Hal2001
13-10-2004, 23:46
Presentati i dati del rapporto 2003
Istat: una famiglia su cinque a rischio povertà
Il 4,9% dei nuclei familiari italiani vive in una condizione di «disagio estremo». La situazione peggiore al sud
http://www.corriere.it/Hermes%20Foto/2004/10_Ottobre/13/spasa--230x180.jpg
ROMA - In Italia circa una famiglia su cinque è povera o a rischio povertà: lo rileva l'Istat che mercoledì ha presentato il rapporto annuale sulla andamento della povertà relativo al 2003.
Per l'Istat, le famiglie sicuramente non povere rappresentano l'81,5% della popolazione (nel 2002 era l'81%). Di conseguenza, il 18,5% o è povera o è a rischio e si avvicina sempre di più alla soglia di povertà.
Al Nord le famiglie sicuramente non povere sono l'89,5% di quelle residenti, al Centro la percentuale è dell'87,9% mentre nel Mezzogiorno del 65,8%. In particolare - ha spiegato l'istituto centrale di statistica - il 7,9% delle famiglie residenti in Italia è a rischio povertà e il 4,9% vive in condizioni di disagio estremo. Una percentuale quest'ultima che nel Mezzogiorno sale al 10,7%. §
Per indicare la classificazione delle famiglie povere e non povere, l'Istat definisce attraverso la soglia convenzionale (869,50 euro di spesa media in una famiglia di due componenti), due soglie aggiuntive. Nel 2003, queste soglie, pari rispettivamente a 695,60 e 1.043,40 euro, consentono di individuare quattro gruppi di famiglie: quelle sicuramente non povere con i consumi più elevati (81,5%); quelle a rischio di povertà (7,9%); quelle appena povere (5,7%, con consumi inferiori alla linea di non oltre il 20%) e quelle sicuramente povere (4,9%, con consumi inferiori all'80% della soglia di povertà standard).
IL GOVERNO: SMENTITA LA SINISTRA - Per il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi «i dati Istat, gli unici scientificamente testati in coerenza con le metodologie europee, descrivono, a proposito della povertà relativa, un paese ben diverso da quello denunciato dalla nostra opposizione di sinistra-centro. Vi può essere anche un margine di errore nei dati ma un esito positivo non può certo trasformarsi in uno negativo». In particolare, osserva Sacconi, «scende la percentuale di famiglie povere sia sul totale delle famiglie sia sul totale dell'intera popolazione. Scende soprattutto, in modo inequivoco e di ben 5 punti, la povertà delle famiglie numerose con cinque o più componenti nell'Italia centrale e migliora al Sud la situazione dei nuclei con anziani».
L'OPPOSIZIONE: LA POVERTA' PUNTO CARDINE - «Nel nostro paese c’è una contraddizione preoccupante: cresce l’occupazione ma la povertà non diminuisce. Anzi tutt’altro. I dati comunicati dall’Istat confermano lo stato di disagio in cui vivono oltre 2 milioni e 600 mila famiglie italiane». E’ quanto sostiene la responsabile welfare della Margherita Rosi Bindi ribadendo che «la lotta alla povertà sarà per la Grande Alleanza Democratica uno dei punti cardine del programma, per un nuovo sistema di welfare che riduca la fascia di esclusione e ampli il diritto di cittadinanza a chi oggi ne è escluso».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/13/povert%e0.shtml
Istat: una famiglia su cinque a rischio povertà
Il 4,9% dei nuclei familiari italiani vive in una condizione di «disagio estremo». La situazione peggiore al sud
http://www.corriere.it/Hermes%20Foto/2004/10_Ottobre/13/spasa--230x180.jpg
ROMA - In Italia circa una famiglia su cinque è povera o a rischio povertà: lo rileva l'Istat che mercoledì ha presentato il rapporto annuale sulla andamento della povertà relativo al 2003.
Per l'Istat, le famiglie sicuramente non povere rappresentano l'81,5% della popolazione (nel 2002 era l'81%). Di conseguenza, il 18,5% o è povera o è a rischio e si avvicina sempre di più alla soglia di povertà.
Al Nord le famiglie sicuramente non povere sono l'89,5% di quelle residenti, al Centro la percentuale è dell'87,9% mentre nel Mezzogiorno del 65,8%. In particolare - ha spiegato l'istituto centrale di statistica - il 7,9% delle famiglie residenti in Italia è a rischio povertà e il 4,9% vive in condizioni di disagio estremo. Una percentuale quest'ultima che nel Mezzogiorno sale al 10,7%. §
Per indicare la classificazione delle famiglie povere e non povere, l'Istat definisce attraverso la soglia convenzionale (869,50 euro di spesa media in una famiglia di due componenti), due soglie aggiuntive. Nel 2003, queste soglie, pari rispettivamente a 695,60 e 1.043,40 euro, consentono di individuare quattro gruppi di famiglie: quelle sicuramente non povere con i consumi più elevati (81,5%); quelle a rischio di povertà (7,9%); quelle appena povere (5,7%, con consumi inferiori alla linea di non oltre il 20%) e quelle sicuramente povere (4,9%, con consumi inferiori all'80% della soglia di povertà standard).
IL GOVERNO: SMENTITA LA SINISTRA - Per il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi «i dati Istat, gli unici scientificamente testati in coerenza con le metodologie europee, descrivono, a proposito della povertà relativa, un paese ben diverso da quello denunciato dalla nostra opposizione di sinistra-centro. Vi può essere anche un margine di errore nei dati ma un esito positivo non può certo trasformarsi in uno negativo». In particolare, osserva Sacconi, «scende la percentuale di famiglie povere sia sul totale delle famiglie sia sul totale dell'intera popolazione. Scende soprattutto, in modo inequivoco e di ben 5 punti, la povertà delle famiglie numerose con cinque o più componenti nell'Italia centrale e migliora al Sud la situazione dei nuclei con anziani».
L'OPPOSIZIONE: LA POVERTA' PUNTO CARDINE - «Nel nostro paese c’è una contraddizione preoccupante: cresce l’occupazione ma la povertà non diminuisce. Anzi tutt’altro. I dati comunicati dall’Istat confermano lo stato di disagio in cui vivono oltre 2 milioni e 600 mila famiglie italiane». E’ quanto sostiene la responsabile welfare della Margherita Rosi Bindi ribadendo che «la lotta alla povertà sarà per la Grande Alleanza Democratica uno dei punti cardine del programma, per un nuovo sistema di welfare che riduca la fascia di esclusione e ampli il diritto di cittadinanza a chi oggi ne è escluso».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/13/povert%e0.shtml