View Full Version : [economia] che differenza c'è tra.....
a) dimensione economica e dimensione finaziaria ?
b) cos'è il patrimonio netto ?
grassie :)
Originariamente inviato da misterx
a) dimensione economica e dimensione finaziaria ?
b) cos'è il patrimonio netto ?
grassie :)
b) il patromonio netto è la differenza tra attività e passività.
Originariamente inviato da Killian
b) il patromonio netto è la differenza tra attività e passività.
sono le voci che si trovano nel Bilancio vero ?
ma patrimonio, identifica anche i beni materiali di un'azienda ? esempio: i macchinari
Espinado
17-06-2004, 18:56
metti [contabilità] quella non è assolutamente [economia] io infatti in quanto economista ignoro completamente quella roba ;)
Originariamente inviato da misterx
sono le voci che si trovano nel Bilancio vero ?
ma patrimonio, identifica anche i beni materiali di un'azienda ? esempio: i macchinari
allora, vediamo cosa riesco a ricordarmi di economia aziendale...
Il patrimonio netto non comprende i beni dell'azienda, comprende il capitale sociale (ad esempio in una SPA comprende il valore nominale delle azioni emesse), l'utile o perdita di esercizio (quello si "scopre" solo con il bilancio) e mi sembra non molto altro.
I beni dell'azienda, materiali e immateriali, fanno parte delle attività, dove sono compresi anche i crediti dell'azienda e le disponibilità monetarie.
Nel linguaggio comune magari per patrimonio si intendono i beni materiali e immateriali, però in realtà il patrimonio netto (netto perchè si tolgono le passività) è quello che ti ho detto.
Originariamente inviato da Espinado
metti [contabilità] quella non è assolutamente [economia] io infatti in quanto economista ignoro completamente quella roba ;)
infatti è roba da economia aziendale, in economia si studiano altre cose, come il mercato e domanda e offerta.
il titolo è corretto in quanto trattasi di economia aziendale
ulteriore esempio:
costi diretti ed indiretti; fissi, variabili, semivarabili
Espinado
17-06-2004, 19:01
io ho fatto un esamino su quella roba, ma non ho capito niente neanche prima dell'esame, quindi c'era poco da dimenticare ;)
Espinado
17-06-2004, 19:02
Originariamente inviato da misterx
il titolo cooretto in quanto parlo è economia aziendale
ulteriore esempio:
costi diretti ed indiretti; fissi, variabili, semivarabili
si ma stai trattando di contabilità, in termini tecnici l'economia è il sistema aggregato. cmq il mio intervento era goliardico :cool:
patrimonio netto= capitale sociale + riserve + utile ;)
dimensione finanziaria dovrebbe essere ciò che effettivamente hai di liquidità e che hai quindi già incassato o versato.
dimensione economica invece sono quelle operazioni registrate di entrata e uscita già contabilizzate ma non ancora liquide.
Originariamente inviato da misterx
il titolo è corretto in quanto trattasi di economia aziendale
ulteriore esempio:
costi diretti ed indiretti; fissi, variabili, semivarabili
CD= costi direttamente imputabili ad un output, lavoro, prodotto, etc
CI= costi indirettamente allocabili tramite un coefficiente di allocazione ad un output, etc
Costi variabili= costi che variano in base al volume
Costi fissi= costi che non variano in base al volume di produzione
Originariamente inviato da misterx
sono le voci che si trovano nel Bilancio vero ?
ma patrimonio, identifica anche i beni materiali di un'azienda ? esempio: i macchinari
no, i macchinari sono immobilizzazioni materiali ;)
Originariamente inviato da homerr
CD= costi direttamente imputabili ad un output, lavoro, prodotto, etc
CI= costi indirettamente allocabili tramite un coefficiente di allocazione ad un output, etc
Costi variabili= costi che variano in base al volume
Costi fissi= costi che non variano in base al volume di produzione
quoto ;)
Originariamente inviato da tommyHD
no, i macchinari sono immobilizzazioni materiali ;)
domandona :D
cos'è il cost-plus-pricing ?
Espinado
17-06-2004, 19:09
Originariamente inviato da homerr
CD= costi direttamente imputabili ad un output, lavoro, prodotto, etc
CI= costi indirettamente allocabili tramite un coefficiente di allocazione ad un output, etc
Costi variabili= costi che variano in base al volume
Costi fissi= costi che non variano in base al volume di produzione
ecco qua il nostro aziendalista ;) fatto commerciale??
Originariamente inviato da misterx
domandona :D
cos'è il cost-plus-pricing ?
Mii è uno dei modi per determinare il prezzo di un prodotto.
