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View Full Version : L'elettorato di Bush


luigiaratamigi
05-11-2004, 19:32
Io ve lo riporto come l'ho trovato (sperando non sia old):

http://www.taulard.net/out.php?e=169&s=breve&u=http://fun.drno.de/pics/polit

:eek:

zuper
05-11-2004, 20:22
beh....è chiaro che ci sono + coglioni che persone intelligenti....

e bush è stato eletto solo da coglioni....



vi fa rosicare di meno?

svilisce la vittoria di bush?

aumenta il credito per la SCONFITTA di kerry??


non credo....

allora basta :mc: :mc: :mc:

PS:
kerry è stato votato da donne....neri...gay lesbiche bisessuali...ebrei...disoccupati e poveracci.....

http://www.cnn.com/ELECTION/2004/pages/results/states/US/P/00/epolls.0.html

MA QUANDO LA SMETTERETE CON QUESTE CAZZATE?????

zuper
05-11-2004, 20:23
PS: non perdete tempo a segnalarmi.....


l'ho già fatto io!!!

kaioh
05-11-2004, 21:32
edit

Ewigen
05-11-2004, 21:43
Originariamente inviato da zuper

PS:
kerry è stato votato da donne....neri...gay lesbiche bisessuali...ebrei...disoccupati e poveracci.....

http://www.cnn.com/ELECTION/2004/pages/results/states/US/P/00/epolls.0.html

MA QUANDO LA SMETTERETE CON QUESTE CAZZATE?????

cosa ancora più interessante:buon apart4e degli ebrei americani (per ebrei intendo coloro apparteneti veramente (e paraticanti naturalmente!) della religione ebraica.Non Chomsky e vari.) sono più sionisti degli isareliani stessi.
kerry è stato votato pure lui dai "purtani" (intendendo la definizione larga,ossia i credenti e praticanti sia protestanti che cattolici),in gran parte nei neri e "non europei".

Guarda caso questi suoi elettori ai referendum sugli omosessuali gli hanno dato una bella lezione.quindi al caro Kerry,oltre al danno della sconfitta pure la beffa anche da parte,pure,di alcuni suoi elettori più scontati.

Lucio Virzì
05-11-2004, 23:03
Originariamente inviato da zuper
beh....è chiaro che ci sono + coglioni che persone intelligenti....

e bush è stato eletto solo da coglioni....



vi fa rosicare di meno?

svilisce la vittoria di bush?

aumenta il credito per la SCONFITTA di kerry??


non credo....

allora basta :mc: :mc: :mc:

PS:
kerry è stato votato da donne....neri...gay lesbiche bisessuali...ebrei...disoccupati e poveracci.....

http://www.cnn.com/ELECTION/2004/pages/results/states/US/P/00/epolls.0.html

MA QUANDO LA SMETTERETE CON QUESTE CAZZATE?????

Stai veramente esagerando zuper.
Qui nessuno ha scritto queste cose; stai avallando le tesi di chi lo pensa.

Regolati di conseguenza. ;)

LuVi

zuper
05-11-2004, 23:33
Originariamente inviato da Lucio Virzì
Stai veramente esagerando zuper.
Qui nessuno ha scritto queste cose; stai avallando le tesi di chi lo pensa.

Regolati di conseguenza. ;)

LuVi


hanno scritto quelle cose + e + volte....

e hanno postato un link cazzuto per avvalorare la tesi ;)

Anakin
06-11-2004, 00:22
premessa:l'IQ non misura l'intelligenza,l'IQ misura l'abilita' a risolvere test per il quoziente intellettivo.
fine premessa.

siccome è una storia che gira da un po su internet c'è chi ha fatto ricerche piu' approfondite.
http://www.sq.4mg.com/stateIQ-income.htm

sempre nel link è giustamente ricordato che gli stati con IQ leggermente piu' basso,(dove generamente ha vinto Bush) sono gli stati del sud,dove l'IQ è piu basso essendovi una maggior concentrazione di afro-americani,che come è risaputo(e verificabile dagli stessi test usati come argomentazione),complice una minor alfabetizzazione hanno un IQ medio un po piu' basso,ora essendo che gli afro-americani votavano in gran maggioranza per Kerry,si capisce come abbia poco senso dar senso politico a queste statistiche.

GioFX
06-11-2004, 00:23
Originariamente inviato da Ewigen
cosa ancora più interessante:buon apart4e degli ebrei americani (per ebrei intendo coloro apparteneti veramente (e paraticanti naturalmente!) della religione ebraica.Non Chomsky e vari.) sono più sionisti degli isareliani stessi.


Dunque, Chomsky non è ebreo perchè non sionista?


kerry è stato votato pure lui dai "purtani" (intendendo la definizione larga,ossia i credenti e praticanti sia protestanti che cattolici),in gran parte nei neri e "non europei".


ma è divertente inventarsi fesserie? cos'è, una nuova moda?


Guarda caso questi suoi elettori ai referendum sugli omosessuali gli hanno dato una bella lezione.quindi al caro Kerry,oltre al danno della sconfitta pure la beffa anche da parte,pure,di alcuni suoi elettori più scontati.

Appunto: il Presidente della superpotenza mondiale è stato eletto da estremisti cristiani e omofobici. Vergognoso.

Paracleto
06-11-2004, 00:32
riassumendo: poichè le aspettative di certa gente sono andate deluse, ci si aspetterebbe che questa gente dicesse: "abbiamo sbagliato, abbiamo preso varie cantonate e dato retta a voci fasulle, abbiamo confuso la realtà con ciò che ci piacerebbe accadesse, ora che ci rendiamo conto che le nostre idee sono fortemente differenti da come stanno davvero le cose, cercheremo di modificare il nostro punto di vista"

e invece loro hanno comunque ragione, se le cose non sono andate come credevano , occorre modificare la realtà. E allora gli elettori di Bush sono dei vaccari, degli ignoranti plagiati, gente che vota così perchè "ha paura" (ma chi ha paura è l'Europa che ai terroristi si piega, non l'America che coraggiosamente accetta di andare avanti , qualunque siano le minacce ricevute), insomma non sono loro ad aver torto, è la realtà dei fatti che è sbagliata.

come dire, fine capacità discernitiva.

e poi si chiedono come mai perdono le elezioni

chissà.

buonanotte a tutti

GioFX
06-11-2004, 00:41
Originariamente inviato da Paracleto
riassumendo: poichè le aspettative di certa gente sono andate deluse, ci si aspetterebbe che questa gente dicesse: "abbiamo sbagliato, abbiamo preso varie cantonate e dato retta a voci fasulle, abbiamo confuso la realtà con ciò che ci piacerebbe accadesse, ora che ci rendiamo conto che le nostre idee sono fortemente differenti da come stanno davvero le cose, cercheremo di modificare il nostro punto di vista"

e invece loro hanno comunque ragione, se le cose non sono andate come credevano , occorre modificare la realtà. E allora gli elettori di Bush sono dei vaccari, degli ignoranti plagiati, gente che vota così perchè "ha paura" (ma chi ha paura è l'Europa che ai terroristi si piega, non l'America che coraggiosamente accetta di andare avanti , qualunque siano le minacce ricevute), insomma non sono loro ad aver torto, è la realtà dei fatti che è sbagliata.

come dire, fine capacità discernitiva.

e poi si chiedono come mai perdono le elezioni

chissà.

buonanotte a tutti

Scusa, spero di aver capito male!

Per te solo perchè il 51% degli americani ha votato Bush automaticamente significa che "noi" avevamo torto?!?

Fosse stato anche il 100% fa automaticamente di tutti i democratici o cmq gli avversari dei conservatori e dei loro elettori degli idioti che hanno sbagliato su tutto?
Scusa, ma che razza di modo di ragionare è questo?

Ewigen
06-11-2004, 01:02
Originariamente inviato da GioFX
Dunque, Chomsky non è ebreo perchè non sionista?

Se ti reileggi ciò la paerte nelle parentesi è:
per ebrei intendo coloro apparteneti veramente (e paraticanti naturalmente!) della religione ebraica.Non Chomsky e vari.

non

per ebrei intendo coloro apparteneti veramente (e naturalmente praticante,quindi sionisti) della religione ebraica.Non Chomsky e vari.

Il sionismo non è un dogma della religione ebraica!

Originariamente inviato da GioFX
ma è divertente inventarsi fesserie? cos'è, una nuova moda?

Vuoi di lezioni di catechsimo e teologia?Te le possiamo dare gratis.


Originariamente inviato da GioFX
Appunto: il Presidente della superpotenza mondiale è stato eletto da estremisti cristiani e omofobici. Vergognoso.

A parte il fatto che di cristiani (evangelical,"normali",pure alcuni fondamentalisti) e "omofobici" hanno votato pure democratici (ciò però,naturalmente,non gli ha impedito loro di difendere i valori morali e cristiani nei referendum),meglio una nazione che ci tiene alle sue radici che un posto ( o meglio dire alcune persone di questo posto) che tali radici le calpesta.

ENGINE
06-11-2004, 01:28
la sinistra e' maestra della falsificazione.

ma le genti ( di tutto il mondo ) sta' capendo.........

il vostro e' un modo di vedere la vita che sta' scomparendo.


MODERNIZZATEVI ...... RISVEGLIATEVI finche' siete in tempo.

kaioh
06-11-2004, 01:40
Originariamente inviato da GioFX
Appunto: il Presidente della superpotenza mondiale è stato eletto da estremisti cristiani e omofobici. Vergognoso.

E cosi secondo te la democrazia è una cosa vergognosa ?

Zebiwe
06-11-2004, 02:33
Signori..volete aver ragione? Prego tenetevela..basta che poi andiate a letto contenti: chi non vota centro sx è uno stupido e meriterebbe di essere privato del diritto di voto: Una persona che non vota i paladini della deocrazia dovrebbe essere privato dell'elettorato attivo e passivo.


Contenti?


Byezz
:rolleyes:

-kurgan-
06-11-2004, 03:09
Originariamente inviato da Zebiwe
Signori..volete aver ragione? Prego tenetevela..basta che poi andiate a letto contenti: chi non vota centro sx è uno stupido e meriterebbe di essere privato del diritto di voto: Una persona che non vota i paladini della deocrazia dovrebbe essere privato dell'elettorato attivo e passivo.


Contenti?


Byezz
:rolleyes:

ma che c'entra la sinistra e la destra, se erano due candidati di destra? :confused:

beppegrillo
06-11-2004, 04:03
Originariamente inviato da GioFX
Appunto: il Presidente della superpotenza mondiale è stato eletto da estremisti cristiani e omofobici. Vergognoso.
Sei vergognoso tu più che altro, sono state effetuate libere elezioni come in qualsiasi altro stato democratico :rolleyes:

dantes76
06-11-2004, 08:23
Originariamente inviato da zuper
beh....è chiaro che ci sono + coglioni che persone intelligenti....

e bush è stato eletto solo da coglioni....



vi fa rosicare di meno?

svilisce la vittoria di bush?

aumenta il credito per la SCONFITTA di kerry??


non credo....

allora basta :mc: :mc: :mc:

PS:
kerry è stato votato da donne....neri...gay lesbiche bisessuali...ebrei...disoccupati e poveracci.....

http://www.cnn.com/ELECTION/2004/pages/results/states/US/P/00/epolls.0.html

MA QUANDO LA SMETTERETE CON QUESTE CAZZATE?????


i poveracci hanno votato kerry???
be fai una cosa togli la paratia stagna che ti separa la parte destra del cervello da quella sinistra: dai dati dei stati votanti si deduce propio l esatto contrario.....

