alex10
08-09-2004, 09:23
L’8 settembre 1943, con un messaggio alla radio del capo del governo Badoglio, viene resa nota la notizia dell’armistizio, firmato segretamente il 3 settembre a Cassibile, in Sicilia, dal plenipotenziario italiano generale Castellani e dal generale americano Smith. L'Italia precipita nel caos. Il Re Vittorio Emanuele III e Badoglio lasciano Roma e, a bordo di una nave da guerra, da Pescara raggiungono Brindisi, nella zona già occupata dagli Alleati. L’esercito, lasciato senza ordini precisi, quasi ovunque si dissolve. I tedeschi, che nei giorni precedenti avevano fatto affluire rinforzi dal Brennero, occupano di fatto la penisola italiana e disarmano e catturano centinaia di migliaia di militari italiani, in Grecia, in Albania, in Jugoslavia e sugli altri fronti, avviandoli alla prigionia in Germania. Per l’esercito italiano l’annuncio dell’armistizio è uno sfacelo: 60.000 fra morti e dispersi, 550.000 deportati in Germania; fra i superstiti, molti fuggono verso casa, molti danno vita a bande partigiane che animeranno la Resistenza. Gli antifascisti danno vita al Comitato di liberazione nazionale, chiamando il popolo “alla lotta e alla resistenza”.
La notizia dell’armistizio era stata tenuta segreta proprio per scongiurare la reazione dei tedeschi, in vista del progettato aviosbarco di truppe anglo-americane a Roma. L’operazione, troppo rischiosa, viene però annullata e la Capitale, dopo una disperata resistenza cui partecipano anche molti civili, cade nelle mani dei nazisti. Il 9 settembre gli Alleati sbarcano a Salerno, dove però rimangono bloccati alcuni giorni a causa della feroce resistenza che i tedeschi oppongono dalle colline che circondano la zona di sbarco, ritardandone l’avanzata verso nord. Il 10 settembre i tedeschi ottengono la resa dei contingenti italiani posti a difesa di Roma. Il 12 settembre il piano di invasione tedesco è concluso e il Paese è diviso in due zone, il Regno del Sud e l'Italia "occupata" al nord, dove - a seguito della liberazione di Mussolini, che avviene su ordine di Hitler - verrà costituita la Repubblica Sociale Italiana.
Il testo del proclama di Badoglio
"Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori
e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze
anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi di qualsiasi altra provenienza".
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Quel giorno per molti cominciò un'altra guerra, come per mio nonno, che divenne lavoratore coatto in germania e dovette ritornare a casa 18 mesi dopo a piedi o con mezzi di fortuna, non sò se è una bella o una brutta data da ricordare ma resta comunque un primo passo che si fece per uscire da una situazione disastrosa.
La notizia dell’armistizio era stata tenuta segreta proprio per scongiurare la reazione dei tedeschi, in vista del progettato aviosbarco di truppe anglo-americane a Roma. L’operazione, troppo rischiosa, viene però annullata e la Capitale, dopo una disperata resistenza cui partecipano anche molti civili, cade nelle mani dei nazisti. Il 9 settembre gli Alleati sbarcano a Salerno, dove però rimangono bloccati alcuni giorni a causa della feroce resistenza che i tedeschi oppongono dalle colline che circondano la zona di sbarco, ritardandone l’avanzata verso nord. Il 10 settembre i tedeschi ottengono la resa dei contingenti italiani posti a difesa di Roma. Il 12 settembre il piano di invasione tedesco è concluso e il Paese è diviso in due zone, il Regno del Sud e l'Italia "occupata" al nord, dove - a seguito della liberazione di Mussolini, che avviene su ordine di Hitler - verrà costituita la Repubblica Sociale Italiana.
Il testo del proclama di Badoglio
"Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori
e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze
anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi di qualsiasi altra provenienza".
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Quel giorno per molti cominciò un'altra guerra, come per mio nonno, che divenne lavoratore coatto in germania e dovette ritornare a casa 18 mesi dopo a piedi o con mezzi di fortuna, non sò se è una bella o una brutta data da ricordare ma resta comunque un primo passo che si fece per uscire da una situazione disastrosa.