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View Full Version : LAVORIAMO ATTIVAMENTE: Per far esportare le armi alla CINA


Valo
06-12-2004, 15:31
Ciampi dice poche parole: "Ho confermato al presidente Hu Jintao che l'Italia guarda con favore all'abolizione dell'embargo sull'esportazione delle armi e lavora attivamente per renderla possibile

L'ITALIA LAVORA ATTIVAMENTE PER RENDERE POSSIBILE L'ESPORTAZIONE DI ARMI IN CINA


http://www.repubblica.it/2004/l/ARCHIVE/homepage/images/sezioni/esteri/ciampicina/ciampicalderoli_HM/ap_5557823_56510.jpg
Ecco la foto ricordo dello struggente momento in cui i nostri paesi suggellano la loro amicizia fraterna...

:eek: :eek:

CIAMPI, VERGOGNATI!

Tra tutte le cose che ci sono da fare,il sempre più incredibile Ciampi in sintonia con il nostro Governo si preoccupano di lavorare attivamente per permettere ad un REGIME COMUNISTA, CORROTTO E TOTALITARIO di esportare armi....

Andiamo in Cina e noi, un paese democratico, libero, benestante di cosa parliamo...

- Delle migliaia di CINESI uccisi ogni anno (o come dicono alcuni 'giustiziati' .... ?

- Delle migliaia di CINESI che muoiono nelle miniere ogni anno, in condizioni lavorative degne della prima rivoluzione industriale inglese dell '800... ?

- Della mancanza di liberà democratica dei cittadini cinesi?

NO!

Parliamo dell'embargo sulle armi, e LAVORIAMO ATTIVAMENTE SU QUESTO!

... Per questo la politica (di ogni schieramento ) mi fa sempre più senso...

ma che si vergognassero! Buffoni

evelon
06-12-2004, 15:43
credo (spero) che l'embargo non riguardasse l'esportazione delle armi DALLA cina ma l'esportazione di armi PER LA cina.

Per noi, penso, sarebbe un buon tornaconto, in cambio ci appoggerebbe nella riforma per il consiglio di sicurezza dell'ONU.

Il tutto se non ho capito male.

ErbaLibera
06-12-2004, 15:45
Che ci vuoi fare ormai abbiamo intrapreso una strada difficile da cambiare:tra qualche anno il mondo sarà diviso tra ricchi e poveri(non esisteranno vie di mezzo),con una terza guerra mondiale alle porte(chissà chi sarà ad iniziare:rolleyes: )ed è incredibile pensare che al potere ci sarà sempre e solo gente marcia degna di impalamento!!!

rob-roy
06-12-2004, 15:52
Oggi quando l'ho sentito sono caduto dalla sedia...:(

Ma come si fà??

:muro:

FastFreddy
06-12-2004, 16:02
http://www.ammunitions.com/ammunitions/Beretta%2092F.jpg

Mica vorrete che queste ci restino invendute nei magazzini! :O

Killian
06-12-2004, 16:42
mi sembra che sia il contrario, ovvero rimuovere l'embargo e permettere quindi ai paesi produttori di vendere armi alla Cina.



Che tristezza però:(

FastFreddy
06-12-2004, 16:49
Originariamente inviato da Killian
mi sembra che sia il contrario, ovvero rimuovere l'embargo e permettere quindi ai paesi produttori di vendere armi alla Cina.


Esattamente! ;)

Valo
06-12-2004, 18:21
AH bè allora... :D

Chiediamoci cosa se ne fanno i cinesi della armi che gli venderemo .....

Mi dispiace che il nostro ceto politico, da destra al sinistra (sia mai che Bertinotti parli contro i cinesi visto che hanno una falce e martello sulla bandiera) , con poche fortunate eccezioni (LA LEGA) , dimostri una totale mancanza di lungimiranza, moralità, umanità....

... Siamo i primi ad invitare in TV il buon Dalai Lama, ma nessuno che ricordi l'invasione del TIBET e l'opera di sterminio culturale attuata dai cinesi, con deportazioni forzate, distruzione dei monasteri, annullamento di una cultura, di una nazione...

Continuiamo a ragionare così ... andiamo in Cina per parlare di qualche affaruccio da rigattiere , magari ci torna buono qualche euro per le nostre aziende...

Ma certo, l'IRAQ è importante , grande scandalo quando c'è da parlar male degli americani imperialisti...

Ma della Cina e di quel miliarducolo di persone in balia di una classe dirigente di CRIMINALI E CORROTTI , a chi interessa parlarne?

Ciampi, una grandissima delusione...

a che serve avere un Presidente della Repubblica se questo è il "meglio di sè" che riesce a dare?

Almeno Berlusconi posso scegliere di non votarlo....

jumpermax
06-12-2004, 18:29
Mah quanto idealismo fuori luogo. Chi è il gigante e chi la formica in questa storia? Embargo dell'Italia alla Cina sulle armi? Ma avete presente quanto è grande il mercato cinese? Hanno vettori per portare uomini nello spazio, missili balistici in grado di colpire gli USA e stiamo a preoccuparci per non vendergli armi come se stessimo parlando di uno staterello centroafricano? Mah....

Valo
06-12-2004, 18:40
Originariamente inviato da jumpermax
Mah quanto idealismo fuori luogo. Chi è il gigante e chi la formica in questa storia? Embargo dell'Italia alla Cina sulle armi? Ma avete presente quanto è grande il mercato cinese? Hanno vettori per portare uomini nello spazio, missili balistici in grado di colpire gli USA e stiamo a preoccuparci per non vendergli armi come se stessimo parlando di uno staterello centroafricano? Mah....

è bello vedere come c'è chi predica di rinunciare alla distinzione GIUSTO/SBAGLIATO , giudicando queste questioni ' di poca importanza'

Se hanno vettori e missili balistici è perchè ci sono nel mondo classi dirigenti che hanno ragionato negli anni esattamente come te

L'idealismo è un altra cosa: qui si parla di questioni concrete: carceri a livello medievale, pena di morte applicata senza ritegno, invasione e genocidio, ... idealismo??? Tutto questo tu lo chiami idealismo?

Quanto alla grandezza del mercato cinese.. fatti un giorno nei negozi e informati su quale ruolo abbia l'Italia e i contratti con le nostre aziende sull'economia cinese....

LittleLux
06-12-2004, 18:57
Originariamente inviato da jumpermax
Mah quanto idealismo fuori luogo. Chi è il gigante e chi la formica in questa storia? Embargo dell'Italia alla Cina sulle armi? Ma avete presente quanto è grande il mercato cinese? Hanno vettori per portare uomini nello spazio, missili balistici in grado di colpire gli USA e stiamo a preoccuparci per non vendergli armi come se stessimo parlando di uno staterello centroafricano? Mah....

Si, vero, tuttavia l'embargo non interessa solo l'Italia, bensì tutta la UE. Inoltre, che dire di questo: http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=39549

Ciao

ominiverdi
06-12-2004, 19:04
infatti

anche se distanziati da usa russia germania inghilterra e francia, la cina non e' "messa malissimo" , ha pur sempre 250 testate atomiche e 12 sottomarini nucleari, oltre a missili vettori ecc....

-kurgan-
06-12-2004, 20:43
ma che bello, potremo vendere anche a loro le nostre belle mine! evviva!

-kurgan-
06-12-2004, 20:44
Originariamente inviato da jumpermax
Mah quanto idealismo fuori luogo.

io la chiamo coerenza vs pelo sullo stomaco.

