SaMu
07-06-2004, 21:50
Un gruppo di ultras del Livorno l'altra notte ha distrutto la sede del comitato elettorale di Alleanza Nazionale, danneggiato altre sedi, ferito uomini delle forze dell'ordine a cui hanno persino organizzato un'imboscata, costringedoli a sparare in aria.
Ecco come 3 quotidiani nazionali riportano la stessa notizia:
Corriere della Sera
La lunga notte di violenza degli ultras stalinisti
LIVORNO - Notte di festa e di guerriglia, notte di felicità e di violenza. C'è una città che urla di gioia per la promozione in serie A e un'altra che assiste stordita alle violenze di teppisti che saccheggiano, distruggono, feriscono. A Livorno un commando, formato dalle frange più radicali degli ultrà, ha colpito come mai aveva fatto prima. La banda ha devastato il comitato elettorale del ministro Matteoli, danneggiato le sedi di Forza Italia e del candidato-sindaco della Casa delle libertà, lanciato decine di bottiglie contro il comando dell’Arma e la questura, ferito un carabiniere. Infine ha accerchiato tre vigili urbani, costretti a sparare in aria per fuggire dagli aggressori coperti da sciarpe amaranto e armati di bastoni e spranghe. I teppisti hanno bersagliato di pietre auto di polizia e carabinieri e scatenato risse. Assalti premeditati e pianificati in un folle piano, dicono Digos e carabinieri.
Il primo attacco è scattato alla 1.10, in pieno centro, davanti alla sede del comitato elettorale del ministro Matteoli. Un centinaio di giovani con il volto coperto ha circondato una vettura dei carabinieri e l'ha distrutta a colpi di spranghe infrangendo i finestrini e ferendo a una mano un militare. «Mi sono affacciata al balcone e ho avuto la sensazione di rivedere i tragici fatti di Genova del G8 - racconta Maria Grazia Farneti -. I carabinieri erano in trappola e ho anche temuto che, per difendersi, potessero sparare. Sono riusciti non so come ad aprirsi un varco e ad allontanarsi mentre i teppisti lanciavano pietre. Gridavano ai carabinieri: "Vi uccideremo"». Per infrangere le vetrate del comitato, il commando ha usato una grande campana raccoglivetro. E quando i cristalli si sono frantumati, tra le urla gli assalitori sono entrati e hanno distrutto tutto.
Il secondo obiettivo, stavolta danneggiato esternamente, è stata la sede di Forza Italia, una cinquantina di metri più avanti. Poi il gruppo ha puntato dritto verso l’ufficio di «Amare Livorno», lista civica del candidato sindaco per la Casa delle libertà Guido Guastalla. «Sono un ebreo - dichiara Guastalla - e quando alle tre di notte mi hanno telefonato per dirmi che avevano assalito la mia sede elettorale e le altre degli amici ho temuto un attacco antisemita. Una piccola, ma ugualmente terribile, notte dei cristalli. Poco importa se al posto dei nazisti c'erano delinquenti che inneggiavano a Stalin».
Sembrava tutto finito. E invece poco dopo le 3 ecco un nuovo attacco. Telefonata ai vigili urbani: «C'è un incidente stradale alla Leccia», un quartiere popolare a sud della città. La pattuglia, due uomini e una donna, arriva davanti al cancello del parco: non c'è nessun incidente. Ma dai cespugli escono fuori una cinquantina di persone, tutte con il volto coperto da sciarpe amaranto, armati di spranghe. Si avvicinano all'auto e iniziano a colpirla, poi tentano di aggredire i vigili, uno di loro tira fuori la pistola e spara un colpo in aria.
