cerbert
09-07-2004, 10:52
Con gente del genere che "ci protegge" :rolleyes: .
Lo spagnolo, il cinese, il cappellano.
All'Fbi bastano i soliti sospetti
La storia. Controspionaggio Usa e tre grandi flop
Colui che vuole distinguere il vero dal falso dovrebbe avere un'idea adeguata di cosa sia vero e falso.
Spinoza
Trattato teologico-politico
Il principio fu Wen Ho Lee. In un ardito raid nella sua casa di Los Alamos, nel 2000, l'Fbi collezionò una serie di prove schiaccianti per incastrarlo, incluso l'elenco del telefono di Los Alamos, un registro telefonico di una chiesa, la lista dei membri della Chinese-American Society, gli spettacoli di Tennessee Williams e una selezione di storie brevi di Guy de Maupassant.
Pochi giorni dopo l'Fbi accusò Lee, tra le altre cose, di 39 violazioni dell'Atomic Energy Act. Fu invece ritenuto colpevole solo per aver scaricato alcuni materiali classificati, infine fu liberato. E al momento di leggere la sentenza il presidente del tribunale, rivolto al signor Lee, accusò «le manipolazioni» da parte del governo nel caso, manipolazioni che «hanno imbarazzato l'intera nazione». Avrebbe potuto dire che l'imbarazzo era soprattutto nell'Fbi, ma probabilmente pensò che l'Fbi era sufficientemente imbarazzato.
Il secondo fiasco dell'Fbi fu il caso James Yee, un capitano dell'esercito di stanza a Guantanamo dove svolge le funzioni di cappellano musulmano per i detenuti. L'Fbi lo arrestò poco dopo l'arrivo da Jacksonville, Florida, con l'accusa di sedizione e spionaggio. Dopo una serie di settimane di detenzione in regime di isolamento il governo fece cadere l'ipotesi di sedizione e spionaggio, ma il signor Yee si ritrovò imputato di adulterio, diffusione di materiale pornografico tramite i computer del governo e danneggiamento di dati classificati. Ma anche le nuove accuse in breve tempo caddero, il capitano Yee liberato con tante scuse, l'Fbi ancora in imbarazzo.
Non soddisfatto, l'Fbi colpì di nuovo. Questa volta il bersaglio venne identificato come Brandon Mayfield, avvocato di Seattle, stato di Washington.
Tutto iniziò quando gli spagnoli trovarono un bagaglio con impronte digitali che ritenevano appartenere ad uno degli uomini coinvolti negli attentati terroristici dell'11 marzo a Madrid, bombe che provocarono 291 morti e 2mila feriti. Da Madrid, i dati delle impronte sospette furono inviati all'Fbi per i controlli, mentre in Spagna gli esperti continuavano a lavorarci.
Il 20 marzo l'Fbi concluse che le impronte erano «al cento per cento» quelle del signor Mayfield. Il 2 aprile Madrid venne informata e l'Fbi inviò una copia delle impronte di Mayfield. Il 13 aprile gli spagnoli risposero, informando gentilmente che l'Fbi si era sbagliato. Il 21 aprile, infine, gli esperti di medicina legale spagnoli e americani si ritrovarono a Madrid, dove gli spagnoli cercarono di spiegare ai colleghi Usa perché le impronte non corrispondessero. Ma l'Fbi non prestava molta attenzione.
Commentando «l'ottusità dell'Fbi», un ufficiale della polizia spagnola spiegò che «i nostri usarono tutte le premure del mondo, ma spiegarono agli americani che non era lui (Mayfield nda). Noi non volevamo presentarsi come quelli che arrivano e dicono all'Fbi che sbaglia. Cercammo di essere molto diplomatici, evitando che si sentissero attaccati, così concludemmo che il caso rimaneva comunque aperto».
Pedro Luis Melida Lledo, capo dell'unità impronte digitali della polizia nazionale spagnola, era parte del team che analizzò le impronte di Mayfield: «l'Fbi aveva una giustificazione per tutto, non riuscivo a capire». Secondo Carlos Corrales, commissario della divisione scientifica della polizia, «sembrava che avessero qualcosa contro di lui e volessero coinvolgerci». Anche dopo il 21 aprile, spiegò Corrales, l'Fbi intensificò le pressioni sugli spagnoli. Senza successo.