Bet
06-12-2004, 20:54
non che ce ne fosse bisogno, ma basta a provare a digitare su qualche motore di ricerca: Cina condanna morte diritti umani. E' allucinante... non so che altre dire... neanche l'abc dei diritti... a qualunque livello, in qualunque settore...
Ora, posso anche sforzarmi di capire un certo modo di far politica (che cmq a me non piace), ma da qui a far finta che tutto quel letamaio non esista... mah...

dantes76
06-12-2004, 21:27
Originariamente inviato da -kurgan-
ma che bello, potremo vendere anche a loro le nostre belle mine! evviva!
a parte che le mine in italia non sono piu costruite....
a parte che la cina e sotto embargo ue dal 1989(solo ue) gli a ltri paesi fuori ue vendono dal lontano 1989..armi alla cina ...


be per quanto riguarda la democrazia:

se la democrazia sono le leggi italiane in ambito di giustizia;
se la democrazia in italia e quella della legge della chiesa
se la democrazia in italia e la legge che il rispetto e sempre verso le altre tradizioni on non verso le propie
se la democrazia in italia in italia e leccare ils edere agli americani
se la democrazia in italia e leccare ill sedere ai musulmani per farseli amici per evitare qualche madri in italia...

sinceramente preferisco la poca democrazia..

mmm..sa che cosa sarebbe successo se osama invece delle torre gemelle avesse scelto shanghai...
la democrazia ha un grosso limite..se stessa...

-kurgan-
06-12-2004, 21:50
Originariamente inviato da dantes76
a parte che le mine in italia non sono piu costruite....
a parte che la cina e sotto embargo ue dal 1989(solo ue) gli a ltri paesi fuori ue vendono dal lontano 1989..armi alla cina ...


il primo punto e' clamorosamente falso, il secondo non e' importante.
da quando quanto fanno altri giustifica quello che dobbiamo fare noi?

idealismo da formaggiai, proprio.. per un po' di soldi ci si cala le braghe.. bella roba. Per me un uomo con dei valori li rispetta qualsiasi cosa succeda, non scende a compromessi per guadagnarci dei soldi. Rispetto piu' una persona con valori totalmente opposti ai miei, ma deve essere COERENTE con essi.

dantes76
06-12-2004, 22:06
Originariamente inviato da -kurgan-
il primo punto e' clamorosamente falso, il secondo non e' importante.
da quando quanto fanno altri giustifica quello che dobbiamo fare noi?

idealismo da formaggiai, proprio.. per un po' di soldi ci si cala le braghe.. bella roba. Per me un uomo con dei valori li rispetta qualsiasi cosa succeda, non scende a compromessi per guadagnarci dei soldi. Rispetto piu' una persona con valori totalmente opposti ai miei, ma deve essere COERENTE con essi.


davvero?

in italia si producono ancora mine? ne sei sicuro? vediamo...

Legge 26 marzo 1999, n. 106

" Ratifica ed esecuzione della Convenzione sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione, firmata ad Ottawa il 3 dicembre 1997. Modifiche alla legge 29 ottobre 1997, n. 374, riguardante la disciplina della messa al bando delle mine antipersona"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 1999 -Supplemento Ordinario n. 80

1. Restano valide le disposizioni della legge 29 ottobre 1997, n. 374, non modificate dalla presente legge, ed in particolare quelle di cui agli articoli 1, 2 e 5.

vediamo che dice sta legge 374:
----->Legge 29 ottobre 1997, n. 374

"Norme per la messa al bando delle mine antipersona"

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 256 del 3 novembre 1997


Art. 1.
(Finalità).

1. È vietato l'uso a qualsiasi titolo di ogni tipo di mina antipersona, fatto salvo l'utilizzo, a fini esclusivi di addestramento per operazioni di sminamento, del quantitativo previsto dall'articolo 5, comma 1.

2. Sono vietate la ricerca tecnologica, la fabbricazione, la vendita, la cessione a qualsiasi titolo, l'esportazione, l'importazione, la detenzione delle mine antipersona di qualunque natura o composizione, o di parti di esse.

3. Sono vietate l'utilizzazione e la cessione, a qualsiasi titolo, dei diritti di brevetto per la fabbricazione, in Italia o all'estero, direttamente o indirettamente, delle mine antipersona o di parti di esse, e l'utilizzazione e la cessione, a qualsiasi titolo, di tecnologie idonee alla fabbricazione di mine antipersona o di parti di esse.

-kurgan-
06-12-2004, 22:09
se tu avessi seguito qualche documentario rai nell'ultimo anno, sapresti che questa legge viene bellamente aggirata in almeno tre aziende italiane. Spero non serva una ricerca nell'archivio rai o prove fotografiche per documentarlo.. non sono l'unico ad averlo visto.

jumpermax
06-12-2004, 22:10
Originariamente inviato da -kurgan-
il primo punto e' clamorosamente falso, il secondo non e' importante.
da quando quanto fanno altri giustifica quello che dobbiamo fare noi?

idealismo da formaggiai, proprio.. per un po' di soldi ci si cala le braghe.. bella roba. Per me un uomo con dei valori li rispetta qualsiasi cosa succeda, non scende a compromessi per guadagnarci dei soldi. Rispetto piu' una persona con valori totalmente opposti ai miei, ma deve essere COERENTE con essi.
Dio ci salvi dagli idealisti al governo... iniziano con l'acclamazione popolare e finiscono quasi sempre col fare una brutta fine chissà perché.....

dantes76
06-12-2004, 22:12
Originariamente inviato da -kurgan-
se tu avessi seguito qualche documentario rai nell'ultimo anno, sapresti che questa legge viene bellamente aggirata in almeno tre aziende italiane. Spero non serva una ricerca nell'archivio rai o prove fotografiche per documentarlo.. non sono l'unico ad averlo visto.
insisti ancora?

mha..la conversione di alcune fab in campania e in lazio che so?

cmq quello di report^_^ si riferiva a stoccaggi....

-kurgan-
06-12-2004, 22:13
primo link trovato su google.. che conferma quanto si vedeva nel documentario:

Nonostante la chiusura delle tre piccole aziende (Valsella e Misar di Brescia e Tecnovar di Bari) che in breve tempo si erano affermate sul mercato internazionale, la Campagna nazionale per la messa al bando delle mine antiuomo ha segnalato con preoccupazione la questione delle esportazioni di componenti delle mine, soprattutto esplosivi, che possono nascondersi all’interno di alcune voci doganali. Infatti il materiale esplosivo potrebbe essere sfuggito ai controlli della legge 185/90 sul commercio delle armi e della legge italiana relativa alle mine antiuomo, sotto la denominazione di componenti "industriali" o "non militari". La triangolazione, cioè la produzione all’estero (soprattutto Singapore, Egitto, Spagna e Grecia) sotto licenza italiana, permette di sfuggire ai dettati normativi e di continuare l’attività lucrosa.


http://www.assopace.org/public/incontro.htm

-kurgan-
06-12-2004, 22:14
Originariamente inviato da dantes76
insisti ancora?

mha..la conversione di alcune fab in campania e in lazio che so?

cmq quello di report^_^ si riferiva a stoccaggi....

ovvio che insisto, ho ragione! se le nostre mine le assembliamo in parte qui e in parte all'estero, sempre mine facciamo.

dantes76
06-12-2004, 22:16
http://www.campagnamine.org/documentazione/lmr.htm

LANDMINE MONITOR REPORT 2001

ITALIA



Principali sviluppi dal maggio 2000.A marzo 2001, l'Italia aveva distrutto più di 4 milioni di mine antipersona delle sue scorte. Nel suo esercizio finanziario 2000, l'Italia ha impegnato 2 milioni di dollari degli Stati Uniti per i programmi d'azione contro le mine, una riduzione significativa rispetto al contributo dell'anno precedente di 6,45 milioni di dollari. Nel febbraio 2001, il Parlamento italiano ha approvato l'istituzione di un Fondo Fiduciario nazionale per lo sminamento umanitario, ma il finanziamento è stato drasticamente diminuito rispetto al previsto.

