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View Full Version : Intervista a Michael Moore


majin mixxi
21-06-2004, 19:48
Dal canale satellitare Raisat Extra, l’intervista di David Letterman al regista Michael Moore.



Il nostro primo ospite è un cineasta vincitore di un Oscar il cui nuovo documentario intitolato 'Fahrenheit 9/11' esce il 25 giugno

Signore e signori, ecco Michael Moore






Voglio farti subito un paio di domande e poi passiamo a parlare del documentario

Va bene



L'Oscar… hai vinto l'Oscar per 'Bowling a Columbine'. Quando hai vinto sarai rimasto sorpreso

Molto sorpreso



Sei saluto sul palco, hai ricevuto il premio e hai iniziato a prendertela col presidente. Lo avevi programmato?

No, volevo ringraziare il mio agente e la mia parrucchiera e andarmene subito. Ma mentre mi dirigevo sul palco, mi sentivo come Gollum del 'Signore degli anelli'. Nella testa una voce mi diceva: 'Manda un bacio a tutti e lascia il palco'. Un'altra voce diceva: 'no, c'è una guerra in corso, devi dire qualcosa!', e io 'no, non voglio dire niente, è la mia serata agli Oscar'

'sii gentile e congedati', ma ha vinto l'altra voce…



Già, il tuo discorso non è stato accolto molto bene, vero? sei stato più o meno contestato…

Qualcuno mi ha acclamato, altri facevano 'buu' e poi ancora 'buu'



Ti avrà fatto una strana sensazione, avevi appena ricevuto uno splendido premio e tutti ti acclamavano e si congratulavano e un attimo dopo ti hanno contestato. Rimpiangi di averlo fatto o no?

No, ormai non più perché.. io ho detto che ci portavano in guerra per motivi fittizi e in realtà non sapevo se fosse vero all'epoca. Eravamo in guerra solo da 5 giorni, sai…



Allora che ti è preso?

Mi sembrava giusto farlo…



Hai improvvisato…

Voglio riferirti una curiosità sulla serata degli Oscar: le prime parole che ti senti dire quando lasci il palco… ci sono due stagiste in quinta, in abito da sera e una ti dice 'Champagne?' e l'altra 'Mentina?' Queste sono le prime parole che senti da premio Oscar e nel frattempo sai che è in corso una rivolta in sala. 'sì, ho bisogno di una mentina'…



Quindi appena ricevi l'Oscar ti insegnano i primi rudimenti su come si maschera una sbornia…

Esatto…






In seguito, di recente, sei stato premiato per 'Fahrenheit 9/11' al Festival di Cannes, dove è stato proiettato e ha ricevuto una grande accoglienza con tanto di standing ovation, vero?

Sì…



Anche lì hai avuto una grossa sorpresa vincendo addirittura la Palme d'Or, la palma d'oro, che tipo di esperienza è stata per te?

Ecco, è stato.. sono rimasto molto sorpreso perché mi pare sia capitato solo a due documentari a Cannes da 50 anni a questa parte e anche l'altro era mio, 'Bowling a Columbine', quindi sono rimasto sconcertato e poi, sai, non so.. quella è la Francia, Dave…



Anche con quel premio hai ottenuto una mentina?

No, niente mentine, niente profumi, niente. È una palma…



Il tuo primo film, aiutami a collocarli nel tempo, era 'Roger and Me' o non è quello il primo?

Sì…



Anche quello ebbe un'accoglienza straordinaria, vero?

Sì…



Quindi in tutto nei hai realizzati tre?

4, un altro s'intitola 'The Big One' e poi ho girato un film intitolato 'Canadian Bacon'…







Quest'ultimo 'Fahrenheit 9/11', riprende il titolo di un libro di Ray Bradbury, 'Fahrenheit 451', è così?

Sì, è la temperatura a cui bruciano i libri. Era la storia ambientata in futuro in cui la censura e il controllo della polizia erano schiaccianti. Però il titolo del film, in realtà l'ho ripreso da una e-mail speditami da un ammiratore la sera dell'11 settembre, in cui scrisse solo 'Fahrenheit 9/11'. Mi colpì questo interessante accostamento di quella parola e quel numero e qualche settimana dopo, iniziai a pensare di ricavarne qualcosa. Comunque, l'idea di realizzare questo film, mi venne leggendo un articolo del “New Yorker”. All'interno del servizio c'era un paragrafo su come la Casa Bianca avesse aiutato 24 membri della famiglia Bin Laden a volare sugli Stati Uniti a bordo di aerei privati in un momento in cui i voli privati erano ancora vietati. I Bin Laden e l'ambasciatore saudita chiamarono Bush alla Casa Bianca chiedendo aiuto e lui acconsentì subito. La Casa Bianca si mise a fare l'agenzia di viaggi per i Bin Laden mentre io ero bloccato a Los Angeles l'11 settembre mentre mia figlia era qui a New York e noi eravamo in preda al panico senza poter lasciare Los Angeles, gli aerei non partivano. Così abbiamo noleggiato un'auto e abbiamo percorso 3000 miglia e quando ho letto questa storia sulla rivista mi sono detto che se mi fossi chiamato Bin Laden avrei potuto volare gratis quel giorno. Trovai molto strana la vicenda e così iniziai a pensare a questo film.



