View Full Version : povera spagna governata dlla sinistra....
sempreio
09-06-2004, 21:06
la spagna dell' economia forte di aznar ormai è un vecchio ricordo:( , le cose le vanno sempre peggio:(
A un mese soltanto dalle elezioni, il premier spagnolo è già sotto tiro. Accuse dalla stampa di destra, ma anche dai suoi alleati locali. Decisivi per la governabilità.
«I miei maggiori successi sono stati il ritiro dall'Iraq e l'aumento dei fondi per le borse di studio»: era raggiante, lo scorso 18 maggio, il quarantatreenne premier socialista José Luis Rodríguez Zapatero mentre tracciava il primo mese di bilancio del suo governo sulle ali dell'ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto alle prossime elezioni europee: il 13 giugno il Psoe potrebbe volare al 45,8 per cento, 10 punti in più del 35,4 del Partito popolare di Mariano Rajoy. Ma non tutti i giorni del suo nuovo governo sono stati così radiosi.
Pochi giorni prima della pubblicazione del sondaggio del Cis, l'ente demoscopico statale, Zapatero aveva momentaneamente perso il perenne sorriso che gli è valso il soprannome di «Gioconda», affibbiatogli dallo scrittore e columnist Francisco Umbral sulle pagine del quotidiano liberal El Mundo. L'esecutivo della rosa, un monocolore di minoranza, aveva perso la sua prima votazione al senato grazie a un emendamento vincente del Partito popolare su una delle sue proposte elettorali più sbandierate: la sospensione della riforma dell'insegnamento approvata dal precedente governo del premier popolare José María Aznar, che prevedeva, tra l'altro, l'obbligo dello studio della religione.
Il governo formato dopo il trionfo socialista nelle politiche del 14 marzo è infatti debole. Alla Camera ha 164 seggi (148 i popolari) con una maggioranza fissata a quota 176, mentre al Senato può contare su 93 voti (123 il Pp) su 251. Zapatero, ex alfiere della governabilità «a geometria variabile», ossia costruita sulla base di patti puntuali con tutti i partiti, ha scelto di importare il tripartito «rojo» che governa la Catalogna: l'alleanza (privilegiata) dei socialisti con i comunisti di Izquierda unida guidati da Gaspar Llamazares (5 deputati) che vogliono uscire dalla Nato, più gli indipendentisti antimonarchici della locale Sinistra repubblicana di Josep Carod-Rovira (otto seggi). Con una differenza fondamentale: alle Cortes di Madrid, il loro appoggio è esterno.
Non solo. La vittoria del Psoe alle legislative era assolutamente imprevista. Ricorda Jaime Mayor Oreja, capolista del Pp alle europee: «Una tragedia: la strage perpetrata da Al Qaeda l'11 marzo ha catapultato Zapatero al potere». E questo comporta, per il Psoe, qualche problema. Per esempio, durante la campagna elettorale Zapatero aveva fatto alcune promesse che non pensava di dover mantenere. Ora invece, vinte a sorpresa le elezioni, l'impegno, per quanto azzardato, va rispettato. E già, con perfidia, la stampa di destra presenta il conto. Dati alla mano, il giornale conservatore La Razón, in soli 30 giorni, di inadempienze ne ha contate la bellezza di 12. A partire proprio dal cavallo di battaglia del neopremier, il rimpatrio delle truppe dall'Iraq (concluso il 21 maggio): doveva essere proclamato entro il 30 giugno se il paese non passava sotto l'egida delle Nazioni Unite; l'ordine è invece arrivato con grande anticipo il 18 aprile. E senza il promesso dibattito parlamentare.
Lo strappo con Washington in Iraq, condiviso dal 76,8 per cento dell'elettorato spagnolo, ha già provocato una prima ritorsione. A tutto vantaggio dell'Italia. News&Notes, il bollettino interno americano della importantissima base Nato di Rota, nei pressi di Cadice, ha notificato che gli Stati Uniti ridurranno di 8 mila unità, tra civili e militari, la loro presenza in Europa e al contempo consolideranno tutto l'organico della loro marina nella base di Napoli.
A Rota, dove lavorano 1.200 spagnoli, la notizia è caduta come una bomba. Anche perché, prima del 14 marzo, era circolata la notizia che gli americani avessero in mente l'esatto contrario: trasformare la base andalusa nel quartier generale della Sesta flotta. Ma erano i tempi di Aznar, fedele alleato, come l'Italia, di George W. Bush nell'avventura irachena.
A Zapatero oggi rinfacciano pure di aver assicurato che il suo governo si sarebbe caratterizzato per la propensione al dialogo. E di non aver rispettato la promessa, come dimostra la designazione del nuovo direttore del Cni, l'intelligence spagnola, la cui nomina doveva essere concordata. Il ministro della Difesa, José Bono, ha invece imposto il proprio candidato, un vecchio collaboratore, già direttore generale dell'Ambiente della regione Castilla-La Mancha: Alberto Saiz, del tutto digiuno di politica internazionale. Non solo, poiché non conosce l'inglese è sempre costretto a portarsi al seguito un interprete, anche durante gli incontri con gli 007 stranieri.
Medesima prassi per il presidente dell'agenzia statale di notizie Efe. Il manifesto del Psoe recitava: «Il presidente dell'agenzia sarà designato dopo la sua elezione alla camera». Non è andata così: è stato nominato subito Alex Grijelmo, un giornalista del filosocialista El País. Stesso sistema per Carmen Caffarel, nuova direttrice della Rtve, la radiotelevisione pubblica. Idem per il procuratore generale dello stato, carica per cui è stata designata la «toga rossa» Cándido Conde Cumpido, tra i fondatori dell'associazione progressista Giudici per la democrazia.
Ancora. Il comando unico di polizia e Guardia civil è diventato solo un coordinamento tra i due corpi. È stata ridotta da 180 mila a 70 mila unità annue l'edificazione di nuove abitazioni. Il diritto di associazione nella Guardia civil (l'equivalente dei nostri Carabinieri) è rimasto lettera morta. Persino uno dei fiori all'occhiello del programma socialista, la parità fra i sessi, è stato mantenuto solo in parte: nel Consiglio dei ministri sì (8 uomini e 8 donne) ma non nel governo nel suo complesso (le donne occupano solo il 23 per cento delle alte cariche dello stato).
È quasi certo, invece, che le promesse elettorali in tema di diritti civili verranno mantenute: matrimoni per gay, aborto libero nelle prime 12 settimane di gravidanza, ampliamento a più di tre embrioni nella fecondazione assistita. E, in politica estera, il riallineamento con l'asse franco-tedesco.
Ma i nodi vengono al pettine. Il governo catalano, che come quello basco vorrebbe aumentare notevolmente le autonomie regionali, ha appena chiesto a Zapatero il trasferimento di 88 nuove competenze, tra cui la previdenza sociale e il diritto di indire referendum. Non basta. Carod-Rovira, ago della bilancia a Barcellona e a Madrid, spara: «Esigiamo una repubblica plurinazionale». E la Gioconda socialista, se vuole restare al potere, dovrà cedere al diktat, appoggiato pure dai nazionalisti catalani di centrodestra della Ciu. Anche a rischio di spaccare la Spagna.
jumpermax
09-06-2004, 21:10
Se l'inchiesta condotta da El Mundo venisse confermata queste sono davvero bazzecole. Mi stupisce che ai tanti complottisti del forum sia sfuggito... :D
~ZeRO sTrEsS~
09-06-2004, 21:10
sto pensando seriamente di tornare in italia... cmq gli spagnoli IMHO sono molto molto stupidi... lo dico sempre non lamentatevi dell'italia che fuori si sta peggio...
sempreio
09-06-2004, 21:14
Originariamente inviato da jumpermax
Se l'inchiesta condotta da El Mundo venisse confermata queste sono davvero bazzecole. Mi stupisce che ai tanti complottisti del forum sia sfuggito... :D
quale inchiesta del mundo?:confused: mi dai il link?
è colpa di berlusconi!:O
è colpa sua se in spagna le cose vanno male! :O
:sofico: :D :D :D
sempreio
09-06-2004, 21:16
Originariamente inviato da ~ZeRO sTrEsS~
sto pensando seriamente di tornare in italia... cmq gli spagnoli IMHO sono molto molto stupidi... lo dico sempre non lamentatevi dell'italia che fuori si sta peggio...
perchè dici che sono stupidi?
Originariamente inviato da dibe
è colpa di berlusconi!:O
è colpa sua se in spagna le cose vanno male! :O
:sofico: :D :D :D
E' colpa di Aznar,che guarda caso è un destrorso popolare come il nano. :asd:
sempreio
09-06-2004, 21:21
Originariamente inviato da dibe
è colpa di berlusconi!:O
è colpa sua se in spagna le cose vanno male! :O
:sofico: :D :D :D
ormai è lo sport preferito di voi comunisti denigrare berlusconi:rolleyes:
ma pensate quando era prodi al governo è stato lui che ha inventato il cococo:rolleyes: e non dico altro
unodinoi
09-06-2004, 21:22
Originariamente inviato da sempreio
quale inchiesta del mundo?:confused: mi dai il link?
ma andate a prenderlo in quel posto propagandisti del c@@@o
con tutte le promesse non mantenute che ha fatto berlusconi date ragione ancora alle destre?
branco di stupidi italiani! ragionate!
ci godete a prenderlo nel di dietro o cosa?
Queste l'ha dette bossi (un suo alleato!)
http://www.berlusconisilvio.com/bossi.htm
e guardate anche il resto del sito
http://www.berlusconisilvio.com
Originariamente inviato da unodinoi
ma andate a prenderlo in quel posto propagandisti del c@@@o
con tutte le promesse non mantenute che ha fatto berlusconi date ragione ancora alle destre?
branco di stupidi italiani! ragionate!
ci godete a prenderlo nel di dietro o cosa?
parole sante....peccato che ora ti sospenderanno come minimo...:(
Originariamente inviato da sempreio
ormai è lo sport preferito di voi comunisti denigrare berlusconi:rolleyes:
ma pensate quando era prodi al governo è stato lui che ha inventato il cococo:rolleyes: e non dico altro
oh non offendermi!! :O
ero in GioFX mode on... :sofico::D:D:D
sempreio
09-06-2004, 21:25
Originariamente inviato da unodinoi
ma andate a prenderlo in quel posto propagandisti del c@@@o
con tutte le promesse non mantenute che ha fatto berlusconi date ragione ancora alle destre?
branco di stupidi italiani! ragionate!
ci godete a prenderlo nel di dietro o cosa?
certe volte penso che sia meglio votare comunisti e mandare il paese a puttane:rolleyes:
unodinoi
09-06-2004, 21:27
Originariamente inviato da rob-roy
parole sante....peccato che ora ti sospenderanno come minimo...:(
falsi moralisti! ecco cosa sta diventando l'italia! esattamente come i moderatori ed i forumisti di questo forum!
ripeto: RAGIONATE! la guerra è lontana! invece tutte le tasse , le assicurazioni e la benza il gorverno non ne parla nemmeno! e poi votate destra................
se vi piace prenderlo............non è un problema ma almeno ragionate!
jumpermax
09-06-2004, 21:28
Originariamente inviato da sempreio
quale inchiesta del mundo?:confused: mi dai il link?
il link? pronto! (è tutto in spagnolo prego gli esperti della lingua come zerostress o gpc di intervenire)
http://www.elmundo.es/elmundo/2004/04/19/enespecial/1082356558.html
UNA INVESTIGACIÓN DE EL MUNDO
Los agujeros negros del 11-M
Una versión policial repleta de incongruencias
FERNANDO MÚGICA
Los terroristas colocaron 13 explosivos en cuatro trenes de Cercanías. Murieron 191 personas. (EFE)
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MADRID.- Han pasado ya 39 días desde los trágicos acontecimientos del 11-M. Un tiempo prudencial como para que, dejando a un lado los inevitables impulsos emocionales que provocaron los atentados, reflexionemos sobre los datos revelados hasta ahora por los investigadores y, ante todo, sobre nuevos elementos que ponen en duda muchas de sus conclusiones.
EL MUNDO ha conversado, durante este tiempo, con fuentes de los distintos cuerpos de seguridad del Estado, testigos cercanos a los detenidos y analistas de varias embajadas para elaborar un laborioso puzle que abre horizontes inquietantes.
En los días previos a las elecciones se preparaban, en secreto, golpes de mano espectaculares contra la cúpula de ETA. Durante el 11-M, y en los días posteriores, se manipularon informaciones, se desviaron pistas, se ocultaron datos vitales para el esclarecimiento de los hechos. Son los agujeros negros de unas jornadas que cambiaron, de una forma drástica e imprevisible, el rumbo político del país. Las flagrantes incongruencias de lo que hasta ahora se ha conocido deben dejar paso a la exigencia ineludible de que se llegue hasta el fondo de la verdad de todo lo que sucedió.
El 10 de marzo, miércoles, el Gobierno de José María Aznar está muy tranquilo. Sabe por todas las encuestas que cuatro días después va a ganar las elecciones. El propio Felipe González lo declara en un círculo de íntimos esa misma tarde: "No tendrán la mayoría absoluta, pero van a ganar las elecciones".
Al presidente le tienen preparado un regalo de fin de curso. Sus colaboradores más próximos saben que para él, la lucha contra ETA ha sido uno de los ejes centrales de su actuación. Por eso, las Fuerzas de Seguridad le van a dar una gran satisfacción que a la vez servirá como una última catapulta electoral para arrasar en los comicios: la captura, de golpe, de toda la cúpula de la banda y de prácticamente todos sus comandos operativos conocidos.Aznar podrá así, dentro de su último mandato y por un margen de un par de días, cumplir con una de sus promesas más solemnes: acabar con el grueso de la organización terrorista.
Se ha elegido cuidadosamente la fecha del gran golpe: la noche del viernes 12 de marzo, justo en el momento en que el país abandona la campaña electoral para sumergirse en la jornada de reflexión. Los agentes de campo están cada uno en su puesto vigilando a los terroristas. El secreto de la operación es absoluto. Las Fuerzas de Seguridad han trasladado al Gobierno, en las últimas semanas, su preocupación al considerar que ETA puede intentar un atentado salvaje que irrumpa de forma determinante en la campaña electoral. En este sentido, se han analizado hasta la saciedad los intentos de la banda por volar trenes en la estación madrileña de Chamartín coincidiendo con la tarde de la Nochebuena última.
Hay detalles de Inteligencia que indican que es muy posible la utilización de mochilas. Los dos jóvenes capturados en una carretera comarcal de Cuenca con una furgoneta en la que transportaban 500 kilogramos de explosivos, Irkus Badillo y Gorka Vidal, han declarado que ETA les había ordenado la colocación en la estación de esquí de Baqueira Beret, en las últimas Navidades, de 12 bolsas y mochilas con explosivos para que explotaran de una forma coordinada. Tras observar el terreno desistieron de la acción.
Todos han dado por supuesto que la Guardia Civil está detrás de la captura en una operación de seguimiento de la furgoneta desde Francia, pero no es cierto. Aunque parezca imposible, ha sido una detención casual. Eso quiere decir que no tienen a los nuevos comandos jóvenes tan controlados como creían. ¿Para qué pueden querer 500 kilos de explosivos en Madrid el 28 de febrero si no es para destrozar las elecciones?
Imagen del teléfono móvil Triumph.
Teléfonos móviles
También les preocupan los teléfonos móviles. En la estación de San Sebastián, los servicios especiales de la Guardia Civil habían encontrado semanas antes lo que calificaron como una bomba cebo. No se trataba de una trampa destinada a destrozar a quienes intentaran desactivarla. Por el contrario, era un artefacto inofensivo pero que tenía como iniciador un teléfono con dos cables, uno rojo y otro azul.
ETA ha intentado desde hace tiempo utilizar teléfonos para cometer sus atentados. Así lo hicieron en el cementerio de Zarautz, el 9 de enero de 2001, cuando se encontraban reunidas muchas personalidades junto a la tumba del concejal del PP José Ignacio Iruretagoyena, asesinado tres años antes. Los últimos informes de Inteligencia en poder del CNI explicaban con detalle las pruebas de ETA para utilizar teléfonos móviles como iniciadores de bombas.
Informes anteriores detallaban que los terroristas no habían conseguido subsanar técnicamente un desfase entre el momento de la decisión de activar el explosivo y la explosión, un corto intervalo de tiempo que a veces era de unos simples segundos. Pero el último informe era categórico: al fin habían logrado la simultaneidad. Los teléfonos móviles ya eran operativos para ETA. Presumiblemente, en el próximo gran atentado sería el sistema utilizado por los asesinos.
En la mañana del 11 de marzo se produce un enorme desconcierto. Es importante la coordinación entre las Fuerzas de Seguridad y el Gobierno en funciones. Llegan las primeras noticias del atentado y con ellas los datos de que, al parecer, se han empleado teléfonos móviles para hacer estallar al menos 10 o 12 mochilas y bolsas en los trenes próximos a la estación de Atocha. Por los datos aportados anteriormente, todos piensan en ETA. Se envía inmediatamente al norte la orden de que los agentes operativos den noticia de los objetivos que están siendo estrechamente vigilados para la macro operación preparada para el viernes por la noche. Los informes van llegando y el desconcierto aumenta. Todos los etarras están en su sitio. Ninguno de los vigilados ha podido ser el autor de la masacre. Muchos recuerdan la furgoneta detenida en Cuenca y al comando que surge de la nada.
En ese momento de máximo desconcierto, sucede algo que provoca que el Gobierno cometa el mayor error de su mandato. Comienza la trampa. Un miembro de los Cuerpos de Seguridad envía por teléfono y desde el mismo lugar de los hechos la primera valoración del explosivo. Siempre de viva voz y sin que nadie ponga todavía nada por escrito se nombra la palabra mágica: Titadine. Es el fabricante de una modalidad de dinamita que utiliza habitualmente ETA.
La palabra se extiende entre los que tienen algo que ver con el caso y los primeros informes que llegan a la Policía Nacional, la Guardia Civil, el CNI, el Gobierno de la nación y el Gobierno vasco. El error al transmitir el informe sólo puede ser intencionado. Ningún experto policial, y menos los especialistas en desactivación de explosivos, podrían confundir Titadine con Goma 2. Los olores que provocan ambas sustancias son tan diferentes como un plátano y una pera. Pero en los primeros momentos de confusión, téngase en cuenta que a esa hora de la mañana ni siquiera se sabe aún el número de víctimas, produce un efecto multiplicador demoledor. Esos primeros indicios son los que le hacen pronunciar a Ibarretxe aquel discurso tan precipitado en el que, con una cara de enorme preocupación, arremete contra ETA después de considerar como un hecho cierto que han sido ellos los autores. El Gobierno también cae en el mismo error.
Aquí juega un papel determinante Arnaldo Otegi, parlamentario de Sozialista Abertzaleak, que insinúa a una radio local del País Vasco, Herri Irratia, que lo primero que le ha venido a la cabeza es que "el Estado español mantiene fuerzas de ocupación en Irak". La pista radical islamista se pone así en marchapoco después de las 10 de la mañana. Pero Otegi sólo trata de ganar tiempo.
Otegi miente
A las 13.00 horas volverá a reafirmar esta idea para salir al paso de las primeras declaraciones del ministro del Interior, Ángel Acebes, que defiende con rotundidad la autoría de ETA.Otegi no contempla "ni como mera hipótesis" que ETA pueda ser la autora de los atentados de Madrid. Pero está mintiendo y el presidente del Gobierno a esas horas ya lo sabe.
Las Fuerzas de Seguridad tienen constancia de una conversación que el propio Otegi ha mantenido con alguien de su entorno antes del mediodía -dos horas más tarde de sus primeras declaraciones exculpatorias para ETA- y en la que muestra su desconcierto, su miedo, su total estupor: "Si sale alguien por ahí (se refiere a alguien de los suyos) reivindicando esto, estamos perdidos definitivamente. Yo tengo que saberlo cuanto antes porque si es así no puedo volver a mi pueblo. Tengo que marcharme cuanto antes. Necesito saberlo".
Lo que el Gobierno no conoce es que ya en esos momentos se han puesto a trabajar duramente un grupo de mandos policiales y algunos agentes del CNI, de la cuerda más dura y leal al partido socialista, para informar a sus dirigentes de todos los detalles que puedan conducir la situación en beneficio propio. Son los mismos que consiguen que cambie de manos la investigación y que la controlarán desde ese momento.
Se forma un equipo hermético que deja de lado a la Guardia Civil y que ralentiza las informaciones que se pasan al CNI. Llaman, sin embargo, cada pocos minutos a una célula del PSOE que obtiene así información privilegiada, lo que les permite montar una estrategia eficaz contra el Gobierno. Saben que éste sigue empeñado en la tesis de ETA y permanecen callados para que Aznar, Rajoy y Acebes se metan ellos solos en la trampa.
La furgoneta Renault hallada en Alcalá de Henares.
A la vez, comienzan a darse a conocer, a cuentagotas, detalles que marcan un camino a la opinión pública. En la misma mañana del 11-M aparece una misteriosa furgoneta blanca. Un portero ha visto a tres sospechosos, con la cara y la cabeza cubiertas, junto a una furgoneta blanca marca Renault, modelo Kangoo. Uno de ellos llevaba una bolsa y se ha dirigido hacia el tren, en torno a las siete de la mañana, en la estación de Alcalá de Henares. Se dice en un primer momento que la furgoneta no tiene huellas, más tarde aparecerá, en el transcurso de los siguientes días de la investigación, una huella de un joven marroquí a quien pronto se acusará de ser uno de los autores materiales de los atentados, Jamal Zougam. Este podría ser el hombre que vio el portero con una bolsa entrar en la estación de Alcalá de Henares.En su entusiasmo, el testigo relata a la policía que era un hombre alto, como de 1,90 metros, muy fuerte. Zougam apenas sobrepasa el 1,60 de estatura.
El PSOE informado
Miembros del PSOE, avisados por su gente en la policía, saben desde la mañana de la existencia de la furgoneta, antes incluso que el propio CNI. La Inteligencia española no conoce, a la hora de redactar uno de los informes que el Gobierno en funciones desclasificaría días más tarde, ni siquiera la existencia de esa furgoneta, matrícula 0576 BRX. Se dice que su dueño presentó una denuncia por desaparición del vehículo unos días antes, el 28 de febrero, y que fue robada frente a su domicilio en el populoso barrio de Cuatro Caminos de Madrid. Cuando la encuentran, conserva las placas de matrícula originales y los expertos determinan que se ha utilizado sin forzar nada y con llaves originales. Al dueño le desapareció todo el manojo de sus llaves hace casi un año. Es falso que viva en Cuatro Caminos. Su domicilio, como figura en la propia denuncia, está en una calle con nombre de vegetal de la localidad de Torrelodones.
En la revisión de la furgoneta se tarda las horas suficientes como para que el Gobierno se meta un poco más en la trampa de la autoría de ETA. Se da la excusa de que la policía no tiene Tedax libres. Todos sus especialistas en explosivos están ocupados en los lugares de los atentados. Pero lo que no dicen es que la Guardia Civil ofrece sus servicios de Tedax y son rechazados de forma categórica.
Muy avanzada la tarde, y a pesar de que un perro-policía ha demostrado horas antes lo contrario, se da a conocer que se han encontrado restos de explosivos. Incluso se habla de un cartucho de 125 gramos de dinamita Goma 2 Eco. No es cierto. El perro que se empleó para el reconocimiento no se comportó como lo hacen invariablemente cuando encuentran explosivos, con inmovilidad absoluta. En la furgoneta no había explosivos cuando la policía la precinta en Alcalá. La furgoneta es trasladada primero a la Brigada Provincial de Información en la calle Tacona de Moratalaz. Desde allí, a las 14.14 horas, se lleva a las instalaciones de la Comisaría General de Policía Científica, ubicadas en Canillas.
Los funcionarios de la comisaría de Alcalá no habían detectado explosivos en su inspección ocular. Es en Canillas donde se encuentra, debajo de uno de los asientos delanteros, una bolsa con siete detonadores de distinto tipo y fecha.
Pero la noticia de la jornada, la que hace que todo dé un vuelco definitivo, es la aparición de una cinta de audio con versos del Corán. Comienza a asomar así lo que un veterano investigador de la policía ha definido como el cuento de Pulgarcito, alguien que encuentra el camino porque previamente ha dejado las piedrecitas blancas que le indican el mismo. En la furgoneta hay también una casete en árabe -junto a otras de Plácido Domingo- pero lo que nadie dice es que la cinta, grabada en Arabia Saudí e interpretada por un cantante, corresponde a unos versos de iniciación al Corán, algo que no cuadra en un peligrosos y fanáticos terroristas islámicos.Es como si en manos de unos terroristas integristas católicos del IRA se encontrara un librito de iniciación al Catecismo.Pero el efecto mediático ya se ha producido.
Una hora más tarde se da a conocer la reivindicación de un grupo islamista, las Brigadas Abu Hafs Al Masri, que ha mandado un e-mail a un periódico británico en lengua árabe, Al Quds Al Arabi.Los especialistas no le dan ningún valor como demuestra, con sólidos argumentos, otro de los documentos del CNI desclasificados.Los que firman la autoría son un grupo que en los últimos meses ha reivindicado todo lo imaginable, incluidos los últimos apagones de Nueva York. En los días siguientes se producen hasta siet reivindicaciones diferentes de, al menos, cinco grupos organizados, procedentes de cuatro países diferentes.
Tenemos otra bomba
Otra pista clave irrumpe de pronto en el panorama. A las dos de la madrugada del viernes, miembros de la comisaría de Vallecas llaman a los Tedax después de haber encontrado una bolsa que contiene una bomba. No es la única que no ha explotado a lo largo del jueves.
En la mañana de los atentados aparecen al menos tres más en las cercanías de la estación de Atocha y en la de El Pozo. En todos los casos los artificieros optan por destruirlas inmediatamente.Se vuelan por los aires de esa manera pistas materiales que parecen imprescindibles para el esclarecimiento de los hechos.
Un joven policía municipal relata su hallazgo muy pormenorizadamente.Es un novato que apenas lleva un año de servicio. Jacobo Barrero cuenta cómo encontró debajo de uno de los asientos del segundo piso de uno de los trenes afectado por las explosiones una mochila negra. Cuando la abre, casi le da un síncope. Ve un teléfono del que salen dos cables, "uno rojo y uno negro", que están conectados a una fiambrera redonda de color naranja. No habla en ningún momento de cartuchos. Corre hasta una tapia cercana con la bolsa y llama muy nervioso a sus superiores. No le hacen demasiado caso y decide volver a intentarlo, esta vez con la Policía Nacional.Atienden su aviso y envían a los Tedax.
Varios expertos en la materia no entienden todavía por qué decidieron volar la bolsa. "Un simple chorro de agua podría bastar para inutilizarla, sobre todo sabiendo que a pesar de los traqueteos a los que le sometió el agente que la había encontrado no se había activado". El caso es que aquella mañana destruyen esa y el resto de las mochilas que no habían explotado. En el aire quedó un olor picante muy intenso, nada que ver con el Titadine cuyo nombre tanto había despistado en un primer momento.
Pero vayamos a la madrugada del viernes. A las 2.40 horas, y a requerimiento a través de una llamada de los policías de servicio, los Tedax, llegan a la comisaría de Vallecas para inspeccionar una bolsa azul, con asas de cuero. En su interior hay una masa gelatinosa, unos 10 kilos, de lo que luego se averiguará que es dinamita Goma 2 Eco, de la fabricada por Explosivos Riotinto, unida a un detonador eléctrico marca Riodets, fabricado en Galdakano, Vizcaya, como los encontrados en la furgoneta blanca. Mezclados con el explosivo hay un kilo aproximado de clavos y tornillos.
Al día siguiente, se da a la prensa la versión de que alguien en la comisaría de Vallecas se había percatado del contenido de la bolsa por casualidad, después de que sonara un teléfono móvil en su interior. Se ha publicado que la bomba no había hecho explosión a las 7.20 horas en el tren porque los terroristas se habían confundido al colocar la hora del despertador que tenía que activar el mecanismo. Pusieron la hora en PM en lugar de AM. No es cierto. De serlo, hubiera estallado a las 7.20 horas de la tarde, y no fue así.