-kurgan-
06-12-2004, 22:20
non hai cmq smentito quanto ho scritto.

in ogni caso mi sembri favorevole ad una vendita senza limiti o sbaglio? se la nostra democrazia e' questa, tanto vale vendere alla cina, giusto?

dantes76
06-12-2004, 22:21
PS: di certo in cina non so interessati alle mine...

forse so interessati ad alenia.e agusta....

-kurgan-
06-12-2004, 22:23
non hai smentito quanto ho scritto, ribadisco..

e ribadisco pure che calare le braghe per guadagnarci dei soldi e' moralmente una schifezza.

poi altra gente come te, meno ingenua diciamo, sono sicuro che approvera' questa brillante mossa finanziaria.. ormai si giustifica tutto.

dantes76
06-12-2004, 22:24
Originariamente inviato da -kurgan-
non hai cmq smentito quanto ho scritto.

in ogni caso mi sembri favorevole ad una vendita senza limiti o sbaglio? se la nostra democrazia e' questa, tanto vale vendere alla cina, giusto?
be perche non parli degli amici francesi

che fanno le manovre incrociate con le navi cinesi(addestramento tattico giugno---settembre2004)

senza limiti di cosa? se le mine so a bando non capisco perche l italia deve vendere quelle..
forse te piacerebbe...

che se compra i carri della fiat?
gli ar70/90?

non credo....

dantes76
06-12-2004, 22:25
Originariamente inviato da -kurgan-
non hai smentito quanto ho scritto, ribadisco..

e ribadisco pure che calare le braghe per guadagnarci dei soldi e' moralmente una schifezza.

poi altra gente come te, meno ingenua diciamo, sono sicuro che approvera' questa brillante mossa finanziaria.. ormai si giustifica tutto.
smentito cosa? le leggi ce stanno le mine le distruggiamo..scusa na cosa..perche non parli con gli operai in cassaintegrazione degli stabilimenti......
ingenuo?...ma lollllllll

-kurgan-
06-12-2004, 22:37
Originariamente inviato da dantes76
be perche non parli degli amici francesi

che fanno le manovre incrociate con le navi cinesi(addestramento tattico giugno---settembre2004)

senza limiti di cosa? se le mine so a bando non capisco perche l italia deve vendere quelle..
forse te piacerebbe...

che se compra i carri della fiat?
gli ar70/90?

non credo....

va bene che costanzo e bonolis ormai insegnano alla gente il romano al posto dell'italiano, ma a me questa cosa rende difficoltosa la lettura.
non parlo "degli amici francesi" perche', come ho scritto, quanto fanno gli altri non giustifica quanto dobbiamo fare noi.
un embargo c'era e per me era giusto.. per te no, visto il tuo primo post delirante sulla nostra democrazia e quella cinese.

-kurgan-
06-12-2004, 22:38
Originariamente inviato da dantes76
smentito cosa? le leggi ce stanno le mine le distruggiamo..scusa na cosa..perche non parli con gli operai in cassaintegrazione degli stabilimenti......
ingenuo?...ma lollllllll

e perche' dovrei parlare con gli operai in cassa integrazione? :confused:

forse se tu facessi un post di senso compiuto, con soggetto verbo e complemento, capirei di che diavolo stai parlando.. :confused:

dantes76
06-12-2004, 22:40
Originariamente inviato da -kurgan-
e perche' dovrei parlare con gli operai in cassa integrazione? :confused:

forse se tu facessi un post di senso compiuto, con soggetto verbo e complemento, capirei di che diavolo stai parlando.. :confused:
nel senso che molte aziende sono state convertite....e molti operai che lavoravano li ..ora non lavorano piu..

-kurgan-
06-12-2004, 22:44
Originariamente inviato da dantes76
nel senso che molte aziende sono state convertite....e molti operai che lavoravano li ..ora non lavorano piu..

ovviamente.. prima c'erano aziende che producevano tutto qui, ora come riporta pure il link che ho postato, molte parti vengono prodotte all'estero. Le aziende rimangono italiane, le parti "vietate" non vengono piu' prodotte qui.. ma sempre italiane restano.
quando si parla delle scarpe nike, si parla di un prodotto americano anche se molte parti vengono fatte a taiwan.

cmq mine o non mine, su cui ci siamo incagliati, non trovo nessuna giustificazione per cui togliere questo embargo.. tu si.

dantes76
06-12-2004, 22:48
Originariamente inviato da -kurgan-
ovviamente.. prima c'erano aziende che producevano tutto qui, ora come riporta pure il link che ho postato, molte parti vengono prodotte all'estero. Le aziende rimangono italiane, le parti "vietate" non vengono piu' prodotte qui.. ma sempre italiane restano.
quando si parla delle scarpe nike, si parla di un prodotto americano anche se molte parti vengono fatte a taiwan.

cmq mine o non mine, su cui ci siamo incagliati, non trovo nessuna giustificazione per cui togliere questo embargo.. tu si.


be alla fine non vedo cambiamento che ci sia o no...

un po come su cuba..tanto fidel e sempre li , e di presidenti americani ne sono passati
ma lui resta:-)

cmq se hai idee buone per come gestire un miliardi di persone che in alcune zono ancora adesso si uccidono per tre galline e praticano il baratto...ci mandiamo castelli ..?

-kurgan-
06-12-2004, 23:27
per come la penso, se avessimo un minimo di decenza, andrebbe tagliato ogni ponte con certi paesi.
negli ultimi anni davvero ho visto di tutto, dalla riabilitazione di gheddafi.. alla riapertura dei rapporti commerciali con la cina.. alla santificazione di saddam quando combatteva gli iraniani per poi demonizzarlo..
davvero un bel quadretto.

subvertigo
07-12-2004, 00:14
Alla notizia un po trionfalistica data dai giornali sulla richiesta di Ciampi di revoca dell'embargo per le armi sono rimasto anch'io un po sbigottito...
Però dovrei informarmi meglio per darne un giudizio...

Ho letto prime delle imprecisioni... ad esempio che bertinotti e quelli della sinistra radicale non parlino male della Cina perchè cmq comunista... bè è esattamente l'opposto. Sia Rifondazione che comunisti italiani sono sempre stati contro ogni cosa abbia fatto il regime cinese.

Poi una riflessione sui dazi proposti dalla Lega....
Bè io non la vedo come una proposta totalmente strampalata (anche se fatta con i soliti toni propagandistici cari ai leghisti).
Il fatto è pero che non è possibile introdurli perchè siamo secondo me "iguaiati" in un sistema economico neoliberista e globalizzato che ce lo impedisce. E da qui una critica generale a tutto il sistema: - Non possiamo prendere decisioni autonome - tutto è deciso da vaghi organismi sovranazionali (wto, ecc.) governati non si sa bene da chi.
Il popolo o almeno i parlamenti sono quasi esautorati da queste decisioni....
Insomma chi ha fatto entrare la Cina nella Organizzazione mondiale del Commercio? Chi lo ha voluto ? con che scopo?

