avvelenato
29-09-2004, 17:56
magari non ci pensate. o forse sì.
magari avete paura, come ne ho paura io, in questi tempi tesi, di attentati kamikaze, bombe, gas nervino e scoreggie post-mcdonald, piazzate in punti strategici e affollati allo scopo di creare più vittime possibili.
ma c'è un altro pericolo che incombe, forse, su tutti noi, che ogni giorno saliamo sui nostri scatoloni di latta, pressati pur di non prendere il treno/metro successivi, inverosimilmente attaccati a persone disgustose che strusciano ascelle e genitali ovunque, scaccolandosi e grattandosi le parti intime, con le stesse dita che successivamente sorreggono con noncuranza gli appigli di sicurezza.
forse non ci avete pensato, ma è una bomba ad orologeria quella che ogni giorno affrontiamo, è una roulette russa, o una tagliola caricata male, forse ce ne accorgeremo solo quando qualcuno di noi resterà fregato. Perché ci vuole poco.
Ad esempio basterebbe mia sorella. Mia sorella ha il terrore delle cimici. E' una fobia vera e propria, e quando ne vede una tira fuori le sue doti canore lanciando fuori un "ahhhhhh" in si bemolle dal potenziale distruttivo disarmante, con somma gioia dei vetrai tenuti a riparare le finestre del vicinato.
voi sapete bene che il terrore è contagioso. Lo sbadiglio è contagioso. il prurito, a volte è contagioso, a volte lo starnuto, pur'anche immotivato. Ma anche il terrore. Fate "bu!" nel contesto giusto, e le persone interessate non si limiteranno a fare un salto di spavento, ma alimenteranno questo con i loro strepiti, prima di realizzare dopo qualche secondo che non c'è motivo per essere spaventati (semmai incazzati).
adesso torniamo all'icastica immagine di cui sopra. Mia sorella vede una cimice in metropolitana, pressata come una sardina, mentre il vagone si avvicina alla fermata successiva a "duomo" (quindi bello bello carico). E tira il suo poderoso grido. Al ché, tra le signore, le più suscettibili a codeste reazioni condizionate, imiteranno il gesto, urlando a loro volta, e donandovi una forza espressiva amplificata, che coinvolgerà i più scettici, qualcuno inizierà a spingere, e allora sì che ci sarà da aver paura: alcuni sverranno, alcuni rimarranno contusi, ma nella calca ognuno penserà per se. Quando le porte si apriranno non sarà il normale pogo quotidiano per garantirsi la puntualità lavorativa. Alcuni cadranno; alcuni non si rialzeranno.
Ora, vorrei esser, da qualcuno più esperto di me nella vita da pendolare, rassicurato che tragici episodi come quelli da me immaginati sopra non sono da temere; anche se purtroppo non ho elemento alcuno che possa farmi ritrovare un po' di serenità.
magari avete paura, come ne ho paura io, in questi tempi tesi, di attentati kamikaze, bombe, gas nervino e scoreggie post-mcdonald, piazzate in punti strategici e affollati allo scopo di creare più vittime possibili.
ma c'è un altro pericolo che incombe, forse, su tutti noi, che ogni giorno saliamo sui nostri scatoloni di latta, pressati pur di non prendere il treno/metro successivi, inverosimilmente attaccati a persone disgustose che strusciano ascelle e genitali ovunque, scaccolandosi e grattandosi le parti intime, con le stesse dita che successivamente sorreggono con noncuranza gli appigli di sicurezza.
forse non ci avete pensato, ma è una bomba ad orologeria quella che ogni giorno affrontiamo, è una roulette russa, o una tagliola caricata male, forse ce ne accorgeremo solo quando qualcuno di noi resterà fregato. Perché ci vuole poco.
Ad esempio basterebbe mia sorella. Mia sorella ha il terrore delle cimici. E' una fobia vera e propria, e quando ne vede una tira fuori le sue doti canore lanciando fuori un "ahhhhhh" in si bemolle dal potenziale distruttivo disarmante, con somma gioia dei vetrai tenuti a riparare le finestre del vicinato.
voi sapete bene che il terrore è contagioso. Lo sbadiglio è contagioso. il prurito, a volte è contagioso, a volte lo starnuto, pur'anche immotivato. Ma anche il terrore. Fate "bu!" nel contesto giusto, e le persone interessate non si limiteranno a fare un salto di spavento, ma alimenteranno questo con i loro strepiti, prima di realizzare dopo qualche secondo che non c'è motivo per essere spaventati (semmai incazzati).
adesso torniamo all'icastica immagine di cui sopra. Mia sorella vede una cimice in metropolitana, pressata come una sardina, mentre il vagone si avvicina alla fermata successiva a "duomo" (quindi bello bello carico). E tira il suo poderoso grido. Al ché, tra le signore, le più suscettibili a codeste reazioni condizionate, imiteranno il gesto, urlando a loro volta, e donandovi una forza espressiva amplificata, che coinvolgerà i più scettici, qualcuno inizierà a spingere, e allora sì che ci sarà da aver paura: alcuni sverranno, alcuni rimarranno contusi, ma nella calca ognuno penserà per se. Quando le porte si apriranno non sarà il normale pogo quotidiano per garantirsi la puntualità lavorativa. Alcuni cadranno; alcuni non si rialzeranno.
Ora, vorrei esser, da qualcuno più esperto di me nella vita da pendolare, rassicurato che tragici episodi come quelli da me immaginati sopra non sono da temere; anche se purtroppo non ho elemento alcuno che possa farmi ritrovare un po' di serenità.