speriamo anche che Vespa dedichi un Porta a Porta a Wojtyla, in cui parlarne a mente fredda al popolino, magari tra un anno o due, tra uno speciale Cogne e un'ospitata di Christian De Sica. Adesso non ne posso più: stanotte finisce il serpentone, domani c'è il funerale-monstre, poi basta, riposi in pace. Tanto fra una decina di giorni ci saranno le dirette dal camino: fumate nere, poi quella bianca, in mezzo le opinioni di Jas Gawronski e Klaus Davi. Chi se lo inculerà più, il papa morto. Non vedo l'ora che inizi "Tutto il conclave minuto per minuto": almeno è cronaca.
E ora che sta per morire il serpentone, parliamone. E' stato lo spettacolo più orripilante che abbia mai visto in tv. Una specie di "Isola dei famosi" tra centinaia di migliaia di persone chiamate a fare un gioco crudele in favore di telecamera: chi resiste di più in piedi, chi rilascia l'intervista meno banale, chi inventa la miglior definizione del papa, chi gioca il jolly e litiga con quelli della Protezione civile, chi paga 5 euro mezzo litro di minerale e lo dice a Studio Aperto. Sky ha fatto una cosa geniale, lo dico senza ironia: ha fatto quattro giorni di diretta integrale del serpentone, 24 ore su 24. Io facevo zapping sui reality del momento: canale 120 Music Farm, canale 500 il Serpentone. E benchè il serpentone fosse muto - il rumore dei passi, voci soffuse, l'eco di rosari ed eterni riposi -, rimanevo incantato a guardarlo sfilare davanti alla salma. Uno spettacolo terrificante. Perchè a sfilare eravamo noi, gente del ventunesimo secolo, gente normale. E che gente siamo, allora? Che gente c'era nel serpentone?
Io li ho visti, e pure a lungo. Ho visto le loro facce. Li ho visti parlottare. Ho visto gli zaini, i piumini, le coperte, le borse firmate. Anche durante Milan-Inter, nell'intervallo, ho girato sul serpentone. Sempre uguale, notte e giorno. Impressionante. Vomitevole. Una fiumana di persone regimentate dalle transenne che quando arrivava davanti al papa tirava fuori la macchina fotografica, o il telefonino con fotocamera, e clic, clic, clic, giustificando le ore di attesa in piedi e la propria esistenza in vita. Ecco chi siamo: gente che vuole esserci, ma quando cazzo le pare a lei. Mi vengono i brividi quando, nelle interviste radio o tv, sento parlare qualche pretone o qualche laicone-vip di "grande manifestazione popolare", di "grande tributo a un grande papa", di "commossa partecipazione". O quando sento dire che "il papa ci manca" o che "era la mia guida". Se ci vorranno anni per capire la grandezza o la miseria di Wojtyla, spero che i sociologi prezzolati che frequentano le tv ci mettano un po' meno a elaborare una teoria seria sul serpentone e sulle merde che siamo diventati.
Non era un commosso tributo popolare. La gente del serpentone era lì come si va a un rave party, ai saldi da Harrod's, a comprare i biglietti del derby, a chiedere autografi a bordo campo. Era lì perchè c'era altra gente, anche se nessuno - gli uni e gli altri - avrà mai chiesto al vicino di coda: ma tu perchè sei qui? La gente del serpentone era lì a scattare una foto col telefonino, da mettere in memoria e usare come sfondo. Era lì per esserci e per raccontare un giorno di esserci stato. La lunghezza della coda era come il Tugurio del Grande Fratello: una prova da superare ma così, per ridere. L'importante era solo stare lì. Ahò, è morto il papa. Non accadeva da 27 anni. Andiamoci.
C'è un'unica ragione tecnica che giustifichi tutto questo. Wojtyla, com'è stato detto e stradetto in questi giorni, è stato il primo papa televisivo. E' stato in tv per 27 anni. E 27 anni mica banali. Sono stati gli anni dell'esplosione mediatica. Nel 1978 c'erano tre canali in tv, nel 2005 ce ne sono tremila. E lui ha cavalcato questa era di grande cambiamento. E' stato il papa che ha viaggiato di più, cento volte più degli altri. Un papa planetario, un papa atleta, un papa rock. Un papa che alza il telefono e chiama Bruno Vespa in seconda serata. Un papa che te lo porti appresso per 27 anni e quando muore ti viene di andare al funerale, oppure di metterti in fila per dieci ore per arrivarci vicino qualche secondo. L'importante era avere la batteria del telefonino carica.
Mi vengono i brividi quando tirano in ballo la fede. Che fede è quella del serpentone, che cazzo ne sanno di fede quelli del serpentone (magari non tutti, per carità, ma i tre quarti almeno)? Cos'è mai questa partecipazione popolare se non un atto di questo reality globale in cui bisogna esserci, tanto è gratis e non fanno le selezioni? Cos'è mai se non un rito profano, tutto il contrario del sacro di cui lo spacciano? Nessuno ha intravisto una spaventosa volgarità in quei telefonini che si alzano davanti al papa morto e clic, un flash, e via a casa? Sono solo io che avevo la nausea davanti alla tv sintonizzata sul canale 500?
La fede. Ma quale fede? Dove sono quelli del serpentone, la domenica? A messa? Ma diobono, voi siete mai entrati in una chiesa una domenica mattina, una domenica qualunque? Andateci e contate, poi confrontate con il serpentone. Chi sta bluffando? E quanti del serpentone andrebbero mai al funerale non dico del vescovo, ma del proprio parroco? Ecco perchè l'Italia ha offerto uno spettacolo vergognoso, inquietante, quasi tetro nel suo immane grado di trash. E quindi adesso che il serpentone sta per finire io esulto. Il Festival di John Paul II mi ha fatto capire un po' di cose sull'uomo del Ventunesimo secolo. Stavo meglio prima, quando pensavo che eravamo tutti scemi, ma solo un po'.
http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/esteri/satelite/ap60514970604174138_big.jpg
http://settore4cfila72posto35.splinder.com/
oltre ad essere un'analisi imho molto lucida, la trovo anche veritiera su molti punti
a qualcun'altro oltre me e l'autore dell'articolo ha fatto vomitare questa pagliacciata di "fedeli col videofonino"?