teogros
25-06-2004, 20:08
Secondo l'Osservatorio della società dell'informazione il settore non è ancora in una fase di ripresa strutturale.
"Si dibatte tra pessimismo e ottimismo il mercato dell’informatica e delle Tlc italiane. Vi sono società di ricerca e associazioni di imprese che vedono nero e altre, invece, convinte che il settore sia in ripresa. Questo è in sintesi il nucleo logico del secondo numero dell'Osservatorio della società dell'informazione, costituito tra ministero per l'Innovazione e le Tecnologie e Federcomin. Lo studio cerca infatti di mediare tra le diverse valutazioni per offrire un confronto "ragionato" tra dati provenienti da fonti diverse, al fine di scattare una fotografia sull'andamento dell’industria Ict. Secondo il report il mercato ha una dimensione di oltre 60 miliardi di euro e ha espresso nel 2003 una crescita del tre per cento. Il dato in pratica cerca di mettere d’accordo la valutazione di 65 miliardi effettuata da Eito con la stima di 61 ipotizzata dalla società di ricerca Sirmi. La variazione percentuale rispetto al 2002 oscilla dalla sostanziale stabilità ad un incremento positivo fra lo 0,4% e l'1,3 per cento.
Per il 2004, invece, si prevede che l’agglomerato Ict esprimerà una crescita media del 3% con un valore che oscillerà da quasi 63 miliardi di euro a 66 miliardi di euro, mentre per il solo settore delle telecomunicazioni è prevista una crescita di oltre il 5% grazie ai servizi connessi con i nuovi sistemi di telefonia mobile, ai servizi su rete fissa legati alle soluzioni a banda larga come Adsl e reti in fibra ottica, alle soluzioni per la convergenza voce-dati-video sulla rete Internet, e ai servizi di trasmissione dati basati. Per quanto riguarda, infine, Internet, il numero di utenti in Italia nel 2003 è cresciuto nel complesso del 14,2% rispetto al 2002, raggiungendo quota 22,61 milioni. Per il 2004 si prevede che il numero totale supererà 25,5 milioni di utenti, crescendo di un ulteriore 13,4%. Il segmento consumer è quello che ha fatto registrare la crescita più sostenuta nel 2003 (+18,5%), superando quota 17 milioni di utenti. Per il 2004 questo segmento è previsto aumentare ad un tasso del 17 per cento.
Analizzando i sottosettori si notano marcate differenze soprattutto nella valutazione del segmento della sola informatica. La componente It (Information technology) secondo Sirmi ha subito nel 2003 un calo 4,5% a quota 20 miliardi di euro, mentre secondo Eito si è verificata una crescita del 2,7 per cento per un giro d’affari complessivo pari a 23 miliardi.
Vi sono dunque motivi di ottimismo mentre altri gridano alla crisi. La verità sta forse nel mezzo: il settore dell’It sta attraversando un clima di incertezza e dopo la profonda crisi dello scorso biennio gli operatori, abituati a crescite a due cifre, faticano a interfacciarsi con un giro d’affari certamente in calo a causa sia degli investimenti più ridotti sia del crollo dei prezzi. L’hardware in particolare (e in misura minore il software e i servizi) hanno quotazioni adesso nettamente più abbordabili. Sono i benefici dello sviluppo della tecnologia che, generazione dopo generazione, abbatte i costi e aumenta le prestazioni. E adesso nell’hardware il successo è tutto dei piccoli, ma potenti server realizzati con processori standard che costano una frazione di un computer midrange offrono prestazioni notevolissime in termini di potenza di calcolo, affidabilità e disponibilità. Ovvio che se i prezzi calano il fatturato diminuisce a fronte di vendite che, secondo Gartner e Idc, stanno aumentando. Il calo dei prezzi è sicuramente un beneficio per le imprese-clienti, ma è anche un’arma da sfruttare da parte dei fornitori di tecnologie, i quali ora possono proporre alle aziende soluzioni più abbordabili e dai ritorni meno aleatori rispetto al passato.
