Tiafx
19-09-2004, 22:38
Premessa: vorrebbe essere un 3d serio, gentilmente, da non mandare subito a gentil donnine se possibile, grazie.
Riporto un articoletto interessante:
Infedeli per istinto
Il tradimento è una vera necessità biologica. Un'eredità dei nostri progenitori che rappresenta il trionfo della natura sulla cultura, dato che le avventure extraconiugali esistono anche là dove sono punite con la morte. Lo sostengono alcuni studiosi di questo "bene di largo consumo"
A noi non succederà, ci amiamo e non ci tradiremo mai. Quante volte, in assoluta sincerità, ci siamo trovati a pronunciare frasi come questa, e invece... all'improvviso è successo. Dopo tanti sguardi e sorrisi; dopo i segreti condivisi e gli scherzi a due; dopo le sere in famiglia e le notti di passione; dopo aver voluto, amato e allevato i bambini; dopo le belle esperienze accumulate nel corso di ore, mesi, anni di risate e lotte in coppia, ci siamo svegliati a fianco di un partner diverso, entrando a pieno diritto nell'ormai vastissimo "club dei traditori". Forse è colpa di un'inquietudine spinta da correnti nascoste nella psiche umana, o l'effetto di quelle profonde forze riproduttive che si sono sviluppate in millenni di accoppiamenti quotidiani, un fatto è certo: l'infedeltà, prima e durante il matrimonio, è molto diffusa. Secondo un gruppo di studiosi (soprattutto americani) di antropologia darwinistica, di psicologia evoluzionistica e di ecologia del comportamento, uomini e donne sono "costretti" in senso biologico, a tradire. Una delle principali sostenitrici di questa teoria è Helen Fisher, ricercatrice del Dipartimento di antropologia dell'American Museum of Natural History di New York. Irrequietezza coniugale "Le avventure extra coniugali sono comuni a tutte le culture, in tutto il mondo, anche là dove l'adulterio è ancora punito con la morte", afferma l'antropologa. "Ci si corteggia, ci si innamora, ci si sposa, ma l'individuo umano è incline a essere sessualmente infedele al compagno. La generale tendenza alle relazioni extra coniugali sembra essere il trionfo della natura sulla cultura". L'adulterio nasce dunque principalmente da un impulso biologico? L'antropologa ne è convinta. "L'uomo è naturalmente promiscuo per la necessità genetica primaria di spargere il proprio seme tra più donne, e quindi massimizzare le possibilità di riprodursi. La donna, a sua volta, ha la necessità di acquisire cibi e altri beni per sé e per i figli, e lo fa scegliendo di essere fedele a un solo uomo oppure di dedicarsi al sesso clandestino con altri uomini per avere vantaggi da ognuno di essi. Questi sono comportamenti inconsci che abbiamo ereditato dai lontani antenati nel corso della nostra lunga storia evolutiva". Ancora più drastico il parere dell'esperto di psicologia evoluzionistica Robert Wright, che nel suo ultimo saggio, L'animale morale, sostiene: "La mente umana, come ogni altro organo, è fatta per trasmettere i geni alla generazione successiva. In questo contesto l'irrequietezza coniugale può essere vista come una forma di selezione naturale". Tra gibboni e scimpanzé La necessità biologica del tradimento, è spiegata da Wright paragonando l'uomo ad altre due specie di primati: gli scimpanzé (in cui le femmine sono molto promiscue) e i gibboni (veri modelli di fedeltà). "Nei primi il peso relativo dei testicoli rispetto al corpo è molto elevato, al contrario dei secondi. Perché -spiega Wright- quando una femmina si accoppia con molti partner i geni maschili producono più seme per battere i rivali nella riproduzione. Nel caso dell'uomo questo peso è a livelli intermedi, e ciò suggerisce che le femmine dell'uomo, sia pure non libertine come quelle degli scimpanzé, sono comunque inclini all'avventura". La concezione di adulterio come inevitabile necessità fisiologica è