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View Full Version : Il "solito" Natale?


Yauchie
25-12-2004, 00:44
Il solito Natale....eppure.....eppure c'é una sensazione nuova....che non so come descrivere. Il soliti auguri, la solita calma di circostanza....i soliti buoni propositi e promesse (che già poi si rinnovano dopo qualche giorno, a Capodanno...)...la solita abbuffata... A rendere questo Natale meno "solito" degli anni c'é Sabrina, la mia piccola, dolce, nipotina di tre anni. E' indescrivibile vedere i suoi occhioni increduli davanti a tanti giocattoli, davanti ad un improvvisato Babbo Natale....e vederla giocare con quelle bambole e col suo nuovo banco scuola fa tanta tenerezza... Poco fa (e un po' ancora adesso) mi è venuto un po' da piangere, quasi, pensando ai miei progetti per il futuro, all'ormai deciso trasferimento in un altro Paese... Ho visto la piccola...e ho pensato che quando non sarò più qui la vedrò molto di rado, nelle solite occasioni di festa e vacanza, soldi e vita londinese permettendo. Così anche mia madre, mio padre, e tutti gli altri... Con i primi ormai ho un rapporto instabile da anni, da tanti anni, non siamo mai, credo, riusciti ad andare realmente d'accordo. Eppure per un attimo ho sentito quasi la loro mancanza come se fossi già partito da un pezzo e mi trovassi già nella città dove ho deciso di riprovare a costruirmi un futuro. Ho chiesto a mio padre di farmi una foto con Sabrina, una "foto ricordo" ho detto, come lo sono certamente tutte, ma in quel momento ho sentito molto il bisogno di un ricordo di quel momento più solido....perchè tra del tempo non sarò più qui, ma sarò altrove a giocare una nuova partita.... Mi rattrista molto l'idea di non vedere più di frequente la mia nipotina così piccola....di non vederla crescere quasi giorno per giorno.....e di lì tutta una serie di pensieri per tutto il resto della famiglia.... Desidero da tempo una "fuga", per ricominciare, riprovare a farmi una vita deluso da tante cose della mia vita attuale, eppure mi sembra di sentire la loro mancanza già adesso che sono ancora qua..
In un attimo pensavo al fatto che dovrò vendere tutto quanto di vendibile non potrò (o non sarà necessario) portarmi dietro a Londra, nella speranza di ricavarci qualche soldino che lì mi servirà un casino (macchina, scooter, e altre cose....) Un attimo dopo, pensavo a mia madre che tra qualche mese deve subire un intervento (niente di grave, cmq, si tratta di un fibroma da rimuovere per sicurezza, o qualcosa del genere) e l'avevo dimenticato mentre cominciavo a pianificare e sognare la mia nuova avventura lontano da qui. Ho ricordato un incidente di qualche anno fa a causa del quale mio padre, muratore, subì un intervento alla testa e l'ha rischiata davvero grossa vista l'altezza dalla quale era caduto. E mi sono chiesto cosa farei se succedesse qualcosa del genere, un incidente qualunque insomma, ad uno qualunque di loro, e non potessi raggiungerli subito... Sono tanti, ma tanti, i pensieri che mi frullano per la testa....Sono confuso, molto confuso. Al tempo stesso penso che visto il disagio, enorme, che mi porto dietro da anni, dovrei pensare più egoisticamente, pianificare il futuro che voglio, concentrarmi sul mio progetto di vita altrove quale tentativo di "rivincita", e non fossilizzarmi sul resto... In tanti momenti ho avuto l'umore così basso dal preoccuparmi, nei momenti di lucidità (e dal piangerne tanto), per ciò che temo potrei forse arrivare a fare se non riuscissi a superare quei brutti momenti... Confesso che tante volte ho veramente pensato a farla finita quale soluzione finale, fino a piangerne un istante dopo e a incazzarmi con me stesso per tali debolezze un istante dopo ancora. E pensare che un paio d'anni fa ci sono arrivato molto vicino (qualcuno di html.it ricorderà forse quando ero "Helios"...) E tante volte ho temuto e pensato che se rimanessi qui, e non cercassi di dare una svolta alla mia vita, di cercare qualche nuovo stimolo, non so quanto potrei andare avanti.. Per tante cose non riesco ad immaginarmi più un futuro qui, in alcun modo. Sento il bisogno di ricominciare, di riprovare a vivere...di seguire una nuova avventura.
Mi sento finalmente di nuovo simolato in qualcosa (adesso nel perseguimento di questo nuovo progetto, cioé il trasferimento in un altro Paese, l'inizio di una nuova vita), forte, determinato; ma al tempo stesso ho una tristezza infinita.... Dio, quanto avrei voluto che le cose fossero andate diversamente! Quanto avrei sentire davvero l'affetto di una famiglia....della donna che amo....quanto avrei voluto realizzare i miei sogni nel lavoro, in tutto....sentirmi realizzato, più soddisfatto, più felice.
E invece tutto ciò che desidero è, praticamente, scappare....
Il solito Natale dunque, solo un po' più strano del solito...