Carabinieri e Digos ieri hanno interrogato decine di persone. «Siamo ottimisti, siamo sulla pista buona», dice il questore Antonino Puglisi. La pista sulla quale si indaga è legata a un piccolo nucleo di violenti che ruoterebbe attorno alle Bal, le Brigate autonome livornesi. Il gruppo di tifosi organizzati più famoso a Livorno: occupano la curva Nord, seguono la squadra anche nelle trasferte più lontane e uniscono l'amore per il tifo a un paradigma politico di estrema sinistra. Il loro motto è «Mai un passo indietro», usano i caratteri cirillici, festeggiano la data di nascita di Stalin (la sua effigie è anche riproposta in alcuni striscioni) e sono diventati celebri per aver contestato (e fatto fuggire durante un comizio) il leader dei disobbedienti, Luca Casarini, accusato di averli mandati allo sbaraglio durante le contestazioni al G8 di Genova. Secondo gli investigatori, all'interno delle Bal ci sarebbe un ristretto numero di violenti che approfitterebbe delle manifestazioni sportive per entrare in azione. «Quasi tutti sono stati allontanati dallo stadio, ma qualcuno vorrebbe riabilitarli», dicono in questura. Chi è questo qualcuno? «Chi fino ad oggi ha strizzato loro l'occhio, chi si è messo magliette di solidarietà, chi li ha difesi - dice il prefetto di Livorno, Giancarlo Trevisone -. Ho convocato il comitato di ordine pubblico e ho invitato il presidente del Livorno Aldo Spinelli. Servono patti chiari. Subito» .
Repubblica
Devastata sede elettorale
del ministro Matteoli
"Continuerò a combattere la sinistra con mezzi democratici"
Ridotte le manifestazioni per la promozione del Livorno in A
LIVORNO - "Il teppismo non ha mai intimorito e non comincerà certo ad intimorirmi oggi. Sono quarant'anni anni che combatto la sinistra livornese con mezzi democratici e continuerò a farlo". E' ferma la reazione del ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, di Alleanza nazionale, di fronte all'attentato che la scorsa notte, a Livorno, ha seriamente danneggiato la sede del suo comitato elettorale. Ignoti hanno infranto le finestre e preso d'assalto gli uffici dei locali, dove erano in corso i festeggiamenti per la promozione in serie A della squadra calcistica locale.
Appresa la notizia, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha telefonato personalmente al ministro per esprimergli la sua solidarietà e la ferma condanna del "deplorevole episodio di teppismo". Solidarietà è stata espressa al ministro anche dal presidente del Senato, Marcello Pera.
Alle parole del Capo dello Stato hanno fatto eco quelle del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, secondo il quale l'agguato "dimostra che c'è qualche gruppo di estremisti che cerca di avvelenare la campagna elettorale". "Mi auguro - ha aggiunto il vicepremier - che il centrosinistra faccia sentire la sua voce perché sarebbe molto grave se l'opposizione non prendesse le distanze enon condannasse questi comportamenti che evidentemente, nella mente di qualcuno, servono a fare tornare indietro l'Italia di molti anni".
Il calendario elettorale di Altero Matteoli, ha spiegato lo stesso ministro, non prevedeva ulteriori interventi a Livorno, "ma dopo questo episodio ho deciso di chiudere proprio in questa città la mia campagna elettorale, l'11 giugno prossimo, per rispondere con le armi della democrazia agli argomenti della violenza". Il silenzio delle istituzioni e dei partiti politici - conclude Matteoli - "non potrebbe non essere interpretato se non come complicità".
Per effetto di quanto avvenuto il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblicaha deciso di ridimensionare le feste per la promozione del Livorno in seire A. Non ci sarà, come era previsto, la sfilata della squadra per le vie del centro e sul lungomare, nè la premiazione dei giocatori.
Secondo il programma prestabilito, questa sera la squadra e l' intero staff tecnico del Livorno avrebbero dovuto compiere una passerella a bordo di un bus a due piani aperto muovendosi lungo le principali vie del centro e sul lungomare, per l' occasione chiuso al traffico. La squadra sarà presente quindi soltanto alla kermesse organizzata dalla società alla Rotonda di Ardenza.
L'Unità
Attentati alle sedi di An a Nuoro e Livorno. Pisanu: sono terroristi
L’ultima azione in ordine di tempo è dell’una e mezzo di domenica notte, a Darfo, piccolo paese nel Bresciano ma si tratta di un episodio minore: la vetrata di una sede di An mandata in frantumi a sassate al grido di «fascisti bastardi». Secondo il presidente dei deputati di An Gian Franco Anedda esisterebe tuttavia una vera e propria strategia volta ar colpire An, proprio sotto le elezioni. «È chiaro - accusa l'esponente del partito di Fini il disegno di colpire An e di avvelenare il clima elettorale per creare confusione, disordine, sconcerto. Non si tratta di bande disorganizzate o di pochi estremisti sconsiderati».
