Dona*
21-07-2004, 15:36
TORINO (Reuters) - La procura di Torino ha chiesto oggi l'archiviazione per il filone dell'affaire Telekom Serbia riguardante l'acquisto da parte dell'italiana Telecom di una quota dell'azienda di telecomunicazioni serba.
Lo hanno riferito fonti giudiziarie, aggiungendo che resta ancora aperto il fascicolo sui tentativi di depistaggio delle indagini che vedono coinvolto tra gli altri anche il faccendiere Igor Marini.
Di fronte alla richiesta dei procuratori torinesi Marcello Maddalena e Bruno Tinti, l'avvocato di Marini si è detto sorpreso.
"Non ne so nulla e non ho ancora nulla di ufficiale in mano. Sapevo solo che secondo i pm non c'erano elementi per proseguire le indagini", ha commentato l'avvocato di Marini, Luciano Randazzo.
"Ora qualcuno ci deve spiegare dove sono finiti i soldi. Non capisco perché se la procura sostiene che non ci sono illeciti e chiede l'archiviazione, rimanga aperta l'inchiesta della Commissione parlamentare. E' una situazione paradossale", ha aggiunto Randazzo.
La Commissione è nata per fare luce sull'acquisto da parte di Telecom Italia del 29% dell'azienda ex jugoslava nel 1997 e sul pagamento di eventuali tangenti.
Per nove mesi, lo scorso anno, i lavori dell'organo parlamentare si sono concentrati sulle accuse lanciate da alcuni faccendieri a Romano Prodi, Piero Fassino e Lamberto Dini - al governo nel 1997 - di avere intascato denaro per favorire l'affare con il governo jugoslavo di Slobodan Milosevic.
L'accusa si è sgonfiata dopo che la magistratura di Torino, titolare delle indagini su Telekom Serbia, ha arresto Igor Marini e da ultimo Antonio Volpe -- i due principali "testi" contro i politici del centrosinistra --, poi scarcerati.
Nel marzo scorso i parlamentari ulivisti della Commissione Telekom Serbia avevano presentato le proprie dimissioni sostenendo che i colleghi del centrodestra si rifiutavano di fare luce sulle connivenze politiche degli accusatori.
Lo hanno riferito fonti giudiziarie, aggiungendo che resta ancora aperto il fascicolo sui tentativi di depistaggio delle indagini che vedono coinvolto tra gli altri anche il faccendiere Igor Marini.
Di fronte alla richiesta dei procuratori torinesi Marcello Maddalena e Bruno Tinti, l'avvocato di Marini si è detto sorpreso.
"Non ne so nulla e non ho ancora nulla di ufficiale in mano. Sapevo solo che secondo i pm non c'erano elementi per proseguire le indagini", ha commentato l'avvocato di Marini, Luciano Randazzo.
"Ora qualcuno ci deve spiegare dove sono finiti i soldi. Non capisco perché se la procura sostiene che non ci sono illeciti e chiede l'archiviazione, rimanga aperta l'inchiesta della Commissione parlamentare. E' una situazione paradossale", ha aggiunto Randazzo.
La Commissione è nata per fare luce sull'acquisto da parte di Telecom Italia del 29% dell'azienda ex jugoslava nel 1997 e sul pagamento di eventuali tangenti.
Per nove mesi, lo scorso anno, i lavori dell'organo parlamentare si sono concentrati sulle accuse lanciate da alcuni faccendieri a Romano Prodi, Piero Fassino e Lamberto Dini - al governo nel 1997 - di avere intascato denaro per favorire l'affare con il governo jugoslavo di Slobodan Milosevic.
L'accusa si è sgonfiata dopo che la magistratura di Torino, titolare delle indagini su Telekom Serbia, ha arresto Igor Marini e da ultimo Antonio Volpe -- i due principali "testi" contro i politici del centrosinistra --, poi scarcerati.
Nel marzo scorso i parlamentari ulivisti della Commissione Telekom Serbia avevano presentato le proprie dimissioni sostenendo che i colleghi del centrodestra si rifiutavano di fare luce sulle connivenze politiche degli accusatori.