condivisa anche dall'inglese Robin Backer, docente di Zoologia alla Scuola di scienze biologiche dell'Università di Manchester. Secondo Backer, l'adulterio esprime una tendenza biologica connessa con la "competizione spermatica", ossia la gara tra spermi di diversi maschi che si contendono il "premio" di fecondare gli ovuli prodotti da una singola femmina. In pratica, se una donna ha rapporti sessuali con due uomini nel corso della settimana, il seme di entrambi può sopravvivere in lei e rivaleggiare con quello dell'altro perché uno solo (il più "forte") giunga alla "conquista" dell'ovulo. La vera "guerra dei sessi" si combatte dunque sempre fra maschio e femmina, ma su scala microscopica, all'insegna della darwiniana selezione naturale per il miglioramento della specie. "Scatenando, con la sua infedeltà, la competizione spermatica", dice Backer, "la donna si mette in condizione di essere fecondata dal maschio geneticamente più forte. Nell'uomo esiste il desiderio inconscio di battere con il suo seme ogni rivale in amore e nella donna quello complementare di assicurarsi un patrimonio genetico di qualità. Ciò è dimostrato dal fatto che nel mondo, dal 4 al 10 per cento dei bambini vengono concepiti tramite competizione spermatica, ossia mentre l'apparato riproduttivo della madre contiene il seme di due o più uomini. Ancora oggi, nel nostro mondo di efficienti contraccettivi e di letali malattie trasmesse sessualmente, questa competizione tra spermatozoi rimane una forza spietata quanto lo era in un remoto passato". E qui Backer porta la sua tesi alle estreme conseguenze: "Anzi, io affermo che questa "guerra" è l'elemento base di ogni comportamento sessuale e non solo umano. Infatti gli ecologi comportamentisti osservano che la competizione spermatica è un fenomeno pressoché universale che ha influenzato la sessualità di quasi tutte le specie animali". è quindi fisiologicamente inevitabile soggiacere al fascino della conturbante vicina di casa o all'occhiolino del capufficio? Sì e no. Secondo l'evoluzionista Randolph Nesse, "è vero che l'uomo commette adulterio sotto l'impulso fortissimo di spargere i suoi geni "egoisti" nell'utero di giovani donne, e che la donna diventa adultera sotto l'impulso, altrettanto forte, di migliorare la qualità della prole accoppiandosi con partners diversi da quello abituale; ma è altrettanto vero che l'uomo è in grado di comprendere da solo che la sua "voglia di novità" sentimentale o sessuale non è tanto il segno che ha scelto la compagna sbagliata, quanto un impulso prevedibile da inibire, nella gran parte dei casi, per il bene della coppia". Numerosi studiosi accusano Helen Fisher e i suoi colleghi di aver offerto una legittimazione al tradimento sostenendo la totale "naturalità" dell'adulterio. Ma l'antropologa si difende precisando che l'adulterio è naturale tanto quanto naturale è la tendenza umana alla monogamia, alla famiglia, a creare quel vincolo morale che unisce, per lungo tempo, un solo uomo a una sola donna. Infedeli ma monogami "La monogamia però non implica la fedeltà", puntualizza, "anzi, spesso monogamia e adulterio vanno di pari passo, come si osserva comunemente anche tra maschi e femmine di uccelli e mammiferi che più o meno stabilmente fanno vita di coppia, e perciò si possono definire monogami". E' anche la nostra società a non essere adatta alla monogamia, sottolinea Giacomo Dacquino, psicologo e psichiatra, docente universitario di Torino."Il tradimento coniugale è diventato un bene di largo consumo anche nel nostro Paese, tradizionalmente molto "casto" sotto il profilo del matrimonio e dei rapporti di coppia in generale", prosegue l'esperto. "I costumi sono cambiati al punto da aver reso l'adulterio il peccato più confessato dagli italiani, quello che supera tutte le altre trasgressioni