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View Full Version : [Università] Giudizio ai professori e finanziamenti


Chromo
26-05-2004, 13:21
Sono qui a chiedervi il vostro parere sull'ennesima trovata della Moratti.
Schede di giudizio da compilarsi a cura dei discenti sui docenti.
E fin qui...
Il giudizio complessivo delle schede, nel singolo ateneo, contribuirà in maniera determinante al calcolo dei finanziamenti pubblici all'ateneo.
E qui non ci siamo...

Scenario: ho dei prof che sono dei veri pezzi di m... ma... non posso dargli un brutto voto, sennò crollano i finanziamenti e mi scordo la biblioteca, il laboratorio di microelettronica e il contratto da borsista in segreteria...

:rolleyes:

Che ne pensate?
Come è possibile vincolare in finanziamenti all'Ateneo ai giudizi personali degli studenti?

*ReSta*
26-05-2004, 13:28
tu lo vedi in negativo: se dai un voto basso significa che servono più investimenti, no??

Chromo
26-05-2004, 13:35
Originariamente inviato da *ReSta*
tu lo vedi in negativo: se dai un voto basso significa che servono più investimenti, no??

Mi sa che non hai capito e che devi cambiare il voto che hai dato... ;)

Se do un giudizio negativo e, in assoluto, il giudizio all'intero corpo docente è negativo, il Ministero taglia i finanziamenti, e lo studente ci rimette.
E' un circolo vizioso.

Thunder82
26-05-2004, 13:36
imho la votazione deve influire sullo stipendio del prof, e non sui finanziamenti generali all'università.

Cmq noi qui a PD già facciamo in ogni corso una valutazione sul prof che ha tenuto il corso, più per fini statistici penso però.

DarkSiDE
26-05-2004, 13:40
hai fatto un discorso che, IMHO, nn regge assolutamente
che senso avrebbe favorire le uni con prof "buoni" e ridimensionare gli investimenti per le uni con prof "fiacchi" !?
dove l'hai letto? ;)

a prescindere dal fatto che dubito fortemente che un tuo o mio giudizio negativo/positivo possa condizionare la scelta degli investimenti da effettuare

SaMu
26-05-2004, 13:40
.

DarkSiDE
26-05-2004, 13:43
Originariamente inviato da Thunder82
Cmq noi qui a PD già facciamo in ogni corso una valutazione sul prof che ha tenuto il corso, più per fini statistici penso però.
idem qui a bari, presuppongo si facciano un pò ovunque

Chromo
26-05-2004, 13:44
Originariamente inviato da Thunder82
imho la votazione deve influire sullo stipendio del prof, e non sui finanziamenti generali all'università.

Cmq noi qui a PD già facciamo in ogni corso una valutazione sul prof che ha tenuto il corso, più per fini statistici penso però.

Esattamente. ;)

Originariamente inviato da DarkSiDE
hai fatto un discorso che, IMHO, nn regge assolutamente
che senso avrebbe favorire le uni con prof "buoni" e ridimensionare gli investimenti per le uni con prof "fiacchi" !?
dove l'hai letto? ;)

a prescindere dal fatto che dubito fortemente che un tuo o mio giudizio negativo/positivo possa condizionare la scelta degli investimenti da effettuare

Ehm.. non sono io ad aver fatto questo discorso, ma il Ministro Moratti, e non si tratta di una "ideuccia".. ma un decreto in fase di attuazione. ;)

SaMu: ne abbiamo già parlato? :confused: Il search non funziona e non ricordo di aver già trattato l'argomento.
Ma sai, di cazzate questa qui ne fa tante, si perde il conto ogni tanto. ;)

Chromo
26-05-2004, 13:50
Originariamente inviato da DarkSiDE
a prescindere dal fatto che dubito fortemente che un tuo o mio giudizio negativo/positivo possa condizionare la scelta degli investimenti da effettuare

