bluelake
30-11-2004, 18:14
Come ogni lunedi, ho gironzolato al sezione news del sito gay.tv... stavolta trovando notizie a volte allucinanti, a volte quasi comiche. Che nei Tg sono passate naturalmente in secondo piano rispetto ai due gemelli di Julia Roberts...
Partiamo da quella che arriva dalla Giamaica:
Kingston. Mentre il mondo anglosassone si mobilita per il caso del ragazzo algerino immigrato nel Regno Unito che se rimpatriato rischia la lapidazione perchè gay (leggi NEWS »), le principali associazioni per i diritti umani non riescono a coinvolgere l'opinione pubblica su quanto sta accadendo in Jamaica, l'isola nota ai tempi di Bob Marley per il suo amore universale, ora invece trasformata in un luogo degno dei migliori regimi talebani afghani.
L'ultimo esempio? Victor Jarret, un ragazzo che il 18 giugno è stato letteralmente massacrato dalla folla che urlava "i froci devono morire" mentre la polizia, o guardava impassibile, o partecipava alla lapidazione. Sì perchè, al pari della migliore tradizione islamica, il ragazzo è stato ucciso o meglio ridotto in poltiglia dalla folla che lo colpiva con sassi e bastoni (e non dimentichiamo i manganelli della polizia). Il suo crimine? Aveva forse violentato o ucciso? No, molto meno. Aveva guardato un suo coetaneo sulla spiaggia e gli aveva lanciato uno sguardo d'intesa. La reazione non si è fatta attendere. Jarret ha cercato rifugio in un bar di fronte alle minacce degli amici del ragazzo. Ma la folla del bar, invece che separare i due, ha gettato il ragazzo gay in pasto al gruppo mentre i poliziotti di servizio lo stendevano a terra con colpi di manganello sotto la cintura. Poi, mentre la folla si gettava sulla vittima, i poliziotti si sono girati a guardare il tramonto. "Come si è potuto arrivare a tanto ?" si chiede il principale quotidiano del paese con le foto di quel che resta del corpo in prima pagina.
Le ragioni sono molteplici. L'ex colonia britannica ha ancora in vigore le leggi vittoriane sulla sodomia e l'indifferenza del governo in materia di diritti civili è totale. Non solo. La cultura reggae e i suoi esponenti di punta, Beanie Man e altri, incitano regolarmente nelle loro canzoni a bruciare e torturare finocchi e froci, tanto che in Gran Bretagna molti di questi cantanti, circondati da giri mafiosi che nulla hanno da invidiare alla mafia, sono indagati per omicidi di rivali e di persone gay.
Per ultima, ma non certo per importanza, la religione del paese che non solo condanna i gay, ma non riconosce agli stessi dignità umana (più o meno come durante il nazismo gli ebrei sono stati trasformati da esseri umani a nemici della nazione).
Il caso di Jarret segue di poche settimane l'assassinio mediante accoltellamento di Brian Wilson, il principale esponente difensore dei diritti civili gay. L'assassinio, che per la sua brutalità (decine di coltellate su un corpo legato) avrebbe quanto meno dovuto insospettire la polizia, è già stato classificato e chiuso dalla polizia. semplice tentativo di rapina con reazione della vittima. Un'assurdità seppellita nell'indifferenza dei media.
Già... la polizia! Human Right Watch ha denunciato come la comuntà gay sia alla mercè della polizia, che sottopone a torture degne della miglior tradizione talebana con la semplice accusa di essere gay. Nessuna difesa, nessuna possibilità di denuncia. Lapidario il commento della gente del luogo, intervistata dai media esteri "i gay vogliono diritti ma questo non deve accadere. E' spiritualmente sbagliato".
Giorgio Lazzarini in http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2345
La seconda arriva dalla Nigeria:
Nigeria. Ricordate la storia di Amina? Condannata alla lapidazione per aver commesso il reato di adulterio, la ragazza nigeriana fu, per sua fortuna, oggetto di una campagna stampa globale, che la salvò (news). Ma non è va così per molti ragazzi che in Nigeria finiscono per subire la lapidazione, per la sola colpa di amare altri ragazzi.
