von Clausewitz
19-08-2004, 01:41
dall’ archivio del corriere della sera degli articoli interessanti di qualche giorno fa sullo stato della finanza publica italiana
ecco il primo:
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La Corte dei Conti a Palazzo Chigi: dovete ridurre i costi
Il dipartimento di Bertolaso ha seguito vertici europei ma anche la beatificazione di Padre Pio L' organo contabile chiede che la struttura venga posta fuori dalla Presidenza del Consiglio
Sulle attività della Protezione civile e sul raddoppio del budget preventivo le osservazioni dei magistrati
Sensini Mario
ROMA - Difficile programmare i tagli alla spesa pubblica. Soprattutto se a spendere è la Presidenza del Consiglio, se le entrate e le spese del budget preventivo a consuntivo risultano spesso raddoppiate e se, poi, buona parte di questa spesa avviene pure in deroga a tutte le norme di contabilità nazionale. E non si sta parlando di spiccioli, perché nel 2003 Palazzo Chigi ha speso la bellezza di 4,1 miliardi di euro, ottomila miliardi delle vecchie lire, a fronte dei 2,9 previsti dal budget. Spesa che, ovviamente, si è ripercossa sul bilancio pubblico, dal quale la Presidenza del Consiglio l' anno scorso ha tratto risorse complessive per 4,2 miliardi di euro, a fronte dei 2,4 stimati a inizio d' anno. Il bello è che chi dovrebbe controllare i bilanci, la Corte dei Conti, non è in grado di spiegare «le cause sostanziali del fenomeno incrementativo». Né per la verità di capire, ancora prima, in che modo e a che titolo i soldi arrivano a Palazzo Chigi. C' è solo un indizio, la collocazione dentro la Presidenza del Consiglio del Dipartimento per la Protezione civile che assorbe gran parte di quei fondi, e l' assoluta opacità della sua gestione e dei suoi conti. Dai quali spicca solo una voce «con un rilevantissimo stanziamento di competenza e una correlata autorizzazione di cassa per le quali - scrive la Corte - a causa della mera denominazione del fondo sinteticamente qualificato "per la Protezione civile" non è agevole dedurre specifiche finalizzazioni». Al Dipartimento diretto da Guido Bertolaso tutto, o quasi, funziona in deroga alla contabilità nazionale. Grazie alle ordinanze di Protezione civile, che permettono anche di scavalcare molte altre leggi e prescrizioni, dalla normativa sulla concorrenza, fino ai contratti nazionali di lavoro. Logico se fossero legate a situazioni di reale emergenza, ma così non sembra che sia, stando ai rilievi della Corte. Anche sul passante di Mestre, nonostante la legge obiettivo avrebbe dovuto garantire lavori spediti, per andare avanti si è ricorsi a Bertolaso, e a un' ordinanza, con tanto di commissario. Emergenza traffico. Di sicuro, le competenze del Dipartimento sono cresciute a dismisura, tanto che la Commissione Ue ha aperto una procedura d' infrazione sul presunto abuso delle ordinanze, grazie alle quali si evitano anche gli appalti. Soprattutto da quando la legge del settembre 2001 attribuisce al Dipartimento la gestione dei cosiddetti "grandi eventi", le ordinanze fioccano. E coprono un po' tutto, dai grandi vertici internazionali fino quasi alle fiere di paese. La Protezione Civile, negli ultimi anni, ha gestito il vertice Ince di Trieste, quello tra Nato e Federazione Russa di Pratica di Mare e il semestre di presidenza della Ue (che si è concluso con la procedura d' infrazione). Poi la cerimonia di canonizzazione di Padre Pio e di Josè Maria Escrivà, il quarto centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino, la beatificazione di Madre Teresa. L' ultima ordinanza, del 5 maggio scorso, attiva Bertolaso per il raduno dell' Azione Cattolica a Loreto, il 4 settembre. La prossima, in preparazione, lo metterà in pista per la firma della Costituzione Europea ad ottobre, a Roma. Niente a che vedere con «calamità naturali» o «situazioni di emergenza», scrive la Corte. Auspicando spiegazioni contabili adeguate sul Dipartimento per «ottenere il necessario grado