SaMu
06-11-2004, 08:37
Mmh, non direi l'esatto contrario.. Kerry ha fatto il pieno nel Massachusetts, a Manhattan, Orange County, nella Silicon Valley, a Washington D.C.. Soros e Buffet hanno fatto campagna per lui.


edit.scusami mi accorgo ora che stiamo dicendo la stessa cosa :D

andreamarra
06-11-2004, 17:17
mamma mia ragazzi, certi commenti estremi da una parte e dall'altra fanno cadere proprio le palle... ma percepire almeno una sfumatura tra il rosso e il nero è tanto difficile :( ?

majin mixxi
06-11-2004, 17:50
ve la state menando piu' voi degli americani,penso che abbiamo alcune cose da imparare da loro

GioFX
06-11-2004, 20:46
Originariamente inviato da kaioh
E cosi secondo te la democrazia è una cosa vergognosa ?

Ho detto questo? Ma voi ragionate sempre come delle hash-tables????

A parte che la democrazia non esiste quasi da nessuna parte, io parlo del risultato di una votazione, democratica o no non ha alcuna importanza. Per me (e non solo per me, ma anche per gran parte dei 56 milioni di americani che hanno votato per Kerry) il risultato è vergognoso, anche per il fatto che quei voti in più che Bush ha preso sono soprattutto dei conservatori più radicalie e bigotti, che nel 2000 non sono andati a votare. Bush le elzioni le ha vinte sulla politica della famiglia, delle coppie gay e della ricerca, prima ancora che sulla politica estera o economica. Questo è un dato di fatto incontrovertibile.

GioFX
06-11-2004, 20:48
Originariamente inviato da beppegrillo
Sei vergognoso tu più che altro, sono state effetuate libere elezioni come in qualsiasi altro stato democratico :rolleyes:

Che cazzo c'entra che fossero elezioni libere con il loro risultato?!?

Paracleto
07-11-2004, 00:07
Originariamente inviato da GioFX
Questo è un dato di fatto incontrovertibile.

e quale è il problema?

DNA_RNA
07-11-2004, 00:18
Originariamente inviato da GioFX
Ho detto questo? Ma voi ragionate sempre come delle hash-tables????

A parte che la democrazia non esiste quasi da nessuna parte, io parlo del risultato di una votazione, democratica o no non ha alcuna importanza. Per me (e non solo per me, ma anche per gran parte dei 56 milioni di americani che hanno votato per Kerry) il risultato è vergognoso, anche per il fatto che quei voti in più che Bush ha preso sono soprattutto dei conservatori più radicalie e bigotti, che nel 2000 non sono andati a votare. Bush le elzioni le ha vinte sulla politica della famiglia, delle coppie gay e della ricerca, prima ancora che sulla politica estera o economica. Questo è un dato di fatto incontrovertibile.
Veramente le elezioni le ha vinte proprio sulla politica estera,cioè sulla lotta la terrorismo,oltre che alle politiche sulla famiglia;non dobbiamo scordarci che gli Stati Uniti hanno origini più puritane delle nostre.
L'hanno votato perché la gente lo conosce, e conosce il suo attegiamento verso la lotta contro il terrorismo;se avessero cambiato presidente in un momento delicato come questo sarebbero stati assaliti da troppe incertezze.

Paracleto
07-11-2004, 00:25
Serra, Zucconi, Corriere e la chiacchiera sul fondamentalismo religioso degli americani. (http://www.nytimes.com/2004/11/06/opinion/06brooks.html)

Leggete questo articolo di David Brooks sul New York Times e capirete che la trama dell'America fondamentalista è solo una scusa. Serve a rassicurare la sinistra. Serve a convincerla che resta antropologicamente superiore. Così perderanno anche la prossima volta.

DioBrando
07-11-2004, 00:29
Originariamente inviato da ENGINE
la sinistra e' maestra della falsificazione.

io stò ancora aspettando il milione di posti di lavoro promessi 10 anni or sn da Silvio.


ma le genti ( di tutto il mondo ) sta' capendo.........


infatti in Spagna ha vinto Zapatero...che gentaglia questi spagnoli :D


il vostro e' un modo di vedere la vita che sta' scomparendo.


:wtf:


MODERNIZZATEVI ...... RISVEGLIATEVI finche' siete in tempo.

un Presidente deipnotizzatore per risvegliare l'Italia.











k a parte questi commenti ilari su personaggi che girano senza il guinzaglio nel forum...( :asd: )


ma seriamente n vi state facendo troppe pippe mentali su chi ha votato e chi no Bush?

Là ci hanno già messo una pietra sopra e anche chi ha perso se ne farà una ragione cercando di lavorare per il bene comune ( speriamo sia il bene anche di noi europei).
3 mln e mezzo in + di voti n sn così pochi, quindi o concludiamo che un BEL pò di deficienti in + ha votato Bush perchè è deficiente oppure che evidentemente sn state trovate motivazioni valide nel suo programma, così valide da poter essere rieletto.

Senza entrare nei dettagli, questi sn i fatti, FATEVENE una ragione...di sx, di dx, apolitici quello che vi pare ma FATEVELA...

GioFX
07-11-2004, 01:34
Originariamente inviato da Paracleto
Serra, Zucconi, Corriere e la chiacchiera sul fondamentalismo religioso degli americani. (http://www.nytimes.com/2004/11/06/opinion/06brooks.html)

Leggete questo articolo di David Brooks sul New York Times e capirete che la trama dell'America fondamentalista è solo una scusa. Serve a rassicurare la sinistra. Serve a convincerla che resta antropologicamente superiore. Così perderanno anche la prossima volta.

New York Times (http://www.nytimes.com/2004/11/07/weekinreview/07conn.html)

How Americans Voted: A Political Portrait

By MARJORIE CONNELLY

Published: November 7, 2004

A LOT like last time, only more so: That is the picture that emerges of George W. Bush's winning majority in the 2004 presidential election. He held on to the votes of most of the groups that supported him in 2000, while making inroads among a few that did not.

Most men, whites, Protestants, regular churchgoers, high earners, conservatives and, naturally, most Republicans voted for Mr. Bush. Women, blacks, Hispanics, young voters, the lower paid, moderates, liberals and, of course, Democrats gave John Kerry a majority of their votes.

This portrait of the 2004 electorate emerges from interviews with 13,600 voters conducted by Edison Media Research and Mitofsky International for the National Election Pool, a consortium of ABC News, The Associated Press, CBS News, CNN, Fox News and NBC News. The large number of respondents makes it possible to measure the preferences of some groups, like Jews and Asians, whose share of the population is too small to be examined in typical telephone surveys.

Highlights of the survey's results and comparable figures for the previous six presidential elections are shown in the table.

The Gender Gap

Although the majority of women continued to vote Democratic, Mr. Bush increased the Republican share, reducing the gap between his results among women and men to 7 percentage points, down from 10 points in 2000. A gender gap is seen in all age groups, ranging from 4 points among voters under 30 to 11 points among those over 60.

The gap first attracted attention in 1980, when men were 8 percentage points more likely to support Ronald Reagan than women were.

The Democratic candidate has won the most votes among unmarried voters in every election since 1988. Unmarried women, especially, backed Mr. Kerry this year, giving him 62 percent of their votes.

Religion, Race and Ethnicity

A majority of Protestants, particularly white and Hispanic Protestants, supported Mr. Bush. Black voters, regardless of religion, continue to support the Democratic candidate overwhelmingly, giving almost 9 in 10 of their votes to Mr. Kerry. Jewish voters also remained firmly in the Democratic column, though Mr. Bush expanded his share to 25 percent this year from 19 percent in 2000.

Although John Kerry was the first Catholic nominated by a major party for president since 1960, most Catholic voters chose his opponent. Mr. Bush was supported by 52 percent of all Catholics, a significant change from 2000, when Al Gore won more Catholic votes than Mr. Bush did. Fifty-six percent of white Catholics backed Mr. Bush this year, but 58 percent of Hispanic Catholics voted for Mr. Kerry.

In fact, a majority of Hispanics in general backed Mr. Kerry. Still, Mr. Bush won a greater share of the Hispanic vote than any other Republican candidate for president since the advent of exit polls in 1972. Mr. Kerry received a majority of votes from people under 30, both men and women. Although most white voters in general preferred Mr. Bush, his share of the white vote was smallest among those under 30. Blacks of every age overwhelmingly favored Mr. Kerry.

For the past three elections, Republicans have been steadily regaining voters aged 60 or older, a group that supported Ronald Reagan but switched to the Democrats in the Clinton years. This year, most voted for Mr. Bush.

Urbanity

Although Mr. Kerry was backed by a majority of voters who live in big cities, their support of the Democratic ticket fell to 60 percent this year, compared with 71 percent for Mr. Gore in 2000. Mr. Bush once again ran strongly in rural areas, and did slightly better among suburbanites, who split evenly in 2000. Suburban men were particularly supportive of Mr. Bush, giving him 55 percent of their votes.

Party Loyalty

As in 2000, few voters crossed party lines, and fewer still voted for a different party than last time. Political independents split their votes fairly evenly.

In party identification, Republicans appeared to pull even with Democrats at 37 percent of the voters each; four years ago, Democrats led, 39 percent to 35 percent.


....


New York Times (http://www.nytimes.com/2004/11/07/weekinreview/07tier.html)

The Real Divide: Waterside Voters Versus Inlanders

By JOHN TIERNEY

Published: November 7, 2004

WASHINGTON — The ancient Greeks divided the world into four elements, but American voters seem to have made this presidential election a choice between just two of them: Water versus Earth.

Look at a national map showing how each county voted, and you see a mostly red expanse except for blue Democratic clusters along the Atlantic and Pacific oceans, the Great Lakes, the Gulf of Mexico, the Mississippi and other rivers. Look at California and you see a mostly red state, with the Democrats concentrated along the coast while Republicans dominate the inland counties on the other side of the mountains.

So, while political analysts have been busy dividing the electorate by race and religion and age, perhaps the United States electorate is divided by something more elemental: location, between those who live on the water and those who do not.

This pattern can seem, at first glance, like the ancient distinction throughout the world between liberal cosmopolites and traditionalist farmers. The inlanders have always doubted the morals of merchants in port cities. And the urbanites have always considered the inlanders backward. One Democratic author, John Sperling, called this election a contest between Metro and Retro America. But as the election results showed, the water people are not exactly in the vanguard of history, at least not now, when you consider where people and industries are moving.

While some of the old port cities grew during the stock market boom of the 1990's, since 2000, their population has generally either been falling (as in Boston, Baltimore, Chicago and San Francisco) or growing relatively slowly (as in New York) in comparison with places like Fort Worth and Phoenix.

"The new frontier is inland," said Joel Kotkin, a fellow at the New America Foundation and author of of the forthcoming book, "The City: A Global History." He says that port cities like Boston and San Francisco, and to some extent New York, have become what he calls "boutique cities" that appeal to the "hipocracy" - the young, the childless and the affluent in search of quaint neighborhoods and lofts with a view.

"The coastal cities," he said, "have generally been settled longer, and you see a bifurcated pattern in the real estate: rich neighborhoods with ocean views and poor neighborhoods with closed factories and service workers. The intelligentsia and the nomadic rich in these coastal cities don't mind the lack of economic growth; in fact, they often fight growth. But middle-class families are moving to cities and exurbs in the interior."

Of the major cities, the ones with the smallest ratios of children to adults are all on the water: San Francisco, Seattle, Honolulu, Boston and Portland. "Your hip, well-educated, 20- and 30-somethings come to the great cities to get their career cards punched and meet mates," said Fred Siegel, a fellow at the Progressive Policy Institute and the author of "The Prince of the City," a forthcoming book on Rudolph W. Giuliani and New York. "But if they marry and have children, they tend to leave, unless they're what I call trustafarians - people with a lot of money that was made somewhere else."

