View Full Version : Proposta sindacale
Ieri sera verso le 20, su radio radicale hanno parlato di sfuggita ( mentre parlavano della legge sulla fecondazione ) di una proposta dei sindacati per la quale i contratti da rinnovare non varrebbero per le aziende in crisi : qualcuno ha sentito altro o ha altre info?
sempreio
08-09-2004, 19:03
non penso proprio che un' idea del genere venga dal sindacato, senza considerare che sarebbe profondamente ingiusta per le aziende che rimangono in utile
no l'ho sentito benissimo, era una proposta dei sindacati
anzi ora che ci penso l'ho sentito pure a zapping che chiedevano un parere alla salamon
Lucio Virzì
08-09-2004, 21:12
Originariamente inviato da kikki2
Ieri sera verso le 20, su radio radicale hanno parlato di sfuggita ( mentre parlavano della legge sulla fecondazione ) di una proposta dei sindacati per la quale i contratti da rinnovare non varrebbero per le aziende in crisi : qualcuno ha sentito altro o ha altre info?
Mi sembra una follia.
E' talmente semplice, per qualunque azienda (esperienza personale) dichiararsi in crisi.... :rolleyes:
LuVi
Originariamente inviato da sempreio
non penso proprio che un' idea del genere venga dal sindacato, senza considerare che sarebbe profondamente ingiusta per le aziende che rimangono in utile
Mai pensato che le aziende potrebbero andar bene anche perchè i dipendenti fanno bene il loro lavoro e, magari, si impegnano più di quanto loro riconosciuto, e potrebbero andar male a causa di un management incapace?
In questo modo ci andrebbero di mezzo sempre e solo il lavoratori: bell'idea...
Originariamente inviato da Alien
Mai pensato che le aziende potrebbero andar bene anche perchè i dipendenti fanno bene il loro lavoro e, magari, si impegnano più di quanto loro riconosciuto, e potrebbero andar male a causa di un management incapace?
In questo modo ci andrebbero di mezzo sempre e solo il lavoratori: bell'idea...
confermo la seconda parte per esperienza diretta
Non mi sembra una grandissima idea.
La crisi aziendale può dipendere da molti fattori.
Proporre una idea del genere significa adeguarsi alla nozione imperante per cui il lavoro non è produzione di valore aggiunto ma, semplicemente, "costo".
Se venisse passata un'idea del genere, già mi vedo alcuni imprenditori geniali che programmano i cicli aziendali in modo da assicurarsi una "crisi" ogni rinnovo contratto.
E, per chi ritenga questa ipotesi "improponibile", cito l'esperienza PERSONALE di una ditta che aveva, annualmente, un ciclo di questo tipo:
magazzino vuoto -> straordinari, turni di sabato
magazzino pieno -> stato di crisi, operai obbligati a prendere giorni di ferie
Ci riesco anch'io a massimizzare i profitti, così. :rolleyes:
Ma già esiste una regola del genere, quando un azienda dichiara lo stato di crisi può avvalersi della cassa integrazione e successivamente del licenziamento collettivo per giusta causa, preceduto da un periodo di mobilità da 12 a 48 mesi, senza incorrere in alcuna sanzione.
IpseDixit
10-09-2004, 11:44
Originariamente inviato da kikki2
Ieri sera verso le 20, su radio radicale hanno parlato di sfuggita ( mentre parlavano della legge sulla fecondazione ) di una proposta dei sindacati per la quale i contratti da rinnovare non varrebbero per le aziende in crisi : qualcuno ha sentito altro o ha altre info?
E' una proposta assurda che nei migliori dei casi può solo prolungare l'agonia delle aziende. Le soluzioni più sensate sono quele usare per il gruppo Yomo o il gruppo La Molisana, io vecchi proprietari lasciana il posto ad altri più capaci e con € da investire.
si, ma nessuno ha sentito bene di che si tratta, nel dettaglio? sembrava un proposta come quella fatta tempo fa da Zwickel in germania ( ma che è stata respinta)
Originariamente inviato da kikki2
si, ma nessuno ha sentito bene di che si tratta, nel dettaglio? sembrava un proposta come quella fatta tempo fa da Zwickel in germania ( ma che è stata respinta)
premetto che non ho sentito nulla a riguardo, ma dal primo post mi è parso di capire che questa proposta è un po diversa da quello di cui ho parlato io, di simile hanno la legislazione speciale per aziende che dichiarano lo "stato di crisi".
Si parla di non adeguare i compensi ai rinnovi dei CCNL se l'azienda è in crisi.
Quindi il "minimo sindacale" di un azienda in crisi sarà diverso da quello di una in buona salute.
Non mi sembra proprio un ideona considerando che i minimi sindacali se sei scapolo in alcuni casi sono da brividi.
Originariamente inviato da Alien
Mai pensato che le aziende potrebbero andar bene anche perchè i dipendenti fanno bene il loro lavoro e, magari, si impegnano più di quanto loro riconosciuto, e potrebbero andar male a causa di un management incapace?