erotiche". E in fondo il partner assolutamente fedele e le storie d'amore a prova di tradimento non esistono, perché tutti tradiamo con il pensiero, tutti abbiamo l'istinto di "rapina" e quindi desideriamo relazioni "extra", almeno con la fantasia. E' una questione di scelte Ma perché dal desiderio si passi all'azione è necessario che nella coppia scatti un meccanismo preciso, quello del disamoramento. "Prima che il tradimento si consumi, molto di frequente si crea il silenzio affettivo e sessuale, e prima ancora la perdita di fiducia, la disistima, l'indifferenza o l'intolleranza", sostiene Dacquino, affermando inoltre che se c'è l'amore non si pensa proprio a tradire, si prova solo il "piacere della fedeltà". "Può darsi che l'impulso all'adulterio abbia anche un fondamento genetico", conclude lo psichiatra, "ma le ipotesi, poiché solo di ipotesi si tratta, esposte da Helen Fisher e da Robin Backer circa le radici biologiche dell'infedeltà, non devono far credere che quanto è scritto nei geni sia del tutto incontrollabile. La fedeltà è una scelta volontaria, ma si deve essere allenati al dominio di sé, al duro lavoro quotidiano fatto di chiarimenti, sublimazioni e inevitabili mediazioni". Se è vero che infedeli si nasce, fedeli si diventa.
Cesare Capone e Flavia Caroppo
Piccola considerazione personale: alle volte ci crediamo così superiori agli altri animali, da non considerarci nemmeno tali. Eppure, per uno come me, che ai sentimenti, al rispetto ed a tutto ciò che riguarda la coppia ha sempre dato un'importanza morbosa, è deprimente rendersi conto di come sono realmente le cose. Ci sono animali in natura che riescono ad essere monogami, senza esser dotati di tutta la nostra mirabolante intelligenza. Falchi, lupi, e molte altre specie, che arrivano addirittura a lasciarsi morire nel caso della scomparsa del "partner".
Certe volte vorrei essere un pelo più animale, e un pò meno umano. Troppo sdolcinato, qualunquista, bigotto?
Che ne pensate?
Riporto un articoletto interessante:
Infedeli per istinto
Il tradimento è una vera necessità biologica. Un'eredità dei nostri progenitori che rappresenta il trionfo della natura sulla cultura, dato che le avventure extraconiugali esistono anche là dove sono punite con la morte. Lo sostengono alcuni studiosi di questo "bene di largo consumo"
A noi non succederà, ci amiamo e non ci tradiremo mai. Quante volte, in assoluta sincerità, ci siamo trovati a pronunciare frasi come questa, e invece... all'improvviso è successo. Dopo tanti sguardi e sorrisi; dopo i segreti condivisi e gli scherzi a due; dopo le sere in famiglia e le notti di passione; dopo aver voluto, amato e allevato i bambini; dopo le belle esperienze accumulate nel corso di ore, mesi, anni di risate e lotte in coppia, ci siamo svegliati a fianco di un partner diverso, entrando a pieno diritto nell'ormai vastissimo "club dei traditori". Forse è colpa di un'inquietudine spinta da correnti nascoste nella psiche umana, o l'effetto di quelle profonde forze riproduttive che si sono sviluppate in millenni di accoppiamenti quotidiani, un fatto è certo: l'infedeltà, prima e durante il matrimonio, è molto diffusa. Secondo un gruppo di studiosi (soprattutto americani) di antropologia darwinistica, di psicologia evoluzionistica e di ecologia del comportamento, uomini e donne sono "costretti" in senso biologico, a tradire. Una delle principali sostenitrici di questa teoria è Helen Fisher, ricercatrice del Dipartimento di antropologia dell'American Museum of Natural History di New York. Irrequietezza coniugale "Le avventure extra coniugali sono comuni a tutte le culture, in tutto il mondo, anche là dove l'adulterio è ancora punito con la morte", afferma l'antropologa. "Ci si corteggia, ci si innamora, ci si sposa, ma l'individuo umano è incline a essere