di trasparenza del bilancio», e sollecitandone la ricollocazione fuori dalla Presidenza. Che con la riforma del ' 99 dovrebbe avere una struttura «essenziale», di poche e preparate persone che aiutino il premier nell' esercizio delle sue funzioni costituzionali, e che continua invece ad accumulare «funzioni improprie». Dalla Protezione civile, al Dipartimento Antidroga, al Commissario per la Corruzione. E tutti i ministeri senza portafoglio. Mario Sensini Le funzioni La Corte dei Conti ha funzione di controllo sulla corretta gestione delle risorse pubbliche, sul rispetto degli equilibri finanziari e sulla regolarità ed efficienza dei provvedimenti amministrativi
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nel primo articolo si evince la scarsa trasparenza di berlusconi, in linea peraltro col personaggio e la sua attitudine a cercare di sfruttare eventi di risonanza internazionale per farne un po’ di grancassa elettorale oppure chissà per atteggiarsi a ciò che non è, un personaggio di caratura internazionale
invece nel secondo balza agli occhi la spesa dei singoli ministeri, soprattutto per la voce “personale” e la riduzione degli investimenti, ecco una delle cause del sproporzionato aumento della spesa corrente, che in effetti non aveva spiegazioni:
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Tetto ai ministeri: si lavora sui tagli
Siniscalco pone il limite del 2% alle uscite. Spese del personale nel mirino Ma Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato per settembre la «resa dei conti»
CONTI PUBBLICI. VERSO LA FINANZIARIA
Bagnoli Roberto
ROMA - Che tirasse una brutta aria si era capito fin da quando il governo era stato costretto a varare una manovra correttiva per il 2004 da 7,5 miliardi di euro. Così qualche ministero aveva già cominciato a darsi una regolata. Un esempio per tutti. Nelle scorse settimane alle direzioni del ministero delle Attività produttive è arrivata una lettera che invita i responsabili a frenare il più possibile le spese per le missioni all' estero. Voce che ha contribuito alla forte crescita del costo del personale. IL NODO DEL PERSONALE - Ed è proprio qui il problema. Se il cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown ha potuto annunciare, il 12 luglio scorso, il taglio di 104 mila statali per ridurre la spesa pubblica, su quel fronte il suo collega italiano Domenico Siniscalco non ha alcun margine di manovra. E non perché ieri i segretari generali della Cgil Guglielmo Epifani e della Cisl Savino Pezzotta abbiano già bocciato la prossima Finanziaria da 24 miliardi, annunciando per settembre «una resa dei conti». Se per Siniscalco l' Italia non si trova in condizioni paragonabili a quelle del 1992, la Cisl invece sostiene che le misure «prospettate nel Dpef avranno effetti depressivi forse ancora maggiori di quelli della manovra di Giuliano Amato» di 12 anni fa. Ma la gravità dello scenario nel quale Siniscalco si deve muovere per imporre il prossimo anno ai ministeri un tetto del 2% nella crescita delle spese, introducendo il modello inglese dello spending review, resta. E il costo del personale, oltre a essere una delle poste più consistenti, è anche una delle più incontrollabili. Forse persino più di quelle che sono da sempre «istituzionalmente» fuori controllo: la spesa per gli organi costituzionali, salita anche quest' anno del 7,21% a 1,6 miliardi, e quella per il «sostegno alla politica», che potrebbe crescere del 21%. Mentre le spese complessive dei ministeri aumenteranno nel 2004 dell' 1,04%, toccando 394 miliardi, il costo del personale è stimato crescere del 3,66%, con un progresso di 2,3 miliardi di euro. E già incombe il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione per i prossimi due anni, con una richiesta sindacale che sfiora l' 8% di aumento. L' esborso per il personale condiziona pesantemente ogni intervento sui conti pubblici. Come alla Farnesina. I COSTI DI GESTIONE - L' aumento del budget 2004 del