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View Full Version : Il patto tra Sistani e Allawi


Paracleto
31-08-2004, 22:04
Fuori legge la guerriglia anti Usa. Ha vinto l’ayatollah, d’intesa col governo



L’ayatollah Ali al Sistani ha detto che in Iraq la lotta armata non è lecita e ha così saldato il debito che aveva contratto col governo Allawi e con i militari americani. Solo ed esclusivamente il loro sforzo militare congiunto, le tre settimane di combattimenti a Najaf, ha infatti permesso ad al Sistani di cogliere quel successo che aveva inseguito invano per tre mesi: allontanare le squadracce di Moqtada Sadr dalla città santa.
Da aprile in poi, tutte le sue trattative, i suoi autorevoli appelli, erano stati irrisi da un Moqtada che ha sempre preteso di mantenere un suo presidio armato dentro la città, dentro il mausoleo. Di fronte alla propria incapacità di risolvere il problema, alla fine, al Sistani ha lasciato via libera all’azione militare iraco-statunitense e ha taciuto – diplomaticamente – durante le settimane di combattimenti. Ottenuto il successo, la sconfitta – sia pure con l’onore delle armi – di un Moqtada costretto ad abbandonare Najaf e a far proclamare dai suoi portavoce un cessate il fuoco generale, al Sistani ha dato la sua alta mercede ai vincitori sul campo: ha radunato la Marjia, vertice religioso sciita, e ha emesso una fatwa di fondamentale importanza che rende “non lecito” resistere armi alla mano alle truppe statunitensi. Non è una fatwa, un “editto”, personale, è di più. E’ un editto emesso dalla Marjia, da tutti e quattro gli ayatollah che la compongono; è, insomma, il più solenne e autorevole messaggio d’interdizione e sconfessione di ogni gesto violento contro le truppe americane che si possa formulare nell’Iraq sciita. E’ anche uno straordinario viatico per Allawi e il suo governo, perché in questo modo la Marjia legittima il percorso politico intrapreso per arrivare alla fine dell’occupazione militare statunitense. E’ la prova che a Najaf ha vinto al Sistani, ma soltanto perché in stretta alleanza con Allawi. Resta da capire come mai uno schema d’azione come quello dei due leader iracheni non sia compreso dalla stampa italiana di solito così attenta a descrivere e a enfatizzare i raffinati giochi politici in patria e fuori.

gor
01-09-2004, 08:33
Originariamente inviato da Paracleto
Fuori legge la guerriglia anti Usa. Ha vinto l’ayatollah, d’intesa col governo



L’ayatollah Ali al Sistani ha detto che in Iraq la lotta armata non è lecita e ha così saldato il debito che aveva contratto col governo Allawi e con i militari americani. Solo ed esclusivamente il loro sforzo militare congiunto, le tre settimane di combattimenti a Najaf, ha infatti permesso ad al Sistani di cogliere quel successo che aveva inseguito invano per tre mesi: allontanare le squadracce di Moqtada Sadr dalla città santa.
Da aprile in poi, tutte le sue trattative, i suoi autorevoli appelli, erano stati irrisi da un Moqtada che ha sempre preteso di mantenere un suo presidio armato dentro la città, dentro il mausoleo. Di fronte alla propria incapacità di risolvere il problema, alla fine, al Sistani ha lasciato via libera all’azione militare iraco-statunitense e ha taciuto – diplomaticamente – durante le settimane di combattimenti. Ottenuto il successo, la sconfitta – sia pure con l’onore delle armi – di un Moqtada costretto ad abbandonare Najaf e a far proclamare dai suoi portavoce un cessate il fuoco generale, al Sistani ha dato la sua alta mercede ai vincitori sul campo: ha radunato la Marjia, vertice religioso sciita, e ha emesso una fatwa di fondamentale importanza che rende “non lecito” resistere armi alla mano alle truppe statunitensi. Non è una fatwa, un “editto”, personale, è di più. E’ un editto emesso dalla Marjia, da tutti e quattro gli ayatollah che la compongono; è, insomma, il più solenne e autorevole messaggio d’interdizione e sconfessione di ogni gesto violento contro le truppe americane che si possa formulare nell’Iraq sciita. E’ anche uno straordinario viatico per Allawi e il suo governo, perché in questo modo la Marjia legittima il percorso politico intrapreso per arrivare alla fine dell’occupazione militare statunitense. E’ la prova che a Najaf ha vinto al Sistani, ma soltanto perché in stretta alleanza con Allawi. Resta da capire come mai uno schema d’azione come quello dei due leader iracheni non sia compreso dalla stampa italiana di solito così attenta a descrivere e a enfatizzare i raffinati giochi politici in patria e fuori.
mi dai il link dove hai preso la notizia?
comunque e una notizia eccezionale,un appogio pieno al governo ed ai militari presenti in iraq.