Bardiel
09-06-2004, 18:50
ecco cosa è riportato in un manuale edito da Il Mulino:
Gli ostaggi vanno liberati in un momento ben preciso. "Liberati", si fa per dire: infatti, gli ostaggi possono anche non essere mai stati rapiti, o rapiti da un gruppo di terroristi amici, o di finti terroristi. Non è importante se il sequestro avvenga davvero o no: molto più importante è la liberazione (cfr. P. Ginsborg, "Il 25 Aprile visto da vicino"), che va invece orchestrata con la massima cura. Gli ostaggi devono essere messi al corrente della verità solo se ben addestrati, e a questo scopo è consigliabile l'uso di personale dei servizi segreti del Governo che "subisce" il rapimento. In mancanza di tale personale, gli ostaggi possono essere lasciati nell'ignoranza della verità: è anzi la soluzione migliore, poiché la sincerità aggiunge verosimiglianza alle eventuali dichiarazioni da rilasciare ai media. Per i tempi, occorre considerare diversi fattori.
L'orario
Gli ostaggi devono essere liberati nel primo pomeriggio. Molti quotidiani, infatti, "chiudono" il giornale nel tardo pomeriggio o all'inizio della sera, decidendo un'impaginazione di massima, la grafica e la gerarchia delle notizie. Inoltre, i giornali dei paesi limitrofi possono avere fusi orari diversi, per cui occorre considerare 1-2 ore di margine. Dalla liberazione alla chiusura dei giornali deve esserci il tempo per le dichiarazioni ufficiali del Governo e delle massime cariche dello Stato, ma non per troppe dichiarazioni ed analisi di senso politico opposto, che potrebbero evidenziare eventuali dettagli od errori dell'operazione. Un esempio di scaletta è: - ore 15: annuncio della liberazione. - ore 16: caute dichiarazioni e diffusione delle prime immagini (anche di scarsa qualità). - ore 17: conferenza stampa del Governo. - ore 18: prime dichiarazioni dei familiari, comprensibilmente attoniti, e dei leader dell'opposizione. Si noti, che l'Opposizione, in prima battuta non può che rallegrarsi della liberazione, ed è costretta a rimandare ogni eventuale critica all'indomani. Una tale scaletta permette ai giornalisti di chiudere la testata intorno alle 19, in perfetto orario.
La data
Per la scelta della data, occorre fare un discorso a ritroso a partire dalle scadenze politiche. Se ci si trova sotto elezioni (che si svolgono tradizionalmente di Domenica) occorre tener conto che: - il primo giorno sarà dedicato all'annuncio della liberazione ed agli esami per valutare lo stato di salute degli ostaggi. - il secondo giorno, se il rapimento si svolge in un paese lontano, deve essere dedicato al ritorno in patria degli ostaggi, che deve avvenire possibilmente di sera. Infatti, sebbene il bagno di folla abbia un indubbio effetto mediatico, è consigliabile limitare il contatto tra ostaggi e pubblico, e riservare l'accoglienza alle sole famiglie, che da sole sono in grado di fornire un accettabile risultato emotivo. La loro solitudine, per altro, può evocare lo stato d'angoscia fin lì vissuto, ed aumentare il pathos del primo abbraccio. La presenza di militari e ministri è inoltre opportuno, ma non quella del premier, che apparirà discretamente solo il giorno successivo. - il terzo giorno, il premier visiterà gli ostaggi presso le loro abitazioni, stringerà i familiari con atteggiamento paterno e rilascerà modeste dichiarazioni che mostrino come le Istituzioni, pur lavorando nell'ombra, non hanno mai perso il controllo della situazione d'emergenza. Il premier potrà poi intervenire di nuovo, questa volta insieme a militari o personale dell'intelligence, nelle trasmissioni di informazione in seconda serata, in collegamento dal suo studio. - il quarto giorno deve essere dedicato alle interviste alle famiglie, che insieme agli ostaggi, ma a mente più fredda, rievocano e analizzano i giorni ansiosi appena trascorsi. Con calma e senza eccessi emotivi, le famiglie devono ringraziare le istituzioni e mostrare loro riconoscenza per non averle mai abbandonate o fatte sentire insicure sull'esito finale del rapimento. Se, come nel caso studiato, ci si trova in periodo elettorale, questo quarto giorno deve coincidere con il penultimo giorno prima del voto. L'ultimo giorno prima del voto (di solito un Sabato), infatti, le regole della campagna elettorale prevedono tradizionalmente il silenzio sui candidati. I giornali possono però diffondere le interviste a ostaggi e familiari che dedicheranno al governo sentimenti di gratitudine e di lode, che verranno poi condivisi dai telespettatori e dai lettori dei giornali del giorno dopo, regalando con questo espediente un giorno di campagna elettorale in più al governo. Perciò, con un ragionamento a ritroso, la liberazione degli ostaggi deve avvenire di Martedì, a cinque giorni dalle votazioni, per avere il suo massimo effetto sull'elettorato. "
PS: non è un topic mio ma preso da un'altra board...cmq mi pare un ottimo spunto...
