View Full Version : 41 bis
mi pare si commenti da sé.
Sicilia, 16:46
Mafia, revocato carcere duro a killer Borsellino e Livatino
Revocato il carcere duro, in seguito all'entrata in vigore della nuova legge sul 41 bis ai boss e killer che uccisero il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, il giudice Rosario Livatino e il giudice Antonino Saetta col figlio Roberto. I beneficiari del provvedimento sono: Francesco Tagliavia, condannato per la strage Borsellino; Paolo Amico, delitto Livatino; Pietro Ribisi, duplice delitto Saetta.
Per Tagliavia e Amico il carcere duro è stato riapplicato poco dopo la revoca perchégli inquirenti avevano scoperto che avevano ripreso i contatti con le organizzazioni malavitose. Ma la maggior parte dei boss e dei killer che hanno avuto la revoca - come il capoclan della 'ndrangheta Rocco Molè e il capoclan di Gela, Aurelio Cavallo - non sono tornati nei raggi del carcere duro e sono in normale regime detentivo.
lnessuno
11-05-2004, 19:25
:eek:
ma che è sta 41 bis? :mbe:
Originariamente inviato da lnessuno
:eek:
ma che è sta 41 bis? :mbe:
carcere duro ai mafiosi, che altrimenti comandano le manovalanze e i capibanda dal carcere come fossero in cabina di regia.
lnessuno
11-05-2004, 19:29
Originariamente inviato da ni.jo
carcere duro ai mafiosi, che altrimenti comandano le manovalanze e i capibanda dal carcere come fossero in cabina di regia.
Revocato il carcere duro, in seguito all'entrata in vigore della nuova legge sul 41 bis
sarò intontito, ma non mi torna... questa legge revoca il carcere duro, o lo prevede? :confused:
cmq se non hai voglia di rispondere fa niente, mi informo da me :)
Originariamente inviato da lnessuno
sarò intontito, ma non mi torna... questa legge revoca il carcere duro, o lo prevede? :confused:
cmq se non hai voglia di rispondere fa niente, mi informo da me :)
il 41 bis è il carcere duro.
la legge è però stata riformata e permette scarcerazioni come quelle sopra
(o almeno questo è quello che ho capito...:stordita: )
Originariamente inviato da lnessuno
sarò intontito, ma non mi torna... questa legge revoca il carcere duro, o lo prevede? :confused:
cmq se non hai voglia di rispondere fa niente, mi informo da me :)
Scusa.:)
La revoca del carcere duro permette ai mafiosi che hanno fatto saltare in aria Borsellino e scorta, di farsi il carcere come normali borseggiatori: siccome i mafiosi non sono borseggiatori, ma hanno la bella abitudine di continuare a commandare dal carcere (centinaia a e centinaia di esecuzioni sono state ordinate proprio dal carcere, grazie ai parenti, a guardie a telefoni e via dicendo), e siccome il carcere duro non erano i lavori forzati o la tortura una tantum (anticipo una delle possibili obiezzioni...) ma l'impossibilità di trasmettere ordini all'esterno ecc.. aspetto che qualcuno mi chiarisca perchè è stata fatta 'sta legge.
queste notizie mi invogliano alla legalizzazione della giustizia sommaria. :)
quando le leggo sento il john wayne che è in me arrivare con il cavallo e le 2 colt che sparano a festa :)
PORCO....... :mad:
ps serio: sentite questa riflessione che premetto essere assurda e paradossale.
"per arrivare alla giustizia bisogna stravolgere il suo equilibrio.
la legge quindi non deve essere uguale per tutti, deve essere un' attimino più conciliante verso le persone oneste. in questo modo i criminali che hanno scelto questa vita capirebbero che hanno più da perdere delle persone "normali" che magari delinquono per ragioni legate allo stress o alla paura".
tutto questo perchè la legge in italia non funziona ovviamente....:rolleyes:
ho scritto abbastanza di istinto. se ho detto una cazzata fatemelo notare! :D
LittleLux
11-05-2004, 19:39
La domanda cruciale, è: perchè hanno ritenuto di dover modificare, di fatto ammorbidendolo, il 41bis?