La mochila trashumante
La realidad es que esa bolsa dio teóricamente vueltas por Madrid durante muchas horas sin que nadie se percatara de ella. Algunas versiones dicen que fue trasladada hasta Ifema con el resto de las pertenencias que se encontraron y que nadie había reclamado. Lo único que se sabe es que alguien llamó desde la comisaría de Vallecas a los Tedax a las 2.00 horas de la madrugada del viernes para que se hicieran cargo de ella.
La relación con los trenes es meramente circunstancial. Cualquiera podía haberla colocado en Ifema. La bolsa esta vez, contraviniendo lo que la policía había hecho hasta ese momento con las mochilas bomba que habían encontrado intactas, no es destruida. Los Tedax quieren deshacerse de ella y es un comisario jefe quien se lo recrimina mientras uno de sus inspectores (Protección Ciudadana) se ofrece voluntario para neutralizarla. Sea como fuere, figura las 5.12 horas como el momento en que es desactivada, en un parque cercano. Es así como se obtienen todas las pistas que llevarán a los investigadores a las primeras detenciones.
Es sorprendente que en las imágenes policiales tomadas del contenido de la bolsa no aparece ningún tipo de cartucho de dinamita. Sólo hay una masa gelatinosa de explosivo, un teléfono móvil con dos cables incrustados, una batería para el teléfono y, por supuesto, la tarjeta del móvil. Las fotografías son publicadas por la cadena de televisión estadounidense ABC y pueden ser contempladas por cualquiera en su página de Internet.
Aquí viene uno de los episodios más curiosos de toda esta historia. La tarjeta del teléfono lleva a los investigadores hasta un hombre de raza gitana que es quien ha contratado con Amena ese número.Descubren así que la tarjeta está clonada y que el teléfono lo ha vendido una pareja de comerciantes indios en su establecimiento.¿A quién? A Jamal Zougam, un trapisondista marroquí de poca monta que tiene un locutorio muy popular en Lavapiés. Precisamente se dedica a comerciar con tarjetas de móviles, entre otras cosas.Es un viejo conocido de la policía y de los servicios secretos de medio mundo.
Los franceses enviaron en 2001 una comisión rogatoria relacionándolo con Maher y Contelier, dos activistas vinculados a la organización Ansar al Islam. La policía registró en aquella ocasión su domicilio sin encontrar nada raro. Se trata de un hombre marcado. Es uno de los 300 marroquíes a los que el servicio secreto da un repaso de vez en cuando por si está haciendo algo peor que robar con los teléfonos. Su nombre aparece en el sumario del juez Garzón por el 11-S y en las agendas de Abu Dahdah, que está en la cárcel como responsable de la célula de Al Qaeda en España.
En la tarde del viernes los investigadores que han apostado por la pista de ETA sienten alivio cuando les cuentan que han encontrado una tarjeta de teléfono en la mochila que no explotó y que es de fabricación francesa. Creen que el rastreo de esa tarjeta les va a llevar hasta San Juan de Luz. Por eso, agentes del CNI llaman a sus fuentes para comunicarles que la pista de ETA cobra, de nuevo, una gran fuerza y que es la más fiable, a pesar de todos los demás indicios. Acebes sale de nuevo en televisión esa tarde y sonríe para sus adentros convencido de que pronto va a poder demostrar que la pista etarra es la verdadera.
No es Al Qaeda
Los expertos en terrorismo islamista han aportado además dos nuevos datos que consideran claves a la hora de descartar a Al Qaeda: esta organización nunca reivindica sus atentados hasta después de un mes y medio de que los haya cometido y, sobre todo, jamás han robado una furgoneta, como la blanca que se encontró con la casete con versos del Corán, para una de sus acciones armadas. La compran o la alquilan.
Pero el viernes a las 12 de la noche, cuando todavía los gobiernos británico e italiano comunican a Madrid que en su opinión la autoría es de ETA, la tarjeta del móvil no lleva a ETA sino a Zougam. Los islamistas pasan a primer plano y ya nadie se atreve siquiera a insinuar la posibilidad de que ETA esté involucrada.Hace ya horas que por puro sentido común se ha paralizado la operación, preparada para esa noche, para detener a toda la cúpula etarra.
La juez francesa antiterrorista Le Vert llama a una alta personalidad del PSOE para advertirle de que los expertos franceses descartan a ETA. Un camarero que se encuentra sirviendo la mesa donde se recibe la llamada cuenta que, en ese momento, uno de los comensales pide el champán más caro de la casa y dice "¡Hemos ganado las elecciones!".
Dos horas y media más tarde, como consta en la fecha y hora de algunos de los e-mail que se difunden, comienza a propagarse la idea de que el Gobierno miente y de que hay que ir a pedir cuentas a las sedes del PP. Pero sobre el terreno, no sólo están los investigadores españoles.
El enfado israelí
Agentes de muchos servicios secretos occidentales se mueven con rapidez e intercambian informaciones. Los estadounidenses están muy enfadados. A través del Departamento de Estado han solicitado, hasta en ocho ocasiones y de una manera formal, que se acepte a agentes del FBI en las tareas de investigación. Son rechazados sistemáticamente. Lo peor es que Washington ha advertido en los últimos meses a España de la necesidad de reforzar las medidas de seguridad ante la eventualidad de un gran atentado en Europa.En Gran Bretaña, en Alemania, en Francia, en Italia se toman medidas excepcionales. Se suprimen vuelos y se hace ostensible la presencia de militares en aeropuertos y estaciones. En España no sucede nada de eso.
En la embajada de Israel, hubo una actividad frenética durante el 11-M. Su enfado era más profundo que el de los americanos.Desde hacía exactamente un año habían informado a las autoridades competentes en materia de seguridad españolas de que integristas islamistas preparaban en Madrid un gran atentado. No son informes difusos sobre una amenaza inconcreta. Al menos en 10 ocasiones, agentes de la seguridad israelí se lo han hecho saber a sus homólogos españoles.
En los últimos encuentros aumenta la tensión. Jerusalén cree saber que los terroristas, que están sobre el terreno hace tiempo, tienen ya el material suficiente para una gran masacre. Está todo listo y sólo falta la orden de llevarla a cabo. Creen que será contra la comunidad judía en España.
Los agentes israelíes sienten un profundo malestar por la nula capacidad receptiva de sus interlocutores. La última advertencia seria se la hacen exactamente tres semanas antes de los atentados del 11-M. La actitud de indiferencia por la información aportada que detectan en sus interlocutores les hace sentirse tan incómodos que sugieren a sus superiores que lo más conveniente sería no insistir para no enturbiar las relaciones entre ambos grupos.
Los españoles sólo se tomarán en serio la advertencia a toro pasado, cuando descubren entre los papeles rescatados del piso de Leganés donde murieron siete terroristas planos y datos concretos para realizar un gran atentado durante una concentración en el cementerio judío de Hoyo de Manzanares.
A pesar de todas las consideraciones anteriores, los atentados de Madrid pillan a los israelíes por sorpresa. Los primeros detenidos no pertenecen a las células que ellos están siguiendo. Pero lo que más les llama la atención es el hecho de que los investigadores españoles no acepten su ayuda.
En Israel se encuentran los mejores especialistas en medicina forense relacionados con terroristas suicidas. Tienen una enorme experiencia en casos similares a los atentados del 11-M, no en vano han tenido que sufrir 1.000 muertos en atentados parecidos en los últimos cuatro años. Por eso son capaces de saber rápidamente si en los atentados han intervenido kamikazes. Tras las explosiones de Madrid pretenden volar desde Tel Aviv varios de estos especialistas para colaborar en la investigación.
Falsos 'kamikazes
Pero la policía española, que ya ha rechazado a los estadounidenses, rechaza también a los israelíes. Y eso, a pesar de algunos rumores del primer día en los que se difunde la noticia de que puede haber restos de kamikazes entre las víctimas. En realidad se trata de una simple confusión, para algunos intencionada.
En Ifema recogen y separan los restos de las víctimas. Las bolsas de plástico contienen signos de colores para organizar mejor la identificación. Hay tres bolsas aparte con restos que nadie es capaz de atribuir a una persona concreta. Hay incluso trozos de cuerpos de gente que está con vida en los hospitales. Esas tres bolsas dan lugar a los rumores difundidos por medios de comunicación y que luego quedarían desmentidos. El propio Zapatero hace llamadas en las que afirma que ya han encontrado restos de kamikazes y que el Gobierno lo oculta.
Días más tarde y ya con la investigación avanzada, los especialistas israelíes no comprenden como el CNI y el resto de los Cuerpos de Seguridad españoles no fueron capaces de detectar ningún signo de que algo iba a suceder relacionado con los círculos islamistas y sin embargo, en un tiempo récord, han sido capaces de desentrañar la trama y detener a los autores. Tampoco consideran verosímil el hecho de que instigadores, organizadores, proveedores de material y ejecutores sean un mismo grupo, mezclado entre sí, que dejan pistas comunes como los números apuntados en las agendas y las llamadas cruzadas de los móviles. Nunca ha sucedido algo así.
Los terroristas islamistas forman células herméticas, perfectamente impermeables. Los ejecutores no tienen nada que ver con los que organizan la logística, los que proveen el material, los que lo financian, los que determinan los objetivos o los que idean los atentados. En el caso de Madrid se rompe el modus operandi.Además, saben por propia experiencia que nunca utilizan delincuentes comunes, ni personas que ya estén marcadas o fichadas por la policía y menos a confidentes policiales. Tampoco se fían jamás de la ayuda que puedan proporcionar personas que no pertenecen a la comunidad islámica.
La investigación avanza tan rápida que inmediatamente aparece el proveedor de los explosivos. Dicen que han llegado a él a través de los envoltorios de los cartuchos de dinamita encontrados en la mochila desactivada. Pero eso, según los técnicos es materialmente imposible.
De hecho, en torno al ex minero, José Emilio Suárez Trashorras, de 27 años con baja laboral permanente, se hacen un sin número de afirmaciones que se difunden a bombo y platillo. Se dice que tiene ascendencia marroquí, antecedentes penales, y que se puso en contacto en la cárcel con presos marroquíes. También que es traficante de armas y que se vio en un bar de Avilés con los participantes en los atentados de Madrid. Una publicación se recrea con la escena en la que José Emilio lleva una noche hasta una pequeña explotación minera a los terroristas, les abre las puertas y les dice "llevaos lo que queráis". Ninguna de las afirmaciones mencionadas es cierta.
Ex minero fantasma
José Emilio no es de ascendencia marroquí, ni tiene antecedentes penales, ni ha estado en la cárcel en contacto con presos marroquíes.Sus vecinos y ex compañeros de trabajo lo definen como un joven perturbado mentalmente, un simple "tonto de baba". Sólo tiene antecedentes por trapicheo de droga y la sospecha de que traficaba con dinamita, algo que nunca se le ha podido probar. En junio de 2001, y dentro de una operación antidroga denominada Pipol, fue detenido junto a su cuñado, un vendedor de coches usados.En un garaje de la calle Eloy Fernández de Avilés encontraron, dentro de un vehículo, una cantidad importante de hachís, 100 detonadores y 16 cartuchos de dinamita Goma 2 Eco, de 125 gramos cada uno. El juicio por estos hechos aún no ha salido. Nadie ha podido demostrar la implicación del ex minero. Lo más que ha reconocido éste tras su detención actual, es haber proporcionado a unos marroquíes detonadores, algunos de ellos con bastante antigüedad. Luego implica a su cuñado, Antonio Toro, que está harto de sacarle de apuros, pero éste queda en libertad después de un interrogatorio. El dueño del bar de Avilés donde dicen que se ha reunido con los terroristas afirma que jamás le ha visto en su vida.
Lo que realmente es cierto es que José Emilio padece un trastorno esquizoide depresivo, tiene problemas psiquiátricos y por eso la empresa en la que trabajaba, Caolines de Merilés SL, una mina de caolín en el concejo de Tineo, no le renovó el contrato, el 31 de octubre de 2002.
Los investigadores descartan algo que se dio por cierto. La furgoneta Renault Kangoo blanca no pudo transportar los explosivos desde Avilés hasta Madrid. Sólo había recorrido 200 kilómetros desde que la robaron hasta que la encontraron en la mañana de los atentados.
Entonces, ¿qué es lo que relaciona a José Emilio con la dinamita de los atentados? Solamente dos cartuchos de dinamita Goma 2 Eco, de 125 gramos, encontrados en la mochila que fue hallada en la comisaría de Vallecas con el teléfono móvil que dio las pistas de los autores de la masacre del 11-M. Sin embargo, en las fotografías oficiales del contenido de la bolsa azul, distribuidas a diversas policías extranjeras y difundidas por la cadena estadounidense de televisión ABC, no figura ningún tipo de cartucho.
Un veterano policía, conocedor del mundo del hampa, ha comentado a este periódico: «El mundo de los choros [los pequeños delincuentes] no se mueve como dicen que lo ha hecho José Emilio. No dudo de que pueda ser capaz de vender dinamita por una cantidad razonable de droga o de dinero. Se acababa de casar y podría necesitar más dinero. Pero lo primero que habría hecho tras venderles el material habría sido acudir al policía con el que tuviera más confianza para contárselo. El sabe que esa información es oro y que le van a deber así un gran favor. Ese tipo de personas no tiene cuajo suficiente para callarse sin saber qué van a hacer con ese material. Las cosas no funcionan así».
Una de las falsedades más flagrantes que se han difundido en torno a la investigación es la aparición de una prueba material para certificar la autoría de los atentados por parte de Zougam.Se publicó, con gran alarde tipográfico, que la policía había encontrado en el locutorio de la calle Tribulete de Madrid, donde trabajaba Zougam, un trocito de plástico que faltaba en la carcasa del teléfono hallado en la bolsa que encontraron en la comisaría de Vallecas con la bomba que no llegó a explotar. El juez reconoció que no había podido preguntar al detenido por el tema ya que ese detalle no figuraba en las diligencias policiales.
Es un milagro haber encontrado un trocito del plástico que presuntamente faltaba en la carcasa, algo tan increíble como el pasaporte de Mohamed Atta que se encontró intacto, cerca de las ruinas de las Torres Gemelas, tras el atentado de Nueva York el 11-S a pesar de que su propietario había teóricamente estallado en una bola de fuego al estrellarse el avión que conducía 80 pisos más arriba. Pero hay que añadir otro detalle significativo.
El teléfono encontrado en la bolsa era un Motorola modelo Triumph según la mayor parte de las informaciones difundidas. Se especificó que ese Motorola se había comprado en una tienda de Alcorcón.Algunos comentaristas llegaron a señalar que existía miedo entre muchos consumidores que también poseían un modelo de uso tan corriente como ése. Pues bien, pueden tranquilizarse ya que el modelo de teléfono que estaba en la bolsa, como puede apreciarse en las fotografías difundidas por la cadena televisiva ABC corresponde a un Mitsubishi modelo Trium (sin ph final) 110.
Zougam estaba marcado
En torno a la figura del hasta ahora autor material de la masacre, Jamal Zougam, se han difundido también muchas fantasías. Todos los que le conocen aseguran que era un musulmán nada fanático y que iba a la mezquita lo justo para mostrarse en sus rezos poco ortodoxos.
Nunca había ocultado sus actividades de trapisondista. Pertenecía al hampa de esos pequeños delincuentes que se mueven como pez en el agua por el barrio de Lavapiés. Sabía perfectamente que era observado regularmente por la Policía desde que su domicilio fue inspeccionado. Era consciente de que su locutorio estaba intervenido -como es el caso de muchos de los locutorios de Madrid-.Estaba marcado con varias cruces en todas las fichas policiales de numerosos países. Era la persona menos adecuada, por tanto, para que un grupo terrorista le invitara a participar en una operación secreta de tanta envergadura. La mayor parte de los moros que pululan en los ambientes de la pequeña delincuencia en Madrid son confidentes de la policía y/o del servicio secreto marroquí -con una enorme capacidad en España-.
No es nada difícil encontrar personas de su entorno que quieran hablar de él. Bastará con dos ejemplos. Una señora de la limpieza, marroquí, asegura conocerlo mucho: «A mí, como a mucha gente, me ofreció una tarjeta para el teléfono móvil con la que podía llamar gratis a Marruecos durante dos años seguidos sin pagar nada. Claro que, la tarjeta me costaba 30.000 pesetas. Era un chollo pero me dio miedo que pudiera meterme en un lío. No quiero ni pensar la de gente que habrá usado tarjetas de Zougam y que ahora estarán pendientes de si los meten en la investigación de los atentados».
El segundo testimonio es más sorprendente. Se trata de un joven senegalés fácilmente identificable porque tiene un defecto en un ojo. Vive en Lavapiés y asegura que ha trabajado para una multinacional estadounidense. Es informático y hace algunas chapuzas en la tienda de Zougam. Por eso está muy asustado ya que una de sus «habilidades» es la manipulación de tarjetas de móviles: «Yo me libré de milagro. Trabajaba en el locutorio de Zougam.El día en que fueron a detenerle yo estaba librando. Si no, estoy convencido de que me hubieran detenido con él». Compraban gran cantidad de tarjetas. En todos los locutorios de Madrid de ese tipo se trafica con tarjetas clonadas. Es algo sabido y «casi» permitido. «Lo más extraño», asegura el senegalés, es que la policía no se haya puesto en contacto conmigo. No comprendo como siendo Zougam una pieza tan aparentemente clave en la investigación ni siquiera han hablado con todos los que trabajábamos allí.¿Acaso no les interesa los testimonios que podamos aportar?».
Zougam no se comporta, tras el 11-M, con lógica. Seis días antes del atentado deja su pista en una llamada telefónica a Abu Dahdah, el presunto jefe de la célula española de Al Qaeda implicado en el sumario del juez Garzón sobre el 11-S. Es como encender un letrero luminoso.
Terremoto en el CNI
Después de los atentados, sabe por las informaciones de la radio que han encontrado una mochila con una de las bombas del tren sin explotar y que hay un móvil con una tarjeta, la que presuntamente vendió él. No le entra el pánico. Sigue su vida normal y espera a que, inevitablemente, vengan a por él. No es lógico para alguien que teóricamente está metido en una célula integrista que pretende seguir atentando en Madrid y que por tanto, aunque sólo fuera por razones operativas, no puede permitirse el lujo de dejarse pillar.
En el CNI las cosas no están para bromas. Tras el 11-M se pasaron unas cuantas horas llorando y lamentándose por no haber sido capaces de impedir los atentados. Luego llegó el momento de las responsabilidades. Hay que tener en cuenta que Jorge Dezcallar, el máximo responsable del Centro, fue director general, en Exteriores, con competencias en la zona del Magreb. Fue también embajador en Marruecos.
Para colmo, la segunda en el mando dentro del CNI, la secretaria general, es una mujer, María Dolores Vilanova, que ocupó en el Centro, en la época de Manglano el cargo de responsable de contrainteligencia de los países del Magreb. Dicho de una manera más sencilla, es la persona que mejor conoce el mundo del hampa y de los posibles agentes marroquíes infiltrados en España. La autoría de los chorizos marroquíes equivale a que un niño de primaria hubiera metido un gol a Casillas desde 50 metros y en una portería de pocos centímetros.
En el CNI no se disimuló el alivio por la pérdida del poder del PP. Participaban del enfado de los militares con el ex ministro de Defensa Federico Trillo, a quien, en privado, y a veces en público, despreciaban.
El CNI reunió informes según los cuales amplios grupos de militares y sus familias, en zonas tradicionalmente de derechas, se habían pasado la consigna de abstenerse en las elecciones.
En los pasillos del Ministerio de Defensa no hubo ningún tipo de disimulo. Había gente que se abrazaba el lunes 16 en los pasillos al comentar la victoria de Zapatero en las urnas. En el Centro se tiene grabado a fuego como una de las grandes cacicadas de Trillo la bronca destemplada que tuvo que encajar un agregado de Defensa destacado en Afganistán ante las exigencias del ministro de que montara rápidamente, y sólo para él, una capilla para asistir a misa.
La gota que ha colmado el vaso ha sido la desclasificación que hizo el Gobierno de Aznar de documentos del CNI en los que se orientaba la autoría del atentado hacia ETA. Es verdad que en amplios ambientes del Centro las sospechas se dirigieron durante las primeras 40 horas hacia ETA. Se recogieron el 11-M informes que procedían de las cárceles en las que presas vascas habían celebrado con júbilo los atentados. Hubo incluso incidentes violentos por la indignación que eso produjo entre presas comunes. También se tenía constancia de que en reuniones del entorno abertzale la gente se había dividido claramente en dos sectores. Al primero, le parecía una barbaridad lo sucedido, y el segundo lo justificaba y anunciaba que ese era el camino y que había que golpear más fuerte hasta que «se enteraran».
Agentes del CNI se quejaron, en las primeras horas después de los atentados, del hermetismo de los investigadores de la policía. Les llegaban las informaciones tarde. Reconocen que miembros del PSOE tenían una información mucho más puntual que ellos.Lo que no aceptan es que no hubieran advertido al Gobierno del peligro islamista.
Las labores de vigilancia tienen que ser aleatorias. Es materialmente imposible controlar a los 300 principales sospechosos de estar relacionados con células integristas. Así que se elige a unos cuantos y se va rotando la vigilancia. Zougam y el resto de los detenidos estaban dentro de ese operativo. Los móviles son un buen punto de partida pero los cambian con enorme facilidad: «En ocasiones conseguimos una orden del juez para intervenir un teléfono y cuando nos ponemos a ello el vigilado ya ha cambiado de teléfono». Se ha seguido a los sospechosos en el extranjero. Son vigilancias caras en material y en hombres. De pronto, gente que vive muy sobriamente en España, se desplaza sin problemas de billetes de avión y comienzan a manejar dinero en abundancia.La mayor parte proviene de donativos que se canalizan a través de organizaciones de caridad promovidas por Arabia Saudí. ¿Cuanto tiempo puede durar una vigilancia de este tipo si el observado no comete ningún acto delictivo durante años? «Al final lo que la gente ve es la delincuencia en la calle. eso es lo que preocupa y por eso es lógico que los políticos dediquen más medios a combatir ese tipo de cosas que tienen un resultado práctico mucho mayor para los votantes».
La pista falsa iraquí
No es cierto que se despreciaran pistas como la iraquí. Por ejemplo, se ha hablado mucho de un coronel iraquí que viajó hasta España antes de los atentados. Lo que no se ha comentado es que el CNI tomó buena nota de la información que le pasó el servicio secreto italiano sobre el tema. De hecho existe un documento de dos folios en el que se detalla el asunto. Tiene fecha del 11 de febrero, justo un mes antes de los atentados. En el texto se avisa sobre un rumor de que el ex coronel de Sadam Husein, Walid Salem Omar tenía prevista su llegada a España el 6 de febrero de 2004 dispuesto a cometer atentados. Su empresa, Ibn Fernas, está englobada en el grupo Hispano Arabe SA que tiene su sede social en el Paseo de la Habana de Madrid. El documento especifica que Walid se había detenido en Siria donde había sacado una gran cantidad de dinero en metálico de un banco de Damasco. Siempre según el escrito, viajaría con ese dinero y habría hecho una escala técnica en Marruecos, concretamente en Agadir. El CNI siguió por supuesto esta pista, como otras muchas que llegan procedentes de servicios de información extranjeros, sin que se obtuviera ningún resultado positivo.
El comportamiento atípico y fuera de toda lógica de los marroquíes acusados de los atentados lleva a situaciones incomprensibles.Por ejemplo El Tunecino, Sharhane ben Abdelmajid Fakhet, vive tranquilamente en un piso alquilado sin dar ruido. Pero unos días antes del 11-M, abandona la casa y llama la atención hasta el punto de que Rafael, el casero, se presenta a la policía para denunciar que se ha marchado sin pagar. Otro letrero luminoso en el camino.
El colmo de los despropósitos se refleja en que los investigadores no tienen el menor interés en revisar el piso a pesar de que, según el dueño, está lleno de papeles, cintas de audio, etcétera.A la policía no parecen interesarle las pertenencias de quien se presenta ante la opinión pública como el cerebro inductor.
Barbacoa terrorista
Lo mismo sucede con los habitantes de la casa de Morata de Tajuña, en el kilómetro 14 de la carretera 313, cerca de Madrid. Los investigadores dicen que han llegado hasta allí a través de una laboriosa búsqueda triangulando las llamadas de los teléfonos móviles. Pero la policía conocía la existencia de esa casa y la había vigilado en varias ocasiones.
Las huellas de los sospechosos están naturalmente dentro, ya que eran ellos quienes la habitaban ocasionalmente de una forma abierta y con una buena relación con los vecinos. Son éstos los que ven a muchos de los que luego morirían en Leganés haciendo -¡dos semanas después de los atentados del 11-M!- una barbacoa con niños y parientes incluidos. A uno de los implicados, Jamal Ahmidan al que apodaban El Chino los vecinos lo conocen bien porque les ha prestado en ocasiones su moto. No era un islamista radical sino un delincuente de poca monta como el resto de la cuadrilla. Era un viejo conocido de la policía marroquí. Lo habían condenado a cuatro años de cárcel en Marruecos por un asesinato relacionado con el tráfico de drogas y había cumplido dos años y medio de condena. Su ficha aparece en todos los servicios policiales europeos por sus raterías. La policía marroquí pasó a la española todo lo que tenían sobre él hacía tiempo. Si hubiera estado involucrado siquiera mínimamente con los radicales extremistas hubiera sido uno de los 1.600 procesados en el macrojuicio de Marruecos de 2003 por los atentados de Casablanca y por el que se detuvieron, con los ortodoxos métodos de nuestros vecinos, a 6.000 personas.
Se le ha presentado como un integrista radical, pero los vecinos de Morata de Tajuña explican que se le veía en compañía de dos jóvenes muy guapas, con un piercing, pantalones de cuero ajustados y camisetas que dejaban la tripa al aire.
Existe constancia de que la casa estaba vigilada mucho antes de que la policía la "descubriera". No hay más que comprobar la denuncia que presentaron varios vecinos, primero ante el 091 y más tarde ante el 062 de la Guardia Civil, días antes del 11-M, el 7 domingo a las 10.50 de la mañana -según consta en una cinta grabada- por considerar que los habitantes de aquella casa les infundían sospechas en relación con trapicheo de drogas y mercancía robada.
La Guardia Civil alegó después del 11-M, que no querían seguir esa vía de investigación para no interferir con la labor de la policía, que era quien llevaba todo el caso de los atentados.La realidad es que la proverbial rivalidad entre distintos cuerpos policiales ha llegado a uno de sus puntos culminantes a raíz de los atentados del 11-M. La Policía no ha permitido el menor resquicio a los investigadores de la Guardia Civil.
No tenemos nada
El día anterior al descubrimiento teórico del piso de Leganés, una funcionaria involucrada directamente en la investigación reconoció a un compañero de Información: "La verdad es que tenemos muy poco. De lo del ex minero no sale gran cosa. No sabemos la procedencia de la dinamita. Todo está cogido con alfileres. No hay pruebas materiales, sólo nombres en agendas y llamadas telefónicas entre unos y otros. Lo más sólido son los testimonios espontáneos de varios testigos que aseguran haber visto a varios de los acusados en los trenes, aquella mañana". El problema es que después de que sus fotos se publicaran en todos los periódicos la gente ha podido reconocer esos rostros inducidos por lo publicado y no porque los recordaran realmente. Después de una situación anímica como la que tuvieron que soportar en los atentados, los supervivientes no son muy fiables, según los psicólogos. Y menos cuando hay que distinguir entre ciudadanos marroquíes que para muchos son fácilmente confundibles. Hasta la fecha, ninguno de los detenidos ha reconocido la participación en los atentados.
El sábado 3 de abril, las esperanzas de los investigadores estaban centradas en nuevos rostros. Se habían repartido retratos a los medios de comunicación de los cerebros, inductores o dinamizadores de los atentados. Y aquí llegamos al capítulo de Leganés, el más incoherente de toda la historia. En la tarde de ese día, según comentaron más tarde fuentes policiales, se localiza a través de las llamadas de teléfonos móviles un piso en Leganés en el que puede haber terroristas implicados en el 11-M. No es cierto. Habían sido ya localizados días antes a través de fotografías que enseñan a los comerciantes de la zona. Es así como saben que el llamado El Tunecino y El Chino pueden estar residiendo en el número 40 de la Avenida Carmen Martín Gaite. Sin explicación posible y después de este hallazgo, la policía da a los medios las imágenes de los hombres que pertenecen a ese grupo para que se publiquen. La gente se familiariza con sus rostros. Los terroristas no deben de comprar periódicos ni ver informativos de televisión, ya que no se dan por enterados.
