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View Full Version : Ma gli ostaggi?


Bardiel
13-05-2004, 13:22
Dove sono? Potere del silenzio stampa.

ziozetti
13-05-2004, 13:27
Originariamente inviato da Bardiel
Dove sono? Potere del silenzio stampa.
O forse è finito solo il clamore? Dopo qualche tempo la notizia è "vecchia". Ci sono state le torture e adesso vanno di moda le decapitazioni. :O

Bardiel
13-05-2004, 13:30
Originariamente inviato da ziozetti
O forse è finito solo il clamore? Dopo qualche tempo la notizia è "vecchia". Ci sono state le torture e adesso vanno di moda le decapitazioni. :O
Probabile, che schifo però.

IpseDixit
13-05-2004, 13:33
Originariamente inviato da Bardiel
Probabile, che schifo però.
Dopo un pò le notizie stancano, ormai si attende il rilascio o l'uccisione.

abxide
13-05-2004, 13:40
Stì terroristi hanno veramente rotto il caxxo...

Korn
13-05-2004, 13:50
un contatto di gino strada ha detto che stanno bene, non riesco a trovare l'articolo però

psnon se ne parla più anche perchè hanno deciso il silenzio stampa

lnessuno
13-05-2004, 14:01
Originariamente inviato da abxide
Stì terroristi hanno veramente rotto il caxxo...



già... perchè non se ne tornano a casa loro!

euscorpius
13-05-2004, 14:04
Originariamente inviato da abxide
Stì terroristi hanno veramente rotto il caxxo...

...che lascino l'Iraq....'sti mericani...

ni.jo
13-05-2004, 14:35
Originariamente inviato da Korn
un contatto di gino strada ha detto che stanno bene, non riesco a trovare l'articolo però

psnon se ne parla più anche perchè hanno deciso il silenzio stampa
Ostaggi italiani, segnali positivi
Sono vivi e informati dell'iniziativa di Emergency. Un mese fa il rapimento
INVIATO A BAGHDAD
La notizia dell'uccisione di Michael Berg, l'ostaggio americano decapitato martedì alla periferia di Baghdad, arriva con la sua violenza alla delegazione di Emergency che sta cercando di contribuire a una soluzione positiva dela vicenda dei tre prigionieri italiani - oggi è un mese esatto dal loro rapimento -, provocando oltre all'orrore, un comprensibile aumento della preoccupazione. Il filo teso, attraverso faticosi collegamenti, è consistente ma sottile, attraversato da alcuni buoni segnali come la rassicurazione che i tre sono vivi, in buona salute e che sarebbero anche informati della presenza in Iraq del gruppo di Emergency. Un filo che è anche esposto alle forti tensioni provocate dall'escalation quotidiana di violenza che percorre tutto il paese: dal bombardamento del quartiere di Al Sadr a Baghdad alla nuova incursione dei marines a Falluja, ai violenti scontri a fuoco con gli inglesi a Bassora, mentre le immagini delle torture di Abu Grahib alimentano nella popolazione tutta, insieme all'indignazione anche l'odio. Odio che, ogni giorno che passa, rischia di diventare sempre più feroce e indiscriminato vesro tutti gli occidentali presenti qui. Odio che non si vorrebbe arrivasse a colmare, otturandoli, i canali di solidarietà aperti in tanti anni di tenace lavoro di Emergency in Iraq e che ancora sono percorribili, speriamo in entrambi i sensi.

Quello stabilito lo scorso venerdì con la popolazione di Falluja, dal convoglio di aiuti che ha raggiunto la città, sarà già oggi attraversato da altri aiuti, stavolta sanitari: le medicine urgenti richieste a Gino Strada dai medici del Falluja General Hospital, nell'incontro di venerdì.

Quella che Emergency sta giocando qui è una scommessa alta, la scommessa da una parte tra la forza della solidarietà e del rispetto fra esseri umani, non predicati come concetti astratti ma praticati concretamente come valori e dall'altra la brutalità, la rabbia, la chiusura al dialogo che la guerra provoca nell'animo di chi la fa o la subisce. E' proprio sull'esito di questa scommessa intelligente che si fondano le speranze che si possa arrivare alla liberazione di Agliana, Stefio e Cupertino. Nonostante la preoccupazione, i contatti sono attivi. Finché lo saranno non è lecito arrendersi al pessimismo ed è per questo che la delegazione di Emergency continua a coltivarli con pazienza e fiducia.

«Continuiamo il nostro lavoro - dice Gino Strada - sperando che anche stavolta il dialogo e i gesti di solidarietà alla fine prevalgano sulla voglia di vendetta e sulla logica della violenza».