Niente affatto spaventato dalle lacune nelle analisi, l'Fbi ottenne e mise in atto una perquisizione della casa e dell'ufficio di Mayfield. Naturalmente vennero trovate molte cose interessanti, inclusa «una serie di documenti sulla Spagna», che secondo i membri della famiglia erano compiti scolastici dei figli. Mayfield fu arrestato, detenuto per 14 giorni, infine liberato quando l'Fbi si accorse che gli spagnoli avevano ragione, tanto che per le impronte sul bagaglio avevano già arrestato un'altra persona. L'Fbi fu costretto a scusarsi per l'errore.
I tre uomini sono solo la punta di iceberg. Nella parte sommersa dell'iceberg ci sono invece storie come quella di Jose Padilla, in prigionato da oltre due anni senza essere formalmente accusato di alcunché. Certo, in mancanza di un'accusa non c'è pericolo che il Dipartimento di Giustizia si possa imbarazzare per l'errore. Ma torniamo ai tre.
Ognuno di loro è stato sospettato di aver commesso orrendi crimini. Lee, se riconosciuto colpevole dell'accusa originale, avrebbe dovuto passare in prigione tutta la vita, gli altri due rischiavano addirittura la pena di morte. Il trattamento a cui sono stati costretti tutti e tre è stato osceno e non sarebbe mai stato tollerato in una società dove regna la legge anziché Ashcroft, Cheney e Bush.
Ma non c'è da preoccuparsi. Perché, come è stato spiegato a questi tre uomini, questa è guerra. E in guerra, meglio che lo sappiano tutti, anche le libertà civili devono essere sacrificate.
Chistopher Brauchli
Counterpunch magazine (l'autore è avvocato ed editorialista di varie testate Usa su questioni legali)
Ovviamente, essendo l'autore un editorialista "critico", ho voluto verificare di persona le fonti... è bastato inserire in un qualsiasi motore di ricerca i nomi dei tre personaggi per avere una lista enorme di riscontri.
Ora, si trattasse solo di errori, la cosa sarebbe anche perdonabile... quello che mi sconvolge è il secondo caso in cui, pur di non "mollarlo", l'FBI accusò il cappellano Yee di cose che non avevano neanche lontanamente a che fare con i reati originali. Mi chiedo cosa avesse fatto di tanto grave a Guantanamo per essere a tal punto odiato.
E mi chiedo la stessa cosa dell'avvocato Mayfield.
E mi chiedo per quanto il pregiudicato psicolabile Jose Padilla resterà in carcere sulla base di "presunto terrorismo", di cui ricorderete lo strombazzato arresto dalle 4 versioni:
- Ashcroft (raggiante: prima versione): "abbiamo arrestato un terrorista che intendeva piazzare una Dirty Bomb all'aereoporto di New York".
- Inquirenti (poco dopo): "abbiamo fermato un terrorista all'aereoporto di New York. Intendeva produrre una Dirty Bomb"
- Inquirenti (il giorno dopo): "abbiamo fermato un pregiudicato in contatto con Al-quaeda. Li aiutava a produrre una Dirty Bomb da piazzare all'aereoporto di New York".
- Ashcroft (scazzato: seconda versione): "E' stato arrestato un pregiudicato che stava cercando in rete informazioni su come fabbricare una Dirty Bomb. Nostre fonti (?) affermano che è un affiliato di Al-Quaeda".
Come sono affiliati di Al-Quaeda TUTTI i detenuti di Guantanamo... talmente tanto affiliati che, non so se tutti lo sanno, i 5 islamici con cittadinanza inglese liberati da Guantanamo proprio su richiesta della Gran Bretagna sono stati SUBITO RIMESSI A PIEDE LIBERO dalle Corti inglesi, in quanto non sussistevano prove a loro carico.
Ma l'importante è che "stiamo combattendo il terrorismo".