ministero degli Esteri è stato del 4,28%, ma determinato in gran parte da una crescita del 13,62% dei costi per i dipendenti, con retribuzioni salite del 33,62%. Nel caso del ministero della Giustizia l' aumento del costo del personale, pur ragguardevole (+7,89%) è stato tuttavia ben inferiore alla crescita registrata dalle altre spese, se si pensa che i costi di gestione di via Arenula quest' anno dovrebbero incrementarsi del 31,35%, mentre l' intero budget del ministero potrebbe raggiungere 7,7 miliardi, il 23,7% in più rispetto al 2003. Non si possono lamentare nemmeno i dipendenti del ministero delle Attività produttive, dove la spesa per le retribuzioni sono cresciute dell' 8,24% e i costi di gestione sarebbero lievitati del 49,13%. Anche se quest' anno il ministro Antonio Marzano dovrebbe spendere il 10,33% in meno del 2003: ma soltanto grazie al taglio di ben 508 milioni di euro dei contributi agli investimenti. E se il costo per pagare l' esercito dei dipendenti del ministero dell' Istruzione è stato sorprendentemente inferiore a quello dello scorso anno (-0,16%), ecco che l' esercito vero, quello cioè dei militari, farà al contrario registrare maggiori uscite per 1,3 miliardi di euro (+12,15%). Un aumento che potrebbe mandare in orbita le spese della Difesa, facendole salire fin del 10,36%. Più o meno come al ministero della Salute, che ha un budget in crescita del 10,75%, soprattutto per effetto della forte crescita dei trasferimenti correnti (+44,33%). Ma è niente in confronto a quanto dovrebbe accadere al ministero delle Politiche agricole di Giovanni Alemanno, che ha stimato aumenti di spesa per il personale del 33,94% e un incremento delle uscite complessive dell' 87,75%. Del tutto analogo a quello del ministero delle Comunicazioni (+88,01%). LA SCURE SUGLI INVESTIMENTI - In questa situazione è evidente che a finire sotto la scure dei ministri non potranno che essere gli investimenti e le spese per gli acquisti di beni e servizi. E ci vorrà un grande sforzo di creatività. Dice Giuseppe Vegas: «Vogliamo inaugurare un metodo nuovo. Metteremo tutti i ministeri intorno a un tavolo e chi in passato ha avuto di più, dovrà proporre un elenco di riduzioni di spesa da decidere in sede politica». Un passaggio che secondo il sottosegretario all' Economia dovrebbe evitare «quegli accordi a due, fra il Tesoro e i singoli dicasteri, destinati a essere smontati in Parlamento». Ed evitare gli effetti perversi del cosiddetto decreto taglia spese. Un rapporto della Corte dei Conti ha accertato che quel provvedimento ha consentito di bloccare nel 2002 stanziamenti di competenza per 6,4 miliardi, riducendo anche le uscite per cassa di 8,1 miliardi per circa 3.300 capitoli di bilancio. Peccato che l' anno successivo si sia verificato un «effetto rimbalzo» che ha fatto decollare molte spese che l' anno prima erano state tagliate. La spesa corrente, che nel 2002 si era fermata, è così aumentata del 6,5% nel 2003, con un progresso del 27% per i cosiddetti consumi intermedi, saliti anche del 434% per le Attività produttive, dell' 84,7% per l' Istruzione e dell' 81,5% per la Salute. Sbalorditivo il balzo dell' 82,2% delle spese per «rappresentanza, relazioni pubbliche e convegni», che nel 2002 erano calate del 25%. Almeno quanto quelli del 53,1% per le consulenze (diminuite del 55% l' anno prima) e del 45,6% per le spese relative per «utenze, servizi ausiliari e di pulizia» (-3,2% nel 2002). Roberto Bagnoli Sergio Rizzo I BILANCI DEI DICASTERI GIUSTIZIA Crescita del 23,7% L' ultimo budget del ministero di via Arenula prevedeva spese per 8,1 miliardi, il 30,7% in più rispetto al 2003. La previsione è stata poi rivista a 7,7 miliardi, con un incremento sullo scorso anno che si «ridimensiona» al 23,7%. AGRICOLTURA Previsione: +87,7% La previsione di spesa del dicastero di Giovanni Alemanno per il 2004 è dell' 87,7% superiore a quella del 2003. Si parla di un budget di 1,3 miliardi, metà dei quali di «contributi