bluelake
04-10-2004, 16:13
DUBAI -E' morto Ayad Anuar Wali, l'uomo d'affari iracheno che viveva in Italia è stato assassinato probabilmente dagli stessi uomini che l'hanno rapito più di un mese fa. L'atroce conferma arriva direttamente dalla Farnesina. A dare l'annuncio era stata per prima la tv di Dubai Al Arabiya. La notizia viene diffusa con un annuncio urgente scritto nel centro dello schermo televisivo: «Un gruppo armato ha ucciso un italiano e un turco». Poco dopo l'agenzia France Presse dice di aver ricevuto un video girato il 2 ottobre scorso in cui due ostaggi bendati vengono fucilati alle spalle in una località sconosciuta dell'Iraq. Nel video un gruppo militante islamico afferma di aver sequestrato e ucciso «un turco e una spia italo-irachena». Nel video si vedono due uomini confessare che lavorano per i servizi di spionaggio israeliani, iraniani e turchi. «Il primo è un italiano, di origine irachena turcmena, e il suo nome è Ayad Anuar Wali, 44 anni. L'altro è un turco di nome Yalmaz Dabja, 33, anni» recita l'annuncio letto da uno dei sequestratori.
IL PIANTO E LE ACCUSE - «È stato ucciso perché era italiano, ma il governo non ha mai mosso un dito». È tra le lacrime
che Emad Wali, fratello di Ayad Anwar Wali, commenta la notizia della morte del fratello appena confermatagli dalla Farnesina. Sulle cause della morte del fratello (indicato come spia dal gruppo integralista che ne ha rivendicato l'uccisione) e sul perché
la vicenda abbia raggiunto un picco così tragico, Emad Wali dice
ancora: «chiedete a Frattini perché è successo questo. Chiedete al presidente italiano; questo è il risultato perché nessuno ci ha
aiutato».
ITALIANO-IRACHENO - Ayad Anuar Wali era andato a Bagdad per vendere prodotti del Nord est. Come ha raccontato il fratello Emad al Corriere della Sera di sabato 2 ottobre, l'avevano portato via mentre era collegato al telefono: era il 31 agosto scorso. Nato in Iraq, Ayad viveva e lavorava a Castelfranco Veneto dal 1980, dove aveva aperto uno studio per la sua attività, ma non aveva la cittadinanza italiana. Poi tempo fa aveva avviato, a Bagdad, un ufficio per la promozione di prodotti italiani nel mondo arabo. Nel gennaio 2004 il fratello Emad lo aveva raggiunto da Treviso per portargli cataloghi e listini delle ditte con cui lavorano, ed era subito ripartito per il Veneto. I due fratelli si erano sentiti per telefono fino a quel drammatico 31 agosto, giorno del sequestro. Da allora nessuno aveva avuto alcuna notizia dell'italo-iracheno. Tuttavia, non passava giorno che la sorella di Ajad, che risiede a Bagdad, non si recasse alla centrale di polizia per cercare di avere notizie del fratello.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/04/wali.shtml
:(
IL PIANTO E LE ACCUSE - «È stato ucciso perché era italiano, ma il governo non ha mai mosso un dito». È tra le lacrime
che Emad Wali, fratello di Ayad Anwar Wali, commenta la notizia della morte del fratello appena confermatagli dalla Farnesina. Sulle cause della morte del fratello (indicato come spia dal gruppo integralista che ne ha rivendicato l'uccisione) e sul perché
la vicenda abbia raggiunto un picco così tragico, Emad Wali dice
ancora: «chiedete a Frattini perché è successo questo. Chiedete al presidente italiano; questo è il risultato perché nessuno ci ha
aiutato».
ITALIANO-IRACHENO - Ayad Anuar Wali era andato a Bagdad per vendere prodotti del Nord est. Come ha raccontato il fratello Emad al Corriere della Sera di sabato 2 ottobre, l'avevano portato via mentre era collegato al telefono: era il 31 agosto scorso. Nato in Iraq, Ayad viveva e lavorava a Castelfranco Veneto dal 1980, dove aveva aperto uno studio per la sua attività, ma non aveva la cittadinanza italiana. Poi tempo fa aveva avviato, a Bagdad, un ufficio per la promozione di prodotti italiani nel mondo arabo. Nel gennaio 2004 il fratello Emad lo aveva raggiunto da Treviso per portargli cataloghi e listini delle ditte con cui lavorano, ed era subito ripartito per il Veneto. I due fratelli si erano sentiti per telefono fino a quel drammatico 31 agosto, giorno del sequestro. Da allora nessuno aveva avuto alcuna notizia dell'italo-iracheno. Tuttavia, non passava giorno che la sorella di Ajad, che risiede a Bagdad, non si recasse alla centrale di polizia per cercare di avere notizie del fratello.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/04/wali.shtml
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