The port cities originally became bastions of the Democratic Party by appealing to upwardly mobile families whose money came from factory jobs in the booming urban centers. But now that the factories have closed and most new jobs and homes are being created in the inland suburbs and exurbs, the Democrats living in cities often seem out of touch with middle-class values and the mainstream economy.

"It used to be that the port cities were a microcosm of America and the suburbs were different," said William H. Frey, a demographer at the Brookings Institution. "Now the suburbs are a microcosm and the port cities are different. They have some minorities, young people there during their single years and the well-educated and well-off elites that can afford to live in the best cities. That's become the Democratic base."

Meanwhile, the Republicans have been courting the middle classes in the interior, a region with a very different culture because of both geography and history. Much of it was settled by clans of Scots-Irish fundamentalists whose values and traditions, like country music, spread from Appalachia throughout the heartland.

Compared with the European Catholics, Jews and WASPs living in port cities, these inlanders were much less likely to look to union leaders, party bosses or government officials to solve their problems, said James Webb, a former secretary of the Navy and author of the new book, "Born Fighting: How the Scots-Irish Shaped America."

"The Scots-Irish have historically been against centralization of power," Mr. Webb said. "Scotland was formed from the bottom up through the clan system and loyalty to local leaders. This culture has always mistrusted elites and aristocracies. They combine Calvinist religiosity with populism. They're more individualistic and less collectivist than the immigrants who settled in cities."

Senator John Kerry, the Boston Brahmin and Washington veteran, did not have much luck on Tuesday appealing to the heartland, but some Democrats say that it's not an impossible feat. After all, the inlanders are being exposed more than ever to cosmopolitan ideas from the port cities, both through the news media and through the coastal dwellers moving to the interior.

The young urbanites who move out with their families may bring their tolerance for gay rights with them; the Hispanics and other immigrants moving from the cities to the exurbs may keep their habit of voting Democratic.

But there's also the chance that these migrants will absorb the values of their new neighbors inland. Children and mortgages can promote Republican values. Latinos living in exurbs or cities like Phoenix tend to vote more Republican than Latinos in Los Angeles or New York.

"The people who are leaving Los Angeles for Nevada for economic reasons," Dr. Frey said, "will be simpatico to the conservative portion of the Republican agenda, like lower taxes and more local control. But they'll bring with them their blue-state social agenda, like support for gun control and gay marriage. That's where the Democrats can make gains."

Mr. Kotkin says there could be a blending of the two cultures in the next generation of inlanders. "They could be fiscal conservatives with strong family values, but more tolerance for other cultures," he said. "But for the coastal Democrats to make any inroads, they'll have to stop assuming that anyone in Fargo is an uncultured boob."

Paracleto
07-11-2004, 01:48
Originariamente inviato da GioFX "But for the coastal Democrats to make any inroads, they'll have to stop assuming that anyone in Fargo is an uncultured boob."

Paracleto
07-11-2004, 21:07
Tra la popolazione iraniana ci devono essere un sacco (http://www.daneshjoo.org/smccdinews/article/publish/article_4319.shtml) di idioti, reazionari e fondamentalisti cristiani.

Matuhw
07-11-2004, 23:19
Originariamente inviato da Paracleto
Tra la popolazione iraniana ci devono essere un sacco (http://www.daneshjoo.org/smccdinews/article/publish/article_4319.shtml) di idioti, reazionari e fondamentalisti cristiani.

Che gli esuli iraniani siano contenti per l'elezione di Bush, nel quale vedono un possibile sostenitore per un rovesciamento dell'attuale regime teocratico iraniano è un conto, che sia rappresentativo della "popolazione iraniana" è un altro.

Paracleto
07-11-2004, 23:22
Originariamente inviato da Matuhw
Che gli esuli iraniani siano contenti per l'elezione di Bush, nel quale vedono un possibile sostenitore per un rovesciamento dell'attuale regime teocratico iraniano è un conto, che sia rappresentativo della "popolazione iraniana" è un altro.


sisisi
ok

perlomeno prima leggi però

SaMu
07-11-2004, 23:26
I ribelli iracheni sono "gli iracheni", i ribelli iraniani rappresentano solo se stessi.

Matuhw
07-11-2004, 23:31
Originariamente inviato da Paracleto
sisisi
ok

perlomeno prima leggi però

Paracleto, tanto per conoscerci meglio, io leggo sempre prima di replicare. E che un sito di dissedenti scriva che milioni di iraniani siano felici per l'elezione di Bush e che nessun altra fonte di informazione ne abbia fatto il minimo cenno, come minimo mi spinge a ridimensionarne la portata. La prossima volta se vuoi linko il sito dell'IRNA così facciamo pari.

eriol
08-11-2004, 00:19
eh si che stupidi gli americani....

quasi quasi mi mangio una gamba del tavolo anche io dai.

andreamarra
08-11-2004, 01:21
Originariamente inviato da DioBrando
io stò ancora aspettando il milione di posti di lavoro promessi 10 anni or sn da Silvio.



:asd:

Quindi gli dài del falsificatore :O ??

Io sto aspettando ancora la riduzione delle tasse :rotfl:

cerbert
08-11-2004, 08:58
Zuper, mannaggia, non ti autosegnalare per post solo un po' "incazzusi".
Mi verrebbe da sospenderti solo per avermi fatto perdere tempo.

P.S.: evita comunque le volgarità e cerca di mantenere la calma. Ricordati sempre che, tra il tuo cervello e i tuoi interlocutori c'è una tastiera.

DioBrando
08-11-2004, 10:59
Originariamente inviato da andreamarra

Quindi gli dài del falsificatore :O ??

mi dissocio completamente da queste calunnie e falsità :O

Anche perchè non è colpa sua se c'è stato l'11-9, l'economia mondiale ha somatizzato, la politica creativa di Tvvvemonti n ha funzionato e, la congiunzione astrale di Marte con Venere non ha dato i suoi frutti ( infatti l'anno scorso il Milan ha vinto solo il campionato...quando i pianeti ci si mettono sò tremendi).

E poi ti stai dimenticando che Silvio...è sceso in campo e l'ha fatto per noooooooiiii :cry:


Io sto aspettando ancora la riduzione delle tasse :rotfl:

shhhhh zittooo :ops: si sà mai che si dimentichino...così magari ci risparmiamo i rincari regionali di ticket et similia e restiamo così come siamo :fagiano:

teogros
08-11-2004, 21:14
Originariamente inviato da beppegrillo
Sei vergognoso tu più che altro, sono state effetuate libere elezioni come in qualsiasi altro stato democratico :rolleyes:

E' proprio li il problema: la democrazia! E' qualcosa di difficile da accettare!

CONFITEOR
09-11-2004, 01:07
Originariamente inviato da teogros
-----------------------------------------------------------------------
Originariamente inviato da beppegrillo
Sei vergognoso tu più che altro, sono state effetuate libere elezioni come in qualsiasi altro stato democratico
----------------------------------------------------------------------E' proprio li il problema: la democrazia! E' qualcosa di difficile da accettare! quando scoppiano le bombe, le elezioni non sono libere.

teogros
09-11-2004, 15:03
Originariamente inviato da CONFITEOR
quqando scoppiano le bombe, le elezioni non sono libere.

E per quale arcano motivo? Topo Gigio ci minaccia? :rotfl:

CONFITEOR
09-11-2004, 16:19
Originariamente inviato da teogros
E per quale arcano motivo? Topo Gigio ci minaccia? :rotfl: pensa alla storia italiana....

-prima la paura dei cosacchi in piazza San Pietro.....

-poi la paura delle brigate rosse.....

-poi la paura delle bombe su treni e aerei...

-poi la paura della fame comunista....

-poi la paura del terrorismo internazionale

-e adesso la paura che Casarini ci viene a casa e ci arrubba la robba.....

MA KE KAZZO DI LIBERTA' SAREBBE QUESTA???

jumpermax
09-11-2004, 16:29
Originariamente inviato da CONFITEOR
quando scoppiano le bombe, le elezioni non sono libere.
ti riferisci alle elezioni spagnole? :wtf:

CONFITEOR
09-11-2004, 20:57
Originariamente inviato da jumpermax
ti riferisci alle elezioni spagnole? :wtf:
anche, quelle bombe le hanno di certo influenzate non credi?

In quel caso però la Spagna sbagliava, e di grosso, a tenere un contingente di occupazione in Iraq.

e adesso vi dò da riflettere......perchè le bombe sui treni le hanno messe in Spagna ma non in Italia che pure ha soldati in Iraq e più della Spagna?

Paracleto
10-11-2004, 21:34
New York. Ogni giorno arriva una nuova e brillante spiegazione della vittoria di George W. Bush e della sconfitta di John F. Kerry: il presidente ha vinto per i valori morali, no è stato rieletto per il matrimonio gay o forse per la paura, anzi no per i fondamentalisti cristiani (questa va fortissimo in Italia). No, no, è stato Kerry a perdere, per quella fotografia in windsurf e quell'altra travestito da cacciatore, e poi ci sono state le gaffe di Teresa, i giovani che sono rimasti a casa mentre i poveri hanno votato per tagliare le tasse ai ricchi e bla-bla-bla. E non dimentichiamoci del paese spaccato a metà, dell'affluenza alle urne che ha favorito le truppe crociate, e della guerra in Iraq, e del costo del petrolio, e di Michael Moore, e di Karl Rove, e dell'operazione al cuore di Bill Clinton e dei Boston Red Sox eccetera eccetera.
Non si capisce, però, perché a nessuno sia venuto in mente di dire una cosa banale, cioè che Bush ha vinto perché ha preso più voti e che ha preso più voti perché i conservatori negli Stati Uniti sono la maggioranza non da ieri, ma da decenni. Con una guerra in corso, e nonostante i problemi in Iraq e le armi che non sono state trovate, solo uno spericolato poteva prevedere che gli americani cambiassero cavallo in corsa e si affidassero al candidato che ha spiegato di non considerare l'11 settembre come una dichiarazione di guerra e una minaccia ai valori su cui è fondata l'America.

http://www.realclearpolitics.com/images/rcp%20electoral/2004_results_by_county..gif


Dal 1968 a oggi, in trentasei anni, i candidati democratici alla presidenza degli Stati Uniti hanno vinto solo tre volte e perso sette. La prima volta ci sono riusciti nel 1976 con Jimmy Carter, un pio governatore della Georgia (ed ex insegnante di catechismo) che sconfisse l'anonimo presidente Gerald Ford in seguito allo scandalo del Watergate. Ford era debolissimo perché non era stato eletto né presidente né vicepresidente. Era subentrato prima al vice di Richard Nixon, Spiro T. Agnew (nel 1973), e poi a Nixon quando questi, l'anno successivo, si dimise per il Watergate. Avversario e condizioni più facili non ci potevano essere per i democratici, i quali con un candidato del sud, devotissimo al Signore e preferito dagli evangelici, presero il 50,1 per cento contro il 48 dei repubblicani. L'altro vincitore è stato Clinton, nel 1992 e nel 1996. Clinton, anch'egli governatore battista del sud, non riuscì mai a conquistare la maggioranza dei voti, neanche il giorno della rielezione e dovette comunque vedersela con un Congresso a maggioranza repubblicana. La prima volta fu eletto soltanto perché i conservatori presentarono due candidati: Bush padre (che prese il 37 per cento) e Ross Perot (19 per cento). Clinton convinse il 43 per cento degli americani, la maggioranza relativa ma solo una minoranza degli elettori. Quattro anni dopo sconfisse Bob Dole con il 49 per cento contro il 40 del repubblicano e oltre l'8 di Perot. Nel 2000 Al Gore, l'erede di Clinton e degli otto anni di pace, prosperità, surplus di bilancio, armonia e "fine della storia" affrontò George W. Bush, cioè un candidato figlio di papà, inesperto e non particolarmente spigliato. Eppure Gore perse, anche se d'un soffio e con le polemiche sui riconteggi in Florida. Il 53 per cento preso quest'anno da George Bush è dunque una percentuale di voto più alta di quella presa da qualsiasi candidato democratico dal 1964.

