Hal2001
21-01-2005, 21:09
Sono qui con gli occhi socchiusi. Un forte senso di colpa mi impedisce di vedere con serenità e pacatezza, il volgere di un nuovo periodo in questo lungo percorso chiamato vita.
Quando la disperazione si fa più nera, vedo passare velocemente quelli che erano obiettivi ben precisi, immagini che riconosco, perché mie, ma così distanti. Sento gli odori, i colori mi sembrano così vivi, fatico adesso a riconoscere la realtà.
Sento lei, la sento debole, sola, mostrare segno di cedimento, non solo fisico, gracile com'è in quel venereo corpo, la sento fustigarsi. E vedo me, giovane, pauroso, cercare di rassicurarla: “Passerà questo tormento”, le dico, forse davvero convinto di quelle parole.
Faccio un passo indietro con la mente, ritorno a qualche mese prima, quando l'avevo cercata, conosciuta, subito amata e poi allontanata prima di arrivare oltre, a quel punto in cui non puoi più tornare indietro, in quel punto nel quale devi scoprire le tue carte.
Amarezza per aver sprecato quei giorni, cercando scusanti per non ammetterlo a me stesso, per aver avuto paura di tentare, per aver perso l'occasione di viverli. Con lei.
Un bacio, rubato prima di sapere che sarebbe andata via, a perfetta conclusione di quella notte vissuta fra tentennamenti, sorrisi increduli, risate genuine, di gusto.
Un bacio ed una stretta, che insieme a quegli occhi non scorderò mai, davanti al controllo bagagli che l'avrebbe portata lontana.
L'idea e la proposta repentina di rimanere lì quella notte, con me. Una lacrima, una promessa, ed io che osservo quel gigante dell'aria spiccare il volo.
Quando la disperazione si fa più nera, vedo passare velocemente quelli che erano obiettivi ben precisi, immagini che riconosco, perché mie, ma così distanti. Sento gli odori, i colori mi sembrano così vivi, fatico adesso a riconoscere la realtà.
Sento lei, la sento debole, sola, mostrare segno di cedimento, non solo fisico, gracile com'è in quel venereo corpo, la sento fustigarsi. E vedo me, giovane, pauroso, cercare di rassicurarla: “Passerà questo tormento”, le dico, forse davvero convinto di quelle parole.
Faccio un passo indietro con la mente, ritorno a qualche mese prima, quando l'avevo cercata, conosciuta, subito amata e poi allontanata prima di arrivare oltre, a quel punto in cui non puoi più tornare indietro, in quel punto nel quale devi scoprire le tue carte.
Amarezza per aver sprecato quei giorni, cercando scusanti per non ammetterlo a me stesso, per aver avuto paura di tentare, per aver perso l'occasione di viverli. Con lei.
Un bacio, rubato prima di sapere che sarebbe andata via, a perfetta conclusione di quella notte vissuta fra tentennamenti, sorrisi increduli, risate genuine, di gusto.
Un bacio ed una stretta, che insieme a quegli occhi non scorderò mai, davanti al controllo bagagli che l'avrebbe portata lontana.
L'idea e la proposta repentina di rimanere lì quella notte, con me. Una lacrima, una promessa, ed io che osservo quel gigante dell'aria spiccare il volo.