Según los investigadores siguen con su macabra actividad hasta el punto de que se acercan a la vía del AVE en la provincia de Toledo y colocan una mochila con explosivos «pero sin iniciador» con una mecha de más de 130 metros. Aterrorizan así de nuevo al país. La bomba, según las autoridades, está colocada entre las 10 y las 12 del mediodía. El hecho cierto es que azafatas del AVE que hicieron el turno del tren Madrid-Sevilla a las 7.00 horas ven una inusitada actividad de la Guardia Civil en las vías a lo largo del trayecto. Miembros de la Benemérita entran en los vagones de ese tren después de su llegada a Sevilla, a las 9.50 hora para revisar todos los rincones, incluidos los contenedores de desperdicios.
La farsa de Leganés
Tan sólo 24 horas más tarde, la investigación tomará un giro sorprendente. A primera hora de ese sábado, algunos concretan la hora en las 7.00 hora de la mañana, el grupo de los geos recibe la orden por la que deben estar preparados para una operación importante. Así se lo comunica el Gobierno en funciones, esa misma mañana, a altos cargos del Partido Socialista.
La versión posterior contará que varios de los terroristas consiguen romper el cerco policial en torno a la casa de Leganés y llegan por la tarde hasta el piso del número 40. Lo lógico, cuando los terroristas aún no se habían dado cuenta de que se estrechaba el cerco, era haberlos capturado, uno a uno y con total discreción cuando salieran o entraran en la vivienda. Por el contrario, se extiende la versión de que uno de los acusados baja la basura, se percata de la presencia policial y avisa -primero se dice que por el móvil, después que a gritos- de lo que estaba en marcha.
Al menos una decena de agentes de paisano -según el testimonio directo de los vecinos- ocupan posiciones en la parte interior ajardinada de la casa, donde está la piscina, de una forma nada discreta. «Mamá, ¿los que llevan pistolas son malos?», comenta a sus padres un niño de la urbanización. Y comienza un tiroteo sin que intervenga todavía la dotación de geos.
La llegada de éstos cambia las cosas. Son profesionales altamente cualificados y con una gran experiencia en el asalto de lugares donde hay gente armada y peligrosa. Pero incomprensiblemente -como ha denunciado públicamente uno de los propios geos que intervienen- no se cumplen ninguna de las reglas del protocolo de actuación. No se espera a que llegue el negociador, un psicólogo cualificado para dialogar con delincuentes peligrosos. No hay intérprete. No se aguarda a la hora de la madrugada en el que el cerebro de los terroristas está más debilitado. No se intenta pactar la entrega. Ni siquiera se sabe el número de los ocupantes.Simplemente, y desoyendo la opinión de los propios responsables de los geos, se ordena el asalto, a pesar de que es vital cogerlos vivos para conocer la verdad de lo ocurrido el 11-M.
Todo vuela por los aires al comenzar el asalto. Muere un geo y los cuerpos de los terroristas quedan esparcidos en un área de más de 60 metros. El ministro Acebes dice en su primera comparecencia, tras lo sucedido, que son cuatro los terroristas que se han inmolado. También explica que guardaban en un armario dos mochilas con explosivos preparadas para hacer explosión, similares a la encontrada en la vía de tren. Más tarde se hablará de grandes fajos de dinero en euros, perfectamente organizados. Las imágenes del día siguiente demostrarán que del piso sólo quedan los pilares limpios. Aumenta a siete la cuenta de los islamistas muertos. Se trata del núcleo del comando, de los movilizadores y de al menos una buena parte de los autores materiales del 11-M.
El relato posterior de los hechos se adorna con historias sobre cuerpos desnudos purificados por cortinas blancas en forma de sudario, cánticos en círculo y conversaciones telefónicas. La madre de El Chino lo corrobora desde su domicilio en Tetuán."Mi hijo se despidió de mí diciendo que iba al lugar que le estaba reservado. Luego escuché una gran explosión y poco después se corto la línea". No se puede saber lo que escuchó esa madre atribulada, pero desde luego no pudo ser la explosión. La dinamita tiene una fuerza explosiva de salida de más de 8.000 metros por segundo.Si el teléfono de su hijo estaba a menos de dos metros de la carga explosiva se volatilizó mucho antes de que pudiera transmitir el sonido de la bomba que ha enterrado definitivamente la esperanza de conocer toda la verdad del 11-M.
unodinoi
09-06-2004, 21:28
Originariamente inviato da sempreio
certe volte penso che sia meglio votare comunisti e mandare il paese a puttane:rolleyes:
almeno si guarda di piu alle assicurazioni e la benza.......ma tu come la fai benzina? vivi ad aria? la fai mai la spesa??????????
o ti frega solo del tuo premier e dei suoi finti successi da lecca chiappe?
guarda la realta!
è sicuramente il complotto di qualche fascista ke vuole mettere in cattiva luce l'operato della sinistra spagnola
ittogami17
09-06-2004, 21:29
vorrei proprio vedere cosa combinano
Originariamente inviato da unodinoi
ma andate a prenderlo in quel posto propagandisti del c@@@o
con tutte le promesse non mantenute che ha fatto berlusconi date ragione ancora alle destre?
branco di stupidi italiani! ragionate!
ci godete a prenderlo nel di dietro o cosa?
Non vedo l'ora che gli "stupidi" inglesi mandino al potere i conservatori (PPE),al posto del vostro sinistrorso (:asd: ) Blair.
TheDarkAngel
09-06-2004, 21:29
Originariamente inviato da unodinoi
ma andate a prenderlo in quel posto propagandisti del c@@@o
con tutte le promesse non mantenute che ha fatto berlusconi date ragione ancora alle destre?
branco di stupidi italiani! ragionate!
ci godete a prenderlo nel di dietro o cosa?
Queste l'ha dette bossi (un suo alleato!)
http://www.berlusconisilvio.com/bossi.htm
e guardate anche il resto del sito
http://www.berlusconisilvio.com
ecco il troll di turno che salta fuori :rotfl:
sempreio
09-06-2004, 21:29
Originariamente inviato da unodinoi
falsi moralisti! ecco cosa sta diventando l'italia! esattamente come i moderatori ed i forumisti di questo forum!
ripeto: RAGIONATE! la guerra è lontana! invece tutte le tasse , le assicurazioni e la benza il gorverno non ne parla nemmeno! e poi votate destra................
se vi piace prenderlo............non è un problema ma almeno ragionate!
e credi che la sinistra possa incidere sul costo del pertolio? o sulle assicurazioni auto? siamo in libero mercato altrimenti te ne vai a cuba o in corea del nord la si che ti trovi a casa:rolleyes:
e cosa ti aspettai dalla sinistra ????
si sa' che sono fallimentari al 100%
unodinoi
09-06-2004, 21:32
Originariamente inviato da sempreio
e credi che la sinistra possa incidere sul costo del pertolio? o sulle assicurazioni auto? siamo in libero mercato altrimenti te ne vai a cuba o in corea del nord la si che ti trovi a casa:rolleyes:
e l'ENI di chi C@@@O è????? di mia sorella? il 70% del costo della benza son tasse!!!!!!!! svegliatevi che questi ci stanno in@@@@o tutti!
ascoltate un po quello che dice la lista consumatori!! e bertinotti...............e lasciate stare le guerre che sono solo modi per distrarre lopinione pubblica!!!!!!!
sempreio
09-06-2004, 21:33
spero che gpc e zerostress facciano un riassuntino di tutto:rolleyes:
unodinoi
09-06-2004, 21:33
Originariamente inviato da ENGINE
e cosa ti aspettai dalla sinistra ????
si sa' che sono fallimentari al 100%
un altro a cui piace prenderlo............................ usa il profilattico almeno! ma la spesa la fai???????????????????????????????????????????? o vivi sulla luna?
TheDarkAngel
09-06-2004, 21:33
Originariamente inviato da unodinoi
e l'ENI di chi C@@@O è????? di mia sorella? il 70% del costo della benza son tasse!!!!!!!! svegliatevi che questi ci stanno in@@@@o tutti!
ascoltate un po quello che dice la lista consumatori!! e bertinotti...............e lasciate stare le guerre che sono solo modi per distrarre lopinione pubblica!!!!!!!
bertinotti ma lol...
:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
unodinoi
09-06-2004, 21:34
Originariamente inviato da TheDarkAngel
bertinotti ma lol...
:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
lui parla di cose reali di prezzi non di false promesse o di cose lontane come berlusconi! ma svegliati!
jumpermax
09-06-2004, 21:35
ragazzi evitate di dare spago ai troll senno non ci salviamo
cliccate qua
http://forum.hwupgrade.it/member2.php?s=&action=addlist&userlist=ignore&userid=73724
e mettetelo in ignore list ;)
TheDarkAngel
09-06-2004, 21:35
Originariamente inviato da unodinoi
lui parla di cose reali di prezzi non di false promesse o di cose lontane come berlusconi! ma svegliati!
lui parla (magari usando i neuroni)?
:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
unodinoi
09-06-2004, 21:36
Originariamente inviato da jumpermax
ragazzi evitate di dare spago ai troll senno non ci salviamo
cliccate qua
http://forum.hwupgrade.it/member2.php?s=&action=addlist&userlist=ignore&userid=73724
e mettetelo in ignore list ;)
fascisti di m@@@a preferite farla tacere la gente come ai vecchi tempi ma f@@@i ipocriti!
sempreio
09-06-2004, 21:37
Originariamente inviato da unodinoi
e l'ENI di chi C@@@O è????? di mia sorella? il 70% del costo della benza son tasse!!!!!!!! svegliatevi che questi ci stanno in@@@@o tutti!
ascoltate un po quello che dice la lista consumatori!! e bertinotti...............e lasciate stare le guerre che sono solo modi per distrarre lopinione pubblica!!!!!!!
si ma le tasse a che servono? per pagare 5.5milioni di statali 20milioni di pensionati fatti dalle sinistre per recuperare voti su voti! con berlusconi si tagliano le tasse, tagliando posti statali, con prodi, bertinotti e gli altri i privilegiati rimangono e rimarranno!
unodinoi
09-06-2004, 21:38
Originariamente inviato da TheDarkAngel
lui parla (magari usando i neuroni)?
:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
da dietro la tastiera siete bravi ad offendere!
LuPellox85
09-06-2004, 21:38
Originariamente inviato da unodinoi
e l'ENI di chi C@@@O è????? di mia sorella? il 70% del costo della benza son tasse!!!!!!!! svegliatevi che questi ci stanno in@@@@o tutti!
ascoltate un po quello che dice la lista consumatori!! e bertinotti...............e lasciate stare le guerre che sono solo modi per distrarre lopinione pubblica!!!!!!!
il 70% del costo della benza erano tasse anche quando c'era la sinistra, anche quando c'era il centro, sempre è stato così
(figuriamoci che ci paghiamo ancora la sovrattassa della guerra in abissinia) e nessuno ha mai fatto nulla, mi pare una cosa scema venire a dire "il costo della benzina è al 70% tasse per colpa della destra" mi sembra più realistico dire "il costo della benzina è al 70% tasse perchè i politici se magnano tutto" che siano destra, sinistra, centro, alto o basso :D
Master_of_Puppets
09-06-2004, 21:38
Originariamente inviato da sempreio
si ma le tasse a che servono? per pagare 5.5milioni di statali 20milioni di pensionati fatti dalle sinistre per recuperare voti su voti! con berlusconi si tagliano le tasse, tagliando posti statali, con prodi, bertinotti e gli altri i privilegiati rimangono e rimarranno!
Pensa che disoccupazione che avremo dopo!!!!
:sofico: :sofico: :sofico: :sofico: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
unodinoi
09-06-2004, 21:39
Originariamente inviato da sempreio
si ma le tasse a che servono? per pagare 5.5milioni di statali 20milioni di pensionati fatti dalle sinistre per recuperare voti su voti! con berlusconi si tagliano le tasse, tagliando posti statali, con prodi, bertinotti e gli altri i privilegiati rimangono e rimarranno!
sul taglio degli statali e delle tasse sono d'accordo ma berlusconi non ha tagliato niente tranne quelle sulle sue tasse di successione!
anche giuliano ferrara è d'accordo a dire che le riforme vere in italia le può fare solo la sinistra! berlusconi si fa i c@@@i suoi e basta!
Originariamente inviato da ~ZeRO sTrEsS~
sto pensando seriamente di tornare in italia... cmq gli spagnoli IMHO sono molto molto stupidi... lo dico sempre non lamentatevi dell'italia che fuori si sta peggio...
Bravo, torna torna... così capisci finalmente quanto si sta bene fuori dall'Italia... il salto lo noti quando torni, non quando parti (parlo per esperienza).
Originariamente inviato da unodinoi
un altro a cui piace prenderlo............................ usa il profilattico almeno! ma la spesa la fai???????????????????????????????????????????? o vivi sulla luna?
Ma il fronte popolare-conservatore non è omofobo (già,Cecchi Paone,il vice-leader conservatore norvegese,Fourtyn,... infatti sono (pardon uno era) omofobi :asd: )
unodinoi
09-06-2004, 21:40
Originariamente inviato da LuPellox85
il 70% del costo della benza erano tasse anche quando c'era la sinistra, anche quando c'era il centro, sempre è stato così
(figuriamoci che ci paghiamo ancora la sovrattassa della guerra in abissinia) e nessuno ha mai fatto nulla, mi pare una cosa scema venire a dire "il costo della benzina è al 70% tasse per colpa della destra" mi sembra più realistico dire "il costo della benzina è al 70% tasse perchè i politici se magnano tutto" che siano destra, sinistra, centro, alto o basso :D
lci vorrebbero piu liste consumatori e bertinotti! o una destra liberale ma in italia non c'è!
Originariamente inviato da unodinoi
un altro a cui piace prenderlo............................ usa il profilattico almeno! ma la spesa la fai???????????????????????????????????????????? o vivi sulla luna?
La spesa la faccio e nn vivo sulla luna.
e devo ringraziare quella faccia da mortadella marcia di PRODI
se i soldi nn mi bastano piu'.
La sinistra deve estinguersi per me.
unodinoi
09-06-2004, 21:41
Originariamente inviato da gpc
Bravo, torna torna... così capisci finalmente quanto si sta bene fuori dall'Italia... il salto lo noti quando torni, non quando parti (parlo per esperienza).
sei il solito MAMMONE ITALIANO FRIGNONE
Originariamente inviato da ENGINE
La spesa la faccio e nn vivo sulla luna.
e devo ringraziare quella faccia da mortadella marcia di PRODI
se i soldi nn mi bastano piu'.
La sinistra deve estinguersi per me.
e si estinguera'.
bluelake
09-06-2004, 21:42
Originariamente inviato da unodinoi
sei il solito MAMMONE ITALIANO FRIGNONE
spero che 5 giorni di sospensione bastino per farti calmare i toni.
Originariamente inviato da jumpermax
il link? pronto! (è tutto in spagnolo prego gli esperti della lingua come zerostress o gpc di intervenire)
'sticaz... più che esperto della lingua qui ti vuole un traduttore e pure in ferie vista la lunghezza :D
LuPellox85
09-06-2004, 21:42
Originariamente inviato da unodinoi
lci vorrebbero piu liste consumatori e bertinotti! o una destra liberale ma in italia non c'è!
ci vorrebbe gente onesta
LittleLux
09-06-2004, 21:42
Originariamente inviato da jumpermax
ragazzi evitate di dare spago ai troll senno non ci salviamo
cliccate qua
http://forum.hwupgrade.it/member2.php?s=&action=addlist&userlist=ignore&userid=73724
e mettetelo in ignore list ;)
Ma dai, questo è un intero thread di trolloni, e tu sei il più trollone di tutti:fuck:
Originariamente inviato da sempreio
spero che gpc e zerostress facciano un riassuntino di tutto:rolleyes:
:fuck: Sì certo, come no, ci metto sei giorni solo a leggerlo, figurati poi a tradurlo... :D
Dai che si capisce un po'... ;)
-kurgan-
09-06-2004, 21:44
Originariamente inviato da sempreio
si ma le tasse a che servono? per pagare 5.5milioni di statali 20milioni di pensionati fatti dalle sinistre per recuperare voti su voti! con berlusconi si tagliano le tasse, tagliando posti statali, con prodi, bertinotti e gli altri i privilegiati rimangono e rimarranno!
le tasse in teoria servirebbero per pagare lo stato sociale, per evitare che i vecchietti paghino le medicine in farmacia, per non indebitarsi quando si ha la sfiga di finire in ospedale.
tagliare le tasse significa tagliare tutto questo, allontanandoci da paesi come la norvegia per avvicinarci ad altri piu' liberisti come l'inghilterra ad esempio (a questo proposito ti auguro di non "scontrarti" mai con la sanità inglese ;) )
ora se volete tornate a litigare ;)
majin mixxi
09-06-2004, 21:45
Originariamente inviato da gpc
:fuck: Sì certo, come no, ci metto sei giorni solo a leggerlo, figurati poi a tradurlo... :D
Dai che si capisce un po'... ;)
guarda che puoi anche dirlo che non sei capace,mica ti prendiamo in giro
:asd:
Ehi Jumper, la prossima volta che posti un papiro, traducilo prima e non chiamare in causa altri per le traduzioni :rolleyes: :D
jumpermax
09-06-2004, 21:47
Originariamente inviato da LittleLux
Ma dai, questo è un intero thread di trolloni, e tu sei il più trollone di tutti:fuck:
'strard!:D A dire il vero no la questione mi interessa, ho trovato quell'articolo qualche giorno fa e dice cose che sotto sotto sospettavo... niente di provato certo. Però...
Originariamente inviato da majin mixxi
guarda che puoi anche dirlo che non sei capace,mica ti prendiamo in giro
:asd:
Non far leva sulla mia vena ingegneristica, ben sapendo che dire "guarda che puoi anche dirlo che non sei capace" significa sbloccare tutti i freni inibitori dell'ingegnere per dimostrare che ne è più che capace... :D
jumpermax
09-06-2004, 21:48
Originariamente inviato da gpc
Ehi Jumper, la prossima volta che posti un papiro, traducilo prima e non chiamare in causa altri per le traduzioni :rolleyes: :D
non sono mia io l'esperto di spagnolo :Prrr: ti abbiamo mandato in vacanza la apposta per queste cose! :D
Originariamente inviato da jumpermax
'strard!:D A dire il vero no la questione mi interessa, ho trovato quell'articolo qualche giorno fa e dice cose che sotto sotto sospettavo... niente di provato certo. Però...
Aha! Smascherato! Se l'hai letto l'hai capito, quindi se l'hai capito puoi postare tu il riassuntino! Forza, lavora, scrivi :frusta: ! :D
Originariamente inviato da jumpermax
non sono mia io l'esperto di spagnolo :Prrr: ti abbiamo mandato in vacanza la apposta per queste cose! :D
Chiamala vacanza... ho sudato sangue per tre mezzi esami e mi sono ipotecato qualche anno di nostalgia devastante...
LittleLux
09-06-2004, 21:53
Originariamente inviato da jumpermax
'strard!:D A dire il vero no la questione mi interessa, ho trovato quell'articolo qualche giorno fa e dice cose che sotto sotto sospettavo... niente di provato certo. Però...
Cacchio, a parte che lo spagnolo non lo so, oddio potrei provare a cimentarmi in una traduzione maccheronica, ma chissà cosa comprenderei:D, ma poi, è lunghissimo :eek:, e ti sei preso pure la reprimenda, con tanto di faccina incazzosa anche da parte di gp:tie:...ora, per punizione, dovrai tradurcelo, senza tue aggiunte tendenziose:fuck:, così da rendere tutti noi partecipi dei misfatti zapateriani.
IpseDixit
09-06-2004, 21:53
Originariamente inviato da sempreio
la spagna dell' economia forte di aznar ormai è un vecchio ricordo:( , le cose le vanno sempre peggio:(
A un mese soltanto dalle elezioni, il premier spagnolo è già sotto tiro. Accuse dalla stampa di destra, ma anche dai suoi alleati locali. Decisivi per la governabilità.
«I miei maggiori successi sono stati il ritiro dall'Iraq e l'aumento dei fondi per le borse di studio»: era raggiante, lo scorso 18 maggio, il quarantatreenne premier socialista José Luis Rodríguez Zapatero mentre tracciava il primo mese di bilancio del suo governo sulle ali dell'ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto alle prossime elezioni europee: il 13 giugno il Psoe potrebbe volare al 45,8 per cento, 10 punti in più del 35,4 del Partito popolare di Mariano Rajoy. Ma non tutti i giorni del suo nuovo governo sono stati così radiosi.
Pochi giorni prima della pubblicazione del sondaggio del Cis, l'ente demoscopico statale, Zapatero aveva momentaneamente perso il perenne sorriso che gli è valso il soprannome di «Gioconda», affibbiatogli dallo scrittore e columnist Francisco Umbral sulle pagine del quotidiano liberal El Mundo. L'esecutivo della rosa, un monocolore di minoranza, aveva perso la sua prima votazione al senato grazie a un emendamento vincente del Partito popolare su una delle sue proposte elettorali più sbandierate: la sospensione della riforma dell'insegnamento approvata dal precedente governo del premier popolare José María Aznar, che prevedeva, tra l'altro, l'obbligo dello studio della religione.
Il governo formato dopo il trionfo socialista nelle politiche del 14 marzo è infatti debole. Alla Camera ha 164 seggi (148 i popolari) con una maggioranza fissata a quota 176, mentre al Senato può contare su 93 voti (123 il Pp) su 251. Zapatero, ex alfiere della governabilità «a geometria variabile», ossia costruita sulla base di patti puntuali con tutti i partiti, ha scelto di importare il tripartito «rojo» che governa la Catalogna: l'alleanza (privilegiata) dei socialisti con i comunisti di Izquierda unida guidati da Gaspar Llamazares (5 deputati) che vogliono uscire dalla Nato, più gli indipendentisti antimonarchici della locale Sinistra repubblicana di Josep Carod-Rovira (otto seggi). Con una differenza fondamentale: alle Cortes di Madrid, il loro appoggio è esterno.
Non solo. La vittoria del Psoe alle legislative era assolutamente imprevista. Ricorda Jaime Mayor Oreja, capolista del Pp alle europee: «Una tragedia: la strage perpetrata da Al Qaeda l'11 marzo ha catapultato Zapatero al potere». E questo comporta, per il Psoe, qualche problema. Per esempio, durante la campagna elettorale Zapatero aveva fatto alcune promesse che non pensava di dover mantenere. Ora invece, vinte a sorpresa le elezioni, l'impegno, per quanto azzardato, va rispettato. E già, con perfidia, la stampa di destra presenta il conto. Dati alla mano, il giornale conservatore La Razón, in soli 30 giorni, di inadempienze ne ha contate la bellezza di 12. A partire proprio dal cavallo di battaglia del neopremier, il rimpatrio delle truppe dall'Iraq (concluso il 21 maggio): doveva essere proclamato entro il 30 giugno se il paese non passava sotto l'egida delle Nazioni Unite; l'ordine è invece arrivato con grande anticipo il 18 aprile. E senza il promesso dibattito parlamentare.
Lo strappo con Washington in Iraq, condiviso dal 76,8 per cento dell'elettorato spagnolo, ha già provocato una prima ritorsione. A tutto vantaggio dell'Italia. News&Notes, il bollettino interno americano della importantissima base Nato di Rota, nei pressi di Cadice, ha notificato che gli Stati Uniti ridurranno di 8 mila unità, tra civili e militari, la loro presenza in Europa e al contempo consolideranno tutto l'organico della loro marina nella base di Napoli.
A Rota, dove lavorano 1.200 spagnoli, la notizia è caduta come una bomba. Anche perché, prima del 14 marzo, era circolata la notizia che gli americani avessero in mente l'esatto contrario: trasformare la base andalusa nel quartier generale della Sesta flotta. Ma erano i tempi di Aznar, fedele alleato, come l'Italia, di George W. Bush nell'avventura irachena.
A Zapatero oggi rinfacciano pure di aver assicurato che il suo governo si sarebbe caratterizzato per la propensione al dialogo. E di non aver rispettato la promessa, come dimostra la designazione del nuovo direttore del Cni, l'intelligence spagnola, la cui nomina doveva essere concordata. Il ministro della Difesa, José Bono, ha invece imposto il proprio candidato, un vecchio collaboratore, già direttore generale dell'Ambiente della regione Castilla-La Mancha: Alberto Saiz, del tutto digiuno di politica internazionale. Non solo, poiché non conosce l'inglese è sempre costretto a portarsi al seguito un interprete, anche durante gli incontri con gli 007 stranieri.
Medesima prassi per il presidente dell'agenzia statale di notizie Efe. Il manifesto del Psoe recitava: «Il presidente dell'agenzia sarà designato dopo la sua elezione alla camera». Non è andata così: è stato nominato subito Alex Grijelmo, un giornalista del filosocialista El País. Stesso sistema per Carmen Caffarel, nuova direttrice della Rtve, la radiotelevisione pubblica. Idem per il procuratore generale dello stato, carica per cui è stata designata la «toga rossa» Cándido Conde Cumpido, tra i fondatori dell'associazione progressista Giudici per la democrazia.
Ancora. Il comando unico di polizia e Guardia civil è diventato solo un coordinamento tra i due corpi. È stata ridotta da 180 mila a 70 mila unità annue l'edificazione di nuove abitazioni. Il diritto di associazione nella Guardia civil (l'equivalente dei nostri Carabinieri) è rimasto lettera morta. Persino uno dei fiori all'occhiello del programma socialista, la parità fra i sessi, è stato mantenuto solo in parte: nel Consiglio dei ministri sì (8 uomini e 8 donne) ma non nel governo nel suo complesso (le donne occupano solo il 23 per cento delle alte cariche dello stato).
È quasi certo, invece, che le promesse elettorali in tema di diritti civili verranno mantenute: matrimoni per gay, aborto libero nelle prime 12 settimane di gravidanza, ampliamento a più di tre embrioni nella fecondazione assistita. E, in politica estera, il riallineamento con l'asse franco-tedesco.
Ma i nodi vengono al pettine. Il governo catalano, che come quello basco vorrebbe aumentare notevolmente le autonomie regionali, ha appena chiesto a Zapatero il trasferimento di 88 nuove competenze, tra cui la previdenza sociale e il diritto di indire referendum. Non basta. Carod-Rovira, ago della bilancia a Barcellona e a Madrid, spara: «Esigiamo una repubblica plurinazionale». E la Gioconda socialista, se vuole restare al potere, dovrà cedere al diktat, appoggiato pure dai nazionalisti catalani di centrodestra della Ciu. Anche a rischio di spaccare la Spagna.
Viviamo in un mondo malato
Originariamente inviato da LittleLux
Cacchio, a parte che lo spagnolo non lo so, oddio potrei provare a cimentarmi in una traduzione maccheronica, ma chissà cosa comprenderei:D, ma poi, è lunghissimo :eek:, e ti sei preso pure la reprimenda, con tanto di faccina incazzosa anche da parte di gp:tie:...ora, per punizione, dovrai tradurcelo, senza tue aggiunte tendenziose:fuck:, così da rendere tutti noi partecipi dei misfatti zapateriani.
Poi io con Jumper ho qualche favore in sospeso :D :fuck: così credo proprio che non avrò tempo di tradurre il tutto... :Perfido: :D :oink:
LittleLux
09-06-2004, 21:57
Originariamente inviato da gpc
Poi io con Jumper ho qualche favore in sospeso :D :fuck: così credo proprio che non avrò tempo di tradurre il tutto... :Perfido: :D :oink:
Perchè hai messo la faccina "maiala", che favori particolari ti deve, jumper?Su, su, racconta un po':D
P.S.: a proposito, ben ritrovato.
jumpermax
09-06-2004, 21:57
diciamo che stranamente i socialisti non vogliono togliere il segreto... qua l'articoletto del foglio sulla vicenda.
http://www.ilfoglio.it/pdf/29052004_1.pdf
I socialisti non vogliono togliere
il segreto sui documenti degli 007
sull’11 marzo.Verdad y paz?