Il ministro degli Interni Beppe Pisanu definisce «un fatto gravissimo» ciò che è successo sabato a Nuoro e a Livorno. Per il titolare del Viminale non solo non si deve sottovalutare i fatti in sé ma ne fornisce un'interpretazione. Per lui si tratta di forme «di illegalità politica diffusa» su cui «si sta sviluppando un'attività di tipo terroristico nella quale si stavano ricongiungendo componenti di origine marxista-leninista con gruppi di origine anarco-insurrezionalista». Per il ministro Pisanu gli atti contro le sedi di An e Fi sono riconducibili «a queste formazioni».
L’atto più inquietante è senz'altro quello avvenuto la notte di sabato a Nuoro, dove l'ufficio elettorale del capogruppo uscente in Consiglio regionale, Bruno Murgia di An è stato distrutto da una bomba a orologeria. La bomba, dal meccanismo abbastanza complesso, è esplosa intorno a mezzanotte davanti alla sede del comitato elettorale locale, poco dopo la visita del ministro di An Gianni Alemanno. Il consigliere Murgia sostiene di non aver mai ricevuto minacce, di alcun genere e sostiene di essere più amareggiato che preoccupato. Ma a parte il confezionamento dell’ordigno, che indica una certa perizia, ciò che inquieta gli inquirenti è che l’attentato è stato rivendicato da una sigla – gli Npc, nuclei proletari per il comunismo – già conosciuta nell’universo di sigle che ruotano attorno alle nuove Br.
Si tratta del terzo attentato in poche settimane in Sardegna. Il 27 maggio scorso era stato incendiato a Cagliari l'ufficio elettorale del consigliere regionale di Forza Italia Giorgio Balletto, presidente della Commissione Bilancio e fratello del presidente della Provincia Sandro, ricandidato nelle liste azzure nella circoscrizione del capoluogo.Un mese prima, il 27 aprile, bersaglio era stato l'assessore regionale uscente al Turismo, Artigianato e Commercio, Roberto Frongia, ricandidato per un seggio nell'Assemblea sarda nella lista del Sulcis-Iglesiente dei Riformatori sardi. Ma questi ultimi due attacchi non erano stati rivendicati dai Npc. Nel caso di Nuoro invece un volantino con stella a cinque punte è stato lasciato su un'autovettura parcheggiata vicino al luogo dell'attentato.Nel foglio, nessun riferimento all’attività politica del consigliere Murgia, ma solo alla politica della maggioranza e di An. Gli Npc si erano per altro già assunti la paternità di altri attentati in Sardegna: in particolare il 26 settembre 2002, sempre a Nuoro, contro la sede locale della Confindustria e contro un ingresso laterale della Prefettura in occasione della visita del ministro dell' Interno Pisanu. Mentre a maggio di un anno fa, gli Npc avevano rivendicato l’attacco alla sede della Cisl.
In questi ultimi giorni sempre contro An c’è stato poi il raid contro la sede del comitato elettorale del ministro dell'Ambiente, Altero Matteol a Livorno, avvenuto sabato sera. Gli uffici di Matteoli sono stati devastati da teppisti legati probabilmente alla tifoseria amaranto del Livorno che proprio sabato festeggiava l’ingresso in serie A. Le squadracce hanno preso di mira anche gli uffici di Guido Guastalla, esponente di spicco della comunità ebraica e candidato sindaco per «Amare Livorno», lista civica appoggiata da centrodestra e radicali, e, infine, hanno aggredito tre vigili urbani. Il bilancio è solo di un ferito leggero, un carabiniere che era di pattuglia alla sede di Matteoli. Secondo il prefetto di Livorno Giancarlo Trevisone si è trattato di atti «premeditati». E hanno condizionato pesantemente sia i festeggiamenti ufficiali per la promozione della squadra labronica sia il proseguimento in questi giorni della campagna elettorale nella città.
