max84
12-12-2004, 20:03
penso che il titolo sia piuttosto esplicito circa la mia situazione, che definire precaria e quasi tragica è dire poco :(
ho finito quest'anno l'itis, specializzazione elettronica e telecomunicazioni.
la scelta di questa scuola è stata quasi totalmente per esclusione, volendo avere il famoso 'pezzo di carta' che mi permettesse di lavorare ed avendo voglia di studiare abbastanza scarsa. inoltre fattori poco importanti come "vado là perchè ci sono persone che conosco" hanno contribuito alla scelta.
durante gli studi sono cambiato (forse un pò maturato :rolleyes: ): mi riferisco alla mia persona ed al modo di pormi davanti ai problemi. sono diventato meno superficiale e più 'pensatore'.
quello che ho conservato sino ad oggi è l'ordine e la 'razionalità' che, se voglio, cerco di adottare quando sono dinnanzi ad un problema da risolvere.
un esempio eloquente è il disegno tecnico 'a mano': sono sempre stato il migliore. anche la progettazione di circuiti (layout delle sk con relative connessioni dei componenti), fatta presso l'itis, mi ha sempre appassionato, con risultati di cui sopra. logicamente la complessità non raggiungeva un livello alto in valore assoluto, quindi lungi da me il volermi definire un designer professionista in questo campo :rolleyes:
negli ultimi mesi della V iniziava a sfiorarmi l'idea di proseguire gli studi, ma cambiando completamente genere campo: psicologia.
ciò era dovuto principalmente ai motivi sopra elencati, ed a una mia.. 'passione' per la materia, seppur con approccio completamente amatoriale e quindi potenzialmente errato.
filosofia mi sembrava (sembra?) troppo poco spendibile e versatile al lato professionale, quindi quasi non la presi in considerazione. inoltre la pochezza di informazioni in mio possesso mi fece escludere tale possibilità.
d'altra parte, però, il mio interesse verso i motori (intendo le moto) mi stimolava a valutare studi di ingegneria meccanica.
conclusasi la V, pensai di valutare qualche offerta di lavoro e di sondare il campo per poter contrapporre tale scelta all'università.
la ricerca è durata poco, i risultati non sono stati soddisfacenti (ad es. elettricista) e quindi la prospettiva universitaria avanzava sempre più.
decisi quindi di iscrivermi all'università optando per ing. meccanica.
non sapendo come far pesare la scelta tra le due facoltà considerate, pensai (magari erroneamente) che ing. meccanica si sarebbe rivelata un pò più attinente, per quanto ciò fosse possibile, alla metodologia degli studi fatti fino ad allora. anche la mancanza di una preparazione letteraria come latino, greco, ecc mi influenzò nella scelta, soprattutto quando si trattò di escludere filosofia tra le possibili facoltà che avrei potuto intraprendere.
sono arrivato ad oggi.
ing. meccanica mi pesa abbastanza, e ciò mi demoralizza. ho scelto di studiare autonomamente per vedere come mi sarei trovato, perchè le materie non hanno frequenza obbligatoria, perchè gli insegnanti consigliano testi scritti da loro che non differiscono minimamente dalle lezioni che spiegano, perchè al termine di ogni lezione non ricordavo molto di ciò che era stato spiegato in facoltà. ma, soprattutto, perchè mi è sempre piaciuto essere in grado di cavarmela da solo.
materie come analisi e algebra e geometria non mi risultano facili, ma non per problemi di comprensione: studiando sui libri riesco a capire, al massimo si tratta di rileggere qualche volta per riuscire a comprendere il senso di ciò che è scritto.
il problema principale è che la mole degli argomenti trattati è massiccia, e riuscire a ricordare più o meno tutto è un'impresa (almeno per me).
non avendo una passione naturale per queste materie, ma soprattutto, non sapendo se ciò che sto facendo sia giusto o meno in relazione alla mia persona, tutto mi risulta più difficile, e la voglia e la passione per questi studi non sono certo ottimali per continuare.
non so come mi potrei trovare in futuro, ma sicuramente ora si sono presentati degli ostacoli.
a questo punto non so cosa fare.
non so se:
- sospendere gli studi per almeno il prossimo anno e trovare un lavoro anche poco gradito, ma che mi permetta di staccare un pò e, allo stesso tempo, di guadagnare qualche soldo;
- frequentare una nuova facoltà, ossia psicologia o filosofia;
- abbandonare definitivamente e cercare un lavoro che almeno non mi dispiaccia.
sinceramente non mi dispiacerebbe trovare un impiego -definitivo- nella progettazione di circuiti, ma non penso che ciò sia il lavoro di un tecnico. o perlomeno, penso che le aziende si metterebbero a ridere se un tecnico, diplomato, tra l'altro, con voti non eccelsi, proponga un impiego simile.
