View Full Version : Pozzanghera su Marte?
morpheus85
27-12-2004, 22:33
Guardate in fondo a destra, che dite potrebbe essere acqua?
http://qt.exploratorium.edu/mars/jpl-images/web/opportunity/pancam/2004-12-19/1P155450047EFF38EVP2557L4M1.JPG :eek:
sembra decisamente acqua
byz
Lor3nzo76
27-12-2004, 22:41
La pressione è troppo bassa per permettere acqua allo stato liquido. Magari è ghiaccio o magari (più probabile) un fotoritocco...:D
Ciao
Lore
E' sabbia , nei deserti come quelli del sud Libico sono molto comuni accumuli di polvere finissima che vista anche da poco lontano sempre in tutto e per tutto acqua di uno stagno ... finirci dentro con un veicolo e' garanzia quasi certa di insabbiamento perche' questa impalpabile sabbia , fine come il talco, non da nessuna presa sulle gomme e fa sprofondare il veicolo lasciandolo insabbiato.
Lor3nzo76
27-12-2004, 23:32
Originariamente inviato da Athlon
E' sabbia , nei deserti come quelli del sud Libico sono molto comuni accumuli di polvere finissima che vista anche da poco lontano sempre in tutto e per tutto acqua di uno stagno ... finirci dentro con un veicolo e' garanzia quasi certa di insabbiamento perche' questa impalpabile sabbia , fine come il talco, non da nessuna presa sulle gomme e fa sprofondare il veicolo lasciandolo insabbiato.
Ci sono altri accumuli del genere nella foto. Non ci avevo pensato...:rolleyes:
Ciao
Lore
LittleLux
28-12-2004, 16:17
Per me è sabbia...ci sono altre zone simili nella foto. Comunque, a dire il vero, io trovo più interessanti le formazioni rocciose che vi compaiono.
Siete tutti fuori strada... è photoshop:D :D
:confused: a me sembra una foto fatta ad una pavimentazione stradale sconnessa...:confused: :p
Inizierei a studiare statisticamente la correlazione tra il nick Morpheus e i thread su marte... :D
morpheus85
10-01-2005, 19:26
Originariamente inviato da pzve803
Siete tutti fuori strada... è photoshop:D :D
Ma tu ti fai in arteria :ncomment:
CONFITEOR
12-01-2005, 09:13
ACQUA SU MARTE.
I DATI RILEVATI DALLE ULTIME MISSIONI (1997-2002) .
1.Mars Pathfinder
Già tre giorni dopo l’inizio della fase attiva della missione Mars Pathfinder il 7 luglio, si afferma che "su Marte c'era acqua in gran quantità, che scorreva in fiumi e torrenti levigando rocce e trasportando pietre" (1).
Uno dei ricercatori della NASA, Ronald Greeley, afferma testualmente: "C’erano molti fiumi a regime torrentizio nella Valle di Ares dove si è posato Pathfinder". Un'altra fonte afferma che: “Le rocce - molto diverse da quelle incontrate dalle sonde Viking negli anni settanta - sembrano tutte piegate in un’unica direzione, anche se sono molto diverse per dimensione, colore e forma”(2).
L'8 luglio giungono già notizie più dettagliate, come quella riferita da un quotidiano siciliano (3) secondo cui "le rocce sparse sulla superficie potrebbero essersi staccate dalla cima delle montagne ed essere state trascinate lì da un’alluvione, probabilmente originata dallo scioglimento dei ghiacciai. Poi il liquido si sarebbe prosciugato". Lo stesso giorno un’altra fonte (4) ribadisce che: “Ogni elemento finora raccolto conferma che la zona dello sbarco di Pathfinder e delle esplorazioni di Sojourner è stata al centro - milioni di anni fa - di grandi movimenti di acqua"' (5).
Il 9 luglio arriva la notizia, già più completa e più organica, rispetto ai particolari già forniti nei giorni precedenti: "L'esame delle nuove immagini di Marte trasmesse dalla sonda Pathfinder confermerebbe che alcuni miliardi di anni fa il pianeta ere ricco di acqua, aveva un'atmosfera simile a quella della Terra e la presenza su di esso di una qualche forma di vita era non solo possibile, ma addirittura probabile" (6).
Viene anche affermato che "gli esperti non sono sicuri che l'acqua su Marte si sia esaurita del tutto. Alcuni indizi farebbero pensare il contrario" (7).