***
Il partito democratico americano non è più un partito nazionale. In venti Stati su 50 non ha più senatori eletti ed è assente da dodici Stati del sud e del midwest che un tempo erano sue roccaforti, in Georgia, Carolina del sud, Carolina del nord, Virginia, Kentucky, Tennessee, Alabama, Missouri, Oklahoma, Texas, Kansas e Arizona. Al contrario, i repubblicani sono molto forti negli Stati democratici. In Pennsylvania, che Bush ha perso con uno scarto inferiore rispetto al vantaggio su Kerry in Ohio, i senatori sono entrambi repubblicani. A New York sindaco e governatore sono repubblicani da almeno dieci anni. Arnold Schwarzenegger governa in California, e così via.
L'ex senatore democratico della Georgia, Zell Miller, l'anno scorso aveva provato a spiegare questo fenomeno con un libro, "A national party no more", ma è stato deriso e insultato dagli intellettuali liberal. Aveva ragione lui, e torto i sapientoni radical chic. Guardate la cartina degli Stati Uniti divisa per contee pubblicata in questa pagina e vi accorgerete che non esiste un'America blu (il colore dei democratici) e un'America rossa (il colore dei repubblicani), come si dice oggi nella chiacchiera post elettorale. Non esiste una nazione divisa a metà tra gli Stati pro Bush e gli Stati pro Kerry. C'è una sola America, quasi tutta rossa, quasi tutta repubblicana, da costa a costa, da nord a sud, con dei piccoli punti blu, democratici, in corrispondenza delle grandi metropoli. Prendiamo New York, per esempio, Stato blu, vinto da Kerry con uno scarto di diciassette punti. A Manhattan Kerry ha raggiunto il 74 per cento delle preferenze. Percentuali simili ha preso negli altri quartieri della città, con l'eccezione di Staten Island, dove ha vinto Bush. Subito fuori la città la differenza tra Kerry e Bush è di soli tre punti, mentre nel resto dello Stato i due candidati sono in parità, 49 a 49. Lo stesso discorso si può fare sulla California, dove con l'eccezione delle grandi città, lo Stato è a grande maggioranza repubblicana. Rispetto al 2000, Bush ha preso quasi tre milioni e mezzo di voti in più nelle grandi città, ha aumentato i consensi in 45 Stati su 50. I margini di vittoria negli Stati rossi si sono ampliati, mentre è diminuito il distacco in quelli blu, al punto che Bush ha fatto meglio di quattro anni fa anche a New York, in Connecticut e addirittura nel Massachusetts di Kerry.

***
Gli Stati Uniti sono un paese in continua crescita e con un popolo in perenne movimento. La gente lascia le città e si trasferisce a ritmi impressionanti alla ricerca di migliori condizioni di vita, di lavoro, di spazio. Nascono nuove comunità, nuove città e i quartieri suburbani delle metropoli sono circondati da un'ulteriore cintura residenziale, "exurbia", che è diventata il paradiso della vita borghese americana. Nella cittadina di Henderson, un ex villaggio a nord di Las Vegas, a settembre sono state aperte 12 scuole elementari. Eppure è come se i democratici non vedessero questo dinamismo, non parlassero a questa gente, come se disprezzassero chi insegue il sogno di una vita tranquilla e a misura familiare. David Brooks ieri sul New York Times ha scritto che quando i democratici ne parlano usano tutti gli stereotipi possibili, descrivono una vita materialista, vuota e conformista. Confermata dalle caricature che ne fa Hollywood, come nei film "American Beauty" o "Il laureato". Secondo Brooks, che sull'argomento ha scritto un libro, invece si tratta della parte più vitale della società americana, gente che lascia mutui, pendolarismo, difficoltà e strutture sociali stressate per andare in posti con ampi spazi, magari facendo un salto nell'ignoto, in città che ancora non sono state costruite, ma che promettono una prospettiva, un futuro, tasse basse e lavori pionieristici nel campo della bio e della nanotecnologia: "I repubblicani hanno vinto anche perché Bush e Rove hanno capito questa cultura". E' la conquista del West che non s'è mai fermata, è la conferma che lo spirito della frontiera non ha mai abbandonato gli americani. Ma i democratici non sanno che cosa mettersi.

***
Come sia possibile che i democratici abbiano perso il contatto con l'America e siano rimasti confinati nelle riserve metropolitane è l'argomento di dibattito di questi giorni. Ovviamente in Italia si tende a confondere le cose. Gli stessi analisti che in questi anni hanno raccontato un'America che non c'era, che non hanno capito che cosa stava succedendo, che non ci hanno preso, che hanno sbagliato analisi e previsione, ora spiegano con la medesima sicumera che Bush ha vinto perché l'America è diventata una nazione di fondamentalisti religiosi in preda alla paura. E' il loro nuovo giochino intellettuale che gli consente di continuare a sentirsi superiori antropologicamente. Secondo quanto scritto ieri da Alexander Stille su Repubblica, quelli che hanno votato Bush sono ignoranti, meno istruiti, insomma inferiori. Il sondaggio cui lo stesso Stille fa riferimento, pubblicato dal New York Times il 4 novembre, dice il contrario: Kerry ha preso più voti tra chi non ha fatto il liceo, non tra chi lo ha fatto. Mentre tra i diplomati e tra i laureati, ha prevalso Bush. Kerry è andato meglio di Bush tra chi ha conseguito un master post laurea, e allora? Stille tra l'altro ha anche scritto che con Bush "il paese ha perduto 1,6 milioni di posti di lavoro", ma è un dato sbagliato, vecchio e che non tiene conto delle assunzioni federali. Gli stipendi persi in questi tre anni post 11 settembre erano meno di 800 mila fino a tre giorni fa, prima che venissero annunciati 332 mila nuovi posti di lavoro creati nel mese di ottobre. La notizia è che le ricette di Bush, nonostante l'11 settembre e nonostante la crisi mondiale, in tre anni hanno creato due milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro. Stille non se ne è accorto, gli elettori sì.
***
Bush ha aumentato i consensi rispetto a qualsiasi categoria di elettori: uomini, donne, neri, ispanici, bianchi, sposati, single e ha pure mantenuto il 23 per cento dei voti di gay e lesbiche e il 52 per cento di chi è favorevole alle unioni civili tra omosessuali. Non c'è categoria dove il presidente sia andato male rispetto a quattro anni fa. Tra i cattolici è passato dal 47 al 52 per cento, tra gli ebrei dal 19 per cento al 25.
Tutto questo gran vociare sul neofondamentalismo che avrebbe fatto vincere Bush nasce dallo stesso exit poll che erroneamente aveva dato in vantaggio Kerry. Il sondaggio dice che il 67 per cento degli evangelici bianchi ha votato per Bush (e il 32 per Kerry). Ma lo stesso sondaggio dice anche che gli evangelici neri hanno votato all'83 per cento per Kerry (e al 16 per cento per Bush). Sessanta a 39 per Bush, invece, è stato il voto degli ispanici evangelici. In generale i protestanti hanno votato per Bush al 59 per cento e al 40 per Kerry. Insomma dire che la coalizione bushiana sia dominata dai fondamentalisti della Bibbia è una stupidaggine autoassolutoria, oltre che una palese dimostrazione di scarsa conoscenza del pluralismo religioso e dello spirito individualista del cristianesimo americano.
Il sondaggista dei democratici, Geoffrey Garin, ha smentito la vulgata sulla coalizione di fondamentalisti che ha rieletto il presidente: "Il sostegno per Bush è aumentato più tra chi non va regolarmente in chiesa che tra chi ci va". Ma è come se parlasse al vento. E se è vero che in 11 Stati sono stati approvati i referendum che vietano il matrimonio gay, non va dimenticato come in due di questi, Oregon e Michigan, abbia vinto Kerry e con percentuali superiori a quanto ottenne quattro anni fa Al Gore. Andrew Kohut, del centro di ricerca Pew, sul New York Times ha invitato alla cautela nel dipingere come integralista quest'ondata di elettori. Intanto perché la percentuale di chi va in chiesa almeno una volta a settimana e si oppone all'aborto non è aumentata rispetto a quattro anni fa. Poi perché il 60 per cento degli elettori s'è dichiarato favorevole a qualche forma di riconoscimento legale per le coppie omosessuali, con il 25 per cento favorevole ai diritti matrimoniali e il 35 per cento alle unioni civili.

***
La tesi sulla coalizione dei fondamentalisti religiosi si basa su un dato male interpretato e serve ai liberal per dire che, in fondo, "non siamo stati noi a perdere ma sono loro che sono fanatici". S'è detto e scritto che la prima motivazione di voto degli americani (il 22 per cento) è stata quella dei "valori morali". Questa sarebbe la prova del "jihad cristiano" scatenato da Bush, per citare una delle acide espressioni della reginetta chic del New York Times, Maureen Dowd. Solo che non è vero. Intanto va precisato che 20 persone sulle cento che avevano a cuore i "valori morali" hanno votato Kerry e non Bush, poi lo stesso sondaggio dice che il terrorismo (19 per cento) e Iraq (14), insieme, costituiscono la prima motivazione di voto degli americani, con il 33 per cento. Anche l'economia e le tasse, messe insieme, con il 25 per cento sono davanti ai "valori morali". Insomma "i valori" non sono stati né la prima né la seconda motivazione di voto. Ma c'è di più. Uno studio presentato ieri dalla New England Journal of Medicine svela una cosa che ribalta tutte le analisi socio-politiche di questi giorni. Se la percentuale di elettori che quest'anno ha detto di aver votato per i "valori morali" è davvero del 22 per cento, si tratta di una percentuale molto più bassa rispetto a quella di quattro anni fa, quando fu il 49 per cento a votare avendo in mente "aborto" e "valori familiari". Stessa percentuale, 49 per cento, cioè più del doppio rispetto a martedì scorso, anche nel 1996, quando fu eletto Clinton. Nel 1992, ai tempi della prima elezione clintoniana, fu il 27 per cento, 5 punti in più rispetto alla settimana scorsa. La notizia, dunque, è che il consenso sui "valori morali" quest'anno è diminuito. Ed è ovvio perché. In questo momento la guerra al terrorismo e l'economia preoccupano molto di più. Uno dei sondaggisti del partito democratico, Marl Mellman, ha spiegato al New York Times che "la gente ha mal interpretato le elezioni, e questa cattiva rappresentazione rischia di avere degli effetti nel dibattito interno dei partiti e sulle politiche pubbliche". Anche Bush, come i democratici, dovrà stare attento a leggere bene i dati, perché se dovesse governare abbracciando l'agenda politica della coalizione cristiana rischia di sfaldare la maggioranza repubblicana, che "è moderata, non morale" come ha scritto ieri sul Washington Post, E. J. Dionne jr.