Io l'ho visto e non posso negare che susciti grande interesse per questo e per gli altri argomenti trattati, eppure non riuscivi a farlo distribuire qui da noi. Ora la questione è risolta, vero?

È stata risolta, sì. La Disney, che aveva dato i soldi alla Miramax per realizzarlo...



Ma perché la Disney o chi per loro, non voleva distribuirlo?

L'aveva visto…



Capisco. Dai filmati sui prigionieri iracheni, ho avuto l'impressione che subissero delle angherie più che degli abusi, è così o c'è dell'altro? Avevi dei filmati che non aveva nessun altro all'epoca, vero?

Sì, mettevano dei cappucci ai prigionieri e a turno i soldati passavano il braccio sulle loro spalle e si facevano fotografare. C'era anche un detenuto su una barella, era coperto con un lenzuolo e per qualche motivo stava avendo un'erezione. I soldati avevano iniziato a ridere e a turno glielo toccavano.. è una scena che s'intravede nel film. Sembra quasi qualcosa di normale amministrazione ed ero in possesso di questi filmati prima che la storia diventasse di dominio pubblico…



(Moore premiato con la Palma d'Oro al Festival di Cannes 2004)



E tu eri combattuto riguardo alla diffusione dei filmati all'epoca? Hai atteso prima di inserirli nel film?

Ero combattuto e credo che i mezzi d'informazione di questo Paese ci hanno reso un notevole disservizio, non facendo domande scomode prima che si entrasse in guerra e non mettendo in seria difficoltà il governo. È questo il loro compito ma hanno preferito fare da fanfara, questo non ha aiutato nessuno di noi, meno che meno quei poveri ragazzi che ora si trovano laggiù a combattere questa guerra. Come sai, vengo da una famiglia di militari. Mio padre era nei Marines, era nel Sud Pacifico durante la seconda guerra mondiale, altri membri della mia famiglia sono militari e come dico nel film, costoro fanno un dono immenso a noi, al popolo americano quando scelgono di arruolarsi nelle forze armate perché sono disposti a dare la propria vita per proteggerci. Tutto ciò che vogliono in cambio, da noi, è di non essere mai esposti al pericolo, a meno che non sia assolutamente necessario, e noi abbiamo violato la loro fiducia, abbiamo infranto il patto con loro…



Ed è questo il presupposto per il film…

Sì…



Hai già spiegato perché non ti sei fatto avanti prima, diffondendo i filmati in tuo possesso?

Non mi fidavo dei mezzi d'informazione che andavano a braccetto con questo governo, temevo che non li avrebbero diffusi in modo corretto e che non avrebbero fatto il loro mestiere…



('Fahrenheit 9/11')



Temevi che CBS News, NBC News o altri stravolgessero la notizia o aspettassero a diffonderla?

Sì, perché non volevo… innanzitutto, non volevo che la gente se la prendesse coi militari. Quel che dico nel film mostrando questi filmati è che l'immoralità ne genera altra e che il pesce puzza dalla testa. Quando un presidente conduce la nazione in guerra sulla base di una menzogna, non bisogna stupirsi che alcuni individui inviati laggiù abbiano dei comportamenti immorali perché questo è l'ambiente in cui si sono trovati immersi…



Voglio chiederti una cosa sul film. Io l'ho visto e suscita un grande interesse per molti versi. Cosa possiamo dedurre da quanto ci hai detto? C'è qualcosa che, se io fossi più in gamba, potrei confutare? Posso credere che tutto ciò che mostri significa esattamente quel che appare? I fatti esposti sono agghiaccianti, ma non potrebbe uno più in gamba di me venirti a dire: 'Questo è successo ma non vuol dire nulla', ma che i vari pezzi messi insieme costituiscono un quadro di indiscutibile interesse?