:muro: :muro:
Lo spagnolo, il cinese, il cappellano.
All'Fbi bastano i soliti sospetti
La storia. Controspionaggio Usa e tre grandi flop
Colui che vuole distinguere il vero dal falso dovrebbe avere un'idea adeguata di cosa sia vero e falso.
Spinoza
Trattato teologico-politico
Il principio fu Wen Ho Lee. In un ardito raid nella sua casa di Los Alamos, nel 2000, l'Fbi collezionò una serie di prove schiaccianti per incastrarlo, incluso l'elenco del telefono di Los Alamos, un registro telefonico di una chiesa, la lista dei membri della Chinese-American Society, gli spettacoli di Tennessee Williams e una selezione di storie brevi di Guy de Maupassant.
Pochi giorni dopo l'Fbi accusò Lee, tra le altre cose, di 39 violazioni dell'Atomic Energy Act. Fu invece ritenuto colpevole solo per aver scaricato alcuni materiali classificati, infine fu liberato. E al momento di leggere la sentenza il presidente del tribunale, rivolto al signor Lee, accusò «le manipolazioni» da parte del governo nel caso, manipolazioni che «hanno imbarazzato l'intera nazione». Avrebbe potuto dire che l'imbarazzo era soprattutto nell'Fbi, ma probabilmente pensò che l'Fbi era sufficientemente imbarazzato.
Il secondo fiasco dell'Fbi fu il caso James Yee, un capitano dell'esercito di stanza a Guantanamo dove svolge le funzioni di cappellano musulmano per i detenuti. L'Fbi lo arrestò poco dopo l'arrivo da Jacksonville, Florida, con l'accusa di sedizione e spionaggio. Dopo una serie di settimane di detenzione in regime di isolamento il governo fece cadere l'ipotesi di sedizione e spionaggio, ma il signor Yee si ritrovò imputato di adulterio, diffusione di materiale pornografico tramite i computer del governo e danneggiamento di dati classificati. Ma anche le nuove accuse in breve tempo caddero, il capitano Yee liberato con tante scuse, l'Fbi ancora in imbarazzo.
Non soddisfatto, l'Fbi colpì di nuovo. Questa volta il bersaglio venne identificato come Brandon Mayfield, avvocato di Seattle, stato di Washington.
Tutto iniziò quando gli spagnoli trovarono un bagaglio con impronte digitali che ritenevano appartenere ad uno degli uomini coinvolti negli attentati terroristici dell'11 marzo a Madrid, bombe che provocarono 291 morti e 2mila feriti. Da Madrid, i dati delle impronte sospette furono inviati all'Fbi per i controlli, mentre in Spagna gli esperti continuavano a lavorarci.
Il 20 marzo l'Fbi concluse che le impronte erano «al cento per cento» quelle del signor Mayfield. Il 2 aprile Madrid venne informata e l'Fbi inviò una copia delle impronte di Mayfield. Il 13 aprile gli spagnoli risposero, informando gentilmente che l'Fbi si era sbagliato. Il 21 aprile, infine, gli esperti di medicina legale spagnoli e americani si ritrovarono a Madrid, dove gli spagnoli cercarono di spiegare ai colleghi Usa perché le impronte non corrispondessero. Ma l'Fbi non prestava molta attenzione.
Commentando «l'ottusità dell'Fbi», un ufficiale della polizia spagnola spiegò che «i nostri usarono tutte le premure del mondo, ma spiegarono agli americani che non era lui (Mayfield nda). Noi non volevamo presentarsi come quelli che arrivano e dicono all'Fbi che sbaglia. Cercammo di essere molto diplomatici, evitando che si sentissero attaccati, così concludemmo che il caso rimaneva comunque aperto».
Pedro Luis Melida Lledo, capo dell'unità impronte digitali della polizia nazionale spagnola, era parte del team che analizzò le impronte di Mayfield: «l'Fbi aveva una giustificazione per tutto, non riuscivo a capire». Secondo Carlos Corrales, commissario della divisione scientifica della polizia, «sembrava che avessero qualcosa contro di lui e volessero coinvolgerci». Anche dopo il 21 aprile, spiegò Corrales, l'Fbi intensificò le pressioni sugli spagnoli. Senza successo.
