shambler1
24-07-2004, 17:54
Vi segnalo un sito che tratta di questo grande maestro del teatro italiano, adesso colpito da una gravissima infermità.
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/oliviero1.htm
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/teatro_ricerca.htm
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/vitaleo.htm
Di Berardinis ho visto solo un adattamento del suo "Toto principe di Danimarca" su rai due. Avrò il rimpianto di non averlo mai potuto vedere dal vivo.
E' una vergogna che la televisione non dedichi nulla a questo gigante del teatro, dedichi una mezz'ora all'anno a Carmelo Bene come fosse una curiosità per bizzarri intellettuali e invece migliaia di ora a orrendi tv show con psicodrammi improvvisati, reality show con zoommate igieniche ( non mi vengono altri aggettivi appropriati) .
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/riconosci.jpg
«Fare teatro è eversione. Io nego il teatro come rappresentazione perché è borghese, hegeliano, espressione di un potere. Il teatro è "essere", non in senso romantico, ma politico. In questo modo, diventa una forza rivoluzionaria, perché si sgancia dalla cultura di potere».
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/oliviero1.htm
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/teatro_ricerca.htm
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/vitaleo.htm
Di Berardinis ho visto solo un adattamento del suo "Toto principe di Danimarca" su rai due. Avrò il rimpianto di non averlo mai potuto vedere dal vivo.
E' una vergogna che la televisione non dedichi nulla a questo gigante del teatro, dedichi una mezz'ora all'anno a Carmelo Bene come fosse una curiosità per bizzarri intellettuali e invece migliaia di ora a orrendi tv show con psicodrammi improvvisati, reality show con zoommate igieniche ( non mi vengono altri aggettivi appropriati) .
http://www.teatro.unisa.it/autori/leo/riconosci.jpg
«Fare teatro è eversione. Io nego il teatro come rappresentazione perché è borghese, hegeliano, espressione di un potere. Il teatro è "essere", non in senso romantico, ma politico. In questo modo, diventa una forza rivoluzionaria, perché si sgancia dalla cultura di potere».