Originariamente inviato da LittleLux
La domanda cruciale, è: perchè hanno ritenuto di dover modificare, di fatto ammorbidendolo, il 41bis?
non lo so, non voglio saperlo.
se penso che premiano i pentiti per le loro "confessioni"......:nono:
LittleLux
11-05-2004, 19:46
Originariamente inviato da eriol
non lo so, non voglio saperlo.
se penso che premiano i pentiti per le loro "confessioni"......:nono:
E invece sarebbe interessante, se ce lo spiegassero...
La legge sui pentiti ha avuto, ed ha, un ruolo fondamentale nella lotta alla mafia, certo, è uno strumento molto delicato che va saputo utilizzare a dovere, tuttavia ha rappresentato (rappresenta), forse , l'arma più potente in mano dello stato per la lotta al crimine organizzato.
ciriccio
11-05-2004, 19:50
ci saranno accordi dietro perchè tutto ha un prezzo secondo me...
sempreio
11-05-2004, 19:53
Originariamente inviato da LittleLux
E invece sarebbe interessante, se ce lo spiegassero...
La legge sui pentiti ha avuto, ed ha, un ruolo fondamentale nella lotta alla mafia, certo, è uno strumento molto delicato che va saputo utilizzare a dovere, tuttavia ha rappresentato (rappresenta), forse , l'arma più potente in mano dello stato per la lotta al crimine organizzato.
l' italia e il mondo stanno degradando sempre più era meglio mussolini e hitler:muro:
Originariamente inviato da sempreio
l' italia e il mondo stanno degradando sempre più xxx
Edita...
stasera ot sembra un ritrovo di fascistelli in erba boh...
lnessuno
11-05-2004, 20:04
Originariamente inviato da Korn
stasera ot sembra un ritrovo di fascistelli in erba boh...
hail, korn! http://www.***************************/smiles/heil.gif :D
Originariamente inviato da Korn
stasera ot sembra un ritrovo di fascistelli in erba boh...
Non solo stasera...
alimatteo86
11-05-2004, 20:12
una delle poche leggi utili per l'italia
sinceramente mi vengono in mente 2 cose:
1- lo striscione "41bis: berlusconi dimenica la sicilia" comparso in uno stadio 2 anni fa circa
2- un libro che ho letto che parlava dei rapporti berlusconi-mafia
:(
jumpermax
11-05-2004, 20:18
Il 41 bis non è proprio un normale regime carcerario...
http://www.radicali.it/dossier_carcere/scheda.asp?Q=265
Mentre l’art. 41 bis della legge penitenziaria ha istituito un circuito speciale nelle carceri dove sono rinchiusi centinaia di detenuti ai quali sono concessi un solo colloquio al mese attraverso il vetro antiproiettile e il citofono, due ore d'aria al giorno e nessuna socialità, niente posta da altri detenuti anche se familiari, niente pacchi viveri e niente libri dall'esterno, neanche il fornello per farsi un caffè. Molti di questi detenuti nel circuito speciale, risultano essere nella posizione di indagati e non di condannati. Sull’art. 4 bis e l’art. 41 bis, la Corte Costituzionale ha avanzato più volte perplessità riguardo all'individuazione per titoli di reato dei destinatari finali dei provvedimenti, non coerente con il principio di individualizzazione della pena.
http://www.radicali.it/organi/news.asp?q=5197
sempreio
11-05-2004, 20:22
Originariamente inviato da alimatteo86
una delle poche leggi utili per l'italia
sinceramente mi vengono in mente 2 cose:
1- lo striscione "41bis: berlusconi dimenica la sicilia" comparso in uno stadio 2 anni fa circa
2- un libro che ho letto che parlava dei rapporti berlusconi-mafia
:(
ma non capite che l' italia è allo sbando o si va via... o si va via....
fdA40-99
11-05-2004, 20:45
Credo sia una necessità vera. da sentire, quella di riprendere con il processo di lotta alla mafia iniziato più di un decennio fa da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e quindi l'iirigidimento della legge 41bis. Mi auguro, in più, che non si creda che gli arresti degli ultimi mesi abbiano indebolito Cosa Nostra, anzi, essi hanno favorito l'ingresso e l'affermazione di nuove famiglie mafiose. Bisogna, ripeto, insistere e portare avanti la linea dura impostata dai compianti avvocati siciliani (ora questa strada mi sembra morta da anni).