In questo modo ci andrebbero di mezzo sempre e solo il lavoratori: bell'idea...
No, scusa: rispiegami un momento! Se vanno bene è merito dei dipendenti che fanno più di quanto riconosciuto e se vanno male è causa del management incapace? :mbe: :confused: :rotfl: Forse è una provocazione che non ho afferrato... :muro:
:boh:
Originariamente inviato da teogros
No, scusa: rispiegami un momento! Se vanno bene è merito dei dipendenti che fanno più di quanto riconosciuto e se vanno male è causa del management incapace? :mbe: :confused: :rotfl: Forse è una provocazione che non ho afferrato... :muro:
:boh:
Penso che intendesse proporre un punto di vista leggermente diverso da quello che impera ogni volta che prende il microfono in mano qualche rappresentante dei grandi e piccoli industriali:
"L'economia va male perchè i dipendenti pretendono troppo e lavorano poco!"
Perchè possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma questo è quello che dicono ogni volta che sono interpellati e poco importa che ogni volta che viene prodotto uno studio sulla produttività degli italiani comparata al loro costo, si scopre che siamo a livelli superiori a giapponesi e statunitensi e che persino i tedeschi, in molti campi, devono rincorrere.
Originariamente inviato da cerbert
Penso che intendesse proporre un punto di vista leggermente diverso da quello che impera ogni volta che prende il microfono in mano qualche rappresentante dei grandi e piccoli industriali:
"L'economia va male perchè i dipendenti pretendono troppo e lavorano poco!"
Perchè possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma questo è quello che dicono ogni volta che sono interpellati e poco importa che ogni volta che viene prodotto uno studio sulla produttività degli italiani comparata al loro costo, si scopre che siamo a livelli superiori a giapponesi e statunitensi e che persino i tedeschi, in molti campi, devono rincorrere.
Beh, già questo mi può star meglio! ;) Credo che la verità stia nel mezzo, come al solito! 9 volte su 10 se una società va male è colpa dei manager che non sanno muoversi in un mercato sempre più difficile (indipendentemente dalla merce trattata), ma credo che altrettante 9 volte su 10 se una società va bene sia merito del management che è capace di condurre bene una società sotto tutti i punti di vista, IMHO!
Questo soprattutto nelle aziende medio/grandi (> 350 dipendenti)... per le micro/piccole imprese ogni caso è a se stante! ;)
IpseDixit
11-09-2004, 00:55
Originariamente inviato da Proteus
Siamo messi come Alitalia e non è un bel vedere perchè chi verrà tagliato qui dovrà arrangiarsi non essendoci le "provvidenze" stabilite per quelli e non posso domandarmi se ciò sio ammissibile dal dettato costituzionale perchè, IMHO, un diverso trattamento di persone che sono tutti ugualmente lavoratori configura una incostituzionalità per trattamento diseguale tra cittadini uguali e che dovrebbero godere dei medesimi meccanismi di sostegno.
Ma non tutte le situazioni sono uguali, perdere lavoro a Modena non è come perderlo in altre parti.... 100 licenziamenti in un tessuto produttivo che nonostante tutto funziona vengono riassorbiti in breve tempo.
IpseDixit
11-09-2004, 13:50
Originariamente inviato da Proteus
Non credere a quello che dice la televisione, i tempi sono molto duri anche qui e sopratutto chi è avanti negli anni e non dispone di capacità e qualifiche particolari, anche per chi le possiede non è facile, si trova in gravissime difficoltà anche a Modena.
Ciao
Si ma le difficoltà sono id gran lunga minori di altre zone e altre professioni (..vedi Alitalia), la logica dev'essere quella di aiutare prima chi è più svantaggiato.
Originariamente inviato da IpseDixit
Si ma le difficoltà sono id gran lunga minori di altre zone e altre professioni (..vedi Alitalia), la logica dev'essere quella di aiutare prima chi è più svantaggiato.
Ragazzi scusate ma sull'Alitalia c'è poco da lottare e scioperare... tempo fa lessi, proprio qui mi pare, che con 22.000 dipendenti circa ha fatto volare nel 2003 meno persone di Rayanair che di dipendenti ne ha, se non erro, 1.800 o 2.000! Come fa ad andare avanti una compagnia del genere? :what:
Oltretutto di soldi ne buttano via a bizzeffe (e forse li si potrebbe rimediare): in ogni aereoporto si vedono stand di Alitalia con 1/2 standiste ( :oink: ) fisse a non far niente che dovrebbero illustrare non so quali vantaggi nel volare con la compagnia... quelle lavorano gratis? o per la gloria? o per :oink: ? :sofico: :muro:
IpseDixit
11-09-2004, 20:19
Originariamente inviato da Proteus
Tu vivi qui o ti affidi a ciò che ti viene raccontato ?. Se sei di Modena mi pare tu non abbia il calendario all'anno corrente ma nel passato, grosso modo a dieci anni fà, se non sei di Modena credimi che la favola è finità.
