Deppe
20-07-2004, 16:16
Germania, tagli fino al 30% alla retribuzione degli esponenti di governo che non raggiungono gli obiettivi prefissati
Valutare i politici proprio come si fa con i manager d'azienda, che rispondono in prima persona e con il loro portafoglio della loro inefficienza. Con tanto di sanzioni e tagli di stipendio. È questa la rivoluzionaria proposta lanciata in Germania, idea di Brigitte Homburger, vice presidente del gruppo parlamentare liberale al Bundestag. Ed è facile prevedere che anche la sola ipotesi scatenerà polemiche e discussioni, anche lontano da Berlino. Dalle colonne del settimanale "Focus" la deputata della Fdp ha spiegato meglio quella che, se mai realizzata, potrebbe essere una delle iniziative meno allettanti per i politici tedeschi con responsabilità di governo.
Applicando alla politica la ferrea regola dei manager, l'idea della Homburger è di ridurre gli stipendi del cancelliere e della sua squadra di governo se nel loro concreto operato non avranno mantenuto gli impegni presi in campagna elettorale. I tagli dovrebbero arrivare fino al 30% dello stipendio, se l'esecutivo dovesse fallire nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Ma il codice aziendalistico varrebbe anche in senso contrario, in caso di successo. Se infatti i traguardi stabiliti fossero superati, allora cancelliere e ministri riceverebbero un bonus supplementare pari al 10% dei loro emolumenti. E si parla di tagli che tradotti in cifre sono soldoni, se si pensa che Schroeder, l'attuale cancelliere, percepisce uno stipendio di circa 13mila euro e i ministri di circa 10mila euro.
«Dovremmo ipotizzare per i membri del governo - ha chiarito la Homburger - un sistema di sanzioni simile a quello che abbiamo introdotto per i disoccupati, che beneficiano dell'assegno sociale». In Germania chi non ha lavoro da diverso tempo, secondo la nuova normativa, se rifiuta più di due offerte di impiego, si vede decurtata l'indennità statale.
A stabilire se i politici al governo hanno realizzato o mancato i loro obiettivi traducendo in fatti le loro promesse dovrebbe essere un'apposita commissione indipendente, insediata dal presidente della Repubblica. Nella valutazione del lavoro degli esponenti governativi dovrebbero essere compresi settori come l'abbassamento del debito pubblico, la riduzione e la semplificazione delle imposte, la diminuzione delle sovvenzioni pubbliche e la riforma dello stato sociale.
A chi contesta la sua proposta, la parlamentare liberale può contrapporre il caso-modello, di successo, della British Columbia, una provincia del Canada cui la Homburger si è ispirata. In quel distretto, dove vige l'obbligo del pareggio di bilancio, tutti i membri dell'amministrazione regionale si vedono decurtare lo stipendio del 10% se il bilancio dello Stato sfora i limiti fissati. Chissà cosa ne pensano i nostri ministri...
20 luglio 2004
Valutare i politici proprio come si fa con i manager d'azienda, che rispondono in prima persona e con il loro portafoglio della loro inefficienza. Con tanto di sanzioni e tagli di stipendio. È questa la rivoluzionaria proposta lanciata in Germania, idea di Brigitte Homburger, vice presidente del gruppo parlamentare liberale al Bundestag. Ed è facile prevedere che anche la sola ipotesi scatenerà polemiche e discussioni, anche lontano da Berlino. Dalle colonne del settimanale "Focus" la deputata della Fdp ha spiegato meglio quella che, se mai realizzata, potrebbe essere una delle iniziative meno allettanti per i politici tedeschi con responsabilità di governo.
Applicando alla politica la ferrea regola dei manager, l'idea della Homburger è di ridurre gli stipendi del cancelliere e della sua squadra di governo se nel loro concreto operato non avranno mantenuto gli impegni presi in campagna elettorale. I tagli dovrebbero arrivare fino al 30% dello stipendio, se l'esecutivo dovesse fallire nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Ma il codice aziendalistico varrebbe anche in senso contrario, in caso di successo. Se infatti i traguardi stabiliti fossero superati, allora cancelliere e ministri riceverebbero un bonus supplementare pari al 10% dei loro emolumenti. E si parla di tagli che tradotti in cifre sono soldoni, se si pensa che Schroeder, l'attuale cancelliere, percepisce uno stipendio di circa 13mila euro e i ministri di circa 10mila euro.
«Dovremmo ipotizzare per i membri del governo - ha chiarito la Homburger - un sistema di sanzioni simile a quello che abbiamo introdotto per i disoccupati, che beneficiano dell'assegno sociale». In Germania chi non ha lavoro da diverso tempo, secondo la nuova normativa, se rifiuta più di due offerte di impiego, si vede decurtata l'indennità statale.
A stabilire se i politici al governo hanno realizzato o mancato i loro obiettivi traducendo in fatti le loro promesse dovrebbe essere un'apposita commissione indipendente, insediata dal presidente della Repubblica. Nella valutazione del lavoro degli esponenti governativi dovrebbero essere compresi settori come l'abbassamento del debito pubblico, la riduzione e la semplificazione delle imposte, la diminuzione delle sovvenzioni pubbliche e la riforma dello stato sociale.
A chi contesta la sua proposta, la parlamentare liberale può contrapporre il caso-modello, di successo, della British Columbia, una provincia del Canada cui la Homburger si è ispirata. In quel distretto, dove vige l'obbligo del pareggio di bilancio, tutti i membri dell'amministrazione regionale si vedono decurtare lo stipendio del 10% se il bilancio dello Stato sfora i limiti fissati. Chissà cosa ne pensano i nostri ministri...
20 luglio 2004