agli investimenti»: voce che è quasi triplicata. ATTIVITA' PRODUTTIVE In salita del 49,1% Sulla riduzione del budget del dicastero di Antonio Marzano (-10,3% sul 2003) influisce il forte calo dei contributi alle imprese, scesi di 508 milioni. Ma i costi di gestione del ministero quest' anno potrebbero lievitare anche del 49,1%. DIFESA Aumenterà del 10% L' aumento previsto per il 2004 delle spese del ministero è di oltre il 10%. Ma dei 16,4 miliardi che costituiscono il budget complessivo, 12,2 rappresentano i costi del personale, che saliranno del 12,1% nei confronti dello scorso anno Nuovo metodo LA TRADIZIONE Il sistema «tradizionale» con cui i governi italiani hanno impostato la Finanziaria partiva dall' aumento tendenziale della spesa (cioè senza interventi legislativi), e da qui venivano individuate poche, singole «voci» dove procedere a tagli LA RIFORMA Il ministro Domenico Siniscalco intende invece partire dalla spesa dell' anno precedente e obbligare i ministeri a scegliere e motivare gli incrementi ritenuti necessari. L' obiettivo è contenere gli aumenti entro l' 1,8-2% Ricetta Brown LISTA DI SPESA Il «modello» introdotto fin dal ' 99 dal Cancelliere dello Scacchiere britannico, Gordon Brown, parte dalle Comprehensive Spending Reviews, i resoconti (periodicamente aggiornati) dei singoli ministeri sull' andamento effettivo delle loro spese REGOLA D' ORO Il secondo cardine della riforma Brown è l' imposizione della golden rule, la regola d' oro secondo cui l' andamento della spesa dei singoli ministeri (e di altri centri di spesa) non può essere superiore a quello del gettito fiscale
Per finire un altro articolo sull’andamento del debito pubblico:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2004/08_Agosto/11/debitopubblico.shtml
ECONOMIA
L'analisi di Via Nazionale
Bankitalia: «Nuovo record del debito pubblico»
A maggio toccata quota 1.466,4 miliardi di euro. Un aumento
di 53 miliardi rispetto a un anno fa
ROMA - Schizza sempre più in alto il debito pubblico italiano che macina un nuovo record e, in valore assoluto, tocca a maggio quota 1.466,4 miliardi di euro.
L'operazione di calcolo è stata fatta da Banca d' Italia nel supplemento «Finanza pubblica» al Bollettino Statistico dell' Istituto. Secondo le analisi compiute dai tecnici di via Nazionale il valore assoluto del debito (ai fine Ue vale però il rapporto con il Pil) è aumentato del 3,78% (53,4 miliardi di euro) rispetto allo stesso mese del 2003 e di 11,7 miliardi rispetto al precedente mese di giugno (+0,8%) che già aveva segnato un record assoluto a quota 1.454,7 miliardi di euro.
Il debito della pubblica amministrazione risulta composto per 1.392,235 miliardi da debito delle amministrazioni centrali e per 74,105 miliardi da debito delle amministrazioni locali.
Il supplemento al bollettino statistico della Banca d'Italia misura anche il dato per cassa (a differenza del tesoro che calcola le entrate secondo il criterio di competenza). E da esso risulta che le entrate tributarie nel primo semestre dell'anno sono ammontate a 137,189 miliardi. Nello stesso periodo del 2003 le entrate ammontarono a 136,910 miliardi. Se le due rilevazioni fossero comparabili, l'incremento tendenziale sarebbe dello 0,2%.
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Ecco un'altra delle triste verità del governo berlusconi, l’attivo primario, cioè quello al netto degli interessi si è ridotto a meno della metà rispetto ai governi dell’ulivo e il debito a ricominciato a correre…………………..
riservandomi prossimamente altri commenti, quello che vorrei far notare ai “polisti” del forum è il fatto che secondo alcuni di loro il governo berlusconi avrebbe eliminato o almeno limitato le spese per la burocrazia, le spese inutili, gli sprechi………….
ebbene, lasciate che io sorrida della vostra ingenua credulità verso questo governo
i numeri non sono manipolabili dalla sua principale occupazione, cioè fare propaganda, tanto stupida quanto vuota.............
