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View Full Version : Pomodori? Made in China, of course...


bluelake
24-10-2004, 10:51
CERNOBBIO (COMO) - Arrivano in Italia, per la prima volta, i pomodori pelati «made in China». E sono anche garantiti ogm-free. A lanciare l’allarme è la Coldiretti che al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio ha presentato le prime confezioni cinesi di pomodori pelati e pomodorini di collina «catturate» al salone Sial di Parigi dove la tigre di oriente ha lanciato l’assalto al mercato europeo della pummarola.
Dopo le imitazioni a basso costo di giocattoli, rubinetti, abiti e calzature made in Italy, è dunque il prodotto simbolo della dieta mediterranea e delle tavole italiane ad essere pesantemente minacciato dalla tumultuosa crescita del colosso orientale. L’operazione commerciale è orchestrata dalla multinazionale cinese Chalkis Tomato, filiale della Xinjiang Production fondata dall’esercito cinese che vuole completare il processo di espansione sul mercato europeo dei derivati del pomodoro iniziato con l’acquisizione di Conserves de Provence, leader francese del settore. La cinese Chalkis è al secondo posto nel mercato mondiale del pomodoro con una capacità di trasformazione di 1,7 milioni di tonnellate e dispone di dieci stabilimenti in Cina, dove la produzione di pomodoro è cominciata nel 1990 e oggi rappresenta il terzo bacino di produzione dopo Stati Uniti e Unione europea dove l’ Italia mantiene la posizione di leadership.
L’Italia, con una produzione di 5,8 milioni di tonnellate, rischia dunque di vedersi scippare una componente fondamentale della propria tradizione alimentare e territoriale, anche perché accanto al pomodoro pelato stanno per arrivare anche i «pomodorini di collina», prodotti dalla Pollo Ltd, anche questi rigorosamente made in China. Un’anteprima che presuppone lo sbarco dell’intera gamma di prodotti che comprende tra l’altro pelati, polpe, sughi e concentrati di pomodoro. E, per superare le diffidenze dei consumatori europei, le industrie alimentari cinesi arrivano anche a garantire in etichetta l’assenza di organismi geneticamente modificati (Ogm) in un Paese dove le coltivazioni biotech crescono a ritmi impressionanti.
«La concorrenza cinese va combattuta con la trasparenza di mercato - ha detto il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni - e per questo bisogna rendere subito operativa la legge che obbliga ad indicare in etichetta l’origine territoriale del pomodoro». Per Bedoni «non bastano dazi e tariffe, ma occorre dare la possibilità ai consumatori di fare scelte consapevoli. Il pomodoro trasformato è un prodotto importante nella spesa degli italiani, tanto che le famiglie destinano circa 400 milioni di euro all’anno per gli acquisti domestici di circa 30 kg tra passate, polpe, pelati e concentrato di pomodoro. Le passate di pomodoro sono la voce più rilevante e si spendono circa 166 milioni di euro (oltre il 40%), per le polpe 106 milioni di euro (25%) e per i pelati oltre 80 milioni di euro mentre si sono progressivamente ridotti i consumi di concentrato e della categoria altri prodotti che con meno di 15 milioni di euro rappresentano solo il 3,5% della spesa in pomodori trasformati. L’Italia è il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti e il raccolto 2004 di pomodoro destinato all’industria di trasformazione dovrebbe superare 5,8 milioni di tonnellate (il 75% della superficie coltivata quasi a pari merito tra Puglia ed Emilia Romagna) segnando un aumento del 10% rispetto all’anno precedente.
(http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_economia_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=123025&IDCategoria=4)
Dunque, ricapitolando, noi autorizziamo così, tranquilli tranquilli, lo sbarco in grande stile di prodotti di cui non conosciamo la provenienza, il tipo di trattamenti a cui sono sottoposti, i metodi usati per coltivarli... trascurando il fatto (che non c'entra con il mercato) che provengono da un paese governato da una dittatura sanguinaria e in cui non esistono (o non vengono effettuati) controlli sanitari all'avanguardia. Un'ottima protezione per i lavoratori e le aziende italiane ed europee, senza dubbio...

Beh, bravi, continuiamo così...