fusione
25-12-2004, 00:52
Bellissimo questo post a tratti commovente :(


E comunque quello che ti volevo dire è non prendere la tua partenza per Londra come fuga...prendila come sfida ..come inizio ...e magari tra qualche anno tornerai in Italia e sarai in pace con te stesso e potrai recuperare il tempo perduto con tutta la tua famiglia in tranquillità...

ti auguro il meglio possibile :)

beppegrillo
25-12-2004, 01:22
Sono più o meno nella tua situazione, ci sono due piccole varianti
1) sono più piccolo di te
2)la mia meta è molto più lontana di londra
Spero di riuscire a lasciare tutto alle spalle e di realizzarmi come ho sempre voluto.
Alla fine londra-italia non è che sia chissà quanto, 2 ore di volo e sei in italia.
Detto questo posso solo dirti FOLLOW YOUR DREAMS ;)

Yauchie
25-12-2004, 11:47
Originariamente inviato da fusione
Bellissimo questo post a tratti commovente :(


E comunque quello che ti volevo dire è non prendere la tua partenza per Londra come fuga...prendila come sfida ..come inizio ...e magari tra qualche anno tornerai in Italia e sarai in pace con te stesso e potrai recuperare il tempo perduto con tutta la tua famiglia in tranquillità...

ti auguro il meglio possibile :)


Grazie per gli auguri, fusione, ne ho molto bisogno ;)
E per l'incoraggiamento. Sfida, la prenderò così e, se è vero che chi la dura la vince, qualcosa la combinerò di certo, sono abbastanza determinato.

Originariamente inviato da beppegrillo
Sono più o meno nella tua situazione, ci sono due piccole varianti
1) sono più piccolo di te
2)la mia meta è molto più lontana di londra
Spero di riuscire a lasciare tutto alle spalle e di realizzarmi come ho sempre voluto.
Alla fine londra-italia non è che sia chissà quanto, 2 ore di volo e sei in italia.
Detto questo posso solo dirti FOLLOW YOUR DREAMS ;)

Giusto, altrimenti perché vivere se non per seguire dei sogni??
"Qualcosa" mi dice che parli degli States :D
Più piccolo? Quanti anni hai? Cmq spero che anche tu stia facendo tutti i dovuti calcoli del caso e che, soprattutto, a differenza di me tu possa contare in ogni caso sul supporto della famiglia ;)

khri81
25-12-2004, 11:52
il mio peggior natale che ho mai passato in 23 anni! :mad:

Viking
25-12-2004, 12:00
ti auguro di trovare quello che cerchi e tanta fortuna nel tuo "nuovo" paese...

ma ricorda una cosa: se è il problema è dentro di te, prima o poi riemergerà, anche se te ne vai in capo al mondo. Pensaci bene. In bocca al lupo.

beppegrillo
25-12-2004, 13:10
Originariamente inviato da Yauchie
Grazie per gli auguri, fusione, ne ho molto bisogno ;)
E per l'incoraggiamento. Sfida, la prenderò così e, se è vero che chi la dura la vince, qualcosa la combinerò di certo, sono abbastanza determinato.



Giusto, altrimenti perché vivere se non per seguire dei sogni??
"Qualcosa" mi dice che parli degli States :D
Più piccolo? Quanti anni hai? Cmq spero che anche tu stia facendo tutti i dovuti calcoli del caso e che, soprattutto, a differenza di me tu possa contare in ogni caso sul supporto della famiglia ;)
Si esattamente stò pensando di partire per gli states, ho 21 anni e stò ancora studiando. Ho comunque intenzione di prendermi la laurea + specializzazione in italia e poi partire per gli states, purtroppo la situazione familiare è più o meno simile alla tua, non drammatica ma nemmeno delle più rosee.
Certo pensieri come li hai espressi te in questo thread ne ho sin da ora, spero soltanto che quando sarà il momento di dare una svolta alla mia vita non mi vinolino troppo le mie scelte.
Poi male che vada, vedila come una prova, stai lì un anno se ti trovi bene ci rimani altrimenti ritorni in Italia e tutto come prima :)

checo
25-12-2004, 13:23
:cry:

che bastardi che sono i pupi, li vedi e ti innamori

wolverine
25-12-2004, 16:32
Questo mi sa che è l'unico thread scritto con lo spirito del Natale... :)

Auguri per ogni tuo futuro progetto e per la tua futura "nuova vita" ;) :)

lnessuno
25-12-2004, 16:43
il natale credo che serva anche per questo, a farci "pensare" un pò alla nostra vita, alla famiglia... per questo mi piace il natale, è una festa diversa dalle altre "capodanno in primis", molto meno egoistica e, secondo me, più introspettiva...