No desecretarán
Madrid. “Gli spagnoli vogliono sapere la
verità sull’11 marzo”, diceva, dai microfoni
amici della filosocialista Ser, sabato 13
marzo, Alfredo Peréz Rubalcaba, potentissimo
capogruppo socialista alla Camera.
Era il giorno in cui migliaia di attivisti no
war e di militanti di sinistra, alla vigilia
delle elezioni politiche, assediavano (illegalmente)
le sedi dei popolari e gridavano
“assassini” non ai responsabili del massacro,
al Qaida, ma al partito allora al governo
del premier José María Aznar. Ebbene,
adesso che dopo gli impressionanti reportage
del liberal El Mundo è stata instituita
una commissione parlamentare per fare
piena luce sulla mattanza (192 morti) che
provocò l’inaspettata vittoria socialista dell’attuale
capo dell’esecutivo, José Luis Rodríguez
Zapatero, la Rosa si oppone a declassificare
i documenti top secret del Cni,
l’intelligence di Madrid. A fare da battistrada,
ancora una volta, il giornale zapaterista
El País, che rivela le dichiarazioni
del responsabile del ministero della Difesa
(ribattezzato dagli interventisti in Iraq
“ministero della Ritirata”), José Bono, 53
anni, ex presidente per ben 21 anni della
Regione di Don Chisciotte, Castilla la Mancha:
“La diffusione dei documenti secretati
può perturbare il funzionamento del Cni
e creare sfiducia nei servizi segreti, rendendo
più difficile lo scambio di informazioni.
E il ministro della Difesa, da cui dipendono
gli 007, non è il ministro delle declassificazioni”.
Tipo tosto Bono: ha nominato
capo del Cni un suo collaboratore, già
direttore generale all’Ambiente, Alfredo
Saiz, famoso per la sua assoluta discrezione
(e devozione al capo). La commissione,
composta da 16 membri e presieduta da
Paulino Rivero, dell’“africana” Coalición
Canaria, comincerà i lavori il 15 giugno
prossimo. Di strumenti in mano, nonostante
il “niet” di Bono, ne ha ancora, a partire
dall’interrogatorio di Jorge Dezcallar, ex
capo del Cni, premiato dai socialisti con la
nomina ad ambasciatore in Vaticano. E i
segreti da spiegare lasciano a bocca aperta.
Il capo del commando di al Qaida che
avrebbe organizzato la strage, Serhane Ben
Abdelmajid, “il Tunisino”, è stato “seguito”
dal gennaio 2003 fino al febbraio 2004,
quando è arrivato uno strano stop. Poi, i
due presunti fornitori dell’esplosivo per i
“treni della morte”, lo spagnolo José Suárez
e il marocchino Rafà Zuher, erano addirittura
informatori, il primo della Guardia
Civil, il secondo della polizia di Stato.
Originariamente inviato da LittleLux
Perchè hai messo la faccina "maiala", che favori particolari ti deve, jumper?Su, su, racconta un po':D
Cose private che non si possono dire in pubblico... :O
:D :D
P.S.: a proposito, ben ritrovato.
Grazie :p
Credo però che da adesso limiterò molto la mia partecipazione qui su OT, vista l'aria...
ma voi siete pazzi ? :D
mi chiedo perche' uno di sinistra non possa avere un colloquio civile con uno di destra, e viceversa ??? non fate altro che insultarvi a vicenda , ma cosa costruite di buono ?
e' questo il problema da noi... anche i politici si insultano a vicenda dalla mattina alla sera invece di fare cose serie ed utili.
quand'e' che si riuscira' a fare un confronto ? guardiamo aldila' degli schieramenti ... sia la destra che la sinistra possono sbagliare (gli estremisti , es. comunisti o fascisti personalmente non li considero perche' vuol dire che non hanno capito un cazzo dalla storia) , dobbiamo cogliere il meglio di ognuno .
spero ci sia qualcun'altro nel forum che la pensa come me :) ciao !
ciao,ho usato un traduttore quindi non mi fucilate per eventuali strafalcioni.
http://www.elmundo.es/elmundo/2004 / ...1082356558.html
UNA INVESTIGAZIONE DI IL MONDO
I buchi neri del 11-m
Una versione poliziesca strapiena di incongruenze
FERNANDO MÚGICA
I terroristi collocarono 13 esplosivi in quattro treni locali. Morirono 191 persone. (EFE)
NOTIZIE RELAZIONATE
Madrid. - hanno passato già 39 giorni dai tragici avvenimenti del 11-m. Un tempo prudenziale come affinché, lasciando ad un lato gli inevitabili impulsi emozionali che provocarono gli attentati, riflettiamo sui dati rivelati fino ad ora per gli investigatori e, innanzitutto, busta nuovi elementi che mettono in dubbio molte delle sue conclusioni.
Il Mondo ha conversato, per questo tempo, con fonti dei distinti corpi di sicurezza dello Stato, testimoni vicine ai detenuti ed analisti di varie ambasciate per elaborare un laborioso puzle che apre orizzonti inquietanti.
Nei giorni previ alle elezioni si preparavano, in gran segreto, colpi di mano spettacolari contro la cupola di ETA. Durante il 11-m, e nei giorni posteriori, si manipolarono informazioni, deviarono piste, si nascosero dati vitali per lo schiarimento dai fatti. Sono i buchi neri di alcune giornate che cambiarono, di una forma drastica ed imprevedibile, la rotta politica del paese. Le flagranti incongruenze di quello che fino ad ora si è conosciuto devono lasciare passo all'esigenza ineludibile che si arrivi fino al fondo della verità di tutto quello che succedè.
Il 10 marzo, mercoledì, il Governo di José María Aznar è molto tranquillo. Sa per tutte le inchieste che quattro giorni dopo guadagnano le elezioni. Il proprio Felipe González lo dichiara tardi in un circolo di intimo quella stessa: "Non avranno la maggioranza assoluta, ma guadagnano le elezioni."
Al presidente l'hanno preparato un regalo di fine di corso. I suoi collaboratori più prossimi sanno che per lui, la lotta contro ETA è stata una degli assi centrali della sua attuazione. Per quel motivo, le Forze di Sicurezza gli danno una gran soddisfazione che contemporaneamente servirà come un'ultima catapulta elettorale per spianare nei comizi: la cattura, improvvisamente, di tutta la cupola della banda e di praticamente tutti i suoi comandi operativo conocidos.Aznar potrà così, dentro il suo ultimo mandato e per un margine di un paio di giorni, compiere una delle sue promesse più solenni: finire col grosso dell'organizzazione terroristica.
Si è scelto accuratamente la data del gran colpo: la notte del venerdì 12 di marzo, giusto nel momento in cui il paese abbandona la campagna elettorale per immergersi nella giornata di riflessione. Gli agenti di campo stanno ognuni nel suo posto vigilando i terroristi. Il segreto dell'operazione è assoluto. Le Forze di Sicurezza hanno trasportato nel Governo, nelle ultime settimane, la sua preoccupazione considerando che ETA può tentare un attentato selvaggio che irrompa di forma determinante nella campagna elettorale. In questo senso, si sono analizzati fino alla sazietà i tentativi della banda per volare treni nella stazione madrilena di Chamartín coincidendo col pomeriggio della Vigilia di Natale ultima.
Ci sono dettagli di Intelligenza che indicano che è molto possibile l'utilizzo di zaini. I due giovani catturati in una strada regionale di Cuenca con un furgoncino nei quali trasportavano 500 chilogrammi di esplosivi, Irkus Badillo e Gorka Vidal, hanno dichiarato che ETA li aveva ordinati la collocazione nella stazione di sci di Baqueira Beret, nell'ultimo Natale, di 12 borse e zaini con esplosivi affinché sfruttassero di una forma coordinata. Dopo osservare il terreno desisterono dall'azione.
Tutti hanno dato ovviamente che il Carabiniere sta dietro la cattura in un'operazione di inseguimento del furgoncino dalla Francia, ma non è certo. Benché sembri impossibile, è stato una detenzione casuale. Quello vuole dire che non hanno ai nuovi comandi giovani tanto controllati come credevano. Per che motivo possono volere 500 chili di esplosivi a Madrid il 28 di febbraio se non è per spezzare le elezioni?
Immagine del telefono mobile Triumph.
Telefoni mobili
Preoccupano loro anche i telefoni mobili. Nella stazione di San Sebastián, i servizi speciali del Carabiniere avevano trovato prima settimane quello che qualificarono come una bomba esca. Non si trattava di una trappola destinata a spezzare a chi cercassero di disattivarla. Al contrario, era un artefatto inoffensivo ma che aveva come iniziatore un telefono con due cavi, uno rosso ed un altro azzurro.
ETA ha cercato da tempo di utilizzare telefoni per commettere i suoi attentati. Così lo fecero nel cimitero di Zarautz, il 9 gennaio di 2001, quando si sentivano riunite molte personalità vicino alla tomba del consigliere comunale del PP José Ignacio Iruretagoyena, assassinati tre anni prima. Le ultime relazioni di Intelligenza in potere del CNI spiegavano come con dettaglio le prove di ETA per utilizzare telefoni mobili iniziatori di bombe.
Relazioni anteriori dettagliavano che i terroristi non erano riusciti ad emendare tecnicamente un sfasamento tra il momento della decisione di attivare l'esplosivo e l'esplosione, un breve intervallo di tempo che a volte era di alcuni semplici secondi. Ma l'ultima relazione era categorica: finalmente erano riusciti la simultaneità. I telefoni mobili erano già operativi per ETA. Presumibilmente, nel prossimo gran attentato sarebbe il sistema utilizzato per gli assassini.
Nella mattina del 11 di marzo si prodursi un enorme sconcerto. È importante la coordinazione tra le Forze di Sicurezza ed il Governo in funzioni. Arrivano le prime notizie dell'attentato e con esse i dati che, apparentemente, si sono impiegati telefoni mobili per fare esplodere almeno 10 o 12 zaini e borse nei treni prossimi alla stazione di Atocha. Per i dati apportati anteriormente, tutti pensano ad ETA. Si invia immediatamente al nord l'ordine che gli agenti operativi dìano di sera notizia degli obiettivi che stanno essendo strettamente vigilati per il macro operazione preparata per il venerdì. Le relazioni continuano ad arrivare e lo sconcerto aumenta. Tutti i militanti dell'Eta stanno nel suo posto. Nessuno dei vigilati ha potuto essere l'autore del massacro. Molti ricordano il furgoncino accurato a Cuenca ed al comando che sorge dal niente.
In quello momento di massimo sconcerto, succede qualcosa che provoca che il Governo commetta il maggiore errore del suo mandato. Comincia la trappola. Un membro dei Corpi di Sicurezza invia per telefono e dallo stesso posto dei fatti la prima valutazione dell'esplosivo. Sempre a viva voce e senza che nessuno metta ancora niente per iscritto si nomina la parola magica: Titadine. È il fabbricante di una modalità di dinamite che utilizza abitualmente ETA.
La parola si estende tra quelli che hanno qualcosa a che vedere col caso e le prime relazioni che arrivano alla Polizia Nazionale, il Carabiniere, il CNI, il Governo della nazione ed il Governo basco. L'errore trasmettendo la relazione può essere solo intenzionato. Nessun esperto poliziesco, e meno gli specialisti in disattivazione di esplosivi, potrebbero confondere Titadine con Gomma 2. Gli odori che provocano entrambe le sostanze sono tanto differenti come una banana ed una pera. Ma nei primi momenti di confusione, abbia Lei in conto che a quell'ora della mattina si sa neanche ancora il numero di vittime, produce un effetto moltiplicatore demolitore. Quelli primi indizi sono quelli che gli fanno pronunciare ad Ibarretxe quello discorso tanto precipitoso nel che, con un viso di enorme preoccupazione, si scaglia contro ETA dopo avere considerato come un fatto certo che essi sono stati gli autori. Anche il Governo cade nello stesso errore.
Qui svolge un ruolo determinante Arnaldo Otegi, parlamentare di Sozialista Abertzaleak che insinua ad una radio locale dei Paesi Baschi, Herri Irratia, che la cosa prima che è venuto alla testa è che "lo Stato spagnolo mantiene forze di occupazione in Iraq." La pista radicale islamista si mette così in marchapoco dopo le 10 della mattina. Ma Otegi solo tratta di guadagnare tempo.
Otegi mente
Alle 13.00 ore tornerà a riaffermare questa idea per uscire al passo dalle prime dichiarazioni del ministro dell'Interno, Angelo Acebes che difende con rotondità la paternità di ETA.Otegi non contempla "né come mera ipotesi" che ETA possa essere l'autrice degli attentati di Madrid. Ma sta mentendo ed il presidente del Governo a quelle ore lo sa già.
Le Forze di Sicurezza hanno costanza di una conversazione che il proprio Otegi ha mantenuto con qualcuno del suo ambiente prima di mezzogiorno - due ore dopo il suo primo dichiarazioni exculpatorias per ETA - e nella quale mostra il suo sconcerto, la sua paura, il suo totale stupore: "Se esce per di là qualcuno, si riferisce a qualcuno dei suoi, rivendicando questo, siamo persi definitivamente. Io devo saperlo quanto prima perché se è così non posso ritornare al mio paese. Devo andare via quanto prima. Devo saperlo."
Quello che il Governo non conosce è che già in quelli momenti si sono messi a lavorare duramente un gruppo di comandi polizieschi ed alcuni agenti del CNI, della corda più dura e leale al partito socialista, per informare i suoi dirigenti di tutti i dettagli che possano condurre la situazione in beneficio proprio. Sono gli stessi che ottengono che cambi mani l'investigazione e che la controlleranno da quello momento.
Si forma una squadra ermetica che lascia da parte al Carabiniere e che rallenta le informazioni che passano al CNI. Chiamano, tuttavia, ogni pochi minuti ad una cellula del PSOE che ottiene così informazione privilegiata, quello che permette loro di montare una strategia efficace contro il Governo. Sanno che questo segue ostinato nella tesi di ETA e rimangono silenziosi affinché Aznar, Rajoy ed Acebes essi si mettano soli nella trappola.
Il furgoncino Renault trovato in Alcalá di Henares.
Contemporaneamente, cominciano a farsi conoscere, a contagocce, dettagli che segnano una strada all'opinione pubblica. Nella stessa domani del 11-m appare un misterioso furgoncino bianco. Un portinaio ha visto tre sospetti, col viso e la testa coperte, vicino ad un furgoncino bianco segna Renault, modello Kangoo. Uno di essi portava una borsa e si è diretto verso il treno, intorno alle sette della mattina, nella stazione di Alcalá di Henares. Si dice in un primo momento che il furgoncino non ha orme, più tardi apparirà, nel decorso dei seguenti giorni dell'investigazione, un'orma di un giovane marocchino a chi pronto si accuserà di essere uno degli autori materiali degli attentati, Jamal Zougam. Questo potrebbe essere l'uomo che vide il portinaio con una borsa entrare nella stazione di Alcalá di Henares.En il suo entusiasmo, il testimone racconta alla polizia che era un uomo alto, come di 1,90 metri, molto forte. Appena Zougam sorpassa il 1,60 di statura.
Il PSOE informato
Membri del PSOE, avvisati per la sua gente nella polizia, sanno dalla mattina dell'esistenza del furgoncino, prima perfino che il proprio CNI. L'Intelligenza spagnola non conosce, nel momento di redigere una delle relazioni che il Governo in funzioni declassificherebbe più tardi giorni, neanche l'esistenza di quello furgoncino, targa 0576 BRX. Si dice che il suo padrone presentò prima una denuncia per sparizione del veicolo alcuni giorni, il 28 febbraio, e che fu rubata di fronte al suo domicilio nel popoloso quartiere di Quattro Strade di Madrid. Quando la trovano, conserva le placche di targa originali e gli esperti determinano che si è usato senza forzare niente e con chiavi originali. Al padrone gli sparì tutto il mazzo dalle sue chiavi quasi un anno fa. È falso che viva in Quattro Strade. Il suo domicilio, come raffigura nella propria denuncia, sta per strada con nome di vegetale della località di Torrelodones.
Nella revisione del furgoncino tarda le ore sufficienti come affinché il Governo si metta un po' più nella trappola della paternità di ETA. Si dà la scusa che la polizia non ha Tedax liberi. Tutti i suoi specialisti in esplosivi sono occupati nei posti degli attentati. Ma quello che non dicono è che il Carabiniere offre i suoi servizi di Tedax e sono respinti di forma categorica.
Molto avanzata il pomeriggio, e malgrado un cane-poliziotto abbia dimostrato prima ore il contrario, si fa conoscere che si sono trovati resti di esplosivi. Perfino si parla di una cartuccia di 125 grammi di dinamite Gomma 2 Eco. Non è certo. Il cane che si impiegò per il riconoscimento non si comportò come lo fanno invariabilmente quando trovano esplosivi, con immobilità assoluta. Nel furgoncino non c'erano esplosivi quando la polizia il contrassegno in Alcalá. Il furgoncino è trasportata in primo luogo nella Brigata Provinciale di Informazione per strada Tacona di Moratalaz. Da lì, alle 14.14 ore, si porta alle installazioni del Commissariato Generale di Polizia Scientifica, ubicate in Tibie.
I funzionari del commissariato di Alcalá non avevano scoperto esplosivi nella sua ispezione oculare. È in Tibie dove si trova, sotto ad uno dei sedili anteriori, una borsa con sette detonatori di distinto tipo e data.
Ma la notizia della giornata, quella che fa che tutto dia un rovesciamento definitivo, è l'apparizione di un nastro di audio con versi del Corano. Comincia a spuntare così quello che un veterano investigatore della polizia ha definito come il racconto di Pollicino, qualcuno che trova la strada perché previamente ha lasciato le piedrecitas bianche che gli indicano lo stesso. Nel furgoncino c'è anche una musicassetta in arabo - vicino ad altre di Plácido domingo - ma quello che nessuno dice è che il nastro, registrata in Arabia Saudita ed interpretata per un cantante, corrisponde ad alcuni versi di iniziazione al Corano, qualcosa che non quadra in un pericolosi e fanatici terroristico islámicos.Es come se in mani di alcuni terroristi integralisti cattolici dell'Ira si trovasse un libretto di iniziazione al Catecismo.Pero l'effetto mediatico si è prodursi già.
Un'ora più tardi si fa conoscere la rivendicazione di un gruppo islamista, la Brigate Nonnina Hafs Al Masri che ha comandato un e-mail ad un giornale britannico in lingua araba, Al Quds Agli Arabi.Los specialista non gli danno nessun valore come dimostra, con solidi argomenti, un altro dei documenti del CNI desclasificados.Los che firmano la paternità è un gruppo che ha rivendicato tutta la cosa negli ultimi mesi immaginabile, compresi gli ultimi blackout di New York. Nei giorni dopo si prodursi fino a siet rivendicazioni differenti di, almeno, cinque gruppi organizzati, provenienti da quattro paesi differenti.
Abbiamo un'altra bomba
Un'altra pista chiave irrompe all'improvviso nel panorama. Alle due dell'alba del venerdì, membri del commissariato di Vallecas richiamano ai Tedax dopo avere trovato una borsa che contiene una bomba. Non è l'unica che non ha sfruttato durante il giovedì.
Nella mattina degli attentati appaiono almeno più tre nelle vicinanze della stazione di Atocha ed in quella di Il Pozzo. In tutti i casi gli artificieri optano per distruggerli inmediatamente.Se volano per le arie di quella maniera piste materiali che sembrano imprescindibili per lo schiarimento dei fatti.
Una giovane polizia municipale racconta il suo ritrovamento molto pormenorizadamente.Es una matricola che appena è da un anno di servizio. Jacobo Barrero conta come trovò sotto ad uno dei sedili del secondo piano di uno dei treni colpito per le esplosioni un zaino nero. Quando l'apre, quasi gli dà una sincope. Vedi un telefono del quale escono due cavi, "uno rosso ed uno nero" che stanno connessi ad un portavivande rotondo di colore arancia. Non parla in nessun momento di cartucce. Corre fino ad un muro di cinta vicino con la borsa e fiamma molto nervoso ai suoi superiori. Non gli fanno troppo caso e decide di tornare a tentarlo, questa volta con la Polizia Nacional.Atienden il suo avviso ed inviano ai Tedax.
Vari esperti nella materia non capiscono ancora perché decisero di volare la borsa. "Un semplice getto di acqua potrebbe bastare per inutilizzarla, soprattutto sapendo che nonostante gli scoppiettii ai che lo sottomise l'agente che l'aveva trovata non si era attivato." Il caso è che quella mattina distruggono quell'e il resto degli zaini che non avevano sfruttato. Nell'aria rimase un odore piccante molto intenso, niente vedere col Titadine il cui nomini aveva depistato tanto in un primo momento.
Ma andiamo all'alba del venerdì. Alle 2.40 ore, ed ad ingiunzione attraverso una chiamata dei poliziotti di servizio, i Tedax, arrivano al commissariato di Vallecas per ispezionare una borsa azzurra, con manichi di cuoio. Nel suo interno c'è una massa gelatinosa, circa 10 chili, di quello che dopo si verificherà che è dinamite Gomma 2 Eco, della fabbricata per Esplosivo Riotinto, unita ad un detonatore elettrico segna Riodets, fabbricato in Galdakano, Biscaglia, come i contrari nel furgoncino bianco. Mischiati con l'esplosivo ci sono un chilo approssimato di chiodi e viti.
Al giorno dopo, si dà alla stampa la versione che qualcuno nel commissariato di Vallecas aveva notato per caso il contenuto della borsa, dopo che suonasse un telefono mobile nel suo interno. Si è pubblicato che la bomba non aveva fatto esplosione alle 7.20 ore nel treno perché i terroristi si erano confusi collocando l'ora della sveglia che doveva attivare il meccanismo. Misero l'ora in PM invece di AM. Non è certo. Di esserlo, sarebbe esploso alle 7.20 ore del pomeriggio, e non fu così.
Lo zaino transumante
La realtà è che quella borsa diede teoricamente ritornata per Madrid per molte ore senza che nessuno la notasse. Alcuni versioni dicono che fu trasportata fino ad Ifema col resto delle appartenenze che si trovarono e che nessuno aveva reclamato. La cosa unica che si sa è che qualcuno richiamò dal commissariato di Vallecas ai Tedax alle 2.00 ore dell'alba del venerdì affinché si facessero carico di lei.
La relazione coi treni è puramente circostanziale. Chiunque l'aveva potuta collocare in Ifema. La borsa questa volta, contravvenendo quello che la polizia aveva fatto fino a quello momento con la zaini bomba che avevano trovato intatte, non è distrutta. I Tedax vuole disfarsi di lei e è un commissario capo che glielo recrimina mentre uno dei suoi ispettori, Protezione Cittadina, si offre volontario per neutralizzarla. Sia come fuere, raffigura le 5.12 ore come il momento in cui è disattivata, in un parco vicino. È come si ottengono tutte le piste che porteranno agli investigatori alle prime detenzioni.
È sorprendente che nelle immagini poliziesche prese del contenuto della borsa non appare nessun tipo di cartuccia di dinamite. C'è solo una massa gelatinosa di esplosivo, un telefono mobile con due cavi incrostati, una batteria per il telefono e, ovviamente, il biglietto della marca da bollo. Le fotografie sono pubblicate per la catena di televisione statunitense ABC e possono essere contemplate per chiunque nella sua pagina di Internet.
Qui viene uno dagli episodi più curiosi di tutta questa storia. Il biglietto del telefono porta agli investigatori fino ad un uomo di razza gitana che è che ha contrattato con Amena quello número.Descubren cosicché il biglietto è clonata e che il telefono l'ha venduto un compagno di commercianti indio nel suo stabilimento. A chi? A Jamal Zougam, un attaccabrighe marocchino di poca monta che ha un parlatorio molto popolare in Lavapiés. Precisamente si dedica a commerciare con biglietti di marche da bollo, tra altre cosas.Es un vecchio conosciuto della polizia e dei servizi segreti di mezzo mondo.
I francesi inviarono in 2001 una commissione rogatoria riferendolo con Maher e Contelier, due attivisti vincolati all'organizzazione Oca all'Islam. La polizia registrò in quell'occasione il suo domicilio senza trovare niente raro. Si tratta di un uomo marcato. È una delle 300 marocchine alle quali il servizio segreto dà ogni tanto un ripasso per se sta facendo qualcosa di peggiore che rubare coi telefoni. Il suo nome appare nel sommario del giudice Garzón per il 11-S e nelle agende di Nonnina Dahdah che sta nella prigione come responsabile della cellula di Al Qaeda in Spagna.
Nel pomeriggio del venerdì gli investigatori che hanno scommesso sulla pista di ETA sentono sollievo quando contano loro che hanno trovato un biglietto di telefono nello zaino che non sfruttò e che è di fabbricazione francese. Credono che l'indagine di quello biglietto porti loro fino a San Juan di Luce. Per quel motivo, agenti del CNI richiamano alle sue fonti per comunicarloro che la pista di ETA riscuote, di nuovo, una gran forza e che è il più affidabile, nonostante tutti gli altri indizi. Acebes esce di nuovo in televisione quello pomeriggio e sorride fra sé e sé convinto che pronto può dimostrare che il pista militante dell'Eta è il vero.
Non è Al Qaeda
Gli esperti in terrorismo islamista hanno apportato inoltre due nuovi dati che considerano chiavi nel momento di scartare ad Al Qaeda: questa organizzazione non rivendica mai i suoi attentati fino a dopo un mese e mezzo che li abbia commessi e, soprattutto, non hanno rubato mai un furgoncino, come la bianca che si trovò con la musicassetta con versi del Corano, per una delle sue azioni armate. La comprano o l'affittano.
Ma il venerdì alle 12 della notte, quando ancora i governi britannico ed italiano comunicano a Madrid che nella sua opinione la paternità è di ETA, il biglietto della marca da bollo non porta ad ETA bensì Zougam. Gli islamistas passa a primo piano e nessuno osa già almeno insinuare la possibilità che ETA stia già involucrada.Hace ore che si è paralizzato l'operazione per puro buonsenso, preparata per quella notte, per fermare tutto il cupola militante dell'Eta.
La giudice francese antiterrorista Egli Vert richiama ad un'alta personalità del PSOE per notarlo che gli esperti francesi scartano ad ETA. Un cameriere che si trova servendo il tavolo dove si riceve la chiamata conta che, in quello momento, uno dei commensali chiede il champagne più caro della casa e dice abbiamo guadagnato le elezioni! ".
Due ore e mezza più tardi, come consta nella data ed ora di alcuni degli e-mail che si diffondono, comincia a diffondersi l'idea che il Governo mente e che bisogna andare a domandare ragione alle sedi del PP. Ma sul terreno, non stanno solo gli investigatori spagnoli.
La rabbia israeliana
Agenti di molti servizi segreti occidentali si muovono velocemente e scambiano informazioni. Gli statunitensi sono molto arrabbiati. Attraverso il Dipartimento di Stato hanno sollecitato, fino ad in otto occasioni ed in una maniera formale che si accetti agenti del FBI nei compiti di investigazione. Sono respinti sistematicamente. La cosa peggiore è che Washington ha notato negli ultimi mesi alla Spagna della necessità di rinforzare le misure di sicurezza davanti all'eventualità di un gran attentato in Europa.En Bretaña Bretagna, in Germania, in Francia, in Italia si prendono misure eccezionali. Si sopprimono voli e diventa ostensibile la presenza di militari in aeroporti e stazioni. In Spagna non succede niente di quello.
Nell'ambasciata dell'Israele, ci fu un'attività frenetica durante il 11-m. La sua rabbia era più profonda di quello degli americanos.Desde faceva esattamente un anno avevano informato alle autorità competenti in materia di sicurezza spagnolo che integralista islamistas preparavano a Madrid un gran attentato. Non sono relazioni diffuse su una minaccia inconcreta. Al meno in 10 occasioni, agenti della sicurezza israeliana glielo hanno fatto sapere dei suoi omologo spagnoli.
Negli ultimi incontri aumenta la tensione. Gerusalemme crede sapere che i terroristi che stanno tempo fa sul terreno, hanno già la materiale sufficienza per un gran massacro. Sta tutto intelligente e solo mancanza l'ordine di portarla a termine. Credono che fosse contro la comunità ebrea in Spagna.