sessualmente infedele al compagno. La generale tendenza alle relazioni extra coniugali sembra essere il trionfo della natura sulla cultura". L'adulterio nasce dunque principalmente da un impulso biologico? L'antropologa ne è convinta. "L'uomo è naturalmente promiscuo per la necessità genetica primaria di spargere il proprio seme tra più donne, e quindi massimizzare le possibilità di riprodursi. La donna, a sua volta, ha la necessità di acquisire cibi e altri beni per sé e per i figli, e lo fa scegliendo di essere fedele a un solo uomo oppure di dedicarsi al sesso clandestino con altri uomini per avere vantaggi da ognuno di essi. Questi sono comportamenti inconsci che abbiamo ereditato dai lontani antenati nel corso della nostra lunga storia evolutiva". Ancora più drastico il parere dell'esperto di psicologia evoluzionistica Robert Wright, che nel suo ultimo saggio, L'animale morale, sostiene: "La mente umana, come ogni altro organo, è fatta per trasmettere i geni alla generazione successiva. In questo contesto l'irrequietezza coniugale può essere vista come una forma di selezione naturale". Tra gibboni e scimpanzé La necessità biologica del tradimento, è spiegata da Wright paragonando l'uomo ad altre due specie di primati: gli scimpanzé (in cui le femmine sono molto promiscue) e i gibboni (veri modelli di fedeltà). "Nei primi il peso relativo dei testicoli rispetto al corpo è molto elevato, al contrario dei secondi. Perché -spiega Wright- quando una femmina si accoppia con molti partner i geni maschili producono più seme per battere i rivali nella riproduzione. Nel caso dell'uomo questo peso è a livelli intermedi, e ciò suggerisce che le femmine dell'uomo, sia pure non libertine come quelle degli scimpanzé, sono comunque inclini all'avventura". La concezione di adulterio come inevitabile necessità fisiologica è condivisa anche dall'inglese Robin Backer, docente di Zoologia alla Scuola di scienze biologiche dell'Università di Manchester. Secondo Backer, l'adulterio esprime una tendenza biologica connessa con la "competizione spermatica", ossia la gara tra spermi di diversi maschi che si contendono il "premio" di fecondare gli ovuli prodotti da una singola femmina. In pratica, se una donna ha rapporti sessuali con due uomini nel corso della settimana, il seme di entrambi può sopravvivere in lei e rivaleggiare con quello dell'altro perché uno solo (il più "forte") giunga alla "conquista" dell'ovulo. La vera "guerra dei sessi" si combatte dunque sempre fra maschio e femmina, ma su scala microscopica, all'insegna della darwiniana selezione naturale per il miglioramento della specie. "Scatenando, con la sua infedeltà, la competizione spermatica", dice Backer, "la donna si mette in condizione di essere fecondata dal maschio geneticamente più forte. Nell'uomo esiste il desiderio inconscio di battere con il suo seme ogni rivale in amore e nella donna quello complementare di assicurarsi un patrimonio genetico di qualità. Ciò è dimostrato dal fatto che nel mondo, dal 4 al 10 per cento dei bambini vengono concepiti tramite competizione spermatica, ossia mentre l'apparato riproduttivo della madre contiene il seme di due o più uomini. Ancora oggi, nel nostro mondo di efficienti contraccettivi e di letali malattie trasmesse sessualmente, questa competizione tra spermatozoi rimane una forza spietata quanto lo era in un remoto passato". E qui Backer porta la sua tesi alle estreme conseguenze: "Anzi, io affermo che questa "guerra" è l'elemento base di ogni comportamento sessuale e non solo umano. Infatti gli ecologi comportamentisti osservano che la competizione spermatica è un fenomeno pressoché universale che ha influenzato la sessualità di quasi tutte le specie animali". è quindi fisiologicamente inevitabile soggiacere al fascino della conturbante vicina di casa