Gnappoide
24-10-2004, 11:41
Cioè questi addirittura arrivano a scrivere che i pomodori sono omg free... si certo, è chi dovrebbe controllare questa cosa il loro governo? :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Già tanto se ci sarà il colore del pomodoro :rolleyes:


Ciauz!!!

giacomo_uncino
24-10-2004, 12:31
la stessa UE ha riaperto ad Agosto il mercato a vari prodotti Cinesi, tra cui il miele bloccati precedentemente perchè pesantemente inquinati da antibiotici e altre schifezze, e questi invece sono i " controlli" che vengono attuati: "Gli esportatori dovranno sottomettere i prodotti al controllo delle autorità cinesi sulla sicurezza alimentare, che emetteranno per ogni lotto un certificato di conformità alle norme comunitarie di sicurezza alimentare." :rolleyes: :rolleyes: http://www.mieliditalia.it/cina.htm
http://www.greenplanet.net/Articolo4791.html
http://www.apicoltura2000.it/riviste/editlapis903.htm

Korn
24-10-2004, 12:36
mamma mia se molti dei ristoranti cinesi in italia viene denunciata per qualche carenza igienica, mi immagino qualità delle loro materie prime che arrivano dalla cina...

Killian
24-10-2004, 13:07
mi sa che l'unica arma efficace è non comprarli.

Ho visto il servizio alla TV, addirittura sul barattolo è presente il tricolore, oltre alle scritte in italiano.

Difendiamo i nostri prodotti, magari costeranno di più ma almeno saranno più sani, oltretutto non contribuiamo allo spostamento all'estero dei nostri stabilimenti produttivi perdendo quindi posti di lavoro.

madaboutpc
24-10-2004, 13:29
Originariamente inviato da bluelake
CERNOBBIO (COMO) - Arrivano in Italia, per la prima volta, i pomodori pelati «made in China». E sono anche garantiti ogm-free. A lanciare l’allarme è la Coldiretti che al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio ha presentato le prime confezioni cinesi di pomodori pelati e pomodorini di collina «catturate» al salone Sial di Parigi dove la tigre di oriente ha lanciato l’assalto al mercato europeo della pummarola.
Dopo le imitazioni a basso costo di giocattoli, rubinetti, abiti e calzature made in Italy, è dunque il prodotto simbolo della dieta mediterranea e delle tavole italiane ad essere pesantemente minacciato dalla tumultuosa crescita del colosso orientale. L’operazione commerciale è orchestrata dalla multinazionale cinese Chalkis Tomato, filiale della Xinjiang Production fondata dall’esercito cinese che vuole completare il processo di espansione sul mercato europeo dei derivati del pomodoro iniziato con l’acquisizione di Conserves de Provence, leader francese del settore. La cinese Chalkis è al secondo posto nel mercato mondiale del pomodoro con una capacità di trasformazione di 1,7 milioni di tonnellate e dispone di dieci stabilimenti in Cina, dove la produzione di pomodoro è cominciata nel 1990 e oggi rappresenta il terzo bacino di produzione dopo Stati Uniti e Unione europea dove l’ Italia mantiene la posizione di leadership.
L’Italia, con una produzione di 5,8 milioni di tonnellate, rischia dunque di vedersi scippare una componente fondamentale della propria tradizione alimentare e territoriale, anche perché accanto al pomodoro pelato stanno per arrivare anche i «pomodorini di collina», prodotti dalla Pollo Ltd, anche questi rigorosamente made in China. Un’anteprima che presuppone lo sbarco dell’intera gamma di prodotti che comprende tra l’altro pelati, polpe, sughi e concentrati di pomodoro. E, per superare le diffidenze dei consumatori europei, le industrie alimentari cinesi arrivano anche a garantire in etichetta l’assenza di organismi geneticamente modificati (Ogm) in un Paese dove le coltivazioni biotech crescono a ritmi impressionanti.
«La concorrenza cinese va combattuta con la trasparenza di mercato - ha detto il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni - e per questo bisogna rendere subito operativa la legge che obbliga ad indicare in etichetta l’origine territoriale del pomodoro». Per Bedoni «non bastano dazi e tariffe, ma occorre dare la possibilità ai consumatori di fare scelte consapevoli. Il pomodoro trasformato è un prodotto importante nella spesa degli italiani, tanto che le famiglie destinano circa 400 milioni di euro all’anno per gli acquisti domestici di circa 30 kg tra passate, polpe, pelati e concentrato di pomodoro. Le passate di pomodoro sono la voce più rilevante e si spendono circa 166 milioni di euro (oltre il 40%), per le polpe 106 milioni di euro (25%) e per i pelati oltre 80 milioni di euro mentre si sono progressivamente ridotti i consumi di concentrato e della categoria altri prodotti che con meno di 15 milioni di euro rappresentano solo il 3,5% della spesa in pomodori trasformati. L’Italia è il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti e il raccolto 2004 di pomodoro destinato all’industria di trasformazione dovrebbe superare 5,8 milioni di tonnellate (il 75% della superficie coltivata quasi a pari merito tra Puglia ed Emilia Romagna) segnando un aumento del 10% rispetto all’anno precedente.
(http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_economia_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=123025&IDCategoria=4)
Dunque, ricapitolando, noi autorizziamo così, tranquilli tranquilli, lo sbarco in grande stile di prodotti di cui non conosciamo la provenienza, il tipo di trattamenti a cui sono sottoposti, i metodi usati per coltivarli... trascurando il fatto (che non c'entra con il mercato) che provengono da un paese governato da una dittatura sanguinaria e in cui non esistono (o non vengono effettuati) controlli sanitari all'avanguardia. Un'ottima protezione per i lavoratori e le aziende italiane ed europee, senza dubbio...