***
Martedì scorso il 13 per cento di chi si definisce "liberal", e l'11 per cento di chi è registrato al partito democratico, ha votato per George W. Bush.
***
I democratici sono dunque isolati dentro le metropoli, e con la medesima mancanza di contatto con la realtà americana che hanno dimostrato il 2 novembre ora tendono a semplificare le ragioni della sconfitta: "Se volete capire perché continuano a perdere le elezioni _ ha scritto David Brooks _ basta ascoltare i liberal della costa e delle città universitarie che parlano di quanto sia conformista e intollerante l'America rossa". Finché i democratici non capiranno in pieno che cosa è successo il 2 novembre (e l'11 settembre) sarà difficile che riescano a elaborare una strategia per uscire dall'isolamento. Le reazioni alla vittoria di Bush sono state di tre tipi. La prima, isterica, è quella di cui è alfiere l'editorialista del Times, Paul Krugman, e la maggioranza delle persone che s'incontrano a Manhattan: "No surrender", non arrendiamoci, continuiamo la battaglia contro il nuovo fascismo, le elezioni hanno dimostrato che Bush non è imbattibile "perché non ha vinto a valanga". Krugman insomma chiede, come direbbe Kerry, "more of the same", cioè la stessa solfa di Michael Moore, di Hollywood e dell'intellighenzia girotondista anti Bush. Lotta dura senza paura, anche se nello stesso articolo di fuoco Krugman ha annunciato che lui va via per un paio di mesi a causa di improrogabili impegni editoriali. Sono uscite decine di commenti sull'ignoranza dell'America rossa, sul fondamentalismo e sul neofascismo degli elettori che votano Bush. Su queste basi Howard Dean ha in mente di scalare il partito democratico e diventare il presidente del comitato nazionale, al posto di Terry McAuliffe.
Poi c'è una seconda categoria di liberal che dice: il michaelmoorismo ci ha fatto perdere le elezioni, ora bisogna colmare il gap culturale con il resto del paese e mostrarsi più accomodanti con le esigenze dell'America rossa. I duri e puri, lo ha scritto anche Stille ieri su Repubblica, pensano giustamente che sia un tradimento dei propri ideali. In realtà questo è quello che ha tentato di fare John Kerry autodescrivendosi (nonostante la sua storia raccontasse il contrario) come un eroe di guerra e durissimo con i terroristi, facendosi fotografare col fucile in braccio, pregando in pubblico, citando la Bibbia, parlando di Dio onnipotente e raccontando di quanto sia stata importante per la sua vita l'esperienza di "altar boy", cioè di chierichetto. Però è difficile che funzioni, perché un esponente dell'élite della costa est, più a suo agio con un bicchiere di Cognac che con una Diet Coke, alla lunga è difficile che risulti credibile. Prima o poi viene fuori quell'insopportabile atteggiamento da esploratore scientifico nei confronti di poveri selvaggi da civilizzare. Kerry, comunque, pare che dal suo banco del Senato voglia continuare a dare leale battaglia a Bush e ha fatto sapere che ha intenzione di ricandidarsi nel 2008.
Poi ci sono i clintoniani. Il Democratic Leadership Council è il gruppo interno al partito che diede forma alla svolta centrista, e vincente, dell'ex governatore dell'Arkansas. Due giorni dopo le elezioni, il DLC ha diffuso un'analisi del voto straordinaria quanto a schiettezza e acutezza. Non ha perso tempo ad accusare il candidato Kerry, né a demonizzare il presidente né a insultare gli elettori. Su questa stessa linea c'è anche la stella nascente del partito, il neosenatore nero dell'Illinois, Barack Obama, il quale domenica a Meet The Press ha detto che Kerry ha perso contro "un presidente di guerra molto popolare" e che i repubblicani avevano "una delle migliori squadre politiche che si siano mai viste in America".
Il documento dei clintoniani si chiede "che cosa sia accaduto" e dice subito che i democratici non hanno scuse facili per questa sconfitta: "Avevamo un forte e intelligente candidato, migliori candidati in giro per il paese, eravamo pieni di soldi, con la migliore organizzazione di tutta la nostra vita, un entusiasmo straordinario e la più grande unità nel partito che si ricordi a memoria d'uomo. Abbiamo affrontato un presidente vulnerabile, con un cattivo record... con tanti fallimenti a carico... E con Ralph Nader elettoralmente nullo". Il risultato, riconoscono, è stata un'enorme vittoria per i repubblicani e la conferma della lenta ma significativa erosione dei democratici. Per uscirne, scrivono i clintoniani, "non basta spostarsi meccanicamente a sinistra o a destra, né raccogliere più soldi né mobilitare i militanti né cambiare i vertici del partito né trovare magicamente candidati carismatici. Iniziare una battaglia per l'anima del partito o accusare qualcuno sarebbe una assoluta perdita di tempo". Che fare, dunque? Secondo i clintoniani, i democratici hanno tre deficit di credibilità. Il primo è quello della sicurezza nazionale, che "è diventato una questione cruciale dopo l'11 settembre e lo sarà per il prossimo futuro". Poi, nonostante il partito sia all'opposizione da anni, non riesce più a presentarsi come riformatore, come il partito di chi è determinato a cambiare le istituzioni: "Siamo stati bravi a criticare Bush, ma non siamo stati in grado di comunicare un programma di riforme. I democratici hanno cercato di spaventare gli elettori ogni volta che i repubblicani avanzavano una cattiva e ingannevole proposta di riforma dello Stato, invece che proporre un'idea alternativa. E così facendo hanno spesso rafforzato l'idea che i riformatori fossero i repubblicani". Bush aveva un progetto, insomma, e la battaglia era già vinta in partenza perché "messaggio più mobilitazione batteranno sempre la sola mobilitazione".
Il terzo problema per i democratici è quello dei valori e della cultura. Milioni di persone non credono che i democratici, al contrario dei repubblicani, prendano sul serio le loro idee. Spesso i democratici hanno creduto che si potesse conquistare il ceto medio attraverso le misure economiche, chiedendo agli elettori di guardare nelle proprie tasche piuttosto che nel proprio cuore. L'errore, probabilmente, è lo stesso che fa Hollywood e che fanno i liberal confinati nelle città, quando liquidano con l'aggettivo "materialista" la vita borghese. I democratici, scrivono i clintoniani, "hanno bisogno di una strategia che raggiunga il cuore dell'America con un messaggio positivo che scaldi sia i cuori sia i portafogli".

***
Nel 1972 la radicalissima e chicchissima Pauline Kael, critica cinematografica della bibbia dei liberal americani, cioè del New Yorker, disse: "Non capisco come abbia fatto Nixon a vincere. Io non conosco nessuno che ha votato per lui".
***
La crisi dei democratici risale agli anni Sessanta, al Vietnam, ha scritto sul Wall Street Journal Daniel Henninger. Anni fa la vecchia guardia di leader democratici della costa est si era formata con la Seconda guerra mondiale. Gente tosta, che non andava per il sottile. Ora il vertice, da John Kerry a Howard Dean a Nancy Pelosi fino agli strateghi elettorali del partito come Bob Shrum, hanno tutti mosso i primi passi col Vietnam e con la stagione del desiderio di cambiare il mondo. Quella formazione ha cambiato la cultura politica dei democratici. In quegli anni il personale è diventato politico, spiega Henninger, e ancora oggi "esprimere emozioni è una cosa che importa moltissimo a questa generazione" di politici cresciuti negli anni della contestazione. Ma è allo stesso tempo una forma d'infantilismo politico. Solo così si spiega come sia diventato argomento di campagna elettorale "l'odio" nei confronti di George Bush o lo spauracchio della Halliburton come causa di tutti i mali. Quante volte, a Manhattan, o nei circoli intellettuali del paese, si è sentita la frase "sono terrorizzato" dai repubblicani? La sinistra americana _ come ha scritto il liberal Nicholas Kristof _ dovrebbe andare a lezione da Tony Blair, il quale alcune riflessioni sui danni della cultura del '68 le ha già fatte.

Christian Rocca (http://www.ilfoglio.it/uploads/camillo/kerrynonpoteva.html)

dataman
10-11-2004, 21:48
Originariamente inviato da luigiaratamigi
Io ve lo riporto come l'ho trovato (sperando non sia old):

http://www.taulard.net/out.php?e=169&s=breve&u=http://fun.drno.de/pics/polit

:eek:

Cazzo ! Sono messi davvero male nel Mississippi !!!!
:D :D

Paracleto
16-11-2004, 22:18
Una chiesa evangelica difende il diritto di un gay di andare a messa


I fedeli si mobilitano per un omosessuale. Al Senato i democratici scelgono un leader mormone e antiabortista (http://www.ilfoglio.it/articolo.php?idoggetto=19672)





New York. I volenterosi cantori delle due Americhe – una buona, progressista, illuminata e di sinistra e l’altra cattiva, retrograda, ignorante, fondamentalista, e di destra – avranno bisogno di trovare una spiegazione a un paio di recenti notizie se vorranno continuare a caricaturizzare la cosiddetta divisione dell’America.
Prima notizia. Un senatore del far west, tradizionalista religioso (è mormone), contrario all’aborto, grande amico di George W. Bush, patriottico al punto da essere uno dei promotori dell’emendamento costituzionale che vieta di bruciare la bandiera, oggi sarà eletto leader del partito democratico al Senato. Del partito democratico, quello di John Kerry, non del partito repubblicano di Bush. Si chiama Harry Reid, è senatore del Nevada e sostituirà Tom Daschle, l’ex leader sconfitto nel suo seggio del South Dakota dal repubblicano John Thune. La guida dei senatori non è una carica tanto per dire. E’ una figura chiave della politica americana, è l’uomo-immagine nelle battaglie parlamentari oltre che il politico più importante del partito, specie in questa fase in cui i democratici hanno un presidente dimissionario (Terry McAuliffe) e per tre anni saranno privi di un candidato alla Casa Bianca. Il New York Times di domenica ha scritto: “Reid è un uomo del west le cui idee su alcune questioni sono più vicine a quelle della Casa Bianca piuttosto che a quelle del gruppo democratico”. Eppure la designazione è avvenuta quasi all’unanimità.
L’altra notizia è stata pubblicata sabato dal Washington Post. In una cittadina dell’Oklahoma, Sand Springs, roccaforte dei valori religiosi cari al partito repubblicano, dove Bush è stato eletto con il 60 per cento e il referendum contro il matrimonio gay è stato approvato con il 75 per cento, è successa una cosa che confuta l’idea che essere “evangelici” voglia dire “fondamentalisti”.
Nelle scorse settimane il Washington Post aveva pubblicato la storia di un ragazzo gay, Michael Shackelford, e di sua madre, Janice, per spiegare come vivono un omosessuale e la sua famiglia devota al Signore in una comunità iper religiosa della Bible Belt, cioè di quella cintura di Stati della Bibbia che si trovano nel sud e nel midwest. In seguito a quell’articolo, una congregazione religiosa del Kansas, la Westboro Baptist Church, ha organizzato una manifestazione anti gay nel paesino dell’Oklahoma per denunciare la depravazione sessuale e la vergogna di una comunità che non rinnega il peccatore. La principale chiesa evangelica di Sand Springs s’è opposta a questa mobilitazione, consentendo al giovane gay di partecipare tranquillamente alle messe domenicali dove uomini e donne non provano alcun imbarazzo a piangere a dirotto mentre pregano e leggono la Bibbia. Dal Kansas si sono preparati con volantini e striscioni e sono partiti per l’Oklahoma, convinti come i liberal di New York (o i poveri lettori di Repubblica) che si nasconda un fondamentalista dietro ogni frequentatore di chiese residente in uno Stato vinto da Bush.