Il presidente dei deputati Anedda, dopo Storace, Gasparri ma anche esponenti del centrosinistra come Rutelli, denuncia questa scalation della violenza. Ma Anedda mette insieme i piccoli atti di teppismo e addirittura gli slogan con le bombe, facendone un argomento da campagna elettorale.
Ecco come 3 quotidiani nazionali riportano la stessa notizia:
Corriere della Sera
La lunga notte di violenza degli ultras stalinisti
LIVORNO - Notte di festa e di guerriglia, notte di felicità e di violenza. C'è una città che urla di gioia per la promozione in serie A e un'altra che assiste stordita alle violenze di teppisti che saccheggiano, distruggono, feriscono. A Livorno un commando, formato dalle frange più radicali degli ultrà, ha colpito come mai aveva fatto prima. La banda ha devastato il comitato elettorale del ministro Matteoli, danneggiato le sedi di Forza Italia e del candidato-sindaco della Casa delle libertà, lanciato decine di bottiglie contro il comando dell’Arma e la questura, ferito un carabiniere. Infine ha accerchiato tre vigili urbani, costretti a sparare in aria per fuggire dagli aggressori coperti da sciarpe amaranto e armati di bastoni e spranghe. I teppisti hanno bersagliato di pietre auto di polizia e carabinieri e scatenato risse. Assalti premeditati e pianificati in un folle piano, dicono Digos e carabinieri.
Il primo attacco è scattato alla 1.10, in pieno centro, davanti alla sede del comitato elettorale del ministro Matteoli. Un centinaio di giovani con il volto coperto ha circondato una vettura dei carabinieri e l'ha distrutta a colpi di spranghe infrangendo i finestrini e ferendo a una mano un militare. «Mi sono affacciata al balcone e ho avuto la sensazione di rivedere i tragici fatti di Genova del G8 - racconta Maria Grazia Farneti -. I carabinieri erano in trappola e ho anche temuto che, per difendersi, potessero sparare. Sono riusciti non so come ad aprirsi un varco e ad allontanarsi mentre i teppisti lanciavano pietre. Gridavano ai carabinieri: "Vi uccideremo"». Per infrangere le vetrate del comitato, il commando ha usato una grande campana raccoglivetro. E quando i cristalli si sono frantumati, tra le urla gli assalitori sono entrati e hanno distrutto tutto.
Il secondo obiettivo, stavolta danneggiato esternamente, è stata la sede di Forza Italia, una cinquantina di metri più avanti. Poi il gruppo ha puntato dritto verso l’ufficio di «Amare Livorno», lista civica del candidato sindaco per la Casa delle libertà Guido Guastalla. «Sono un ebreo - dichiara Guastalla - e quando alle tre di notte mi hanno telefonato per dirmi che avevano assalito la mia sede elettorale e le altre degli amici ho temuto un attacco antisemita. Una piccola, ma ugualmente terribile, notte dei cristalli. Poco importa se al posto dei nazisti c'erano delinquenti che inneggiavano a Stalin».
Sembrava tutto finito. E invece poco dopo le 3 ecco un nuovo attacco. Telefonata ai vigili urbani: «C'è un incidente stradale alla Leccia», un quartiere popolare a sud della città. La pattuglia, due uomini e una donna, arriva davanti al cancello del parco: non c'è nessun incidente. Ma dai cespugli escono fuori una cinquantina di persone, tutte con il volto coperto da sciarpe amaranto, armati di spranghe. Si avvicinano all'auto e iniziano a colpirla, poi tentano di aggredire i vigili, uno di loro tira fuori la pistola e spara un colpo in aria.
