Hal2001
30-01-2005, 04:44
Manca la copertura finanziaria: il Governo fa dietrofront sui contributi promessi a fine novembre per le calamità naturali. Coldiretti e Cia sono già sul piede di guerra: le aziende sonoi sul lastrico, così si rischia la chiusura
http://www.gds.it/immagini/agrigen01.JPG
Il termine è scaduto ieri e immediatamente gli agricoltori che si sono visti recapitare la più brutta delle notizie possibili hanno fatto scattare la protesta. Non è stato convertito in legge il decreto che il governo nazionale aveva presentato per aiutare gli agricoltori italiani (ma soprattutto quelli siciliani e pugliesi) colpiti da una grave crisi di mercato: l’esecutivo lo avrebbe ritirato per mancanza di copertura finanziaria. Dunque, niente decreto e niente aiuti per almeno 40 mila aziende isolane che già si erano fatte avanti, come hanno denunciato ieri Coldiretti e Cia.
Il provvedimento, varato d’urgenza a fine novembre, prevedeva l’estensione dei benefici previsti nel caso di calamità naturale anche alle aziende agricole delle regioni colpite da gravi crisi di mercato (ovviamente documentate). In pratica, veniva rinviato il pagamento delle cambiali agrarie e dei contributi. E venivano anche concessi mutui a tasso agevolato da restituire con lunghe rate e un abbattimento del capitale iniziale pari al 40%. Il provvedimento nasceva dall’esigenza di compensare il crollo dei prezzi «all’origine» (a differenza di quelli al consumo) soprattutto nel settore dell’ortofrutta che aveva, poi, trascinato in una crisi profonda anche le aziende della trasformazione. Grazie a questo decreto, a novembre, era stata interrotta la protesta del settore, che in Sicilia era sfociata in blocchi stradali e cortei-lumaca con centinaia di trattori che invasero le strade delle maggiori città.
Ma, appunto, il termine per convertire in legge il decreto è scaduto invano ieri. E ieri stesso a Ragusa è scattata la protesta: almeno 300 serricoltori hanno manifestato la loro delusione e sono stati ricevuti dal prefetto Sandro Calvosa. «Avevamo concesso fiducia al governo - ha detto Giuseppe Guastella, presidente della Coldiretti isolana - ma siamo stati traditi in un momento in cui le nostre aziende rischiano di chiudere. È un fatto inqualificabile». Protestano anche i vertici della Cia: «La mancata conversione del decreto getta le aziende siciliane nel buio più nero. Al danno si aggiunge la beffa, gli agricoltori sono stati abbandonati» ha detto il presidente regionale Carmelo Gurrieri.
La Coldiretti ha subito scritto al presidente della Regione, Totò Cuffaro, e all’assessore all’Agricoltura, Innocenzo Leontini, per chiedere che si adoperino per far ripresentare il decreto. «Abbiamo avuto rassicurazioni - spiega il direttore della Coldiretti, Carmelo Castorina - che il ministro Alemanno lo ripresenterà. Probabilmente il governo ha ritirato il decreto perchè nel provvedimento, oltre agli aiuti all’agricoltura, erano finiti altri interventi in svariati settori che hanno fatto lievitare il costo della manovra oltre il sostenibile». In effetti i Ds avevano accusato la maggioranza di aver aggiunto nel decreto «perfino misure a favore di scuola, trasporti e pubblica amministrazione». Non a caso proprio giovedì il ministro Alemanno aveva rivolto un appello a maggioranza e opposizione «per trovare una soluzione politica e salvare almeno la parte che interessa l’agricoltura evitando di mettere in difficoltà grave il settore».
:rolleyes:
http://www.gds.it/immagini/agrigen01.JPG
Il termine è scaduto ieri e immediatamente gli agricoltori che si sono visti recapitare la più brutta delle notizie possibili hanno fatto scattare la protesta. Non è stato convertito in legge il decreto che il governo nazionale aveva presentato per aiutare gli agricoltori italiani (ma soprattutto quelli siciliani e pugliesi) colpiti da una grave crisi di mercato: l’esecutivo lo avrebbe ritirato per mancanza di copertura finanziaria. Dunque, niente decreto e niente aiuti per almeno 40 mila aziende isolane che già si erano fatte avanti, come hanno denunciato ieri Coldiretti e Cia.
Il provvedimento, varato d’urgenza a fine novembre, prevedeva l’estensione dei benefici previsti nel caso di calamità naturale anche alle aziende agricole delle regioni colpite da gravi crisi di mercato (ovviamente documentate). In pratica, veniva rinviato il pagamento delle cambiali agrarie e dei contributi. E venivano anche concessi mutui a tasso agevolato da restituire con lunghe rate e un abbattimento del capitale iniziale pari al 40%. Il provvedimento nasceva dall’esigenza di compensare il crollo dei prezzi «all’origine» (a differenza di quelli al consumo) soprattutto nel settore dell’ortofrutta che aveva, poi, trascinato in una crisi profonda anche le aziende della trasformazione. Grazie a questo decreto, a novembre, era stata interrotta la protesta del settore, che in Sicilia era sfociata in blocchi stradali e cortei-lumaca con centinaia di trattori che invasero le strade delle maggiori città.
Ma, appunto, il termine per convertire in legge il decreto è scaduto invano ieri. E ieri stesso a Ragusa è scattata la protesta: almeno 300 serricoltori hanno manifestato la loro delusione e sono stati ricevuti dal prefetto Sandro Calvosa. «Avevamo concesso fiducia al governo - ha detto Giuseppe Guastella, presidente della Coldiretti isolana - ma siamo stati traditi in un momento in cui le nostre aziende rischiano di chiudere. È un fatto inqualificabile». Protestano anche i vertici della Cia: «La mancata conversione del decreto getta le aziende siciliane nel buio più nero. Al danno si aggiunge la beffa, gli agricoltori sono stati abbandonati» ha detto il presidente regionale Carmelo Gurrieri.
La Coldiretti ha subito scritto al presidente della Regione, Totò Cuffaro, e all’assessore all’Agricoltura, Innocenzo Leontini, per chiedere che si adoperino per far ripresentare il decreto. «Abbiamo avuto rassicurazioni - spiega il direttore della Coldiretti, Carmelo Castorina - che il ministro Alemanno lo ripresenterà. Probabilmente il governo ha ritirato il decreto perchè nel provvedimento, oltre agli aiuti all’agricoltura, erano finiti altri interventi in svariati settori che hanno fatto lievitare il costo della manovra oltre il sostenibile». In effetti i Ds avevano accusato la maggioranza di aver aggiunto nel decreto «perfino misure a favore di scuola, trasporti e pubblica amministrazione». Non a caso proprio giovedì il ministro Alemanno aveva rivolto un appello a maggioranza e opposizione «per trovare una soluzione politica e salvare almeno la parte che interessa l’agricoltura evitando di mettere in difficoltà grave il settore».
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