E nel rapporto Osservatorio Federcomin-Ministero non mancano gli elementi di fiducia. Secondo gli estensori dello studio infatti “il mercato italiano dell'Information and Communication Technology continua a percorrere una strada in salita, ancora lontana da segnali di ripresa strutturale, ma caratterizzata comunque da un cauto ottimismo per gli anni a venire‿.
Ottimista anche il ministro. “Sono ormai molti i segnali - ha commentato il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca - che ci indicano che il peggio è alle nostre spalle e che siamo in presenza di una ripresa economica, pur con ancora qualche squilibrio, anche in Italia. E la ripresa richiede il rilancio della competitività e dello sviluppo che passa, come è già avvenuto e come sta accadendo in altri Paesi, per l'innovazione e per nuovi investimenti in tecnologie della informazione e della comunicazione). Esse sono indispensabili affinché la pubblica amministrazione, le imprese, i cittadini mediante la loro alfabetizzazione informatica, insomma tutto il Sistema Paese sia davvero più competitivo. L'innovazione ed in particolare quella digitale, intesa non tanto come ammodernamento ma come riscrittura degli stessi processi non solo produttivi ma anche gestionali, organizzativi e logistici, si pone pertanto come strumento essenziale non solo per cogliere l'opportunità della ripresa ma per consolidare la crescita e lo sviluppo‿.
Secondo Alberto Tripi, presidente di Federcomin l’anno in corso sarà la cartina tornasole della svolta: «Ci sono almeno tre ragioni per credere che il 2004 possa rappresentare un anno di svolta per le imprese dell'ict – ha dichiarato -. La diffusione delle nuove tecnologie, lo slancio della Pubblica Amministrazione e il rilancio dell'innovazione come motore della ripresa, sono tre fattori che consentono di operare dentro uno scenario positivo». "
fonte: Il sole 24 ore (http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=483487&chId=30&artType=Articolo&back=0)
Ancora non ci siamo... :uh: :(
"Si dibatte tra pessimismo e ottimismo il mercato dell’informatica e delle Tlc italiane. Vi sono società di ricerca e associazioni di imprese che vedono nero e altre, invece, convinte che il settore sia in ripresa. Questo è in sintesi il nucleo logico del secondo numero dell'Osservatorio della società dell'informazione, costituito tra ministero per l'Innovazione e le Tecnologie e Federcomin. Lo studio cerca infatti di mediare tra le diverse valutazioni per offrire un confronto "ragionato" tra dati provenienti da fonti diverse, al fine di scattare una fotografia sull'andamento dell’industria Ict. Secondo il report il mercato ha una dimensione di oltre 60 miliardi di euro e ha espresso nel 2003 una crescita del tre per cento. Il dato in pratica cerca di mettere d’accordo la valutazione di 65 miliardi effettuata da Eito con la stima di 61 ipotizzata dalla società di ricerca Sirmi. La variazione percentuale rispetto al 2002 oscilla dalla sostanziale stabilità ad un incremento positivo fra lo 0,4% e l'1,3 per cento.
Per il 2004, invece, si prevede che l’agglomerato Ict esprimerà una crescita media del 3% con un valore che oscillerà da quasi 63 miliardi di euro a 66 miliardi di euro, mentre per il solo settore delle telecomunicazioni è prevista una crescita di oltre il 5% grazie ai servizi connessi con i nuovi sistemi di telefonia mobile, ai servizi su rete fissa legati alle soluzioni a banda larga come Adsl e reti in fibra ottica, alle soluzioni per la convergenza voce-dati-video sulla rete Internet, e ai servizi di trasmissione dati basati. Per quanto riguarda, infine, Internet, il numero di utenti in Italia nel 2003 è cresciuto nel complesso del 14,2% rispetto al 2002, raggiungendo quota 22,61 milioni. Per il 2004 si prevede che il numero totale supererà 25,5 milioni di utenti, crescendo di un ulteriore 13,4%. Il segmento consumer è quello che ha fatto registrare la crescita più sostenuta nel 2003 (+18,5%), superando quota 17 milioni di utenti. Per il 2004 questo segmento è previsto aumentare ad un tasso del 17 per cento.