In questo senso vedo di buon occhio un ritorno alle politiche nazionali e persino regionaliste. E non è un discorso demagogico, qui rischiamo di essere veramente colonizzati da altri se non lo siamo già...

dantes76
07-12-2004, 00:31
Originariamente inviato da subvertigo
Alla notizia un po trionfalistica data dai giornali sulla richiesta di Ciampi di revoca dell'embargo per le armi sono rimasto anch'io un po sbigottito...
Però dovrei informarmi meglio per darne un giudizio...

Ho letto prime delle imprecisioni... ad esempio che bertinotti e quelli della sinistra radicale non parlino male della Cina perchè cmq comunista... bè è esattamente l'opposto. Sia Rifondazione che comunisti italiani sono sempre stati contro ogni cosa abbia fatto il regime cinese.

Poi una riflessione sui dazi proposti dalla Lega....
Bè io non la vedo come una proposta totalmente strampalata (anche se fatta con i soliti toni propagandistici cari ai leghisti).
Il fatto è pero che non è possibile introdurli perchè siamo secondo me "iguaiati" in un sistema economico neoliberista e globalizzato che ce lo impedisce. E da qui una critica generale a tutto il sistema: - Non possiamo prendere decisioni autonome - tutto è deciso da vaghi organismi sovranazionali (wto, ecc.) governati non si sa bene da chi.
Il popolo o almeno i parlamenti sono quasi esautorati da queste decisioni....
Insomma chi ha fatto entrare la Cina nella Organizzazione mondiale del Commercio? Chi lo ha voluto ? con che scopo?

In questo senso vedo di buon occhio un ritorno alle politiche nazionali e persino regionaliste. E non è un discorso demagogico, qui rischiamo di essere veramente colonizzati da altri se non lo siamo già...

be anche la fiat negli anni 80 voleva i dazi e le quote per le auto straniere....(ottenuti...addirittura si parlva di quote e limitazioni a livello europeo)
naturalmente i risultati si vedono a lungo termine...
e la fiat si e vista nel 2001...

mrmic
07-12-2004, 00:32
E' un semplice aggiornamento dei nostri rapporti bilatrali con la Cina. Ma ricalca i passi dei maggiori paesi mondiali, almeno in termini commerciali. Moralmente discutibile, finanziaramente vantaggioso.
Tutti stanno firmando contratti con la Cina, dall'America Latina ai paesi centro-africani e maghrebini, arabi ed europei. TUTTI.

Concordo con subvertigo, vi piace il WTO? Eccovi serviti

edit, dimenticavo: vediamo se tra qualche mese non si prendono la fiat :D :rolleyes:

subvertigo
07-12-2004, 00:41
Originariamente inviato da dantes76
be anche la fiat negli anni 80 voleva i dazi e le quote per le auto straniere....(ottenuti...addirittura si parlva di quote e limitazioni a livello europeo)
naturalmente i risultati si vedono a lungo termine...
e la fiat si e vista nel 2001...

sono d'accordo con te... che nella maggioranza dei casi i dazi hanno portato solo svantaggi.
Però questi dazi avrebbero un significato etico... I cinesi con i livelli di povertà e di sfruttamento del lavoro che hanno, possono permettersi di fare dei prezzi bassissimi sul mercato mondiale.
Ora noi con il nostro stato sociale, con il sistema di garanzie che dall'800 hanno i nostri lavoratori che dobbiamo fare?
Smantellare tutto il Welfare per rispondere in termini di costi e competitività oppure trovare soluzioni alternative (tipo dazi "etici" o qualcosaltro).
Non sono un economista quindi non ho una ricetta, ma so che inseguire la competitività cercando di smantellare il welfare e il benessere raggiunto dalla nostra civiltà è la strada scorretta. IMHO

-kurgan-
07-12-2004, 10:14
Originariamente inviato da subvertigo
sono d'accordo con te... che nella maggioranza dei casi i dazi hanno portato solo svantaggi.
Però questi dazi avrebbero un significato etico... I cinesi con i livelli di povertà e di sfruttamento del lavoro che hanno, possono permettersi di fare dei prezzi bassissimi sul mercato mondiale.
Ora noi con il nostro stato sociale, con il sistema di garanzie che dall'800 hanno i nostri lavoratori che dobbiamo fare?
Smantellare tutto il Welfare per rispondere in termini di costi e competitività oppure trovare soluzioni alternative (tipo dazi "etici" o qualcosaltro).
Non sono un economista quindi non ho una ricetta, ma so che inseguire la competitività cercando di smantellare il welfare e il benessere raggiunto dalla nostra civiltà è la strada scorretta. IMHO

è proprio quello che si sta cercando di fare... "w il liberismo!".. vediamo quanto tempo ci metterà la cina senza dazi a mettercela in quel posto.

FastFreddy
07-12-2004, 11:42
Intanto il sor Azeglio si è aggiudicato la fornitura di autobus alla città di Pechino...........

dantes76
07-12-2004, 12:36
Originariamente inviato da mrmic
E' un semplice aggiornamento dei nostri rapporti bilatrali con la Cina. Ma ricalca i passi dei maggiori paesi mondiali, almeno in termini commerciali. Moralmente discutibile, finanziaramente vantaggioso.
Tutti stanno firmando contratti con la Cina, dall'America Latina ai paesi centro-africani e maghrebini, arabi ed europei. TUTTI.

Concordo con subvertigo, vi piace il WTO? Eccovi serviti

edit, dimenticavo: vediamo se tra qualche mese non si prendono la fiat :D :rolleyes:
appena finisce il risanamento..la fiat non va in cina..forse ce ..lla gm e dietro l angolo..

cmq il prodotto non si conserva con i dazi..

negli anni 80 gli usa erano indietro in due campi fondamentalmente elettronica e auto

e addirittura ci stava chi metteva a dispsizione un auto jap e una mazza per ogni mazzata data, si dava una tot cifra per i disoccupati delle grandi tre (gm ford chrysler)
li non hanno usato dazi o altro ma sino fatti il mazzo..
se l economia italiana cerca riparo nei dazi e alla frutta...

-kurgan-
07-12-2004, 12:47
magari dovremmo fucilare chi fa proteste sindacali, come si fa in cina.. così si tengono i prezzi dei prodotti bassi.

dantes76
07-12-2004, 12:50
Originariamente inviato da subvertigo
sono d'accordo con te... che nella maggioranza dei casi i dazi hanno portato solo svantaggi.
Però questi dazi avrebbero un significato etico... I cinesi con i livelli di povertà e di sfruttamento del lavoro che hanno, possono permettersi di fare dei prezzi bassissimi sul mercato mondiale.
Ora noi con il nostro stato sociale, con il sistema di garanzie che dall'800 hanno i nostri lavoratori che dobbiamo fare?
Smantellare tutto il Welfare per rispondere in termini di costi e competitività oppure trovare soluzioni alternative (tipo dazi "etici" o qualcosaltro).
Non sono un economista quindi non ho una ricetta, ma so che inseguire la competitività cercando di smantellare il welfare e il benessere raggiunto dalla nostra civiltà è la strada scorretta. IMHO
be nessuno in particolare io..cerca lo smatellamento del welfare..
ma se la fiat chiude e lo stesso di niente allora invece di dazi

si cerca per legge di obbigare un certo tipo di ricerca alle grosse industrie perche se le aziende vogliono solamente e non danno..non si fa molta strada

dantes76
07-12-2004, 12:53
Originariamente inviato da -kurgan-
magari dovremmo fucilare chi fa proteste sindacali, come si fa in cina.. così si tengono i prezzi dei prodotti bassi.
kurgan e inutile che ribadisci con poco...


se le aziende non fanno il loro dovere migliaglia di dipendenti saranno in strada...
se le aziende sono costrette in una certa maniera allora sara lo stesso
ci vuole equilibrismo...