Le agenti israeliane sentono un profondo malessere per la nulla capacità ricettiva dei suoi interlocutori. L'ultima avvertenza seria gliela fanno esattamente tre settimane prima degli attentati del 11-m. L'atteggiamento di indifferenza per l'informazione apportata che scoprono nei suoi interlocutori fa loro sentirsi tanto scomodi che suggeriscono ai suoi superiori che la cosa più conveniente sarebbe non insistere per non intorbidare tra tutti e due le relazioni gruppi.
Gli spagnoli si prenderanno solo sul serio l'avvertenza a toro passato, quando scoprono tra le carte redente del piano di Leganés dove morirono sette terroristi piani e dati concreti per realizzare un gran attentato per una concentrazione nel cimitero ebreo di Buco di Meleti.
Nonostante tutte le considerazioni anteriori, gli attentati di Madrid beccano le israeliane per sorpresa. I primi detenuti non appartengono alle cellule che essi stanno seguendo. Ma quello che più li chiama l'attenzione è il fatto che gli investigatori spagnoli non accettino il suo aiuto.
In Israele si trovano i migliori specialisti in medicina forense relazionati con terroristi suicida. Hanno un'enorme esperienza in casi simili agli attentati del 11-m, non in vano hanno dovuto soffrire 1.000 morti in attentati somiglianze negli ultimi quattro anni. Per quel motivo sono capaci di sapere rapidamente se negli attentati sono intervenuti kamikaze. Dietro le esplosioni di Madrid pretendono di volare da Tel Aviv vari di questi specialisti per collaborare nell'investigazione.
Falsi 'kamikaze
Ma la polizia spagnola che ha respinto già gli statunitensi, respinge anche le israeliane. E quello, nonostante alcuni dicerie del primo giorno nelle quali si diffonde la notizia che può avere resti di kamikaze tra le vittime. In realtà si tratta di una semplice confusione, per alcuni intenzionata.
In Ifema raccolgono e separano i resti dalle vittime. Le borse di plastica contengono segni di colori per organizzare meglio l'identificazione. Ci sono a parte tre borse con resti che nessuno è capace di attribuire ad una persona concreta. Ci sono perfino pezzi di corpi di gente che sta con vita negli ospedali. Quelle tre borse danno luogo alle dicerie invalse per mezze di comunicazione e che dopo rimarrebbero smentiti. Il proprio Calzolaio fa chiamate nelle quali afferma che hanno trovato già resti di kamikaze e che il Governo la cosa nascosta.
Giorni più tardi e già con l'investigazione avanzata, le specialista israeliane non comprendono come il CNI ed il resto dei Corpi di Sicurezza spagnoli non furono capaci di scoprire nessun segno che qualcosa andava a succedere relazionato coi circoli islamistas e tuttavia, in una volta record, sono stati capaci di sviscerare la trama e fermare gli autori. Neanche considerano verosimile il fatto che istigatori, organizzatori, fornitori di materiale ed esecutori siano un stesso gruppo, mischiato tra sé che lasciano piste comuni come i numeri aguzzi nelle agende e le chiamate incrociate delle marche da bollo. Non è successo mai così qualcosa.
I terroristici islamistas forma cellule ermetiche, perfettamente impermeabili. Gli esecutori non hanno niente a che vedere coi che organizzano la logistica, quelli che provvedono il materiale, quelli che lo finanziano, quelli che determinano gli obiettivi o quelli che ideano gli attentati. Nel caso di Madrid si rompe il modus operandi.Además, sanno per propria esperienza che non utilizzano mai delinquenti comuni, né persone che siano già marcate o registrate per la polizia e meno a confidenti poliziesche. Neanche si fidano mai dell'aiuto che possano proporzionare persone che non appartengono alla comunità islamica.
L'investigazione avanza tanto rapida che immediatamente appare il fornitore degli esplosivi. Dicono che lui sono arrivati attraverso i fagotti delle cartucce di dinamite trovate nello zaino disattivato. Ma quello, secondo i tecnici è materialmente impossibile.
In realtà, intorno all'ex minatore, José Emilio Suárez Trashorras, di 27 anni con ribasso lavorativo permanente, si fanno un senza numero di affermazioni che si diffondono a grancassa e piattello. Si dice che ha ascendenza marocchina, fedine penali, e che si mise in contatto nella prigione con carcerati marocchini. Anche che è trafficante di armi e che si vide in un bar di Avilés coi partecipanti negli attentati di Madrid. Una pubblicazione si svaghi con la scena nella quale José Emilio è da una notte fino ad un piccolo sfruttamento minerario ai terroristi, apre loro le porte e dice loro "portavi quello che vogliate." Nessuno delle affermazioni menzionate è certo.
Ex minerario fantasma
José Emilio non è di ascendenza marocchina, né ha fedine penali, né è stato nella prigione in contatto con carcerati marroquíes.Sus vicini ed ex colleghi lo definiscono come un giovane perturbato mentalmente, un semplice "stupido di bava." Ha solo antecedenti per traffico di droga ed il sospetto che trafficava con dinamite, qualcosa che non lo è stato potuto mai provare. In giugno di 2001, e dentro un'operazione antidroga denominato Pipol, fu fermato vicino a suo cognato, un venditore di automobili usados.En un garage della strada Eloy Fernández di Avilés trovarono, dentro un veicolo, una quantità importante di hascisc, 100 detonatori e 16 cartucce di dinamite Gomma 2 Eco, di 125 grammi ognuno. Il giudizio per questi fatti non è uscito ancora. Nessuno ha potuto dimostrare l'implicazione dell'ex minatore. Egli più che ha riconosciuto questo dietro la sua detenzione attuale, è avere proporzionato ad alcuni marocchini detonatori, alcuni di essi con abbastanza antichità. Quindi implica suo cognato, Antonio Toro, che sta stufo di tirarlo fuori da difficoltà, ma questo rimane in libertà dopo un interrogatorio. Il padrone del bar di Avilés dove dicono che si è riunito coi terroristi afferma che non l'ha visto mai nella sua vita.
Quello che realmente è certo è che José Emilio soffre una confusione schizoide depressiva, ha problemi psichiatrici e per quel motivo l'impresa nella quale lavorava, Caolini di Merilés SL, una miniera di caolino nel consiglio comunale di Tineo, non lo rinnovò il contratto, il 31 ottobre di 2002.
Gli investigatori scartano qualcosa che si diede per certo. Il furgoncino Renault Kangoo bianco non potè trasportare gli esplosivi da Avilés fino a Madrid. Aveva percorso solo 200 chilometri da quando la rubarono fino a che la trovarono nella mattina degli attentati.
Allora, che cosa è quello che riferisce José Emilio con la dinamite degli attentati? Solamente due cartucce di dinamite Gomma 2 Eco, di 125 grammi, contrari nello zaino che fu trovata nel commissariato di Vallecas col telefono mobile che diede le piste degli autori del massacro del 11-m. Tuttavia, nelle fotografie ufficiali del contenuto della borsa azzurra, distribuite a diversi poliziotti straniere e diffuse per la catena statunitense di televisione ABC, non raffigura nessun tipo di cartuccia.
Una veterano polizia, conoscitore del mondo della malavita, ha commentato a questo giornale: "Il mondo dei choros [i piccoli delinquenti] non si muove come dicono che l'ha fatto José Emilio. Non dubito che possa essere capace di vendere dinamite per una quantità ragionevole di droga o di denaro. Aveva appena sposato e potrebbe avere bisogno di più denaro. Ma la cosa prima che avrebbe fatto dopo venderli il materiale sarebbe stato ricorrere al poliziotto col quale avesse più fiducia per raccontarsilo. Egli sa che quell'informazione è oro e che gli devono così un gran favore. Quello tipo di persone non ha caglio sufficiente per tacere senza sapere che cosa fanno con quello materiale. Le cose non funzionano così."
Una delle falsità più flagranti che si sono diffusi intorno all'investigazione è l'apparizione di una prova materiale per certificare la paternità degli attentati da parte di Zougam.Se pubblicò, con gran sfoggio tipografico, che la polizia aveva trovato nel parlatorio della strada Tribulete di Madrid, dove lavorava Zougam, un pezzo di plastica che mancava nella carcassa del telefono trovato nella borsa che trovarono nel commissariato di Vallecas con la bomba che non arrivò a sfruttare. Il giudice riconobbe che non aveva potuto chiedere al detenuto del tema poiché quello dettaglio non raffigurava nelle diligenze poliziesche.
È un miracolo avere trovato un pezzo della plastica che mancava presuntamente nella carcassa, qualcosa di tanto incredibile come il passaporto di Mohamed Attento che si sentì intatto, vicino alle rovine delle Torri Gemelle, dietro l'attentato di New York il 11-S malgrado il suo proprietario fosse esploso teoricamente in una palla di fuoco schiantandosi l'aeroplano che conduceva più su 80 piani. Ma bisogna aggiungere un altro dettaglio significativo.
Il telefono contrario nella borsa era un Motorola modello Triumph secondo la maggior parte delle informazioni invalse. Si specificò che quello Motorola si era comprato in un negozio di Alcorcón.Algunos commentatori arrivarono a segnalare che esisteva paura tra molti consumatori che possedevano anche un modello di uso tanto corrente come quello. Perché bene, possono calmarsi poiché il modello di telefono che stava nella borsa, come può apprezzarsi nelle fotografie invalse per la catena televisivo ABC corrisponde ad un Mitsubishi modello Trium, senza ph finale, 110.
Zougam era marcato
Intorno alla figura di fino ad ora l'autore materiale del massacro, Jamal Zougam, si sono diffusi anche molte fantasie. Tutti quelli che lo conoscono assicurano che era un musulmano nuota fanatico e che andava giusto alla moschea la cosa per mostrarsi nelle sue preghiere poco ortodosse.
Non aveva occultato mai le sue attività di attaccabrighe. Apparteneva alla malavita di quelli piccoli delinquenti che si muovono come pesce nell'acqua per il quartiere di Lavapiés. Sapeva perfettamente che era osservato regolarmente per la Polizia da quando il suo domicilio fu ispezionato. Era cosciente che il suo parlatorio era intervenuto - come è il caso di molti dei parlatori di Madrid -. Era marcato con vari incroci in tutte le schede poliziesche di numerosi paesi. Era la persona meno adeguata, pertanto, affinché un gruppo terroristico l'invitasse a partecipare ad un'operazione segreta di tanta apertura alare. La maggior parte dei moro che pullulano negli ambienti della piccola delinquenza a Madrid sono fedeli della polizia y/o del servizio segreto marocchino - con un'enorme capacità in Spagna -.
Non è niente difficile trovare persone del suo ambiente che vogliano parlare di lui. Basterà con due esempi. Una signora della pulizia, marocchina, assicura conoscere molto la cosa: "A me, come a molta gente, mi offrì un biglietto per il telefono mobile col quale poteva richiamare gratis al Marocco per due anni seguiti senza pagare niente. Indubbiamente, il biglietto mi costava 30.000 pesetas. Era un'occasione ma mi fece paura che potesse cacciarmi in un guaio. Non voglio né pensare quella di gente che avrà usato biglietti Zougam e che ora saranno in attesa di se li mettono nell'investigazione degli attentati."
La seconda attestazione è più sorprendente. Si tratta di un giovane senegalese facilmente identificabile perché ha un difetto in un occhio. Vive in Lavapiés ed assicura che ha lavorato per una multinazionale statunitense. È informatico e fa alcuni lavoretti nel negozio di Zougam. Per quel motivo è molto spaventato poiché una delle sue "abilità" è la manipolazione di biglietti di marche da bollo: "Io mi liberai di miracolo. Lavorava nel parlatorio di Zougam.El giorno in cui andarono a fermarlo io stavo liberando. Se no, sono convinto che mi avessero fermato con lui." Compravano gran quantità di biglietti. In tutti i parlatori di Madrid di quello tipo si traffica con biglietti clonati. È saputo qualcosa e "quasi" permesso. La cosa più strana", assicura il senegalese, è che la polizia non si sia messa in contatto con me. Non comprendo come essendo Zougam un pezzo tanto apparentemente chiave nell'investigazione neanche hanno parlato con tutti quelli che lavoravamo lì. Per caso non interessa loro le attestazioni che possiamo apportare?."
Zougam non si comporta, dietro il 11-m, con logica. Sei giorni prima dell'attentato lascia la sua pista in una chiamata telefonica a Nonnina Dahdah, il presunto capo della cellula spagnola di Al Qaeda implicato nel sommario del giudice Garzón sul 11-S. È come infiammare un'animo luminosa.
Terremoto nel CNI
Dopo gli attentati, sa per le informazioni della radio che hanno trovato un zaino con una delle bombe del treno senza sfruttare e che c'è una marca da bollo con un biglietto, quella che presuntamente egli vendè. Non gli entra il panico. Segue la sua vita normale e spera a che, inevitabilmente, vengono a per lui. Non è logico per qualcuno che teoricamente è messo in una cellula integralista che pretende di continuare ad attentare a Madrid e che pertanto, benché solo fuori per ragioni operative, non può permettersi il lusso di lasciarsi beccare.
Nel CNI le cose non sono in vena di scherzi. Dietro il 11-m passarono alcune ore piangendo e dispiacendosi di non essere stato capaci di ostacolare gli attentati. Quindi arrivò il momento delle responsabilità. Bisogna tenere in conto che Jorge Dezcallar, il massimo responsabile del Centro, fu direttivo generale, in Esterni, con competenze nella zona del Magreb. Fu anche ambasciatore in Marocco.
Per di più, la seconda nel comando dentro il CNI, la segretaria generale, è una donna, María Dolores Vilanova che occupò nel Centro, nell'epoca di Manglano il carico di responsabile di contrainteligencia dei paesi del Magreb. Detto in una maniera più semplice, è la persona che meglio conosce il mondo della malavita e dei possibili agenti marocchini infiltrati in Spagna. La paternità delle salsicce marocchine equivale a che un bambino di primaria avrebbe messo un goal a Caselli da 50 metri ed in una portineria di pochi centimetri.
Nel CNI non si dissimulò il sollievo per la perdita del potere del PP. Condividevano la rabbia dei militare con l'ex ministro di Difesa Federico Trebbio a chi, in privato, ed a volte in pubblico, disprezzavano.
Il CNI riunì relazioni secondo i quali ampi gruppi di militari e le sue famiglie, in zone tradizionalmente di destre, avevano passato la consegna di astenersi nelle elezioni.
Nei corridoi del Ministero di Difesa non ebbe nessun tipo di dissimulazione. C'era gente che si abbracciava il lunedì 16 nei corridoi commentando la vittoria di Calzolaio nelle urne. Nel Centro si tiene incisione a fuoco come una delle grandi cacicadas di Trebbio il rimprovero stemperato che dovette incastrare un associato di Difesa distaccato in Afghanistan davanti alle esigenze del ministro che montasse rapidamente, e solo per lui, una cappella per assistere a messa.
La goccia che ha colmato il bicchiere è stata la desclasificación che fece il Governo di Aznar di documenti del CNI nel quale si orientava la paternità dell'attentato verso ETA. È verità che in ampi ambienti del Centro i sospetti si diressero durante le prime 40 ore verso ETA. Si ritirarono i 11-m informi che provenivano dalle prigioni nelle quali prede basce avevano celebrato con giubilo gli attentati. Ci furono perfino incidenti violenti per l'indignazione che quello produsse tra prede comuni. Si teneva anche costanza che in riunioni dell'ambiente indipendentista basco la gente si era divisa chiaramente in due settori. Al primo, gli sembrava un'assurdità quello successo, ed il secondo lo giustificava ed annunciava che quell'era la strada e che bisognava battere più forte fino a che sapessero.
Agenti del CNI si lamentarono, nelle prime ore dopo gli attentati, dell'ermetismo degli investigatori della polizia. Arrivavano loro tardi le informazioni. Riconoscono che membri del PSOE avevano un'informazione molto più puntuale di ellos.Lo che non accettano è che non avessero notato al Governo del pericolo islamista.
I lavori di vigilanza devono essere aleatori. È materialmente impossibile controllare i 300 principali sospetti di essere relazionati con cellule integraliste. Cosicché si sceglie ad alcuni e si va ruotando la vigilanza. Zougam ed il resto dei detenuti erano dentro quegli operativi. Le marche da bollo sono un buon punto di partenza ma li cambiano con enorme facilità: "In occasioni otteniamo un'ordine del giudice per intervenire un telefono e quando ci mettiamo a ciò il vigilato ha cambiato già telefono." Ha seguito all'estero i sospetti. Sono vigilanze care in materiale ed in uomini. All'improvviso, gente che vive molto sobriamente in Spagna, si muove senza problemi di biglietti di aeroplano e cominciano a maneggiare denaro in abundancia.La maggiore parte proviene da donativi che si canalizzano attraverso organizzazioni di carità promosse per l'Arabia Saudita. Quanto tempo può durare una vigilanza di questo tipo se quell'osservato non commette nessun atto criminale per anni? "Alla fine quella che la gente vede è la delinquenza per strada. quello è quello che preoccupa e per quel motivo è logico che i politici dedichino più mezzi a combattere quello tipo di cose che hanno un risultato pratico molto maggiore per gli elettori."
La pista falsa irachena
Non è certo che si disprezzassero piste come l'iracheno. Per esempio, si è parlato molto di un colonello iracheno che viaggiò fino alla Spagna prima degli attentati. Quello che non si è commentato è che il CNI prese buona nota dell'informazione che gli passò il servizio segreto italiano sul tema. In realtà esiste un documento di due fogli nel quale si dettaglia il tema. Ha data del 11 di febbraio, giusto un mese prima degli attentati. Nel testo si avvisa su una diceria che l'ex colonello di Sadam Husein, Walid Salem Omar aveva prevista il suo arrivo alla Spagna il 6 di febbraio di 2004 disposto a commettere attentati. La sua impresa, Ibn Fernas, è inglobato nel gruppo Ispano Araba SA che ha la sua sede sociale nella Passeggiata dell'Avana di Madrid. Il documento specifica che Walid si era trattenuto in Siriana dove aveva tirato fuori una gran quantità da denaro in moneta di una banca di Damasco. Sempre secondo lo scritto, viaggerebbe con quello denaro ed avrebbe fatto una scala tecnica in Marocco, concretamente in Agadir. Il CNI seguì ovviamente questa pista, come altre molte che arrivano provenienti da servizi di informazione stranieri, senza che si ottenesse nessun risultato positivo.
Il comportamento atipico e fosse di ogni logica dei marocchini accusati degli attentati porta a situazioni incomprensibles.Por esempio Il Tunisino, Sharhane ben Abdelmajid Fakhet, vive tranquillamente in un piano affittato senza dare rumore. Ma alcuni giorni prima del 11-m, abbandona la casa e fiamma l'attenzione fino al punto che Rafael, il padrone di casa, si presenta alla polizia per denunciare che è andato via senza pagare. Un'altra insegna luminosa durante il tragitto.
Il colmo degli spropositi si riflette in cui gli investigatori non hanno il minore interesse in rivedere il piano malgrado, secondo il padrone, è pieno di carte, nastri di audio, etcétera.A la polizia non sembrano interessargli le appartenenze di chi si presenta davanti all'opinione pubblica come il cervello istigatore.
Barbecue terroristico
La stessa cosa succede con gli abitanti della casa di Morata di Tajuña, nel chilometro 14 della strada 313, vicino a Madrid. Gli investigatori dicono che sono arrivati fino a lì attraverso una laborioso ricerca triangulando le chiamate dei telefoni mobili. Ma la polizia conosceva l'esistenza di quella casa e l'aveva vigilata in varie occasioni.
Le orme dei sospetti stanno naturalmente dentro, poiché essi erano chi l'abitavano occasionalmente di una forma aperta e con una buona relazione coi vicini. Sono questi quelli che vedono a molti dei quali dopo morrebbero in Leganés facendo - due settimane dopo gli attentati del 11-m! - un barbecue con bambini e parenti compresi. Ad uno di quegli implicato, Jamal Ahmidan al quale soprannominavano Il Cinese i vicini lo conosce bene perché ha prestato loro in occasioni la sua motocicletta. Non era un'islamista radicale altro che un delinquente di poca monta come il resto della banda. Era un vecchio conosciuto della polizia marocchina. L'avevano condannato a quattro anni di prigione in Marocco per un assassinio relazionato col traffico di droghe ed aveva compiuto due anni e mezzo di condanna. La sua scheda appare in tutti i servizi polizieschi europei per le sue ruberie. La polizia marocchina passò alla spagnola tutto quello che avevano su lui faceva tempo. Se fosse stato incluso almeno minimamente coi radicali estremista sarebbe stato uno dei 1.600 sviluppi nel macrojuicio del Marocco di 2003 per gli attentati di Casablanca e per il quale si trattennero, con gli ortodossi metodi dei nostri vicini, a 6.000 persone.
Gli è stato presentato come un integralista radicale, ma i vicini di Morata di Tajuña spiegano che l'ero visto in compagnia di due giovani molto belli, con un piercing, pantaloni di cuoio regolati e magliette che lasciavano la trippa all'aria.
Esiste costanza che la casa era vigilata molto prima che la polizia la "scoprisse." Non c'è più che comprovare la denuncia che presentarono vari vicini, primo davanti al 091 e più tardi davanti al 062 del Carabiniere, giorni prima del 11-m, la 7 domenica alle 10.50 della mattina - come consta in un nastro registrato - per considerare che gli abitanti di quella casa insospettivano loro relazione con traffico di droghe e merce rubata.
Il Carabiniere allegò dopo il 11-m che non volevano seguire quella via di investigazione per non interferire col lavoro della polizia che era chi portava tutto il caso delle atentados.La realtà è che la proverbiale rivalità tra distinti corpi polizieschi è arrivata ad uno dei suoi punti culminanti a causa degli attentati del 11-m. La Polizia non ha permesso il minore spiraglio agli investigatori del Carabiniere.
Non abbiamo niente
Il giorno anteriore alla scoperta teorica del piano di Leganés, una funzionerebbe inclusa direttamente nell'investigazione riconobbe un compagno di Informazione: "La verità è che abbiamo molto poco. Di quello dell'ex minatore non esce gran cosa. Non sappiamo la provenienza della dinamite. Tutto è preso con spilli. Non ci sono prove materiali, solo nomi in agende e chiamate telefoniche tra alcuni ed altri. La cosa più solida sono le attestazioni spontanee di varie testimoni che assicurano avere visto a vari degli accusati nei treni, quella mattina." Il problema è che dopo che le sue foto si pubblicassero su tutti i giornali la gente ha potuto riconoscere quelli visi indotti per la cosa pubblicata e non perché li ricordassero realmente. Dopo una situazione spirituale come quella che dovettero sopportare negli attentati, i superstiti non sono molto affidabili, secondo i psicologi. E meno quando bisogna distinguere tra cittadini marocchini che sono facilmente confondibili per molti. Fino alla data, nessuno dei detenuti ha riconosciuto la partecipazione negli attentati.
Il sabato 3 di aprile, le speranze degli investigatori erano centrate in nuovi visi. Si erano spartiti ritratti ai mezzi di comunicazione dei cervelli, istigatori o dinamizadores degli attentati. E qui arriviamo al capitolo di Leganés, il più incoerente di tutta la storia. Nel pomeriggio di quello giorno, come commentarono più tardi fonti poliziesche, si localizza attraverso le chiamate di telefoni mobili un piano in Leganés nel quale può avere terroristi implicati nel 11-m. Non è certo. Erano stati localizzati già prima giorni attraverso fotografie che insegnano ai commercianti della zona. È come sanno che la chiamata Il Tunisino ed Il Cinese possono stare risiedendo nel numero 40 del Viale Carmen Martín Gaite. Senza spiegazione possibile e dopo questo ritrovamento, la polizia dà ai mezzi le immagini degli uomini che appartengono a quello gruppo affinché si pubblichino. La gente familiarizza coi suoi visi. I terroristi non devono comprare giornali né vedere informativi di televisione, poiché non si danno per informati.
Secondo gli investigatori seguono con la sua macabra attività fino al punto che si avvicinano alla via del Treno ad alto velocità nella provincia di Toledo e collocano un zaino con esplosivi "ma senza iniziatore" con una miccia di più di 130 metri. Terrorizzano così nuovo al paese. La bomba, secondo le autorità, è posizionata tra le 10 e le 12 di mezzogiorno. Il fatto certo è che hostess del Treno ad alto velocità che fecero il turno del treno Madrid-Siviglia alle 7.00 ore vedono un'inusitata attività del Carabiniere nelle vie durante il tragitto. Membri della Benemerita entrano nei vagoni di quello treno dopo il suo arrivo a Siviglia, alla 9.50 ora per rivedere tutti gli angoli, compresi i contenitori di desperdicios.
La farsa di Leganés
Solamente 24 ore più tardi, l'investigazione prenderà un giro sorprendente. A prima ora di quello sabato, alcuni concretano l'ora nella 7.00 ora della mattina, il gruppo dei geos riceve l'ordine per la quale devono essere preparati per un'operazione importante. Così glielo comunica il Governo in funzioni, quella stessa domani, ad alte cariche del Partito Socialista.
La versione posteriore conterà che vari dei terroristi riescono a rompere il cerchio poliziesco intorno alla casa di Leganés ed arrivano di pomeriggio fino al piano del numero 40. La cosa logica, quando i terroristi non si erano resi ancora conto che si stringeva il cerchio, era li avere catturati, uno ad uno e con totale discrezione quando uscissero o entrassero nell'abitazione. Al contrario, si estende la versione che uno degli accusati bassa la spazzatura, nota la presenza poliziesca ed avvisa - primo si dice che per la marca da bollo, dopo che con urla - di quello che era in funzione.
Al meno una decina di agenti di compaesano - secondo l'attestazione diretta dei vicini - occupano posizioni nella parte interna rinverdita della casa, dove sta la piscina, di una forma niente discreta. "Mamma, quelli che portano pistole sono cattivi?", commenta ai suoi genitori un bambino dell'urbanizzazione. E comincia una sparatoria senza che intervenga ancora la dotazione di geos.
L'arrivo di questi cambia le cose. Sono professionali altamente qualificati e con una gran esperienza nell'assalto di posti dove c'è gente armata e pericolosa. Ma incomprensibilmente - come ha denunciato pubblicamente uno dei propri geos che intervengono - non si realizzano nessuna delle regole del protocollo di attuazione. Non si aspetta a che arrivi il negoziatore, un psicologo qualificato per dialogare con delinquenti pericolosi. Non c'è interprete. Non si attende nel momento dell'alba nella quale il cervello dei terroristi è più indebolito. Non si cerca di pattuire la consegna. Neanche si sa il numero degli ocupantes.Simplemente, e disattendendo l'opinione dei propri responsabili dei geos, si ordina l'assalto, malgrado sia vitale prenderli vivi per conoscere la verità di quello successa il 11-m.
Tutto vola per le arie cominciando l'assalto. Muore un geo ed i corpi dei terroristi rimangono sparsi in un'area di più di 60 metri. Il ministro Acebes dice nella sua prima comparizione, dietro quello successo, che sono quattro i terroristi che si sono immolati. Spiega anche che conservavano in un armadio due zaini con esplosivi preparate per fare esplosione, simili alla contraria nella via di treno. Più tardi si parlerà di grandi fasci di denaro in euro, perfettamente organizzati. Le immagini del giorno dopo dimostreranno che del piano rimangono solo i pilastri puliti. Aumenta a sette il conto degli islamistas morti. Si tratta del nucleo del comando, dei movilizadores e di almeno una buona parte degli autori materiali del 11-m.
Il racconto posteriore dei fatti si adorna con storie su corpi nudi purificati per tende bianche in forma di sudario, cantici in circolo e conversazioni telefoniche. La madre di Il Cinese lo corrobora dal suo domicilio in Tetuán". Mio figlio mi salutò dicendo che andava al posto che gli era riservato. Quindi ascoltai una gran esplosione e poco dopo Lei breve la linea." Non può sapersi quello che ascoltò quella madre tormentata, ma naturalmente non potè essere l'esplosione. La dinamite ha una forza esplosiva di uscita di più di 8.000 metri per segundo.Si il telefono di suo figlio stava a meno di due metri del carico esplosivo si volatilizzò molto prima che potesse trasmettere il suono della bomba che ha seppellito definitivamente la speranza di conoscere tutta la verità del 11-m.