Un disoccupato è un disoccupato sia a Roma che a Modena che a Firenze e se quelli di Roma li mandi in pensione a carico degli altri mentre quelli di Modena li lasci alla guazza commetti due ingiustizie, la prima è che utilizzi il denaro di chi versa i contributi per la sua pensione a scopo di ammortizzatore sociale ed il secondo consolidando la presenza di disoccupati di serie A, privilegiati, e di serie B, quelli che devono arrangiarsi.
Ciao
P.S. Condivido in toto il post di Teogros riguardo l'alitalia.
Vediamola la situazione modenese:
Anche l’analisi dei principali parametri aziendali delle imprese con meno di 50 dipendenti, conferma le prime valutazioni relative all’occupazione diffuse dall’Osservatorio Cna la scorsa settimana.
Pure in questo caso, infatti, si consolida la ripresa, come dimostra il permanere del segno più (1,1%) nella produzione industriale, per il secondo trimestre consecutivo.
Il dato assume un rilievo ancora maggiore se lo si confronta con quello di un anno fa, quando la crisi toccò il suo punto di minimo (-3,6%).
Rispetto al 2003, una differenza pari al 4,6% che non basta a giustificare pericolose euforie e che nemmeno deve far dimenticare le debolezze ancora latenti del nostro sistema economico.
A rendere il dato maggiormente incoraggiante, il fatto che gli imprenditori intervistati abbiano risposto positivamente a tutte le tredici domande del questionario Cna, comprese quelle che nel primo trimestre avevano registrato in prevalenza risposte negative.
L’aumento produttivo nelle piccole imprese rimane considerevolmente inferiore (+1,1% contro +2,8%) rispetto a quello dell’economia modenese nel suo complesso che, trainato dalla grande industria, aveva iniziato la sua ripresa nell’ultimo trimestre 2003.
Positiva la situazione degli ordinativi, in decisa crescita, rispetto a quelli del primo trimestre 2004, sia per ciò che riguarda il mercato estero (+3,3% contro il +1,8% di tre mesi fa), che quello interno (+6,3% contro il 6,5%). Non deve stupire che, contrariamente a quanto avviene per le grandi imprese, la propensione all’esportazione sia minore per le aziende esaminate, in quanto si tratta di realtà che svolgono principalmente un’attività di fornitura proprio nei confronti della grande impresa.
Dunque il secondo trimestre conferma i segnali di una ripresa oramai in corso, soprattutto per i settori a più alto coefficiente di internazionalizzazione come la meccanica ed il biomedicale, non a caso quelli che meglio di altri hanno saputo muoversi sui mercati mondiali.
Il problema è quanto durerà questa ripresa. Il nostro Paese è stato sino ad oggi incapace di darsi quelle strutture, sia logistiche che di politica economica, in grado di creare un volano allo sviluppo economico. Manca, insomma, una spinta interna, come testimonia la contrazione dei consumi nazionali.
A rendere più incerta la situazione sono le tensioni sui mercati delle materie prime e le prospettive di una manovra finanziaria che appare decisamente pesante per il Sistema Italia.
In questo contesto l’economia modenese dovrà essere capace di aumentare ulteriormente la propria flessibilità ed adattabilità, ed avere la capacità di introdurre quelle innovazioni che consentano di andare in questa direzione.
E si tratta di innovazione di gestione, piuttosto che produttive od immobiliari.
Modena ha infatti la necessità di allungare ed ampliare i propri sistemi produttivi, il che significa, in definitiva, essere maggiormente internazionali.
Ora sostieni che è uguale al resto d'Italia ?
Ovvio che in umercato saturo crescite a due cifre non ci sono più.
Originariamente inviato da teogros
No, scusa: rispiegami un momento! Se vanno bene è merito dei dipendenti che fanno più di quanto riconosciuto e se vanno male è causa del management incapace? :mbe: :confused: :rotfl: Forse è una provocazione che non ho afferrato... :muro:
:boh:
Avevo messo un ANCHE per introdurre un altro punto di vista.
Comunque ho visto che cerbert aveva già interpretato correttamente il mio pensiero.
Originariamente inviato da Alien
Avevo messo un ANCHE per introdurre un altro punto di vista.
Comunque ho visto che cerbert aveva già interpretato correttamente il mio pensiero.
:mano: ;)
IpseDixit
12-09-2004, 13:49
Originariamente inviato da Proteus
Vieni a cercare lavoro e poi ti ricredi, si fa presto a sfornare analisi ottimistiche, un po meno a far si che la realtà le segua.
Non sono analisi ottimistiche, sono dati di fatto, la produzione industriale nei primi sei mesi dell'anno è cresciuta, è un dato di fatto.
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