PS: prendi lo stabilimento di termini imerese : uno stabilimento che da lavoro a molta gente
ma uno stabilimento nato non per esigenze industriali ..ma politiche e sara destinato alla chiusura..

-kurgan-
07-12-2004, 13:01
io sono assolutamente convinto che senza dazi, ad "armi pari" con le aziende cinesi possiamo solo perdere.
non abbiamo mezza possibilità contro uno stato di un miliardo di persone che non hanno neanche i minimi diritti sociali e sindacali.. per questo, e solo per questo, si possono permettere prezzi bassi.
non sono affatto meglio di noi, solo hanno costi di produzione nettamente inferiori usando gli operai come carne sacrificabile.
l'europa unita pratica dazi sull'agricoltura, e la nostra agricoltura così sopravvive.. in molte altre cose ci difendiamo così. Togliere le frontiere con certi paesi, oltre che moralmente inaccettabile, è un suicidio.

dantes76
07-12-2004, 13:04
Originariamente inviato da -kurgan-
io sono assolutamente convinto che senza dazi, ad "armi pari" con le aziende cinesi possiamo solo perdere.
non abbiamo mezza possibilità contro uno stato di un miliardo di persone che non hanno neanche i minimi diritti sociali e sindacali.. per questo, e solo per questo, si possono permettere prezzi bassi.
non sono affatto meglio di noi, solo hanno costi di produzione nettamente inferiori usando gli operai come carne sacrificabile.
l'europa unita pratica dazi sull'agricoltura, e la nostra agricoltura così sopravvive.. in molte altre cose ci difendiamo così. Togliere le frontiere con certi paesi, oltre che moralmente inaccettabile, è un suicidio.
ma se l olivetti,se telit, se la fiat, ..se la breda,...se iveco..se alitalia..
se gilera piaggio
sono in queste condizioni, non e colpa delle nazione estere...
con i dazi si dopano le aziende perche credono di avere il controllo del mercato..ma e solo fittizio

i dazi ,,le sovvenzione e pioggia e non specifiche sono dannose per l economia..

non sono le aziende estere

-kurgan-
07-12-2004, 13:09
in base a quanto ho studiato di economia e alle mie idee non concordo affatto.

Freeride
07-12-2004, 13:12
Originariamente inviato da subvertigo
Il fatto è pero che non è possibile introdurli perchè siamo secondo me "iguaiati" in un sistema economico neoliberista e globalizzato che ce lo impedisce. E da qui una critica generale a tutto il sistema: - Non possiamo prendere decisioni autonome - tutto è deciso da vaghi organismi sovranazionali (wto, ecc.) governati non si sa bene da chi.


Errato, ci sono direttive europee che parlano di dazi, e prima di arrivare con le pezze al culo sarebbe meglio darci una occhiata:
http://www.mincomes.it/circ_dm/circ2003/reg427_03.pdf

dantes76
07-12-2004, 13:13
Un’industria intellettuale e creativa
(06/12/2004)

Cresce la proprietà intellettuale in Italia. Sebbene l’industria nazionale sia gli ultimi posti per numero di brevetti, in alcuni settori la fa da padrona. Dati alla mano, il Bel paese, riguardo al numero dei brevetti pubblicati dall’Ufficio Europeo Brevetti (Epo) tra il 2001-2003 è risultato ultimo in classifica con solo il 3,1% dei brevetti, a fronte del 39,7% degli Usa e il 22,6% della Germania. Tuttavia nel settore della meccanica, l’Italia detiene il primato per numero di brevetti per macchinari, strumenti, attrezzature o metodi per costruire o riparare calzature (il 50% delle domande proviene dall’Italia, che “batte” così Stati Uniti e Germania). E non solo: nel settore della nautica, è leader nel varo di imbarcazioni, salvataggio in acqua, attrezzatura per lavorare sott’acqua, mezzi per recuperare oggetti sotto l’acqua (il 31% delle domande è italiano, contro il 21% degli Usa ed il 17% della Gran Bretagna). ...

nei motori e meccanica per navi (siamo penultimi dietro Usa, Germania, Giappone e Francia) e nella strumentazione elettronica-radio trasmittenti (siamo ultimi nella classifica che vede primeggiare gli Stati Uniti

ecco perche e un dramma la competizione altro che dazi
lo stato deve entrare nell azionario dei maggiori gruppi e non fare le aziende famiglie: che se uno ha un figlio lo mette e a dirigire anche se e un encefalo...


aggiungo i dati eurostat:

Per quanto riguarda l’Italia, i dati sono davvero poco incoraggianti: nel 2000 il nostro paese ha dedicato alla ricerca e allo sviluppo l'1,07% del proprio Pil, risorse sensibilmente inferiori rispetto alla media europea dell'1,98%. Nella graduatoria Ue l'Italia è al terzultimo posto, davanti solo alla Grecia (0,67%) e alla Spagna (0,94%). Ad investire poco sono soprattutto le imprese (0,56% del Pil contro una media Ue di 1,30% nel 2001), mentre la spesa pubblica (0,22%) è stata di poco inferiore alla media Ue (0,25%).

Per quanto riguarda i prodotti di alta tecnologia, l'Europa si conferma un importatore netto, in particolare dagli Usa, con un deficit della bilancia commerciale pari a 23 miliardi di euro nel 2001. L'Italia, con un saldo negativo di nove miliardi di euro e', insieme alla Spagna, tra i paesi con il bilancio più negativo. Anche nel settore dei brevetti l'Ue fa segnare un ritardo rispetto ai suoi principali concorrenti internazionali: nel 2001 l'Ufficio europeo dei brevetti (Epo) ha ricevuto più' richieste dagli Usa che dagli stessi paesi europei (15.839 contro 11.928). Tra gli stati membri, quelli che brevettano di più sono la Germania (41,9% del totale di richieste nel 2001), la Francia (14,1%), la Gran Bretagna (13,1%) e l'Italia (7,1%).

strano che se faccia un gran parlare di dazi quando il prob sta da un altra parte

http://europa.eu.int/italia/index.jsp_section.home-level.det_home-content.175458.html

dantes76
07-12-2004, 13:14
Originariamente inviato da -kurgan-
in base a quanto ho studiato di economia e alle mie idee non concordo affatto.
capisco le tue difficolta..

ma i fatti sono li... da olivetti alla fiat...
byezzzz

-kurgan-
07-12-2004, 13:20
Originariamente inviato da dantes76
capisco le tue difficolta..