su questi numeri e non su altro si giocherà la sopravvivenza di questo governo già dall'anno prossimo
la ricreazione è finita e la prossima finanziaria per forza di cose non sarà velluto
ecco il primo:
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La Corte dei Conti a Palazzo Chigi: dovete ridurre i costi
Il dipartimento di Bertolaso ha seguito vertici europei ma anche la beatificazione di Padre Pio L' organo contabile chiede che la struttura venga posta fuori dalla Presidenza del Consiglio
Sulle attività della Protezione civile e sul raddoppio del budget preventivo le osservazioni dei magistrati
Sensini Mario
ROMA - Difficile programmare i tagli alla spesa pubblica. Soprattutto se a spendere è la Presidenza del Consiglio, se le entrate e le spese del budget preventivo a consuntivo risultano spesso raddoppiate e se, poi, buona parte di questa spesa avviene pure in deroga a tutte le norme di contabilità nazionale. E non si sta parlando di spiccioli, perché nel 2003 Palazzo Chigi ha speso la bellezza di 4,1 miliardi di euro, ottomila miliardi delle vecchie lire, a fronte dei 2,9 previsti dal budget. Spesa che, ovviamente, si è ripercossa sul bilancio pubblico, dal quale la Presidenza del Consiglio l' anno scorso ha tratto risorse complessive per 4,2 miliardi di euro, a fronte dei 2,4 stimati a inizio d' anno. Il bello è che chi dovrebbe controllare i bilanci, la Corte dei Conti, non è in grado di spiegare «le cause sostanziali del fenomeno incrementativo». Né per la verità di capire, ancora prima, in che modo e a che titolo i soldi arrivano a Palazzo Chigi. C' è solo un indizio, la collocazione dentro la Presidenza del Consiglio del Dipartimento per la Protezione civile che assorbe gran parte di quei fondi, e l' assoluta opacità della sua gestione e dei suoi conti. Dai quali spicca solo una voce «con un rilevantissimo stanziamento di competenza e una correlata autorizzazione di cassa per le quali - scrive la Corte - a causa della mera denominazione del fondo sinteticamente qualificato "per la Protezione civile" non è agevole dedurre specifiche finalizzazioni». Al Dipartimento diretto da Guido Bertolaso tutto, o quasi, funziona in deroga alla contabilità nazionale. Grazie alle ordinanze di Protezione civile, che permettono anche di scavalcare molte altre leggi e prescrizioni, dalla normativa sulla concorrenza, fino ai contratti nazionali di lavoro. Logico se fossero legate a situazioni di reale emergenza, ma così non sembra che sia, stando ai rilievi della Corte. Anche sul passante di Mestre, nonostante la legge obiettivo avrebbe dovuto garantire lavori spediti, per andare avanti si è ricorsi a Bertolaso, e a un' ordinanza, con tanto di commissario. Emergenza traffico. Di sicuro, le competenze del Dipartimento sono cresciute a dismisura, tanto che la Commissione Ue ha aperto una procedura d' infrazione sul presunto abuso delle ordinanze, grazie alle quali si evitano anche gli appalti. Soprattutto da quando la legge del settembre 2001 attribuisce al Dipartimento la gestione dei cosiddetti "grandi eventi", le ordinanze fioccano. E coprono un po' tutto, dai grandi vertici internazionali fino quasi alle fiere di paese. La Protezione Civile, negli ultimi anni, ha gestito il vertice Ince di Trieste, quello tra Nato e Federazione Russa di Pratica di Mare e il semestre di presidenza della Ue (che si è concluso con la procedura d' infrazione). Poi la cerimonia di canonizzazione di Padre Pio e di Josè Maria Escrivà, il quarto centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino, la beatificazione di Madre Teresa. L' ultima ordinanza, del 5 maggio scorso, attiva Bertolaso per il raduno dell' Azione Cattolica a Loreto, il 4 settembre. La prossima, in preparazione, lo metterà in pista per la firma della Costituzione Europea ad ottobre, a Roma. Niente a che vedere con «calamità naturali» o «situazioni di emergenza», scrive la Corte. Auspicando spiegazioni contabili adeguate sul Dipartimento per «ottenere il necessario grado di trasparenza del bilancio», e