ALBIZZIE
01-12-2004, 10:46
La denuncia di Paolo Scarpis, questore di Milano
«In 300 allo stadio solo per attaccare la polizia»
«Ci troviamo di fronte a giovani teppisti pronti a ogni violenza. È doveroso un robusto colpo di freno già da prossima partita»
MILANO - Trecento giovani, molti di loro addirittura ragazzini, pronti a marciare compatti contro le forze dell’ordine. Un piccolo, ma neanche troppo, esercito del male che ultimamente allo stadio di San Siro va proprio per questo, per caricare quegli uomini in divisa schierati a tutela dell’ordine pubblico. Non c’entra la fede nerazzurra, e non c’entra affatto l’orgoglio rossonero... C’entra solo una feroce voglia di menare le mani a tutti i costi, c’entra solo la
Gli scontri all'estero di S.Siro prima di Inter-Juventus di domenica scorsa (Lapresse)
ricerca, sempre più forte («roba da sociologi e psichiatri», dicono i poliziotti), di violenza pura. E quello che più preoccupa è che la nuova falange da stadio, armata di mazze e bombe carta, è fatta anche di quindicenni, giovanissimi eppure già balordi fatti. Gentaglia contro. Ma contro chi, cosa e perché ancora non è affatto logico.
IL QUESTORE - A lanciare l’allarme è il questore di Milano, Paolo Scarpis, un veterano dell’ordine pubblico, un poliziotto che in passato non ha fatto certo fatica a domare le intemperanze degli esagitati ultrà brindisini e bresciani.
«Adesso basta - ha detto ieri il questore - a questo punto è doveroso un robusto colpo di freno. Io non sono il generale Rommel, non posso passare la domenica a combattere una guerra e a contare i feriti tra i poliziotti, i carabinieri e i tifosi che allo stadio vanno per vedere serenamente una partita di calcio. Quello che da un po’ di tempo a questa parte accade dentro e fuori lo stadio di Milano è intollerabile. E guai a minimizzare, non si tratta di una decina o poco più di tifosi in cerca d’avventura, la verità è che ci troviamo di fronte a un nutrito gruppo di persone che allo stadio va per attaccare deliberatamente le forze dell’ordine. E qui non c’entrano connotazioni politiche. A questa gente - ha dichiarato il questore - non interessa chi sia il tifoso avversario... interessa solo lo scontro con chi, invece, l’ordine deve mantenere. Un fenomeno nuovo che non sarà tollerato. Il fatto che io debba riportare a casa ogni volta funzionari e agenti seriamente feriti è intollerabile per un Paese civile».
PREOCCUPAZIONE - Mano pesante, dunque. E quella del questore Paolo Scarpis è qualcosa di più di una promessa. Alla Digos milanese stanno già lavorando su migliaia di immagini e fotografie, e una trentina di balordi che domenica sera, prima e dopo Inter-Juventus, hanno provocato gli incidenti, hanno già un nome e un cognome. Rischiano grosso, in Procura l’inchiesta è aperta.
A San Siro per Inter-Juve erano schierati 460 uomini, tra poliziotti e carabinieri. «Cosa è - dice Scarpis - un corpo d’armata? Si tratta di un dispendio di energie e di risorse che lascia perplessi. O noi non siamo capaci di fare ordine pubblico, ma non lo credo, o sta succedendo qualcosa che non mi piace. Milano, come tutte le città, ha problemi che meritano l’attenzione delle forze dell’ordine, e sottrarre tanti agenti e carabinieri a questioni ben più serie di una partita di calcio, come il terrorismo o la criminalità organizzata, non è tollerabile. Fare ordine pubblico del resto costa tanto soprattutto per quello che, dovendo sorvegliare lo stadio con una forza così vasta, non si può fare sull’intero territorio. Noi non vogliamo aspettare che succeda qualcosa di drammatico, siamo preoccupati per l’escalation di violenza e pretendiamo che il clima ritorni in fretta accettabile per quello che dovrebbe essere solo un incontro di calcio».
GIRO DI VITE - In questura, convocati da Scarpis, andranno presto i responsabili delle tifoserie organizzate di Milan e Inter. «A loro - precisa il questore - non ho nulla da rimproverare, sia chiaro. Così come le società milanesi, anche gli ultrà danno tutta la collaborazione possibile, ed è per questo che li ho invitati: i tifosi sani possono aiutarci a debellare l’emergenza. Non devono accettare che gruppi di violenti puri si annidino in mezzo a loro».
Il giro di vite sarà visibile già dalla prossima partita, quando il filtraggio ai cancelli sarà lentissimo e accurato. Bombe carta e petardi non dovranno passare. «Chiaro che - dice un poliziotto della vecchia guardia - così facendo i tifosi entreranno allo stadio molto, molto lentamente... Qualcuno perderà anche l’inizio della partita».