Han Solo
25-12-2004, 20:18
Mi hai commosso, davvero. Negli ultimi anni un po' per come va il mondo in generale, un po' per episodi capitatimi personalmente, ho via via perso, o meglio, seppellito, la mia capacità di provare sentimenti. Ora non dico di averla cancellata, solo che la tengo molto a bada. Ne andavo fiero, mi sentivo tipo una macchina da guerra, invincibile, il tipico adolescente che vuole spaccare il mondo a metà. Quest'anno qualcosa sta cambiando, sono diventato improvvisamente triste appena ho visto il mondo, o almeno la parte del mondo che tutti i giorni è davanti ai miei occhi, felice. Io non riesco più ad essere felice come loro, la mia felicità è perloppiù materiale, breve, volatile. Non riesco più a sorridere davanti alle luci dell'albero, scarto i regali bramoso ma non del tutto felice, anzi un po' intristito in quanto vedo che chi mi circonda sorride e, credo, lo fa con sincerità, senza nascondersi dietro ad una maschera di allegria indossata per far piacere a qualcunaltro. Qualcuno lo guardo anche, nella mente, di traverso, so che è per colpa sua, almeno in parte, che oggi cerco di contenere la mia gioia, che pur in realtà essendoci, ha paura di manifestarsi. Nessuno, conoscendomi, direbbe che mi manchi qualcosa. Non lo avrei mai pensato neanche io sino a qualche tempo fa, tronfio della mia resistenza da superuomo immaginario. Eppure in questo momento, nonostante stia scrivendo con la faccia un po'seria, con quel senso di pesantezza allo stomaco che lascia qualcosa di non detto, che fermenta da tempo nel mio inconscio, mi sento più felice di prima. Se non altro ho ritrovato il desiderio di esserlo, ma non apparentemente, come negli ultimi anni, in cui avevo riversato nella materia, di oggetti e persone, la mia gioia di vivere. E con gioia intendo anche la gioia di scontrarsi con qualcuno, di dire in effetti quello che si pensa, di dire a qualcuno quanto tu gli voglia bene nonostante il passato. Ecco, mi sto emozionando, mi piace sentire i nervi tesi e assaporare il senso di benessere donato da qualche sostanza prodotta da una ghiandola del mio corpo, non è questo che temo, è il mostrare all'esterno, che anche io, in qualche modo provo sentimenti, nonostante non lo faccia vedere più di tanto. Mi sento insicuro senza questa difesa che mi protegge, mi sono chiesto spesso il perchè, e ho ipotizzato una sola risposta... forse sono troppo buono e, in qualche modo, cerco di difendermi dall'opportunismo, dalla falsità che circola, ma in questo modo ho represso un aspetto del mio carattere, mi sto perdendo qualcosa della vita. Della MIA vita. E non è ciò che voglio, per questo tenterò di cambiare, di ingoiare del tutto o di sputare quel peso che non mi tormenta, ma, subdolo, frena i miei sentimenti. Ed è con questo pensiero che mi auguro un buon natale, conscio della mia capacità di mutare, desideroso di mostrare, finalmente, il mio carattere, ormai quasi adulto e presumibilmente definitivo, che nessuno ha mai visto, perchè quello del bambino è morto sei anni fa, e il suo erede non ha mai visto la luce, o, se l'ha già vista, non l'ha assaporata in tutta la sua bellezza.

Ho preso questo topic come un "topic di sfogo" e ho scritto il mio personale, di confessioni che per il momento ho fatto quasi solo a me stesso. Il post è volutamente ricercato, spero che nonostante non sia brevissimo, qualcuno lo legga e mi dica che ne pensa.
Auguri a tutti
Marco