Secondo il geologo Ronald Greeley, dell'Università dell'Arizona, dall'esame delle immagini si vedrebbero "lontani segni d'acqua sulle cime delle colline battezzate Twin Peaks, oltre a "bande orizzontali visibili su un altro rilievo che potrebbero essere spiegate come terrazze scavate da acqua in movimento". Si ipotizza inoltre che l'acqua potrebbe trovarsi nel sottosuolo dove potrebbe essersi rappresa come ghiaccio" (8).
Un'affermazione, che probabilmente dovrà essere controllata, riferita il giorno 8 luglio (9), riguardante la presenza dell'acqua su Marte, è la seguente: "E non è escluso che anche oggi ce ne sia in abbondanza, forse più che sulla Terra".
Da parte sua, un commento del ricercatore astronomo James F. Bell (del gruppo di lavoro del Mars Pathfinder) (10) ci riferisce che "oggi siamo in possesso della prova geologica relativa alla superficie marziana, che corrobora l'ipotesi, precedentemente formulata in base alle immagini di Marte che avevamo raccolto dalla sua orbita, secondo la quale l'acqua avrebbe giocato un ruolo importante nell'evoluzione geologica del pianeta". La Mars Pathfinder ha anche appurato che il colore di Marte non è il rosso bensì il bruno-giallastro.
Per quanto riguarda il lavoro di rilevazione svolto dalla sonda Mars Global Surveyor, si ha notizia, il giorno 19 febbraio 1998, che "per un milione di anni ci fu acqua su Marte".
Il testo riportato da Televideo Rai è il seguente: "Un vero e proprio fiume di grandi dimensioni scorreva nel pianeta sulla superficie di Marte, un fenomeno durato circa un milione di anni. Lo ha affermato Wesley Huntresse, amministratore aggiunto per le scienze spaziali della NASA, rafforzando così le tesi dello sviluppo di una qualche forma di vita sul Pianeta Rosso.Recenti fotografie scattate dalla sonda Mars Global Surveyor hanno infatti individuato, all'altezza dell'equatore, un canyon largo 2,5 km, che presenta le caratteristiche di un letto di un fiume in secca".
Delle importanti conferme alle ipotesi geomorfologiche in ordine alla presenza di abbondante acqua superficiale sul pianeta Marte, sono giunte anche dalla missione Mars Pathfinder. La notizia è stata data, con ampio rilievo, dalle pagine del noto Natonal Geographic (ottobre 1998) dove leggiamo che "(...) elaborando le immagini tridimensionali del terreno, si è scoperto che, vicino alla sonda, oltre un crinale, c'era una specie di depressione delimitata da una fila di rocce spigolose, allineate come libri su uno scaffale.
"L'ipotesi più accreditata tra gli scienziati è che questa depressione venne generata da un'inondazione con un volume d’acqua forse pari a quello dei Grandi Laghi americani (circa 22.675 chilometri cubi) e che fu proprio l'acqua a depositare tutte quelle pietre trovate intorno al punto d'atterraggio di Pathfinder. Allontanandosi dal modulo, il rover Sojourner ha ripreso rocce simili a conglomerati, ovvero formazioni geologiche che si creano nell'arco di millenni. E' l'azione erosiva dell'acqua che smussa ciottoli e sassolini, depositandoli in una matrice di sabbia e argilla".
Un comunicato di Televideo RAI (21 0ttobre 1997) afferma che "un tempo c'erano nell'atmosfera di Marte calore e umidità sufficienti allo sviluppo della vita", e questo risulta dalle osservazioni condotte dal Pathfinder. Un altro comunicato ripreso pochi giorni dopo (1 dicembre 1997) dalla stessa fonte ci informa che "il pianeta Marte è molto più simile alla Terra di quanto si sia pensato fino ad oggi" a quanto dichiarato da Matt Golombeck, responsabile scientifico della missione.
2.Mars Global Surveyor
La missione Mars Global Surveyor, a quanto ci informa un comunicato di Televideo-RAI (28 maggio 1998) "ha scoperto una nuova serie di elementi di natura geologica e topografica che spingono gli scienziati NASA a rafforzarsi nella convinzione che grandi quantità di acqua siano esistite sul pianeta Marte e che questo abbia reso possibile l'esistenza della vita".