sollecitandone la ricollocazione fuori dalla Presidenza. Che con la riforma del ' 99 dovrebbe avere una struttura «essenziale», di poche e preparate persone che aiutino il premier nell' esercizio delle sue funzioni costituzionali, e che continua invece ad accumulare «funzioni improprie». Dalla Protezione civile, al Dipartimento Antidroga, al Commissario per la Corruzione. E tutti i ministeri senza portafoglio. Mario Sensini Le funzioni La Corte dei Conti ha funzione di controllo sulla corretta gestione delle risorse pubbliche, sul rispetto degli equilibri finanziari e sulla regolarità ed efficienza dei provvedimenti amministrativi
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nel primo articolo si evince la scarsa trasparenza di berlusconi, in linea peraltro col personaggio e la sua attitudine a cercare di sfruttare eventi di risonanza internazionale per farne un po’ di grancassa elettorale oppure chissà per atteggiarsi a ciò che non è, un personaggio di caratura internazionale
invece nel secondo balza agli occhi la spesa dei singoli ministeri, soprattutto per la voce “personale” e la riduzione degli investimenti, ecco una delle cause del sproporzionato aumento della spesa corrente, che in effetti non aveva spiegazioni:
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Tetto ai ministeri: si lavora sui tagli
Siniscalco pone il limite del 2% alle uscite. Spese del personale nel mirino Ma Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato per settembre la «resa dei conti»
CONTI PUBBLICI. VERSO LA FINANZIARIA
Bagnoli Roberto
ROMA - Che tirasse una brutta aria si era capito fin da quando il governo era stato costretto a varare una manovra correttiva per il 2004 da 7,5 miliardi di euro. Così qualche ministero aveva già cominciato a darsi una regolata. Un esempio per tutti. Nelle scorse settimane alle direzioni del ministero delle Attività produttive è arrivata una lettera che invita i responsabili a frenare il più possibile le spese per le missioni all' estero. Voce che ha contribuito alla forte crescita del costo del personale. IL NODO DEL PERSONALE - Ed è proprio qui il problema. Se il cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown ha potuto annunciare, il 12 luglio scorso, il taglio di 104 mila statali per ridurre la spesa pubblica, su quel fronte il suo collega italiano Domenico Siniscalco non ha alcun margine di manovra. E non perché ieri i segretari generali della Cgil Guglielmo Epifani e della Cisl Savino Pezzotta abbiano già bocciato la prossima Finanziaria da 24 miliardi, annunciando per settembre «una resa dei conti». Se per Siniscalco l' Italia non si trova in condizioni paragonabili a quelle del 1992, la Cisl invece sostiene che le misure «prospettate nel Dpef avranno effetti depressivi forse ancora maggiori di quelli della manovra di Giuliano Amato» di 12 anni fa. Ma la gravità dello scenario nel quale Siniscalco si deve muovere per imporre il prossimo anno ai ministeri un tetto del 2% nella crescita delle spese, introducendo il modello inglese dello spending review, resta. E il costo del personale, oltre a essere una delle poste più consistenti, è anche una delle più incontrollabili. Forse persino più di quelle che sono da sempre «istituzionalmente» fuori controllo: la spesa per gli organi costituzionali, salita anche quest' anno del 7,21% a 1,6 miliardi, e quella per il «sostegno alla politica», che potrebbe crescere del 21%. Mentre le spese complessive dei ministeri aumenteranno nel 2004 dell' 1,04%, toccando 394 miliardi, il costo del personale è stimato crescere del 3,66%, con un progresso di 2,3 miliardi di euro. E già incombe il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione per i prossimi due anni, con una richiesta sindacale che sfiora l' 8% di aumento. L' esborso per il personale condiziona pesantemente ogni intervento sui conti pubblici. Come alla Farnesina. I COSTI DI GESTIONE - L' aumento del budget 2004 del ministero degli Esteri è stato del 4,28%, ma determinato in gran parte da una