In pratica il cost plus pricing funziona così: somma algebrica di tutti i costi di produzione più un mark up (discrezionale).
Originariamente inviato da misterx
il titolo cooretto in quanto parlo è economia aziendale
ulteriore esempio:
costi diretti ed indiretti; fissi, variabili, semivarabili
per quanto riguarda i costi, quelli diretti si possono direttamente imputare ad un prodotto, ad esempio se produci banane (era uno degli esempi fantasiosi e preferiti del mio prof.) dove hai il tuo macchinario, da una parte inserisci le bucce, dall'altra inserisci la polpa e alla fine del processo escono le banane, il costo delle bucce è un costo diretto, perchè se ogni buccia ti costa 2 centesimi, quel costo lo puoi direttamente imputare ad ogni singola banana prodotta.
Sui costi indiretti invece immagina di avere nella tua fabbrica 2 produzioni, una per le banane e l'alrta per le salsiccie, nello stabilimento delle banane lavorano 10 dipendenti e in quello delle salsiccie ne lavorano 20, il costo della cartaigienica è un costo indiretto, per sapere come suddividerlo devi contare i culi presenti in ogni stabilimento e fare in proporzione: quindi 1/3 del costo è per il reparto babane e 2/3 per il reparto salsiccie.
Se tu hai per il reparto banane un costo giornaliero di 5 euro di cartaigienica e produci, sempre al giorno, 100 banane, per ogni banana dovrai imputare 5/100 di euro.
Tanto per fare esempi di altri costi indiretti ti cito i costi energetici e di affitto, in quei casi si deve trovare una regola per attribuire il costo ad ogni prodotto (ad esempio per il costo di affitto puoi dividerlo proporzionalmente in base ai metri quadri occupati dai reparti).
Originariamente inviato da homerr
CD= costi direttamente imputabili ad un output, lavoro, prodotto, etc
CI= costi indirettamente allocabili tramite un coefficiente di allocazione ad un output, etc
Costi variabili= costi che variano in base al volume
Costi fissi= costi che non variano in base al volume di produzione
ma è vero che la distinzione tra costi diretti ed indiretti è possibile solo se ho almeno da produrre due prodotti differenti ?
CD=materie prime
CI=macchinari
Originariamente inviato da misterx
domandona :D
cos'è il cost-plus-pricing ?
E' una tecnica di determinazione del prezzo, si usa nel full costing ovvero quando siamo in presenza di costi pieni comprendenti costi variabili e una parte di costi fissi.
Spero di non sbagliarmi ;)
costi fissi: quelli che non variano con la produzione (es. se un mese produci solo 20 banane, comunque gli operai li devi pagare per intero, quello è un costo fisso).
I costi variabili sono quelli che variano in base alla quantità prodotta, come le bucce.
I costi semivariabili sono quelli che variano a scaglioni, tipo non per ogni pezzo prodotto ma ad esempio per ogni 1000 pezzi, il magazzino è un costo di solito fisso ma se produci più di quello che può contenere e ti compri un nuovo magazzino, ecco che questo si puù vedere come un costo semivariabile.
Originariamente inviato da misterx
ma è vero che la distinzione tra costi diretti ed indiretti è possibile solo se ho almeno da produrre due prodotti differenti ?
direi di si.
Originariamente inviato da tommyHD
E' una tecnica di determinazione del prezzo, si usa nel full costing ovvero quando siamo in presenza di costi pieni comprendenti costi variabili e una parte di costi fissi.
Spero di non sbagliarmi ;)
quindi il (cost-plus-pricing) è formato dai costi per produrre un bene più un ricarico = il mio guadagno ?
il mark up non so cosa sia
e copre tutti i miei costi (diretti, indiretti, fissi etc....) ?
"Cost-plus" è una logica di determinazione del prezzo.
Parte dalla valutazione del "costo" per l'azienda, e aggiunge un "premio" per determinare il prezzo.
Un'altra logica di determinazione del prezzo è quella basata sul mercato, che è un po' l'inversa della precedente.
Parte dalla valutazione del valore che il mercato attribuisce ad un certo prodotto, percorre il cammino inverso sottraendo man mano i margini del sistema di distribuzione e il margine aziendale, fino ad arrivare ad un "costo massimo accettabile".
Un'altra logica ancora di determinazione del prezzo è quella basata sul sistema concorrenziale.
