Chromo
17-05-2004, 10:23
Izzedine Salim morto in un'esplosione presso la Zona Verde
Londra: "Gli assassini sono nemici del popolo iracheno"
Iraq, autobomba uccide il capo del Consiglio di governo
Altri nove iracheni tra le vittime. Sei feriti, di cui due soldati Usa
BAGDAD - Un'autobomba esplosa stamattina a Bagdad ha ucciso il presidente di turno del Consiglio di governo iracheno, nominato dagli Usa. La notizia, lanciata dalla tv satellitare panaraba Al Jazeera, è stata confermata dal vice ministro degli esteri Hamed al Bayati. Abdul Zahra Othman Mohammad, noto anche come Izzedine Salim, stava aspettando di entrare nel principale compound della coalizione nella capitale irachena, la cosidetta "zona verde", quando è stato travolto dall'esplosione.
L'autobomba è scoppiata intorno alle 9,30 locali, le 8,30 in Italia. La scena dell'attentato, uno degli uno degli ingressi principali della sede della coalizione, è una zona controllatissima. In seguito all'esplosione, alcune auto hanno preso fuoco e alte colonne di fumo hanno invaso l'area. Tutta la zona è stata bloccata dai militari americani.
Abdul Zahra Othman Mohammad, sciita e membro del partito islamico Daawa, era uno scrittore, filosofo e attivista politico. E' il secondo membro del Consiglio di governo ad essere ucciso. La prima è stata, lo scorso settembre, Aquila al-Hasimi, una delle tre donne del Consiglio. "Gli assassini di Izzedine Salim sono nemici del popolo iracheno", ha detto il ministro degli Esteri britannico Jack Straw, parlando a Bruxelles.
Nell'attentato di Bagdad, secondo quanto riferito dal capitano statunitense Lennol Absher, sono morte altre nove persone. Un membro del Consiglio di governo provvisorio, Imad Shedib, vice presidente dell'Intesa nazionale, ha riferito che tra le vittime ci sono le guardie di Izzedine Salim. Sei, al momento, i feriti, tra i quali due soldati americani. Il 6 maggio, un attentatore suicida si fece esplodere quasi nello stesso punto, uccidendo cinque iracheni e un soldato americano. L'attacco fu rivendicato dall'uomo di al Qaeda in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi.
(17 maggio 2004)
Londra: "Gli assassini sono nemici del popolo iracheno"
Iraq, autobomba uccide il capo del Consiglio di governo
Altri nove iracheni tra le vittime. Sei feriti, di cui due soldati Usa
BAGDAD - Un'autobomba esplosa stamattina a Bagdad ha ucciso il presidente di turno del Consiglio di governo iracheno, nominato dagli Usa. La notizia, lanciata dalla tv satellitare panaraba Al Jazeera, è stata confermata dal vice ministro degli esteri Hamed al Bayati. Abdul Zahra Othman Mohammad, noto anche come Izzedine Salim, stava aspettando di entrare nel principale compound della coalizione nella capitale irachena, la cosidetta "zona verde", quando è stato travolto dall'esplosione.
L'autobomba è scoppiata intorno alle 9,30 locali, le 8,30 in Italia. La scena dell'attentato, uno degli uno degli ingressi principali della sede della coalizione, è una zona controllatissima. In seguito all'esplosione, alcune auto hanno preso fuoco e alte colonne di fumo hanno invaso l'area. Tutta la zona è stata bloccata dai militari americani.
Abdul Zahra Othman Mohammad, sciita e membro del partito islamico Daawa, era uno scrittore, filosofo e attivista politico. E' il secondo membro del Consiglio di governo ad essere ucciso. La prima è stata, lo scorso settembre, Aquila al-Hasimi, una delle tre donne del Consiglio. "Gli assassini di Izzedine Salim sono nemici del popolo iracheno", ha detto il ministro degli Esteri britannico Jack Straw, parlando a Bruxelles.
Nell'attentato di Bagdad, secondo quanto riferito dal capitano statunitense Lennol Absher, sono morte altre nove persone. Un membro del Consiglio di governo provvisorio, Imad Shedib, vice presidente dell'Intesa nazionale, ha riferito che tra le vittime ci sono le guardie di Izzedine Salim. Sei, al momento, i feriti, tra i quali due soldati americani. Il 6 maggio, un attentatore suicida si fece esplodere quasi nello stesso punto, uccidendo cinque iracheni e un soldato americano. L'attacco fu rivendicato dall'uomo di al Qaeda in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi.
(17 maggio 2004)