Deppe
18-07-2004, 15:47
La calvizie tormenta oltre 11 milioni di italiani, circa il 30% del lavoro dei dermatologi italiani consiste nel salvaguardare la salute dei capelli; questi i dati di una recente statistica. A soffrirne sono soprattutto gli uomini, colpiti dall'alopecia androgenica, ma anche il numero di donne è in forte aumento, la causa? Lo stress.
Le cure, efficaci e non, sono in continua evoluzione, in Pennsylvania si stanno analizzando i meccanismi molecolari che regolano lo sviluppo della chioma e la clonazione dei capelli; sempre negli USA si sta sperimentando un nuovo farmaco, la dutasteride, un inibitore specifico della 5-alfa redattasi, l'enzima che trasforma il testosterone in deidrotestosterone, il vero colpevole della caduta dei capelli.
A differenza della finasteride, la pillola anticalvizie attualmente in vendita, il nuovo farmaco pare in grado di inibire entrambi gli enzimi (1 e 2) coinvolti nella trasformazione del testosterone in deidrotestosterone.
La dutasteride, ancora in fase sperimentale, pare avere come effetti collaterali disfunzioni sessuali, comunque non trascurabili. Si stanno, inoltre, perfezionando sempre di più le tecniche operatorie per il trapianto dei capelli.
Studi effettuati, in America, presso il National Health and Nutrition Examination Survey, hanno evidenziato che gli uomini over45 privi di capelli nella regione frontale e superiore del capo, hanno il 36% delle probabilità in più di avere un attacco cardiaco, anche se non necessariamente fatale, rispetto ai capelloni. Responsabile di tutto ciò sarebbe il testosterone, anche se resta da accertare se il problema sia causato dagli elevati livelli di quest'ormone maschile o da una certa sensibilità all'ormone da parte di alcuni soggetti rispetto ad altri. Non a caso, a detta dei ricercatori, le persone che hanno subito una castrazione raramente presentano problemi di calvizie. Il testosterone, pero', sarebbe al centro di un ulteriore accertamento da parte dei ricercatori che hanno riscontrato nei calvi un'insorgenza maggiore del 50% di cancro alla prostata rispetto a chi non ha problemi in tal senso. Il tutto sarebbe confermato dal fatto che, bloccando la produzione di quest'ormone tramite orchiectomia, si riesce a debellare il male. Questi primi risultati hanno spinto i ricercatori ad utilizzare il finasteride non solo per contrastare la calvizie, ragione per cui ne e' stata approvata la commercializzazione qualche anno fa, ma per cercare in primis di prevenire questo tipo di cancro.
Le cure, efficaci e non, sono in continua evoluzione, in Pennsylvania si stanno analizzando i meccanismi molecolari che regolano lo sviluppo della chioma e la clonazione dei capelli; sempre negli USA si sta sperimentando un nuovo farmaco, la dutasteride, un inibitore specifico della 5-alfa redattasi, l'enzima che trasforma il testosterone in deidrotestosterone, il vero colpevole della caduta dei capelli.
A differenza della finasteride, la pillola anticalvizie attualmente in vendita, il nuovo farmaco pare in grado di inibire entrambi gli enzimi (1 e 2) coinvolti nella trasformazione del testosterone in deidrotestosterone.
La dutasteride, ancora in fase sperimentale, pare avere come effetti collaterali disfunzioni sessuali, comunque non trascurabili. Si stanno, inoltre, perfezionando sempre di più le tecniche operatorie per il trapianto dei capelli.
Studi effettuati, in America, presso il National Health and Nutrition Examination Survey, hanno evidenziato che gli uomini over45 privi di capelli nella regione frontale e superiore del capo, hanno il 36% delle probabilità in più di avere un attacco cardiaco, anche se non necessariamente fatale, rispetto ai capelloni. Responsabile di tutto ciò sarebbe il testosterone, anche se resta da accertare se il problema sia causato dagli elevati livelli di quest'ormone maschile o da una certa sensibilità all'ormone da parte di alcuni soggetti rispetto ad altri. Non a caso, a detta dei ricercatori, le persone che hanno subito una castrazione raramente presentano problemi di calvizie. Il testosterone, pero', sarebbe al centro di un ulteriore accertamento da parte dei ricercatori che hanno riscontrato nei calvi un'insorgenza maggiore del 50% di cancro alla prostata rispetto a chi non ha problemi in tal senso. Il tutto sarebbe confermato dal fatto che, bloccando la produzione di quest'ormone tramite orchiectomia, si riesce a debellare il male. Questi primi risultati hanno spinto i ricercatori ad utilizzare il finasteride non solo per contrastare la calvizie, ragione per cui ne e' stata approvata la commercializzazione qualche anno fa, ma per cercare in primis di prevenire questo tipo di cancro.