Originariamente inviato da sempreio
la spagna dell' economia forte di aznar ormai è un vecchio ricordo:( , le cose le vanno sempre peggio:(
A un mese soltanto dalle elezioni, il premier spagnolo è già sotto tiro. Accuse dalla stampa di destra, ma anche dai suoi alleati locali. Decisivi per la governabilità.
«I miei maggiori successi sono stati il ritiro dall'Iraq e l'aumento dei fondi per le borse di studio»: era raggiante, lo scorso 18 maggio, il quarantatreenne premier socialista José Luis Rodríguez Zapatero mentre tracciava il primo mese di bilancio del suo governo sulle ali dell'ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto alle prossime elezioni europee: il 13 giugno il Psoe potrebbe volare al 45,8 per cento, 10 punti in più del 35,4 del Partito popolare di Mariano Rajoy. Ma non tutti i giorni del suo nuovo governo sono stati così radiosi.
Pochi giorni prima della pubblicazione del sondaggio del Cis, l'ente demoscopico statale, Zapatero aveva momentaneamente perso il perenne sorriso che gli è valso il soprannome di «Gioconda», affibbiatogli dallo scrittore e columnist Francisco Umbral sulle pagine del quotidiano liberal El Mundo. L'esecutivo della rosa, un monocolore di minoranza, aveva perso la sua prima votazione al senato grazie a un emendamento vincente del Partito popolare su una delle sue proposte elettorali più sbandierate: la sospensione della riforma dell'insegnamento approvata dal precedente governo del premier popolare José María Aznar, che prevedeva, tra l'altro, l'obbligo dello studio della religione.
Il governo formato dopo il trionfo socialista nelle politiche del 14 marzo è infatti debole. Alla Camera ha 164 seggi (148 i popolari) con una maggioranza fissata a quota 176, mentre al Senato può contare su 93 voti (123 il Pp) su 251. Zapatero, ex alfiere della governabilità «a geometria variabile», ossia costruita sulla base di patti puntuali con tutti i partiti, ha scelto di importare il tripartito «rojo» che governa la Catalogna: l'alleanza (privilegiata) dei socialisti con i comunisti di Izquierda unida guidati da Gaspar Llamazares (5 deputati) che vogliono uscire dalla Nato, più gli indipendentisti antimonarchici della locale Sinistra repubblicana di Josep Carod-Rovira (otto seggi). Con una differenza fondamentale: alle Cortes di Madrid, il loro appoggio è esterno.
Non solo. La vittoria del Psoe alle legislative era assolutamente imprevista. Ricorda Jaime Mayor Oreja, capolista del Pp alle europee: «Una tragedia: la strage perpetrata da Al Qaeda l'11 marzo ha catapultato Zapatero al potere». E questo comporta, per il Psoe, qualche problema. Per esempio, durante la campagna elettorale Zapatero aveva fatto alcune promesse che non pensava di dover mantenere. Ora invece, vinte a sorpresa le elezioni, l'impegno, per quanto azzardato, va rispettato. E già, con perfidia, la stampa di destra presenta il conto. Dati alla mano, il giornale conservatore La Razón, in soli 30 giorni, di inadempienze ne ha contate la bellezza di 12. A partire proprio dal cavallo di battaglia del neopremier, il rimpatrio delle truppe dall'Iraq (concluso il 21 maggio): doveva essere proclamato entro il 30 giugno se il paese non passava sotto l'egida delle Nazioni Unite; l'ordine è invece arrivato con grande anticipo il 18 aprile. E senza il promesso dibattito parlamentare.
Lo strappo con Washington in Iraq, condiviso dal 76,8 per cento dell'elettorato spagnolo, ha già provocato una prima ritorsione. A tutto vantaggio dell'Italia. News&Notes, il bollettino interno americano della importantissima base Nato di Rota, nei pressi di Cadice, ha notificato che gli Stati Uniti ridurranno di 8 mila unità, tra civili e militari, la loro presenza in Europa e al contempo consolideranno tutto l'organico della loro marina nella base di Napoli.
A Rota, dove lavorano 1.200 spagnoli, la notizia è caduta come una bomba. Anche perché, prima del 14 marzo, era circolata la notizia che gli americani avessero in mente l'esatto contrario: trasformare la base andalusa nel quartier generale della Sesta flotta. Ma erano i tempi di Aznar, fedele alleato, come l'Italia, di George W. Bush nell'avventura irachena.
A Zapatero oggi rinfacciano pure di aver assicurato che il suo governo si sarebbe caratterizzato per la propensione al dialogo. E di non aver rispettato la promessa, come dimostra la designazione del nuovo direttore del Cni, l'intelligence spagnola, la cui nomina doveva essere concordata. Il ministro della Difesa, José Bono, ha invece imposto il proprio candidato, un vecchio collaboratore, già direttore generale dell'Ambiente della regione Castilla-La Mancha: Alberto Saiz, del tutto digiuno di politica internazionale. Non solo, poiché non conosce l'inglese è sempre costretto a portarsi al seguito un interprete, anche durante gli incontri con gli 007 stranieri.
Medesima prassi per il presidente dell'agenzia statale di notizie Efe. Il manifesto del Psoe recitava: «Il presidente dell'agenzia sarà designato dopo la sua elezione alla camera». Non è andata così: è stato nominato subito Alex Grijelmo, un giornalista del filosocialista El País. Stesso sistema per Carmen Caffarel, nuova direttrice della Rtve, la radiotelevisione pubblica. Idem per il procuratore generale dello stato, carica per cui è stata designata la «toga rossa» Cándido Conde Cumpido, tra i fondatori dell'associazione progressista Giudici per la democrazia.
Ancora. Il comando unico di polizia e Guardia civil è diventato solo un coordinamento tra i due corpi. È stata ridotta da 180 mila a 70 mila unità annue l'edificazione di nuove abitazioni. Il diritto di associazione nella Guardia civil (l'equivalente dei nostri Carabinieri) è rimasto lettera morta. Persino uno dei fiori all'occhiello del programma socialista, la parità fra i sessi, è stato mantenuto solo in parte: nel Consiglio dei ministri sì (8 uomini e 8 donne) ma non nel governo nel suo complesso (le donne occupano solo il 23 per cento delle alte cariche dello stato).
È quasi certo, invece, che le promesse elettorali in tema di diritti civili verranno mantenute: matrimoni per gay, aborto libero nelle prime 12 settimane di gravidanza, ampliamento a più di tre embrioni nella fecondazione assistita. E, in politica estera, il riallineamento con l'asse franco-tedesco.
Ma i nodi vengono al pettine. Il governo catalano, che come quello basco vorrebbe aumentare notevolmente le autonomie regionali, ha appena chiesto a Zapatero il trasferimento di 88 nuove competenze, tra cui la previdenza sociale e il diritto di indire referendum. Non basta. Carod-Rovira, ago della bilancia a Barcellona e a Madrid, spara: «Esigiamo una repubblica plurinazionale». E la Gioconda socialista, se vuole restare al potere, dovrà cedere al diktat, appoggiato pure dai nazionalisti catalani di centrodestra della Ciu. Anche a rischio di spaccare la Spagna.
siamo al delirio... secondo questo articolo le colpe di zapatero sarebbero di non aver rispettato tutte le promesse elettorali (a tre mesi dalle elezioni, molto meno dall'assunzione della carica) e un blando spoil system? :rolleyes:
vi state veramente arrampicando sugli specchi :mc:
IpseDixit
09-06-2004, 22:02
Originariamente inviato da m4st3rx
ma voi siete pazzi ? :D
mi chiedo perche' uno di sinistra non possa avere un colloquio civile con uno di destra, e viceversa ??? non fate altro che insultarvi a vicenda , ma cosa costruite di buono ?
e' questo il problema da noi... anche i politici si insultano a vicenda dalla mattina alla sera invece di fare cose serie ed utili.
quand'e' che si riuscira' a fare un confronto ? guardiamo aldila' degli schieramenti ... sia la destra che la sinistra possono sbagliare (gli estremisti , es. comunisti o fascisti personalmente non li considero perche' vuol dire che non hanno capito un cazzo dalla storia) , dobbiamo cogliere il meglio di ognuno .
spero ci sia qualcun'altro nel forum che la pensa come me :) ciao !
Attento a dire certe cose in pubblico, l'uomo è un animale stupido e violento
LittleLux
09-06-2004, 22:06
Originariamente inviato da jumpermax
diciamo che stranamente i socialisti non vogliono togliere il segreto... qua l'articoletto del foglio sulla vicenda.
Eh, ma guarda che non la fai mica franca, l'articolo del Foglio cita quello di El Mundo, senza però dirne il contenuto...qindi, mi dispiace per te, ma...traduci!!!:D...inoltre lascia intendere che ci sono stati strani comportamenti dei servizi, si, ma sino a Febbraio 2004...comunque ora, più che mai, devi fare chiarezza con sta benedetta traduzione :O
Originariamente inviato da LuPellox85
ci vorrebbe gente onesta
Bravo, ma in Italia, vince chi e' piu' furbo degli altri, a cominciar da quando si e' piccoli :(
LittleLux
09-06-2004, 22:08
Originariamente inviato da GhePeU
siamo al delirio... secondo questo articolo le colpe di zapatero sarebbero di non aver rispettato tutte le promesse elettorali (a tre mesi dalle elezioni, molto meno dall'assunzione della carica) e un blando spoil system? :rolleyes:
vi state veramente arrampicando sugli specchi :mc:
Vabè, ghepeu, ma lo sai anche tu no; sempreio è...semprelui:asd:
powerslave
09-06-2004, 22:11
Originariamente inviato da GhePeU
siamo al delirio... secondo questo articolo le colpe di zapatero sarebbero di non aver rispettato tutte le promesse elettorali (a tre mesi dalle elezioni, molto meno dall'assunzione della carica) e un blando spoil system? :rolleyes:
vi state veramente arrampicando sugli specchi :mc:
shhh non li disturbare:nonsifa:
è stato così carino vederli criticare il governo spagnolo di tre mesi mentre Tremonti tentava di arrampicarsi sugli specchi a Ballarò:asd:
Originariamente inviato da LittleLux
Eh, ma guarda che non la fai mica franca, l'articolo del Foglio cita quello di El Mundo, senza però dirne il contenuto...qindi, mi dispiace per te, ma...traduci!!!:D...inoltre lascia intendere che ci sono stati strani comportamenti dei servizi, si, ma sino a Febbraio 2004...comunque ora, più che mai, devi fare chiarezza con sta benedetta traduzione :O
veramente una specie di traduzione e qualche risposta più sù.
jumpermax
09-06-2004, 22:23
Originariamente inviato da GhePeU
siamo al delirio... secondo questo articolo le colpe di zapatero sarebbero di non aver rispettato tutte le promesse elettorali (a tre mesi dalle elezioni, molto meno dall'assunzione della carica) e un blando spoil system? :rolleyes:
vi state veramente arrampicando sugli specchi :mc:
beh a parte la questione attentato che davvero inizia ad essere sospetta, per ora la linea in politica estera è stata completamente sconfessata. Ricordiamo soltanto che ha ritirato le truppe dall'Iraq mettendo a repentaglio la sicurezza degli altri paesi della coalizione dicendo che non vi erano i presupposti per una risoluzione ONU ed è già stato prontamente sconfessato. Ora non hanno più niente in mano, gli USA non li ritengono più un partner attendibile, Francia e Germania sono su linee molto più filoatlantiche. Senza considerare che ha finito col fare la figura di chi cala le braghe di fronte alle richieste del terrorismo... volevano un ritiro immediato e ritiro immediato Zapatero a risposto.
ittogami17
09-06-2004, 22:26
Originariamente inviato da Xtian
Bravo, ma in Italia, vince chi e' piu' furbo degli altri, a cominciar da quando si e' piccoli :(
quoto
Originariamente inviato da jumpermax
beh a parte la questione attentato che davvero inizia ad essere sospetta, per ora la linea in politica estera è stata completamente sconfessata. Ricordiamo soltanto che ha ritirato le truppe dall'Iraq mettendo a repentaglio la sicurezza degli altri paesi della coalizione dicendo che non vi erano i presupposti per una risoluzione ONU ed è già stato prontamente sconfessato. Ora non hanno più niente in mano, gli USA non li ritengono più un partner attendibile, Francia e Germania sono su linee molto più filoatlantiche. Senza considerare che ha finito col fare la figura di chi cala le braghe di fronte alle richieste del terrorismo... volevano un ritiro immediato e ritiro immediato Zapatero a risposto.
ti è venuto in mente che senza il ritiro spagnolo magari non ci sarebbe mai stata la risoluzione onu?
sempreio
09-06-2004, 22:32
letto l' articolo, che schifo le sinistre sono andate al potere mascherando e stravolgendo la realtà dei fatti pur di vincere le elezioni, è una vergogna per la sinistra spagnola, spero che il popolo si alzi e mandi a quel paese zappatero e compagnia bella:mad:
IpseDixit
09-06-2004, 22:34
Originariamente inviato da sempreio
letto l' articolo, che schifo le sinistre sono andate al potere mascherando e stravolgendo la realtà dei fatti pur di vincere le elezioni, è una vergogna per la sinistra spagnola, spero che il popolo si alzi e mandi a quel paese zappatero e compagnia bella:mad:
Non ci sono più le mezze stagioni, è uno scandalo
:O
jumpermax
09-06-2004, 22:36
Originariamente inviato da GhePeU
ti è venuto in mente che senza il ritiro spagnolo magari non ci sarebbe mai stata la risoluzione onu?
non credo, la Spagna nella questione non ha avuto praticamente voce in capitolo. Zapatero si è ritirato dicendo espressamente che la risoluzione non ci sarebbe stata, non che voleva favorire una nuova risoluzione. Se n'è andato scommettendo sul fallimento degli USA in Iraq, senza considerare minimamente le possibili conseguenze su altri paesi Europei come Italia Inghilterra e Polonia che, in vista delle elezioni, diventavano così potenziali obbiettivi, se il gioco riesce con la Spagna perchè non deve riuscire anche con loro?
sempreio
09-06-2004, 22:37
gor grazie per la traduzione:)
~ZeRO sTrEsS~
09-06-2004, 22:38
Originariamente inviato da gpc
Bravo, torna torna... così capisci finalmente quanto si sta bene fuori dall'Italia... il salto lo noti quando torni, non quando parti (parlo per esperienza).
Allora ti ripeto ancora una volta TU NON SAI COSA SIA ne l'italia ne la spagna... ma lo vuoi capire o no che hai comparato Ferrara e Vigo!?!?!?
io ho vissuto a milano per 6 anni, a Napoli, Barcellona, madrid, ho vissuto vari mesi in giro fra (bilbao, cadiz ect.) in italia (torino, palermo ecc..)
altra cosa... tu hai fatto una vacanzina in spagna nella tua bellissima università con gli amichetti ecc... vai a lavorare e accorgiti del mondo che ci sta fuori... non vedi tutte le problematiche di un paese se ti fai la "vacanza" e poi sei stato quando ci stava aznar e non zapatero.
ora spiego i miei punti di vista partendo dal fatto che i politi so tutti ladri...
gli spagnoli secondo me so scemi ma di brutto... scusatemi ma se 3 giorni prima il PP era superfavorito... ovvio che uno poi spara cazzate per prendersi i voti tanto era quasi sicuro che non vinceva... poi succede il fattaccio e votano tutti il PSOE... ma dico io se questo succedeva dopo che facevate? vi appendavate al tram? e poi eravate tutti contrari alla scesa in guerra allora era scontato che il PP non vinceva e invece no... e poi hanno il coraggio di dire che il popolo ha il potere... ma che si si appendo alle labbra del primo che passa (ps i partiti elettorali oltre a quello del PP erano patetici)
tu che hai vissuto nella tua bella facoltatina... sei stato nei paesi baschi dove ci sta l'eta?!?!? meglio nn raccontare, altro che mafia e camorra... so signore confronto all'eta.
nel sud italia non si ha paura degli immigrati, perchè diciamo che gli facciamo capire che è ospiete e se vuole stare qua si deve adeguare ai nostri ritmi e non noi ai suoi, qua in spagna si cagano sotto dell'immigrati... e ci credo su 52 milioni di abitanti 20 so immigrati... e poi ci lamentiamo dell'immigrazione in italia...
la televisione e i giornali?? spazzatura in italia? peccato che non
posso farvi vedere il giornale el pais il giorno dopo gli attentati, foto che facevano vomitare, per televisione non vi dico... bhe mi facevano quasi impressione come la decapitazione dell'americano in iraq... e dico io... e se ste cose le vedono i bambini!?!?! ma come cavolo ragionate...
dall'inizio dell'anno sono morte per violenza domestica circa 140 donna facendo una media quasi una ogni due giorni... e le persone che stanno qua me le chiami civili? ho visto per la strada di notte tornando a casa in bus mariti che picchiavano le mogli in mezzo alla strada... ma picchiare non uno schiaffetto... io perlomeno questo non l'ho mai visto in mezzo alla strada in italia.
in spagna la maggior parte della gente non sa cosa sia il rispetto... per loro è normale :eek: mancare di rispetto una persona
ti sembra che una civiltà "buona" si metta ancora a fare le corride? e che gusto ci sta a vedere uno che ammazza un toro drogato?
bhe dai mi fermo... meglio non adare avanti l'italia voi la conoscete fate il paragone... io mi incazzo che la gente va farsi le vacanze vede un po di figa 2 spiagge e dice che quello è il paradiso
jumpermax
09-06-2004, 22:39
Originariamente inviato da sempreio
letto l' articolo, che schifo le sinistre sono andate al potere mascherando e stravolgendo la realtà dei fatti pur di vincere le elezioni, è una vergogna per la sinistra spagnola, spero che il popolo si alzi e mandi a quel paese zappatero e compagnia bella:mad:
per ora si tratta di una ricostruzione giornalistica, ma c'è una commissione parlamentare che sta indagando. Se davvero venisse fuori qualcosa di concreto il governo non durerebbe molto, piazza o non piazza ;)
~ZeRO sTrEsS~
09-06-2004, 22:43
Originariamente inviato da jumpermax
per ora si tratta di una ricostruzione giornalistica, ma c'è una commissione parlamentare che sta indagando. Se davvero venisse fuori qualcosa di concreto il governo non durerebbe molto, piazza o non piazza ;)
avevano detto di sospendere le campagne elettorali... e poi il psoe che fa? organizza manifestazioni per smerdare il pp¿¿?¿? bha io passo
Originariamente inviato da jumpermax
non credo, la Spagna nella questione non ha avuto praticamente voce in capitolo. Zapatero si è ritirato dicendo espressamente che la risoluzione non ci sarebbe stata, non che voleva favorire una nuova risoluzione. Se n'è andato scommettendo sul fallimento degli USA in Iraq, senza considerare minimamente le possibili conseguenze su altri paesi Europei come Italia Inghilterra e Polonia che, in vista delle elezioni, diventavano così potenziali obbiettivi, se il gioco riesce con la Spagna perchè non deve riuscire anche con loro?
mettiamola così
la spagna cambia politica ---> nel giro di un mese gli stati uniti cambiano politica e ricercano (ricercherebbero) il multilateralismo rifiutato per anni
è possibile quanto i terroristi fanno un attentato ---> la sinistra spagnola vince le elezioni e si ritira
~ZeRO sTrEsS~
09-06-2004, 22:50
a dimenticavo.... il matrimonio reale?!!??! ma per piacere miliardi buttati al vento una citta paralizzata e fatemi capi che cavolo fanno sti reali?!!? mangiano e bevono sulle spalle dei cittadini e tutti e felici e contenti e a me che sono europeo mi levano il 20% di tasse e non il 10 come tutti gli spagnoli... io capisco na tradizione come in inghilterra che ci sono i lord la camera dei lord, è una cosa tradizionale... ma non come qua che non fanno niente...
IpseDixit
09-06-2004, 22:50
Originariamente inviato da gor
ciao,ho usato un traduttore quindi non mi fucilate per eventuali strafalcioni.
http://www.elmundo.es/elmundo/2004 / ...1082356558.html
UNA INVESTIGAZIONE DI IL MONDO
I buchi neri del 11-m
Una versione poliziesca strapiena di incongruenze
FERNANDO MÚGICA
I terroristi collocarono 13 esplosivi in quattro treni locali. Morirono 191 persone. (EFE)
NOTIZIE RELAZIONATE
Madrid. - hanno passato già 39 giorni dai tragici avvenimenti del 11-m. Un tempo prudenziale come affinché, lasciando ad un lato gli inevitabili impulsi emozionali che provocarono gli attentati, riflettiamo sui dati rivelati fino ad ora per gli investigatori e, innanzitutto, busta nuovi elementi che mettono in dubbio molte delle sue conclusioni.
Il Mondo ha conversato, per questo tempo, con fonti dei distinti corpi di sicurezza dello Stato, testimoni vicine ai detenuti ed analisti di varie ambasciate per elaborare un laborioso puzle che apre orizzonti inquietanti.
Nei giorni previ alle elezioni si preparavano, in gran segreto, colpi di mano spettacolari contro la cupola di ETA. Durante il 11-m, e nei giorni posteriori, si manipolarono informazioni, deviarono piste, si nascosero dati vitali per lo schiarimento dai fatti. Sono i buchi neri di alcune giornate che cambiarono, di una forma drastica ed imprevedibile, la rotta politica del paese. Le flagranti incongruenze di quello che fino ad ora si è conosciuto devono lasciare passo all'esigenza ineludibile che si arrivi fino al fondo della verità di tutto quello che succedè.
Il 10 marzo, mercoledì, il Governo di José María Aznar è molto tranquillo. Sa per tutte le inchieste che quattro giorni dopo guadagnano le elezioni. Il proprio Felipe González lo dichiara tardi in un circolo di intimo quella stessa: "Non avranno la maggioranza assoluta, ma guadagnano le elezioni."
Al presidente l'hanno preparato un regalo di fine di corso. I suoi collaboratori più prossimi sanno che per lui, la lotta contro ETA è stata una degli assi centrali della sua attuazione. Per quel motivo, le Forze di Sicurezza gli danno una gran soddisfazione che contemporaneamente servirà come un'ultima catapulta elettorale per spianare nei comizi: la cattura, improvvisamente, di tutta la cupola della banda e di praticamente tutti i suoi comandi operativo conocidos.Aznar potrà così, dentro il suo ultimo mandato e per un margine di un paio di giorni, compiere una delle sue promesse più solenni: finire col grosso dell'organizzazione terroristica.
Si è scelto accuratamente la data del gran colpo: la notte del venerdì 12 di marzo, giusto nel momento in cui il paese abbandona la campagna elettorale per immergersi nella giornata di riflessione. Gli agenti di campo stanno ognuni nel suo posto vigilando i terroristi. Il segreto dell'operazione è assoluto. Le Forze di Sicurezza hanno trasportato nel Governo, nelle ultime settimane, la sua preoccupazione considerando che ETA può tentare un attentato selvaggio che irrompa di forma determinante nella campagna elettorale. In questo senso, si sono analizzati fino alla sazietà i tentativi della banda per volare treni nella stazione madrilena di Chamartín coincidendo col pomeriggio della Vigilia di Natale ultima.
Ci sono dettagli di Intelligenza che indicano che è molto possibile l'utilizzo di zaini. I due giovani catturati in una strada regionale di Cuenca con un furgoncino nei quali trasportavano 500 chilogrammi di esplosivi, Irkus Badillo e Gorka Vidal, hanno dichiarato che ETA li aveva ordinati la collocazione nella stazione di sci di Baqueira Beret, nell'ultimo Natale, di 12 borse e zaini con esplosivi affinché sfruttassero di una forma coordinata. Dopo osservare il terreno desisterono dall'azione.
Tutti hanno dato ovviamente che il Carabiniere sta dietro la cattura in un'operazione di inseguimento del furgoncino dalla Francia, ma non è certo. Benché sembri impossibile, è stato una detenzione casuale. Quello vuole dire che non hanno ai nuovi comandi giovani tanto controllati come credevano. Per che motivo possono volere 500 chili di esplosivi a Madrid il 28 di febbraio se non è per spezzare le elezioni?
Immagine del telefono mobile Triumph.
Telefoni mobili
Preoccupano loro anche i telefoni mobili. Nella stazione di San Sebastián, i servizi speciali del Carabiniere avevano trovato prima settimane quello che qualificarono come una bomba esca. Non si trattava di una trappola destinata a spezzare a chi cercassero di disattivarla. Al contrario, era un artefatto inoffensivo ma che aveva come iniziatore un telefono con due cavi, uno rosso ed un altro azzurro.
ETA ha cercato da tempo di utilizzare telefoni per commettere i suoi attentati. Così lo fecero nel cimitero di Zarautz, il 9 gennaio di 2001, quando si sentivano riunite molte personalità vicino alla tomba del consigliere comunale del PP José Ignacio Iruretagoyena, assassinati tre anni prima. Le ultime relazioni di Intelligenza in potere del CNI spiegavano come con dettaglio le prove di ETA per utilizzare telefoni mobili iniziatori di bombe.
Relazioni anteriori dettagliavano che i terroristi non erano riusciti ad emendare tecnicamente un sfasamento tra il momento della decisione di attivare l'esplosivo e l'esplosione, un breve intervallo di tempo che a volte era di alcuni semplici secondi. Ma l'ultima relazione era categorica: finalmente erano riusciti la simultaneità. I telefoni mobili erano già operativi per ETA. Presumibilmente, nel prossimo gran attentato sarebbe il sistema utilizzato per gli assassini.
Nella mattina del 11 di marzo si prodursi un enorme sconcerto. È importante la coordinazione tra le Forze di Sicurezza ed il Governo in funzioni. Arrivano le prime notizie dell'attentato e con esse i dati che, apparentemente, si sono impiegati telefoni mobili per fare esplodere almeno 10 o 12 zaini e borse nei treni prossimi alla stazione di Atocha. Per i dati apportati anteriormente, tutti pensano ad ETA. Si invia immediatamente al nord l'ordine che gli agenti operativi dìano di sera notizia degli obiettivi che stanno essendo strettamente vigilati per il macro operazione preparata per il venerdì. Le relazioni continuano ad arrivare e lo sconcerto aumenta. Tutti i militanti dell'Eta stanno nel suo posto. Nessuno dei vigilati ha potuto essere l'autore del massacro. Molti ricordano il furgoncino accurato a Cuenca ed al comando che sorge dal niente.
In quello momento di massimo sconcerto, succede qualcosa che provoca che il Governo commetta il maggiore errore del suo mandato. Comincia la trappola. Un membro dei Corpi di Sicurezza invia per telefono e dallo stesso posto dei fatti la prima valutazione dell'esplosivo. Sempre a viva voce e senza che nessuno metta ancora niente per iscritto si nomina la parola magica: Titadine. È il fabbricante di una modalità di dinamite che utilizza abitualmente ETA.
La parola si estende tra quelli che hanno qualcosa a che vedere col caso e le prime relazioni che arrivano alla Polizia Nazionale, il Carabiniere, il CNI, il Governo della nazione ed il Governo basco. L'errore trasmettendo la relazione può essere solo intenzionato. Nessun esperto poliziesco, e meno gli specialisti in disattivazione di esplosivi, potrebbero confondere Titadine con Gomma 2. Gli odori che provocano entrambe le sostanze sono tanto differenti come una banana ed una pera. Ma nei primi momenti di confusione, abbia Lei in conto che a quell'ora della mattina si sa neanche ancora il numero di vittime, produce un effetto moltiplicatore demolitore. Quelli primi indizi sono quelli che gli fanno pronunciare ad Ibarretxe quello discorso tanto precipitoso nel che, con un viso di enorme preoccupazione, si scaglia contro ETA dopo avere considerato come un fatto certo che essi sono stati gli autori. Anche il Governo cade nello stesso errore.
Qui svolge un ruolo determinante Arnaldo Otegi, parlamentare di Sozialista Abertzaleak che insinua ad una radio locale dei Paesi Baschi, Herri Irratia, che la cosa prima che è venuto alla testa è che "lo Stato spagnolo mantiene forze di occupazione in Iraq." La pista radicale islamista si mette così in marchapoco dopo le 10 della mattina. Ma Otegi solo tratta di guadagnare tempo.