La guerra ai nuovi violenti passa anche di qui.
«In 300 allo stadio solo per attaccare la polizia»
«Ci troviamo di fronte a giovani teppisti pronti a ogni violenza. È doveroso un robusto colpo di freno già da prossima partita»
MILANO - Trecento giovani, molti di loro addirittura ragazzini, pronti a marciare compatti contro le forze dell’ordine. Un piccolo, ma neanche troppo, esercito del male che ultimamente allo stadio di San Siro va proprio per questo, per caricare quegli uomini in divisa schierati a tutela dell’ordine pubblico. Non c’entra la fede nerazzurra, e non c’entra affatto l’orgoglio rossonero... C’entra solo una feroce voglia di menare le mani a tutti i costi, c’entra solo la
Gli scontri all'estero di S.Siro prima di Inter-Juventus di domenica scorsa (Lapresse)
ricerca, sempre più forte («roba da sociologi e psichiatri», dicono i poliziotti), di violenza pura. E quello che più preoccupa è che la nuova falange da stadio, armata di mazze e bombe carta, è fatta anche di quindicenni, giovanissimi eppure già balordi fatti. Gentaglia contro. Ma contro chi, cosa e perché ancora non è affatto logico.
IL QUESTORE - A lanciare l’allarme è il questore di Milano, Paolo Scarpis, un veterano dell’ordine pubblico, un poliziotto che in passato non ha fatto certo fatica a domare le intemperanze degli esagitati ultrà brindisini e bresciani.
«Adesso basta - ha detto ieri il questore - a questo punto è doveroso un robusto colpo di freno. Io non sono il generale Rommel, non posso passare la domenica a combattere una guerra e a contare i feriti tra i poliziotti, i carabinieri e i tifosi che allo stadio vanno per vedere serenamente una partita di calcio. Quello che da un po’ di tempo a questa parte accade dentro e fuori lo stadio di Milano è intollerabile. E guai a minimizzare, non si tratta di una decina o poco più di tifosi in cerca d’avventura, la verità è che ci troviamo di fronte a un nutrito gruppo di persone che allo stadio va per attaccare deliberatamente le forze dell’ordine. E qui non c’entrano connotazioni politiche. A questa gente - ha dichiarato il questore - non interessa chi sia il tifoso avversario... interessa solo lo scontro con chi, invece, l’ordine deve mantenere. Un fenomeno nuovo che non sarà tollerato. Il fatto che io debba riportare a casa ogni volta funzionari e agenti seriamente feriti è intollerabile per un Paese civile».
PREOCCUPAZIONE - Mano pesante, dunque. E quella del questore Paolo Scarpis è qualcosa di più di una promessa. Alla Digos milanese stanno già lavorando su migliaia di immagini e fotografie, e una trentina di balordi che domenica sera, prima e dopo Inter-Juventus, hanno provocato gli incidenti, hanno già un nome e un cognome. Rischiano grosso, in Procura l’inchiesta è aperta.
A San Siro per Inter-Juve erano schierati 460 uomini, tra poliziotti e carabinieri. «Cosa è - dice Scarpis - un corpo d’armata? Si tratta di un dispendio di energie e di risorse che lascia perplessi. O noi non siamo capaci di fare ordine pubblico, ma non lo credo, o sta succedendo qualcosa che non mi piace. Milano, come tutte le città, ha problemi che meritano l’attenzione delle forze dell’ordine, e sottrarre tanti agenti e carabinieri a questioni ben più serie di una partita di calcio, come il terrorismo o la criminalità organizzata, non è tollerabile. Fare ordine pubblico del resto costa tanto soprattutto per quello che, dovendo sorvegliare lo stadio con una forza così vasta, non si può fare sull’intero territorio. Noi non vogliamo aspettare che succeda qualcosa di drammatico, siamo preoccupati per l’escalation di violenza e pretendiamo che il clima ritorni in fretta accettabile per quello che dovrebbe essere solo un incontro di calcio».
GIRO DI VITE - In questura, convocati da Scarpis, andranno presto i responsabili delle tifoserie organizzate di Milan e Inter. «A loro - precisa il questore - non ho nulla da rimproverare, sia chiaro. Così come le società milanesi, anche gli ultrà danno tutta la collaborazione possibile, ed è per questo che li ho invitati: i tifosi sani possono aiutarci a debellare l’emergenza. Non devono accettare che gruppi di violenti puri si annidino in mezzo a loro».
Il giro di vite sarà visibile già dalla prossima partita, quando il filtraggio ai cancelli sarà lentissimo e accurato. Bombe carta e petardi non dovranno passare. «Chiaro che - dice un poliziotto della vecchia guardia - così facendo i tifosi entreranno allo stadio molto, molto lentamente... Qualcuno perderà anche l’inizio della partita».
La guerra ai nuovi violenti passa anche di qui.