Elettori repubblicani per le unioni civili
La chiesa frequentata dal giovane gay ha difeso Michael. Continua a considerare l’omosessualità un “peccato”, come prescrive la Bibbia, ma vedere Michael in Chiesa significa che il ragazzo prima o poi potrebbe cambiare idea: “Qualunque sia il peccato – ha detto il predicatore evangelico della chiesa di Sand Springs – Dio ci ama”. Nel giorno della manifestazione anti gay, davanti alla Chiesa frequentata da Michael è stato messo uno striscione che diceva: “Odio il peccato, ma amo il peccatore, parola di Dio”. I parrocchiani invece consigliavano ai manifestanti di tornarsene in Kansas perché “Dio ci ama tutti”. Una ragazza è stata più esplicita: “Lasciate stare i nostri omosessuali”. Nel frattempo molte congregazioni religiose del Kansas, lo Stato dove è nata l’idea della manifestazione, si sono ribellate contro i promotori dell’iniziativa e hanno fatto sapere alla famiglia di Michael che “in queste settimane abbiamo pregato per voi”.
Tutto questo mentre i dati elettorali svelano che in due Stati vinti da John Kerry sono stati vietati i matrimoni gay; che oggi sono 41 Stati su 50 a vietarlo; che sono nate migliaia di chiese evangeliche a New York al punto che il Times, domenica, ha parlato di “trasformazione sociale in corso”; che la maggioranza degli elettori di Bush, e Bush medesimo, sono a favore delle unioni civili; e che i primi 23 Stati più generosi, cioè che fanno più beneficenza, non sono quelli illuminati e ricchi della costa est e ovest, ma quelli del Sud e del west bushiano.




p.s.
oltre sessanta (http://news.yahoo.com/electionresults) milioni di voti.

Paracleto
16-11-2004, 22:27
Bush ha vinto grazie ai fondamentalisti (così come Kerry ha vinto i dibattiti 3 a 0). (http://www.time.com/time/magazine/article/0%2C9171%2C1101041122-782133%2C00.html) Dati:


Da Time Magazine che titola: "Il folklore sulle elezioni 2004":
- Quest'anno la percentuale dei churchgoers (a messa 1 volta la settimana) è stata esattamente la stessa del 2000
- Bush ha preso il 58 per cento dei loro voti. Il resto, non proprio un'inezia, è andato a Kerry
- Nel 2000 Bush prese solo un punto in meno
- La più grande crescita di Bush è nella categoria di chi va in chiesa meno spesso.
- Bush ha guadagnato 4 punti tra chi non va mai in chiesa
-La percentuale di chi ha citato "valori morali" come motivazione di voto (il 22%) sta sotto sia terrorismo e guerra (34%), sia sotto economia e tasse (24%). Time non lo scrive ma ii valori nel 2000 furono scelti dal 50 per cento degli elettori, stessa percentuale nel 1996 (vincitore Clinton)
- Un nuovo sondaggio di un think tank di sinistra svela che per il 42% degli elettori il "valore morale" più importante è "la guerra in Iraq". Aborto solo 13 per cento e matrimonio gay meno del 10 per cento.
- Non è vero che il paese s'è spostato a destra: Il 69% degli elettori è a favore della ricerca sugli embrioni.
- Solo il 9 per cento è contrario in ogni caso all'aborto
- Il 60 per cento è favorevole a un riconoscimento delle unioni civili tra gay (mentre il 58 per cento è contrario al matrimonio).

SaMu
16-11-2004, 22:38
Paracleto - sinistri

4-0

:sofico:

Paracleto
16-11-2004, 22:48
Originariamente inviato da SaMu
Paracleto - sinistri

4-0

:sofico:

azz
uhm
speriamo non sia un 4-0 come il 3-0 di Kerry

Ewigen
16-11-2004, 23:48
Originariamente inviato da GioFX
Ho detto questo? Ma voi ragionate sempre come delle hash-tables????

A parte che la democrazia non esiste quasi da nessuna parte, io parlo del risultato di una votazione, democratica o no non ha alcuna importanza. Per me (e non solo per me, ma anche per gran parte dei 56 milioni di americani che hanno votato per Kerry) il risultato è vergognoso, anche per il fatto che quei voti in più che Bush ha preso sono soprattutto dei conservatori più radicalie e bigotti, che nel 2000 non sono andati a votare. Bush le elzioni le ha vinte sulla politica della famiglia, delle coppie gay e della ricerca, prima ancora che sulla politica estera o economica. Questo è un dato di fatto incontrovertibile.

Pure il democratico Carter (fondamentalista cristiano (battista perma precisone ) e creazionista antievoluzonista fino al midollo) ha vinto propro basandosi sui valori cristiani.E se Kerry,invece di farsi leccare le chiappe dai vari Moore e scagnozzi laiconi fosse stato come lui quattro anni al calduccio alla casa bianca li avrebbe probabilmente vinti.E questo è poco ma sicuro

dantes76
17-11-2004, 00:15
Originariamente inviato da SaMu
Paracleto - sinistri

4-0

:sofico:


«L'America ha votato come voleva Lui»
Dio e Patria, così la falange evangelica ha vinto
I fondamentalisti cristiani che hanno dato il successo a Bush sono 80 milioni e controllano reti tv, radio e giornali
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - Dal pulpito della sua chiesa evangelica di Leesburg in Virginia, presso Washington, il reverendo Jerry Falwell, il leader della «Maggioranza morale», sorride alle telecamere. Rivolto ai fedeli radiosi ringrazia Dio della «vittoria dei nostri valori» e della rielezione di George Bush, «il tuo messaggero», a presidente degli Stati uniti. «Noi evangelici - dichiara - siamo 80 milioni di persone. Ci avevano detto il falso: che l'America avrebbe votato sulla economia e sul terrorismo. E invece ha votato come voleva Dio, su di noi, sulla fede, sulla difesa della famiglia dai matrimoni gay e l'aborto». Leesburg è a 50 km da Washington e nei suoi pressi si nasconde il rifugio antiatomico della Casa Bianca, ma è come se fosse a 5 mila. Appartiene all’America profonda, dalle messianiche certezze, quella che ricopre i 4 quinti del territorio nazionale e sulla mappa politica è disegnata in rosso, il colore dei repubblicani, ma sarebbe meglio rappresentata dal vessillo dei crociati. «Un bastione del cristianesimo e della conservazione - dichiara Michael Walzer, il maestro del pensiero politico neoliberal -, una delle fondamenta del bushismo».

TRIONFO NEOCON - Mentre Falwell parla al pubblico, Gary Bauer tiene una conferenza stampa post-elettorale a Washington. Bauer è un «neocon» che 12 anni fa si candidò alla presidenza e oggi dirige la «Unione per la preservazione del matrimonio». Trasmette l'identico messaggio di Falwell. È la questione morale che ha prodotto il trionfo di Bush, sostiene: il no alle unioni «contro natura» e alla ricerca sulle cellule staminali, il sì alle preghiere e al giuramento nelle scuole. «Noi sappiamo distinguere tra il giusto e l'ingiusto e tra il normale e l'anormale», afferma Bauer. «E l'America è in gran parte con noi. Undici Stati hanno tenuto un referendum sui matrimoni gay: non ne è passato uno». Bauer attribuisce il successo del presidente in Ohio, uno Stato chiave che avrebbe potuto fare eleggere Kerry, al referendum: «L'Ohio è il gemello della Pennsylvania. Il referendum in Ohio c'è stato, e ha vinto Bush. In Pennsylvania no, e ha vinto Kerry». Né Falwell né Bauer, osserva Walzer, esagerano la loro influenza alle urne. Le chiese evangeliche non hanno solo oltre 80 milioni di seguaci. Hanno anche decine di tv e quotidiani e centinaia di radio e di riviste: uno dei loro leader, Pat Robertson, predicatore e proprietario della catena televisiva «Christian network», è una superpotenza mediatica, una sorta di Rupert Murdoch biblico. E hanno tra le migliori scuole e università del Paese, le preferite da Bush, che instillano nel loro popolo e in milioni di altre persone un cristianesimo aggressivo, dedito a una guerra di religione sotterranea contro i cattolici, i musulmani e gli ebrei. Tutto il Sud e il Midwest, dalla Virginia al Texas e dalla Florida al Michigan, sono un loro feudo. «Il divario culturale è enorme» spiega Walzer. «Il popolo evangelico disprezza Washington, New York, Boston, le roccaforti del liberalismo, e individua in Hollywood la moderna Gomorra». Lamenta Bauer dei democratici: «Con la loro ossessione per i diversi minacciano di distruggerci la patria e i figli». Per alcuni evangelici, il linguaggio dei democratici è addirittura quello del demonio.

IL PRIMO FU REAGAN - Il primo presidente repubblicano a sfruttare la «cintura della Bibbia» nell'80 fu Ronald Reagan, che ne colse lo spirito conservatore. Ma neppure lui seppe prevedere che in vent'anni quello dell'estrema destra e degli integralisti religiosi, la santa alleanza interna Usa, sarebbe divenuto l'asse portante della politica presidenziale. I risultati elettorali sono tuttavia chiari. Tra i bianchi, la grande maggioranza degli evangelici, Bush ha conquistato il 61 per cento del voto maschile, e ben il 54 per cento del voto femminile, l'elettorato di Kerry. Ha anche ottenuto il 53 per cento del voto dei fedeli di ogni religione - compresa la cattolica - che si recano a messa più di una volta alla settimana. «Era da quasi un secolo, dal presidente Calvin Coolidge - conclude Walzer - che i repubblicani non erano in una posizione tanto forte. Non sarà facile spezzarne la supremazia alle elezioni del 2008». In un bruciante articolo sul New York Times intitolato «Il giorno che finì l'illuminismo», lo storico cattolico Gary Wills ricorda che gli evangelici cessarono l'attività politica negli anni Venti, quando la Corte suprema ne respinse la richiesta di mettere al bando il darwinismo. Sono tornati allo scopo di emendare la Costituzione secondo i propri dettami, ammonisce Wills, e se ci riusciranno sarà una nuova America dove forse la tolleranza e la ragione non avranno spazio. Scrive lo storico: «Gli Stati secolari in Europa non capiscono il fondamentalismo dei nuovi elettori americani, perché essi sono troppo diversi dagli elettori del passato. Oggi noi assomigliamo di più alle cosiddette nazioni nemiche che non a quelle europee. Dove riscontriamo il nostro stesso zelo religioso, la nostra rabbia contro il laicismo, la nostra paura della modernità? Non certo in Francia, in Germania, in Italia, ma nel mondo islamico, persino in Al Qaeda». Forse Wills esagera. Ma è vero che in questa America le verità e i fatti contano meno dei dogmi e delle convinzioni. Una lettura inquietante dell'ultimo voto della grande democrazia americana.

Ennio Caretto
5 novembre 2004

dio patria e famiglia fu un motto usato e creato sul finire degli anni 20 in italia da un personaggio...

sinceramente provo ribrezzo per il pensiero conservatore della destra che ha votato bush...la peggiore che ci possa essere..


PS: la ricerca sugli embrioni e sulle staminali e osteggiata in maniera totale dall amm di bush.....
perche dio ci ha creati e dio ci fa vivere dio ci fa morire: l uomno non deve avere nessun intervneto sul suo corso: ringraziamo che ci fanno prendere un aspirina...

Paracleto
17-11-2004, 00:19
Originariamente inviato da dantes76 varie inesattezze e falsità

dio patria e famiglia fu un motto usato e creato sul finire degli anni 20 in italia da un personaggio...

sinceramente provo ribrezzo per il pensiero conservatore della destra che ha votato bush...la peggiore che ci possa essere..