è da molti giorni che pensavo di fare un post simile, ma poi per vari motivi ho sempre abbandonato l'idea.
spero che qualcuno abbia la voglia di darmi qualche argomentazione o valutazione di qualsiasi tipo, che sia sulle facoltà (psicologia e filosofia), sul lavoro, o semplicemente su quello che farebbe se fosse nella mia situazione.
grazie in anticipo :(
ho finito quest'anno l'itis, specializzazione elettronica e telecomunicazioni.
la scelta di questa scuola è stata quasi totalmente per esclusione, volendo avere il famoso 'pezzo di carta' che mi permettesse di lavorare ed avendo voglia di studiare abbastanza scarsa. inoltre fattori poco importanti come "vado là perchè ci sono persone che conosco" hanno contribuito alla scelta.
durante gli studi sono cambiato (forse un pò maturato :rolleyes: ): mi riferisco alla mia persona ed al modo di pormi davanti ai problemi. sono diventato meno superficiale e più 'pensatore'.
quello che ho conservato sino ad oggi è l'ordine e la 'razionalità' che, se voglio, cerco di adottare quando sono dinnanzi ad un problema da risolvere.
un esempio eloquente è il disegno tecnico 'a mano': sono sempre stato il migliore. anche la progettazione di circuiti (layout delle sk con relative connessioni dei componenti), fatta presso l'itis, mi ha sempre appassionato, con risultati di cui sopra. logicamente la complessità non raggiungeva un livello alto in valore assoluto, quindi lungi da me il volermi definire un designer professionista in questo campo :rolleyes:
negli ultimi mesi della V iniziava a sfiorarmi l'idea di proseguire gli studi, ma cambiando completamente genere campo: psicologia.
ciò era dovuto principalmente ai motivi sopra elencati, ed a una mia.. 'passione' per la materia, seppur con approccio completamente amatoriale e quindi potenzialmente errato.
filosofia mi sembrava (sembra?) troppo poco spendibile e versatile al lato professionale, quindi quasi non la presi in considerazione. inoltre la pochezza di informazioni in mio possesso mi fece escludere tale possibilità.
d'altra parte, però, il mio interesse verso i motori (intendo le moto) mi stimolava a valutare studi di ingegneria meccanica.
conclusasi la V, pensai di valutare qualche offerta di lavoro e di sondare il campo per poter contrapporre tale scelta all'università.
la ricerca è durata poco, i risultati non sono stati soddisfacenti (ad es. elettricista) e quindi la prospettiva universitaria avanzava sempre più.
decisi quindi di iscrivermi all'università optando per ing. meccanica.
non sapendo come far pesare la scelta tra le due facoltà considerate, pensai (magari erroneamente) che ing. meccanica si sarebbe rivelata un pò più attinente, per quanto ciò fosse possibile, alla metodologia degli studi fatti fino ad allora. anche la mancanza di una preparazione letteraria come latino, greco, ecc mi influenzò nella scelta, soprattutto quando si trattò di escludere filosofia tra le possibili facoltà che avrei potuto intraprendere.
sono arrivato ad oggi.
ing. meccanica mi pesa abbastanza, e ciò mi demoralizza. ho scelto di studiare autonomamente per vedere come mi sarei trovato, perchè le materie non hanno frequenza obbligatoria, perchè gli insegnanti consigliano testi scritti da loro che non differiscono minimamente dalle lezioni che spiegano, perchè al termine di ogni lezione non ricordavo molto di ciò che era stato spiegato in facoltà. ma, soprattutto, perchè mi è sempre piaciuto essere in grado di cavarmela da solo.
materie come analisi e algebra e geometria non mi risultano facili, ma non per problemi di comprensione: studiando sui libri riesco a capire, al massimo si tratta di rileggere qualche volta per riuscire a comprendere il senso di ciò che è scritto.
il problema principale è che la mole degli argomenti trattati è massiccia, e riuscire a ricordare più o meno tutto è un'impresa (almeno per me).
non avendo una passione naturale per queste materie, ma soprattutto, non sapendo se ciò che sto facendo sia giusto o meno in relazione alla mia persona, tutto mi risulta più difficile, e la voglia e la passione per questi studi non sono certo ottimali per continuare.
non so come mi potrei trovare in futuro, ma sicuramente ora si sono presentati degli ostacoli.
a questo punto non so cosa fare.
non so se:
- sospendere gli studi per almeno il prossimo anno e trovare un lavoro anche poco gradito, ma che mi permetta di staccare un pò e, allo stesso tempo, di guadagnare qualche soldo;
- frequentare una nuova facoltà, ossia psicologia o filosofia;
- abbandonare definitivamente e cercare un lavoro che almeno non mi dispiaccia.
sinceramente non mi dispiacerebbe trovare un impiego -definitivo- nella progettazione di circuiti, ma non penso che ciò sia il lavoro di un tecnico. o perlomeno, penso che le aziende si metterebbero a ridere se un tecnico, diplomato, tra l'altro, con voti non eccelsi, proponga un impiego simile.
è da molti giorni che pensavo di fare un post simile, ma poi per vari motivi ho sempre abbandonato l'idea.
spero che qualcuno abbia la voglia di darmi qualche argomentazione o valutazione di qualsiasi tipo, che sia sulle facoltà (psicologia e filosofia), sul lavoro, o semplicemente su quello che farebbe se fosse nella mia situazione.
grazie in anticipo :(