ALBIZZIE
24-11-2004, 12:54
Iraq - 24/11/2004
Baghdad e gli Ogm
Pare che Paul L. Bremer, l'ex governatore americano dell’Iraq, abbia "geneticamente modificato" l'agricoltura irachena.
Nel centinaio di decreti lasciati in eredità al nuovo governo iracheno ce n’è uno che spicca tra gli altri e che è andato a sostituire la vecchia legge sulla proprietà industriale. Si tratta del “Decreto 81” che disciplina, tra le altre cose, i brevetti sulle varietà vegetali.
É una svolta normativa per l'Iraq, la cui Costituzione vietava la proprietà privata delle risorse biologiche. Occorrerà chiedersi se si tratta di un’evoluzione o di un’involuzione.
Secondo un rapporto elaborato da Foreign Policy in Focus la legge promuove esplicitamente "la commercializzazione di sementi geneticamente modificate in Iraq. Il primo problema, condiviso con il resto del mondo, è che in questo modo si espongono le coltivazioni autoctone a contaminazione certa, dato che difficilmente, vista la situazione, gli iracheni avranno la forza e i mezzi per effettuare controlli “rigorosi”.
Da sempre i piccoli coltivatori iracheni si regolano, per quanto riguarda le sementi, alla maniera tradizionale.
L'approvvigionamento avveniva attingendo alle sementi conservate dalle stesse fattorie o attraverso scambi non controllati tra le comunità di contadini. Tutto questo ora è diventato illegale. Le sementi del futuro saranno quelle passate subdolamente come “aiuto alla ricostruzione” dalle multinazionali. Queste sementi saranno però protette da brevetto e resteranno di proprietà delle stesse aziende.
Il monopolio sulle sementi, stabilito dalla legge di Bremer, è di 20 anni per le varietà vegetali a terra, 25 anni per quelle arboree.
Come dire, che per un quarto di secolo almeno, le varietà vegetali che verranno piantate in Iraq saranno proprietà delle grandi corporation, a tutto vantaggio di Monsanto, Sygenta, Bayer, Dow Chemical.
Pare che ora gli iracheni, oltre a vivere in un paese più democratico, siano “liberi” di dipendere dagli Ogm.
Fonte: www.greenplanet.net.
Baghdad e gli Ogm
Pare che Paul L. Bremer, l'ex governatore americano dell’Iraq, abbia "geneticamente modificato" l'agricoltura irachena.
Nel centinaio di decreti lasciati in eredità al nuovo governo iracheno ce n’è uno che spicca tra gli altri e che è andato a sostituire la vecchia legge sulla proprietà industriale. Si tratta del “Decreto 81” che disciplina, tra le altre cose, i brevetti sulle varietà vegetali.
É una svolta normativa per l'Iraq, la cui Costituzione vietava la proprietà privata delle risorse biologiche. Occorrerà chiedersi se si tratta di un’evoluzione o di un’involuzione.
Secondo un rapporto elaborato da Foreign Policy in Focus la legge promuove esplicitamente "la commercializzazione di sementi geneticamente modificate in Iraq. Il primo problema, condiviso con il resto del mondo, è che in questo modo si espongono le coltivazioni autoctone a contaminazione certa, dato che difficilmente, vista la situazione, gli iracheni avranno la forza e i mezzi per effettuare controlli “rigorosi”.
Da sempre i piccoli coltivatori iracheni si regolano, per quanto riguarda le sementi, alla maniera tradizionale.
L'approvvigionamento avveniva attingendo alle sementi conservate dalle stesse fattorie o attraverso scambi non controllati tra le comunità di contadini. Tutto questo ora è diventato illegale. Le sementi del futuro saranno quelle passate subdolamente come “aiuto alla ricostruzione” dalle multinazionali. Queste sementi saranno però protette da brevetto e resteranno di proprietà delle stesse aziende.
Il monopolio sulle sementi, stabilito dalla legge di Bremer, è di 20 anni per le varietà vegetali a terra, 25 anni per quelle arboree.
Come dire, che per un quarto di secolo almeno, le varietà vegetali che verranno piantate in Iraq saranno proprietà delle grandi corporation, a tutto vantaggio di Monsanto, Sygenta, Bayer, Dow Chemical.
Pare che ora gli iracheni, oltre a vivere in un paese più democratico, siano “liberi” di dipendere dagli Ogm.
Fonte: www.greenplanet.net.