crescita del 13,62% dei costi per i dipendenti, con retribuzioni salite del 33,62%. Nel caso del ministero della Giustizia l' aumento del costo del personale, pur ragguardevole (+7,89%) è stato tuttavia ben inferiore alla crescita registrata dalle altre spese, se si pensa che i costi di gestione di via Arenula quest' anno dovrebbero incrementarsi del 31,35%, mentre l' intero budget del ministero potrebbe raggiungere 7,7 miliardi, il 23,7% in più rispetto al 2003. Non si possono lamentare nemmeno i dipendenti del ministero delle Attività produttive, dove la spesa per le retribuzioni sono cresciute dell' 8,24% e i costi di gestione sarebbero lievitati del 49,13%. Anche se quest' anno il ministro Antonio Marzano dovrebbe spendere il 10,33% in meno del 2003: ma soltanto grazie al taglio di ben 508 milioni di euro dei contributi agli investimenti. E se il costo per pagare l' esercito dei dipendenti del ministero dell' Istruzione è stato sorprendentemente inferiore a quello dello scorso anno (-0,16%), ecco che l' esercito vero, quello cioè dei militari, farà al contrario registrare maggiori uscite per 1,3 miliardi di euro (+12,15%). Un aumento che potrebbe mandare in orbita le spese della Difesa, facendole salire fin del 10,36%. Più o meno come al ministero della Salute, che ha un budget in crescita del 10,75%, soprattutto per effetto della forte crescita dei trasferimenti correnti (+44,33%). Ma è niente in confronto a quanto dovrebbe accadere al ministero delle Politiche agricole di Giovanni Alemanno, che ha stimato aumenti di spesa per il personale del 33,94% e un incremento delle uscite complessive dell' 87,75%. Del tutto analogo a quello del ministero delle Comunicazioni (+88,01%). LA SCURE SUGLI INVESTIMENTI - In questa situazione è evidente che a finire sotto la scure dei ministri non potranno che essere gli investimenti e le spese per gli acquisti di beni e servizi. E ci vorrà un grande sforzo di creatività. Dice Giuseppe Vegas: «Vogliamo inaugurare un metodo nuovo. Metteremo tutti i ministeri intorno a un tavolo e chi in passato ha avuto di più, dovrà proporre un elenco di riduzioni di spesa da decidere in sede politica». Un passaggio che secondo il sottosegretario all' Economia dovrebbe evitare «quegli accordi a due, fra il Tesoro e i singoli dicasteri, destinati a essere smontati in Parlamento». Ed evitare gli effetti perversi del cosiddetto decreto taglia spese. Un rapporto della Corte dei Conti ha accertato che quel provvedimento ha consentito di bloccare nel 2002 stanziamenti di competenza per 6,4 miliardi, riducendo anche le uscite per cassa di 8,1 miliardi per circa 3.300 capitoli di bilancio. Peccato che l' anno successivo si sia verificato un «effetto rimbalzo» che ha fatto decollare molte spese che l' anno prima erano state tagliate. La spesa corrente, che nel 2002 si era fermata, è così aumentata del 6,5% nel 2003, con un progresso del 27% per i cosiddetti consumi intermedi, saliti anche del 434% per le Attività produttive, dell' 84,7% per l' Istruzione e dell' 81,5% per la Salute. Sbalorditivo il balzo dell' 82,2% delle spese per «rappresentanza, relazioni pubbliche e convegni», che nel 2002 erano calate del 25%. Almeno quanto quelli del 53,1% per le consulenze (diminuite del 55% l' anno prima) e del 45,6% per le spese relative per «utenze, servizi ausiliari e di pulizia» (-3,2% nel 2002). Roberto Bagnoli Sergio Rizzo I BILANCI DEI DICASTERI GIUSTIZIA Crescita del 23,7% L' ultimo budget del ministero di via Arenula prevedeva spese per 8,1 miliardi, il 30,7% in più rispetto al 2003. La previsione è stata poi rivista a 7,7 miliardi, con un incremento sullo scorso anno che si «ridimensiona» al 23,7%. AGRICOLTURA Previsione: +87,7% La previsione di spesa del dicastero di Giovanni Alemanno per il 2004 è dell' 87,7% superiore a quella del 2003. Si parla di un budget di 1,3 miliardi, metà dei quali di «contributi agli investimenti»: voce che è quasi triplicata. ATTIVITA' PRODUTTIVE In salita del 49,1% Sulla riduzione del budget del dicastero