SaMu: perchè hai editato?!?! :confused: A che Dejavu ti riferivi? :confused:

Per fortuna non è così.. si può cambiare! ;)

http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/cronaca/scuola1/inglingl/inglingl.html

L'appello degli insegnanti rilanciato da Repubblica.it
Hanno aderito docenti, ricercatori, studenti e professionsti
"Niente tagli all'inglese" raccolte sedicimila firme
Alle medie le ore di lezione per la lingua dovrebbero passare dalle attuali 99 a 54. Qualcosa al ministero si muove
di MARIO REGGIO


ROMA - Sedicimila le firme arrivate fino ad ora al sito Repubblica. it per bloccare il dimezzamento delle ore di inglese nella scuola media. Docenti, liberi professionisti, consulenti, ma anche impiegati, ricercatori, associazioni di insegnanti di lingue, maestre e casalinghe hanno votato per "bloccare la scure della Moratti, in difesa della qualità dell'apprendimento".

Intanto, qualcosa si sta muovendo al ministero dell'Istruzione. Da giorni circolano voci sempre più insistenti che parlano di una nuova commissione di esperti che sta mettendo mano alle Indicazioni nazionali dei programmi per la scuola elementare e le medie inferiori.

Programmi allegati al primo decreto attuativo della riforma senza aver seguito il percorso previsto dalla legge: prima il parere del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, poi quello delle Commissioni Istruzione del Senato e Cultura della Camera, infine la Conferenza unificata Stato-Regioni. E a questo punto, al ministero dell'Istruzione, c'è chi giura che si è sempre trattato di Indicazioni "provvisorie".

Cancellazione della teoria dell'evoluzione a parte, sono molti i punti dei programmi contestati da docenti e famiglie. In primo luogo l'insegnamento delle lingue comunitarie. Malgrado le promesse elettorali, le ore d'inglese alle elementari rimarranno invariate, mentre alle medie, quelle della prima lingua straniera (quasi ovunque inglese) dovrebbero passare dalle attuali 99 per chi non fa il tempo prolungato, alle 54 nell'arco dell'anno scolastico.

Mentre le ore di lezione della seconda lingua comunitaria saranno 66 l'anno, meno delle 80 già in vigore nelle classi che hanno scelto la doppia lingua. "Siamo consapevoli, come docenti, genitori e cittadini - scrivono le associazioni che hanno promosso la campagna - che la questione dell'inglese, così come quella di Darwin, sia solo uno degli aspetti problematici più appariscenti della riforma Moratti. Guardiamo con rammarico ed un po' d'invidia ad altri Paesi, come la Francia, dove si sta preparando una riforma della scuola tramite un "grand débat" che coinvolge un'intera nazione, In Italia, invece, la riforma ci è stata imposta dall'alto con una serie di slogan e spot televisivi tanto lontani dalla realtà da essere stati denunciati come "pubblicità ingannevole"".

Ma non basta. I problemi riguardano anche la qualità dell'insegnamento. Unico Paese europeo l'Italia non ha rispettato gli accordi firmati e previsti nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. Un accordo, la cui prima verifica scatterà nel 2007, che indica come priorità lo scambio di conoscenze e metodi tra gli insegnanti; il dialogo tra autori dei testi, docenti, esperti, per uniformare i percorsi di apprendimento degli studenti. Infine favorire la mobilità professionale e rendere trasparente la certificazione europea delle competenze linguistiche.



(26 maggio 2004)

SaMu
26-05-2004, 13:52
Prima di tutto alcuni articoli per conoscere la riforma, altrimenti di cosa parliamo?:)


Università, si cambia. La Moratti annuncia le "pagelle" degli studenti ai professori

14 maggio 2004
Sarà l'inizio di una vera svolta, o solo un'operazione di facciata, come quelle già elaborate da molti Atenei? Intervenendo ad un forum del quotidiano la Repubblica, il ministro Letizia Moratti ha annunciato di voler istituzionalizzare il "voto" degli studenti ai professori, in modo che abbia delle conseguenze concrete per le Università: «Estenderemo a tutte le Università un sistema di valutazione che oggi esiste soltanto in alcuni Atenei. In sostanza, sulla base d'un formulario elaborato con il Comitato Nazionale di Valutazione Universitaria, registreremo la soddisfazione degli studenti rispetto all'impegno e alla presenza dei docenti nella didattica, negli esami, nell'attività di orientamento».

Ma non saranno, pare, pagelle spontanee, "dal basso", come già si usa fare in molte Facoltà, che elaborano statistiche destinate a rimanere nei cassetti. Ma una valutazione che, incoraggiata dal ministero, avrà una ricaduta istituzionale, nel senso che inciderà sui finanziamenti dallo Stato ai singoli Atenei. «Questa valutazione non rimarrà senza effetti, come invece è accaduto finora: nel senso che ne terremo conto nell'erogazione dei finanziamenti. Oggi i soldi agli atenei vengono dati solo in base al numero degli iscritti. Ora il sistema cambierà: il numero degli studenti sarà solo uno degli indici, gli altri saranno la valutazione sulla ricerca, cosa che non era mai stata fatta e i cosiddetti indicatori qualitativi, ossia il tasso degli abbandoni, la durata degli studi, la capacità della facoltà di dare sbocchi professionali: in questa fascia inseriamo anche le pagelle degli studenti ai docenti. Aggiungo un punto: penso che in futuro gli stipendi dei docenti debbano essere decisi dalle singole Università, che anche così potranno affermare la propria autonomia».


Quindici quiz per valutare i prof
Gli studenti giudicano l'università

ROMA - Arriva la pagella per i professori universitari. E a dare il voto saranno gli studenti. La novità, anticipata dal ministro Moratti nel corso del Forum a Repubblica, è stata confermata ieri durante la conferenza stampa che ha ufficializzato l'insediamento del nuovo Consiglio nazionale degli studenti universitari.

Il questionario, che verrà distribuito nei 77 atenei statali nei prossimi giorni, è suddiviso in cinque set per un totale di 15 domande relative all'organizzazione del corso di studi e del singolo insegnamento, alle attività didattiche, alle infrastrutture e al grado di soddisfazione.

In particolare, il questionario, che sarà anonimo, permetterà di acquisire una serie di informazioni significative su alcuni aspetti cruciali della vita universitaria, come il carico didattico, il rispetto degli orari di lezione da parte dei professori, la reperibilità dei docenti al di fuori degli orari di lezione per chiarimenti e spiegazioni, la capacità dell'insegnante di stimolare negli studenti l'interesse verso la disciplina insegnata, la chiarezza espositiva in aula, l'organizzazione complessiva degli insegnamenti rispetto ai periodi di riferimento, l'adeguatezza del materiale didattico, delle aule, delle attrezzature, il quadro d'interesse dello studente per la materia e il livello di soddisfazione personale.

Le rilevazioni, una volta che andranno a regime saranno fondamentali per la definizione della programmazione e per individuare le priorità, in un quadro di miglioramento dei servizi didattici degli atenei, di monitoraggio e di valutazione dell'offerta formativa universitaria. "I risultati periodici di queste rilevazioni - ha concluso il ministro - offriranno un quadro oggettivo della qualità dei servizi universitari, in modo da consentire, anche attraverso misure di sostegno, incentivazione e disincentivazione, di adottare concrete iniziative".

Chromo
26-05-2004, 13:58
SaMu, fonte?
E comunque questi articoli dicono e non dicono; ieri sera la Moratti è stata esplicita, a domanda ha risposto:"Si, i finanziamenti verranno erogati ANCHE in funzione dei giudizi complessivi dati al corpo docente".

Mi rispondi: perchè hai editato? :confused:
E comunque, tu, in tutta sincerità, come voti al sondaggio?

