Bizkaiko
25-06-2004, 08:04
Spamming: prima condanna italiana
La sentenza è di un giudice di pace
Un risarcimento danni di mille euro, 750 euro di spese legali e la pubblicazione della sentenza di condanna sui maggiori quotidiani nazionali. Sono queste le conclusioni di una delle prime sentenze italiane che riconoscono il "danno da spamming". A pronunciarla è stato un giudice di pace di Napoli.
Sotto accusa una e-mail di pubblicità indesiderata inviata a una mailing list di un migliaio di persone, che hanno subito così un'illegittima violazione della privacy. I messaggi pubblicitari di posta elettronica non richiesti e non "preventivamente autorizzati" - scrive il giudice di Pace di Napoli nelle motivazioni - rappresentano una violazione della legge sulla privacy e la società che li invia "deve rispondere del comportamento illecito dei propri dipendenti".
Nella causa intentata dall'avvocato Angelo Pisani, del movimento "Noi Consumatori", contro un'azienda di articoli sportivi, il magistrato ha affermato, tra l'altro, che l'invio di posta elettronica indesiderata "è illegittimo" sotto due profili: "da un lato per la scorrettezza e l'illiceità del trattamento dei dati personali e dall'altro perché provoca una illegittima intrusione nella sfera privata del soggetto destinatario, e ciò costituisce una lesione della sua riservatezza, come stabilito anche dal Garante per la Privacy". La lotta italiana contro lo spamming comincia a mietere le sue prime vittime: spammers avvisati.
La sentenza è di un giudice di pace
Un risarcimento danni di mille euro, 750 euro di spese legali e la pubblicazione della sentenza di condanna sui maggiori quotidiani nazionali. Sono queste le conclusioni di una delle prime sentenze italiane che riconoscono il "danno da spamming". A pronunciarla è stato un giudice di pace di Napoli.
Sotto accusa una e-mail di pubblicità indesiderata inviata a una mailing list di un migliaio di persone, che hanno subito così un'illegittima violazione della privacy. I messaggi pubblicitari di posta elettronica non richiesti e non "preventivamente autorizzati" - scrive il giudice di Pace di Napoli nelle motivazioni - rappresentano una violazione della legge sulla privacy e la società che li invia "deve rispondere del comportamento illecito dei propri dipendenti".
Nella causa intentata dall'avvocato Angelo Pisani, del movimento "Noi Consumatori", contro un'azienda di articoli sportivi, il magistrato ha affermato, tra l'altro, che l'invio di posta elettronica indesiderata "è illegittimo" sotto due profili: "da un lato per la scorrettezza e l'illiceità del trattamento dei dati personali e dall'altro perché provoca una illegittima intrusione nella sfera privata del soggetto destinatario, e ciò costituisce una lesione della sua riservatezza, come stabilito anche dal Garante per la Privacy". La lotta italiana contro lo spamming comincia a mietere le sue prime vittime: spammers avvisati.