Tanto per cominciare, non c'è nessuno più in gamba di te, Dave, per quelli come me, tu sei il maestro e noi gli allievi. Sei stato tu quello che ha portato la cesta di frutta al nuovo presidente della GE dopo l'acquisto della rete tv. Ce lo ricordiamo tutti…



Grazie, però, hai capito cosa intendo?





Insomma, il film ti lascia a bocca aperta perché ti chiedi 'porca miseria, come facciamo a sistemare questa cosa?'

Non si può confutare ciò che viene detto nel film. È tutto lì, i fatti parlano da soli. I filmati ci sono, il dato fondamentale è questo: negli ultimi due o tre decenni, la famiglia reale saudita e i loro soci, la famiglia Bin Laden e soci, hanno dato alla famiglia Bush, ai loro amici e alle loro aziende 1,4 miliardi di dollari in investimenti nelle loro società. La domanda che pongo nel film è questa: 'Dobbiamo sorprenderci che l'ambasciatore saudita telefoni alla Casa Bianca l'11 settembre chiedendo il favore di far uscire dal Paese 24 membri della famiglia Bin Laden e 140 membri della famiglia reale saudita che si trovano qui?'. Non dobbiamo essere ingiusti con Bush. Insomma, se io ti dessi 1,4 miliardi di dollari, accetteresti di parlarmi al telefono e mi procureresti qualche volo gratis che mi porti via da qui, no?







Questo ha complicato la caccia a Osama Bin Laden? In fondo non corre buon sangue tra i sauditi e Bin Laden…

Sì, Richard Clarke lo ha detto il giorno dopo l'11 settembre. Erano tutti decisi ad attaccare l'Iraq mentre i responsabili dell'antiterrorismo dicevano: 'Ma è stata Al Qaeda la cui base è l'Afghanistan' e loro: 'non vogliamo parlare di questo, andiamo in Iraq'. Hanno lasciato tutti sconcertati e non conosco la risposta a questa domanda ma è una domanda a cui Bush dovrà rispondere quest'anno, prima delle elezioni: perché i reali sauditi e la famiglia Bin Laden hanno ottenuto un trattamento di favore?



Possiamo credere senz'altro alle tue fonti?

Sì, sono il “New York Times”, il “Wall Street Journal”…



Ecco, sul Times…Dipende di che giorno… Il film esce il 25 giugno e mi chiedevo se potesse influire sulle elezioni, tu pensi che sposterà dei voti o che spinga a votare persone che non voterebbero?

È difficile dirlo da qui. So una cosa però, alle anteprime che abbiamo fatto nel Midwest abbiamo chiesto al pubblico da che parte stessero, se erano democratici, repubblicani o indecisi e chi diceva di essere neutrale su queste elezioni. All'uscita dal cinema nemmeno uno è rimasto neutrale. Si erano trovati col sedere per terra intorno al terzo rullo…



Ma ti rifaccio una domanda che mi assilla: possiamo crederti al 100% o è possibile che arrivi qualcuno a dirci, punto per punto: 'sì, è vero, ma non è quel che sembra'?

Sono pronto al confronto con qualsiasi repubblicano, qualsiasi politico di destra su ciascun argomento del film, li sbaraglierò tutti…



È stato un piacere rivederti, Michael…

Grazie infinite, Dave…



Cerca di stare lontano dai guai, come dice il presidente…

Senz'altro…

Blue Spirit
22-06-2004, 08:44
il solito bolscevico, naturalmente :asd: :sofico:

ShadowThrone
22-06-2004, 08:56
spettacolo!!!
son curioso di vederlo....

GioFX
22-06-2004, 09:04
La Casa Bianca si mise a fare l'agenzia di viaggi per i Bin Laden mentre io ero bloccato a Los Angeles l'11 settembre mentre mia figlia era qui a New York e noi eravamo in preda al panico senza poter lasciare Los Angeles, gli aerei non partivano. Così abbiamo noleggiato un'auto e abbiamo percorso 3000 miglia e quando ho letto questa storia sulla rivista mi sono detto che se mi fossi chiamato Bin Laden avrei potuto volare gratis quel giorno. Trovai molto strana la vicenda e così iniziai a pensare a questo film.


Cmq è propriuo assurda sta storia dei Bin Laden, non ha ancora ricevuto una spiegazione di qualsiasi genere dalla Casa Bianca... mi ricordo pure il telegiornale con la notizia dell'aereo dei Bin Laden e dei sauditi decollato mentre ancora vigeva il divieto di volo della FAA su tutto il territorio statunitense.