Lucio Virzì
25-12-2004, 21:39
Originariamente inviato da Yauchie
Il solito Natale....eppure.....eppure c'é una sensazione nuova....che non so come descrivere. Il soliti auguri, la solita calma di circostanza....i soliti buoni propositi e promesse (che già poi si rinnovano dopo qualche giorno, a Capodanno...)...la solita abbuffata... A rendere questo Natale meno "solito" degli anni c'é Sabrina, la mia piccola, dolce, nipotina di tre anni. E' indescrivibile vedere i suoi occhioni increduli davanti a tanti giocattoli, davanti ad un improvvisato Babbo Natale....e vederla giocare con quelle bambole e col suo nuovo banco scuola fa tanta tenerezza... Poco fa (e un po' ancora adesso) mi è venuto un po' da piangere, quasi, pensando ai miei progetti per il futuro, all'ormai deciso trasferimento in un altro Paese... Ho visto la piccola...e ho pensato che quando non sarò più qui la vedrò molto di rado, nelle solite occasioni di festa e vacanza, soldi e vita londinese permettendo. Così anche mia madre, mio padre, e tutti gli altri... Con i primi ormai ho un rapporto instabile da anni, da tanti anni, non siamo mai, credo, riusciti ad andare realmente d'accordo. Eppure per un attimo ho sentito quasi la loro mancanza come se fossi già partito da un pezzo e mi trovassi già nella città dove ho deciso di riprovare a costruirmi un futuro. Ho chiesto a mio padre di farmi una foto con Sabrina, una "foto ricordo" ho detto, come lo sono certamente tutte, ma in quel momento ho sentito molto il bisogno di un ricordo di quel momento più solido....perchè tra del tempo non sarò più qui, ma sarò altrove a giocare una nuova partita.... Mi rattrista molto l'idea di non vedere più di frequente la mia nipotina così piccola....di non vederla crescere quasi giorno per giorno.....e di lì tutta una serie di pensieri per tutto il resto della famiglia.... Desidero da tempo una "fuga", per ricominciare, riprovare a farmi una vita deluso da tante cose della mia vita attuale, eppure mi sembra di sentire la loro mancanza già adesso che sono ancora qua..
In un attimo pensavo al fatto che dovrò vendere tutto quanto di vendibile non potrò (o non sarà necessario) portarmi dietro a Londra, nella speranza di ricavarci qualche soldino che lì mi servirà un casino (macchina, scooter, e altre cose....) Un attimo dopo, pensavo a mia madre che tra qualche mese deve subire un intervento (niente di grave, cmq, si tratta di un fibroma da rimuovere per sicurezza, o qualcosa del genere) e l'avevo dimenticato mentre cominciavo a pianificare e sognare la mia nuova avventura lontano da qui. Ho ricordato un incidente di qualche anno fa a causa del quale mio padre, muratore, subì un intervento alla testa e l'ha rischiata davvero grossa vista l'altezza dalla quale era caduto. E mi sono chiesto cosa farei se succedesse qualcosa del genere, un incidente qualunque insomma, ad uno qualunque di loro, e non potessi raggiungerli subito... Sono tanti, ma tanti, i pensieri che mi frullano per la testa....Sono confuso, molto confuso. Al tempo stesso penso che visto il disagio, enorme, che mi porto dietro da anni, dovrei pensare più egoisticamente, pianificare il futuro che voglio, concentrarmi sul mio progetto di vita altrove quale tentativo di "rivincita", e non fossilizzarmi sul resto... In tanti momenti ho avuto l'umore così basso dal preoccuparmi, nei momenti di lucidità (e dal piangerne tanto), per ciò che temo potrei forse arrivare a fare se non riuscissi a superare quei brutti momenti... Confesso che tante volte ho veramente pensato a farla finita quale soluzione finale, fino a piangerne un istante dopo e a incazzarmi con me stesso per tali debolezze un istante dopo ancora. E pensare che un paio d'anni fa ci sono arrivato molto vicino (qualcuno di html.it ricorderà forse quando ero "Helios"...) E tante volte ho temuto e pensato che se rimanessi qui, e non cercassi di dare una svolta alla mia vita, di cercare qualche nuovo stimolo, non so quanto potrei andare avanti.. Per tante cose non riesco ad immaginarmi più un futuro qui, in alcun modo. Sento il bisogno di ricominciare, di riprovare a vivere...di seguire una nuova avventura.
Mi sento finalmente di nuovo simolato in qualcosa (adesso nel perseguimento di questo nuovo progetto, cioé il trasferimento in un altro Paese, l'inizio di una nuova vita), forte, determinato; ma al tempo stesso ho una tristezza infinita.... Dio, quanto avrei voluto che le cose fossero andate diversamente! Quanto avrei sentire davvero l'affetto di una famiglia....della donna che amo....quanto avrei voluto realizzare i miei sogni nel lavoro, in tutto....sentirmi realizzato, più soddisfatto, più felice.
E invece tutto ciò che desidero è, praticamente, scappare....
Il solito Natale dunque, solo un po' più strano del solito...

Non ti preoccupare, Londra è vicina, e se la vita ti girerà meglio, come sono sicuro, non saranno poche le volte che potrai tornare a goderti la tua nipotina! ;)
Ti capisco benissimo, Virginia ha 15 giorni e già la vedo cresciutissima.
Dopodomani andrò in ufficio e mi mancherà moltissimo.
In bocca al lupo per tutto.