PS: la ricerca sugli embrioni e sulle staminali e osteggiata in maniera totale dall amm di bush.....
perche dio ci ha creati e dio ci fa vivere dio ci fa morire: l uomno non deve avere nessun intervneto sul suo corso: ringraziamo che ci fanno prendere un aspirina...

eh si
peccato che l'amministrazione bush sia la prima a finanziare suddette ricerche

peccato che il "pensiero conservatore" lo hai solo tu nella tua testa

ah beh
ennio caretto

come non detto, scusa

Ewigen
17-11-2004, 00:25
Originariamente inviato da dantes76
dio patria e famiglia fu un motto usato e creato sul finire degli anni 20 in italia da un personaggio...

sinceramente provo ribrezzo per il pensiero conservatore della destra che ha votato bush...la peggiore che ci possa essere..


PS: la ricerca sugli embrioni e sulle staminali e osteggiata in maniera totale dall amm di bush.....
perche dio ci ha creati e dio ci fa vivere dio ci fa morire: l uomno non deve avere nessun intervneto sul suo corso: ringraziamo che ci fanno prendere un aspirina...

vabbè,d'ora in poi gli elettroi devono essere:
-ato-agnosticimo-pseudocredenti
-abortisti
-laicisti e anticlericali
-favorevoli ai matrimoni gay
-non volere i crocifissi
-essere filo sindacati politizzati
-amanti dei film di Moretti e Moore

Contenti?

dantes76
17-11-2004, 00:28
Originariamente inviato da Paracleto
Una chiesa evangelica difende il diritto di un gay di andare a messa


I fedeli si mobilitano per un omosessuale( ma va?????. Al Senato i democratici scelgono un leader mormone e antiabortista (http://www.ilfoglio.it/articolo.php?idoggetto=19672)

p.s.
oltre sessanta (http://news.yahoo.com/electionresults) milioni di voti.
ma a parte che con quel titolo la chiesa( sia evangelica cattolica...) ammette la discriminazione in base a gusti puramente sessuali( i nazisti aveva queste idee: il manifesto della razza.....)

l essere gay per la chiesa( cattolica evangelica...) non e peccato...
diventa peccato quando il gay non rinuncia al propio stato sessuale e non si pente delle cose fatte.....altrimenti all inferno e niente chiesa( poverino dovra rinunciare alla messa la domenica o il sabato)

sinceramente qualcuno molti anni fa disse che quando e la chiesa a decidere se e il mondo che gira attorno al sole
o vicevesa si va verso il declino....

dantes76
17-11-2004, 00:42
Originariamente inviato da Ewigen
vabbè,d'ora in poi gli elettroi devono essere:
-ato-agnosticimo-pseudocredenti:::> lo stato ha un fondamento che e la costituzione; non e la bibbia. lo stato deve garantire il diritto alla massa

-abortisti:> il diritto all aborte ci deve essere, lo stato si deve impegnare a non favorire questa pratica

-laicisti e anticlericali:>> vedi in alto( la prima)
la chiesa ha il propio credo lo stato ne devve avere un altro

-favorevoli ai matrimoni gay la chiesa ha tutti i diritti a essere contrari a questo tipo di unione, lo stato deve garantire l unione di due persone ( senza distinzione di sesso o religione) la chiesa quello che vuole fare fa..la chiesa

-non volere i crocifissi: i crocifissi stanno in chiesa non a scuola , deve essere l ora delle releigioni non l ora della religione

-essere filo sindacati politizzati
-amanti dei film di Moretti e Moore non mi piaccio entrambi

Contenti?
lo stato ha un fondamento che e la costituzione non la bibbia o i vangeli

dantes76
17-11-2004, 00:46
Originariamente inviato da Paracleto
eh si
peccato che l'amministrazione bush sia la prima a finanziare suddette ricerche

peccato che il "pensiero conservatore" lo hai solo tu nella tua testa

ah beh
ennio caretto

come non detto, scusa
no caro mio...

in california fra tutti i referendum presentati ce ne stava uno sulla ricerca delle staminali ( fondi per oltre 4 mld$) appogiato dal swarzy ma osteggiato da washington......
la chiesa non vuole la ricerca sulgli embrioni a fine terapeutico e sulle staminali...e su questo i vari preti i moderati possono dire quello che vogliono ma la chiesa sotto le sue forme osteggia questo tiipo di ricerche...

un po come osteggiava la cura delle malattie veneree...qualche secolo fa...

dantes76
17-11-2004, 01:00
a Chiesa ha ritirato, anche se solo nel 1992, la condanna contro Galileo Galilei e le sue teorie sul movimento degli astri. Ma non può dirsi conclusa quella che Andrew Dickson White, il primo presidente della Cornell University, definì alla fine dell'800 la "guerra tra la scienza e la teologia dogmatica". Dovendo rispondere agli attacchi che provenivano da organi di stampa, vescovi, esponenti politici per la decisione di introdurre nello statuto della Cornell University il principio secondo cui i professori sarebbero stati selezionati senza tener conto del loro credo religioso, White tenne un discorso, poi divenuto un libro, nel quale ripercorreva la storia dello scontro non tra scienza e religione, come teneva a specificare, ma tra la scienza e la teologia dogmatica.

«In tutta la storia moderna, - scriveva White - l'interferenza con la scienza nel supposto interesse della religione, non importa quanto conscienziosa questa intereferenza possa essere stata, ha avuto come risultato i peggiori dei mali (mali – senza dei) sia per la scienza che per la religione; e, dall'altra parte, tutte le ricerche scientifiche non ostacolate, non importa quanto pericolose per la religione in alcuni degli stadi del loro sviluppo possano essere apparse al loro tempo, sono risultate immancabilmente nel migliore dei beni sia per la religione che per la scienza».

Un principio che sembra non essere stato ancora compreso dalle gerarchie della Chiesa cattolica e da alcuni legislatori che hanno vietato, ad esempio, ogni forma di ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, anche quelle derivate da embrioni soprannumerari, destinati comunque ad essere eliminati.

Il dibattito sulle cellule staminali embrionali, il cui utilizzo a fini terapeutici potrebbe curare nel prossimo futuro malattie che colpiscono centinaia di milioni di persone, come le patologie cardiovascolari, il diabete, il morbo di Parkinson e di Alzheimer, la sclerosi e le lesioni del midollo spinale, ha riacceso la battaglia tra la scienza e la teologia dogmatica.
La battaglia ingaggiata in Italia da Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica è un nuovo capitolo di quella storia scritta da Andrew Dickson White ormai più di 100 anni fa. Dopo la condanna di Galilei e Giordano Bruno, della teoria evoluzionista di Darwin, e delle tante scoperte elencate da White che hanno messo in crisi alcuni dei dogmi della Chiesa, i difensori della libertà della scienza si trovano ancora una volta a scontrarsi con il nemico di sempre: la teologia dogmatica.
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Bush, Berlusconi e Papa uniti nella battaglia per divieto totale

22 Ottobre 2004 - Città del Vaticano - Il Vaticano tiene duro e non retrocede di un millimetro sulla messa al bando della clonazione umana così come per ogni altro tipo di ricerca sulle cellule staminali embrionali. All'Onu, dove ieri è iniziato un aspro confronto per capire se esistono le condizioni per un divieto internazionale, il nunzio apostolico Celestino Migliore ha illustrato la posizione della Santa Sede in materia. La Chiesa, ha spiegato, condanna fermamente la clonazione compreso la clonazione terapeutica poiché implica la distruzione o la manipolazione degli embrioni umani. E molte malattie come la leucemia o il cancro o, ancora il Parkinson, ha aggiunto Migliore, possono essere ugualmente curate grazie alle cellule staminali adulte. "Noi vorremmo dire che la scelta che si pone davanti alla comunità internazionale non è tra scienza ed etica, ma tra una scienza eticamente responsabile ed una scienza che invece non si pone nessun limite" ha affermato l'arcivescovo mettendo in guardia l'umanità dalle conseguenze di una scienza priva di qualsiasi imperativo morale.



Due i blocchi di Paesi che si contrappongono al Palazzo di Vetro. Da una parte, coaugulati attorno ad un documento presentato dal Costa Rica, ci sono Usa, Italia, Santa Sede ed altre nazioni di tradizione cristiana, decise a vietare ogni tipo di clonazione. Dall'altra, invece, attorno alla posizione del Belgio, vi sono la Francia, la Gran Bretagna, la Russia e la Cina. La posizione di questo blocco è di proibire la clonazione ma di permettere, invece, le ricerche sulla clonazione terapeutica, vale a dire la produzione in laboratorio di embrioni da utilizzare per studiare nuove cure al Parkinson, all'Alzeimer, al cancro o per produrre eventuali 'pezzi di ricambio' del corpo umano.

La clonazione è un tema nell'agenda dell'Onu sin dal 2001. L'anno scorso, a novembre, in uno dei voti più sofferti della storia delle Nazioni Unite una mozione presentata all'ultimo minuto da un gruppo di arabi ha fatto saltare ogni risoluzione. La mozione del blocco musulmano prevedeva uno slittamento al 2005.

In questi giorni si assiste al 'secondo round'. Fonti diplomatiche affermano che sembra difficile che la messa al bando - fortemente auspicata allo stesso modo da Bush e dal Papa - possa raggiungere la maggioranza necessaria. Troppi gli interessi che si nascondono dietro, troppe le pressioni delle grandi multinazionali da tempo impegnate a sostenere finanziariamente le onerose ricerche sulle staminali, ma soprattutto ancora troppo alta la critica alla politica americana.

Finora gli Usa si sono battuti per ottenere la messa al bando della clonazione. Ma se alle prossime presidenziali dovesse vincere il democratico Kerry, Washington rivedrebbe la sua posizione su quella terapeutica. Kerry, infatti, in più occasioni durante la campagna elettorale si è pronunciato a favore della ricerca sulle cellule staminali.

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piccole citazioni:

Su aids e contraccettivi
"In merito alla trasmissione sessuale della malattia, la miglior e più efficace prevenzione è l'insegnamento degli autentici valori di vita, amore e sessualità. Un giusto apprezzamento di questi valori faranno conoscere agli uomini e alle donne moderni il modo più giusto per arrivare alla propria realizzazione attraverso la maturità affettiva e l'uso adeguato della sessualità, lì dove le coppie rimangano fedeli e non assumano comportamenti a rischio infezione da HIV. Nessuno può negare che la libertà sessuale aumenti il pericolo di contrarre il virus. E' in questo contesto che i valori della fedeltà coniugale, della castità e dell'astinenza possono essere meglio compresi."

Discorso del Cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dell'Assistenza Sanitaria all'Onu del 27 Giugno 2001. ndr: mi raccomando niente preservativo.....