Niente affatto spaventato dalle lacune nelle analisi, l'Fbi ottenne e mise in atto una perquisizione della casa e dell'ufficio di Mayfield. Naturalmente vennero trovate molte cose interessanti, inclusa «una serie di documenti sulla Spagna», che secondo i membri della famiglia erano compiti scolastici dei figli. Mayfield fu arrestato, detenuto per 14 giorni, infine liberato quando l'Fbi si accorse che gli spagnoli avevano ragione, tanto che per le impronte sul bagaglio avevano già arrestato un'altra persona. L'Fbi fu costretto a scusarsi per l'errore.
I tre uomini sono solo la punta di iceberg. Nella parte sommersa dell'iceberg ci sono invece storie come quella di Jose Padilla, in prigionato da oltre due anni senza essere formalmente accusato di alcunché. Certo, in mancanza di un'accusa non c'è pericolo che il Dipartimento di Giustizia si possa imbarazzare per l'errore. Ma torniamo ai tre.
Ognuno di loro è stato sospettato di aver commesso orrendi crimini. Lee, se riconosciuto colpevole dell'accusa originale, avrebbe dovuto passare in prigione tutta la vita, gli altri due rischiavano addirittura la pena di morte. Il trattamento a cui sono stati costretti tutti e tre è stato osceno e non sarebbe mai stato tollerato in una società dove regna la legge anziché Ashcroft, Cheney e Bush.
Ma non c'è da preoccuparsi. Perché, come è stato spiegato a questi tre uomini, questa è guerra. E in guerra, meglio che lo sappiano tutti, anche le libertà civili devono essere sacrificate.
Chistopher Brauchli
Counterpunch magazine (l'autore è avvocato ed editorialista di varie testate Usa su questioni legali)
Ovviamente, essendo l'autore un editorialista "critico", ho voluto verificare di persona le fonti... è bastato inserire in un qualsiasi motore di ricerca i nomi dei tre personaggi per avere una lista enorme di riscontri.
Ora, si trattasse solo di errori, la cosa sarebbe anche perdonabile... quello che mi sconvolge è il secondo caso in cui, pur di non "mollarlo", l'FBI accusò il cappellano Yee di cose che non avevano neanche lontanamente a che fare con i reati originali. Mi chiedo cosa avesse fatto di tanto grave a Guantanamo per essere a tal punto odiato.
E mi chiedo la stessa cosa dell'avvocato Mayfield.
E mi chiedo per quanto il pregiudicato psicolabile Jose Padilla resterà in carcere sulla base di "presunto terrorismo", di cui ricorderete lo strombazzato arresto dalle 4 versioni:
- Ashcroft (raggiante: prima versione): "abbiamo arrestato un terrorista che intendeva piazzare una Dirty Bomb all'aereoporto di New York".
- Inquirenti (poco dopo): "abbiamo fermato un terrorista all'aereoporto di New York. Intendeva produrre una Dirty Bomb"
- Inquirenti (il giorno dopo): "abbiamo fermato un pregiudicato in contatto con Al-quaeda. Li aiutava a produrre una Dirty Bomb da piazzare all'aereoporto di New York".
- Ashcroft (scazzato: seconda versione): "E' stato arrestato un pregiudicato che stava cercando in rete informazioni su come fabbricare una Dirty Bomb. Nostre fonti (?) affermano che è un affiliato di Al-Quaeda".
Come sono affiliati di Al-Quaeda TUTTI i detenuti di Guantanamo... talmente tanto affiliati che, non so se tutti lo sanno, i 5 islamici con cittadinanza inglese liberati da Guantanamo proprio su richiesta della Gran Bretagna sono stati SUBITO RIMESSI A PIEDE LIBERO dalle Corti inglesi, in quanto non sussistevano prove a loro carico.
Ma l'importante è che "stiamo combattendo il terrorismo".
:muro: :muro: