kaioh
30-05-2004, 00:57
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/05_Maggio/29/internet.shtml
agazzo organizza il suo omicidio via Internet
Il quattordicenne passava anche sette ore chattando sotto false identità. Incastrati da una telecamera a circuito chiuso
MANCHESTER - Un suicidio su commissione, organizzato attraverso Internet e per fortuna non riuscito. Un teenager di 15 anni, identificato come John, passa alla storia come la prima persona ad essere condannata in Gran Bretagna per aver organizzato il proprio omicidio. Il ragazzo era un vero «drogato» del web e passava anche sette ore al giorno nelle varie chatroom. Poco alla volta, si era costruito identità fittizie ispirate in parte ai film di James Bond e in parte a film di fantascienza come «Men in black». Navigando nella rete nei panni di una ragazza, si era infatuato di Mark, nome con cui si identifica un ragazzo di due anni più grande lui. John si era finto un agente segreto donna per convincere Mark ad accoltellare una persona in una galleria di Altringham (cittadina del Cheshire) poco prima delle 8 di sera del 29 giugno dello scorso anno. La persona da uccidere era lo stesso John. Le parole che Mark doveva pronunciare mentre accoltellava il suo bersaglio erano «Ti voglio bene, fratello».
CONDANNA - Subito dopo aver inferto due profonde coltellate, così come gli era stato ordinato via internet, Mark aveva telefonato per confermare che aveva mantenuto l'impegno. John, rimasto ferito gravemente, aveva detto alla polizia che era stato un «uomo in nero» ad averlo ferito. La storia era stata confermata poi anche da Mark. Ma gli inquirenti, attraverso il controllo delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso, aveva capito che la storia non reggeva. Analizzando oltre 58 mila messaggi scambiati via Internet la polizia era riuscita a inquadrare l'incredibile verità. John e Mark hanno confessato la loro colpevolezza e hanno accolto piangendo, seduti a pochi metri di distanza nel tribunale di Manchester, la sentenza del giudice: il primo è stato condannato a tre anni di affidamento, il secondo a due.
vicenda curiosa in se , ma per nulla lontana da tutti noi.
agazzo organizza il suo omicidio via Internet
Il quattordicenne passava anche sette ore chattando sotto false identità. Incastrati da una telecamera a circuito chiuso
MANCHESTER - Un suicidio su commissione, organizzato attraverso Internet e per fortuna non riuscito. Un teenager di 15 anni, identificato come John, passa alla storia come la prima persona ad essere condannata in Gran Bretagna per aver organizzato il proprio omicidio. Il ragazzo era un vero «drogato» del web e passava anche sette ore al giorno nelle varie chatroom. Poco alla volta, si era costruito identità fittizie ispirate in parte ai film di James Bond e in parte a film di fantascienza come «Men in black». Navigando nella rete nei panni di una ragazza, si era infatuato di Mark, nome con cui si identifica un ragazzo di due anni più grande lui. John si era finto un agente segreto donna per convincere Mark ad accoltellare una persona in una galleria di Altringham (cittadina del Cheshire) poco prima delle 8 di sera del 29 giugno dello scorso anno. La persona da uccidere era lo stesso John. Le parole che Mark doveva pronunciare mentre accoltellava il suo bersaglio erano «Ti voglio bene, fratello».
CONDANNA - Subito dopo aver inferto due profonde coltellate, così come gli era stato ordinato via internet, Mark aveva telefonato per confermare che aveva mantenuto l'impegno. John, rimasto ferito gravemente, aveva detto alla polizia che era stato un «uomo in nero» ad averlo ferito. La storia era stata confermata poi anche da Mark. Ma gli inquirenti, attraverso il controllo delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso, aveva capito che la storia non reggeva. Analizzando oltre 58 mila messaggi scambiati via Internet la polizia era riuscita a inquadrare l'incredibile verità. John e Mark hanno confessato la loro colpevolezza e hanno accolto piangendo, seduti a pochi metri di distanza nel tribunale di Manchester, la sentenza del giudice: il primo è stato condannato a tre anni di affidamento, il secondo a due.
vicenda curiosa in se , ma per nulla lontana da tutti noi.