Flajan
25-05-2004, 11:54
Peter Raubal è l'unico lontano parente in vita del dittatore nazista
L'erede di Hitler: «No ai diritti del Mein Kampf»
Interpellato da uno storico che gli consiglia di far causa per i riconoscimenti delle royalties, lui ripete: «Non se ne parla»
BERLINO - Sono anni che lo ripete fino alla noia: «Io con quel libro non voglio avere niente a che fare». Eppure c'è ancora oggi chi insiste: «Se aprisse una causa civile contro la Bavaria vincerebbe i diritti sul "Mein Kampf" di Hitler perché è l'unico suo lontano parente ancora in vita».
Si riapre ancora una volta la vecchia storia delle royalties sul libro del dittatore tedesco. Perché lo storico Werner Maser è tornato sull'argomento e l'argomento, in Germania, apre sempre gran discussioni. Maser ha detto in unt'intervista al Bild am Sonntag che se Peter Raubal, pronipote del fuhrer, chiedesse alla giustizia il riconoscimento dei diritti sul libro che tracciò il profilo del nazismo, «quasi certamente vincerebbe». Ma Raubal replica sdegnato per essere stato ancora una volta tirato in ballo per qualla lontana parentela che non riesce a scrollarsi di dosso: «L'ho già detto e lo ripeto: non ho intenzione di aprire nessuna causa per quel libro. Non voglio saperne niente. Voglio solo essere lasciato in pace».
In Germania è illegale la distribuzione del Mein Kampf, salvo in circostanze particolari legati a ricerche o studi storici. Ma il testo che il dittatore dettò in carcere al suo segretario, Rudolf Hess, è disponibile online in molti Paesi, Israele compreso. Essenza della dottrina nazista, il libro venne pubblicato nel 1925 e divenne, sotto la dittatura del fuhrer, un testo scolastico.
Nel '46 una Commissione degli Alleati ne assegnò il controllo e i diritti alla Bavaria che, a quanto pare, non rischia certo di vederseli strappare.
L'erede di Hitler: «No ai diritti del Mein Kampf»
Interpellato da uno storico che gli consiglia di far causa per i riconoscimenti delle royalties, lui ripete: «Non se ne parla»
BERLINO - Sono anni che lo ripete fino alla noia: «Io con quel libro non voglio avere niente a che fare». Eppure c'è ancora oggi chi insiste: «Se aprisse una causa civile contro la Bavaria vincerebbe i diritti sul "Mein Kampf" di Hitler perché è l'unico suo lontano parente ancora in vita».
Si riapre ancora una volta la vecchia storia delle royalties sul libro del dittatore tedesco. Perché lo storico Werner Maser è tornato sull'argomento e l'argomento, in Germania, apre sempre gran discussioni. Maser ha detto in unt'intervista al Bild am Sonntag che se Peter Raubal, pronipote del fuhrer, chiedesse alla giustizia il riconoscimento dei diritti sul libro che tracciò il profilo del nazismo, «quasi certamente vincerebbe». Ma Raubal replica sdegnato per essere stato ancora una volta tirato in ballo per qualla lontana parentela che non riesce a scrollarsi di dosso: «L'ho già detto e lo ripeto: non ho intenzione di aprire nessuna causa per quel libro. Non voglio saperne niente. Voglio solo essere lasciato in pace».
In Germania è illegale la distribuzione del Mein Kampf, salvo in circostanze particolari legati a ricerche o studi storici. Ma il testo che il dittatore dettò in carcere al suo segretario, Rudolf Hess, è disponibile online in molti Paesi, Israele compreso. Essenza della dottrina nazista, il libro venne pubblicato nel 1925 e divenne, sotto la dittatura del fuhrer, un testo scolastico.
Nel '46 una Commissione degli Alleati ne assegnò il controllo e i diritti alla Bavaria che, a quanto pare, non rischia certo di vederseli strappare.