ma i fatti sono li... da olivetti alla fiat...
byezzzz

non capisco quali difficoltà io debba avere :confused:

di lasseiz faire si parlava un bel pò di anni fa, non ebbe questo gran successo ;)

dantes76
07-12-2004, 13:26
Originariamente inviato da -kurgan-
non capisco quali difficoltà io debba avere :confused:

di lasseiz faire si parlava un bel pò di anni fa, non ebbe questo gran successo ;)

intendi..laissez faire

-kurgan-
07-12-2004, 13:32
dante, mi spieghi come potrebbe incidere nelle sorti del mondo la quantità di denaro speso dall'italia nella ricerca?
non pensi che si dovrebbe ampliare il discorso a livello europeo?
i dazi ci hanno difeso finora, perchè le cose dovrebbero cambiare in futuro?

aprire il mercato totalmente alla cina mi sembra ancora una cretinata, scusami.. non vedo nessun vantaggio concreto nel fare una cosa simile.
per quanto l'italia possa investire da sola in ricerca, non sarà mai sufficiente a smuovere di un millimetro l'industria cinese.
in futuro ci sarà un'inevitabile guerra commerciale tra la cina e l'occidente, e noi siamo già sconfitti in partenza, qualsiasi cosa venga fatta. Ha per me molto senso cercare di isolare la cina a livello mondiale il piu' possibile, non certo favorirla.

porti esempi di olivetti, fiat, ecc. aziende che non hanno nulla in comune tra loro. In italia 3 quarti delle imprese sono piccole, con meno di 10 dipendenti.. come potrebbero sopravvivere ad una cina senza dazi? investendo in ricerca? mi sembra un discorso un pò campato in aria e slegato dalla realtà.

dantes76
07-12-2004, 13:35
Originariamente inviato da -kurgan-
dante, mi spieghi come potrebbe incidere nelle sorti del mondo la quantità di denaro speso dall'italia nella ricerca?
non pensi che si dovrebbe ampliare il discorso a livello europeo?
i dazi ci hanno difeso finora, perchè le cose dovrebbero cambiare in futuro?

aprire il mercato totalmente alla cina mi sembra ancora una cretinata, scusami.. non vedo nessun vantaggio concreto nel fare una cosa simile.
per quanto l'italia possa investire da sola in ricerca, non sarà mai sufficiente a smuovere di un millimetro l'industria cinese.
in futuro ci sarà un'inevitabile guerra commerciale tra la cina e l'occidente, e noi siamo già sconfitti in partenza, qualsiasi cosa venga fatta. Ha per me molto senso cercare di isolare la cina a livello mondiale il piu' possibile, non certo favorirla.

porti esempi di olivetti, fiat, ecc. aziende che non hanno nulla in comune tra loro. In italia 3 quarti delle imprese sono piccole, con meno di 10 dipendenti.. come potrebbero sopravvivere ad una cina senza dazi? investendo in ricerca? mi sembra un discorso un pò campato in aria e slegato dalla realtà.



??? mi togli una curiosita:

hai studiato economia? dove?

prima parli di dazi..parli che se una cosa la fanno tutti non e giusto che la facciamo pure noi?

me spiega cosa cambia per l economia mondiale se l italia mette dazi? il mondo si ferma?

la ricerca e'''''' la base delle aziende : un azienda che ha un centro ricerche degno di questo nome : non teme confronti anzi impone i suoi ritmi


PS: il laissez faire in italia ha fallito(il suo fine) del tutto

-kurgan-
07-12-2004, 13:41
se l'europa e gli usa mettono i dazi, è questo che sto cercando di spiegarti da inizio topic.
l'italia da sola non conta niente a livello mondiale, non ha mai contato neanche niente.. forse all'epoca di cesare aveva altra importanza. ;)

la ricerca e'''''' la base delle aziende : un azienda che ha un centro ricerche degno di questo nome : non teme confronti anzi impone i suoi ritmi

ma che centro ricerche.. ma dai. Un'azienda con 10 dipendenti non si può assolutamente permettere di fare ricerca a livello di una multinazionale.

dantes76
07-12-2004, 13:47
Originariamente inviato da -kurgan-
se l'europa e gli usa mettono i dazi, è questo che sto cercando di spiegarti da inizio topic.
l'italia da sola non conta niente a livello mondiale, non ha mai contato neanche niente.. forse all'epoca di cesare aveva altra importanza. ;)



ma che centro ricerche.. ma dai. Un'azienda con 10 dipendenti non si può assolutamente permettere di fare ricerca a livello di una multinazionale.

be io non parlo delle aziende con meno di dieci dipendenti( ci sarebbe da fare un trattato perche la maggioranza delle aziende in italia sia di statura minuscula)
parlo dei pochi gruppi industriali di massa...

dopo dei dazi fatti dall ue implicherebbero una risposta dall altra parte,,,

non voglio immaginare ile ripercursioni sull economie dei paesi piu deboli(italia spagna grecia)

dantes76
07-12-2004, 13:51
Ecco a chi serve la ricerca:*

Negli ultimi tre anni, il Paese è cresciuto più lentamente
nonostante il "genio italico". Si investe nel "low-tech"
Poca ricerca, niente brevetti
così l'Italia esce dal futuro
di MAURIZIO RICCI

Volete guidare l'auto del futuro? E' giapponese o, forse, americana. Volete un miracoloso ritrovato della nuova medicina, che ripari il vostro Dna? Il rimedio è svizzero, inglese, americano, magari belga. Credete nel futuro dell'infinitamente piccolo e vi incuriosisce un nanomotore, grande quanto una molecola, capace di alzare pesi e di lavorare in squadra con altre nanomacchine? Vi può capitare di leggere l'annuncio della scoperta in italiano, ma, per vederla realizzata, meglio guardare alla California. A casa nostra, facciamo, invece, raffinati vasi di plastica o scarpe con i buchi per non far sudare i piedi. Roba buona, a volte geniale, che spesso si vende benissimo, ma che si copia in un baleno o che dura sul mercato solo finché la sorregge l'ispirazione. Low-tech, come si dice, perché di nuovo, che gli altri devono imparare, c'è poco. Ovvero, per usare il gergo degli economisti, il contrario di quei settori di alta tecnologia, "a forte processo di apprendimento - spiega Mario Pianta, docente di Economia dell'Innovazione a Urbino - che assicurano rendimenti crescenti e balzi di produttività". E che sono, nel mondo di oggi, dove la parola d'ordine del futuro è "knowledge economy", economia della conoscenza, la ricetta che rende (e fa restare) ricchi.

Una recente ricerca di una società inglese di consulenza, la Robert Huggins Associates, annuncia che, nei prossimi anni, in tutte le regioni italiane (nessuna esclusa, neanche la Lombardia e il Nord Est) il reddito pro capite perderà terreno rispetto alla media europea: anche chi oggi sta sopra quella media, vedrà ridursi il suo vantaggio. Se i dati daranno ragione alla Huggins, sarà il sigillo dell'inesorabile scivolare dell'Italia nella serie B dell'economia planetaria.

Qualsiasi economista, ormai, predice che, per sola forza d'inerzia, i numeri della crescita economica di giganti come la Cina, l'India, il Brasile, ci spintoneranno, più prima che poi, fuori dal G7, i Sette Grandi, il club dei ricchi del mondo. Ma già oggi siamo fuori da qualsiasi G7 della ricerca e dell'innovazione: la Cina, nel 2002, ha speso 60 miliardi di dollari per la ricerca. Solo Usa e Giappone hanno speso di più.
L'India ne ha investiti 19 miliardi ed è fra i primi dieci al mondo. L'Italia, che pure ha un prodotto nazionale più grande dell'una e dell'altra, ha speso per la ricerca 10 miliardi di dollari, meno dell'anno prima. Il problema è che, fra questa classifica e annunci come quelli della Robert Huggins, c'è un rapporto e anche stretto. La serie B, come qualsiasi appassionato di calcio, ormai esperto di Borsa e di plusvalenze di bilancio, sa benissimo, non è solo un problema di prestigio, ma un colpo di scure sulle prospettive di incassi e di investimenti.