Carabinieri e Digos ieri hanno interrogato decine di persone. «Siamo ottimisti, siamo sulla pista buona», dice il questore Antonino Puglisi. La pista sulla quale si indaga è legata a un piccolo nucleo di violenti che ruoterebbe attorno alle Bal, le Brigate autonome livornesi. Il gruppo di tifosi organizzati più famoso a Livorno: occupano la curva Nord, seguono la squadra anche nelle trasferte più lontane e uniscono l'amore per il tifo a un paradigma politico di estrema sinistra. Il loro motto è «Mai un passo indietro», usano i caratteri cirillici, festeggiano la data di nascita di Stalin (la sua effigie è anche riproposta in alcuni striscioni) e sono diventati celebri per aver contestato (e fatto fuggire durante un comizio) il leader dei disobbedienti, Luca Casarini, accusato di averli mandati allo sbaraglio durante le contestazioni al G8 di Genova. Secondo gli investigatori, all'interno delle Bal ci sarebbe un ristretto numero di violenti che approfitterebbe delle manifestazioni sportive per entrare in azione. «Quasi tutti sono stati allontanati dallo stadio, ma qualcuno vorrebbe riabilitarli», dicono in questura. Chi è questo qualcuno? «Chi fino ad oggi ha strizzato loro l'occhio, chi si è messo magliette di solidarietà, chi li ha difesi - dice il prefetto di Livorno, Giancarlo Trevisone -. Ho convocato il comitato di ordine pubblico e ho invitato il presidente del Livorno Aldo Spinelli. Servono patti chiari. Subito» .
Repubblica
Devastata sede elettorale
del ministro Matteoli
"Continuerò a combattere la sinistra con mezzi democratici"
Ridotte le manifestazioni per la promozione del Livorno in A
LIVORNO - "Il teppismo non ha mai intimorito e non comincerà certo ad intimorirmi oggi. Sono quarant'anni anni che combatto la sinistra livornese con mezzi democratici e continuerò a farlo". E' ferma la reazione del ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, di Alleanza nazionale, di fronte all'attentato che la scorsa notte, a Livorno, ha seriamente danneggiato la sede del suo comitato elettorale. Ignoti hanno infranto le finestre e preso d'assalto gli uffici dei locali, dove erano in corso i festeggiamenti per la promozione in serie A della squadra calcistica locale.
Appresa la notizia, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha telefonato personalmente al ministro per esprimergli la sua solidarietà e la ferma condanna del "deplorevole episodio di teppismo". Solidarietà è stata espressa al ministro anche dal presidente del Senato, Marcello Pera.
Alle parole del Capo dello Stato hanno fatto eco quelle del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, secondo il quale l'agguato "dimostra che c'è qualche gruppo di estremisti che cerca di avvelenare la campagna elettorale". "Mi auguro - ha aggiunto il vicepremier - che il centrosinistra faccia sentire la sua voce perché sarebbe molto grave se l'opposizione non prendesse le distanze enon condannasse questi comportamenti che evidentemente, nella mente di qualcuno, servono a fare tornare indietro l'Italia di molti anni".
Il calendario elettorale di Altero Matteoli, ha spiegato lo stesso ministro, non prevedeva ulteriori interventi a Livorno, "ma dopo questo episodio ho deciso di chiudere proprio in questa città la mia campagna elettorale, l'11 giugno prossimo, per rispondere con le armi della democrazia agli argomenti della violenza". Il silenzio delle istituzioni e dei partiti politici - conclude Matteoli - "non potrebbe non essere interpretato se non come complicità".
Per effetto di quanto avvenuto il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblicaha deciso di ridimensionare le feste per la promozione del Livorno in seire A. Non ci sarà, come era previsto, la sfilata della squadra per le vie del centro e sul lungomare, nè la premiazione dei giocatori.
Secondo il programma prestabilito, questa sera la squadra e l' intero staff tecnico del Livorno avrebbero dovuto compiere una passerella a bordo di un bus a due piani aperto muovendosi lungo le principali vie del centro e sul lungomare, per l' occasione chiuso al traffico. La squadra sarà presente quindi soltanto alla kermesse organizzata dalla società alla Rotonda di Ardenza.
L'Unità
Attentati alle sedi di An a Nuoro e Livorno. Pisanu: sono terroristi
L’ultima azione in ordine di tempo è dell’una e mezzo di domenica notte, a Darfo, piccolo paese nel Bresciano ma si tratta di un episodio minore: la vetrata di una sede di An mandata in frantumi a sassate al grido di «fascisti bastardi». Secondo il presidente dei deputati di An Gian Franco Anedda esisterebe tuttavia una vera e propria strategia volta ar colpire An, proprio sotto le elezioni. «È chiaro - accusa l'esponente del partito di Fini il disegno di colpire An e di avvelenare il clima elettorale per creare confusione, disordine, sconcerto. Non si tratta di bande disorganizzate o di pochi estremisti sconsiderati».