Lucio

Yauchie
26-12-2004, 21:53
Originariamente inviato da Han Solo
Mi hai commosso, davvero. Negli ultimi anni un po' per come va il mondo in generale, un po' per episodi capitatimi personalmente, ho via via perso, o meglio, seppellito, la mia capacità di provare sentimenti. Ora non dico di averla cancellata, solo che la tengo molto a bada. Ne andavo fiero, mi sentivo tipo una macchina da guerra, invincibile, il tipico adolescente che vuole spaccare il mondo a metà. Quest'anno qualcosa sta cambiando, sono diventato improvvisamente triste appena ho visto il mondo, o almeno la parte del mondo che tutti i giorni è davanti ai miei occhi, felice. Io non riesco più ad essere felice come loro, la mia felicità è perloppiù materiale, breve, volatile. Non riesco più a sorridere davanti alle luci dell'albero, scarto i regali bramoso ma non del tutto felice, anzi un po' intristito in quanto vedo che chi mi circonda sorride e, credo, lo fa con sincerità, senza nascondersi dietro ad una maschera di allegria indossata per far piacere a qualcunaltro. Qualcuno lo guardo anche, nella mente, di traverso, so che è per colpa sua, almeno in parte, che oggi cerco di contenere la mia gioia, che pur in realtà essendoci, ha paura di manifestarsi. Nessuno, conoscendomi, direbbe che mi manchi qualcosa. Non lo avrei mai pensato neanche io sino a qualche tempo fa, tronfio della mia resistenza da superuomo immaginario. Eppure in questo momento, nonostante stia scrivendo con la faccia un po'seria, con quel senso di pesantezza allo stomaco che lascia qualcosa di non detto, che fermenta da tempo nel mio inconscio, mi sento più felice di prima. Se non altro ho ritrovato il desiderio di esserlo, ma non apparentemente, come negli ultimi anni, in cui avevo riversato nella materia, di oggetti e persone, la mia gioia di vivere. E con gioia intendo anche la gioia di scontrarsi con qualcuno, di dire in effetti quello che si pensa, di dire a qualcuno quanto tu gli voglia bene nonostante il passato. Ecco, mi sto emozionando, mi piace sentire i nervi tesi e assaporare il senso di benessere donato da qualche sostanza prodotta da una ghiandola del mio corpo, non è questo che temo, è il mostrare all'esterno, che anche io, in qualche modo provo sentimenti, nonostante non lo faccia vedere più di tanto. Mi sento insicuro senza questa difesa che mi protegge, mi sono chiesto spesso il perchè, e ho ipotizzato una sola risposta... forse sono troppo buono e, in qualche modo, cerco di difendermi dall'opportunismo, dalla falsità che circola, ma in questo modo ho represso un aspetto del mio carattere, mi sto perdendo qualcosa della vita. Della MIA vita. E non è ciò che voglio, per questo tenterò di cambiare, di ingoiare del tutto o di sputare quel peso che non mi tormenta, ma, subdolo, frena i miei sentimenti. Ed è con questo pensiero che mi auguro un buon natale, conscio della mia capacità di mutare, desideroso di mostrare, finalmente, il mio carattere, ormai quasi adulto e presumibilmente definitivo, che nessuno ha mai visto, perchè quello del bambino è morto sei anni fa, e il suo erede non ha mai visto la luce, o, se l'ha già vista, non l'ha assaporata in tutta la sua bellezza.

Ho preso questo topic come un "topic di sfogo" e ho scritto il mio personale, di confessioni che per il momento ho fatto quasi solo a me stesso. Il post è volutamente ricercato, spero che nonostante non sia brevissimo, qualcuno lo legga e mi dica che ne pensa.
Auguri a tutti
Marco