Le cose che hanno dato risultati contro la lotta alla mafia, quando ancora c'era una guerra alla mafia, quando quetsa si dibatteva perchè attaccata e non questa finta pace silenziosa, sono stati il vecchio giudice Caponnetto e i suoi allievi Falcone e Borsellino.
Sono state le rivelazioni dei pentiti, senza le quali adesso ci racconteremmo ancora che la mafia non esiste.
E' stato il carcere duro per i mafiosi, che gli impedisce (nemmeno sempre) di contiinuare a dirigere le cosche dal carcere.
E' stato il sequestro dei beni, un minimo di appoggio, giusto quel tanto per salvaguardare la decenza a volte, delle legislature alla guerra alla mafia.
Quando Caponnetto ha lasciato Palermo, nel 1988, tutti si aspettano che Falcone sia nominato al suo posto.
E invece accade proprio questo, che al giudice depositario della conoscenza sulla nuova mafia viene preferito, in onore al criterio dell'anzianità, il collega Antonino Mele.
Borsellino è stato mansìdato a Marsala.
Il colpo più duro, però, arriva dalla corte d'appello di Palermo che, in secondo grado, smonta il teorema Buscetta (non vi è omicidio importante che non sia autorizzato dalla
«cupola») e assolve decine di imputati.
La mafia torna ad essere quella del prefetto Mori: tante famiglie isolate, predatrici del proprio feudo. Niente commissione centrale, niente cupola, niente.
Caponnetto commentando le stragi di Capaci e di via D'Amelio: «C'era il pericolo che Falcone e Borsellino proseguissero in modo incisivo la loro azione nella direzione della procura nazionale antimafia».Nella camera ardente di Borsellino la rase era ancora più efficace «...è finita...è finita...»
Sapete belli aveva proprio ragione...la guerra era proprio finita, indovinate chi ha vinto?
Non c'è più la mafia, c'è un silenzio...: ci sono poveri detenuti maltrattati perchè gli si impedisce di telefonare (terribile e inumano, in effetti, se non si è in guerra) e vecchi politici che tutti sapevano collusi che diventano poveri perseguitati...non si ammazza più nelle strade, non ci si preoccupa dei sub-appalti, ci sono solo affari, per lo più i canali finanziari e gli strumenti sono gli stessi della finanza pulita, i paradisi fiscali e le scatole cinesi...anzi, sapete, magari sarà la nostra arma contro l'economia Cinese: propongo di usare il metodo mafoso elevandolo a istituzione! Tanto anche loro hanno una loro mafia, bella tosta, che funziona...un alleanza per il progresso non sarebbe da scartare a priori.
p.s. Non mi venite a difendere il Cavaliere, (jumper il 41 bis, la cui applicazione ha portato a questo, è stato comunque reso definitivo proprio dall'attuale governo) che non ce l'ho solo con lui, è lo Stato ad aver perso...
Mi sono ritrovato Clint Eastwood appeso
a un albero invece di Totò Riina
Ma a chi diamo fastidio
se parliamo di mafia?
di CARLO LUCARELLI
Il mio cellulare non prende mai. Ogni volta che guardo il display vedo la scritta solo emergenze e nessuna tacca, così quando sono fuori sono quasi sempre scollegato dal mondo. Tipo giovedì sera, sono a cena fuori a casa di amici e aspettiamo di vedere la puntata di "Blu notte" sulla mafia, che alcuni di loro non hanno visto e che io rivedo volentieri. E' per questo, per il mio telefono che non prende, che nessuno riesce ad avvertirmi e come molti telespettatori mi ritrovo Clint Eastwood appeso ad un albero invece di Totò Riina al 41 bis.
Non capisco. Poi qualcuno riesce a raggiungermi e mi dice che ci hanno sospeso. Sospeso? Non mi era mai successo, neanche a scuola. Così mi sono guardato Il Grande Fratello (il film con Clint lo avevo già visto).
Il giorno dopo ho cercato spiegazioni. E ho continuato a non capire. Mi hanno letto una circolare secondo la quale programmi come il mio violerebbero la legge sulla par condicio. Perché intervisto alcuni politici e perché parlo di argomenti che possono essere ricondotti alla politica.
Non capisco. Ho intervistato politici di quasi tutti gli schieramenti della prima e della seconda repubblica, hanno parlato Mancino che all'epoca dei fatti raccontati era ministro degli Interni, ha parlato Martelli che lo era della Giustizia, ha parlato Violante dei Ds e Battaglia di An, e hanno parlato solo delle cose che li riguardavano rispetto alla vicenda. Correttamente ed esaurientemente direi, visto che nessuno si era lamentato quando la puntata era già andata in onda nel giugno del 2003, come una specie di pilota di questa nuova serie. E allora perché non siamo andati in onda?
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Parliamo di politica, e siamo sotto le elezioni. Non è esatto, noi parliamo di mafia, e parlare di mafia non dovrebbe dar fastidio a nessuno, a parte la mafia, naturalmente. Parlarne in modo corretto, intendo, come sono convinto che avevamo fatto noi e come ci era stato riconosciuto da più parti (chissà, magari anche dai mafiosi... non lo so, non frequento).
Secondo la circolare che mi hanno letto non si può parlare di politica, non si può parlare con e di politici coinvolti nelle elezioni, neanche di fatti che li riguardano, per quanto vecchi o passati che siano. Forse mi sbaglio, o semplicemente non capisco, ma fortuna che Giulio Andreotti è già senatore a vita e non è candidato, se no non potremmo mandare in onda neanche una puntata sul caso Montesi, 1953, preistoria della prima repubblica, perché ad un certo punto passiamo un'intervista di repertorio ad Andreotti che ricorda le impressioni lasciate da quel caso nell'Italia di allora. Unico modo per andare in onda con la nostra puntata sulla mafia: passare sotto la responsabilità di una testata giornalistica. Ma il direttore generale, mi hanno detto, non ha ritenuto di dare l'autorizzazzione.
Forse sono io che mi sbaglio. O semplicemente non capisco. Non lo so. Vediamo quello che non vedremo sulla Rai da qui al giorno delle elezioni.
Intanto, l'altra sera mi sono guardato il Grande Fratello. Per chi avesse visto il film su Rai3, o Don Matteo o qualcos'altro: è uscita Carolina, quella carina, che se la faceva con Tommaso.
(L'autore è scrittore e conduttore di "Blu notte")
(24 aprile 2004)
Il dovere
di informare /2
http://www.repubblica.it/online/cronaca/carcereduro/mauro/mauro.html
S'avanza una nuova interpretazione del giornalismo: informare è "una forma di terrorismo criminal-politico", è "istigazione a delinquere" (Dell'Utri), è "armare la mano degli assassini" (Previti), è la "nuova strategia della tensione" (Cicchitto) in un crescendo di incriminazioni e biasimi senza misura e decenza. Che cosa è accaduto? Ricapitoliamo brevemente i fatti.
A partire dal marzo scorso, i capi di Cosa Nostra, per la prima volta nella loro centenaria e infame storia, decidono di avanzare pubblicamente allo Stato proposte politiche ("la pacificazione") e - a voce, nelle aule dei tribunali, o per iscritto al segretario dei Radicali - chiedono che siano cancellate o modificate alcune leggi (il carcere duro previsto dal 41 bis). Anche chi ignora le cose di mafia può comprendere la grande novità di queste sortite. Eravamo abituati a "uomini d'onore" (si fa per dire) che negavano anche la loro stessa esistenza, che rifiutavano ogni contatto con lo Stato. Improvvisamente, quegli stessi "uomini d'onore" incontrano procuratori, ammettono l'esistenza dell'Organizzazione, "trattano" con uomini dello Stato. Che cosa sta succedendo?
Com'è naturale se lo chiedono anche l'intelligence e gli apparati della sicurezza. Che, con due rapporti del Sisde e della Polizia Criminale e in base a differenti fonti di ambiente mafioso, concludono:
1) Cosa Nostra vuole che sia cancellato e alleggerito il carcere duro.
2) Cosa Nostra si attende che la riforma della giustizia permetta la revisione dei processi.
3) Le leggi che possono essere utili alla mafia in Parlamento "non procedono" e i mafiosi non vogliono "accettare lo status quo".
4) Cosa Nostra decide allora di preparare "un'operazione di forte impatto, politicamente destabilizzante".
5) Cosa Nostra minaccia di colpire politici vicini al presidente del Consiglio (Dell'Utri e Previti) che, presso l'opinione pubblica, appaiono compromessi ("mascariati") con gli affari di mafia.
(http://www.repubblica.it/online/cronaca/carcereduro/uccidere/uccidere.html)
La rilevanza delle notizie, raccolte in questi documenti, è evidente: Cosa Nostra si prepara a minacciare l'ordinata vita delle istituzioni, anche con atti violenti contro parlamentari, per influire sul processo legislativo, deformandolo a suo vantaggio. Abbia o no strappato promesse durante la campagna elettorale, come ripete, Cosa nostra si attende da questo governo, da questa maggioranza, un sostegno alle proprie necessità, anche a costo di colpire un uomo vicino al premier: un politico scelto con cura tra chi - vicino al presidente - ha presso l'opinione pubblica un'immagine, secondo la mafia, opaca.
Questa strategia criminale deve essere portata a conoscenza di tutti, dentro il Palazzo e fuori. Tanto più che non esiste un problema di riservatezza sui nomi, perché già a fine luglio alcuni giornali avevano dato con grande evidenza la notizia. "La Stampa", ad esempio, aveva titolato così: "Dell'Utri e Previti nel mirino dei boss".
La novità è dunque il quadro strategico delle minacce e delle attese mafiose, accreditate come credibili dalla relazione dei servizi segreti e della polizia, rivelati nella loro interezza dallo scoop di Giuseppe D'Avanzo. Ecco ciò di cui ha dato conto "Repubblica", com'è suo dovere, con un lavoro inappuntabile di indagine e di analisi.
La reazione di Cesare Previti e dei corifei di Forza Italia è stupefacente. Secondo loro non è la mafia che minaccia l'onorevole, cosa gravissima. Non è l'intelligence che svela il piano di aggressione, e sente il dovere di segnalarlo al governo. È piuttosto "Repubblica" che "fornisce uno spunto alle cosche". Basterebbe qui dire che, come ognuno sa, svelare una minaccia protegge la vittima designata non ne pregiudica la posizione.
Appare almeno irragionevole sostenere che dar conto di un documento di un organo dello Stato sulla strategia mafiosa sia "istigazione a delinquere".
Ma la ragionevolezza non ha nulla a che fare con le parole di Previti e del suo coro, che non perdono naturalmente occasione per tentare di legare la minaccia mafiosa alle disavventure giudiziarie dell'onorevole. Sarebbe troppo attendere da Previti e dai suoi uomini le parole responsabili spese ieri dal presidente della Camera: "Le forze politiche evitino strumentalizzazioni e diano, in tema di lotta alla mafia, una risposta tempestiva, chiara e univoca". Lo chiediamo anche noi. (e. m.)
(9 settembre 2002)
Originariamente inviato da eriol
queste notizie mi invogliano alla legalizzazione della giustizia sommaria. :)
quando le leggo sento il john wayne che è in me arrivare con il cavallo e le 2 colt che sparano a festa :)
PORCO....... :mad:
ps serio: sentite questa riflessione che premetto essere assurda e paradossale.
"per arrivare alla giustizia bisogna stravolgere il suo equilibrio.
la legge quindi non deve essere uguale per tutti, deve essere un' attimino più conciliante verso le persone oneste. in questo modo i criminali che hanno scelto questa vita capirebbero che hanno più da perdere delle persone "normali" che magari delinquono per ragioni legate allo stress o alla paura".
tutto questo perchè la legge in italia non funziona ovviamente....:rolleyes:
ho scritto abbastanza di istinto. se ho detto una cazzata fatemelo notare! :D
Ma quale cazzata e cazzata!!! Questa è la sacrosanta verità!!! Altro che i soiti discorsi da politicanti!!!
:mano: :mano: :mano: :mano:
Originariamente inviato da leoben
Ma quale cazzata e cazzata!!! Questa è la sacrosanta verità!!! Altro che i soiti discorsi da politicanti!!!
:mano: :mano: :mano: :mano:
grazie per il commento :mano:
Originariamente inviato da LittleLux
La domanda cruciale, è: perchè hanno ritenuto di dover modificare, di fatto ammorbidendolo, il 41bis?
In che modo lo hanno ammorbidito?
Originariamente inviato da SaMu
In che modo lo hanno ammorbidito?
Non sò quale sia stavolta la riga aggiunta, l'emendamento, il codicillo, la scadenza improrogabile aggiunta ad un codice che aveva sempre funzionato, all'interno della solita legge magari anche nata con una causa "giusta" (una di quelle che mi ero dimenticato di assegnare col segno + a questa scarsissima legislatura)...(http://www.interno.it/news/pages/nodate/news_000017410.htm) 'stavolta non c'è da prevedere nulla, ma guardare i "risultati" :muro:
Il Manifesto, 28 settembre 2002
Il carcere duro raddoppia
Al senato la commissione giustizia vara i141 bis definitivo all’unanimità (PRC assente). Oltre ai mafiosi toccherà ai terroristi, che perdono anche la Gozzini
Il regime carcerario speciale previsto dall’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario sarà introdotto in via definitiva. E non solo per i mafiosi, che ce l’hanno già, ma anche per i responsabili di reati di terrorismo e per i cosiddetti trafficanti di persone (immigrati).
Anche a loro toccheranno le restrizioni dei colloqui, la censura della posta, il divieto di lavorare e le limitazioni alla ricezione di pacchi, all’accesso all’aria e all’acquisto di prodotti in carcere: si andrà dunque al di là della comprensibile finalità di impedire ai capi-mafia di continuare a dirigere organizzazioni criminali da dietro le sbarre. il ministro della giustizia conserverà il potere di applicare, caso per caso, il regime duro, ma la nuova legge estenderà il controllo giurisdizionale.
E c’è dell’altro. I condannati per terrorismo. al pari dei mafiosi, potranno accedere ai benefici della legge Gozzini (lavoro esterno, permessi premio, semilibertà e affidamento in prova) "solo nei casi in cui collaborino con la giustizia" e non più, come oggi, alla sola condizione che non vi siano "elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con la criminalità". E’ l’addio ai benefici, che ovviamente non riguarderà i detenuti già ammessi a goderne: dubbia è la condizione di coloro che, già detenuti, non hanno ancora accesso alla legge Gozzini; è invece certa l’esclusione di coloro che saranno arrestati sotto la nuova legge.
Ieri la commissione giustizia del senato ha approvato all’unanimità il ddl sul carcere duro: hanno votato a favore tutti i gruppi ad eccezione del Prc, assente. Il testo passerà adesso all’aula di Palazzo Madama, dove probabilmente sarà approvato con le sole dichiarazioni di voto e il voto finale; poi andrà a Montecitorio. L’articolo 41 bis era nato nel ‘92 all’indomani della strage di Capaci in cui fu ucciso Giovanni Falcone, ma solo come normativa transitoria ed eccezionale. Da allora, di anno in anno, è stato sistematicamente riconfermato nonostante le censure della corte costituzionale (sentenze 354/94, 68/95, 376 e 445/97, 137/99), che sia pure senza invalidare la norma ha sollevato rilievi in ordine al principio di uguaglianza, al divieto di trattamenti inumani, al carattere rieducativo della pena e alle attribuzioni rispettive di ministro e giudici. La stessa natura transitoria del 41 bis aveva suscitato dubbi di costituzionalità: per questo il ministro Castelli, su istanza dell’ULivo, ha modificato il suo ddl rendendolo, da quadriennale, definitivo. Ma non è detto che la corte si accontenti: qualche malalingua sospetta i furbacchioni del Polo di aver promosso una legge incostituzionale solo per farla cadere dinanzi alla consulta.
Il voto di ieri, unanime come il parere già espresso dall’antimafia, è infatti una risposta delle destre (e non solo) ai proclami di Leoluca Bagarella e degli altri boss che se la sono presa con le "promesse non mantenute" dai politici. E a quei settori della mafia che, secondo i rapporti del Sisde e della polizia finiti sui giornali, potrebbero attentare alla vita di Cesare Previti o Marcello Dell’Utri, "ritenuti a torto o a ragione collusi con i clan". Logico perciò che le destre, con le eccezioni di Carlo Taonnilla e Alfredo Biondi. contrarissimi, commentino il voto alzando la bandiera della lotta alla mafia, Così Schifani, capo di FI al senato: "Contro la mafia fatti, non chiacchiere. Oggi è stato fatto un importante passo avanti". Sullo stesso tono La Russa, capogruppo di An alla camera: "Oggi possiamo rispondere con i fatti a chi da sinistra, riteneva la coalizione incapace di essere coesa su un tema così importante e delicato". "Viva soddisfazione" del ministro dell’interno Pisanu. Chiarissimo il guardasigilli leghista: "il voto di oggi dimostra l’inflessibilità del governo. E la vera novità sottolinea Castelli è la possibilità di applicare il 41 bis anche ai terroristi".
