Lucio Virzì
24-09-2004, 13:18
:ave:
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=37998
E ora speriamo che il governo ratifichi.
24.09.2004
Alitalia, accordo raggiunto. Epifani: «Intesa miracolosa». Ora il governo deve ratificare
di red.
«A fine settembre le casse di Alitalia si saranno prosciugate e la capacità di credito sarà ridotta a zero». Così l’amministratore delegato di Alitalia Giancarlo Cimoli disegnava ieri lo stato della compagnia davanti alla commissione Trasporti del Senato.
Sul tavolo, poi, l'ipotesi «spezzatino» per la compagnia di bandiera. Ipotesi che si è concretizzata nella notte, quando azienda e sindacati hanno raggiunto l’accordo. Nel piano si prevede la costituzione di due società, AZ Fly per le attività del trasporto aereo e AZ Service per i servizi. AZ Fly, inizialmente avrà il totale controllo della società di servizi e poi scenderà al 51% del capitale cedendo il restante 49% ad un nuovo partner che dovrebbe essere la Fintecna, società controllata dal ministero dell’Economia. Per i sindacati la scissione è necessaria, l’unica via di fuga alla crisi che avvolge Alitalia. E sempre i sindacati sostengono che l’intesa - definita «miracolosa da Epifani» - ponga i presupposti per il rilancio dell’azienda. Un rilancio che non dovrà essere solo di facciata, bensì strutturale.
L’intesa è stata firmata da tutte le sigle sindacali, ad eccezione del Sult, che ha chiesto di poter riflettere fino alle 18 di oggi. Il Sult contesta la mancanza di chiarezza sui meccanismi di mantenimento dei pacchetti azionari: «Si tratta di marchingegni finanziari che, al momento della privatizzazione, non daranno alcuna garanzia ai lavoratori».
Secondo Epifani, la chiusura dell’accordo è «un passaggio importante, perché l’economia non sta andando bene e dimostra che ci sono le possibilità per riprendersi». In merito alle responsabilità della crisi della compagnia di bandiera, il leader sindacale non ha dubbi: esclude le responsabilità dei dipendenti, più volte messi sul banco degli imputati da azienda e governo e indica «nell’azionista, nel governo, nel management e nei vertici» i maggiori responsabili, per via di «scelte sbagliate, piani sbagliati, mancata programmazione dell’intero sistema aeroportuale». Epifani ha portato ad esempio la mancata alleanza internazionale che per Alitalia sarebbe stata necessaria per competere sul mercato. «Senza una grande alleanza – ha detto il segretario Cgil,– era difficile competere nella sfida internazionale. E in questo senso si sono persi dieci anni».
Ora la palla passa al governo, ma i sindacati condizionano l’operatività degli accordi siglati alla firma di un’intesa quadro da raggiungere alla presenza del «notaio governo»: è la cosiddetta “clausola di dissolvenza”, inserita nei vari accordi fin qui raggiunti. Sostanzialmente senza la ratifica generale, l’intera intesa rischierebbe di saltare. L’accordo complessivo, ricordano i sindacati, dovrà comprendere i tasselli ancora mancanti: un decreto sugli ammortizzatori sociali che, salvo sorprese, dovrebbe essere varato oggi in Consiglio dei Ministri. Il decreto ha grande rilevanza, perché riguarda la questione degli esuberi. Complessivamente saranno 3.679 i lavoratori che usciranno dall’azienda, rispetto ai cinquemila annunciati all’inizio della vertenza. Questo dopo un'aspra battaglia, vincente, condotta dai sindacati. Si apre ora la partita degli ammortizzatori sociali che si dovrà «giocare» con il governo. Circa duemila, dei circa 3700 esuberi, sarebbero vicini ai requisiti minimi per andare in pensione, per gli altri si sta studiando un «pacchetto» di misure (tra cui anche la cassa integrazione per il comparto aereo) già in fase avanzata al ministero del Welfare. E proprio nei giorni scorsi il ministro del Welfare, Roberto Maroni, aveva assicurato che il decreto era di fatto già redatto, pronto a essere messo in campo dopo la firma dell’accordo sul riassetto societario.
Ma, oltre agli ammortizzatori sociali, i sindacati tornano a chiedere la definizione dei cosiddetti «requisiti di sistema», ovvero una serie di interventi che ridisegnino ruoli e competenze di Enac, Enav e di tutti gli altri soggetti attivi nel settore, portando dei benefici sia ad Alitalia che agli altri vettori nazionali. Nel frattempo il titolo Alitalia, dopo la sottoscrizione dell' accordo notturno, sale del 3,79%. Un segnale positivo.