L'ultima storia di una triste lista è quella di Michael Nwokoma, denunciato dai vicini che lo hanno visto andare a dormire con un uomo. L'uomo è stato arrestato. Michael è in fuga. Tutta la nazione è mobilitata per catturare il frocio ed eseguire pubblicamente la sentenza. Lapidazione. Tradotto, ti tirano pietre dappertutto finchè
muori. Sulla testa, sul corpo, ovunque. Il suo partner è in prigione. Ha confessato. Eh, se ha confessato. In Nigeria la polizia non va troppo per il sottile. Confessi anche se non hai fatto nulla. Figurarsi se sei frocio. Sarà portato a morire non appena Michael sarà catturato. Un letto, una lapidazione. Chissà cosa dirà l'opinione pubblica mondiale? Ci saranno, come per Amina, gli appelli, gli sms, i giornali e le tv a dire salviamo il frocetto Michael che rischia la lapidazione, per una notte d'amore?
E il mondo ricco che esporta democrazia? Profondo silenzio. In Nigeria non c'è petrolio da spremere.
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2347
Per fortuna, qualcuno riesce a salvarsi... ma solo scappando... e non è mai detta l'ultima parola...
Londra. Il ministro degli interni britannico ha ricevuto un appello dal gruppo Out Rage che lo prega di concedere l'asilo politico a un algerino, qui descritto con uno pseudonimo , Ramzi Isalam, il quale rischia la morte in caso di deportazione in Algeria in quanto perseguitato sia dai fondamentalisti islamici che dal governo algerino.
"L'Algeria è uno stato notoriamente repressivo verso la popolazione gay e lesbica. L'arresto senza motivo da parte della polizia e la tortura di gay e lesbiche sono operazioni comuni, senza alcuna possibilità di protezione legale." "Non bastasse, la popolazione gay è continuamente minacciata di morte da parte della GIA , i fondamentalisti islamici. Questi gruppi hanno ucciso due amici di Ramzi Isalam, mentre questi viveva acora ad Algeri nel '94 e nel '96. Il motivo della fuga dello stesso è che nel 2001 sotto i suoi occhi è stato ucciso per lapidazione un amico, accusato di atti omosessuali. Lo stesso Ramzi è stato sorpreso, poco tempo dopo, ad avere rapporti omosessuali da esponenti fondamentalisti che si erano recati in casa per eseguire la condanna, vale a dire la morte mediante lancio di pietre."
Nel 2003 Ramzi fugge a Londra e chiede asilo, ma il tribunale per l'immigrazione rifiuta di riconoscere l'omosessualità come motivo di asilo. Si spera che l'intervento di Out Rage possa portare alla luce il problema della condizione gay nei paesi arabi. E salvare Ramzi Isalam.
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2343
Per fortuna, in Occidente possiamo contare su paesi che fanno della democrazia e del rispetto verso l'altro la loro bandiera...
Washington - Oltre 7400 hate crimes sono stati commessi e riportati alla polizia l'anno scorso negli Stati Uniti, e più della metà sono stati motivati dall'odio razziali contro i neri. Infatti i crimini commessi (e denunciati) contro i neri per il colore della loro pelle sono stati 2548 nel 2003, più del doppio rispetto agli altri gruppi etnici. Le vittime sono state 3150 con 4 persone decedute. Il numero complessivo degli hate crimes è in crescita rispetto al 2002.
Due terzi di questi sono ascrivibili nella categoria 'minacce contro la persona e la proprietà'. Ma quello che preoccupa di più sono le violenze e gli omicidi . Mentre i crimini contro i musulmani (127) sono a un livello stabile, quelli contro gli ebrei sono in crescita e pesano molto rispetto al totale anche con una comunità numericamente piccola. Ci sono stati infatti 927 attacchi contro le persone di fede ebraica. Ma la categoria che più soffre di violenze contro la persona e di omicidi sono in assoluto i gay con 1200 crimini nei loro confronti (783 verso i maschi) e ben 6 omicidi su 14. Il report dell'FBI è basato sui dati di 11.900 stazioni di polizia nel paese.
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2340
Partiamo da quella che arriva dalla Giamaica:
Kingston. Mentre il mondo anglosassone si mobilita per il caso del ragazzo algerino immigrato nel Regno Unito che se rimpatriato rischia la lapidazione perchè gay (leggi NEWS »), le principali associazioni per i diritti umani non riescono a coinvolgere l'opinione pubblica su quanto sta accadendo in Jamaica, l'isola nota ai tempi di Bob Marley per il suo amore universale, ora invece trasformata in un luogo degno dei migliori regimi talebani afghani.
L'ultimo esempio? Victor Jarret, un ragazzo che il 18 giugno è stato letteralmente massacrato dalla folla che urlava "i froci devono morire" mentre la polizia, o guardava impassibile, o partecipava alla lapidazione. Sì perchè, al pari della migliore tradizione islamica, il ragazzo è stato ucciso o meglio ridotto in poltiglia dalla folla che lo colpiva con sassi e bastoni (e non dimentichiamo i manganelli della polizia). Il suo crimine? Aveva forse violentato o ucciso? No, molto meno. Aveva guardato un suo coetaneo sulla spiaggia e gli aveva lanciato uno sguardo d'intesa. La reazione non si è fatta attendere. Jarret ha cercato rifugio in un bar di fronte alle minacce degli amici del ragazzo. Ma la folla del bar, invece che separare i due, ha gettato il ragazzo gay in pasto al gruppo mentre i poliziotti di servizio lo stendevano a terra con colpi di manganello sotto la cintura. Poi, mentre la folla si gettava sulla vittima, i poliziotti si sono girati a guardare il tramonto. "Come si è potuto arrivare a tanto ?" si chiede il principale quotidiano del paese con le foto di quel che resta del corpo in prima pagina.
Le ragioni sono molteplici. L'ex colonia britannica ha ancora in vigore le leggi vittoriane sulla sodomia e l'indifferenza del governo in materia di diritti civili è totale. Non solo. La cultura reggae e i suoi esponenti di punta, Beanie Man e altri, incitano regolarmente nelle loro canzoni a bruciare e torturare finocchi e froci, tanto che in Gran Bretagna molti di questi cantanti, circondati da giri mafiosi che nulla hanno da invidiare alla mafia, sono indagati per omicidi di rivali e di persone gay.
Per ultima, ma non certo per importanza, la religione del paese che non solo condanna i gay, ma non riconosce agli stessi dignità umana (più o meno come durante il nazismo gli ebrei sono stati trasformati da esseri umani a nemici della nazione).
Il caso di Jarret segue di poche settimane l'assassinio mediante accoltellamento di Brian Wilson, il principale esponente difensore dei diritti civili gay. L'assassinio, che per la sua brutalità (decine di coltellate su un corpo legato) avrebbe quanto meno dovuto insospettire la polizia, è già stato classificato e chiuso dalla polizia. semplice tentativo di rapina con reazione della vittima. Un'assurdità seppellita nell'indifferenza dei media.
Già... la polizia! Human Right Watch ha denunciato come la comuntà gay sia alla mercè della polizia, che sottopone a torture degne della miglior tradizione talebana con la semplice accusa di essere gay. Nessuna difesa, nessuna possibilità di denuncia. Lapidario il commento della gente del luogo, intervistata dai media esteri "i gay vogliono diritti ma questo non deve accadere. E' spiritualmente sbagliato".
Giorgio Lazzarini in http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2345
La seconda arriva dalla Nigeria:
Nigeria. Ricordate la storia di Amina? Condannata alla lapidazione per aver commesso il reato di adulterio, la ragazza nigeriana fu, per sua fortuna, oggetto di una campagna stampa globale, che la salvò (news). Ma non è va così per molti ragazzi che in Nigeria finiscono per subire la lapidazione, per la sola colpa di amare altri ragazzi.
L'ultima storia di una triste lista è quella di Michael Nwokoma, denunciato dai vicini che lo hanno visto andare a dormire con un uomo. L'uomo è stato arrestato. Michael è in fuga. Tutta la nazione è mobilitata per catturare il frocio ed eseguire pubblicamente la sentenza. Lapidazione. Tradotto, ti tirano pietre dappertutto finchè
muori. Sulla testa, sul corpo, ovunque. Il suo partner è in prigione. Ha confessato. Eh, se ha confessato. In Nigeria la polizia non va troppo per il sottile. Confessi anche se non hai fatto nulla. Figurarsi se sei frocio. Sarà portato a morire non appena Michael sarà catturato. Un letto, una lapidazione. Chissà cosa dirà l'opinione pubblica mondiale? Ci saranno, come per Amina, gli appelli, gli sms, i giornali e le tv a dire salviamo il frocetto Michael che rischia la lapidazione, per una notte d'amore?
E il mondo ricco che esporta democrazia? Profondo silenzio. In Nigeria non c'è petrolio da spremere.
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2347
Per fortuna, qualcuno riesce a salvarsi... ma solo scappando... e non è mai detta l'ultima parola...
Londra. Il ministro degli interni britannico ha ricevuto un appello dal gruppo Out Rage che lo prega di concedere l'asilo politico a un algerino, qui descritto con uno pseudonimo , Ramzi Isalam, il quale rischia la morte in caso di deportazione in Algeria in quanto perseguitato sia dai fondamentalisti islamici che dal governo algerino.
"L'Algeria è uno stato notoriamente repressivo verso la popolazione gay e lesbica. L'arresto senza motivo da parte della polizia e la tortura di gay e lesbiche sono operazioni comuni, senza alcuna possibilità di protezione legale." "Non bastasse, la popolazione gay è continuamente minacciata di morte da parte della GIA , i fondamentalisti islamici. Questi gruppi hanno ucciso due amici di Ramzi Isalam, mentre questi viveva acora ad Algeri nel '94 e nel '96. Il motivo della fuga dello stesso è che nel 2001 sotto i suoi occhi è stato ucciso per lapidazione un amico, accusato di atti omosessuali. Lo stesso Ramzi è stato sorpreso, poco tempo dopo, ad avere rapporti omosessuali da esponenti fondamentalisti che si erano recati in casa per eseguire la condanna, vale a dire la morte mediante lancio di pietre."
Nel 2003 Ramzi fugge a Londra e chiede asilo, ma il tribunale per l'immigrazione rifiuta di riconoscere l'omosessualità come motivo di asilo. Si spera che l'intervento di Out Rage possa portare alla luce il problema della condizione gay nei paesi arabi. E salvare Ramzi Isalam.
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2343
Per fortuna, in Occidente possiamo contare su paesi che fanno della democrazia e del rispetto verso l'altro la loro bandiera...
Washington - Oltre 7400 hate crimes sono stati commessi e riportati alla polizia l'anno scorso negli Stati Uniti, e più della metà sono stati motivati dall'odio razziali contro i neri. Infatti i crimini commessi (e denunciati) contro i neri per il colore della loro pelle sono stati 2548 nel 2003, più del doppio rispetto agli altri gruppi etnici. Le vittime sono state 3150 con 4 persone decedute. Il numero complessivo degli hate crimes è in crescita rispetto al 2002.
Due terzi di questi sono ascrivibili nella categoria 'minacce contro la persona e la proprietà'. Ma quello che preoccupa di più sono le violenze e gli omicidi . Mentre i crimini contro i musulmani (127) sono a un livello stabile, quelli contro gli ebrei sono in crescita e pesano molto rispetto al totale anche con una comunità numericamente piccola. Ci sono stati infatti 927 attacchi contro le persone di fede ebraica. Ma la categoria che più soffre di violenze contro la persona e di omicidi sono in assoluto i gay con 1200 crimini nei loro confronti (783 verso i maschi) e ben 6 omicidi su 14. Il report dell'FBI è basato sui dati di 11.900 stazioni di polizia nel paese.
http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=2340