il procuratore nazionale antimafia Vigna parla di "provvedimento estremamente positivo". Dall’altro lato, isolati, i radicali denunciano "la legalizzazione stabile della tortura" insieme alle organizzazioni dei penalisti, mentre l’opposizione è nel complesso soddisfatta. Per Nando Dalla Chiesa (Margherita) "è la migliore risposta", l’ex presidente Ds dell’antimafia Lumia si augura che "la camera confermi". Angius, capogruppo Ds al senato, annuncia il via libera all’iter accelerato e persino Vendola del Prc parla di "cattiva notizia per la mafia", auspicando altrettanta rapidità a Montecitorio come segnale di "assoluta indisponibilità a trattative con i boss". Ma in Rifondazione molti sono contrari al 41 bis, a cominciare da Pisapia. Paolo Cento dei Verdi chiede alla camera di rimediare: "Sembra un ricatto, come se criticare questa norma significasse quasi fare un favore alla mafia". E Siniscalchi (Ds), benché favorevole, sottolinea l’opportunità di "evitare ogni automatismo nell’applicazione del 41 bis".
Bene: come ho detto anch'io è stata fatta una legge per rendere definitivo un articolo che era "d'emergenza" (per il semplice fatto che il carcere duro non è una passeggiata, come dice anche jumper): a differenza di molte persone di sinistra penso che sia un provvedimento necessario, quindi l'intenzione della legge era giusta: quello che non mi spiego non è la legge in se ma gli emendamenti all'articolo 41 bis: in seguito all'entrata in vigore della nuova legge con il 41 bis modificato è stato revocato il carcere duro ai boss e killer che uccisero il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, il giudice Rosario Livatino e il giudice Antonino Saetta col figlio Roberto.
:muro:
tra i motivi che hanno determinato la mancata applicazione del 42bis modificato, solo sei casi sono stati quelli di "revoche ineccepibili: quattro per motivi di salute e due per sopravvenuta scarcerazione".
Invece le altre 65 revoche sono dovute in 18 casi "allo scioglimento del cumulo delle pene", in 14 casi "ad una interpretazione formalistica dell'aggravante mafiosa" (è il caso di Tagliavia), in 24 casi "il regime di carcere duro non è stato prorogato perché non c'erano prove dell'attualità del mantenimento dei contatti con il clan di appartenenza". In otto casi - inoltre - "i magistrati hanno detto che siccome non si trattava di capoclan non si poteva applicare il 41bis" (che non richiede questa 'qualifica').
In un caso - infine - "i magistrati hanno stabilito che il mafioso si era dissociato e dunque meritava il carcere ordinario" (la dissociazione mafiosa non è prevista).
Sembra che si siano messi d'accordo per fare una legge con cavilli e vie di fughe di modo che ne potessero approfittare...
Non mi viene difficile immaginare Caponnetto che si stà rigirando nella bara, a vedere 'stò scempio. :muro:
francoisk
13-05-2004, 09:33
l'italia è il paese del buonismo,e tutto questo è causato dal fatto che c'è il papa:muro:
Originariamente inviato da francoisk
l'italia è il paese del buonismo,e tutto questo è causato dal fatto che in italia ci sia il papa:muro:
:mbe:
l'italia è uin paese di mafiosi, e tutto questo è causato dal fatto che in Italia (non solo in sicilia) ci sono i mafiosi.
francoisk
13-05-2004, 09:41
si ci sono i mafiosi,ma c'è la chiesa che si intromette e la giustizia prende una piega piu' leggera
Originariamente inviato da francoisk
si ci sono i mafiosi,ma c'è la chiesa che si intromette e la giustizia prende una piega piu' leggera
:boh: non stà a mè difendere la chiesa (forse, per esempio e come tutti, potrebbe spendere qualche energia in più, quando li ha scomunicati la botta l'hanno sentita) ch'io sappia ci sono un tot di preti ammazzati dalla mafia, ecc...non ci vedo più di tanto lo zampino del vescovo di turno a infilare cavilli tra le leggi...è una questione molto politica, troppo comodo prendersela con la chiesa, è la penultima delle varianti, imho.