SaMu
26-05-2004, 14:52
Originariamente inviato da Chromo
SaMu, fonte?
E comunque questi articoli dicono e non dicono; ieri sera la Moratti è stata esplicita, a domanda ha risposto:"Si, i finanziamenti verranno erogati ANCHE in funzione dei giudizi complessivi dati al corpo docente".

Mi rispondi: perchè hai editato? :confused:
E comunque, tu, in tutta sincerità, come voti al sondaggio?

Ho editato perchè in un attimo di soprassalto ho deciso che alla cattiva moneta si risponde con la buona, non con altra cattiva.:p:)

Fonti: il primo Radio Radicale, il secondo Repubblica.


Sono a favore di una riforma che leghi i finanziamenti alle università, alle valutazioni su servizi e insegnamenti.

Credo che nessuno meglio degli studenti possa valutare servizi e insegnamenti forniti dalle università.

Il fatto di essere valutate in questo modo incentiva le università ad operare bene, ad organizzare bene i fondi che ricevono, a scegliere professori capaci e non incapaci, ad allontanare quelli meno bravi e richiamarne di più bravi.

Tu identifichi un problema nel fatto che le università meno capaci per le cattive valutazioni vedano ridursi i finanziamenti.. io identifico un problema nella situazione opposta, cioè che le università migliori non ricevano più finanziamenti, e quelle peggiori continuino a ricevere gli stessi, senza alcun incentivo a migliorare sia per le prime che per le seconde.

Se un'università va male, le valutazioni degli studenti sono un primo segnale che le cose non vanno, e il legame diretto coi finanziamenti trasforma il segnale in un segnale forte.. il ministero ovviamente non ha interesse a distruggere le università che vanno male ma a cambiarle: il rettore di un'università che va male, se ritiene che la causa sono i fondi insufficienti o altro che non dipende da lui, potrà spiegarlo e ci sono persone ragionevoli credo a tenerne conto.. se invece gli studenti segnaleranno che il 90% dei professori arriva in ritardo alle lezioni, è poco preparato e se ne frega, il rettore dovrà provvedere e se non sarà capace, è il caso sia sostituito.. anche assegnando maggiori fondi, a una nuova gestione.

Se invece alla fin fine un'università continua a non funzionare e sprecare soldi, non è delitto pensare che sia chiusa.. e che quei soldi che lei sprecava, vadano a finanziare altre università più brave.. in cui potranno andare gli studenti.

Questi sono i principi alla base di ogni forma di incentivi.. certo poi bisogna vedere l'applicazione concreta, i risultati tra 3 o 5 anni, per tirare le prime conclusioni: ma visto che qui stiamo parlando di una riforma appena fatta, e quindi ancora di un principio appena applicato, io sono favorevole a questo principio (che tra l'altro è stato studiato a lungo sul modello di altri sistemi universitari stranieri che funzionano, e funzionano bene).

Chromo
26-05-2004, 15:01
Originariamente inviato da SaMu
Ho editato perchè in un attimo di soprassalto ho deciso che alla cattiva moneta si risponde con la buona, non con altra cattiva.:p:)

Fonti: il primo Radio Radicale, il secondo Repubblica.


Sono a favore di una riforma che leghi i finanziamenti alle università, alle valutazioni su servizi e insegnamenti.

Credo che nessuno meglio degli studenti possa valutare servizi e insegnamenti forniti dalle università.


Uno studente che intende rimanere in un ateneo ben preciso pensi abbia qualche interesse a valutare male i servizi offerti così da sortire l'effetto di far avere ancora meno finanziamenti?


Il fatto di essere valutate in questo modo incentiva le università ad operare bene, ad organizzare bene i fondi che ricevono, a scegliere professori capaci e non incapaci, ad allontanare quelli meno bravi e richiamarne di più bravi.


Questo sicuramente.