In questo caso l'azienda guarda al prezzo praticato dalle aziende concorrenti per lo stesso prodotto o simili, ai prezzi dei prodotti sostitutivi, ai prezzi che potrebbero fare nuovi entranti sul mercato. Decide se seguire una strategia attiva (da leader, fare i prezzi aspettando che siano i concorrenti ad adeguarsi) o una strategia reattiva (da follower, vedendo che prezzi fanno gli altri e adeguandosi di conseguenza). Infine decide il prezzo.
Queste sono le tre logiche generali.
Ogni logica può essere realizzata con metodi diversi: ad esempio "cost plus" può essere un margine percentuale sul costo pieno aziendale, oppure un coefficiente ROI sul costo pieno industriale, o altro ancora.
Cambia il "costo", cambia il "plus", quel che rimane costante è la logica di partire dall'interno dell'impresa nel determinare il prezzo.
La logica di mercato e quella del sistema concorrenziale invece partono dall'osservazione dell'esterno, del mercato e del sistema competitivo.
Le tre logiche non sono mutuamente esclusive. Ogni impresa per determinare i prezzi usa generalmente un mix delle tre.
La logica "cost plus" è molto usata dalle imprese di distribuzione, che comprano per rivendere: è tipico che i negozianti facciano i prezzi applicando un margine al costo d'acquisto. Questa logica però è "miope", perchè non guarda al mercato, e può portare a prezzi troppo alti e quindi non competitivi, oppure a prezzi più bassi di quanto si poteva chiedere e quindi a una perdita di opportunità.
Molti negozianti quindi "correggono" il cost plus con considerazioni sul mercato: ad esempio, il margine dei rivenditori di moto sarà più alto appena un modello esce, e si abbasserà a fine stagione, anche se il prezzo d'acquisto è sempre lo stesso.
Idem le considerazioni sul sistema competitivo: se un negoziante vende in esclusiva per l'Italia i case "Cazzi e Mazzi" che tanto van di moda, sceglierà un margine molto alto, sui notebook Acer che hanno tutti invece praticherà un margine molto basso.
Sempre "cost plus" quindi, ma con un occhio al mercato e uno al sistema competitivo nella determinazione del "plus".
p.s.un altro ambito di utilizzo tipico della logica cost plus, oltre alla distribuzione, è quello della produzione su commessa non ripetitiva: se Eni va da Snam Progetti e gli chiede di progettare e costruire una nuova piattaforma offshore nel mar Baltico, non essendo disponibile alcun "listino" ne' alcuna stima preventiva di quanto potrà costare il lavoro, si metteranno daccordo per una logica "cost plus" nel senso che Eni pagherà a Snam Progetti tutti i costi rendicontati sostenuti (ovviamente con incontri periodici di controllo), più un certo plus come remunerazione.
Originariamente inviato da misterx
b) cos'è il patrimonio netto ?
Patrimonio netto = capitale sociale + reddito d'esercizio + riserve (alcune obbligatorie per legge, altre facoltative)
Originariamente inviato da homerr
Costi fissi= costi che non variano in base al volume di produzione
Aggiungerei: "entro un certo intervallo di produzione".
Originariamente inviato da misterx
ma è vero che la distinzione tra costi diretti ed indiretti è possibile solo se ho almeno da produrre due prodotti differenti ?
Penso di no (ma non ne sono sicurissimo): i costi diretti sono quelli imputabili alla effettiva produzione del bene (es. acquisto materie prime). I costi indiretti sono quelli che non hanno a che fare direttamente con la produzione stessa (es. pagare gli interessi di un mutuo).
Ciao. :)
Originariamente inviato da TriacJr
Penso di no (ma non ne sono sicurissimo): i costi diretti sono quelli imputabili alla effettiva produzione del bene (es. acquisto materie prime). I costi indiretti sono quelli che non hanno a che fare direttamente con la produzione stessa (es. pagare gli interessi di un mutuo).
Ciao. :)
però se produci un solo bene non ci sono problemi a prendere il totale dei costi e dividero per il numero di pezzi prodotti, non c'è bisogno di trovare criteri adeguati di ripartizione pe farlo.
Originariamente inviato da Espinado
ecco qua il nostro aziendalista ;) fatto commerciale??
Ciao!
Commerciale ce l'ho l'anno prossimo...:muro:
Espinado
18-06-2004, 13:03
convinto che fossi anche tu in direttiva d'arrivo. ieri sono andato dalla mia tutrice e c'era mezzo clea a fare commerciale (da me si fa al secondo) Bel modo di chiudere :p
Originariamente inviato da Killian
però se produci un solo bene non ci sono problemi a prendere il totale dei costi e dividero per il numero di pezzi prodotti, non c'è bisogno di trovare criteri adeguati di ripartizione pe farlo.