Piuttosto senti consa dice Riina dei servizi segreti...
Originariamente inviato da ni.jo
Bene: come ho detto anch'io è stata fatta una legge per rendere definitivo un articolo che era "d'emergenza" (per il semplice fatto che il carcere duro non è una passeggiata, come dice anche jumper): a differenza di molte persone di sinistra penso che sia un provvedimento necessario, quindi l'intenzione della legge era giusta: quello che non mi spiego non è la legge in se ma gli emendamenti all'articolo 41 bis: in seguito all'entrata in vigore della nuova legge con il 41 bis modificato è stato revocato il carcere duro ai boss e killer che uccisero il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, il giudice Rosario Livatino e il giudice Antonino Saetta col figlio Roberto.
:muro:
tra i motivi che hanno determinato la mancata applicazione del 42bis modificato, solo sei casi sono stati quelli di "revoche ineccepibili: quattro per motivi di salute e due per sopravvenuta scarcerazione".
Invece le altre 65 revoche sono dovute in 18 casi "allo scioglimento del cumulo delle pene", in 14 casi "ad una interpretazione formalistica dell'aggravante mafiosa" (è il caso di Tagliavia), in 24 casi "il regime di carcere duro non è stato prorogato perché non c'erano prove dell'attualità del mantenimento dei contatti con il clan di appartenenza". In otto casi - inoltre - "i magistrati hanno detto che siccome non si trattava di capoclan non si poteva applicare il 41bis" (che non richiede questa 'qualifica').
In un caso - infine - "i magistrati hanno stabilito che il mafioso si era dissociato e dunque meritava il carcere ordinario" (la dissociazione mafiosa non è prevista).
Sembra che si siano messi d'accordo per fare una legge con cavilli e vie di fughe di modo che ne potessero approfittare...
Non mi viene difficile immaginare Caponnetto che si stà rigirando nella bara, a vedere 'stò scempio. :muro:
Non entro nel merito della 41bis (e soprattutto degli emendamenti) perchè non la conosco alla perfezione, ma da quanto hai postato sopra sembra che il problema, più che nella legge stia nella testa dei magistrati che la applicano come gli pare a loro.
Ciao. :)
Originariamente inviato da Bitis
Non entro nel merito della 41bis (e soprattutto degli emendamenti) perchè non la conosco alla perfezione, ma da quanto hai postato sopra sembra che il problema, più che nella legge stia nella testa dei magistrati che la applicano come gli pare a loro.
Ciao. :)
che i magistrati applicchino come gli pare a loro è una leggenda; ogni testo di legge foss'anche intepretabile perchè mal formulato, deve obbligatoriamente essere interpretato coerentemente al significato letterale delle parole, coerentemente agli altri testi legislativi.
Inoltre si è cercato di comunque di "correre ai ripari" negli spazi concessi, ...Abbiamo cercato di correre ai ripari, ma il danno è fatto - commenta Giovanni Tinebra, capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria alla fine della sua audizione innanzi alla Commissione antimafia sull'applicazione del nuovo 41 bis - Ci siamo mossi non appena constatato l'andamento delle revoche, abbiamo informato il ministro Castelli che ci ha invitato a fare il possibile per arginare questa situazione". In proposito Tinebra ha spiegato, inoltre, che è stata fatta una riunione con la Dia "per ridurre il numero delle revoche favorendo le impugnazioni e assistendo adeguatamente i pubblici ministeri che devono pronunciarsi sulle richieste: i risultati di questo lavoro li stiamo raccogliendo solo adesso, con i risultati del primo quadrimestre del 2004" inoltre ogni volta che suiccede che un magistrato si prende delle brighe scattano gli ispettori che non mi pare si siano mossi, inoltre prima che esistessero queste modifiche il 41 bis aveva quasi sempre funzionato...quì c'è tutto il sistema che non và, altro che solo i magistrati...:muro:
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