Beh, bravi, continuiamo così...

un plauso a bluelake per l'articolo interessantissimo

( io ne ero gia' a conoscenza
:sborone: )

ragazzi apriamo gli occhi quando facciamo la spesa e cerchiamo di comprare italiano!!!

-kurgan-
24-10-2004, 15:35
ma la comunita' europea non difendeva una volta i prodotti agricoli interni con dazi su quelli esteri? :confused:

kaioh
24-10-2004, 15:40
Originariamente inviato da -kurgan-
ma la comunita' europea non difendeva una volta i prodotti agricoli interni con dazi su quelli esteri? :confused:
non può mettere dazzi

-kurgan-
24-10-2004, 15:50
come no, mi risulta di si invece.
a cosa serve la comunita' europea se non per difendere i prodotti interni?

CYRANO
24-10-2004, 16:22
Originariamente inviato da Killian
mi sa che l'unica arma efficace è non comprarli.

Ho visto il servizio alla TV, addirittura sul barattolo è presente il tricolore, oltre alle scritte in italiano.

Difendiamo i nostri prodotti, magari costeranno di più ma almeno saranno più sani, oltretutto non contribuiamo allo spostamento all'estero dei nostri stabilimenti produttivi perdendo quindi posti di lavoro.

Il problema non sta tanto nel non comprare una scatola di pomodori cinesi..ma nel sapere se la marca X che fa passata , la fa con pomodori italiani o cinesi.




Ciaozzz

sider
24-10-2004, 19:46
Originariamente inviato da Killian
mi sa che l'unica arma efficace è non comprarli.

Ho visto il servizio alla TV, addirittura sul barattolo è presente il tricolore, oltre alle scritte in italiano.

Difendiamo i nostri prodotti, magari costeranno di più ma almeno saranno più sani, oltretutto non contribuiamo allo spostamento all'estero dei nostri stabilimenti produttivi perdendo quindi posti di lavoro.

Esatto...siamo noi consumatori a decidere

Killian
24-10-2004, 19:50
Originariamente inviato da CYRANO
Il problema non sta tanto nel non comprare una scatola di pomodori cinesi..ma nel sapere se la marca X che fa passata , la fa con pomodori italiani o cinesi.




Ciaozzz

non è detto, potrebbero importare pomodori italiani e lavorarli in Cina, anche se poi aumenterebbero i costi per il doppio trasporto.

-kurgan-
24-10-2004, 20:25
cmq se i cinesi non aumentano gli stipendi, possono scordarsi di avere un mercato interno decente.. sono "costretti" a vendere all'estero, finche' tutti gli altri stati non metteranno di comune accordo dazi enormi per proteggersi.
e.. si.. da queste cose a volte scoppiano pure delle guerre :(

Gnappoide
24-10-2004, 21:10
Se il "governo" cinese aumenta gli stipendi, non potrà più vendere i china prodotti a prezzi ridicoli ;)

Ciauz!!!

Sinclair63
24-10-2004, 22:15
Originariamente inviato da madaboutpc
un plauso a bluelake per l'articolo interessantissimo

( io ne ero gia' a conoscenza
:sborone: )

ragazzi apriamo gli occhi quando facciamo la spesa e cerchiamo di comprare italiano!!!
Io proporrei addirittura uno "sticky" per una cosa così importante!!!;)

-kurgan-
25-10-2004, 02:08
Originariamente inviato da Gnappoide
Se il "governo" cinese aumenta gli stipendi, non potrà più vendere i china prodotti a prezzi ridicoli ;)

Ciauz!!!

sarà costretto a farlo, tra un pò.. la storia insegna che le lotte sindacali sono inevitabili.
inoltre prima o poi all'estero per difendere le altre economie gli altri stati metteranno barriere di ogni tipo alle esportazioni cinesi... e in qualche modo i cinesi dovranno vendere anche all'interno.

