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View Full Version : Fratel Ettore


bagoa
20-08-2004, 20:06
In questi giorni di vacanze a ritmo sfrenato,di bagordi,di menefreghismo assoluto,un pensiero vada ad una persona che non c'è più. Fratel Ettore 77 anni, una vita con gli emarginati, si è spento la notte scorsa a Milano, se ne andato un Grandissimo Uomo.

eriol
20-08-2004, 20:08
una breve bio? :)

bagoa
20-08-2004, 20:18
nato in prov di mn, diviene sacerdote a 23 anni,farà noviziato presso l'istituto san camillo di Milano ( ove è spirato),ma sarà l'emarginazione della grande metropoli ad attirarlo,nei primi anni 70 fonda a Milano una casa rifugio sotto la stazione centrale, si chiamerà il rifugio di fratel ettore,saranno migliaia le persone che troveranno in quel rifugio, un tetto, un piatto, e una parola di conforto,fonderà centri analoghi in altre parti d'italia, e un paio all'estero,di carattere deciso,mise davanti a tutto la sofferenza umana,a volte lontano dalle logiche della grande chiesa madre,dedicò la sua vita in maniera totale alle persone bisognose,se mai esiste il paradiso dei giusti oggi Lui vi è arrivato.

eriol
20-08-2004, 20:19
ah è lui?????????? :eek:

mi spiace!!

recoil
20-08-2004, 20:26
ricordo di averne sentito parlare

che bella figura, un modello da imitare! non solo per i cristiani, parlo proprio di tutti. la carità, la voglia di fare del bene, l'amore per gli altri... se fossero comuni a tutti il mondo sarebbe migliore.

ho conosciuto dei missionari e anche loro sono figure splendide. purtroppo non ce ne sono mai abbastanza, nemmeno di persone come questo frate!

Blue Spirit
21-08-2004, 00:17
E' morto Fratel Ettore, aiutava gli "ultimi"
Aveva 76 anni, ed era malato da tempo. Una vita spesa per aiutare i poveri e gli esclusi non solo in Lombardia
MILANO - Una vita per e con i poveri, un simbolo di solidarietà e carità per Milano. Si è spento nella notte alla Clinica San Camillo fratel Ettore, il religioso camilliano famoso nella città per il suo
impegno a favore dei più poveri ed emarginati. Nato a Mantova, aveva 76 anni ed era malato da tempo.

DALLA CENTRALE AL MONDO - Cominciò con andare ogni sera alla Stazione Centrale per distribuire cibo caldo e biglietti per l'alloggio notturno al dormitorio pubblico di viale Ortles. E la notte di Natale del 1977 portò anche panettone e spumante, e chiamò un sacerdote per la messa di mezzanotte. Con il tempo riuscì a convincere il capostazione e il ministero dei Trasporti ad affidargli due grandi magazzini sotto il terrapieno della stazione, e li sistemò con cucina, tavoli da pranzo, divani docce e una lavatrice. A questi seguirono altri rifugi e comunità in provincia di Milano, ma anche vicino a Chieti, a Roma e in Colombia.



UNA VITA PER GLI "ULTIMI" - Fratel Ettore Boschini viene consacrato nell'Ordine di San Camillo nel 1953. Fino al 1975 lavora presso l'Istituto San Camillo di Venezia-Lido e nel 1976 è trasferito a Milano. Dal 1978 si prende cura dei «senza casa» e il primo gennaio del 1979 realizza il primo dei suoi «Rifugi» sotto una campata del cavalcavia ferroviario della Stazione Centrale in via Sammartini. Un ambiente e un'attrezzatura di fortuna intitolato al «Cuore Immacolato di Maria», dove offre da mangiare e dormire «a quanti più poveri possibile». In seguito allarga la sua attività ad anziani, malati di Aids, tossicodipendenti ed extracomunitari aprendo centri a Seveso e Affori, nel milanese, Bucchianico (Ch), Grottaferrata (Roma), Bogotà e Cartago in Colombia. «Se c'è a Milano una categoria di esseri umani bisognosi a cui nessuno prima di Ettore pensava - ricordano i Camilliani - è proprio quella che il gergo cittadino chiama quasi affettuosamente 'barbonì. Milanesi o immigrati da ogni parte d'Italia; stranieri di razze varie capitati a Milano più o meno clandestinamente; persone separate dal coniuge o dalla famiglia, o coppie irregolari... In comune questa variegata
popolazione aveva la miseria e la solitudine; aveva il bisogno
elementare di un pezzo di pane, di un letto e un giaciglio per la notte, di cambiarsi gli indumenti e lavarsi dopo mesi che non lo poteva fare».
Criticato da alcuni per questa sua attività («ci vuol altro per sanare queste piaghe, occorre l'intervento dei pubblici poteri»), rispondeva che lui guardava «ai bisogni immediati dell'uomo, del povero che non può attendere». Un modo per «predicare al mondo d'oggi il Vangelo del buon Samaritano a partire dagli ultimi». Un impegno che gli era stato riconosciuto poi anche dal Comune e dalla Regione che lo avevano premiato con un Ambrogino d'oro e una medaglia d'oro.




Ciao Ettore, a presto. Non ti ho mai conosciuto ma ti ringrazio per avere portato un pò della Luce Vera in questo povero mondo.

StefAno Giammarco
21-08-2004, 03:41
Fratel Ettore era davvero un uomo buono. Da lassù certamente continuerà la sua opera, i "suoi barboni" non resteranno soli :)

majin mixxi
21-08-2004, 13:00
azz è morto? mi spiace l'ho visto tantissime volte all'opera con la gente intorno alla centrale

Bet
23-08-2004, 09:47
un gran cuore ed un gran lavoro portato avanti nel silenzio