majin mixxi
25-05-2004, 22:26
Internet, oscurati siti governativi
Cyberprotesta contro il DL Urbani
Il popolo della Rete si ribella alla norma anti-pireteria appena approvata e passa al contrattacco. Secondo quanto pubblicato da Punto Informatico, infatti, a poche ore dall'annunciato sciopero degli utenti ADSL, alcuni tra i siti istituzionali più importanti sono stati messi ko da un attacco congiunto. Nel mirino della cyberprotesta sono finiti i portali del governo, del Senato, del Parlamento, della Camera, della Gazzetta ufficiale e della Siae.
Al momento l'allarme è rientrato solo per i siti del governo e della Siae. Tutte le altre pagine attaccate, invece, sono ancora irraggiungibili.
Considerata da molti al limiti della legalità, la tecnica utilizzata per la protesta virtuale è quella del "netstrike", una sorta di sit-in telematico, con migliaia di utenti che si collegano contemporaneamente allo stesso sito rendendolo, di fatto, non più visibile.
Ma non è tutto qui. Leggendo i forum di diversi siti informatici specializzati, infatti, è facile imbattersi in messaggi minatori che lasciano presagire soltanto un inasprimento della guerriglia virtuale. Il popolo della Rete sarebbe dunque "in rivolta" e quello che è accaduto sarebbe soltanto l'inizio.
Online circola anche un comunicato anonimo che rivendica gli attacchi e motiva le azioni contro i siti istituzionali.
"I siti attaccati saranno sotto tiro fino a quando la protesta non avrà ottenuto i propri effetti -si legge nel comunicato- Se i governanti non ascolteranno la voce degli aderenti al netstrike, ascolteranno la nostra potenza". La nuova norma anti-pirateria non piace al popolo di Internet: prima i cybernauti hanno provato a dirlo con le buone maniere, ora sono passati a quelle forti.
:D
Cyberprotesta contro il DL Urbani
Il popolo della Rete si ribella alla norma anti-pireteria appena approvata e passa al contrattacco. Secondo quanto pubblicato da Punto Informatico, infatti, a poche ore dall'annunciato sciopero degli utenti ADSL, alcuni tra i siti istituzionali più importanti sono stati messi ko da un attacco congiunto. Nel mirino della cyberprotesta sono finiti i portali del governo, del Senato, del Parlamento, della Camera, della Gazzetta ufficiale e della Siae.
Al momento l'allarme è rientrato solo per i siti del governo e della Siae. Tutte le altre pagine attaccate, invece, sono ancora irraggiungibili.
Considerata da molti al limiti della legalità, la tecnica utilizzata per la protesta virtuale è quella del "netstrike", una sorta di sit-in telematico, con migliaia di utenti che si collegano contemporaneamente allo stesso sito rendendolo, di fatto, non più visibile.
Ma non è tutto qui. Leggendo i forum di diversi siti informatici specializzati, infatti, è facile imbattersi in messaggi minatori che lasciano presagire soltanto un inasprimento della guerriglia virtuale. Il popolo della Rete sarebbe dunque "in rivolta" e quello che è accaduto sarebbe soltanto l'inizio.
Online circola anche un comunicato anonimo che rivendica gli attacchi e motiva le azioni contro i siti istituzionali.
"I siti attaccati saranno sotto tiro fino a quando la protesta non avrà ottenuto i propri effetti -si legge nel comunicato- Se i governanti non ascolteranno la voce degli aderenti al netstrike, ascolteranno la nostra potenza". La nuova norma anti-pirateria non piace al popolo di Internet: prima i cybernauti hanno provato a dirlo con le buone maniere, ora sono passati a quelle forti.
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