o all'occhiolino del capufficio? Sì e no. Secondo l'evoluzionista Randolph Nesse, "è vero che l'uomo commette adulterio sotto l'impulso fortissimo di spargere i suoi geni "egoisti" nell'utero di giovani donne, e che la donna diventa adultera sotto l'impulso, altrettanto forte, di migliorare la qualità della prole accoppiandosi con partners diversi da quello abituale; ma è altrettanto vero che l'uomo è in grado di comprendere da solo che la sua "voglia di novità" sentimentale o sessuale non è tanto il segno che ha scelto la compagna sbagliata, quanto un impulso prevedibile da inibire, nella gran parte dei casi, per il bene della coppia". Numerosi studiosi accusano Helen Fisher e i suoi colleghi di aver offerto una legittimazione al tradimento sostenendo la totale "naturalità" dell'adulterio. Ma l'antropologa si difende precisando che l'adulterio è naturale tanto quanto naturale è la tendenza umana alla monogamia, alla famiglia, a creare quel vincolo morale che unisce, per lungo tempo, un solo uomo a una sola donna. Infedeli ma monogami "La monogamia però non implica la fedeltà", puntualizza, "anzi, spesso monogamia e adulterio vanno di pari passo, come si osserva comunemente anche tra maschi e femmine di uccelli e mammiferi che più o meno stabilmente fanno vita di coppia, e perciò si possono definire monogami". E' anche la nostra società a non essere adatta alla monogamia, sottolinea Giacomo Dacquino, psicologo e psichiatra, docente universitario di Torino."Il tradimento coniugale è diventato un bene di largo consumo anche nel nostro Paese, tradizionalmente molto "casto" sotto il profilo del matrimonio e dei rapporti di coppia in generale", prosegue l'esperto. "I costumi sono cambiati al punto da aver reso l'adulterio il peccato più confessato dagli italiani, quello che supera tutte le altre trasgressioni erotiche". E in fondo il partner assolutamente fedele e le storie d'amore a prova di tradimento non esistono, perché tutti tradiamo con il pensiero, tutti abbiamo l'istinto di "rapina" e quindi desideriamo relazioni "extra", almeno con la fantasia. E' una questione di scelte Ma perché dal desiderio si passi all'azione è necessario che nella coppia scatti un meccanismo preciso, quello del disamoramento. "Prima che il tradimento si consumi, molto di frequente si crea il silenzio affettivo e sessuale, e prima ancora la perdita di fiducia, la disistima, l'indifferenza o l'intolleranza", sostiene Dacquino, affermando inoltre che se c'è l'amore non si pensa proprio a tradire, si prova solo il "piacere della fedeltà". "Può darsi che l'impulso all'adulterio abbia anche un fondamento genetico", conclude lo psichiatra, "ma le ipotesi, poiché solo di ipotesi si tratta, esposte da Helen Fisher e da Robin Backer circa le radici biologiche dell'infedeltà, non devono far credere che quanto è scritto nei geni sia del tutto incontrollabile. La fedeltà è una scelta volontaria, ma si deve essere allenati al dominio di sé, al duro lavoro quotidiano fatto di chiarimenti, sublimazioni e inevitabili mediazioni". Se è vero che infedeli si nasce, fedeli si diventa.
Cesare Capone e Flavia Caroppo
Piccola considerazione personale: alle volte ci crediamo così superiori agli altri animali, da non considerarci nemmeno tali. Eppure, per uno come me, che ai sentimenti, al rispetto ed a tutto ciò che riguarda la coppia ha sempre dato un'importanza morbosa, è deprimente rendersi conto di come sono realmente le cose. Ci sono animali in natura che riescono ad essere monogami, senza esser dotati di tutta la nostra mirabolante intelligenza. Falchi, lupi, e molte altre specie, che arrivano addirittura a lasciarsi morire nel caso della scomparsa del "partner".
Certe volte vorrei essere un pelo più animale, e un pò meno umano. Troppo sdolcinato, qualunquista, bigotto?
Che ne pensate?