Gnappoide
25-10-2004, 06:34
Dovranno aspettare molto a lungo per avere una lotta sindacale allora...
Perchè non credo abbiano un governo desiamente "aperto" a recepire le lotte di classe, così come dubito che i lavoratori abbiano un sindacato.
Forse è arrivato il momento di mettere dazi sia sui prodotti importati sia tasse alle aziende che trasferiscono interamente la loro produzione in Cina per poi rivenderci il prodotto a prezzo pieno :rolleyes:

Ciauz!!!

bluelake
25-10-2004, 07:56
Originariamente inviato da -kurgan-
sarà costretto a farlo, tra un pò.. la storia insegna che le lotte sindacali sono inevitabili.
nei paesi normali sì... ma la Cina è a tutt'oggi una dittatura rigidissima in cui chi la pensa una virgola diversamente dal regime se ne va in galera o lo ammazzano, non può svilupparsi un movimento sindacale per il semplice motivo che nessun sindacalista resterebbe vivo.

Lucio Virzì
25-10-2004, 08:24
Meno male che sono allergico ai pomodori :asd:

LuVi

Quetzal
25-10-2004, 18:57
Originariamente inviato da -kurgan-
cmq se i cinesi non aumentano gli stipendi, possono scordarsi di avere un mercato interno decente.. sono "costretti" a vendere all'estero, finche' tutti gli altri stati non metteranno di comune accordo dazi enormi per proteggersi.
e.. si.. da queste cose a volte scoppiano pure delle guerre :(

Mica vero che non ci sia mercato interno: secondo un servizio di economia captato una delle rarissime volte che accendo la tv, circa il 10 % della popolazione avrebbe un potere d' acquisto paragonabile alla classe media europea.
Questo farebbe un mercato di 100-120 milioni di potenziali consumatori, cioe', spannometricamente, quanto Francia e Italia insieme....


E anch' io trovo scandaloso che ad una dittatura in tutto e per tutto paragonabile a Cuba (tranne che nelle dimensioni) venga del tutto aperto il mercato occidentale (sì, compresi gli USA), mentre a Cuba venga applicato l' embargo. Ha senso questa distinzione ?

-kurgan-
25-10-2004, 22:17
Originariamente inviato da bluelake
nei paesi normali sì... ma la Cina è a tutt'oggi una dittatura rigidissima in cui chi la pensa una virgola diversamente dal regime se ne va in galera o lo ammazzano, non può svilupparsi un movimento sindacale per il semplice motivo che nessun sindacalista resterebbe vivo.

sto giusto leggendo in questo periodo un libro sulla storia della jamaica e delle continue lotte che ha fatto la sua popolazione per liberarsi prima dallo schiavismo, poi da uno schiavismo economico spaventoso. Molta gente e' finita in carcere, ma poi a forza di ribellioni sono cambiate molte cose.
stessa cosa qui.. il mio bisnonno fini' in galera solo perche' aveva un bar che faceva da ritrovo per sindacalisti..
purtroppo certe lotte di classe, e il conseguente sangue che si versa ogni volta, credo siano inevitabili.
noi e altri ci siamo gia' passati, i cinesi ancora no.

ah, curiosita'.. dal 1995 a pechino incominciano a vedersi i primi punk ;)

-kurgan-
25-10-2004, 22:20
Originariamente inviato da Quetzal
Mica vero che non ci sia mercato interno: secondo un servizio di economia captato una delle rarissime volte che accendo la tv, circa il 10 % della popolazione avrebbe un potere d' acquisto paragonabile alla classe media europea.
Questo farebbe un mercato di 100-120 milioni di potenziali consumatori, cioe', spannometricamente, quanto Francia e Italia insieme....


il 10 per cento.. e il resto?
quel 10 per cento non bastera' piu' tra un po' alle industrie cinesi.
e gli operai cinesi non andranno avanti ancora per molto con quegli stipendi da fame.

-kurgan-
25-10-2004, 22:23
Originariamente inviato da Gnappoide
Forse è arrivato il momento di mettere dazi sia sui prodotti importati sia tasse alle aziende che trasferiscono interamente la loro produzione in Cina per poi rivenderci il prodotto a prezzo pieno :rolleyes:


penso che per usa ed europa sia la cosa piu' sensata da fare.
vedremo.