Da tre anni, l'economia italiana è in panne. Francia e Germania, come non si stancano di ripetere i ministri del governo Berlusconi, non stanno meglio: la crisi apertasi con gli attentati dell'11 settembre 2001 vale per tutti. Ma c'è una differenza. Fra il 2000 e il 2004, la Germania, nonostante la crisi, ha aumentato le esportazioni del 15 per cento. La Francia del 12 per cento. In Italia sono diminuite del 7 per cento. Perché tanta sensibilità alla congiuntura? Proviamo a guardare le statistiche dall'altro lato. I settori più dinamici del commercio mondiale, negli ultimi dieci anni sono stati: farmaceutica, elettronica di consumo, computer, macchinari elettrici, strumenti di precisione, aerei. Insieme, costituiscono ormai un quarto di tutto l'interscambio. Sono i beni che le statistiche definiscono high-tech, tranne i macchinari elettrici, che rientrano nei beni a media tecnologia e sono anche gli unici in cui l'Italia abbia una presenza significativa.

Nei beni ad alta tecnologia, la quota italiana del commercio mondiale si era già ridotta di un quarto fra il 1996 e il 2000, dal 2,20 all'1,64 per cento. Ormai ce la battiamo con la Spagna. Fra la trentina di paesi dell'Ocse, l'organizzazione dei paesi industrializzati, solo Polonia, Grecia e Turchia stanno peggio. Sono questi, ormai, lontani da qualsiasi zona Champions o Uefa, confinati nella parte bassa della classifica, i nostri avversari. Francia e Germania contano nell'economia globale dell'alta tecnologia per il doppio di noi, la Gran Bretagna per il triplo.
La stessa Ocse produce ogni anno una sorta di pagellone della scienza e della tecnologia, che classifica i paesi industrializzati secondo 200 diversi indicatori. Nella stragrande maggioranza, i risultati ci inchiodano nella zona retrocessione. Il primo indicatore, ad esempio, misura gli "investimenti in sapere", dove i ricercatori Ocse sommano la spesa per la ricerca, la spesa per l'istruzione superiore, la spesa per il software. Fra il 1992 e il 2000, gli anni in cui è esplosa la "knowledge economy", il tasso di aumento di questi investimenti, che ne sono il motore fondamentale, è stato in Italia il più basso di tutto il mondo sviluppato. Peraltro, l'unica cosa che è davvero aumentata è la spesa per software: le altre due voci - ricerca e istruzione - sono, di fatto, diminuite. Anche la Republica Slovacca investe in sapere una quota maggiore dell'Italia del prodotto nazionale. Portogallo, Polonia, Messico e Grecia partono più indietro di noi, ma i loro investimenti in conoscenza aumentano dell'8 per cento l'anno, i nostri dell'1,8 per cento. E' solo questione di tempo, perché ci raggiungano.

La conferma viene da quello che gli inglesi chiamerebbero "votare con i piedi". Dove vanno gli agenti portatori della economia della conoscenza: gli studiosi e i ricercatori, che sono il fattore più globalizzato della "knowledge economy" che, a sua volta, è il settore più globalizzato dell'economia globale? Il numero di laureati stranieri che lavora nelle università italiane è pari all'1 per cento del personale universitario di ricerca, come in Messico e in Corea. I laureati stranieri sono il 33 per cento nelle università di Svizzera, Gran Bretagna e Belgio, il 27 per cento negli Usa, il 18 per cento in Danimarca. La strada, del resto, è indicata per primi dai laureati italiani. Il 3-4 per cento di loro, ogni anno, va a studiare e a lavorare all'estero, dove ha più prospettive di ricerca e di carriera, oltre a stipendi che sono, di solito, il triplo di quello che avrebbero in Italia. La stessa percentuale è dell'1 per cento nel resto d'Europa. Non va meglio nel privato: nell'industria italiana ci sono 3 ricercatori ogni mille addetti In Spagna sono 4, la media europea è 5, in Usa, Giappone e Svezia stiamo fra 9 e 10.

Eppure, l'asfissia della ricerca italiana non è (ancora) compiuta. Se si va a vedere il numero di pubblicazioni scientifiche - ad esempio, ma non solo, in un settore nuovissimo come le nanotecnologie (un nanometro è un milionesimo di millimetro: così si misurano i transistor dei chip nei computer) - l'Italia occupa una posizione rispettabile. Anzi, per blandire l'orgoglio nazionale, se si guarda al numero di citazioni - che misurano la risonanza di una ricerca - la classifica italiana è decisamente buona. I guai cominciano dopo. "E infatti - dice Giancarlo Salviati, che lavora all'Imem, l'Istituto Materiali per Elettronica e Magnetismo del Cnr - ci invitano ai convegni, a tenere relazioni, ci pubblicano. Poi, cominciano i problemi. Io, Salviati, posso essere bravo quanto un collega belga, ma se lui ha la macchina e io no, il progetto va a lui. E le macchine costano: in optometria, una macchina per misurare costa 2 milioni di euro e quella per verificare cosa c'è che non funziona ne costa uno. Dopo di che, c'è solo da sperare che non si rompano. Il risultato è lavorare con roba obsoleta: il mio microscopio elettronico ha la bella età di 18 anni". Nei mesi scorsi, l'università di Bologna ha messo a rumore il mondo scientifico, inventando il nanospider, un aggeggio grande quanto una molecola, con tre gambe e tre anelli, capace di sollevare un peso tre miliardi di volte superiore al suo. L'hanno inventato all'università di Bologna, ma, per realizzarlo in concreto, hanno dovuto rivolgersi ai colleghi dell'università di California.
C'è un modo per misurare questo scollamento fra scoperta e realizzazione: i brevetti. "Da molti anni - dice Luciano Gallino, l'autore de "La scomparsa dell'Italia industriale" - acquistiamo molti più brevetti di quanti ne produciamo. Inoltre, i nostri sono, per lo più, a basso contenuto tecnologico. Solo il 10 per cento può essere definito high-tech. E' una brutta pagella".