Sulla ricerca scientifica
"Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza: "maschio e femmina li creo" (Gen. 1, 27), affidando loro il compito di "dominare la terra" (Gen. 1, 28). La ricerca scientifica di base e quella applicata costituiscono un'espressione significativa di questa signoria dell'uomo sul creato. La scienza e la tecnica, preziose risorse delI'uomo quando si pongono al suo servizio e ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti, non possono da sole indicare il senso dell'esistenza e del progresso umano. Essendo ordinate all'uomo da cui traggono origine e incremento, attingono dalla persona e dai suoi valori morali l'indicazione della loro finalità e la consapevolezza dei loro limiti. Sarebbe, perciò, illusorio rivendicare la neutralità morale della ricerca scientifica e delle sue applicazioni; d'altro canto non si possono desumere i criteri di orientamento dalla semplice efficienza tecnica, dall’utilità che possono arrecare ad alcuni a danno di altri o, peggio ancora, dalle ideologie dominanti. Pertanto la scienza e la tecnica richiedono, per il loro stesso intrinseco significato, il rispetto incondizionato dei criteri fondamentali della moralità: debbono essere cioè, al servizio della persona umana, dei suoi diritti inalienabili e del suo bene vero e integrale secondo il progetto e la volontà di Dio. (…)

Il diritto inviolabile alla vita di ogni individuo umano innocente, i diritti della famiglia, dell'istituzione matrimoniale costituiscono dei valori morali fondamentali, perché riguardano la condizione naturale e la vocazione integrale della persona umana, nello stesso tempo sono elementi costitutivi della società civile e del suo ordinamento. Per questo motivo le nuove possibilità tecnologiche, apertesi nel campo della biomedicina, richiedono l'intervento delle autorità politiche e del legislatore, perché un ricorso incontrollato a tali tecniche potrebbe condurre a conseguenze non prevedibili e dannose per la società civile. Il riferimento alla coscienza di ciascuno e all'autoregolamentazione dei ricercatori non può essere sufficiente per il rispetto dei diritti personali e dell'ordine pubblico. Se il legislatore, responsabile del bene comune, mancasse di vigilare, potrebbe venire espropriato delle sue prerogative da parte di ricercatori che pretendessero di governare l'umanità in nome delle scoperte biologiche e dei presunti processi di "miglioramento" che ne deriverebbero."
Joseph Card. Ratzinger, "Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione", Congregazione per la Dottrina della Fede, 22 febbraio 1987

flisi71
17-11-2004, 09:47
Lo speciale del Corriere con i relativi articoli basta e avanza per spiegare tutto quello che serve.
http://www.corriere.it/speciali/2004/Esteri/usa2004/elezioni/

Il resto è solito show comico da Muppet group.

Ciao

Federico

Bet
17-11-2004, 09:59
con tutti sti dati e balletti di cifre mi sembra di avere i resconti degli scioperi da parte delle autorità e da parte dei sindacati :D




cmq "l'elettorato di Bush" è un elettorato di una democrazia che fa fatto la sua scelta, capisco che per molti sia difficile da digerire ma è così... e lo dico da non amante di Bush ;)

flisi71
17-11-2004, 10:03
Infatti hai ragione.

Ciao

Federico

Bet
17-11-2004, 10:09
Originariamente inviato da flisi71
Infatti hai ragione.

Ciao

Federico


grazie, grazie... troppo gentile :D
ma tutto sommato era la considerazione più semplice che si poteva fare e non era ancora stata fatta... sai com'è :p

CONFITEOR
17-11-2004, 15:21
(se si potessero quotare gli allegati sarbbe bene...)

CONFITEOR
17-11-2004, 15:22
Originariamente inviato da Bet
cmq "l'elettorato di Bush" è un elettorato di una democrazia che fa fatto la sua scelta, capisco che per molti sia difficile da digerire ma è così... si, o mangi questa minestra o salti dalla finestra...

http://www.antiwar.com/photos/perm/torture1.jpg
"scegli, corrente continua o alternata?"

DioBrando
17-11-2004, 17:52
Originariamente inviato da Ewigen
Pure il democratico Carter (fondamentalista cristiano (battista perma precisone ) e creazionista antievoluzonista fino al midollo) ha vinto propro basandosi sui valori cristiani.E se Kerry,invece di farsi leccare le chiappe dai vari Moore e scagnozzi laiconi fosse stato come lui quattro anni al calduccio alla casa bianca li avrebbe probabilmente vinti.E questo è poco ma sicuro

aridai co sto Moore; ma è proprio un chiodo fisso il vostro, nemmeno fosse il Satana del 21° secolo...:rolleyes:

Tra l'altro lui era schierato a favore di Nader, n ha mai amato Kerry, ma era del partito di quelli che volevano "anything but Bush" e dato che l'unico avversario con qlc chance di vincere era Kerry l'ha sommariamente pubblicizzato.


Raccontiamo le cose come stanno non come fà comodo...

Bet
17-11-2004, 21:36
Originariamente inviato da CONFITEOR
si, o mangi questa minestra o salti dalla finestra...


di fronte ad un intervento come il tuo sono sempre più convinto che sbattere la faccia contro altre decisioni che altri hanno preso, diversamente da quello che avresti fatto tu... non puo' che farti bene ;)

CONFITEOR
17-11-2004, 21:46
Originariamente inviato da Bet
di fronte ad un intervento come il tuo sono sempre più convinto che sbattere la faccia contro altre decisioni che altri hanno preso, diversamente da quello che avresti fatto tu... non puo' che farti bene ;) si, come la banda del "buco" che "decide" di fare un buco....

Ma lo volete capire che bush e la sua cricca sono stati eletti per scherzo??!!

Paracleto
17-11-2004, 21:48
Ma perché tutti quelli che dicono che il fondamentalismo islamico non è un problema epocale e invitano alla tolleranza, e a rispettare le loro tradizioni, e a non alzare i toni, poi diventano fallaciani, alzano i toni e dicono che questi evangelici dell'Alabama sono un problema gravissimo?


mettetevela via, le leggende su integralismo religioso, paura, ignoranza, sono solo fregnacce che lo sconfitto si inventa per giustificare la sconfitta ma sentirsi moralmente superiore, lasciate stare, ci fate una figura migliore




http://www.overworld.it/alex/puttanate/owned9.jpg

flisi71
18-11-2004, 09:39
Originariamente inviato da Paracleto
...
mettetevela via, le leggende su integralismo religioso, paura, ignoranza, sono solo fregnacce che lo sconfitto si inventa per giustificare la sconfitta ma sentirsi moralmente superiore, lasciate stare, ci fate una figura migliore


No, come le analisi sul voto hanno messo bene in evidenza sono le ragioni usate dall'entourage di Bush per portare al voto alcuni milioni di americani che nella tornata scorsa non erano andati alle urne (e poi si sono dimostrati decisivi), ma come dice Bet:

"l'elettorato di Bush" è un elettorato di una democrazia che ha fatto la sua scelta

quindi, ce ci piaccia o no, è legittima e noi non abbiamo alcun diritto "divino" o di superiorità per giudicarli inferiori, ottusi e simili.
Tutto qui.
Purtroppo è nel nostro animo la volontà di giudicare gli altri secondo il nostro metro, distribuendo o meno patenti di legittimità a seconda dell'aderenza o meno ai nostri stili di vita, modi di pensare, abitudini ecc.
;)

Ciao

Federico

flisi71
18-11-2004, 10:07
Originariamente inviato da Proteus


P.S. Spero che prima o poi, i giudici a tutti i costi distibuenti patenti di legittimità solo e soltanto a chi sia del loro medesimo avviso si rendano conto che tale agire è quanto di più contrario alla democrazia ed alle sue regole si possa concepire.

Da incorniciare.

Ciao

Federico

CONFITEOR
18-11-2004, 16:22
Originariamente inviato da Proteus
La banda del buco i buchi li fa nei muri et similia e non nell'acqua.

Ciao.

P.S. Modera i termini e smettila di tenere atteggiamenti estremistico offensivi, non ne guadagni certo ne in autorevolezza ne in credibilità ma, al contrario, induci a pesare che tu non sia da tenere in considerazione. Ripeto, uno con tale presentazione
http://www.antiwar.com/photos/perm/torture1.jpg
non è un legittimo capo di stato, poi beato chi ci crede.

E, badate bene, non mi riferisco alle torture, ma alle foto,

La tortura è una realtà, ma di solito i colpevoli non si fanno fare migliaia di foto, alcune sorridenti come ebeti,

la proibizione da parte dell'amministrazione usa di portare per il futuro fotocamere in installazioni militari, svela l'atteggiamento verso ciò che ha reso possibile la scoperta di un grave reato.

O, detto in altre parole, questi sono pazzi scappati dal manicomio.

Paracleto
18-11-2004, 22:34
Originariamente inviato da CONFITEOR


O, detto in altre parole, questi sono pazzi scappati dal manicomio.


http://www.overworld.it/alex/bush.jpeg

Ewigen
18-11-2004, 23:35
Originariamente inviato da CONFITEOR
Ripeto, uno con tale presentazione
http://www.antiwar.com/photos/perm/torture1.jpg
non è un legittimo capo di stato, poi beato chi ci crede.

E, badate bene, non mi riferisco alle torture, ma alle foto,

La tortura è una realtà, ma di solito i colpevoli non si fanno fare migliaia di foto, alcune sorridenti come ebeti,

la proibizione da parte dell'amministrazione usa di portare per il futuro fotocamere in installazioni militari, svela l'atteggiamento verso ciò che ha reso possibile la scoperta di un grave reato.

O, detto in altre parole, questi sono pazzi scappati dal manicomio.

Potrei per parcondicio postare la foto di un feto eliminato grazie all'aborto,sostenuto da Kerry.Ma lascio perdere,non sarei diveso da qualcuno che crede che il voto democratico (secondo il Confiteor-pensiero) vuol dire essere delle sue stesse idee.

ps:le guerre,esecuzioni,torrture mi fanno schifo pure quelle.Ma gli ipocrti che le criticano per sport politizzato mi fanno schifo allo stesso modo,senza se e senza ma.

CONFITEOR
19-11-2004, 00:56
Originariamente inviato da Ewigen
Potrei per parcondicio postare la foto di un feto eliminato grazie all'aborto,sostenuto da Kerry.Ma lascio perdere,non sarei diveso da qualcuno che crede che il voto democratico (secondo il Confiteor-pensiero) vuol dire essere delle sue stesse idee.

ps:le guerre,esecuzioni,torrture mi fanno schifo pure quelle.Ma gli ipocrti che le criticano per sport politizzato mi fanno schifo allo stesso modo,senza se e senza ma. ma io non mi riferivo alle torture,che anche altri hanno fatto, bensì alle migliaia di foto, che invece gli altri non hanno fatto.....

x l'aborto, sai che in italia al referendum gli abortisti vinsero col 66%....25 anni fa, non col 50,01, cioè la maggioranza è schiacciante, smettiamola di dire che è omicidio.
L'abortista kerry invece è cattolico....:rolleyes:
ma un democratico antiabortista non otterrebbe mai la nomination, proprio perchè l'aborto è maggioritario fra la gente.

Ewigen
19-11-2004, 12:13
Originariamente inviato da CONFITEOR
ma io non mi riferivo alle torture,che anche altri hanno fatto, bensì alle migliaia di foto, che invece gli altri non hanno fatto.....

x l'aborto, sai che in italia al referendum gli abortisti vinsero col 66%....25 anni fa, non col 50,01, cioè la maggioranza è schiacciante, smettiamola di dire che è omicidio.
L'abortista kerry invece è cattolico....:rolleyes:
ma un democratico antiabortista non otterrebbe mai la nomination, proprio perchè l'aborto è maggioritario fra la gente.

toh,allora se domani vince un referensum che dichiara che il detenuto non è un essere umano con risultato del 99,99% dei voti allora dobbiamo smettere di definire la pena di morte come togliere la vita ad un umano?Che bella consolazione! :rolleyes:


Ps:le lezioni di catechismo e teologia te le rispermio che è meglio

CONFITEOR
26-11-2004, 05:23
Originariamente inviato da Proteus

Ricorda che il nazismo, la degenerazione del comunismo, i dittatoruncoli vari che hanno appestato l'africa ed il sud america e tante altre disgrazie che hanno afflitto ed ancora affliggono l'umanità hanno come humus proprio questo modo di pensare.

Ciao con un democratico come bush, chi ha bisogno di dittatori?

lnessuno
26-11-2004, 19:16
Originariamente inviato da zuper
PS: non perdete tempo a segnalarmi.....


l'ho già fatto io!!!



questo è un chiaro conflitto d'interessi :mad:

sei tale e quale al tuo padrone :mad:



:D

LadyLag
27-11-2004, 16:40
http://www.andyfoulds.co.uk/amusement/bushv2.htm



;)