Tu identifichi un problema nel fatto che le università meno capaci per le cattive valutazioni vedano ridursi i finanziamenti.. io identifico un problema nella situazione opposta, cioè che le università migliori non ricevano più finanziamenti, e quelle peggiori continuino a ricevere gli stessi, senza alcun incentivo a migliorare sia per le prime che per le seconde.


Sta di fatto che così non sarà!


Se un'università va male, le valutazioni degli studenti sono un primo segnale che le cose non vanno, e il legame diretto coi finanziamenti trasforma il segnale in un segnale forte.. il ministero ovviamente non ha interesse a distruggere le università che vanno male ma a cambiarle: il rettore di un'università che va male, se ritiene che la causa sono i fondi insufficienti o altro che non dipende da lui, potrà spiegarlo e ci sono persone ragionevoli credo a tenerne conto.. se invece gli studenti segnaleranno che il 90% dei professori arriva in ritardo alle lezioni, è poco preparato e se ne frega, il rettore dovrà provvedere e se non sarà capace, è il caso sia sostituito.. anche assegnando maggiori fondi, a una nuova gestione.


Lo spero.. per voi! ;)


Se invece alla fin fine un'università continua a non funzionare e sprecare soldi, non è delitto pensare che sia chiusa.. e che quei soldi che lei sprecava, vadano a finanziare altre università più brave.. in cui potranno andare gli studenti.

Questi sono i principi alla base di ogni forma di incentivi.. certo poi bisogna vedere l'applicazione concreta, i risultati tra 3 o 5 anni, per tirare le prime conclusioni: ma visto che qui stiamo parlando di una riforma appena fatta, e quindi ancora di un principio appena applicato, io sono favorevole a questo principio (che tra l'altro è stato studiato a lungo sul modello di altri sistemi universitari stranieri che funzionano, e funzionano bene).

Io continuo a non capire in che modo il giudizio degli studenti abbia diritto di decidere dei finanziamenti al proprio ateneo ;)
Ma non cercare di rispiegarmelo, sarà un mio limite... ;)

SaMu
26-05-2004, 16:06
Originariamente inviato da Chromo
Uno studente che intende rimanere in un ateneo ben preciso pensi abbia qualche interesse a valutare male i servizi offerti così da sortire l'effetto di far avere ancora meno finanziamenti?

In questa logica che dici, è come se i servizi e la didattica fossero direttamente proporzionali ai finanziamenti.. più finanziamenti? Servizi migliori.. meno finanziamenti? Didattica peggiore.

Nella realtà non è così.. altrimenti tutte le università sarebbero uguali, a parità di finanziamenti per studente tutte avrebbero lo stesso livello di servizi, lo stesso livello di docenza.. ma non è così!

C'è chi i soldi li usa meglio, e chi li usa peggio.. ci sono i bravi, e i meno bravi.. nel 2004 certi discorsi penseresti siano acquisiti, invece siamo qui a discutere sull'esistenza del diverso merito, e sulla necessità di meritocrazia!:D

Un'università che è valuta male e riceve meno finanziamenti, deve riorganizzarsi.. ad esempio, eliminando dei corsi: quali? Quelli valutati meglio, o quelli valutati peggio? E' ovvio, i peggiori.. deve trovare un modo di riorganizzare i servizi: allora si mette a tavolino, elimina gli sprechi e migliora i servizi.. e se non li migliora?

Se non li migliora, l'anno dopo è valutata peggio ancora.. e se continua ad esser valutata male, si cambia il rettore, si cambiano i docenti, si cambia il senato accademico, finchè le cose non tornano a funzionare bene.. e quando funzionano, le valutazioni migliorano, e arrivano nuovi finanziamenti.. è così che funziona, no?:)


Io continuo a non capire in che modo il giudizio degli studenti abbia diritto di decidere dei finanziamenti al proprio ateneo ;)
Ma non cercare di rispiegarmelo, sarà un mio limite... ;)

Ci ho provato lo stesso.. è un mio limite anche questo!:D