Guardiamo più da vicino. "Dieci anni fa - osserva Mario Pianta - la letteratura scientifica italiana era ancora tutta concentrata su fisica, ingegneria, chimica. Invece americani, svedesi, inglesi, francesi, tedeschi, giapponesi si erano già lanciati sulle scienze della vita - biologia, genetica, medicina - che sono il boom di questi anni". Scontiamo ancora questo ritardo: solo il 2 per cento delle pubblicazioni sulle riviste internazionali di biotecnologia è italiano. Giapponesi e inglesi sono al 10 per cento, francesi e tedeschi al 6, gli spagnoli al 2,6 per cento. E anche nei nostri supposti settori forti, "oggi la Corea vale l'Italia per i brevetti nelle tecnologie intermedie, ma è molto più avanti, ad esempio, su elettronica e computer".
Insomma, aggiunge Pianta, "oggi scopriamo di essere arrivati alla stazione con l'accelerato, anziché con l'Eurostar e, così, abbiamo perso la coincidenza. Intanto, però, era arrivata la corriera con i coreani e gli indiani che, quel treno, l'hanno preso".
(1-continua)
(6 maggio 2004)

*al paese: altro che dazi...e protezionismo

-kurgan-
07-12-2004, 13:56
Originariamente inviato da dantes76
altro che dazi...e protezionismo

liberista fino al midollo, eh? :D

potremmo andare avanti per secoli :p

vado a lavoro, nella mia bella multinazionale.

dantes76
07-12-2004, 14:00
Originariamente inviato da -kurgan-
liberista fino al midollo, eh? :D

potremmo andare avanti per secoli :p

vado a lavoro, nella mia bella multinazionale.
be buon lavoro a piu tardi...

la ricerca non e' liberismo....e solo bene per la propia nazione.... a frappeeeeeeeeeeeO_O

spero che sia italiana la multinazionale...(non credo) :)

ni.jo
07-12-2004, 18:19
http://www.ilmanifesto.it/oggi/vauro.gif :(

dantes76
07-12-2004, 18:48
Ecco un elenco degli accordi raggiunti nei primi giorni della visita della super-delegazione italiana, che da domani si traferira' per due giorni nella capitale finanziaria del paese, Shanghai:

* Protocollo esecutivo dell' accordo culturale tra ministero degli Esteri e ministero della Cultura cinese (firmato dal ministro Fini).

* Memorandum d' Intesa per fare del 2006 ''l' anno dell' Italia in Cina'' (anche questo firmato da Fini).

* Due protocolli sui requisiti sanitari per l'esportazione in Cina di prodotti suini (firmati dal ministro Marzano).

* Protocollo sulle esportazioni di pelli grezze e lavorate (firmato da Marzano).

* Memorandum d'intesa per la concessione di crediti d'aiuto nel settore sanitario e in quello della conservazione del patrimonio culturale (firmati dal sottosegretario Boniver).

* Il presidente del Coni Gianni Petrucci ha firmato un accordo per la cooperazione tra i comitati olimpici dei due paesi, in vista delle Olimpiadi invernali di Torino (2006) e di quelle di Pechino (2008).

* Accordo per le coproduzioni cinematografiche (firmato dal ministro Urbani).

* Intesa sulla collaborazione per la difesa della proprieta' intellettuale tra ICE e China Coucil for the Promotion of International Trade (firmato dal presidente dell' Istituto per il Commercio Estero, Beniamino Quintieri).

* Intesa tecnica per l' affidamento al ministero dei beni culturali di tre sezioni (mesopotamica, egiziana, romana) della mostra sulle civilta' che verra' realizzata nel 2008.

* Accordo quadro tra la China SatCom e la Skylogic Italia per la costituzione di una rete satellitare a banda larga.

* Memorandum d'intesa tra Enel e Beijing Capital Group per l' acquisizione di partecipazioni nel settore della distribuzione di gas.

* la Municipalita' di Pechino ha firmato tre contratti con altrettante imprese italiane:
o per la costruzione del ''Padiglione Italia'' nell' Universita' di Qinghua (Impregilo);
o per la realizzazione di un sistema intelligente di controllo del traffico veicolare (Thetis, Fata, Ecotema e Atac);
o per la costruzione di un Laboratorio per il controllo delle emissioni inquinanti (consorzio Cetma).
* la municipalita' di Tianjn ha affidato alla ''Sirena'' (Napoli) la ristrutturazione di 35 edifici del vecchio quartiere italiano.

* accordo tra la Scuola di Studi Superiori di Studi S.Anna di Pisa (con assistenza di Piaggio e Banca Intesa) e Universita' di Chongqing per lo scambio di studenti e professori.

* Accordo tra la Ponte di Archimede Spa e l' Istituto di Meccanica dell' Accademia cinese delle scienze per la costruzione di un tunnel sommerso.

* Accordo tra China Council for the Promotion of International Trade, la Camera di Commercio italo-cinese e la Camera di arbitrato di Milano per l' istituzione di una camera di conciliazione per le controversie tra imprese.


http://www.chinaonline.com/

Enel
08-12-2004, 10:08
Originariamente inviato da -kurgan-
io sono assolutamente convinto che senza dazi, ad "armi pari" con le aziende cinesi possiamo solo perdere.
non abbiamo mezza possibilità contro uno stato di un miliardo di persone che non hanno neanche i minimi diritti sociali e sindacali.. per questo, e solo per questo, si possono permettere prezzi bassi.
non sono affatto meglio di noi, solo hanno costi di produzione nettamente inferiori usando gli operai come carne sacrificabile.
l'europa unita pratica dazi sull'agricoltura, e la nostra agricoltura così sopravvive.. in molte altre cose ci difendiamo così. Togliere le frontiere con certi paesi, oltre che moralmente inaccettabile, è un suicidio.

Perfettamente d'accordo con te.
Aggiungo che è stato un errore anche l'allargamento dell'Europa ad est... Un mercato libero necessita che tutti gli attori abbiano le stesse condizioni economiche, altrimenti possiamo parlare di concorrenza sleale.
Tutti dicono che la Cina investe enormi capitali nella ricerca e che anche l'Italia lo dovrebbe fare. Ma i soldi dove li troviamo? La cina li trova facilmente perchè non offrè nulla ai suoi cittadini...


Molte aziende italiane (e non) sono interessate alla cina. In cina ci sono gli schiavi cinesi, gente che non ha diritti umani, gente che non ha democrazia... Costa meno uno schiavo che un lavoratore normale. Se costa meno, si guadagna di più perchè dato che i prezzi non scenderanno di certo, "i margini" quindi, cresceranno. Avidità, tutto qui. E' anche la ragione per cui Embraco-Whirlpool, nel torinese, stava chiudendo (lasciando a casa 812 persone) per trasferirsi nell'est europeo, dove il lavoro costa 1/4. E dopo di loro, seguiranno a ruota gli altri. Abbiamo tanta paura della sinistra, ma quando si tratta di REGALARE IL NOSTRO MONDO ai "comunisti", ma quelli davvero totalitaristi, allora non ci sono problemi. Repubblicani, forzisti o quel che sia... i capitani d''industria quando si tratta di mettere in pratica nella vita quotidiana non hanno problemi ad avere a che fare con i loro anticristo.... e fare affari con loro. La parola "comunisti" l'ho messa tra virgolette perchè la realta cinese è capitalismo con piu' di controllo centralizzato e mancanza di liberta'.
Non e' un bel futuro quello verso cui stiamo gioiosamente marciando. E con le regole imposte dal WTO, potremo
gioiosamente esportare patate mentre stiamo facendo la fame. Le aziende devono capire che se i loro "concittadini" non lavorano, non compreranno nemmeno i loro prodotti, semplicemente perchè niente stipendio= niente acquisti. Vanno a produrre in cina, va bene, ma forse non hanno capito che da qui a qualche anno dovranno anche vendere ai cinesi: il mercato che produce compra. In Italia si fa sempre più solo terziario, il mercato non produce e.... i consumi stanno calando drasticamente.

Esempio lampante di questa avidità sono le felpe della Fiat volute da Lapo, vendute a 200 e più euro, rigorosamente Made in Cina...

Rob J.Cole
08-12-2004, 13:48
tutto brutalmente e rigorosamente vero, caro Enel...