La missione MGS ci ha fornito delle notizie straordinarie, rilevando le tracce di acqua allo stato liquido sul fondo di alcuni canyon posti nella parte centrale della Valles Marineris. La notizia (riportata dai quotidiani del 22 giugno 2000) riferisce di materiale stagnante e di fessure, da cui filtra acqua salmastra (11). In pratica su 65 mila immagini provenienti dalla MGS, in 250 casi sono presenti “sorgenti” di acqua liquida che si aprono sempre lungo pareti molto scoscese e friabili, ad una profondità massima di 200-500 metri. In relazione alle varie strutture topografiche di Marte, queste sorgenti sono presenti per metà dei casi nei bordi interni di crateri da impatto (ad esempio Newton, Hale, Maunder e Babe), per poco meno di un terzo nell’ambito dei terreni caotici, per un quinto all’interno delle valli (dunque dei fiumi). Oltre il 90 per cento delle strutture acquifere rilevate si trova nell’emisfero meridionale, a latitudini mai inferiori a 30° (12).
Fra i molti esempi di sorgenti marziane citiamo quelle osservate all’interno del Nirgal Vallis, un antico fiume lungo 511 chilometri (posto a Sud della Valles Marineris) dove sono stati contati ben 14 canali d’acqua. Si tratta di sottili canali che partono alla stessa altezza e terminano con depositi che si aprono a ventaglio. Finora essi rappresentano i depositi di acqua più vicini all’equatore. Una conferma che si tratterebbe di fenomeni molto recenti è data dalla circostanza secondo la quale “i depositi sembrano sovrapporsi alle dune di sabbia che stanno alla base; poiché le dune dovrebbero essere continuamente rinnovate dai venti, è presumibile che i depositi siano giovanissimi” (13) .
Il Dao Vallis, un fiume di 667 chilometri, è tributario del grande mare interno Hellas (circa 2 milioni di kmq). Le sorgenti d’acqua osservate in relazione al Dao Vallis sono state registrate nel tratto di fiume posto sulle pendici dell’Hadriaca Patera, uno dei pochi rari vulcani dell’emisfero meridionale di Marte e si tratta dell’unico finora osservato fenomeno idrologico posto in relazione con un qualche tipo di attività vulcanica.
Sorgenti d’acqua sono state osservate accanto alla depressione Cavi Novi (70°S-355.7°W) e rappresenta la zone di rilevazione più meridionale, posta entro il circolo polare sud di Marte, nella regione di Promethei Terra; all’interno dell’immenso cratere Newton (diametro di 287 km) nella regione di Terra Sirenum, poste a 41.9°S e 159.8°W sono stati osservati fenomeni idrologici molto recenti. Come viene riferito in un servizio giornalistico molto dettagliato (14) si tratta di “una miriade di canali di deflusso: l’acqua che li ha prodotti ha dilavato la polvere superficiale, rendendo visibile il terreno scuro sottostante. Questo fatto, caratteristico di gran parte delle sorgenti marziane, è molto importante. Dimostra che il terreno è stato modificato molto di recente: è noto infatti che bastano pochi mesi perché la polvere marziana si ridepositi su una superficie scoperta”.
Altre sorgenti idrologiche sono state osservate nelle regioni di Gorgonum Chaos, Noachis Terra e del Polo Nord.
In occasione del ritrovamento dell’acqua liquida sul pianeta Rosso, Ed Weiler della Nasa, afferma che “Tra tutti i pianeti dell’universo, Marte è il primo in cui gli scienziati pensano di trovare la vita. Tutto ciò ha profonde implicazioni sulla domanda fondamentale: Siamo soli?”.
3.Mars Odissey
Nel mese di marzo 2002 gli scienziati della NASA comunicano la scoperta – ovverosia la riscoperta (si tratta di una circostanza da sempre sostenuta anche con prove tangibili) della presenza di acqua sul Pianeta Rosso.
La prova dell’esistenza di acqua su Marte è stata ricavata dalla sonda “Mars Odissey” attraverso il rilevamento di prove chimiche. In particolare la sonda ha riscontrato l’acqua nascosta sotto la superficie riconoscendola dal suo alto contenuto di idrogeno. Le osservazioni sono state effettuate con uno spettrometro a neutroni, uno strumento realizzato dai laboratori di Los Alamos. Osservando i neutroni provenienti dalla superficie, l’apparecchio è in grado di rilevare la presenza di alcuni elementi, tra i quali, appunto, l’idrogeno.