Quello è un altro discorso. Allora anche se producessi due beni diversi potrei sommare tutti i costi e dividerli per il volume di produzione della somma dei due beni.
Ma per costi diretti si intendono i costi che sono legati alla produzione fisica del bene, quindi...
Ciao. :)
Dal libro di Sistemi di Controllo di Gestione:
Costi delle risorse dirette, il cui consumo è facilmente associabile sia ai prodotti che alle unità organizzative
Costi delle risorse indirette relative ad attività primarie, il cui consumo è facilmente associabile alle unità organizzative operanti nel processo di trasformazione, ma non ai prodotti
Costi delle risorse indirette relative ad attività di supporto, il cui costo non è facilmente associabile alle unità organizzative operanti nel processo di trasformazione ne' ai prodotti
Originariamente inviato da Espinado
ieri sono andato dalla mia tutrice e c'era mezzo clea a fare commerciale
Ah, un altro bocconiano? M'era sfuggito, collega :)
A proposito, che cavolo e` una "tutrice"?!? :confused:
Espinado
18-06-2004, 18:48
direi che ce ne sono 4 in questo thread, meglio non fare nomi :p
cmq la tutrice è la versione ridotta del relatore, in quanto "quella roba lì" triennale non prevede discussione... il problema è che ci sono tutor e tutor, la mia mi sta facendo sgobbare in modo indicibile...
Originariamente inviato da Espinado
direi che ce ne sono 4 in questo thread, meglio non fare nomi :p
cmq la tutrice è la versione ridotta del relatore, in quanto "quella roba lì" triennale non prevede discussione... il problema è che ci sono tutor e tutor, la mia mi sta facendo sgobbare in modo indicibile...
Ah, ok.
Ai miei tempi non c'erano 'sti tutor.
Cmq sapevo gia` degli altri 2 bocconiani. :D
Espinado
18-06-2004, 18:58
e dopo questo accidentale outing, direi che possiamo rientrare nel nostro anonimato, nevvero?
Originariamente inviato da Espinado
convinto che fossi anche tu in direttiva d'arrivo. ieri sono andato dalla mia tutrice e c'era mezzo clea a fare commerciale (da me si fa al secondo) Bel modo di chiudere :p
Direttiva d'arrivo...:D
Magari... :O
Ben ben che vada mi mancano 3 anni...:)
Originariamente inviato da Espinado
direi che ce ne sono 4 in questo thread, meglio non fare nomi :p
cmq la tutrice è la versione ridotta del relatore, in quanto "quella roba lì" triennale non prevede discussione... il problema è che ci sono tutor e tutor, la mia mi sta facendo sgobbare in modo indicibile...
Il "lavoro finale"...:muro:
Espinado
18-06-2004, 19:04
ovviamente, però ti fanno una capa tanta che alla fine ti convinci pure tu che hai finito, nonostante a ottobre sarai di nuovo lì...
Piccolo OT: Sono 2 o 3 gli anni di praticantato per poter fare l'esame di stato come commercialista?
Espinado
19-06-2004, 00:19
e chi lo sa...cmq prima devi ancora farti 4 anni di uni, matricola! :cool: :D
Originariamente inviato da TriacJr
Piccolo OT: Sono 2 o 3 gli anni di praticantato per poter fare l'esame di stato come commercialista?
Non vorrei dire una stupidata ma credo che la durata del praticantato cambia nel caso tu abbia una laurea di primo livello e/o una laurea specialistica...
Originariamente inviato da homerr
Non vorrei dire una stupidata ma credo che la durata del praticantato cambia nel caso tu abbia una laurea di primo livello e/o una laurea specialistica...
Se non sbaglio con solo la laurea di primo livello non si può fare... ma probabilmente sbaglio.
Originariamente inviato da Espinado
e chi lo sa...cmq prima devi ancora farti 4 anni di uni, matricola! :cool: :D
:sob:
Ps: Matricola ancora per poco! :cool:
Originariamente inviato da TriacJr
Piccolo OT: Sono 2 o 3 gli anni di praticantato per poter fare l'esame di stato come commercialista?
Vecchio ordinamento: 3 anni
Nuovo ordinamento, laurea specialistica: 2 anni
Nuovo ordinamento, laurea triennale: 3 anni (in questo caso non sono sicuro)
decapitate85
19-06-2004, 11:49
patrimonio netto: capitale proprio (o sociale per le spa) + utile; se ci sono comprende anche le riserve
Espinado
19-06-2004, 13:37
io sapevo che con la triennale proprio non si poteva, almeno per ora. immagino lo apriranno prima o poi, d'altronde è ancora aperto ai ragioneri.
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