Il ministro degli Interni Beppe Pisanu definisce «un fatto gravissimo» ciò che è successo sabato a Nuoro e a Livorno. Per il titolare del Viminale non solo non si deve sottovalutare i fatti in sé ma ne fornisce un'interpretazione. Per lui si tratta di forme «di illegalità politica diffusa» su cui «si sta sviluppando un'attività di tipo terroristico nella quale si stavano ricongiungendo componenti di origine marxista-leninista con gruppi di origine anarco-insurrezionalista». Per il ministro Pisanu gli atti contro le sedi di An e Fi sono riconducibili «a queste formazioni».
L’atto più inquietante è senz'altro quello avvenuto la notte di sabato a Nuoro, dove l'ufficio elettorale del capogruppo uscente in Consiglio regionale, Bruno Murgia di An è stato distrutto da una bomba a orologeria. La bomba, dal meccanismo abbastanza complesso, è esplosa intorno a mezzanotte davanti alla sede del comitato elettorale locale, poco dopo la visita del ministro di An Gianni Alemanno. Il consigliere Murgia sostiene di non aver mai ricevuto minacce, di alcun genere e sostiene di essere più amareggiato che preoccupato. Ma a parte il confezionamento dell’ordigno, che indica una certa perizia, ciò che inquieta gli inquirenti è che l’attentato è stato rivendicato da una sigla – gli Npc, nuclei proletari per il comunismo – già conosciuta nell’universo di sigle che ruotano attorno alle nuove Br.
Si tratta del terzo attentato in poche settimane in Sardegna. Il 27 maggio scorso era stato incendiato a Cagliari l'ufficio elettorale del consigliere regionale di Forza Italia Giorgio Balletto, presidente della Commissione Bilancio e fratello del presidente della Provincia Sandro, ricandidato nelle liste azzure nella circoscrizione del capoluogo.Un mese prima, il 27 aprile, bersaglio era stato l'assessore regionale uscente al Turismo, Artigianato e Commercio, Roberto Frongia, ricandidato per un seggio nell'Assemblea sarda nella lista del Sulcis-Iglesiente dei Riformatori sardi. Ma questi ultimi due attacchi non erano stati rivendicati dai Npc. Nel caso di Nuoro invece un volantino con stella a cinque punte è stato lasciato su un'autovettura parcheggiata vicino al luogo dell'attentato.Nel foglio, nessun riferimento all’attività politica del consigliere Murgia, ma solo alla politica della maggioranza e di An. Gli Npc si erano per altro già assunti la paternità di altri attentati in Sardegna: in particolare il 26 settembre 2002, sempre a Nuoro, contro la sede locale della Confindustria e contro un ingresso laterale della Prefettura in occasione della visita del ministro dell' Interno Pisanu. Mentre a maggio di un anno fa, gli Npc avevano rivendicato l’attacco alla sede della Cisl.
In questi ultimi giorni sempre contro An c’è stato poi il raid contro la sede del comitato elettorale del ministro dell'Ambiente, Altero Matteol a Livorno, avvenuto sabato sera. Gli uffici di Matteoli sono stati devastati da teppisti legati probabilmente alla tifoseria amaranto del Livorno che proprio sabato festeggiava l’ingresso in serie A. Le squadracce hanno preso di mira anche gli uffici di Guido Guastalla, esponente di spicco della comunità ebraica e candidato sindaco per «Amare Livorno», lista civica appoggiata da centrodestra e radicali, e, infine, hanno aggredito tre vigili urbani. Il bilancio è solo di un ferito leggero, un carabiniere che era di pattuglia alla sede di Matteoli. Secondo il prefetto di Livorno Giancarlo Trevisone si è trattato di atti «premeditati». E hanno condizionato pesantemente sia i festeggiamenti ufficiali per la promozione della squadra labronica sia il proseguimento in questi giorni della campagna elettorale nella città.
Il presidente dei deputati Anedda, dopo Storace, Gasparri ma anche esponenti del centrosinistra come Rutelli, denuncia questa scalation della violenza. Ma Anedda mette insieme i piccoli atti di teppismo e addirittura gli slogan con le bombe, facendone un argomento da campagna elettorale.