Analizzando i sottosettori si notano marcate differenze soprattutto nella valutazione del segmento della sola informatica. La componente It (Information technology) secondo Sirmi ha subito nel 2003 un calo 4,5% a quota 20 miliardi di euro, mentre secondo Eito si è verificata una crescita del 2,7 per cento per un giro d’affari complessivo pari a 23 miliardi.
Vi sono dunque motivi di ottimismo mentre altri gridano alla crisi. La verità sta forse nel mezzo: il settore dell’It sta attraversando un clima di incertezza e dopo la profonda crisi dello scorso biennio gli operatori, abituati a crescite a due cifre, faticano a interfacciarsi con un giro d’affari certamente in calo a causa sia degli investimenti più ridotti sia del crollo dei prezzi. L’hardware in particolare (e in misura minore il software e i servizi) hanno quotazioni adesso nettamente più abbordabili. Sono i benefici dello sviluppo della tecnologia che, generazione dopo generazione, abbatte i costi e aumenta le prestazioni. E adesso nell’hardware il successo è tutto dei piccoli, ma potenti server realizzati con processori standard che costano una frazione di un computer midrange offrono prestazioni notevolissime in termini di potenza di calcolo, affidabilità e disponibilità. Ovvio che se i prezzi calano il fatturato diminuisce a fronte di vendite che, secondo Gartner e Idc, stanno aumentando. Il calo dei prezzi è sicuramente un beneficio per le imprese-clienti, ma è anche un’arma da sfruttare da parte dei fornitori di tecnologie, i quali ora possono proporre alle aziende soluzioni più abbordabili e dai ritorni meno aleatori rispetto al passato.
E nel rapporto Osservatorio Federcomin-Ministero non mancano gli elementi di fiducia. Secondo gli estensori dello studio infatti “il mercato italiano dell'Information and Communication Technology continua a percorrere una strada in salita, ancora lontana da segnali di ripresa strutturale, ma caratterizzata comunque da un cauto ottimismo per gli anni a venire‿.
Ottimista anche il ministro. “Sono ormai molti i segnali - ha commentato il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca - che ci indicano che il peggio è alle nostre spalle e che siamo in presenza di una ripresa economica, pur con ancora qualche squilibrio, anche in Italia. E la ripresa richiede il rilancio della competitività e dello sviluppo che passa, come è già avvenuto e come sta accadendo in altri Paesi, per l'innovazione e per nuovi investimenti in tecnologie della informazione e della comunicazione). Esse sono indispensabili affinché la pubblica amministrazione, le imprese, i cittadini mediante la loro alfabetizzazione informatica, insomma tutto il Sistema Paese sia davvero più competitivo. L'innovazione ed in particolare quella digitale, intesa non tanto come ammodernamento ma come riscrittura degli stessi processi non solo produttivi ma anche gestionali, organizzativi e logistici, si pone pertanto come strumento essenziale non solo per cogliere l'opportunità della ripresa ma per consolidare la crescita e lo sviluppo‿.
Secondo Alberto Tripi, presidente di Federcomin l’anno in corso sarà la cartina tornasole della svolta: «Ci sono almeno tre ragioni per credere che il 2004 possa rappresentare un anno di svolta per le imprese dell'ict – ha dichiarato -. La diffusione delle nuove tecnologie, lo slancio della Pubblica Amministrazione e il rilancio dell'innovazione come motore della ripresa, sono tre fattori che consentono di operare dentro uno scenario positivo». "
fonte: Il sole 24 ore (http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=483487&chId=30&artType=Articolo&back=0)
Ancora non ci siamo... :uh: :(