Gli ostaggi vanno liberati in un momento ben preciso. "Liberati", si fa per dire: infatti, gli ostaggi possono anche non essere mai stati rapiti, o rapiti da un gruppo di terroristi amici, o di finti terroristi. Non è importante se il sequestro avvenga davvero o no: molto più importante è la liberazione (cfr. P. Ginsborg, "Il 25 Aprile visto da vicino"), che va invece orchestrata con la massima cura. Gli ostaggi devono essere messi al corrente della verità solo se ben addestrati, e a questo scopo è consigliabile l'uso di personale dei servizi segreti del Governo che "subisce" il rapimento. In mancanza di tale personale, gli ostaggi possono essere lasciati nell'ignoranza della verità: è anzi la soluzione migliore, poiché la sincerità aggiunge verosimiglianza alle eventuali dichiarazioni da rilasciare ai media. Per i tempi, occorre considerare diversi fattori.
L'orario
Gli ostaggi devono essere liberati nel primo pomeriggio. Molti quotidiani, infatti, "chiudono" il giornale nel tardo pomeriggio o all'inizio della sera, decidendo un'impaginazione di massima, la grafica e la gerarchia delle notizie. Inoltre, i giornali dei paesi limitrofi possono avere fusi orari diversi, per cui occorre considerare 1-2 ore di margine. Dalla liberazione alla chiusura dei giornali deve esserci il tempo per le dichiarazioni ufficiali del Governo e delle massime cariche dello Stato, ma non per troppe dichiarazioni ed analisi di senso politico opposto, che potrebbero evidenziare eventuali dettagli od errori dell'operazione. Un esempio di scaletta è: - ore 15: annuncio della liberazione. - ore 16: caute dichiarazioni e diffusione delle prime immagini (anche di scarsa qualità). - ore 17: conferenza stampa del Governo. - ore 18: prime dichiarazioni dei familiari, comprensibilmente attoniti, e dei leader dell'opposizione. Si noti, che l'Opposizione, in prima battuta non può che rallegrarsi della liberazione, ed è costretta a rimandare ogni eventuale critica all'indomani. Una tale scaletta permette ai giornalisti di chiudere la testata intorno alle 19, in perfetto orario.
La data
Per la scelta della data, occorre fare un discorso a ritroso a partire dalle scadenze politiche. Se ci si trova sotto elezioni (che si svolgono tradizionalmente di Domenica) occorre tener conto che: - il primo giorno sarà dedicato all'annuncio della liberazione ed agli esami per valutare lo stato di salute degli ostaggi. - il secondo giorno, se il rapimento si svolge in un paese lontano, deve essere dedicato al ritorno in patria degli ostaggi, che deve avvenire possibilmente di sera. Infatti, sebbene il bagno di folla abbia un indubbio effetto mediatico, è consigliabile limitare il contatto tra ostaggi e pubblico, e riservare l'accoglienza alle sole famiglie, che da sole sono in grado di fornire un accettabile risultato emotivo. La loro solitudine, per altro, può evocare lo stato d'angoscia fin lì vissuto, ed aumentare il pathos del primo abbraccio. La presenza di militari e ministri è inoltre opportuno, ma non quella del premier, che apparirà discretamente solo il giorno successivo. - il terzo giorno, il premier visiterà gli ostaggi presso le loro abitazioni, stringerà i familiari con atteggiamento paterno e rilascerà modeste dichiarazioni che mostrino come le Istituzioni, pur lavorando nell'ombra, non hanno mai perso il controllo della situazione d'emergenza. Il premier potrà poi intervenire di nuovo, questa volta insieme a militari o personale dell'intelligence, nelle trasmissioni di informazione in seconda serata, in collegamento dal suo studio. - il quarto giorno deve essere dedicato alle interviste alle famiglie, che insieme agli ostaggi, ma a mente più fredda, rievocano e analizzano i giorni ansiosi appena trascorsi. Con calma e senza eccessi emotivi, le famiglie devono ringraziare le istituzioni e mostrare loro riconoscenza per non averle mai abbandonate o fatte sentire insicure sull'esito finale del rapimento. Se, come nel caso studiato, ci si trova in periodo elettorale, questo quarto giorno deve coincidere con il penultimo giorno prima del voto. L'ultimo giorno prima del voto (di solito un Sabato), infatti, le regole della campagna elettorale prevedono tradizionalmente il silenzio sui candidati. I giornali possono però diffondere le interviste a ostaggi e familiari che dedicheranno al governo sentimenti di gratitudine e di lode, che verranno poi condivisi dai telespettatori e dai lettori dei giornali del giorno dopo, regalando con questo espediente un giorno di campagna elettorale in più al governo. Perciò, con un ragionamento a ritroso, la liberazione degli ostaggi deve avvenire di Martedì, a cinque giorni dalle votazioni, per avere il suo massimo effetto sull'elettorato. "
PS: non è un topic mio ma preso da un'altra board...cmq mi pare un ottimo spunto...