Otegi mente
Alle 13.00 ore tornerà a riaffermare questa idea per uscire al passo dalle prime dichiarazioni del ministro dell'Interno, Angelo Acebes che difende con rotondità la paternità di ETA.Otegi non contempla "né come mera ipotesi" che ETA possa essere l'autrice degli attentati di Madrid. Ma sta mentendo ed il presidente del Governo a quelle ore lo sa già.
Le Forze di Sicurezza hanno costanza di una conversazione che il proprio Otegi ha mantenuto con qualcuno del suo ambiente prima di mezzogiorno - due ore dopo il suo primo dichiarazioni exculpatorias per ETA - e nella quale mostra il suo sconcerto, la sua paura, il suo totale stupore: "Se esce per di là qualcuno, si riferisce a qualcuno dei suoi, rivendicando questo, siamo persi definitivamente. Io devo saperlo quanto prima perché se è così non posso ritornare al mio paese. Devo andare via quanto prima. Devo saperlo."
Quello che il Governo non conosce è che già in quelli momenti si sono messi a lavorare duramente un gruppo di comandi polizieschi ed alcuni agenti del CNI, della corda più dura e leale al partito socialista, per informare i suoi dirigenti di tutti i dettagli che possano condurre la situazione in beneficio proprio. Sono gli stessi che ottengono che cambi mani l'investigazione e che la controlleranno da quello momento.
Si forma una squadra ermetica che lascia da parte al Carabiniere e che rallenta le informazioni che passano al CNI. Chiamano, tuttavia, ogni pochi minuti ad una cellula del PSOE che ottiene così informazione privilegiata, quello che permette loro di montare una strategia efficace contro il Governo. Sanno che questo segue ostinato nella tesi di ETA e rimangono silenziosi affinché Aznar, Rajoy ed Acebes essi si mettano soli nella trappola.
Il furgoncino Renault trovato in Alcalá di Henares.
Contemporaneamente, cominciano a farsi conoscere, a contagocce, dettagli che segnano una strada all'opinione pubblica. Nella stessa domani del 11-m appare un misterioso furgoncino bianco. Un portinaio ha visto tre sospetti, col viso e la testa coperte, vicino ad un furgoncino bianco segna Renault, modello Kangoo. Uno di essi portava una borsa e si è diretto verso il treno, intorno alle sette della mattina, nella stazione di Alcalá di Henares. Si dice in un primo momento che il furgoncino non ha orme, più tardi apparirà, nel decorso dei seguenti giorni dell'investigazione, un'orma di un giovane marocchino a chi pronto si accuserà di essere uno degli autori materiali degli attentati, Jamal Zougam. Questo potrebbe essere l'uomo che vide il portinaio con una borsa entrare nella stazione di Alcalá di Henares.En il suo entusiasmo, il testimone racconta alla polizia che era un uomo alto, come di 1,90 metri, molto forte. Appena Zougam sorpassa il 1,60 di statura.
Il PSOE informato
Membri del PSOE, avvisati per la sua gente nella polizia, sanno dalla mattina dell'esistenza del furgoncino, prima perfino che il proprio CNI. L'Intelligenza spagnola non conosce, nel momento di redigere una delle relazioni che il Governo in funzioni declassificherebbe più tardi giorni, neanche l'esistenza di quello furgoncino, targa 0576 BRX. Si dice che il suo padrone presentò prima una denuncia per sparizione del veicolo alcuni giorni, il 28 febbraio, e che fu rubata di fronte al suo domicilio nel popoloso quartiere di Quattro Strade di Madrid. Quando la trovano, conserva le placche di targa originali e gli esperti determinano che si è usato senza forzare niente e con chiavi originali. Al padrone gli sparì tutto il mazzo dalle sue chiavi quasi un anno fa. È falso che viva in Quattro Strade. Il suo domicilio, come raffigura nella propria denuncia, sta per strada con nome di vegetale della località di Torrelodones.
Nella revisione del furgoncino tarda le ore sufficienti come affinché il Governo si metta un po' più nella trappola della paternità di ETA. Si dà la scusa che la polizia non ha Tedax liberi. Tutti i suoi specialisti in esplosivi sono occupati nei posti degli attentati. Ma quello che non dicono è che il Carabiniere offre i suoi servizi di Tedax e sono respinti di forma categorica.
Molto avanzata il pomeriggio, e malgrado un cane-poliziotto abbia dimostrato prima ore il contrario, si fa conoscere che si sono trovati resti di esplosivi. Perfino si parla di una cartuccia di 125 grammi di dinamite Gomma 2 Eco. Non è certo. Il cane che si impiegò per il riconoscimento non si comportò come lo fanno invariabilmente quando trovano esplosivi, con immobilità assoluta. Nel furgoncino non c'erano esplosivi quando la polizia il contrassegno in Alcalá. Il furgoncino è trasportata in primo luogo nella Brigata Provinciale di Informazione per strada Tacona di Moratalaz. Da lì, alle 14.14 ore, si porta alle installazioni del Commissariato Generale di Polizia Scientifica, ubicate in Tibie.
I funzionari del commissariato di Alcalá non avevano scoperto esplosivi nella sua ispezione oculare. È in Tibie dove si trova, sotto ad uno dei sedili anteriori, una borsa con sette detonatori di distinto tipo e data.
Ma la notizia della giornata, quella che fa che tutto dia un rovesciamento definitivo, è l'apparizione di un nastro di audio con versi del Corano. Comincia a spuntare così quello che un veterano investigatore della polizia ha definito come il racconto di Pollicino, qualcuno che trova la strada perché previamente ha lasciato le piedrecitas bianche che gli indicano lo stesso. Nel furgoncino c'è anche una musicassetta in arabo - vicino ad altre di Plácido domingo - ma quello che nessuno dice è che il nastro, registrata in Arabia Saudita ed interpretata per un cantante, corrisponde ad alcuni versi di iniziazione al Corano, qualcosa che non quadra in un pericolosi e fanatici terroristico islámicos.Es come se in mani di alcuni terroristi integralisti cattolici dell'Ira si trovasse un libretto di iniziazione al Catecismo.Pero l'effetto mediatico si è prodursi già.
Un'ora più tardi si fa conoscere la rivendicazione di un gruppo islamista, la Brigate Nonnina Hafs Al Masri che ha comandato un e-mail ad un giornale britannico in lingua araba, Al Quds Agli Arabi.Los specialista non gli danno nessun valore come dimostra, con solidi argomenti, un altro dei documenti del CNI desclasificados.Los che firmano la paternità è un gruppo che ha rivendicato tutta la cosa negli ultimi mesi immaginabile, compresi gli ultimi blackout di New York. Nei giorni dopo si prodursi fino a siet rivendicazioni differenti di, almeno, cinque gruppi organizzati, provenienti da quattro paesi differenti.
Abbiamo un'altra bomba
Un'altra pista chiave irrompe all'improvviso nel panorama. Alle due dell'alba del venerdì, membri del commissariato di Vallecas richiamano ai Tedax dopo avere trovato una borsa che contiene una bomba. Non è l'unica che non ha sfruttato durante il giovedì.
Nella mattina degli attentati appaiono almeno più tre nelle vicinanze della stazione di Atocha ed in quella di Il Pozzo. In tutti i casi gli artificieri optano per distruggerli inmediatamente.Se volano per le arie di quella maniera piste materiali che sembrano imprescindibili per lo schiarimento dei fatti.
Una giovane polizia municipale racconta il suo ritrovamento molto pormenorizadamente.Es una matricola che appena è da un anno di servizio. Jacobo Barrero conta come trovò sotto ad uno dei sedili del secondo piano di uno dei treni colpito per le esplosioni un zaino nero. Quando l'apre, quasi gli dà una sincope. Vedi un telefono del quale escono due cavi, "uno rosso ed uno nero" che stanno connessi ad un portavivande rotondo di colore arancia. Non parla in nessun momento di cartucce. Corre fino ad un muro di cinta vicino con la borsa e fiamma molto nervoso ai suoi superiori. Non gli fanno troppo caso e decide di tornare a tentarlo, questa volta con la Polizia Nacional.Atienden il suo avviso ed inviano ai Tedax.
Vari esperti nella materia non capiscono ancora perché decisero di volare la borsa. "Un semplice getto di acqua potrebbe bastare per inutilizzarla, soprattutto sapendo che nonostante gli scoppiettii ai che lo sottomise l'agente che l'aveva trovata non si era attivato." Il caso è che quella mattina distruggono quell'e il resto degli zaini che non avevano sfruttato. Nell'aria rimase un odore piccante molto intenso, niente vedere col Titadine il cui nomini aveva depistato tanto in un primo momento.
Ma andiamo all'alba del venerdì. Alle 2.40 ore, ed ad ingiunzione attraverso una chiamata dei poliziotti di servizio, i Tedax, arrivano al commissariato di Vallecas per ispezionare una borsa azzurra, con manichi di cuoio. Nel suo interno c'è una massa gelatinosa, circa 10 chili, di quello che dopo si verificherà che è dinamite Gomma 2 Eco, della fabbricata per Esplosivo Riotinto, unita ad un detonatore elettrico segna Riodets, fabbricato in Galdakano, Biscaglia, come i contrari nel furgoncino bianco. Mischiati con l'esplosivo ci sono un chilo approssimato di chiodi e viti.
Al giorno dopo, si dà alla stampa la versione che qualcuno nel commissariato di Vallecas aveva notato per caso il contenuto della borsa, dopo che suonasse un telefono mobile nel suo interno. Si è pubblicato che la bomba non aveva fatto esplosione alle 7.20 ore nel treno perché i terroristi si erano confusi collocando l'ora della sveglia che doveva attivare il meccanismo. Misero l'ora in PM invece di AM. Non è certo. Di esserlo, sarebbe esploso alle 7.20 ore del pomeriggio, e non fu così.
Lo zaino transumante
La realtà è che quella borsa diede teoricamente ritornata per Madrid per molte ore senza che nessuno la notasse. Alcuni versioni dicono che fu trasportata fino ad Ifema col resto delle appartenenze che si trovarono e che nessuno aveva reclamato. La cosa unica che si sa è che qualcuno richiamò dal commissariato di Vallecas ai Tedax alle 2.00 ore dell'alba del venerdì affinché si facessero carico di lei.
La relazione coi treni è puramente circostanziale. Chiunque l'aveva potuta collocare in Ifema. La borsa questa volta, contravvenendo quello che la polizia aveva fatto fino a quello momento con la zaini bomba che avevano trovato intatte, non è distrutta. I Tedax vuole disfarsi di lei e è un commissario capo che glielo recrimina mentre uno dei suoi ispettori, Protezione Cittadina, si offre volontario per neutralizzarla. Sia come fuere, raffigura le 5.12 ore come il momento in cui è disattivata, in un parco vicino. È come si ottengono tutte le piste che porteranno agli investigatori alle prime detenzioni.
È sorprendente che nelle immagini poliziesche prese del contenuto della borsa non appare nessun tipo di cartuccia di dinamite. C'è solo una massa gelatinosa di esplosivo, un telefono mobile con due cavi incrostati, una batteria per il telefono e, ovviamente, il biglietto della marca da bollo. Le fotografie sono pubblicate per la catena di televisione statunitense ABC e possono essere contemplate per chiunque nella sua pagina di Internet.
Qui viene uno dagli episodi più curiosi di tutta questa storia. Il biglietto del telefono porta agli investigatori fino ad un uomo di razza gitana che è che ha contrattato con Amena quello número.Descubren cosicché il biglietto è clonata e che il telefono l'ha venduto un compagno di commercianti indio nel suo stabilimento. A chi? A Jamal Zougam, un attaccabrighe marocchino di poca monta che ha un parlatorio molto popolare in Lavapiés. Precisamente si dedica a commerciare con biglietti di marche da bollo, tra altre cosas.Es un vecchio conosciuto della polizia e dei servizi segreti di mezzo mondo.
I francesi inviarono in 2001 una commissione rogatoria riferendolo con Maher e Contelier, due attivisti vincolati all'organizzazione Oca all'Islam. La polizia registrò in quell'occasione il suo domicilio senza trovare niente raro. Si tratta di un uomo marcato. È una delle 300 marocchine alle quali il servizio segreto dà ogni tanto un ripasso per se sta facendo qualcosa di peggiore che rubare coi telefoni. Il suo nome appare nel sommario del giudice Garzón per il 11-S e nelle agende di Nonnina Dahdah che sta nella prigione come responsabile della cellula di Al Qaeda in Spagna.
Nel pomeriggio del venerdì gli investigatori che hanno scommesso sulla pista di ETA sentono sollievo quando contano loro che hanno trovato un biglietto di telefono nello zaino che non sfruttò e che è di fabbricazione francese. Credono che l'indagine di quello biglietto porti loro fino a San Juan di Luce. Per quel motivo, agenti del CNI richiamano alle sue fonti per comunicarloro che la pista di ETA riscuote, di nuovo, una gran forza e che è il più affidabile, nonostante tutti gli altri indizi. Acebes esce di nuovo in televisione quello pomeriggio e sorride fra sé e sé convinto che pronto può dimostrare che il pista militante dell'Eta è il vero.
Non è Al Qaeda
Gli esperti in terrorismo islamista hanno apportato inoltre due nuovi dati che considerano chiavi nel momento di scartare ad Al Qaeda: questa organizzazione non rivendica mai i suoi attentati fino a dopo un mese e mezzo che li abbia commessi e, soprattutto, non hanno rubato mai un furgoncino, come la bianca che si trovò con la musicassetta con versi del Corano, per una delle sue azioni armate. La comprano o l'affittano.
Ma il venerdì alle 12 della notte, quando ancora i governi britannico ed italiano comunicano a Madrid che nella sua opinione la paternità è di ETA, il biglietto della marca da bollo non porta ad ETA bensì Zougam. Gli islamistas passa a primo piano e nessuno osa già almeno insinuare la possibilità che ETA stia già involucrada.Hace ore che si è paralizzato l'operazione per puro buonsenso, preparata per quella notte, per fermare tutto il cupola militante dell'Eta.
La giudice francese antiterrorista Egli Vert richiama ad un'alta personalità del PSOE per notarlo che gli esperti francesi scartano ad ETA. Un cameriere che si trova servendo il tavolo dove si riceve la chiamata conta che, in quello momento, uno dei commensali chiede il champagne più caro della casa e dice abbiamo guadagnato le elezioni! ".
Due ore e mezza più tardi, come consta nella data ed ora di alcuni degli e-mail che si diffondono, comincia a diffondersi l'idea che il Governo mente e che bisogna andare a domandare ragione alle sedi del PP. Ma sul terreno, non stanno solo gli investigatori spagnoli.
La rabbia israeliana
Agenti di molti servizi segreti occidentali si muovono velocemente e scambiano informazioni. Gli statunitensi sono molto arrabbiati. Attraverso il Dipartimento di Stato hanno sollecitato, fino ad in otto occasioni ed in una maniera formale che si accetti agenti del FBI nei compiti di investigazione. Sono respinti sistematicamente. La cosa peggiore è che Washington ha notato negli ultimi mesi alla Spagna della necessità di rinforzare le misure di sicurezza davanti all'eventualità di un gran attentato in Europa.En Bretaña Bretagna, in Germania, in Francia, in Italia si prendono misure eccezionali. Si sopprimono voli e diventa ostensibile la presenza di militari in aeroporti e stazioni. In Spagna non succede niente di quello.
Nell'ambasciata dell'Israele, ci fu un'attività frenetica durante il 11-m. La sua rabbia era più profonda di quello degli americanos.Desde faceva esattamente un anno avevano informato alle autorità competenti in materia di sicurezza spagnolo che integralista islamistas preparavano a Madrid un gran attentato. Non sono relazioni diffuse su una minaccia inconcreta. Al meno in 10 occasioni, agenti della sicurezza israeliana glielo hanno fatto sapere dei suoi omologo spagnoli.
Negli ultimi incontri aumenta la tensione. Gerusalemme crede sapere che i terroristi che stanno tempo fa sul terreno, hanno già la materiale sufficienza per un gran massacro. Sta tutto intelligente e solo mancanza l'ordine di portarla a termine. Credono che fosse contro la comunità ebrea in Spagna.
Le agenti israeliane sentono un profondo malessere per la nulla capacità ricettiva dei suoi interlocutori. L'ultima avvertenza seria gliela fanno esattamente tre settimane prima degli attentati del 11-m. L'atteggiamento di indifferenza per l'informazione apportata che scoprono nei suoi interlocutori fa loro sentirsi tanto scomodi che suggeriscono ai suoi superiori che la cosa più conveniente sarebbe non insistere per non intorbidare tra tutti e due le relazioni gruppi.
Gli spagnoli si prenderanno solo sul serio l'avvertenza a toro passato, quando scoprono tra le carte redente del piano di Leganés dove morirono sette terroristi piani e dati concreti per realizzare un gran attentato per una concentrazione nel cimitero ebreo di Buco di Meleti.
Nonostante tutte le considerazioni anteriori, gli attentati di Madrid beccano le israeliane per sorpresa. I primi detenuti non appartengono alle cellule che essi stanno seguendo. Ma quello che più li chiama l'attenzione è il fatto che gli investigatori spagnoli non accettino il suo aiuto.
In Israele si trovano i migliori specialisti in medicina forense relazionati con terroristi suicida. Hanno un'enorme esperienza in casi simili agli attentati del 11-m, non in vano hanno dovuto soffrire 1.000 morti in attentati somiglianze negli ultimi quattro anni. Per quel motivo sono capaci di sapere rapidamente se negli attentati sono intervenuti kamikaze. Dietro le esplosioni di Madrid pretendono di volare da Tel Aviv vari di questi specialisti per collaborare nell'investigazione.
Falsi 'kamikaze
Ma la polizia spagnola che ha respinto già gli statunitensi, respinge anche le israeliane. E quello, nonostante alcuni dicerie del primo giorno nelle quali si diffonde la notizia che può avere resti di kamikaze tra le vittime. In realtà si tratta di una semplice confusione, per alcuni intenzionata.
In Ifema raccolgono e separano i resti dalle vittime. Le borse di plastica contengono segni di colori per organizzare meglio l'identificazione. Ci sono a parte tre borse con resti che nessuno è capace di attribuire ad una persona concreta. Ci sono perfino pezzi di corpi di gente che sta con vita negli ospedali. Quelle tre borse danno luogo alle dicerie invalse per mezze di comunicazione e che dopo rimarrebbero smentiti. Il proprio Calzolaio fa chiamate nelle quali afferma che hanno trovato già resti di kamikaze e che il Governo la cosa nascosta.
Giorni più tardi e già con l'investigazione avanzata, le specialista israeliane non comprendono come il CNI ed il resto dei Corpi di Sicurezza spagnoli non furono capaci di scoprire nessun segno che qualcosa andava a succedere relazionato coi circoli islamistas e tuttavia, in una volta record, sono stati capaci di sviscerare la trama e fermare gli autori. Neanche considerano verosimile il fatto che istigatori, organizzatori, fornitori di materiale ed esecutori siano un stesso gruppo, mischiato tra sé che lasciano piste comuni come i numeri aguzzi nelle agende e le chiamate incrociate delle marche da bollo. Non è successo mai così qualcosa.
I terroristici islamistas forma cellule ermetiche, perfettamente impermeabili. Gli esecutori non hanno niente a che vedere coi che organizzano la logistica, quelli che provvedono il materiale, quelli che lo finanziano, quelli che determinano gli obiettivi o quelli che ideano gli attentati. Nel caso di Madrid si rompe il modus operandi.Además, sanno per propria esperienza che non utilizzano mai delinquenti comuni, né persone che siano già marcate o registrate per la polizia e meno a confidenti poliziesche. Neanche si fidano mai dell'aiuto che possano proporzionare persone che non appartengono alla comunità islamica.
L'investigazione avanza tanto rapida che immediatamente appare il fornitore degli esplosivi. Dicono che lui sono arrivati attraverso i fagotti delle cartucce di dinamite trovate nello zaino disattivato. Ma quello, secondo i tecnici è materialmente impossibile.
In realtà, intorno all'ex minatore, José Emilio Suárez Trashorras, di 27 anni con ribasso lavorativo permanente, si fanno un senza numero di affermazioni che si diffondono a grancassa e piattello. Si dice che ha ascendenza marocchina, fedine penali, e che si mise in contatto nella prigione con carcerati marocchini. Anche che è trafficante di armi e che si vide in un bar di Avilés coi partecipanti negli attentati di Madrid. Una pubblicazione si svaghi con la scena nella quale José Emilio è da una notte fino ad un piccolo sfruttamento minerario ai terroristi, apre loro le porte e dice loro "portavi quello che vogliate." Nessuno delle affermazioni menzionate è certo.
Ex minerario fantasma
José Emilio non è di ascendenza marocchina, né ha fedine penali, né è stato nella prigione in contatto con carcerati marroquíes.Sus vicini ed ex colleghi lo definiscono come un giovane perturbato mentalmente, un semplice "stupido di bava." Ha solo antecedenti per traffico di droga ed il sospetto che trafficava con dinamite, qualcosa che non lo è stato potuto mai provare. In giugno di 2001, e dentro un'operazione antidroga denominato Pipol, fu fermato vicino a suo cognato, un venditore di automobili usados.En un garage della strada Eloy Fernández di Avilés trovarono, dentro un veicolo, una quantità importante di hascisc, 100 detonatori e 16 cartucce di dinamite Gomma 2 Eco, di 125 grammi ognuno. Il giudizio per questi fatti non è uscito ancora. Nessuno ha potuto dimostrare l'implicazione dell'ex minatore. Egli più che ha riconosciuto questo dietro la sua detenzione attuale, è avere proporzionato ad alcuni marocchini detonatori, alcuni di essi con abbastanza antichità. Quindi implica suo cognato, Antonio Toro, che sta stufo di tirarlo fuori da difficoltà, ma questo rimane in libertà dopo un interrogatorio. Il padrone del bar di Avilés dove dicono che si è riunito coi terroristi afferma che non l'ha visto mai nella sua vita.
Quello che realmente è certo è che José Emilio soffre una confusione schizoide depressiva, ha problemi psichiatrici e per quel motivo l'impresa nella quale lavorava, Caolini di Merilés SL, una miniera di caolino nel consiglio comunale di Tineo, non lo rinnovò il contratto, il 31 ottobre di 2002.
Gli investigatori scartano qualcosa che si diede per certo. Il furgoncino Renault Kangoo bianco non potè trasportare gli esplosivi da Avilés fino a Madrid. Aveva percorso solo 200 chilometri da quando la rubarono fino a che la trovarono nella mattina degli attentati.
Allora, che cosa è quello che riferisce José Emilio con la dinamite degli attentati? Solamente due cartucce di dinamite Gomma 2 Eco, di 125 grammi, contrari nello zaino che fu trovata nel commissariato di Vallecas col telefono mobile che diede le piste degli autori del massacro del 11-m. Tuttavia, nelle fotografie ufficiali del contenuto della borsa azzurra, distribuite a diversi poliziotti straniere e diffuse per la catena statunitense di televisione ABC, non raffigura nessun tipo di cartuccia.
Una veterano polizia, conoscitore del mondo della malavita, ha commentato a questo giornale: "Il mondo dei choros [i piccoli delinquenti] non si muove come dicono che l'ha fatto José Emilio. Non dubito che possa essere capace di vendere dinamite per una quantità ragionevole di droga o di denaro. Aveva appena sposato e potrebbe avere bisogno di più denaro. Ma la cosa prima che avrebbe fatto dopo venderli il materiale sarebbe stato ricorrere al poliziotto col quale avesse più fiducia per raccontarsilo. Egli sa che quell'informazione è oro e che gli devono così un gran favore. Quello tipo di persone non ha caglio sufficiente per tacere senza sapere che cosa fanno con quello materiale. Le cose non funzionano così."
Una delle falsità più flagranti che si sono diffusi intorno all'investigazione è l'apparizione di una prova materiale per certificare la paternità degli attentati da parte di Zougam.Se pubblicò, con gran sfoggio tipografico, che la polizia aveva trovato nel parlatorio della strada Tribulete di Madrid, dove lavorava Zougam, un pezzo di plastica che mancava nella carcassa del telefono trovato nella borsa che trovarono nel commissariato di Vallecas con la bomba che non arrivò a sfruttare. Il giudice riconobbe che non aveva potuto chiedere al detenuto del tema poiché quello dettaglio non raffigurava nelle diligenze poliziesche.
È un miracolo avere trovato un pezzo della plastica che mancava presuntamente nella carcassa, qualcosa di tanto incredibile come il passaporto di Mohamed Attento che si sentì intatto, vicino alle rovine delle Torri Gemelle, dietro l'attentato di New York il 11-S malgrado il suo proprietario fosse esploso teoricamente in una palla di fuoco schiantandosi l'aeroplano che conduceva più su 80 piani. Ma bisogna aggiungere un altro dettaglio significativo.
Il telefono contrario nella borsa era un Motorola modello Triumph secondo la maggior parte delle informazioni invalse. Si specificò che quello Motorola si era comprato in un negozio di Alcorcón.Algunos commentatori arrivarono a segnalare che esisteva paura tra molti consumatori che possedevano anche un modello di uso tanto corrente come quello. Perché bene, possono calmarsi poiché il modello di telefono che stava nella borsa, come può apprezzarsi nelle fotografie invalse per la catena televisivo ABC corrisponde ad un Mitsubishi modello Trium, senza ph finale, 110.
Zougam era marcato
Intorno alla figura di fino ad ora l'autore materiale del massacro, Jamal Zougam, si sono diffusi anche molte fantasie. Tutti quelli che lo conoscono assicurano che era un musulmano nuota fanatico e che andava giusto alla moschea la cosa per mostrarsi nelle sue preghiere poco ortodosse.
Non aveva occultato mai le sue attività di attaccabrighe. Apparteneva alla malavita di quelli piccoli delinquenti che si muovono come pesce nell'acqua per il quartiere di Lavapiés. Sapeva perfettamente che era osservato regolarmente per la Polizia da quando il suo domicilio fu ispezionato. Era cosciente che il suo parlatorio era intervenuto - come è il caso di molti dei parlatori di Madrid -. Era marcato con vari incroci in tutte le schede poliziesche di numerosi paesi. Era la persona meno adeguata, pertanto, affinché un gruppo terroristico l'invitasse a partecipare ad un'operazione segreta di tanta apertura alare. La maggior parte dei moro che pullulano negli ambienti della piccola delinquenza a Madrid sono fedeli della polizia y/o del servizio segreto marocchino - con un'enorme capacità in Spagna -.
Non è niente difficile trovare persone del suo ambiente che vogliano parlare di lui. Basterà con due esempi. Una signora della pulizia, marocchina, assicura conoscere molto la cosa: "A me, come a molta gente, mi offrì un biglietto per il telefono mobile col quale poteva richiamare gratis al Marocco per due anni seguiti senza pagare niente. Indubbiamente, il biglietto mi costava 30.000 pesetas. Era un'occasione ma mi fece paura che potesse cacciarmi in un guaio. Non voglio né pensare quella di gente che avrà usato biglietti Zougam e che ora saranno in attesa di se li mettono nell'investigazione degli attentati."
La seconda attestazione è più sorprendente. Si tratta di un giovane senegalese facilmente identificabile perché ha un difetto in un occhio. Vive in Lavapiés ed assicura che ha lavorato per una multinazionale statunitense. È informatico e fa alcuni lavoretti nel negozio di Zougam. Per quel motivo è molto spaventato poiché una delle sue "abilità" è la manipolazione di biglietti di marche da bollo: "Io mi liberai di miracolo. Lavorava nel parlatorio di Zougam.El giorno in cui andarono a fermarlo io stavo liberando. Se no, sono convinto che mi avessero fermato con lui." Compravano gran quantità di biglietti. In tutti i parlatori di Madrid di quello tipo si traffica con biglietti clonati. È saputo qualcosa e "quasi" permesso. La cosa più strana", assicura il senegalese, è che la polizia non si sia messa in contatto con me. Non comprendo come essendo Zougam un pezzo tanto apparentemente chiave nell'investigazione neanche hanno parlato con tutti quelli che lavoravamo lì. Per caso non interessa loro le attestazioni che possiamo apportare?."
Zougam non si comporta, dietro il 11-m, con logica. Sei giorni prima dell'attentato lascia la sua pista in una chiamata telefonica a Nonnina Dahdah, il presunto capo della cellula spagnola di Al Qaeda implicato nel sommario del giudice Garzón sul 11-S. È come infiammare un'animo luminosa.
