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View Full Version : Bavaglio ai centristi, vil razza dannata


SaMu
11-10-2004, 17:48
Se uno vuol vincere le elezioni, e comincia attaccando il Corriere della Sera, vuol dire che non ha capito niente. Non c’è solo un errore tattico dietro l’offensiva che da sinistra, più sguaiatamente dall’Unità, sta partendo contro il giornale di Milano, cioè dell’area del paese dove l’Ulivo non ha vinto mai. Quando Blair assunse la leadership del New Labour come prima cosa fece la pace col Sun, intestino crasso del conservatorismo britannico. Il ventesimo secolo era stato di destra. Blair sapeva che non si poteva aprire un secolo progressista senza digerire il cibo di cui si nutriva la pancia del paese. E il Corriere, francamente, non è poi così indigesto.
Ma dietro l’errore tattico c’è la sostanza: una parte cospicua della sinistra italiana soffre di un complesso di superiorità morale. Ritiene di essere l’unica interprete autentica della , finora conculcata solo a causa di destini cinici e bari o di oppressioni finanziarie e mediatiche. Di qui il sospetto per i poteri forti, il fastidio per i centristi, terzisti o moderati che dir si voglia. O si aderisce, o si sabota. La circostanza che il giornale di Milano e la sua variegata proprietà abbiano retto con orgoglio a quello che doveva essere il Terrore berlusconian-previtiano, contribuendo fortemente al Termidoro, non l’assolve se si concede anche un solo dubbio sull’abilità dell’altro schieramento a governare.
Dice Edmondo Berselli, con la sua consueta lucidità, che ; e che se salta Prodi salta l’attuale centrosinistra. Ha perfettamente ragione. Ma il problema è che questo numero di cittadini che sono mossi da motivi etico-politici è, come è noto, una grande minoranza del paese. Poi c’è una piccola minoranza che non ha un’avversione etico-politica a Berlusconi, ma ha capito che non ce la fa a cambiare l’Italia e vorrebbe provare con qualcun altro. La grande minoranza più questa piccola minoranza può diventare maggioranza. Senza, resta minoranza.
La piccola minoranza è davvero piccola in Italia. Gli swinging voters forse non arrivano nemmeno al cinque per cento, laddove in America, in condizioni meno turbolente di quelle attuali, superano il dieci per cento dell’elettorato. A Prodi noi chiediamo semplicemente di occuparsi di questa gente. Se sono pochi, tanto meglio: sarà più facile. Il centrismo non olet. Si trova bene nel bipolarismo se il bipolarismo non lo fa fuori, se non lo schiaccia tra gli opposti estremismi. Non è un complotto, è uno stato d’animo molto allarmato per le sorti del paese, di cui spesso anima la produzione di ricchezza.
Del resto Prodi lo sa bene. Il suo governo del ’96 passò alla storia per due cose non propriamente di sinistra: disciplina fiscale e risanamento finanziario, privatizzazioni e liberalizzazioni. Cose centriste. Quando fu costretto a dire una cosa di sinistra (do you remember le favolose 35 ore?) cadde. Ma oggi siamo tornati lì. Bertinotti ha solo sostituito le 35 ore con la patrimoniale. E la Cgil ha scritto il suo programma: abrogare la riforma della scuola, del mercato del lavoro, delle pensioni, della giustizia e delle istituzioni. Manca solo l’abrogazione dal calendario degli anni 2001, 2002, 2003, 2004, 2005 e metà 2006, e l’Italia del centrosinistra, che come è noto andava a gonfie vele, può ripartire da dove era stata interrotta, nel tempo felice in cui Jospin e Lafontaine non facevano ancora da baby sitter ai nipotini.
Questo non è un programma massimo, è un programma che più minimo non si può. E il problema è che non se ne vede, non se sente un altro. Non da parte di Prodi, almeno. La critica di Massimo D’Alema a Rutelli (l’innovazione non si farà con la competition interna al centrosinistra, ma con la costruzione di un nuovo partito) non farebbe una grinza se questo nuovo partito fosse nato o stesse nascendo. E invece l’ecografia ci rivela l’embrione di una coalizione che è un clone, solo più spostato a sinistra, di quella del ’96. Per non turbarne la gestazione, stiamo ancora qui a discutere di cose astruse (federazione, cessioni di sovranità, collegi marginali) o di dilemmi amletici (ritirarsi o non ritirarsi dall’Iraq, qualche mese fa ci si ritirò, oggi non ci si ritira per aspettare le elezioni americane, della cui esistenza evidentemente non si sospettava quando ci si ritirava). Senza Prodi, è vero, il centrosinistra etico-politico non esiste. Ma con Prodi esiste un centrosinistra programmatico?
P.s.: la piccola minoranza di cui sopra troverebbe impossibile, proprio sul piano etico-politico, confondere il proprio voto con chi imputa la decapitazione di un ostaggio alla mancanza di compassione del suo governo e non alla mancanza di compassione di chi gli ha tagliato la gola. (Lidia Ravera, sull’Unità di sabato scorso).

Master_of_Puppets
11-10-2004, 17:56
Non è che hai sbagliato sezione del forum?

SaMu, cosa fai? Cominci a perdermi qualche colpo? :D :D :D

SaMu
11-10-2004, 18:23
E' vero scusate :D qualche gentil moderatore me la sposta in "Berlusconi, cazzi e mazzi" per fav.. ehm, volevo dire in "Storia politica e attualità".:p :)

Espinado
11-10-2004, 23:48
beh non è certo così che si riconquista alla libera espressione il corriere dopo le forzate dimissioni di de bortoli. così si legittimano ancora di più coloro che vogliono portare il corriere all'inoffensività (e prob nelle loro teste all'ossequio verso sua maestà stile tg1 secondo minun)

ChristinaAemiliana
11-10-2004, 23:59
Consorteeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! C'è da spostare un thread, SaMu sta venendo vecchio e ha sbagliato sezione! :D

FreeMan
12-10-2004, 00:02
sorry ma le regole dicono che va chiuso e riaperto :O

;)

CLOSED!!

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