LuVi
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=37998
E ora speriamo che il governo ratifichi.
24.09.2004
Alitalia, accordo raggiunto. Epifani: «Intesa miracolosa». Ora il governo deve ratificare
di red.
«A fine settembre le casse di Alitalia si saranno prosciugate e la capacità di credito sarà ridotta a zero». Così l’amministratore delegato di Alitalia Giancarlo Cimoli disegnava ieri lo stato della compagnia davanti alla commissione Trasporti del Senato.
Sul tavolo, poi, l'ipotesi «spezzatino» per la compagnia di bandiera. Ipotesi che si è concretizzata nella notte, quando azienda e sindacati hanno raggiunto l’accordo. Nel piano si prevede la costituzione di due società, AZ Fly per le attività del trasporto aereo e AZ Service per i servizi. AZ Fly, inizialmente avrà il totale controllo della società di servizi e poi scenderà al 51% del capitale cedendo il restante 49% ad un nuovo partner che dovrebbe essere la Fintecna, società controllata dal ministero dell’Economia. Per i sindacati la scissione è necessaria, l’unica via di fuga alla crisi che avvolge Alitalia. E sempre i sindacati sostengono che l’intesa - definita «miracolosa da Epifani» - ponga i presupposti per il rilancio dell’azienda. Un rilancio che non dovrà essere solo di facciata, bensì strutturale.
L’intesa è stata firmata da tutte le sigle sindacali, ad eccezione del Sult, che ha chiesto di poter riflettere fino alle 18 di oggi. Il Sult contesta la mancanza di chiarezza sui meccanismi di mantenimento dei pacchetti azionari: «Si tratta di marchingegni finanziari che, al momento della privatizzazione, non daranno alcuna garanzia ai lavoratori».
Secondo Epifani, la chiusura dell’accordo è «un passaggio importante, perché l’economia non sta andando bene e dimostra che ci sono le possibilità per riprendersi». In merito alle responsabilità della crisi della compagnia di bandiera, il leader sindacale non ha dubbi: esclude le responsabilità dei dipendenti, più volte messi sul banco degli imputati da azienda e governo e indica «nell’azionista, nel governo, nel management e nei vertici» i maggiori responsabili, per via di «scelte sbagliate, piani sbagliati, mancata programmazione dell’intero sistema aeroportuale». Epifani ha portato ad esempio la mancata alleanza internazionale che per Alitalia sarebbe stata necessaria per competere sul mercato. «Senza una grande alleanza – ha detto il segretario Cgil,– era difficile competere nella sfida internazionale. E in questo senso si sono persi dieci anni».
Ora la palla passa al governo, ma i sindacati condizionano l’operatività degli accordi siglati alla firma di un’intesa quadro da raggiungere alla presenza del «notaio governo»: è la cosiddetta “clausola di dissolvenza”, inserita nei vari accordi fin qui raggiunti. Sostanzialmente senza la ratifica generale, l’intera intesa rischierebbe di saltare. L’accordo complessivo, ricordano i sindacati, dovrà comprendere i tasselli ancora mancanti: un decreto sugli ammortizzatori sociali che, salvo sorprese, dovrebbe essere varato oggi in Consiglio dei Ministri. Il decreto ha grande rilevanza, perché riguarda la questione degli esuberi. Complessivamente saranno 3.679 i lavoratori che usciranno dall’azienda, rispetto ai cinquemila annunciati all’inizio della vertenza. Questo dopo un'aspra battaglia, vincente, condotta dai sindacati. Si apre ora la partita degli ammortizzatori sociali che si dovrà «giocare» con il governo. Circa duemila, dei circa 3700 esuberi, sarebbero vicini ai requisiti minimi per andare in pensione, per gli altri si sta studiando un «pacchetto» di misure (tra cui anche la cassa integrazione per il comparto aereo) già in fase avanzata al ministero del Welfare. E proprio nei giorni scorsi il ministro del Welfare, Roberto Maroni, aveva assicurato che il decreto era di fatto già redatto, pronto a essere messo in campo dopo la firma dell’accordo sul riassetto societario.
Ma, oltre agli ammortizzatori sociali, i sindacati tornano a chiedere la definizione dei cosiddetti «requisiti di sistema», ovvero una serie di interventi che ridisegnino ruoli e competenze di Enac, Enav e di tutti gli altri soggetti attivi nel settore, portando dei benefici sia ad Alitalia che agli altri vettori nazionali. Nel frattempo il titolo Alitalia, dopo la sottoscrizione dell' accordo notturno, sale del 3,79%. Un segnale positivo.
LuVi