Terremoto nel CNI
Dopo gli attentati, sa per le informazioni della radio che hanno trovato un zaino con una delle bombe del treno senza sfruttare e che c'è una marca da bollo con un biglietto, quella che presuntamente egli vendè. Non gli entra il panico. Segue la sua vita normale e spera a che, inevitabilmente, vengono a per lui. Non è logico per qualcuno che teoricamente è messo in una cellula integralista che pretende di continuare ad attentare a Madrid e che pertanto, benché solo fuori per ragioni operative, non può permettersi il lusso di lasciarsi beccare.
Nel CNI le cose non sono in vena di scherzi. Dietro il 11-m passarono alcune ore piangendo e dispiacendosi di non essere stato capaci di ostacolare gli attentati. Quindi arrivò il momento delle responsabilità. Bisogna tenere in conto che Jorge Dezcallar, il massimo responsabile del Centro, fu direttivo generale, in Esterni, con competenze nella zona del Magreb. Fu anche ambasciatore in Marocco.
Per di più, la seconda nel comando dentro il CNI, la segretaria generale, è una donna, María Dolores Vilanova che occupò nel Centro, nell'epoca di Manglano il carico di responsabile di contrainteligencia dei paesi del Magreb. Detto in una maniera più semplice, è la persona che meglio conosce il mondo della malavita e dei possibili agenti marocchini infiltrati in Spagna. La paternità delle salsicce marocchine equivale a che un bambino di primaria avrebbe messo un goal a Caselli da 50 metri ed in una portineria di pochi centimetri.
Nel CNI non si dissimulò il sollievo per la perdita del potere del PP. Condividevano la rabbia dei militare con l'ex ministro di Difesa Federico Trebbio a chi, in privato, ed a volte in pubblico, disprezzavano.
Il CNI riunì relazioni secondo i quali ampi gruppi di militari e le sue famiglie, in zone tradizionalmente di destre, avevano passato la consegna di astenersi nelle elezioni.
Nei corridoi del Ministero di Difesa non ebbe nessun tipo di dissimulazione. C'era gente che si abbracciava il lunedì 16 nei corridoi commentando la vittoria di Calzolaio nelle urne. Nel Centro si tiene incisione a fuoco come una delle grandi cacicadas di Trebbio il rimprovero stemperato che dovette incastrare un associato di Difesa distaccato in Afghanistan davanti alle esigenze del ministro che montasse rapidamente, e solo per lui, una cappella per assistere a messa.
La goccia che ha colmato il bicchiere è stata la desclasificación che fece il Governo di Aznar di documenti del CNI nel quale si orientava la paternità dell'attentato verso ETA. È verità che in ampi ambienti del Centro i sospetti si diressero durante le prime 40 ore verso ETA. Si ritirarono i 11-m informi che provenivano dalle prigioni nelle quali prede basce avevano celebrato con giubilo gli attentati. Ci furono perfino incidenti violenti per l'indignazione che quello produsse tra prede comuni. Si teneva anche costanza che in riunioni dell'ambiente indipendentista basco la gente si era divisa chiaramente in due settori. Al primo, gli sembrava un'assurdità quello successo, ed il secondo lo giustificava ed annunciava che quell'era la strada e che bisognava battere più forte fino a che sapessero.
Agenti del CNI si lamentarono, nelle prime ore dopo gli attentati, dell'ermetismo degli investigatori della polizia. Arrivavano loro tardi le informazioni. Riconoscono che membri del PSOE avevano un'informazione molto più puntuale di ellos.Lo che non accettano è che non avessero notato al Governo del pericolo islamista.
I lavori di vigilanza devono essere aleatori. È materialmente impossibile controllare i 300 principali sospetti di essere relazionati con cellule integraliste. Cosicché si sceglie ad alcuni e si va ruotando la vigilanza. Zougam ed il resto dei detenuti erano dentro quegli operativi. Le marche da bollo sono un buon punto di partenza ma li cambiano con enorme facilità: "In occasioni otteniamo un'ordine del giudice per intervenire un telefono e quando ci mettiamo a ciò il vigilato ha cambiato già telefono." Ha seguito all'estero i sospetti. Sono vigilanze care in materiale ed in uomini. All'improvviso, gente che vive molto sobriamente in Spagna, si muove senza problemi di biglietti di aeroplano e cominciano a maneggiare denaro in abundancia.La maggiore parte proviene da donativi che si canalizzano attraverso organizzazioni di carità promosse per l'Arabia Saudita. Quanto tempo può durare una vigilanza di questo tipo se quell'osservato non commette nessun atto criminale per anni? "Alla fine quella che la gente vede è la delinquenza per strada. quello è quello che preoccupa e per quel motivo è logico che i politici dedichino più mezzi a combattere quello tipo di cose che hanno un risultato pratico molto maggiore per gli elettori."
La pista falsa irachena
Non è certo che si disprezzassero piste come l'iracheno. Per esempio, si è parlato molto di un colonello iracheno che viaggiò fino alla Spagna prima degli attentati. Quello che non si è commentato è che il CNI prese buona nota dell'informazione che gli passò il servizio segreto italiano sul tema. In realtà esiste un documento di due fogli nel quale si dettaglia il tema. Ha data del 11 di febbraio, giusto un mese prima degli attentati. Nel testo si avvisa su una diceria che l'ex colonello di Sadam Husein, Walid Salem Omar aveva prevista il suo arrivo alla Spagna il 6 di febbraio di 2004 disposto a commettere attentati. La sua impresa, Ibn Fernas, è inglobato nel gruppo Ispano Araba SA che ha la sua sede sociale nella Passeggiata dell'Avana di Madrid. Il documento specifica che Walid si era trattenuto in Siriana dove aveva tirato fuori una gran quantità da denaro in moneta di una banca di Damasco. Sempre secondo lo scritto, viaggerebbe con quello denaro ed avrebbe fatto una scala tecnica in Marocco, concretamente in Agadir. Il CNI seguì ovviamente questa pista, come altre molte che arrivano provenienti da servizi di informazione stranieri, senza che si ottenesse nessun risultato positivo.
Il comportamento atipico e fosse di ogni logica dei marocchini accusati degli attentati porta a situazioni incomprensibles.Por esempio Il Tunisino, Sharhane ben Abdelmajid Fakhet, vive tranquillamente in un piano affittato senza dare rumore. Ma alcuni giorni prima del 11-m, abbandona la casa e fiamma l'attenzione fino al punto che Rafael, il padrone di casa, si presenta alla polizia per denunciare che è andato via senza pagare. Un'altra insegna luminosa durante il tragitto.
Il colmo degli spropositi si riflette in cui gli investigatori non hanno il minore interesse in rivedere il piano malgrado, secondo il padrone, è pieno di carte, nastri di audio, etcétera.A la polizia non sembrano interessargli le appartenenze di chi si presenta davanti all'opinione pubblica come il cervello istigatore.
Barbecue terroristico
La stessa cosa succede con gli abitanti della casa di Morata di Tajuña, nel chilometro 14 della strada 313, vicino a Madrid. Gli investigatori dicono che sono arrivati fino a lì attraverso una laborioso ricerca triangulando le chiamate dei telefoni mobili. Ma la polizia conosceva l'esistenza di quella casa e l'aveva vigilata in varie occasioni.
Le orme dei sospetti stanno naturalmente dentro, poiché essi erano chi l'abitavano occasionalmente di una forma aperta e con una buona relazione coi vicini. Sono questi quelli che vedono a molti dei quali dopo morrebbero in Leganés facendo - due settimane dopo gli attentati del 11-m! - un barbecue con bambini e parenti compresi. Ad uno di quegli implicato, Jamal Ahmidan al quale soprannominavano Il Cinese i vicini lo conosce bene perché ha prestato loro in occasioni la sua motocicletta. Non era un'islamista radicale altro che un delinquente di poca monta come il resto della banda. Era un vecchio conosciuto della polizia marocchina. L'avevano condannato a quattro anni di prigione in Marocco per un assassinio relazionato col traffico di droghe ed aveva compiuto due anni e mezzo di condanna. La sua scheda appare in tutti i servizi polizieschi europei per le sue ruberie. La polizia marocchina passò alla spagnola tutto quello che avevano su lui faceva tempo. Se fosse stato incluso almeno minimamente coi radicali estremista sarebbe stato uno dei 1.600 sviluppi nel macrojuicio del Marocco di 2003 per gli attentati di Casablanca e per il quale si trattennero, con gli ortodossi metodi dei nostri vicini, a 6.000 persone.
Gli è stato presentato come un integralista radicale, ma i vicini di Morata di Tajuña spiegano che l'ero visto in compagnia di due giovani molto belli, con un piercing, pantaloni di cuoio regolati e magliette che lasciavano la trippa all'aria.
Esiste costanza che la casa era vigilata molto prima che la polizia la "scoprisse." Non c'è più che comprovare la denuncia che presentarono vari vicini, primo davanti al 091 e più tardi davanti al 062 del Carabiniere, giorni prima del 11-m, la 7 domenica alle 10.50 della mattina - come consta in un nastro registrato - per considerare che gli abitanti di quella casa insospettivano loro relazione con traffico di droghe e merce rubata.
Il Carabiniere allegò dopo il 11-m che non volevano seguire quella via di investigazione per non interferire col lavoro della polizia che era chi portava tutto il caso delle atentados.La realtà è che la proverbiale rivalità tra distinti corpi polizieschi è arrivata ad uno dei suoi punti culminanti a causa degli attentati del 11-m. La Polizia non ha permesso il minore spiraglio agli investigatori del Carabiniere.
Non abbiamo niente
Il giorno anteriore alla scoperta teorica del piano di Leganés, una funzionerebbe inclusa direttamente nell'investigazione riconobbe un compagno di Informazione: "La verità è che abbiamo molto poco. Di quello dell'ex minatore non esce gran cosa. Non sappiamo la provenienza della dinamite. Tutto è preso con spilli. Non ci sono prove materiali, solo nomi in agende e chiamate telefoniche tra alcuni ed altri. La cosa più solida sono le attestazioni spontanee di varie testimoni che assicurano avere visto a vari degli accusati nei treni, quella mattina." Il problema è che dopo che le sue foto si pubblicassero su tutti i giornali la gente ha potuto riconoscere quelli visi indotti per la cosa pubblicata e non perché li ricordassero realmente. Dopo una situazione spirituale come quella che dovettero sopportare negli attentati, i superstiti non sono molto affidabili, secondo i psicologi. E meno quando bisogna distinguere tra cittadini marocchini che sono facilmente confondibili per molti. Fino alla data, nessuno dei detenuti ha riconosciuto la partecipazione negli attentati.
Il sabato 3 di aprile, le speranze degli investigatori erano centrate in nuovi visi. Si erano spartiti ritratti ai mezzi di comunicazione dei cervelli, istigatori o dinamizadores degli attentati. E qui arriviamo al capitolo di Leganés, il più incoerente di tutta la storia. Nel pomeriggio di quello giorno, come commentarono più tardi fonti poliziesche, si localizza attraverso le chiamate di telefoni mobili un piano in Leganés nel quale può avere terroristi implicati nel 11-m. Non è certo. Erano stati localizzati già prima giorni attraverso fotografie che insegnano ai commercianti della zona. È come sanno che la chiamata Il Tunisino ed Il Cinese possono stare risiedendo nel numero 40 del Viale Carmen Martín Gaite. Senza spiegazione possibile e dopo questo ritrovamento, la polizia dà ai mezzi le immagini degli uomini che appartengono a quello gruppo affinché si pubblichino. La gente familiarizza coi suoi visi. I terroristi non devono comprare giornali né vedere informativi di televisione, poiché non si danno per informati.
Secondo gli investigatori seguono con la sua macabra attività fino al punto che si avvicinano alla via del Treno ad alto velocità nella provincia di Toledo e collocano un zaino con esplosivi "ma senza iniziatore" con una miccia di più di 130 metri. Terrorizzano così nuovo al paese. La bomba, secondo le autorità, è posizionata tra le 10 e le 12 di mezzogiorno. Il fatto certo è che hostess del Treno ad alto velocità che fecero il turno del treno Madrid-Siviglia alle 7.00 ore vedono un'inusitata attività del Carabiniere nelle vie durante il tragitto. Membri della Benemerita entrano nei vagoni di quello treno dopo il suo arrivo a Siviglia, alla 9.50 ora per rivedere tutti gli angoli, compresi i contenitori di desperdicios.
La farsa di Leganés
Solamente 24 ore più tardi, l'investigazione prenderà un giro sorprendente. A prima ora di quello sabato, alcuni concretano l'ora nella 7.00 ora della mattina, il gruppo dei geos riceve l'ordine per la quale devono essere preparati per un'operazione importante. Così glielo comunica il Governo in funzioni, quella stessa domani, ad alte cariche del Partito Socialista.
La versione posteriore conterà che vari dei terroristi riescono a rompere il cerchio poliziesco intorno alla casa di Leganés ed arrivano di pomeriggio fino al piano del numero 40. La cosa logica, quando i terroristi non si erano resi ancora conto che si stringeva il cerchio, era li avere catturati, uno ad uno e con totale discrezione quando uscissero o entrassero nell'abitazione. Al contrario, si estende la versione che uno degli accusati bassa la spazzatura, nota la presenza poliziesca ed avvisa - primo si dice che per la marca da bollo, dopo che con urla - di quello che era in funzione.
Al meno una decina di agenti di compaesano - secondo l'attestazione diretta dei vicini - occupano posizioni nella parte interna rinverdita della casa, dove sta la piscina, di una forma niente discreta. "Mamma, quelli che portano pistole sono cattivi?", commenta ai suoi genitori un bambino dell'urbanizzazione. E comincia una sparatoria senza che intervenga ancora la dotazione di geos.
L'arrivo di questi cambia le cose. Sono professionali altamente qualificati e con una gran esperienza nell'assalto di posti dove c'è gente armata e pericolosa. Ma incomprensibilmente - come ha denunciato pubblicamente uno dei propri geos che intervengono - non si realizzano nessuna delle regole del protocollo di attuazione. Non si aspetta a che arrivi il negoziatore, un psicologo qualificato per dialogare con delinquenti pericolosi. Non c'è interprete. Non si attende nel momento dell'alba nella quale il cervello dei terroristi è più indebolito. Non si cerca di pattuire la consegna. Neanche si sa il numero degli ocupantes.Simplemente, e disattendendo l'opinione dei propri responsabili dei geos, si ordina l'assalto, malgrado sia vitale prenderli vivi per conoscere la verità di quello successa il 11-m.
Tutto vola per le arie cominciando l'assalto. Muore un geo ed i corpi dei terroristi rimangono sparsi in un'area di più di 60 metri. Il ministro Acebes dice nella sua prima comparizione, dietro quello successo, che sono quattro i terroristi che si sono immolati. Spiega anche che conservavano in un armadio due zaini con esplosivi preparate per fare esplosione, simili alla contraria nella via di treno. Più tardi si parlerà di grandi fasci di denaro in euro, perfettamente organizzati. Le immagini del giorno dopo dimostreranno che del piano rimangono solo i pilastri puliti. Aumenta a sette il conto degli islamistas morti. Si tratta del nucleo del comando, dei movilizadores e di almeno una buona parte degli autori materiali del 11-m.
Il racconto posteriore dei fatti si adorna con storie su corpi nudi purificati per tende bianche in forma di sudario, cantici in circolo e conversazioni telefoniche. La madre di Il Cinese lo corrobora dal suo domicilio in Tetuán". Mio figlio mi salutò dicendo che andava al posto che gli era riservato. Quindi ascoltai una gran esplosione e poco dopo Lei breve la linea." Non può sapersi quello che ascoltò quella madre tormentata, ma naturalmente non potè essere l'esplosione. La dinamite ha una forza esplosiva di uscita di più di 8.000 metri per segundo.Si il telefono di suo figlio stava a meno di due metri del carico esplosivo si volatilizzò molto prima che potesse trasmettere il suono della bomba che ha seppellito definitivamente la speranza di conoscere tutta la verità del 11-m.
:confused:
jumpermax
09-06-2004, 22:52
http://www.ilfoglio.it/pdf/09062004_3.pdf
Il ministro tedesco Fischer dice sì alla risoluzione irachena, il collega spagnolo tenta una difesa della linea di Madrid
Tu quoque Joschka. L’effetto Zapatero si rivela un boomerang
Madrid. Annunciato 36 ore dopo essere entrato in carica,
il ritiro dall’Iraq del premier socialista José Luis Rodríguez
Zapatero si sta rivelando, sullo scenario internazionale, un
boomerang. E anche in Spagna qualcuno se ne accorge. La
giustificazione presentata allora dal capo dell’esecutivo –
“non è prevedibile una risoluzione dell’Onu entro il 30 giugno”
– si è dimostrata sballata e ha provocato l’isolamento
diplomatico della Spagna, persino rispetto all’asse francotedesco.
Tanto che il segretario popolare, l’interventista Mariano
Rajoy, ha dichiarato: “Se passa la risoluzione all’Onu
(l’inizio della discussione al Consiglio di sicurezza era previsto
per ieri sera alle 22, ora italiana, e, dopo l’ultimo ok del
ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, l’approvazione
pare scontata, ndr), Zapatero ha mentito agli spagnoli:
ha assunto la decisione di ritirare le truppe, basandosi
sul fatto che non ci sarebbe stato accordo prima del 30 giugno.
Gli chiederò spiegazioni in Parlamento”. “Tanto le manifestazioni
pubbliche dei principali attori implicati nel
conflitto, come i contatti mantenuti dal ministero della Difesa
su mia richiesta nell’ultimo mese, non apportano indizi
che permettano di prevedere una variazione sostanziale
nella situazione politica e militare esistente in Iraq nei tempi
previsti. Queste circostanze mi hanno portato alla decisione
di ordinare il ritorno dei nostri soldati con la massima
sicurezza e, conseguentemente, nel minor tempo possibile”,
spiegava il premier della Rosa, il 18 aprile, appena 48
ore dopo aver assicurato alla Camera che il rimpatrio sarebbe
avvenuto, se entro il fatidico 30 giugno, alla scadenza
della missione della brigata “Plus Ultra” spagnola, la transizione
del paese non fosse passata sotto l’egida dell’Onu.
La gestione di Zapatero della crisi internazionale passerà
alla storia della Spagna perché è difficile immaginare
una linea di politica estera eseguita peggio, dice Rajoy. Facendo
di necessità virtù, e considerando che tutti i paesi
del Consiglio di sicurezza (di cui la Spagna fa parte come
membro non permanente) hanno dato luce verde alla risoluzione,
il premier si è limitato a dire: “Non porremo ostacoli
all’approvazione della risoluzione, anche se penso non
sia ideale”. Ma la constatazione del flop di Zapatero è così
evidente che perfino il quotidiano no war e liberal El Mundo
chiosa: “Il premier aveva posto due condizioni affinché
i soldati spagnoli rimanessero in Iraq: il trasferimento della
gestione politica all’Onu e del comando militare a un generale
non americano. La risoluzione al centro dei negoziati
non attua nessuna delle due condizioni, ma cede la sovranità
al governo provvisorio, stabilisce una data per il ritiro
delle truppe statunitensi e per le elezioni. Condizioni
sufficienti affinché votino a favore Francia, Russia, Germania
e Cina”. Poi l’affondo: “Sarebbe stato più prudente
aspettare fino alla fine di giugno prima di prendere la decisione.
Ciò avrebbe concesso un enorme margine alla nostra
diplomazia, che avrebbe potuto perfino capitalizzare
politicamente la nuova risoluzione. Zapatero dovrà rispondere
ai cittadini sulle conseguenze del suo senso dell’opportunità”.
Anche l’economico Expansión scrive: “Con la
sua goffa e precipitosa decisione del ritiro (appoggiata però
dal 78 per cento degli spagnoli, ndr), in un palese tentativo
di voltare le spalle agli Usa e di allinearsi con Francia e
Germania, Zapatero non ha soppesato la possibilità di una
futura e necessaria intesa tra Washington e l’asse franco-tedesco.
Non aspettando il 30 giugno, ha provocato un colpo
a effetto interno. Peró adesso, senza alibi, in appena due
mesi di governo, il premier ha relegato in secondo piano
l’influenza diplomatica della Spagna, ora fuori gioco sullo
scacchiere internazionale”. Anche se l’imbarazzato ministro
degli Esteri, Miguel Angel Moratinos, ieri ha tentato
una difesa: il ritiro del contingente spagnolo “non è stata
una decisione affrettata, ma il detonatore della fine dell’occupazione
in Iraq”. Ma bastava leggere i giornali, anche
in Spagna, per capire fin dalla metà di gennaio che si sarebbe
arrivati a una transizione a guida Onu prima del passaggio
dei poteri del 30 giugno.
el mundo non è liberal e no war
è conservatore e vicino in particolare ad aznar
jumpermax
09-06-2004, 22:57
Originariamente inviato da GhePeU
mettiamola così
la spagna cambia politica ---> nel giro di un mese gli stati uniti cambiano politica e ricercano (ricercherebbero) il multilateralismo rifiutato per anni
è possibile quanto i terroristi fanno un attentato ---> la sinistra spagnola vince le elezioni e si ritira
beh insomma, che gli USA cercassero comunque di ricucire lo strappo Atlantico ( e non solo loro del resto anche Francia e Germania) era cosa nota anche prima del ritiro spagnolo. Che Zapatero potesse vincere le elezioni prima dell'attentato era cosa assai poco probabile invece sondaggi alla mano. Che l'attentato sia stato fatto per costringere la Spagna al ritiro è l'ipotesi più accreditata. E il ritiro è la prima cosa che fa il governo neoeletto. E' come se dopo l'attentato a gli Uffizi avessimo cancellato il 41 bis tanto per rendere l'idea.
IpseDixit
09-06-2004, 23:00
Originariamente inviato da GhePeU
el mundo non è liberal e no war
è conservatore e vicino in particolare ad aznar
Quindi sta come l'unita alla sinistra ?
Originariamente inviato da IpseDixit
Quindi sta come l'unita alla sinistra ?
diciamo come repubblica alla sinistra
Originariamente inviato da GhePeU
ti è venuto in mente che senza il ritiro spagnolo magari non ci sarebbe mai stata la risoluzione onu?
No, perchè tanto adesso Zapatero ha detto che anche con l'onu le truppe spagnole in Iraq non ci tornano...
Originariamente inviato da GhePeU
diciamo come repubblica alla sinistra
Beh quindi niente di male visto che tutti gli articoli dei sinistridi qui del forum provengono dalla repubblica e sono oro colato per voi :D
Originariamente inviato da ~ZeRO sTrEsS~
Allora ti ripeto ancora una volta TU NON SAI COSA SIA ne l'italia ne la spagna... ma lo vuoi capire o no che hai comparato Ferrara e Vigo!?!?!?
io ho vissuto a milano per 6 anni, a Napoli, Barcellona, madrid, ho vissuto vari mesi in giro fra (bilbao, cadiz ect.) in italia (torino, palermo ecc..)
altra cosa... tu hai fatto una vacanzina in spagna nella tua bellissima università con gli amichetti ecc... vai a lavorare e accorgiti del mondo che ci sta fuori... non vedi tutte le problematiche di un paese se ti fai la "vacanza" e poi sei stato quando ci stava aznar e non zapatero.
[...]
meglio non adare avanti l'italia voi la conoscete fate il paragone... io mi incazzo che la gente va farsi le vacanze vede un po di figa 2 spiagge e dice che quello è il paradiso
Si riassume tutto in una faccina:
:ahahah:
Che bello quando l'"interlocutore" non capisce 'na sega e s'incazza :D Mi sa tanto che tu sia un pelo invidioso... Ah, dimenticavo: tu non sei laureato, vero? Parla di vacanzina con l'università dopo che l'hai fatta, ciccio ;)
IpseDixit
09-06-2004, 23:17
Originariamente inviato da GhePeU
siamo al delirio... secondo questo articolo le colpe di zapatero sarebbero di non aver rispettato tutte le promesse elettorali (a tre mesi dalle elezioni, molto meno dall'assunzione della carica) e un blando spoil system? :rolleyes:
vi state veramente arrampicando sugli specchi :mc:
Ma noooo che vai decendo
Originariamente inviato da unodinoi
ma andate a prenderlo in quel posto propagandisti del c@@@o
(cut)...e guardate anche il resto del sito
Chi è propagandista?
con tutte le promesse non mantenute che ha fatto berlusconi date ragione ancora alle destre?
Mi piacerebbe conoscere UNA promessa mantenuta dai governi di Sx. UNA SOLA. Scegli tu: Tasse, Lavoro, Sanità, Scuola... dimmene una.
Cmq ti faccio una promessa solenne: se Berluska non mantiene esattamente il contratto con gli Italiani, non lo voto, ok? Finora però, se controlli, ha mantenuto il programma esattamente in linea con i tempi, punto per punto.
branco di stupidi italiani! ragionate!
ci godete a prenderlo nel di dietro o cosa?
Tu vai fai propaganda a quel sito demente e parli di ragionare?
Non rispondete ai sospesi, su...
Originariamente inviato da Blisset
Cmq ti faccio una promessa solenne: se Berluska non mantiene esattamente il contratto con gli Italiani, non lo voto, ok? Finora però, se controlli, ha mantenuto il programma esattamente in linea con i tempi, punto per punto.
Si? Vai un po' a ripescare la "agenda programmatica dei primi 100 giorni di governo"
Manco il conflitto di interessi e' stato risolto.
ma per blisset gli avranno fatto tutto un programma particolare....
IpseDixit
09-06-2004, 23:37
Originariamente inviato da Blisset
Chi è propagandista?
Mi piacerebbe conoscere UNA promessa mantenuta dai governi di Sx. UNA SOLA. Scegli tu: Tasse, Lavoro, Sanità, Scuola... dimmene una.
Cmq ti faccio una promessa solenne: se Berluska non mantiene esattamente il contratto con gli Italiani, non lo voto, ok? Finora però, se controlli, ha mantenuto il programma esattamente in linea con i tempi, punto per punto.
Tu vai fai propaganda a quel sito demente e parli di ragionare?
Però il punto 8.2 bis non l'ha rispettato :O come già riportato dall' Economist :O
Originariamente inviato da IpseDixit
Però il punto 8.2 bis non l'ha rispettato :O come già riportato dall' Economist :O
Mah, sapendo che la giornalista dell'Economist che fa sempre interventi sul l'Italia è la moglie di Rutelli, considero l'Economist non un giornale imparziale, ma alla stregua di Repubblica!
jumpermax
10-06-2004, 00:18
Originariamente inviato da Blisset
Mah, sapendo che la giornalista dell'Economist che fa sempre interventi sul l'Italia è la moglie di Rutelli, considero l'Economist non un giornale imparziale, ma alla stregua di Repubblica!
ma è lo sport nazionale mandare in OT i thread? Qua si parla della vicenda spagnola e di Zapatero... ci sono 3 o 4 thread aperti sulla politica italiana e non bastano? :confused:
NeSs1dorma
10-06-2004, 00:39
Originariamente inviato da Blisset
Mah, sapendo che la giornalista dell'Economist che fa sempre interventi sul l'Italia è la moglie di Rutelli, considero l'Economist non un giornale imparziale, ma alla stregua di Repubblica!
Parole sante!
E, riguardo all'argomento del 3d, poveri spagnoli.
La Spagna, dopo aver abbassato i pantaloni davanti ad AlQaeda, ora si ritrova spiazzata davanti alla risoluzione Onu, e fuori da tutti i giochi.
Giusto l'altro ieri parlavo con un mio collega spagnolo, il quale mi raccontava che si stanno rendendo conto dell'errore che hanno fatto, sull'onda del vergognoso sfruttamento elettorale operato dalla sinistra spagnola dopo gli attentati, con assedi illegali e voto nettamente falsato.
E non ho dubbi, lo sciagurato piano per l'11 giugno italiano (uccisione dei tre ostaggi) sarebbe stato sfruttato alla stessa maniera.
Originariamente inviato da sempreio
ma pensate quando era prodi al governo è stato lui che ha inventato il cococo:rolleyes: e non dico altro
infatti, molto meglio il contratto a progetto e la "flessibilità" dell'iperliberismo berlusconiano... :rolleyes:
Originariamente inviato da dibe
ero in GioFX mode on... :sofico::D:D:D
:rolleyes: :rolleyes:
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