Leggendoti, sebbene con un po' di tristezza, ho spesso riconosciuto me stesso fra le tue righe. Sembra che abbiamo in comune un pianto solitario che in qualche modo ci rimane dentro, e che per qualche misteriosa ragione non vuole più uscire, o semplicemente non ne ha più neanche la forza. Abbiamo probabilmente in comune, come con tanti altri giovani immagino - e temo, quella profonda delusione della vita che ci circonda, del mondo che scopriamo sempre un po' di più man mano che gli anni passano e si cresce, e in qualche modo si invecchia dentro molto più di quanto non appaia esternamente. Una delusione che talvolta è difficile controllare....e spesso se vengono a mancare quegli stimoli indispensabili a sperare ancora, a credere nuovamente, a scommettere ancora una volta, può sfociare in quella sottile disperazione che il più delle volte neanche noi stessi riusciamo a comprendere e a spiegare.....e che può essere molto pericolosa. Tante volte, anche quando apparentemente non ci dovrebbe essere alcun motivo, in momenti in cui tutto ciò è semplicemente ingiustificabile, perché niente di tutto ciò dovrebbe essere in relazione con la vita di quei momenti, vivo (viviamo) sensazioni strane, spiacevoli, che ci rattristano e ci fanno sentire infelici anche se noi stessi non riusciamo a capirne bene il perché, a trovarne una ragione, una causa, che in qualche modo potremmo combattere con le nostre forze. Il tempo passa, ti senti via via più vecchio, mentre di fuori ti chiamano "giovane", "ragazzo", e scopri giorno per giorno che il mondo reale non è quello che ti veniva raccontato nelle favole, e che la vita è molto diversa da quella che avevi sempre immaginato quando cullato da quella incapacità di comprendere le cose brutte che è tipica della tenera età. Scopri che gli orchi non sono mostri verdi e giganti che puoi vedere anche nel buio, ma che sono spesso dentro di te, solo che non li vedi neanche quando attorno a te splende la luce...
E passi le giornate a chiederti continuamente "Perché?". Piangi, avendo cura di non farti vedere.... e ancora continui a piangere perché non sai se a quel "perché" riuscirai mai a dare una risposta concreta. Ti guardi intorno, e tutto ad un tratto ti scopri molto prima di quanto qualunque previsione possa suggerirti, già lì chiuso in un mondo inacessibile a chiunque altro, e ti ritrovi già a fare calcoli, a pesare ogni pensiero, a fare bilanci che pensavi avresti fatto tra sessant'anni.... Ed è triste quando realizzi che quel bilancio è molto meno roseo di quanto avresti mai immaginato e desiderato.
Ricordo che quando ero piccolo ero un vulcano di idee, emozioni; non stavo mai fermo, non smettevo mai di sognare ed ogni cosa che immaginavo e sognavo nella mia testolina, ero sicuro che sarei riuscito a realizzarla, proprio come in una bella favola in cui c'é sempre il lieto fine. Non pensavo mai alla morte, sebbene una serie di circostanze mi abbiano fatto comprendere il reale significato di questa parola molto prima di quanto non capiti di solito. Mi sentivo come uno di quei supereroi che si vedono nei fumetti, immortali, forti e capaci di tutto. Ma sono bastati pochi anni per accorgermi che non ero uno di quegli eroi da fumetto. Un disagio tremendo cui, pur a momenti quasi evanescente, in pochi momenti che sembrano rigogliose oasi nel deserto che è la mia vita, ho negli anni cercato di dare una spiegazione, e soprattutto un'origine. Ho indagato tanto, dentro di me. Ho cercato razionalmente di trovare spiegazione di qualcosa che forse non capirò mai perché forse non ne sarò mai in grado. Così come non lo erano, evidentemente, quei dottori (neanche tanto economici) cui ho provato a rivolgermi a brevi tratti ben consapevole dell'assoluta assenza di qualcuno su cui realmente contare in momenti come quelli. Non so cosa sia stato a farmi crescere e in un certo tempo disperare all'improvviso o quasi... di certo è qualcosa di così radicato e "antico" nella mia esistenza, che più passa il tempo più mi convinco che non riuscirà mai a capirlo. Negli anni sono state tante le cose che in qualche modo, pur quando non mi riguardavano direttamente, ho sentito come "mie" sconfitte. Quando i miei erano in contrasto tra loro e quella insopportabile tensione era ormai una costante della nostra famiglia e della nostra casa, in qualche modo alla fine mi convincevo sempre che era colpa mia, anche se ero soltanto un bambino. E' difficile descrivere quel clima...nel tempo ho imparato a conviverci, e per certi versi a combatterlo, ma da bambino ero impotente e sono certo che mi abbia segnato in modo indelebile. Ricordo come fosse ieri anche quando mia madre, in preda a non so cosa, mi teneva lontano dal resto del mondo, chiuso in casa, al punto tale che per me uscire sul bancone (retinato) per giocare, naturalmente da solo, con delle macchinine, era un qualcosa di eccezionale. Vedevo la gente passare, gli altri bambini giù per strada che giocavano insieme e facevano chiasso, ed io lì sul mio balcone convinto, nell'ignoranza e nell'innocenza di quell'età, di aver fatto qualcosa, di essere stato "un bambino cattivo", per meritare quella solitudine. Fortunatamente in qualche modo, tra trasferimento qui a Bari, e quindi spostamenti vari, non so come ma qualche cambiamento c'é stato, anche se la nostra famiglia non è mai stata la famiglia che con la coscienza che pian piano si svegliava crescendo avrei desiderato. Ci sono state tante di quelle storie...di quegli episodi spiacevoli.... che tanto desideravo uscire e scoprire il mondo "fuori". Poi l'ho scoperto, ma ho scoperto che anche quel mondo sapeva essere molto diverso da quello che avevo sempre immaginato... Vedevo gli altri bambini, o più tardi ragazzi, nelle loro case in situazioni famigliari molto diverse. Certo, a tutti capitava di ricevere qualche schiaffone dal papà....ma il clima che respiravo nelle case altrui era diverso. Lo sentivo, e più passava il tempo più ne prendevo coscenza e ne soffrivo. In qualche modo sono cresciuto, con una tristezza tale addosso che pur facendo di tutto per nasconderla agli occhi degli altri, sin