spoonman
25-05-2004, 17:58
un articolo di Stefano Olivieri:
http://www.inmovimento.it/04_maggio/24_olivieri.php
bluelake
25-05-2004, 18:03
Il testo è:
L'albero delle mele marce
di Stefano Olivieri
Micidiale lo zapping televisivo. Condensa e riassume nella casualità di un gesto tutte le virtù e i difetti della nostra civiltà. La mente fatica ad adattarsi, e quando ha appena finito di elaborare un immagine, basta un click per saltare dall’Australia al Giappone, dalla miseria più nera allo sfarzo più inutile, dal paradiso di una spiaggia polinesiana all’orrore della guerra in medio oriente. In cinque minuti ieri ho passato in rassegna prima la vita principesca (e anche assai noiosa) del simpatico Batistuta, che con l’amico Caniggia sta concludendo la sua carriera di calciatore nel Qatar ; poi una tv araba che mostrava la miseria e gli orrori in Irak; infine il viaggio verso Hollywood di due ricche e annoiate adolescenti statunitensi che vogliono tentare la carriera del cinema.
Questo servizio, mandato in onda non ricordo più se da MTV oppure da un canale SKY (forse il neonato Foxlife, chissà..), mi è capitato davanti agli occhi in rapida successione dopo la vista di un bambino – avrà avuto si e nò 5 anni, che faceva parte del gruppo di 40 invitati ad un matrimonio, tutti uccisi “per errore” dai soldati americani. Mentre le due ragazze, tutte mossette e nasi rifatti a soli diciassette anni, raccontavano la loro avventura nei vari provini hollywoodiani, nel mio cervello si sovrapponevano le immagini delle loro stanze, enormi e piene fino all’ossessione di abiti, scarpe, gioielli e belletti, a quel volto smagrito, sporco di polvere e sangue e ormai senza vita dello sfortunato ragazzino irakeno.
Per un po’ sono andato avanti così, avanti e indietro fra il paese della morte e quello dei balocchi : da una parte la miseria e la desolazione, dall’altra le smorfiose impegnate nei provini, tutte sorrisetti e gridolini “oh, my God” per descrivere la loro eccitazione nel trovarsi il giorno dopo sul set di Beautiful. Ancora un salto con il telecomando ed ecco Lucignolo, quello che ritengo il peggiore programma di Mediaset, ossessivo e aberrante racconto, svelato non senza autocompiacimento dagli autori della trasmissione, degli italici rampolli a caccia perenne di veline in palestra e in discoteca.
Se quelli di Abu Grahib sono davvero mele marce, ebbene il frutteto che le ha generate non sta laggiù, ma ha radici in tutto il mondo civilizzato, a partire dagli Stati Uniti ma andando ben oltre. La schizofrenia di questa civiltà del benessere ha fuso insieme la bella e la bestia in un unicum che viene venduto, commercializzato e diffuso attraverso la tv. Potremo pure soppiantare Bush e dare un calcio nel sedere a Berlusconi, ma non approderemo a un vero cambiamento se non ci libereremo della droga del consumo, che le multinazionali tendono a farci identificare con il bisogno. Il vero potere, che disfa e crea in continuazione economie e interi paesi, si nasconde dietro le scarpe famose, i cosmetici rivitalizzanti, le pillole per il mal di testa. I nostri mille grandi fratelli ci osservano di continuo, siamo i loro polli nella stia, ci vogliono più in salute, più longevi e abbastanza ricchi da spendere di più e più a lungo per acquistare i loro prodotti.
Hanno in mano stati e governi, hanno già pianificato il prossimo millennio, se la natura non si ribellerà prima introducendo impreviste difficoltà alla loro strategia. Si sono impadroniti dei nostri ragazzi, non di tutti per fortuna, e li portano a spasso nel paese dei balocchi, inoculando a piccolissime dosi un benessere drogato da cui sarà difficile staccarsi. E’ vero, in fondo questa inquietudine mondiale accesa attorno a Iraq e Palestina fa pensare davvero a una guerra santa, ma non esattamente nei termini ipocriti e interessati di Bush e di Bin Laden. L’uno con l’altro, in fondo, pur diversi sono organici : entrambi hanno bisogno della guerra per mantenere il potere. Ma al di sopra di loro si muovono le multinazionali della guerra, della medicina, del petrolio e della biogenetica, ultima arrivata ma non meno potente e arrogante. Il calderone umano è denso e per smuoverlo, per far circolare i consumi e fare affiorare i guadagni, occorre un mestolo potente, che solo la guerra è in grado di costruire.
Il fronte politico si intreccia così con quello morale, squisitamente etico, e dobbiamo cercare sempre più alleanze transnazionali su pochi fondamentali valori per evitare che tutto si ripeta fra cinque, dieci anni, magari con i nuovi protagonisti che si stanno affacciando sulla competizione mondiale, Cina avanti a tutti. Occorre inoculare la filosofia di una nuova competizione virtuosa, che non è detto sia meno remunerativa del globalismo cieco e assassino di oggi, anzi il contrario : ciascun paese, ciascuna cultura ha le sue specificità, le sue perle preziose, che non possono che apprezzarsi con l’allargamento del mercato, senza che questo significhi necessariamente miseria di alcuni e ricchezza di altri. Il dibattito sui bisogni globali (quelli veri, non generati dal consumo), se affrontato attorno ad un tavolo e non su un teatro di guerra non può che avvicinare e arricchire tutti. Il vero autentico sogno non può restare l’american dream, ma il benessere e la pace mondiale. C'è chi sicuramente sorriderà ad una affermazione del genere, invocando la real politik, ma non c’è niente da ridere e dobbiamo essere consapevoli dei rischi attuali: l'uomo è una sciocca bestia e l'alternativa ad una coesione pacifica e globale dei popoli non può che essere, alla fine dei giochi, la nostra stessa autodistruzione.
ClauDeus
25-05-2004, 18:23
Quoto dalla prima all'ultima parola
è davvero impossibile dargli torto.... :(
in certi passaggi è sconcertantemente vero, anche se davvero tante persone sembrano assolutamente non esserne, o forse non vogliono esserne, consapevoli. questo è per certi versi ancora più triste.
Triste e condivisibile. :(
lnessuno
25-05-2004, 19:49
non mi piace come è scritto, ma sono d'accordo pure io
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