di Antonio Marzano (-10,3% sul 2003) influisce il forte calo dei contributi alle imprese, scesi di 508 milioni. Ma i costi di gestione del ministero quest' anno potrebbero lievitare anche del 49,1%. DIFESA Aumenterà del 10% L' aumento previsto per il 2004 delle spese del ministero è di oltre il 10%. Ma dei 16,4 miliardi che costituiscono il budget complessivo, 12,2 rappresentano i costi del personale, che saliranno del 12,1% nei confronti dello scorso anno Nuovo metodo LA TRADIZIONE Il sistema «tradizionale» con cui i governi italiani hanno impostato la Finanziaria partiva dall' aumento tendenziale della spesa (cioè senza interventi legislativi), e da qui venivano individuate poche, singole «voci» dove procedere a tagli LA RIFORMA Il ministro Domenico Siniscalco intende invece partire dalla spesa dell' anno precedente e obbligare i ministeri a scegliere e motivare gli incrementi ritenuti necessari. L' obiettivo è contenere gli aumenti entro l' 1,8-2% Ricetta Brown LISTA DI SPESA Il «modello» introdotto fin dal ' 99 dal Cancelliere dello Scacchiere britannico, Gordon Brown, parte dalle Comprehensive Spending Reviews, i resoconti (periodicamente aggiornati) dei singoli ministeri sull' andamento effettivo delle loro spese REGOLA D' ORO Il secondo cardine della riforma Brown è l' imposizione della golden rule, la regola d' oro secondo cui l' andamento della spesa dei singoli ministeri (e di altri centri di spesa) non può essere superiore a quello del gettito fiscale
Per finire un altro articolo sull’andamento del debito pubblico:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2004/08_Agosto/11/debitopubblico.shtml
ECONOMIA
L'analisi di Via Nazionale
Bankitalia: «Nuovo record del debito pubblico»
A maggio toccata quota 1.466,4 miliardi di euro. Un aumento
di 53 miliardi rispetto a un anno fa
ROMA - Schizza sempre più in alto il debito pubblico italiano che macina un nuovo record e, in valore assoluto, tocca a maggio quota 1.466,4 miliardi di euro.
L'operazione di calcolo è stata fatta da Banca d' Italia nel supplemento «Finanza pubblica» al Bollettino Statistico dell' Istituto. Secondo le analisi compiute dai tecnici di via Nazionale il valore assoluto del debito (ai fine Ue vale però il rapporto con il Pil) è aumentato del 3,78% (53,4 miliardi di euro) rispetto allo stesso mese del 2003 e di 11,7 miliardi rispetto al precedente mese di giugno (+0,8%) che già aveva segnato un record assoluto a quota 1.454,7 miliardi di euro.
Il debito della pubblica amministrazione risulta composto per 1.392,235 miliardi da debito delle amministrazioni centrali e per 74,105 miliardi da debito delle amministrazioni locali.
Il supplemento al bollettino statistico della Banca d'Italia misura anche il dato per cassa (a differenza del tesoro che calcola le entrate secondo il criterio di competenza). E da esso risulta che le entrate tributarie nel primo semestre dell'anno sono ammontate a 137,189 miliardi. Nello stesso periodo del 2003 le entrate ammontarono a 136,910 miliardi. Se le due rilevazioni fossero comparabili, l'incremento tendenziale sarebbe dello 0,2%.
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Ecco un'altra delle triste verità del governo berlusconi, l’attivo primario, cioè quello al netto degli interessi si è ridotto a meno della metà rispetto ai governi dell’ulivo e il debito a ricominciato a correre…………………..
riservandomi prossimamente altri commenti, quello che vorrei far notare ai “polisti” del forum è il fatto che secondo alcuni di loro il governo berlusconi avrebbe eliminato o almeno limitato le spese per la burocrazia, le spese inutili, gli sprechi………….
ebbene, lasciate che io sorrida della vostra ingenua credulità verso questo governo
i numeri non sono manipolabili dalla sua principale occupazione, cioè fare propaganda, tanto stupida quanto vuota.............
su questi numeri e non su altro si giocherà la sopravvivenza di questo governo già dall'anno prossimo
la ricreazione è finita e la prossima finanziaria per forza di cose non sarà velluto