da subito mi ha sempre fatto sentire, in qualche modo, "un diverso". Forse è per questo che quando in classe alle medie mi trovai un "diverso", cioé un ragazzino visto come tale da tutti gli altri per un handicap, io ero l'unico a non sentire alcuna di questa diversità, tanto da diventare il suo migliore amico, un "sostegno" certamente migliore di quanto appunto il suo prof di sostegno avrebbe mai potuto essere per soldi. Intanto in famiglia ormai cominciavo ad abituarmi alla "mia realtà"... e desideravo sempre di più riuscire da subito a fare qualcosa per andarmene di lì e realizzare i miei sogni. Come tutti ho sognato di fare il medico, poi l'astronauta....e così via... Andavo cmq benissimo a scuola (certo, stavo sempre a casa e l'unica cosa era studiare) e soffrii tantissimo quando mi resi conto che la mia famiglia, modesta e con poche risorse economiche (mio padre operaio 5a elementare, mia madre casalinga 2a elementare, entrambi per forza di cose - come si può facilmente immaginare - con una mentalità troppo distante dalla mia, avendo vissuto loro stessi in un contesto sicuramente molto poco felice), non avrebbe mai potuto consentirmi di realizzare quei sogni poiché non ci sarebbe stato il sostentamento necessario. A malapena riuscii a diplomarmi. Fortunatamente (?), nel frattempo stando sempre chiuso in casa mentre gli altri spensierati giocavano a pallone e si trovavano la ragazza già da subito (io a malapena uscivo per la palestra, l'attività agonistica era l'unica cosa per cui, al di fuori della scuola, avevo modo di interagire col mondo esterno), io scoprivo e amavo sempre di più quello che era ormai diventato il mio migliore amico (e, per certi versi, l'unico; sempre disponibile ad ascoltarti, non ti contraddiceva mai, trascorreva tutto il suo tempo con te...): il computer. Grazie al computer capii che avevo in qualche modo trovato un potenziale lavoro che, supplendo ai sogni mai realizzati, mi avrebbe ugualmente fornito prima o poi il mezzo di sostentamento necessario per andarmene e provare a costruirmi una vita mia propria, lontano da tutto ciò che negli anni mi aveva fatto male. In parte ci sono riuscito, pur restando lontano dalla famiglia soltanto a periodi, ho iniziato a lavorare, ho scoperto in pochissimi anni tante di quelle tappe che praticamente io avevo bruciato, ho imparato nuovamente a sperare che qualcosa di bello sarebbe potuto accadere. Poi al lavoro ho conosciuto Annarita...una ragazza di sette anni più di me....più matura....più esperta della vita....che per forza di cose non poteva ricambiare quel folle sentimento che, per reale essere o per ostentazione e forte bisogno di aggrapparmi a qualcosa di nuovo mai sperimentato prima, nutrivo per lei sin da subito. Ne ho sofferto tanto, fino a credere sempre meno in me stesso perché non mi sentivo "all'altezza" di lei, del mondo... Questo, unito ad una storia spiacevole i cui ricordi iniziano già dall'infanzia, e le mancate possibilità, i sogni mai realizzati che in qualche modo imputavo a me stesso quali insuccessi (non so come avrei potuto fare altrimenti senza risorse, ma rimproveravo sempre me di quegli insuccessi), hanno fatto sì che in un momento di tristezza infinita (sicuramente il più brutto della mia vita), stessi per compiere l'irreparabile. Un momento che per fortuna ho superato, e grazie al quale sono diventato un po' più forte di prima. Ho imparato a guardare alla realtà con rassegnazione, e ai miei limiti come qualcosa di naturale. Ma ho anche imparato, come te (se ho inteso bene le tue parole), a freddare le emozioni, a frenare i sentimenti. Sono nel tempo diventato "più duro". Ma oggi mi riscopro tale quale a prima. Questa non era altro che una nuova sensazione che inconsciamente ponevo tra me e gli altri quale scudo per non soffrire più come prima, come sempre cioé....
Oggi vivo con un'alternanza assurda tra momenti di euforia, nei quali basta anche una piccola cazzata a farmi nuovamente credere di essere capace di tutto, a momenti in cui la voglia di fare, la speranza, la determinazione sono parole "vuote".
Complici anche tante insoddisfazioni del lavoro.....non so, alla fine, quanto reali.... alla fine mi sono reso conto che qualunque cosa, qui, mi rende insoddisfatto. Ho ad un certo punto della mia storia recente sentito un irrefrenabile desiderio, quasi un bisogno primario, di fuggire da tutto questo niente, e provare ad esplorare l'universo che mi circonda. Ad un certo punto mi sono sentito come il Truman del film di Carey quando scopre che il mondo in cui viveva non era altro che una prigione chiusa, dalla quale era impossibile uscirne.
Per me, vedi, quel viaggio a Londra è molto più che un semplice volo. Non è un semplice trasferimento in una città straniera....
Per me rappresenta un qualcosa che io stesso non riuscirei a descrivere con facilità, poiché non vi sarebbero parole per farlo.
Non è solo una questione di lavoro, di soldi, di nuove esperienze come per tanti giovani... Se si fosse trattato soltanto di delusione in quanto il Sud in cui mi trovo ha da offrire (o, meglio, NON ha), avrei probabilmente tentato qualcosa al Nord, magari Milano. E' molto di più.... Sento di dovermi scrollare di dosso questa spiacevole sensazione, questa claustrofobica incapacità di respirare in un involucro che mi sta sempre più stretto.... Per me andare in un paese straniero adesso, avere le difficoltà con la lingua, non conoscere nessuno, è come rinascere in un mondo nuovo, a me sconosciuto. E' come se tutte quelle teorie sulla reincarnazione avessero un qualche fondamento e morissi, per poi rinascere altrove. In fondo, se ci pensi, è come se tornassi ad essere un bambino appena nato che appena giunto su questa terra è estraneo a quanto lo circonda, non può comunicare con nessuno, e dovra scoprire un poco per volta la sua nuova vita.
Sto sorridendo, ora, mentre penso a questa immagine e realizzo che sono passato da un tentato suicidio, a desiderare di tornare bambino e rinascere a nuova vita. Quando fino a non molto tempo fa una vita non la volevo più.
E' un bel progresso, se ci pensi....