La conclusione (resa nota il 28 maggio 2002) è che su Marte c’è tanta, tantissima acqua, forse a un metro sotto la crosta marziana, secondo le dichiarazioni di William Boynton, dell’Università di Arizona a Tucson. Si tratta ovviamente di immense riserve di ghiaccio in una tale quantità che se fosse sciolto potrebbe coprire tutto il Pianeta con un oceano profondo 500 metri, mentre se la stessa quantità di acqua potesse coprire solo le zone un tempo verosimilmente occupate dall’oceano Borealis (oltre ai due bacini interni di Hellas ed Argyre), il livello probabile medio sarebbe di oltre 1.500 metri. Secondo altre fonti (Archives des brèves martiennes-Année 2001 – Sito internet Nirgal) la massa d’acqua attualmente presente su Marte potrebbe coprire il pianeta per un’altezza di 1,25 km, pertanto se teniamo in considerazione le zone un tempo occupate dall’Oceano Borealis, l’altezza del mare giungerebbe ad oltre 3 chilometri.
CONFITEOR
12-01-2005, 09:17
Individuati organismi simili a licheni
La scoperta fatta da un gruppo di scienziati ungheresi è stata presentata all'Agenzia Spaziale Europea. Sono state analizzate più di 60.000 fotografie del pianeta rosso
Da sempre il nostro immaginario ha fantasticato sui marziani. Film, libri, trattati pseudo scientifici hanno fornito le risposte più bizzarre. Questa volta un segno inequivocabile l'avrebbero trovato un gruppo di scienziati ungheresi che ritengono di avere scoperto segni di vita sul pianeta rosso dopo avere analizzato 60 mila foto scattate dalla sonda Mars Global Surveyor.
I risultati della loro ricerca, sono stati sottoposti all' attenzione dell'agenzia spaziale europea (Esa) per le prossime fasi del programma 'Mars Express'. Se dovessero aver ragione, questa sarebbe la prima volta che viene scoperto un organismo vivente fuori della terra.
Gli scienziati ritengono di avere individuato nei crateri innevati dell'emisfero meridionale marziano alcune migliaia di macchie scure, simili a organismi della famiglia dei licheni che vivono vicino al polo sud terrestre. Il colore di queste macchie sulla superficie del pianeta rosso cambia di tonalità a seconda delle stagioni di Marte, crescendo oppure riducendosi a seconda dell'epoca dell'anno marziano.
Durante il tremendo inverno marziano, quando le temperature scendono a 200 gradi sotto zero, questi cosidddetti 'organismi marziani superficiali' sono protetti da una spessa coltre di ghiaccio che si scioglie quando le temperature dell'inizio dell'estate marziana oltrepassano di poco lo zero. Durante l'inverno, gli organismi, grazie all'energia solare che assorbono, sono in grado di sciogliere il ghiaccio e crearsi condizioni di vita adatte.
Quando arriva l'estate, secondo i tre ungheresi, gli organismi si seccano e lasciano grandi macchie grigie, con un diametro che oscilla tra i dieci metri e alcune centinaia di metri, per poi però riattivarsi non appena ricomincia la stagione dei ghiacci. E' un meccanismo che funziona, sulla terra, nei laghi del polo sud. La questione ora è di vedere se il rigido inverno marziano consente a questo meccanismo di operare altrettanto bene. L'agenzia europea prevede di lanciare una sonda per marte nel 2003, una decisione finale sulla partecipazione ungherese al prossimo progetto marziano non è stata ancora presa.
http://www.cittadiniimmigrati.rai.it/news/articolonews/0,9217,5275,00.html
Carino... mi devo essere perso questo film. Come si chiamava?
CONFITEOR
12-01-2005, 10:10
Originariamente inviato da gpc
Carino... mi devo essere perso questo film. Come si chiamava?
prenditela cò internette, mika l'ho scritti io.
http://www.charleswolfe.com/boulter03/images/Martian%20Lapper.jpg
http://volker.dnsalias.net/Jokes/image/general/Martian.jpeg
Originariamente inviato da CONFITEOR
http://volker.dnsalias.net/Jokes/image/general/Martian.jpeg
:rotfl:
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