Yauchie
26-12-2004, 22:09
Originariamente inviato da Lucio Virzì
Non ti preoccupare, Londra è vicina, e se la vita ti girerà meglio, come sono sicuro, non saranno poche le volte che potrai tornare a goderti la tua nipotina! ;)
Ti capisco benissimo, Virginia ha 15 giorni e già la vedo cresciutissima.
Dopodomani andrò in ufficio e mi mancherà moltissimo.
In bocca al lupo per tutto.

Lucio

Spero, Lucio, di sistemarmi per bene (difficoltà iniziali a parte), ma che al tempo stesso questa "nuova vita" non pregiudichi le possibilità di vederla crescere e il suo ricordo dello "zio Vito" :)
Già quindici giorni.... ricordo che Sabrina era cambiata un casino già nelle prime due settimane :D
Questa prima età è quella in cui i pargoletti si trasformano continuamente, quasi non li riconosci se non li vedi per qualche giorno :D
Grazie per gli auguri ;)

judas
26-12-2004, 22:53
Ciao, non ti conosco ma quello che hai scritto mi ha colpito moltissimo e mi fa sentire piccolo;

mi dispiace che la mia città perda una persona cosi, però se la partenza serve a farti star meglio ben venga.

Ti auguro di cuore di riuscire

:)

Yauchie
26-12-2004, 23:05
Originariamente inviato da judas
Ciao, non ti conosco ma quello che hai scritto mi ha colpito moltissimo e mi fa sentire piccolo;

mi dispiace che la mia città perda una persona cosi, però se la partenza serve a farti star meglio ben venga.

Ti auguro di cuore di riuscire

:)


Se si fosse trattato soltanto di una questione di luoghi e scarse possibilità, e avessi avuto lo spirito adatto, probabilmente avrei preferito lanciare una sfida a questa realtà che ci circonda e mi sarei impegnato, per quanto possibile, nel tentativo di cambiare le cose sicuro di poter contare su di te e certamente su tante altre persone che, come noi, vivono qui e vorrebbero che le cose qui cambiassero realmente. Purtroppo non è così...come avrai capito sono ben altre le reali ragioni per desiderare un cambiamento così radicato.
Quell'alito di vento leggero che ancora, per fortuna, gonfia e sospinge lieve le mie vele", non soffia da Levante.
Devo navigare e cercarlo, affinché un giorno possa soffiare più forte anche per me...
Per citare Hammarskjöld (nella mia signature), "non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro".