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View Full Version : Cecenia


Bet
10-05-2004, 10:48
Se non sbaglio non è stato aperto nessun thread in proposito

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2004/05_Maggio/09/cecenia.shtml

MOSCA - Attentato questa mattina a Grozny, capitale della Cecenia, in uno stadio affollatissimo di spettatori durante una cerimonia per celebrare la vittoria del 1945 sul nazismo. Doveva essere una giornata di festa dedicata alla memoria. E’ stata una strage: 32 morti e 46 feriti.

MORTO IL PRESIDENTE - Tra le vittime il presidente filo-russo della Repubblica caucasica, Akhmad Kadyrov. Morto anche Eli Isayev, capo del Consiglio di Stato della Cecenia. Tra le vittime un giornalista della Reuters: il 33enne Adlan Khasanov, che lavorava in Cecenia per l’agenzia britannica in qualità di fotografo ed operatore dalla fine degli anni Novanta.

GRAVE CAPO DELLE TRUPPE RUSSE - Ferito in modo grave invece il generale Valery Baranov, comandante delle forze federali in Cecenia: è stato operato e versa ora in gravi condizioni in un reparto di rianimazione dell'ospedale della base militare russa di Khankala. Lo ha annunciato il ministero della sanità cecena.

ARRESTATI 5 SOSPETTI - Poche dopo la strage, cinque «sospetti» sono stati arrestati dalla polizia e sono ora sotto interrogatorio. Lo ha riferito l'agenzia Itar-Tass, citando un portavoce del ministero degli interni ceceno. Il portavoce ha affermato che i cinque «sospetti» sono stati presi «un'ora dopo l'esplosione» e che i loro nomi non vengono divulgati «nell'interesse delle indagini».

PUTIN: PUNIREMO I RESPONSABILI - A fronte di quello che si profila indubitabilmente come l'ennesimo attacco dei guerriglieri separatisti islamici, il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha subito avvertito che «una ritorsione è inevitabile». Ricevendo il figlio di Kadyrov, Ramzan, Putin ha sottolineato che la vittima «ha adempiuto con coraggio il suo dovere nei confronti del popolo». Intanto il premier Abramov ha assunto le funzioni di presidente della Cecenia.

Subito dopo l'esplosione, scene di panico e brevi colpi d'arma da fuoco nello stadio gremito di persone che assistevano alle celebrazioni per la vittoria del 1945 dell'ex Armata Rossa sovietica sui nazisti al termine della II Guerra Mondiale.
L'attentato è avvenuto all'indomani dell'inaugurazione ufficiale del secondo mandato di Putin, svoltasi con grande pompa al Cremlino.

DINAMICA - A causare la strage pare sia stata una bomba piazzata sotto la tribuna delle autorità. «L'ordigno era stato collocato all'interno di una struttura in cemento»: ecco perché, ha spiegato Khamid Kadayev, vice ministro dell'Interno nell'amministrazione filo-russa della Cecenia, non era stato localizzato quando, ieri sera, lo stadio era stato ispezionato da agenti dei servizi di sicurezza in vista delle celebrazioni di oggi.







http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id={4E5A6B7D-2C57-4662-9D91-17559A4F5313}
Esteri

10 mag 11:16 Cecenia: l'attentato di Grozny, indipendentisti, "Non siamo stati noi"


MOSCA - Aslan Maskhadov, lo storico leader indipendentista ceceno, ha negato di aver organizzato l'attentato di ieri allo stadio della capitale Grozny. Maskhadov, anzi, in un comunicato apparso su Checenpress.com, ha accusato della strage di ieri l'intelligence del Cremlino. (Agr)

abxide
10-05-2004, 11:42
UP :mc:
Purtrppo i sedicenti pacifisiti di questo forum, intervengono solo quando ci sono di mezzo gli usa..
Che tristezza..

ni.jo
10-05-2004, 11:44
ma come "non siamo stati noi"??? :mc:
che voi sappiate è stato fatto un referendum informativo per capire cos ane pensa la > parte dei ceceni?


x abxide:
http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=643429&perpage=20&highlight=cecenia&pagenumber=1

LittleLux
10-05-2004, 11:49
Originariamente inviato da abxide
UP :mc:
Purtrppo i sedicenti pacifisiti di questo forum, intervengono solo quando ci sono di mezzo gli usa..
Che tristezza..

Ti sbagli, di Cecenia se ne è parlato...comunque, se non conosci la posizione del movimento pacifista riguardo la situazione cecena, perlomeno, informati...

Ciao

abxide
10-05-2004, 11:56
Il mio intervento era riferito a questo thread, poichè basta vedere il numero di reply che ci sono in thread inerenti alla guerra usa-iraq e confrontarli a questo 3d a cui nessuno rispondeva, pur trattandosi di un evento abbastanza importante.
E cmq a dire il vero, di guerre "nascoste" nel nostro mondo c'e' ne sono molte, purtroppo non attirano gli interessi dei potenti e di conseguenza dei media.. :(

Bet
10-05-2004, 11:57
Originariamente inviato da ni.jo
...che voi sappiate è stato fatto un referendum informativo per capire cos ane pensa la > parte dei ceceni?



http://servizi.radioradicale.it/newsrr/view.asp?q=27344



ma pare che sia stata una farsa
http://servizi.radioradicale.it/newsrr/view.asp?q=27544
http://www.hrvc.net/blog/piano_pace.htm
ma basta cercare - cecenia, referendum, brogli, farsa - escono parecchi link

a2000
10-05-2004, 12:00
Originariamente inviato da abxide
UP :mc:
Purtrppo i sedicenti pacifisiti di questo forum, intervengono solo quando ci sono di mezzo gli usa..
Che tristezza..

usa vs. russia
destra vs. sinistra

è roba antica.

W la Cecenia,
W l'Iraq

/\/\ i pezzaculisti in barca a vela, ipocriti e opportunisti.

abxide
10-05-2004, 12:03
Originariamente inviato da a2000
usa vs. russia
destra vs. sinistra

è roba antica.

W la Cecenia,
W l'Iraq

/\/\ i pezzaculisti in barca a vela, ipocriti e opportunisti.

W
/\/\

Sono simboli antichi :)

ni.jo
10-05-2004, 12:04
Putin è proprio un uomo del kgb, altro che democratico...non capisco se quando gli stringono le mani e gli fanno i complimenti è perchè un minimo ci credono o perchè devono fare buon viso a cattivo gioco.
Certo che a vantarsi della sua "amicizia" e dire che in Cecenia non succede nulla non sono i pacifisti, abxide e a2000...

Bet
10-05-2004, 12:04
Originariamente inviato da a2000
...

W la Cecenia,
W l'Iraq

/\/\ i pezzaculisti in barca a vela, ipocriti e opportunisti.

e soprattutto: Forza Milan!
azz... non avrei mai pensato che in thread così potessero entrare i "pezzaculisti in barca a vela" :eek:


no dai! non iniziamo col solito tifo e le solite cose usa, pacifisti ecc.

LittleLux
10-05-2004, 12:44
Originariamente inviato da abxide
Il mio intervento era riferito a questo thread, poichè basta vedere il numero di reply che ci sono in thread inerenti alla guerra usa-iraq e confrontarli a questo 3d a cui nessuno rispondeva, pur trattandosi di un evento abbastanza importante.
E cmq a dire il vero, di guerre "nascoste" nel nostro mondo c'e' ne sono molte, purtroppo non attirano gli interessi dei potenti e di conseguenza dei media.. :(

Tra l'altro, la stessa UE ha assunto, da anni ormai, una dura posizione di condanna per i crimini che vengono commessi in Cecenia da parte dei russi...(bè, almeno un capo di governo, tuttavia, si è ostinato a difendere l'amico Putin)...Putin, uomo dei servizi, ex capo del KGB, ed ora portato in palma di mano da molti occidentali...eh, stranezze della vita...

ni.jo
10-05-2004, 16:28
fonte: unità (http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=34369)
Cecenia, i ribelli chiedono «soluzione negoziata»
di red.

Misure di sicurezza definite «senza precedenti» sono state disposte in tutta la Cecenia, il giorno dopo l'attentato costato la vita tra gli altri al presidente filo-russo Akhmad Kadyrov. Mentre domenica sera il premier ceceno, Sergei Abramov, veniva nominato presidente «ad interim» si è verificato l’ennesimo attacco contro obbiettivi russi. L’esplosione di una mina radiocomandata, fatta saltare al passaggio di un veicolo militare, ha provocato il ferimento di quattro uomini delle forze federali russe presso Shali.

Di fatto l’intera regione caucasica è sigillata. Pattuglie della polizia locale e delle truppe federali sono state schierate lungo l'intero confine amministrativo tra la Cecenia e due altre regioni autonome russe - Inguscezia e Daghestan - a distanza di non più di 100 metri l'una dall'altra.

Intanto il governo indipendentista ceceno ha fatto sapere che con l'uccisione di Akhmad Kadyrov è scomparso «un criminale genocida» ed «è fallita l'intera politica russa» nel Caucaso, ed invita Mosca a cercare una via negoziale per risolvere il conflitto. Fonti del governo ribelle hanno detto che «sarebbe stato preferibile portare in giudizio» per i loro «crimini»e genocidi» sia Kadyrov che il generale Valery Baranov, comandante delle forze russe in Cecenia, rimasto ferito gravemente nell'attentato di ieri». Ma sfortunatamente la nazione cecena è ingiustamente privata di questa possibilità», hanno concluso.

Insomma per i ribelli ceceni l’attentato di ieri dovrebbe far capire «alla Russia e alla comunità internazionale» che «solo una genuina soluzione politica» può davvero risolvere il sanguinoso conflitto. Mosca ha però sempre rifiutato qualsiasi dialogo con «i terroristi» e Putin ha più volte detto che con loro non parla ma «li distrugge».

Andreucciolo
10-05-2004, 16:49
Originariamente inviato da LittleLux
Tra l'altro, la stessa UE ha assunto, da anni ormai, una dura posizione di condanna per i crimini che vengono commessi in Cecenia da parte dei russi...(bè, almeno un capo di governo, tuttavia, si è ostinato a difendere l'amico Putin)...Putin, uomo dei servizi, ex capo del KGB, ed ora portato in palma di mano da molti occidentali...eh, stranezze della vita...

Il problema è che non è proprio cosi'.......tu sai come me il peso ed il valore che possono avere queste "condanne formali"........
Bisogna chiamare le cose con il loro nome: è ovvio che nella valutazione di situazioni internazionali esistono enormi differenze; certamente nessuno si sogna di chiamare "stato canaglia" la Russia di Putin,ipotizzare embarghi, cosi' come mi sembra quanto mai curioso chiamare i combattenti ceceni "terroristi".
Grozny è stata rasa al suolo un paio di volte, e diverse organizzazioni internazionali hanno denunciato le sistematiche violazioni dei diritti umani compiute dai Russi.
Terroristi? Si, io chiamo cosi' quelli che fanno attentati nelle città russe, e non ho alcuna scusante per loro, sono criminali .
Uno che fa saltare un blindato russo in Cecenia lo chiamerei patriota, secondo degli standard comunemente accettati quando si parla di "altro".
Anche se per molti i patrioti sono soltanto i "nostri":eppure l'unità d'Italia, tutta la retorica della terra libera sotta la propria bandiera,il popolo che si libera dal giogo straniero, l'Autodeterminazione dei Popoli..... eppure gli Austroungarici non hanno mai raso al suolo Milano.

davidplatt
10-05-2004, 17:00
è ovvio che la Cecenia non stia a cuore agli italiani quanto l'Iraq, visto che nella tragica ed assurda avventura in Iraq siamo stati direttamente coinvolti, mentre la Cecenia nemmeno sappiamo di preciso dove sia; quindi non starei ad accusare di miopia i pacifisti.

Piuttosto, a prescindere da quelle che sono le ragioni di una parte o dell'altra (regine di occupazione militare filorusso da un lato contro terroristi estremisti e senza scrupoli dall'altro...), mi sento frustrato dal fatto che la situazione in cecenia l'ennesima dimostrazione di come l'ONU, di fronte agli interessi dei potenti, non sia assolutamente in grado di fornire risposte: grazie al veto russo (appoggiato anche da USA e molti paesi occidentali cmq) la questione cecena non è MAI arrivata a consiglio di sicurezza...formalmente in cecenia...non accade nulla, tutto è sotto controllo.
Esattamente come per il Tibet, esattamente come in 100 altre situazioni che però o sono lontane o sono considerate un "affare interno" di uno stato potente....

Tenebra
10-05-2004, 17:13
Abxide, l'hai voluto l'intervento dei "pacifisti"?
Eccolo qua: topic che parla di un attentato in cecenia, finito sommerso dai "Putin=KGB" e dalle solite non-troppo-velate critiche a Berlusconi (che c'entra sempre, è sempre colpa sua, ogni occasione è buona), oltre che dire "poveri ceceni, è colpa della Russia" non si è fatto: nemmeno lo straccio di un post che condanna gli attentati terroristici.
Al solito, pacifismo politico, il colore viene prima di tutto.

Davidplatt: se uno si autodefinisce "pacifista" lo deve essere sempre e comunque, non solo a comando quando fa comodo per attaccare l'avversario politico. Se Tizio dice di essere pacifista come minimo per coerenza dovrebbe informarsi sui conflitti nel mondo, e nota che dell'attentato ne hanno parlato diffusamente i media anche in Italia.
Non si tratta di "pacifismo miope": i "pacifisti" in Italia ci vedono benissimo, ma scelgono con cura cosa vedere e cosa ignorare.

Andreucciolo
10-05-2004, 17:18
Originariamente inviato da davidplatt
è ovvio che la Cecenia non stia a cuore agli italiani quanto l'Iraq, visto che nella tragica ed assurda avventura in Iraq siamo stati direttamente coinvolti, mentre la Cecenia nemmeno sappiamo di preciso dove sia; quindi non starei ad accusare di miopia i pacifisti.

Piuttosto, a prescindere da quelle che sono le ragioni di una parte o dell'altra (regine di occupazione militare filorusso da un lato contro terroristi estremisti e senza scrupoli dall'altro...), mi sento frustrato dal fatto che la situazione in cecenia l'ennesima dimostrazione di come l'ONU, di fronte agli interessi dei potenti, non sia assolutamente in grado di fornire risposte: grazie al veto russo (appoggiato anche da USA e molti paesi occidentali cmq) la questione cecena non è MAI arrivata a consiglio di sicurezza...formalmente in cecenia...non accade nulla, tutto è sotto controllo.
Esattamente come per il Tibet, esattamente come in 100 altre situazioni che però o sono lontane o sono considerate un "affare interno" di uno stato potente....

La Cina e la Russia sono membri permanenti del consiglio di sicurezza, quindi in soldoni fanno ciò che meglio credono, in Cecenia come in Tibet, una tragedia dimenticata.
L'informazione li chiama stati canaglia? No.
Sono isolati? Isolare Russia e Cina sarebbe ridicolo oltre che impossibile....., oltre alla loro potenza militare ed economica godono di solide amicizie e complicità politiche.
Però in questo forum ho sentito gente dire che la Cina ormai è "quasi democratica", questo solo perchè ha aperto il proprio mercato ai capitali stranieri: quindi il rispetto dei diritti umani è una questione di facciata, lo stigma di "stato canaglia" è applicato con evidente discrezionalità.
Esistono differenze OGGETTIVE tra la Cina che occupa il Tibet e Saddam che occupava il Kuweit? In Cina esistono le carceri politiche come a Cuba? Esiste pluralismo politico? No, certo, però ci apprestiamo gioiosamente a celebrare le olimpiadi tra qualche anno.
La colpa di tutto questo non sono nè gli equilibri politici, economici, lo "strabismo" dei mezzi di informazione, gli interessi concreti del grande capitale,il "realismo" della politica estera, no sciocchi: la colpa è dei pacifisti e dei "pezzaculisti in barca a vela", è evidente.

LittleLux
10-05-2004, 17:23
Originariamente inviato da Andreucciolo
Il problema è che non è proprio cosi'.......tu sai come me il peso ed il valore che possono avere queste "condanne formali"........
Bisogna chiamare le cose con il loro nome: è ovvio che nella valutazione di situazioni internazionali esistono enormi differenze; certamente nessuno si sogna di chiamare "stato canaglia" la Russia di Putin,ipotizzare embarghi, cosi' come mi sembra quanto mai curioso chiamare i combattenti ceceni "terroristi".
Grozny è stata rasa al suolo un paio di volte, e diverse organizzazioni internazionali hanno denunciato le sistematiche violazioni dei diritti umani compiute dai Russi.
Terroristi? Si, io chiamo cosi' quelli che fanno attentati nelle città russe, e non ho alcuna scusante per loro, sono criminali .
Uno che fa saltare un blindato russo in Cecenia lo chiamerei patriota, secondo degli standard comunemente accettati quando si parla di "altro".
Anche se per molti i patrioti sono soltanto i "nostri":eppure l'unità d'Italia, tutta la retorica della terra libera sotta la propria bandiera,il popolo che si libera dal giogo straniero, l'Autodeterminazione dei Popoli..... eppure gli Austroungarici non hanno mai raso al suolo Milano.

Per quanto riguarda il reale valore di certe condanne, che spesso e volentieri restano solo dichiarazioni d'intenti e nulla più, posso essere d'accordo, il resto del discorso, però, me lo dovresti rispiegare, che non l'ho molto capito.

Ciao

LittleLux
10-05-2004, 17:27
Originariamente inviato da Tenebra
...oltre che dire "poveri ceceni, è colpa della Russia" non si è fatto: nemmeno lo straccio di un post che condanna gli attentati terroristici.


Gli attacchi terroristici di chi, dei ceceni o dei russi? Perchè ti devi decidere, o condanni gli uni, o gli altri, ma condannare entrambi non credo abbia molto senso...a meno che non ritieni terroristi i russi (effettivamente il radere al suolo una città, un po' di terrore, nei suoi abitanti, credo lo susciti).

Andreucciolo
10-05-2004, 17:36
Originariamente inviato da LittleLux
Per quanto riguarda il reale valore di certe condanne, che spesso e volentieri restano solo dichiarazioni d'intenti e nulla più, posso essere d'accordo, il resto del discorso, però, me lo dovresti rispiegare, che non l'ho molto capito.

Ciao

Il succo del discorso è che la sostanziale immunità della Russia a livello internazionale, si accompagna ad una distorsione precisa dei significati anche nei discorsi di senso comune e in quelli della stampa: la Russia non sarà mai chiamata "stato canaglia" anche se rade al suolo una nazione intera; coloro che combattono i russi in territorio ceceno (escludo assolutamente quelli che uccidono CIVILI russi) sono sempre e comunque terroristi, anche se fanno le stesse identiche cose che hanno fatto i patrioti europei in paesi sotto la dominazione straniera.

LittleLux
10-05-2004, 18:35
Originariamente inviato da Andreucciolo
Il succo del discorso è che la sostanziale immunità della Russia a livello internazionale, si accompagna ad una distorsione precisa dei significati anche nei discorsi di senso comune e in quelli della stampa: la Russia non sarà mai chiamata "stato canaglia" anche se rade al suolo una nazione intera; coloro che combattono i russi in territorio ceceno (escludo assolutamente quelli che uccidono CIVILI russi) sono sempre e comunque terroristi, anche se fanno le stesse identiche cose che hanno fatto i patrioti europei in paesi sotto la dominazione straniera.

Ok, adesso il senso del tuo discorso mi è chiaro...comunque, riguardo il discorso terroristi o meno, per me, nel caso ceceno, si tratta davvero, solo di definizioni...i russi, che hanno alle spalle uno stato, un esercito, massacrano civili ceceni a camionate (senza considerare le miliaia e miliaia di profughi), e nessuno li definisce terroristi, tantomeno, come hai detto giustamente, la Russia non viene definita come "stato canaglia"; i ceceni, a differenza dei russi, sia quelli che combattono nella loro terra, sia quelli che hanno di fatto portato la guerra in casa a Putin, vengono definiti "terroristi", per me è solo una questione, appunto, di definizioni...o lo sono tutti, o nessuno, perlomeno nel caso ceceno (anche se poi il discorso è in realtà molto più complesso, perchè, probabilmente, oltre ai ceceni che combattono effettivamente per la loro terra, anche compiendo attacchi diretti nelle città russe, si aggiungono veri e propri terroristi, che nulla hanno in comune con i ceceni, se non, forse, interessi contingenti).

Ciao

davidplatt
10-05-2004, 19:28
Originariamente inviato da Andreucciolo
La Cina e la Russia sono membri permanenti del consiglio di sicurezza, quindi in soldoni fanno ciò che meglio credono, in Cecenia come in Tibet, una tragedia dimenticata.
L'informazione li chiama stati canaglia? No.
Sono isolati? Isolare Russia e Cina sarebbe ridicolo oltre che impossibile....., oltre alla loro potenza militare ed economica godono di solide amicizie e complicità politiche.
Però in questo forum ho sentito gente dire che la Cina ormai è "quasi democratica", questo solo perchè ha aperto il proprio mercato ai capitali stranieri: quindi il rispetto dei diritti umani è una questione di facciata, lo stigma di "stato canaglia" è applicato con evidente discrezionalità.
Esistono differenze OGGETTIVE tra la Cina che occupa il Tibet e Saddam che occupava il Kuweit? In Cina esistono le carceri politiche come a Cuba? Esiste pluralismo politico? No, certo, però ci apprestiamo gioiosamente a celebrare le olimpiadi tra qualche anno.
La colpa di tutto questo non sono nè gli equilibri politici, economici, lo "strabismo" dei mezzi di informazione, gli interessi concreti del grande capitale,il "realismo" della politica estera, no sciocchi: la colpa è dei pacifisti e dei "pezzaculisti in barca a vela", è evidente.
sottoscrivo il tutto, parola per parola.

GhePeU
10-05-2004, 19:33
Originariamente inviato da Tenebra
Abxide, l'hai voluto l'intervento dei "pacifisti"?
Eccolo qua: topic che parla di un attentato in cecenia, finito sommerso dai "Putin=KGB" e dalle solite non-troppo-velate critiche a Berlusconi (che c'entra sempre, è sempre colpa sua, ogni occasione è buona), oltre che dire "poveri ceceni, è colpa della Russia" non si è fatto: nemmeno lo straccio di un post che condanna gli attentati terroristici.
Al solito, pacifismo politico, il colore viene prima di tutto.

Davidplatt: se uno si autodefinisce "pacifista" lo deve essere sempre e comunque, non solo a comando quando fa comodo per attaccare l'avversario politico. Se Tizio dice di essere pacifista come minimo per coerenza dovrebbe informarsi sui conflitti nel mondo, e nota che dell'attentato ne hanno parlato diffusamente i media anche in Italia.
Non si tratta di "pacifismo miope": i "pacifisti" in Italia ci vedono benissimo, ma scelgono con cura cosa vedere e cosa ignorare.


se si fa saltare in aria il capo di un governo collaborazionista per me non si tratta di attentato, e nemmeno di terroristi...

PaTLaBoR
10-05-2004, 19:38
ah.... putin :rolleyes:

GhePeU
10-05-2004, 19:38
GUGLIELMO OBERDAN
Irredentista italiano, nato a Trieste nel 1858 e morto nella stessa città nel 1882. Dopo gli studi medi nella città natale, nel 1877 si trasferì a Vienna dove iniziò gli studi di ingegneria ma, richiamato alle armi l' anno successivo, fuggì a Roma dove frequentò l'università svolgendo contemporaneamente un' intensa attività irredentista. Nel settembre del 1882, in occasione di una visita che l' imperatore Francesco Giuseppe si accingeva a compiere a Trieste, per il del quinto centenario della così detta "dedizione" della città agli asburgo, Oberdan partì per la città natale, insieme all'istriano Donato Ragosa, con l' intenzione di compiere un attentato contro di lui. Tradito da una spia e trovato in possesso di due bombe, fu arrestato e condannato a morte sulla forca dopo che Francesco Giuseppe aveva rifiutato la grazia. Morì il 20 dicembre 1882 gridando "Viva l'Italia viva Trieste libera". Subito dopo la sua morte si formarono in Italia circoli intitolati al suo nome.


devo scrivere una lettera al sindaco, c'è una via della mia città dedicata a un malvagio terrorista...

davidplatt
10-05-2004, 19:39
non sottoscrivo una posizione così estremista: non so abbastanza (nè credo che molti di noi sappiano abbastanza) della situazione in cecenia per solidarizzare con l'una o l'altra parte...

Andreucciolo
10-05-2004, 19:57
Originariamente inviato da GhePeU
devo scrivere una lettera al sindaco, c'è una via della mia città dedicata a un malvagio terrorista...

Una strada????
Le nostre città sono infestate da vie che prendono il nome da "terroristi" e briganti vari, potenziali o effettivi regicidi, cospiratori, sovversivi, guerriglieri non legittimati, propagandisti di idee considerate eretiche e pericolose per l'ordine costituito......questo per quanto riguarda il periodo risorgimentale, poi non parliamo nemmeno di quei briganti ( erano davvero chiamati cosi') che nel 1943 salirano in montagna con le armi, uno di loro è diventato Presidente della Repubblica Italiana........

-kurgan-
10-05-2004, 20:05
Originariamente inviato da abxide
Il mio intervento era riferito a questo thread, poichè basta vedere il numero di reply che ci sono in thread inerenti alla guerra usa-iraq e confrontarli a questo 3d a cui nessuno rispondeva, pur trattandosi di un evento abbastanza importante.
E cmq a dire il vero, di guerre "nascoste" nel nostro mondo c'e' ne sono molte, purtroppo non attirano gli interessi dei potenti e di conseguenza dei media.. :(

io veramente non sono intervenuto perche' oggi lavoravo..
e sugli altri topic, sinceramente mi sono rotto di rispondere, visto che finisce sempre con il solito flame.
qualsiasi critica agli usa fa diventare la gente al volo "comunista".. ne ho le palle piene.

sulla cecenia sono gia' intervenuto in passato, il mio parere e' che il mondo si gira dall'altra parte perche', come per i curdi in iraq/turchia, non si desidera la nascita di uno stato musulmano nell'area. I ceceni vogliono l'indipendenza e stanno usando ogni mezzo per raggiungerla.. i russi vogliono i giacimenti di cui e' ricca la zona e non concederanno mai niente.

Alien
10-05-2004, 20:09
Originariamente inviato da -kurgan-
sulla cecenia sono gia' intervenuto in passato, il mio parere e' che il mondo si gira dall'altra parte perche', come per i curdi in iraq/turchia, non si desidera la nascita di uno stato musulmano nell'area. I ceceni vogliono l'indipendenza e stanno usando ogni mezzo per raggiungerla.. i russi vogliono i giacimenti di cui e' ricca la zona e non concederanno mai niente.

Comunista!!! :D :D

Tenebra
10-05-2004, 20:40
Originariamente inviato da GhePeU
se si fa saltare in aria il capo di un governo collaborazionista per me non si tratta di attentato, e nemmeno di terroristi...

Putacaso la Cecenia, se venisse dissociata dalla Russia (un po' come se la Lombardia venisse dissociata dall'Italia :D ) diverrebbe l'ennesimo stato russo e, guardacaso, il terrorismo e gli attentati sono di matrice ed ispirazione islamica.
Continuiamo a dire "poverini" "poveri oppressi" "resistenti" poi quando ce li troveremo con la scimitarra al collo ci sarà da ridere.
A parte gli scherzi, qualcuno mi sa dire come mai nella stragrande maggioranza (per non dire tutti) i conflitti presenti sul globo terracqueo una delle parti belligeranti è islamica? Ah no scusate, sono io che sono "razzista e prevenuto"... :rolleyes:

LittleLux
10-05-2004, 21:05
Originariamente inviato da Tenebra
Putacaso la Cecenia, se venisse dissociata dalla Russia (un po' come se la Lombardia venisse dissociata dall'Italia :D ) diverrebbe l'ennesimo stato russo e, guardacaso, il terrorismo e gli attentati sono di matrice ed ispirazione islamica.
Continuiamo a dire "poverini" "poveri oppressi" "resistenti" poi quando ce li troveremo con la scimitarra al collo ci sarà da ridere.
A parte gli scherzi, qualcuno mi sa dire come mai nella stragrande maggioranza (per non dire tutti) i conflitti presenti sul globo terracqueo una delle parti belligeranti è islamica? Ah no scusate, sono io che sono "razzista e prevenuto"... :rolleyes:

E mi sai dire perchè l'altra, guarda caso, siamo noi occidentali?Che coincidenza, eh?

Ciao

Andreucciolo
10-05-2004, 21:10
Originariamente inviato da Tenebra
Putacaso la Cecenia, se venisse dissociata dalla Russia (un po' come se la Lombardia venisse dissociata dall'Italia :D ) diverrebbe l'ennesimo stato russo e, guardacaso, il terrorismo e gli attentati sono di matrice ed ispirazione islamica.
Continuiamo a dire "poverini" "poveri oppressi" "resistenti" poi quando ce li troveremo con la scimitarra al collo ci sarà da ridere.
A parte gli scherzi, qualcuno mi sa dire come mai nella stragrande maggioranza (per non dire tutti) i conflitti presenti sul globo terracqueo una delle parti belligeranti è islamica? Ah no scusate, sono io che sono "razzista e prevenuto"... :rolleyes:

No, non sei razzista e prevenuto solo ignori una marea di cose........ma sai come è ridotta Grozny? Lo sai che in Cecenia non c'è una guerra di religione (ammesso che davvero ne esistano) ma che in ballo c'è la sovranità di una nazione? Lo sai quanti sono i profughi ceceni? Lo sai che le forze speciali russe non sono esattamente delle dame di carità ( Afghanistan ti ricorda qualcosa?)Ma forse i Russi a quel tempo erano cattivi SOLO perchè erano ancora sovietici.....
La cosa dei conflitti poi scusami ma è mondiale....
Continuerei ancora la discussione, ma vedo dalla finestra che stanno arrivando con le scimitarre, speriamo bene......:sofico:

GioFX
10-05-2004, 21:21
Originariamente inviato da abxide
UP :mc:
Purtrppo i sedicenti pacifisiti di questo forum, intervengono solo quando ci sono di mezzo gli usa..
Che tristezza..

meriteresti una bella risposta infuocata, ma non ho voglia di rompermi a risponderti, non servirebbe...

evidentemente non hai mai voluto leggere uno dei miei innumerevoli post e thread in proposito...

dico solo questo: è interessante come in afghanistan erano i cattivi e ora sono i buoni... dov'è la coerenza dei tuoi amici americani?

GioFX
10-05-2004, 21:27
Originariamente inviato da Tenebra
Putacaso la Cecenia, se venisse dissociata dalla Russia (un po' come se la Lombardia venisse dissociata dall'Italia :D ) diverrebbe l'ennesimo stato russo e, guardacaso, il terrorismo e gli attentati sono di matrice ed ispirazione islamica.


Guarda che la Cecenia è già uno stato della Federazione Russa... :rolleyes:


Continuiamo a dire "poverini" "poveri oppressi" "resistenti" poi quando ce li troveremo con la scimitarra al collo ci sarà da ridere.
A parte gli scherzi, qualcuno mi sa dire come mai nella stragrande maggioranza (per non dire tutti) i conflitti presenti sul globo terracqueo una delle parti belligeranti è islamica? Ah no scusate, sono io che sono "razzista e prevenuto"... :rolleyes:

e l'altra parte è cristiana?!? ma che sta a di?!? parli di guerre, allora sono almeno in due, no?!? parli di guerre di religione, quante ve ne sono?!?

ma che cacchio significa?

ni.jo
10-05-2004, 21:38
x tenebra
Mi spiace che fosse velata: "Berlusconi, giustificando Putin in cecenia, ha sparato la sua boiata più grossa", in effetti, sarebbe stato più corretto.:D

LittleLux
10-05-2004, 22:48
Originariamente inviato da GioFX
Guarda che la Cecenia è già uno stato della Federazione Russa... :rolleyes:


Si vede che gli è sfuggito come li definisce l'amico Putin, ossia separatisti ceceni.

Andreucciolo
10-05-2004, 23:31
Si si, scherzate voi, poi quando arrivano con la scimitarra voglio proprio vedervi.....:D

LittleLux
10-05-2004, 23:36
Originariamente inviato da Andreucciolo
Si si, scherzate voi, poi quando arrivano con la scimitarra voglio proprio vedervi.....:D


'mbè, gli lanciamo addosso Bush, Blair...e indovina un po' chi?:D...poi voglio vedere se non fanno sta faccia:eekk:

von Clausewitz
10-05-2004, 23:41
Originariamente inviato da Andreucciolo
"stato canaglia"


me lo spieghi cosa c'entra citare la dizione "stato canaglia" in una discussione sulla cecenia?
così tanto per sapere :rolleyes:

Bet
10-05-2004, 23:42
Originariamente inviato da von Clausewitz
me lo spieghi cosa c'entra citare la dizione "stato canaglia" in una discussione sulla cecenia?
così tanto per sapere :rolleyes:

o grande teorico della guerra :D , dimmi un po' la tua :)

von Clausewitz
10-05-2004, 23:51
Originariamente inviato da GioFX
Guarda che la Cecenia è già uno stato della Federazione Russa... :rolleyes:


piccola precisazione, la Cecenia non è uno stato della federazione Russa, bensì una repubblica autonoma all'interno della repubblica federativa russa
incominciamo a metterci d'accordo sulle definizioni che facciamo già un passo avanti e non come al solito due indietro :rolleyes: :D

Andreucciolo
10-05-2004, 23:56
Originariamente inviato da von Clausewitz
me lo spieghi cosa c'entra citare la dizione "stato canaglia" in una discussione sulla cecenia?
così tanto per sapere :rolleyes:

L'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile...

Ho capito, ormai è una questione personale, che trrrristezza....:D
Toglimi una curiosità, immenso, ma la faccetta :rolleyes: è cosi' rappresentativa della tua natura?:D

Comunque per capirci, se cerchi di provocare il ban con me caschi male F, capito?;)

GioFX
10-05-2004, 23:57
Originariamente inviato da von Clausewitz
piccola precisazione, la Cecenia non è uno stato della federazione Russa, bensì una repubblica autonoma all'interno della repubblica federativa russa
incominciamo a metterci d'accordo sulle definizioni che facciamo già un passo avanti e non come al solito due indietro :rolleyes: :D

che cosa ho detto io? è vero, ha una sua autonomia, ma fa parte della Federazione Russa.

jumpermax
10-05-2004, 23:59
Originariamente inviato da Andreucciolo
Il problema è che non è proprio cosi'.......tu sai come me il peso ed il valore che possono avere queste "condanne formali"........
Bisogna chiamare le cose con il loro nome: è ovvio che nella valutazione di situazioni internazionali esistono enormi differenze; certamente nessuno si sogna di chiamare "stato canaglia" la Russia di Putin,ipotizzare embarghi, cosi' come mi sembra quanto mai curioso chiamare i combattenti ceceni "terroristi".
Grozny è stata rasa al suolo un paio di volte, e diverse organizzazioni internazionali hanno denunciato le sistematiche violazioni dei diritti umani compiute dai Russi.
Terroristi? Si, io chiamo cosi' quelli che fanno attentati nelle città russe, e non ho alcuna scusante per loro, sono criminali .
Uno che fa saltare un blindato russo in Cecenia lo chiamerei patriota, secondo degli standard comunemente accettati quando si parla di "altro".
Anche se per molti i patrioti sono soltanto i "nostri":eppure l'unità d'Italia, tutta la retorica della terra libera sotta la propria bandiera,il popolo che si libera dal giogo straniero, l'Autodeterminazione dei Popoli..... eppure gli Austroungarici non hanno mai raso al suolo Milano.

Si ma non c'era Putin quando i Russi radevano al suolo Grozny... eravamo in piena era Eltsin o sbaglio?

LittleLux
11-05-2004, 00:02
Originariamente inviato da jumpermax
Si ma non c'era Putin quando i Russi radevano al suolo Grozny... eravamo in piena era Eltsin o sbaglio?

Si, ma Putin sta continuando...non so se hai presente le condizioni in cui versa quella città, e soprattutto i suoi abitanti, per non parlare poi quelli che "vivono" nelle campagne o come profughi nelle tendepoli dei paesi confinanti...

von Clausewitz
11-05-2004, 00:03
Originariamente inviato da Andreucciolo
L'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile...

Ho capito, ormai è una questione personale, che trrrristezza....:D
Toglimi una curiosità, immenso, ma la faccetta :rolleyes: è cosi' rappresentativa della tua natura?:D

Comunque per capirci, se cerchi di provocare il ban con me caschi male F, capito?;)

ssssshhhhhhhh pum!!
mannaggia son cascato, e adesso? :rolleyes:

jumpermax
11-05-2004, 00:04
Originariamente inviato da GhePeU
se si fa saltare in aria il capo di un governo collaborazionista per me non si tratta di attentato, e nemmeno di terroristi...
forse allora hai un po' di confusione in testa...

Andreucciolo
11-05-2004, 00:04
Originariamente inviato da jumpermax
Si ma non c'era Putin quando i Russi radevano al suolo Grozny... eravamo in piena era Eltsin o sbaglio?


Ma infatti il problema non è Putin, comunque sotto la sua presidenza la guerra in Cecenia ha conosciuto punti di notevole intensità, se non sbaglio uno dei punti cardine della sua campagna elettorale (la prima) era la soluzione drastica del problema ceceno.

von Clausewitz
11-05-2004, 00:05
Originariamente inviato da jumpermax
Si ma non c'era Putin quando i Russi radevano al suolo Grozny... eravamo in piena era Eltsin o sbaglio?

si, però Jumper adesso non mi difendere Putin solo perchè è pappa e ciccia con Berlusconi

GioFX
11-05-2004, 00:05
Un pò di storia sulla Cecenia è utile forse è utile, non trovate?

CRONOLOGIA DELLE DUE GUERRE IN CECENIA - 1989/2000

A cura di Carlo Gubitosa.

1989-1991 Con la caduta del muro di Berlino, inizia un processo di disgregazione dell'Unione Sovietica. Diversi territori dell'Unione proclamano la loro indipendenza e l'autonomia dal governo centrale di Mosca.

Il 23 novembre 1990 iniziano in Cecenia i lavori di una conferenza nazionale. La conferenza si svolge nella capitale cecena, Grozny, dove si riunisce un gruppo di delegati in rappresentanza di tutti i gruppi etnici della Cecenia. Al termine dell'incontro, il 25 novembre del '90, i delegati della conferenza proclamano la separazione della Cecenia dall'Unione Sovietica, con una "dichiarazione di indipendenza e sovranita'" ratificata all'unanimita' dal parlamento della Repubblica Cecena il 27 novembre dello stesso anno.

Nell'agosto del 1991, Dzokar Dudayev, un ex generale dell'aviazione sovietica, sale al comando della Cecenia grazie ad un colpo di stato. Il 27 ottobre la conquista del potere da parte di Dudayev viene ufficializzata da un referendum con cui il popolo ceceno approva la dichiarazione di indipendenza del novembre '90 e assegna a Dudayev la presidenza della Repubblica Indipendente Cecena con l'84% dei voti. Il 2 novembre il parlamento sovietico dichiara illegale l'elezione di Dudayev.

Alla mezzanotte del 31 dicembre 1992 l'Unione Sovietica si scioglie ufficialmente. Il 13 marzo '93 viene firmato il trattato che stabilisce la nascita della Repubblica Federale Russa. La Cecenia rifiuta l'appartenenza alla Federazione Russa e decide di non firmare il trattato.

Il 2 aprile '93 il presidente Dudayev scioglie il parlamento, accentrando tutto il potere nelle sue mani. Si cerca di promuovere un referendum per dare ai ceceni la possibilita' di esprimersi sul "potere unico" del presidente, ma Dudayev stronca sul nascere il tentativo del referendum con l'intervento dei carri armati. Nei mesi seguenti la tensione in Cecenia cresce notevolmente, con un'escalation di violenza tra le forze fedeli al presidente Dudayev e quelle contrarie al suo potere. Da Mosca iniziano ad arrivare i primi segni di insofferenza.

Il 9 dicembre '94 il presidente Boris Eltsin autorizza un intervento armato contro la Cecenia, e l'11 dicembre i carri armati della Federazione Russa iniziano la loro avanzata verso Grozny. Vengono impiegati 40.000 soldati, appoggiati da aerei ed elicotteri. Il 19 gennaio '95 l'esercito russo entra a Grozny conquistando il palazzo presidenziale. La citta' viene brutalmente devastata, con migliaia di vittime tra la popolazione civile. A maggio i vertici militari russi dichiarano di aver conquistato le citta' principali e 2/3 del territorio ceceno. Cio' nonostante, nei mesi successivi inizia una delle piu' grandi sconfitte nella storia militare della Russia.

Gli attacchi dei ceceni costringono al ritiro le truppe della federazione, che cercano un accordo con i guerriglieri. Il generale russo Aleksandr Lebed si incontra a Khasavjurt, in Daghestan, con Aslan Maskhadov, portavoce della repubblica Cecena, per la firma di un accordo di pace. Maskhadov, ex capo di stato maggiore del'esercito ceceno, verra' eletto presidente il 27 gennaio '97, prendendo il posto di Dudayev, ucciso il 21 aprile '96 nel corso di un attacco aereo, e sostituito da Zelimkhan Iandarbev fino all'elezione di Maskhadov.

Il 27 agosto 1996 la firma dell'accordo di pace pone fine al primo sanguinoso conflitto tra la Cecenia e la Federazione Russa, una guerra durata 21 mesi e pagata con la vita di piu' del 10% della popolazione cecena e di circa 70 mila soldati russi.

L'accordo di pace dell'agosto '96 non e' tuttavia sufficiente per risolvere definitivamente la questione cecena. il testo firmato a Khasavjurt da Lebed e Maskhadov prevede semplicemente un periodo di 5 anni per definire lo statuto della Cecenia, e le posizioni delle due parti in conflitto rimangono inconciliabili Mosca continua a non riconoscere la sovranita' della Cecenia e gli indipendentisti, in virtu' del loro parziale successo militare contro le truppe della Federazione Russa, sono sempre piu' decisi nei loro propositi di distacco dalla federazione.

Nei mesi successivi all'accordo di pace la violenza in Cecenia non accenna a diminuire, a causa della crescente attivita' di alcune fazioni estremiste dell'esercito. Nell'estate del 1998 queste tensioni esplodono in una vera e propria battaglia tra le truppe regolari e i gruppi armati legati al fondamentalismo islamico. L'esercito regolare riesce ad avere la meglio, e il presidente Maskhadov annuncia di voler imporre forti restrizioni sulle attivita' delle milizie estremiste, ma pochi giorni dopo viene ferito in un attentato dove perdono la vita le sue guardie del corpo.

L'8 agosto '99 le milizie di Shamil Bassaev invadono la repubblica del Daghestan, cercando di instaurare uno "stato islamico" attraverso un raid militare. Costretti in un primo momento a ritirarsi, gli uomini di Bassaev compiono un altro fallimentare tentativo a settembre. Nell'autunno del '99 le citta' di Mosca, Volgodonsk, Buinaksk e Vladikavkaz sono sconvolte da una serie di attentati dinamitardi nel corso dei quali perdono la vita circa 300 persone. Le esplosioni vengono immediatamente attribuite a "terroristi ceceni".

Il 23 settembre '99 la Russia da' il via ad una nuova campagna militare contro la Cecenia, con una serie di attacchi aerei. Il primo ottobre le truppe russe entrano nel territorio ceceno, e il 16 dello stesso mese inizia l'avanzata verso Grozny. Il 23 ottobre le truppe russe chiudono la frontiera tra la Cecenia e l'Inguscezia, negando ai profughi l'unica via d'uscita.

A novembre gli Stati Uniti accusano la Russia di violazione delle convenzioni di Ginevra, e in autunno anche Amnesty International pubblica un rapporto sulla situazione in Cecenia, in cui si richiede "che il governo russo rispetti il diritto internazionale umanitario in materia di protezione di civili durante conflitti armati".

Il 6 dicembre '99 Boris Eltsin lancia un ultimatum agli abitanti di Grozny hanno a disposizione cinque giorni di tempo per evacuare la citta'. Il 18 dicembre le truppe russe entrano a Grozny, e la citta' si trasforma in un enorme campo di battaglia. Una lunga serie di raid aerei riduce la citta' a un cumulo di macerie. Durante i bombardamenti su Grozny, mentre migliaia di vittime civili vengono colpite senza pieta', l'Italia ratifica, con le leggi 398 e 397 del '99, due accordi firmati nel 1996 in merito alla cooperazione militare con la Russia.

Dal 31 marzo al 4 aprile 2000 Mary Robinson, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, visita l'Inguscezia, il Daghestan e la Cecenia, e il 5 aprile, al termine della sua visita presenta un rapporto dettagliato alla commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, in cui vengono descritte testimonianze oculari di omicidi di massa, bombardamenti di colonne di profughi e altre palesi violazioni dei diritti umani compiute dalle milizie della Federazione Russa. Nel rapporto vengono segnalate anche le violazioni dei diritti umani compiute dalle milizie cecene ai danni della popolazione civile durante l'invasione del Daghestan.


PARTE I - I PERCHE' DELLA GUERRA

L'EREDITA' DI ELTSIN


Per comprendere pienamente il contesto sociale e politico che fa da sfondo alla seconda guerra in Cecenia e' necessario innanzitutto allargare l'orizzonte a tutta la Federazione Russa e all'eredita' politica lasciata al paese da Boris Eltsin e dal suo clan.
La costituzione adottata dalla Federazione Russa nel 1993, con un referendum definito truccato da molti osservatori, ha fatto da cornice legale ad un potere autoritario e centralistico, concentrando tutti i poteri nelle mani del presidente. In base a questa costituzione l'attivita' del Parlamento e' fortemente condizionata dalla minaccia permanente di un possibile scioglimento da parte del presidente, e la stabilita' del governo, anch'esso nominato direttamente dal presidente, e' direttamente proporzionale alla sua docilita'.

Il forte accentramento dei poteri nelle mani dell'entourage presidenziale e' stato il terreno fertile in cui si e' sviluppata la corruzione e il malgoverno di questa "democrazia di carta", dove i diritti dei cittadini sono perfettamente tutelati sulle carte dei documenti ufficiali, ma allo stesso tempo questi diritti faticano a trovare una realizzazione pratica da parte delle istituzioni. Ai diritti di carta non corrispondono dei diritti concreti, applicati nella vita quotidiana delle persone a tutela dei cittadini.

Un'altra delle conseguenze di questa politica centralista e accentratrice e' stata la "privatizzazione" dell'economia, intesa come gestione privata e personalistica da parte del presidente delle attivita' economiche del Paese, una gestione spesso mirata alla conquista di benefici personali o all'accrescimento del potere politico.

Interi settori dell'economia e del commercio interno ed estero sono stati concessi a gruppi locali di potere distribuiti su base territoriale, in cambio del loro appoggio politico. Nella regione del Caucaso questo sistema di gestione delle attivita' economiche ha fatto si' che i vertici del Cremlino, in cambio del sostegno al loro potere, chiudessero un occhio sulle attivita' illecite dei clan locali, che in virtu' del loro appoggio politico potevano liberamente spartirsi le attivita' economiche piu' redditizie (banche, petrolio, armi, droga, caviale, alcol, tabacco). Questo "patto dannato" tra i notabili di Mosca e i gruppi di potere locali ha provocato una progressiva perdita di potere e autorita' delle istituzioni federali e locali, che diventavano sempre piu' incapaci di imporre l'efettiva applicazione delle leggi.

A fare le spese di questa illegalita' diffusa sono stati soprattutto gli strati piu' deboli della popolazione, esclusi dal colossale giro di affari che legava il mondo politico ai gruppi di potere locali. L'assenza di ordine e di controllo, la mancanza di legalita' e il banditismo diffuso hanno portato nel breve periodo dei benefici economici per una parte ristretta della popolazione legata ai traffici dei clan locali, ma nel lungo periodo questa "assenza di stato" e di giustizia ha inasprito le tensioni economiche e sociali, esponendo i giovani alle tentazioni del nazionalismo o dell'integralismo islamico, che per molte persone rappresentano tuttora una delle poche risposte concrete al crescente disagio sociale e al bisogno di stabilita'.

Va sottolineato che il fenomeno del banditismo, l'affermarsi della legge del piu' forte al di sopra delle leggi federali, l'aumento della delinquenza e dei traffici illeciti non sono fenomeni ristretti alla sola Cecenia o al Caucaso, ma sono ormai un male diffuso in tutto il territorio della Federazione, un male che in Caucaso e in Cecenia si e' purtroppo espresso in forma cronica. La seconda guerra in Cecenia affonda profondamente le sue radici in questo sistema e nell'assenza di uno stato di diritto e di una legalita' che siano all'altezza dei principi democratici stabiliti sulla carta. Da parte loro, i governi occidentali hanno rifiutato sistematicamente di prendere in considerazione qualsiasi informazione sul livello di corruzione e illegalita' della societa' russa. Il caso piu' eclatante e' forse quello di un rapporto della Central Intelligence Agency (CIA) rispedito bruscamente al mittente dal vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore.

DOPO LA PRIMA GUERRA

Dopo aver analizzato il contesto politico, legale e sociale della Federazione Russa, alla luce delle strategie adottate dal clan di Boris Eltsin, e' necessario capire quali sono state le particolari condizioni che in Cecenia hanno aggiunto al disagio e all'illegalita', presenti anche negli altri territori della federazione, l'esplosione di un violento conflitto armato. Le origini della colossale ondata di violenza che ha devastato la Cecenia sono molteplici, e sarebbe semplicistico ridurre un problema cosi' complesso ad una "guerra partigiana" per la rivendicazione dell'indipendenza e dell'autonomia di un territorio. Gli interessi legati a questa guerra hanno davvero ben poco a che vedere con la lotta per la liberta'.
La II guerra in Cecenia e' un intreccio complesso di molteplici tensioni che attraversano tutto il Caucaso, e che in Cecenia hanno trovato un punto di convergenza e di coagulazione, esplodendo in forma violenta. In base ai documenti che ho esaminato, ai colloqui effettuati con gli operatori umanitari coinvolti nell'emergenza cecena e in base alle esperienze personali vissute a Mosca, in Cecenia e in Inguscezia, ho individuato cinque fattori che, a mio giudizio, sono stati gli "ingredienti" esplosivi che miscelandosi tra loro hanno provocato in Cecenia l'esplosione di questo conflitto tremendo e sanguinoso. Queste componenti del conflitto possono essere descritte brevemente come l'affermarsi in territorio ceceno del potere delle bande armate, la crescente influenza del fondamentalismo islamico nella regione, l'importanza strategica del Caucaso per la Russia, i forti interessi economici legati al transito del petrolio negli oleodotti, la necessita' di creare un "nemico esterno" per affermare con il pugno di ferro l'autorita' del potere centrale di Mosca e dell'"uomo forte" chiamato alla guida del paese.

LA GUERRIGLIA E LE BANDE ARMATE

Per capire l'effettiva natura dei gruppi armati della Cecenia e il loro ruolo nell'esplosione della guerra bisogna fare un passo indietro fino al termine della I guerra in Cecenia, il 27 agosto del 1996. In questa data il generale russo Aleksandr Lebed incontra Aslan Maskhadov per la firma dell'accordo di pace che pone fine alla guerra 1994/96. Maskhadov incontra Lebed in qualita' di rappresentante della Cecenia su mandato di Zelimkhan Iandarbev, che aveva sostituito il presidente Djokhar Dudaev ucciso il 21/4/96 nel corso di un attacco aereo.
Nei mesi che vanno dalla firma dell'accordo di pace all'elezione di Maskhadov come presidente della Cecenia l'assetto politico e militare del paese si delinea chiaramente. Ogni fazione dell'esercito sfrutta a proprio beneficio l'assenza di una autorita' in grado di mantenere il controllo della situazione, e in attesa delle elezioni presidenziali ognuno prende per se' tutto il potere che riesce a conquistare.

L'esercito si spacca in una moltitudine di piccole bande armate, che rappresentano gli interessi del proprio capobanda anziche' quelli della popolazione. In questa galassia di fazioni militari, nate dalla frammentazione dell'esercito, si possono distinguere tre componenti gruppi moderati sinceramente indipendentisti, legati alla figura di Maskhadov, bande armate che nascondono dietro la lotta per l'indipendenza i loro traffici criminali e mafiosi (i cui proventi finiscono in gran parte a Mosca), milizie legate al fondamentalismo islamico e guidate da Shamil Bassaev, Amir Khattab e altri leader.

Saranno proprio le componenti islamica e banditesca dell'esercito ad impedire la stabilizzazione della Cecenia, e a preparare il terreno di illegalita' e violenza che Mosca ha "seminato" in seguito a suon di bombe. Il 27/1/97, quando Maskhadov viene eletto presidente della Cecenia, ormai i giochi sono fatti le bande armate hanno gia' affermato il loro potere su tutto il territorio ceceno, e stabilito le loro rispettive zone di influenza.

Anche dopo la sua elezione Maskhadov puo' fare ben poco per modificare questi equilibri di forze, stretto tra le aspre critiche dei moderati, che gli rimproverano la sua mancanza di intransigenza contro le forze estremiste dell'esercito, e l'impraticabilita' di uno scontro frontale contro queste forze.

Nell'estate del 1998 queste tensioni esplodono in una vera e propria battaglia. L'esercito ufficiale ceceno riesce ad avere la meglio sui gruppi armati islamici, e il presidente Maskhadov annuncia di voler imporre forti restrizioni sulle attivita' di questi gruppi, ma pochi giorni dopo viene ferito in un attentato dove perdono la vita le sue guardie del corpo, ed e' costretto a ridimensionare i suoi propositi di opposizione contro le fazioni estremiste dell'esercito.

A partire dalla firma dell'accordo di pace del 1996 gli interessi delle bande armate cecene si scontrano con quelli di Mosca, che vorrebbe affidare il controllo delle attivita' in Cecenia ai propri uomini di fiducia. Man mano che i gruppi militari ceceni diventano sempre piu' potenti, questo conflitto di interessi continua a inasprirsi.

Uno dei fattori che ha contribuito all'esplosione della violenza in Cecenia e' proprio questa macroscopica "guerra tra gang" dove la posta in gioco nello scontro tra bande e' il controllo delle attivita' economiche e commerciali di una intera regione geografica. La popolazione civile e' stata solo una pedina sacrificabile di questo scontro, schiacciata in mezzo a sporchi giochi di potere. In questa chiave di lettura i traffici illeciti delle fazioni estremiste dell'esercito ceceno hanno rappresentato un vero e proprio tradimento di quello spirito indipendentista che ha animato molti giovani guerriglieri nella guerra 1994/96, uno spirito strumentalizzato dai capibanda dei gruppi armati per raggiungere obiettivi che non hanno niente a che vedere con la liberta', l'indipendenza e la tutela della popolazione cecena. Questi assassini travestiti da partigiani non si sono fermati nemmeno davanti alla prospettiva di un nuovo e sanguinoso conflitto pur di salvaguardare a tutti i costi i propri interessi. Il protrarsi di una situazione di conflitto armato in Cecenia torna a tutto vantaggio di questi "signori della guerra", che riescono a gestire con piu' facilita' i loro traffici, disponendo di un potere vessatorio che utilizzano a danno delle popolazioni inermi.

LA "GUERRA SANTA" DELL'ISLAM IN CECENIA

Oltre alla violenza delle bande armate e delle fazioni estremiste dell'esercito, un'altra causa della guerra e' legata al fondamentalismo islamico, una potente benzina che in Cecenia alimenta costantemente il fuoco della violenza. In Cecenia e nel vicino Daghestan sono molte le organizzazioni politiche e i gruppi armati che fanno riferimento all'Islam; il gruppo fondamentalista che negli ultimi anni ha acquisito la piu' grande potenza economica e militare nella zona del Caucaso e' quello degli "wahhabiti", che devono il loro nome alla setta islamica puritana della penisola arabica fondata nel XVIII secolo dal predicatore Mohamad Ibn Abdelwahhab. I wahhabiti del 2000 sono dei gruppi armati che hanno tra i loro leader Shamil Bassaev e Amir Khattab, due capi militari che dietro il loro fondamentalismo religioso nascondono interessi inconfessabili legati ad attivita' illecite. Khattab, dopo un periodo trascorso in Afghanistan, approda in Cecenia negli ultimi mesi della prima guerra, e inizia a reclutare il suo esercito personale di milizie islamiche, che al termine della guerra diventera' una delle fazioni piu' potenti delle forze armate.
Bassaev inizia la sua carriera militare nel 1992, quando l'Abkhazia da' il via ad una guerra di indipendenza contro la Georgia. Dopo la guerra diventa addirittura vice-ministro della difesa di Abkhazia, presumibilmente grazie ad una collaborazione con il GRU (Glavnoe Rasvedivatelnoe Upravlenie), il servizio segreto militare russo. I rapporti tra Bassaev e il Gru sono stati ampiamente documentati nella ricostruzione della guerra in Abkhazia fatta nel febbraio 2000 da Piotr Prianishinikov, sul settimanale "Versija".

Le "relazioni pericolose" di Bassaev includono anche esponenti di spicco del mondo dell'alta finanza di Mosca, come ad esempio Boris Berezovski, finanziere vicino alla famiglia Eltsin, che ha pubblicamente ammesso di aver elargito dei finanziamenti a Bassaev per le sue attivita'. Bassaev, Khattab e le loro milizie islamiche ricevono fondi dall'Afghanistan, dal Pakistan e da organizzazioni clandestine del medio oriente, ma altri finanziamenti ai gruppi armati wahhabiti arrivano anche da Mosca.

Bassaev ha piu' volte invocato la "jihad", la guerra santa islamica, come soluzione definitiva ai problemi della Cecenia e del Caucaso in generale, facendo leva sugli strati piu' deboli della popolazione. Molti giovani ceceni sono stati attratti dalle seduzioni del fondamentalismo islamico e hanno cercato nell'Islam, oltre al loro stipendio di soldati, quell'ordine, quella stabilita' e quella sicurezza che non riuscivano a trovare altrove, senza sapere che i loro stessi comandanti avrebbero contribuito all'esplosione di una nuova guerra, strumentalizzando la loro aspirazione a migliori condizioni di vita e distruggendo il loro sogno di una societa' piu' giusta e pacifica retta dalla "sharia", la legge islamica.

Nell'estate del 1999 Bassaev e Khattab danno il via ad una campagna militare in grande stile, un raid sul Daghestan fallimentare, insensato e provocatorio, compiuto all'insaputa e senza il consenso del Presidente Maskhadov. Per incoscienza o per calcolo, le milizie islamiche regalano a Vladimir Putin un ottimo pretesto per stringere ancora una volta il pugno di ferro della Federazione Russa attorno alla Cecenia.

E' importante chiarire che le truppe islamiche di Bassaev e Khattab non sono affatto dei gruppi di partigiani che lottano per la liberta' e l'indipendenza dei ceceni. Si tratta invece di una ristretta minoranza all'interno del paese, una minoranza purtroppo molto potente e ben armata, che non rappresenta assolutamente ne' la popolazione della Cecenia ne' l'esercito regolare, che si e' trovato a dover combattere suo malgrado una guerra provocata da altri.

L'8 agosto 1999 Bassaev e Khattab, alla testa del loro esercito, invadono la repubblica del Daghestan, cercando di instaurare uno "stato islamico" nei territori di frontiera tra Cecenia e Daghestan, un obiettivo che non ha nulla a che vedere con la tutela della popolazione cecena o con l'affermazione della sua indipendenza, ma che riguarda unicamente le mire espansionistiche e la sete di potere dei fondamentalisti islamici.

Dopo un primo tentativo, fallito per l'opposizione della popolazione locale all'invasione islamica, la "guerra santa" riparte a settembre, e anche il secondo tentativo fallisce miseramente.

Il primo ottobre le truppe russe entrano in Cecenia per dare il via, con il pretesto della "lotta al terrorismo", ad un folle massacro di civili inermi.

LA LOTTA PER L'UNITA' DELLA RUSSIA

Un'altra delle partite attualmente in gioco sulla scacchiera del Caucaso e' quella per la repressione delle velleita' separatiste in Cecenia e in altre regioni della Russia. Dopo la disgregazione dell'Unione Sovietica, anche nella Federazione Russa iniziano a manifestarsi i sintomi di una possibile frammentazione, che i vertici del Cremlino stanno cercando di impedire con tutti i mezzi a loro disposizione, in nome dell'unita' della "Grande Russia".
Per la Russia perdere il controllo sulla Cecenia non significherebbe solamente rinunciare ad un territorio di grandissima importanza strategica, ma sarebbe anche un pericoloso precedente, un "cattivo esempio" per altre regioni che potrebbero decidere di seguire le orme della Cecenia avviandosi verso il separatismo, l'autonomia e il distacco dalla Federazione.

Un taglio netto del cordone ombelicale che lega la Cecenia alla Russia potrebbe scatenare una reazione a catena, alimentando le velleita' separatiste di territori islamici come il Tatarstan, il Bashkortostan e il Daghestan, o di zone buddiste come la Kalmukkia e la Burjatia.

La guerra in Cecenia e' stata anche questo uno straordinario "collante" che ha scongiurato, o piu' probabilmente solo rimandato, il pericolo della disgregazione di una federazione corrosa al suo interno dal malgoverno, dalla corruzione e dalla criminalita'.

QUANTO SANGUE COSTA UN LITRO DI BENZINA ?

La guerra in Cecenia e' stata anche una guerra per il controllo delle "vie del petrolio" nel Caucaso, una guerra con cui la Russia ha voluto rispondere all'"affronto geopolitico" rappresentato dalla recente costruzione di nuovi oleodotti che consentirebbero dei "percorsi alternativi" per il trasporto del greggio dal mar Caspio al Mediterraneo.
Il transito del petrolio e del gas naturale che viaggiano dal Caspio per raggiungere l'Europa e' stato da sempre in mano alle grandi compagnie petrolifere della Russia, grazie al controllo dell'oleodotto che collega Baku, citta' situata in Azerbaigian sulle rive del Caspio, a Novorossijsk, che si affaccia sul mar Nero.

Fino a pochi mesi fa questa "pipeline", rimessa in funzione nel novembre 1997 dopo un compromesso con le autorita' cecene, era l'unica via di transito per il petrolio e il gas naturale, e garantiva alla Russia un monopolio di fatto nel settore energetico, che costituisce il 23% delle esportazioni e il 12% del prodotto interno lordo della federazione.

Il 17 aprile 1999 l'apertura di un nuovo oleodotto ha modificato radicalmente l'equilibrio geopolitico della zona, creando una nuova via di transito per le risorse energetiche, un percorso che attraversa territori autonomi al di fuori della Federazione, su cui la Russia non ha un controllo diretto. Questa nuova "pipeline", che parte da Baku per raggiungere Supsa, porto della Georgia sulle rive del mar Nero, ha di fatto aperto una prima breccia nel monopolio russo. Oltre ad avere una valenza economica e geopolitica, questa nuova "via del petrolio" ha anche una forte valenza militare, poiche' l'oleodotto Baku-Supsa rientra di fatto nel sistema di sicurezza Nato, grazie ad una alleanza militare regionale tra Georgia, Ucraina, Azerbaigian e Moldavia, i cosiddetti "stati del GUAM", dal nome delle iniziali dei paesi. Questi stati hanno richiesto una stretta cooperazione con la Nato, che ha accolto favorevolmente la proposta di un intervento nella zona per difendere il nuovo oleodotto, dal momento che i paesi dell'alleanza atlantica avrebbero tutto l'interesse ad estromettere la Federazione Russa dal giro di affari legato al transito del petrolio e del gas naturale.

L'oleodotto Baku-Supsa non e' l'unica minaccia agli interessi della Russia nel settore energetico. Nel novembre 1999 Turchia, Azerbaigian e Georgia hanno annunciato la firma di un accordo per la costruzione di una "via turca" del petrolio, che in futuro dovrebbe collegare Baku al porto turco di Ceyhan, che affaccia direttamente sul mediterraneo. Anche questo oleodotto sarebbe automaticamente collocato nel sistema di sicurezza della Nato, e i consorzi che presiedono alla sua realizzazione hanno previsto investimenti per 7 miliardi di dollari.

L'elenco dei principali finanziatori del progetto comprende, oltre ai governi della Turchia e dell'Azerbaigian, anche Eni, Chevron, Shell e Unocal. Tra le cause del secondo conflitto in Cecenia c'e' anche lo scontro tra gli interessi della Russia e quelli delle potenze occidentali che si sono unite agli stati del GUAM per il controllo del transito del petrolio. In questo scontro la Cecenia e' un territorio di fondamentale importanza strategica, situato su uno degli snodi chiave della linea Baku-Novorossijsk, un punto di passaggio che la Russia non puo' permettersi assolutamente di perdere se vuole restare in gara per la supremazia nel settore energetico.

La prima risposta della Russia all'affronto geopolitico rappresentato dai nuovi oleodotti e' stata questa campagna militare che ha sottomesso con la forza un "pezzo di oleodotto" che minacciava di andarsene per conto proprio. Un'altra risposta alle nuove rotte del petrolio che aggirano la Russia a sud sara' probabilmente il completamento di un nuovo oleodotto russo, la cui costruzione e' iniziata nel maggio 1999, che trasportera' fino a Novorossijsk il petrolio estratto in Kazakistan sul lago Tenghiz.

UNA GUERRA SU MISURA

L'aspetto piu' inquietante di questa guerra e' la possibilita' che l'offensiva scatenata contro la Cecenia sia stata una forma perversa di "campagna elettorale", progettata freddamente a tavolino e costruita sulla pelle di migliaia di civili, per creare attorno a Vladimir Putin, uomo di fiducia di Eltsin, il consenso di cui aveva bisogno per conquistare la presidenza della Federazione.
Oltre allo sconfinamento in Daghestan delle milizie islamiche, un altro pretesto con cui si e' cercato di legittimare la seconda guerra in Cecenia e' stata la "lotta al terrorismo" intrapresa dalla Russia nell'autunno '99, in seguito alla serie di attentati dinamitardi che ha causato circa 300 vittime nelle citta' di Mosca, Volgodonsk, Vladikavkaz e Buinasks.

E' opinione diffusa che questa serie di attentati, e il conseguente bombardamento della Cecenia, possano far parte di una "strategia della tensione" russa con la quale il clan di Boris Eltsin ha cercato a tutti i costi di conservare il potere. La guerra in Cecenia nata dalla lotta al terrorismo potrebbe essere un conflitto contro un nemico esterno creato ad arte per distogliere l'attenzione da altri gravi problemi che affliggono la federazione instabilita', assenza di ordine, corruzione.

L'improvvisa ascesa della popolarita' di Putin, che si e' posto davanti agli elettori come l'"uomo forte" in grado di mantenere l'unita' della federazione e di reprimere il terrorismo, potrebbe essere proprio la diretta conseguenza della creazione artificiosa di questo "nemico esterno" che ha risvegliato nella popolazione il desiderio di un leader forte in grado di imporre l'ordine e la giustizia con il pugno di ferro.

In questo processo anche i mezzi di informazione russi hanno giocato un ruolo fondamentale. La campagna militare contro la Cecenia e' stata accompagnata da una campagna di disinformazione altrettanto massiccia e sistematica, che ha portato alle stelle il consenso verso le "maniere forti" di Putin alimentando l'odio e la paura dei russi nei confronti dei ceceni, dipinti come una popolazione composta unicamente da criminali e terroristi spietati. In un rapporto dell'autunno '99 Amnesty International ha espresso la sua preoccupazione perche' la risposta del governo russo agli attentati dinamitardi "sembra essere una campagna per punire un intero gruppo etnico"

"Dite all'Italia che non siamo dei terroristi". Parlando con i profughi ceceni ammassati nei campi dell'Inguscezia ho sentito questa frase molte volte, e ogni volta ho ripetuto che fortunatamente l'equazione "ceceno uguale terrorista" non era ancora radicata nell'opinione pubblica italiana.

Purtroppo in Russia questa campagna di criminalizzazione mediatica ha avuto un pieno successo. La protesta contro la seconda guerra in Cecenia e' stata molto piu' debole della protesta contro il primo intervento armato, in occasione del quale una larghissima fetta dell'opinione pubblica aveva manifestato la sua disapprovazione verso la guerra. Questo effetto e' dovuto anche e soprattutto all'azione dei mezzi di informazione, a cui e' mancata la capacita' o la volonta' di distinguere tra la popolazione cecena nella sua interezza e una minoranza di gruppi armati e terroristici

Per quanto riguarda l'ondata di attentati terroristici che ha fatto da preludio alla guerra, allo stato attuale delle cose non ci sono prove che questi attentati siano stati organizzati ad arte per favoorire l'ascesa di un potere autoritario. E' un dato di fatto, tuttavia, che Vladimir Putin ha indubbiamente saputo sfruttare a proprio vantaggio lo stato d'animo creato nell'opinione pubblica dalle esplosioni terroristiche, indipendentemente da chi abbia commissionato e progettato queste esplosioni.

Anche se non si dispone ancora di prove incontrovertibili, esistono tuttavia alcuni elementi degni di essere presi in considerazione per capire meglio il collegamento tra gli atti terroristici dell'autunno '99 e la guerra in Cecenia.

Il 29 ottobre '99 David Satter, membro dello Hudson Institute e della Scuola di studi internazionali avanzati della John Hopkins University, in un articolo apparso sul "Washington Times" affermava che "via via che l'investigazione procede, la possibilita' che le esplosioni siano state pianificate da elementi della leadership russa diventa piu' plausibile". A gennaio del 2000 il giornale inglese "The Independent" ha pubblicato inoltre la confessione di Aleksei Galtin, un ufficiale del Gru secondo il quale il servizio segreto militare russo sarebbe coinvolto negli attentati terroristici dell'autunno '99.

Un altro indizio inquietante e' contenuto in un articolo di Giulietto Chiesa pubblicato su "la rivista del manifesto" nel numero di maggio 2000. Secondo la ricostruzione fatta da Chiesa tutti gli attentati dinamitardi sarebbero stati effettuati utilizzando exogene, un esplosivo impiegato dalle forze armate russe per la nuova generazione di proiettili d'artiglieria.

Gli investigatori hanno affermato che per ogni bomba era stata utilizzata una quantita' di exogene variabile tra i 200 e i 300 chili. Oltre alle quattro esplosioni effettivamente avvenute, le autorita' russe hanno dichiarato di aver scongiurato l'esplosione di altre cinque bombe. Risulta quindi che gli attentatori avrebbero utilizzato almeno 1800 chili di exogene, un esplosivo che in Russia si produce unicamente nella fabbrica di Perm, situata negli Urali.

Come abbia fatto un gruppo di terroristi ceceni a trafugare 18 quintali di esplosivo da una fabbrica top secret e a portare tranquillamente in giro per varie citta' della Russia tutto questo esplosivo, rimane tuttora un mistero.

Molti esponenti di ONG e organizzazioni umanitarie con cui ho parlato durante il mio soggiorno in Russia e in Cecenia mi hanno confermato la possibilita' che la serie di attentati dell'autunno '99 sia stata una provocazione realizzata da persone estranee alla guerriglia cecena.

Ho avuto inoltre la possibilita' di esaminare un rapporto interno di una organizzazione non governativa, che evito di nominare per ragioni di sicurezza e di tutela delle fonti, un rapporto nel quale e' scritto testualmente che "ci sono alcune prove circostanziali del coinvolgimento dei servizi segreti russi nell'organizzazione degli attentati terroristici che hanno ucciso piu' di 300 persone".

Questi sospetti, condivisi da numerosi giornalisti e analisti politici, sono diffusi anche tra la gente comune. Commentando questo insieme di indizi che collegano gli attentati dinamitardi ai servizi segreti russi, Giulietto Chiesa ha rilevato che "forse si e' trattato di una coincidenza. Ma se e' stato cosi', si deve dire che e' stata una coincidenza davvero fantastica. Forse non e' stata una coincidenza, e allora bisogna tenersi forte, perche' gente che si spinge fino a questi lidi e' capace di compiere ogni crimine, perfino quelli che l'uomo comune non e' in grado nemmeno di immaginare".

Nel frattempo le indagini per individuare i responsabili degli attentati sono a un punto morto. A mesi di distanza dalle esplosioni, non si sa neppure se le autorita' di Perm hanno ritenuto opportuno aprire un'inchiesta nei confronti dei responsabili della fabbrica di exogene. La Russia, intanto, sembra avviata ad un ingresso trionfale nell'Unione Europea. Mentre scrivo queste righe Vladimir Putin e' stato ricevuto con tutti gli onori dal Vaticano e al Quirinale, e la cooperazione economica e militare tra l'Italia e la Russia va a gonfie vele. In occasione della visita di Putin in Italia, Don Renato Sacco, consigliere nazionale di "Pax Christi" e parroco di tre paesini della provincia di Verbania, ha indirizzato una lettera alle massime autorita' dello stato denunciando "chi ha fatto della guerra in Cecenia il suo trampolino di lancio politico, interno e internazionale, e ora viene ricevuto a Roma con tutti gli onori". Nella sua lettera Don Renato ha proposto inoltre che fossimo invitati anche noi all'incontro con Putin, in quanto "unica presenza italiana" in Cecenia.

In effetti, un incontro diretto con Putin e Ciampi forse sarebbe un onore troppo grosso per me, e confesso che avrei un certa perplessita' a partecipare a questo incontro, soprattutto se l'etichetta diplomatica mi imponesse di stringere delle mani sporcate col sangue di migliaia di vittime civili. Per il momento, come ricompensa da parte dello stato per la mia presenza in Cecenia mi accontento delle seimila lire al giorno che mi spettano come paga in quanto obiettore di coscienza.

Andreucciolo
11-05-2004, 00:06
Originariamente inviato da von Clausewitz
ssssshhhhhhhh pum!!
mannaggia son cascato, e adesso? :rolleyes:

Che dici, dobbiamo andare avanti per molto? Io opterei per finirla qui...

jumpermax
11-05-2004, 00:08
Originariamente inviato da von Clausewitz
si, però Jumper adesso non mi difendere Putin solo perchè è pappa e ciccia con Berlusconi
Mi sembra strano che il problema Cecenia diventi il problema Putin... e mi sembra ancora più strano che venga alla ribalta in base alla sua vicinanza o meno a leader occidentali... sarà una mera coincidenza.... :D

GioFX
11-05-2004, 00:10
Originariamente inviato da jumpermax
Mi sembra strano che il problema Cecenia diventi il problema Putin... e mi sembra ancora più strano che venga alla ribalta in base alla sua vicinanza o meno a leader occidentali... sarà una mera coincidenza.... :D

Per me Putin è sempre stato un finto democratico che usa sistemi da regime sovietico (guarda caso con il nano va d'amore e d'accordo... :O).

IMHO, c'è più democrazia in Castro che in Putin... :rolleyes:

Andreucciolo
11-05-2004, 00:15
Originariamente inviato da jumpermax
Mi sembra strano che il problema Cecenia diventi il problema Putin... e mi sembra ancora più strano che venga alla ribalta in base alla sua vicinanza o meno a leader occidentali... sarà una mera coincidenza.... :D

Tu l'hai detto.......:D
se adesso la Russia è governata da Putin mi sembra più normale dire "la Russia di Putin", oppure dobbiamo dire la Russia di Breznev?:D

LittleLux
11-05-2004, 00:17
Originariamente inviato da GioFX
Per me Putin è sempre stato un finto democratico che usa sistemi da regime sovietico (guarda caso con il nano va d'amore e d'accordo... :O).

IMHO, c'è più democrazia in Castro che in Putin... :rolleyes:

Lo credo anche io, se potesse rifondare la vecchia U.R.S.S. non ci penserebbe su due volte...comunque, come hai messo in evidenza nel tuo post, questa guerra è davvero una "guerra su misura", ma già dall'epoca di Eltsin...per vincere le elezioni gli ci voleva proprio un bel conflitto...e poi la Cecenia è praticamente il giardino di casa della Russia, giardino molto importante strategicamente, solo che a questo giardino si sta affacciando con sempre più invadenza l'occidente...basta fare 2+2...

von Clausewitz
11-05-2004, 00:28
Originariamente inviato da Bet
o grande teorico della guerra :D , dimmi un po' la tua :)

la vicenda cecena ormai penso sia risolvibile solo nel senso che sarà resa negli anni ancora più disastrata di com'è attualmente
solo così i russi penseranno in qualche modo di averne il controllo e in effetti grosso modo lo avranno, con effetti collaterali del tipo di cui hai parlato aprendo la discussione per anni, molti ceceni infatti non si piegheranno, sono una dura razza di montanari
questi strascichi dureranno generazioni, perchè com'è spesso è accaduto per le sue questioni territoriali, è prevalsa l'irrazionalità dell'anima russa
la Cecenia purtroppo per i suoi abitanti, al momento del collasso dell'URSS non godeva dello status di repubblica all'interno di quel sistema (come la Lettonia, l'Uzbekistan l'Ucrainaecc.) che malgrado parecchie difficoltà si son affrancate con conseguenze tutto sommato marginali (però si può dire che anche le altre repubbliche caucasiche costituiscano una parziale eccezione nello smembramento dell'ex URSS)
finchè la Russia non diventerà in qualche modo uno stato "normale" secondo i canoni occidentali, anche come mentalità dei suoi abitanti, questa che si può definire come una guerra coloniale di liberazione nei confronti del vecchio "padrone" di sempre, non troverà una soluzione stabile e pacifica, trascinandosi per anni e anni nei lutti e nelle distruzioni fino all'esaurimento con tutta probabilità dei ceceni

von Clausewitz
11-05-2004, 00:30
Originariamente inviato da jumpermax
Mi sembra strano che il problema Cecenia diventi il problema Putin... e mi sembra ancora più strano che venga alla ribalta in base alla sua vicinanza o meno a leader occidentali... sarà una mera coincidenza.... :D

ho detto solo di non difenderlo, perchè in effetti è indifendibile
la personalità e le idee di Putin sono state decisive per lo scatenamento di questa seconda guerra cecena

Tenebra
11-05-2004, 07:47
Guarda che la Cecenia è già uno stato della Federazione Russa... :rolleyes:

:rotfl: :rotfl: :rotfl:

Mi fate scompisciare, adesso l'ideologia vi obnubila anche la comprensione dell'italiano?
Rileggete quello che ho scritto: -La Cecenia, se venisse dissociata dalla Russia-

Ma lo sapete cos'è il condizionale? Dove starebbe scritta la mia affermazione che la Cecenia E' GIA' dissociata dalla Russia?
Ridicolo. Distorcere la realtà è una cosa, distorcere l'italiano, la sintassi e la logica di una frase un'altra.
Ma cosa pretendo :rolleyes: d'altronde il livello è quello.

Bet
11-05-2004, 07:54
Tenebra, tu che ne pensi della questione cecena?

Tenebra
11-05-2004, 08:03
Non esprimerò altre opinioni qui, non ci sono interlocutori ma solo detrattori. Guarda il post sopra, per poter fare a pezzi le opinioni distorcono anche il senso della frase :mc:
Lascio che i "pacifisti colorati" :rolleyes: del forum continuino nella loro opera di indottrinamento pubblico, continuo però a far notare che gli attentati vengono condannati se e solo se le vittime fanno parte della "minoranza schiacciata dal potere". Quando chi fa gli attentati li compie contro il "potere costituito" allora è un santo, combattente per la patria, martire ed eroe, povero oppresso. Se rileggi il 3d, vedrai che magicamente la colpa della morte di quella ventina di persone nell'attentato allo stadio è diventata di Putin, il babau del KGB, aiutato dal Berlusca, che nottetempo ha piazzato la bomba :rolleyes: ...
Non ho parole, nè voglio sprecarne ancora su certi vaneggiamenti ideologici finto-pacifisti.

Bet
11-05-2004, 08:28
Originariamente inviato da Tenebra
Non esprimerò altre opinioni qui, non ci sono interlocutori ma solo detrattori. Guarda il post sopra, per poter fare a pezzi le opinioni distorcono anche il senso della frase :mc:
Lascio che i "pacifisti colorati" :rolleyes: del forum continuino nella loro opera di indottrinamento pubblico, continuo però a far notare che gli attentati vengono condannati se e solo se le vittime fanno parte della "minoranza schiacciata dal potere". Quando chi fa gli attentati li compie contro il "potere costituito" allora è un santo, combattente per la patria, martire ed eroe, povero oppresso. Se rileggi il 3d, vedrai che magicamente la colpa della morte di quella ventina di persone nell'attentato allo stadio è diventata di Putin, il babau del KGB, aiutato dal Berlusca, che nottetempo ha piazzato la bomba :rolleyes: ...
Non ho parole, nè voglio sprecarne ancora su certi vaneggiamenti ideologici finto-pacifisti.

Spostandoci dalla polemica volevo linkare due o tre cosette.

La storia della Cecenia degli ultimi tre secoli è sostanzialmente storia del conflitto con Russia ed URSS.
http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/cecenia_2003/storia.htm

Le brutalità commesse ultimamente dai russi (ma immagino anche in passato) direi che sono ampiamente documentate.
Linko una pagina che tutto sommato tra quelle trovate è tra le più moderate http://servizi.radioradicale.it/newsrr/view.asp?q=27887

La questione cecena era stata poi portata di fronte all'Onu che alla fine ha decretate che in Cecenia non ci sono state violazioni di diritti umani.

La ribellione cecena non è nata come integralismo islamico: al tempo non era neppure pensabile. Credo pero' che una delle cause degli agganci con ambienti integralismo sia un sostanziale disinteresse del mondo nei loro confronti. Vogliono indipendenza, sono isolati e purtroppo si sono rivolti agli unici che gli hanno dato ascolto.
Per me attentati come quello dell'altro giorno rimangono attentati terroristici, non ho dubbi. Pero' pur senza l'illusione di far cambiare rotta alla Russia, si poteva tenere un atteggiamento meno comprensivo di fronte a questa politica russa, che cmq ha utilizzato metodi da far rizzare i capelli.

Che ne pensi?

ni.jo
11-05-2004, 09:17
Originariamente inviato da Bet
Spostandoci dalla polemica volevo linkare due o tre cosette.

La storia della Cecenia degli ultimi tre secoli è sostanzialmente storia del conflitto con Russia ed URSS.
http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/cecenia_2003/storia.htm

Le brutalità commesse ultimamente dai russi (ma immagino anche in passato) direi che sono ampiamente documentate.
Linko una pagina che tutto sommato tra quelle trovate è tra le più moderate http://servizi.radioradicale.it/newsrr/view.asp?q=27887

La questione cecena era stata poi portata di fronte all'Onu che alla fine ha decretate che in Cecenia non ci sono state violazioni di diritti umani.

La ribellione cecena non è nata come integralismo islamico: al tempo non era neppure pensabile. Credo pero' che una delle cause degli agganci con ambienti integralismo sia un sostanziale disinteresse del mondo nei loro confronti. Vogliono indipendenza, sono isolati e purtroppo si sono rivolti agli unici che gli hanno dato ascolto.
Per me attentati come quello dell'altro giorno rimangono attentati terroristici, non ho dubbi. Pero' pur senza l'illusione di far cambiare rotta alla Russia, si poteva tenere un atteggiamento meno comprensivo di fronte a questa politica russa, che cmq ha utilizzato metodi da far rizzare i capelli.

Che ne pensi?
molto condivisibile...
Il metodo usato per tenere incollata a sè la Cecenia è palesemente criminale, anche senza che le organizzazioni dei diritti umani da Human Rights Watch, Amnesty international a Memorial intervenissero a denunciarla: basta vedere come sono ridotte alcune città...questo è uno dei tasselli più grandi che mancano per fare della Russia uno stato democratico: basta guardare come sono state gestite elezioni e referendum non solo in Cecenia ma per certi versi nella stessa Russia.
L'Europa aveva adottato un atteggiamento di freddezza rispetto alla situazione, per questo l'appoggio di B. ha destato qualche rumorio: in effetti che io sappia gli unici ad aver davvero spinto per portare all'attenzione lo stato di cose ceceno sono stati i radicali, mentre il solo atteggiamento "freddo" di questi tempi, equivale ad un bicchiere d'acqua fresca: l'Europa ha il potere negoziale per fare pressione sulla Russia, lo si è visto recentemente nella vicenda dei nuovi stati ex sovietici entrati nell'orbita europea, e deve farlo.

Tra parentesi ieri c'era un intervento di Cacciari (focalizzato sull'iraq, sulle torture ma valido in generale sui metodi della "nuova guerra") con cui mi sono ritrovato molto d'accordo.

Bitis
11-05-2004, 09:39
Originariamente inviato da Bet
Spostandoci dalla polemica volevo linkare due o tre cosette.

La storia della Cecenia degli ultimi tre secoli è sostanzialmente storia del conflitto con Russia ed URSS.
http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/cecenia_2003/storia.htm

Le brutalità commesse ultimamente dai russi (ma immagino anche in passato) direi che sono ampiamente documentate.
Linko una pagina che tutto sommato tra quelle trovate è tra le più moderate http://servizi.radioradicale.it/newsrr/view.asp?q=27887

La questione cecena era stata poi portata di fronte all'Onu che alla fine ha decretate che in Cecenia non ci sono state violazioni di diritti umani.

La ribellione cecena non è nata come integralismo islamico: al tempo non era neppure pensabile. Credo pero' che una delle cause degli agganci con ambienti integralismo sia un sostanziale disinteresse del mondo nei loro confronti. Vogliono indipendenza, sono isolati e purtroppo si sono rivolti agli unici che gli hanno dato ascolto.
Per me attentati come quello dell'altro giorno rimangono attentati terroristici, non ho dubbi. Pero' pur senza l'illusione di far cambiare rotta alla Russia, si poteva tenere un atteggiamento meno comprensivo di fronte a questa politica russa, che cmq ha utilizzato metodi da far rizzare i capelli.

Che ne pensi?

Scusa se rispondo io , anche se ti rivolgevi ad un altro. :)

I link che hai postato sono molto interessanti e penso che possano aiutare a capre un po' di più il contesto storico-politico di quell'area.
In effetti, come in molti altri casi del resto, la questione è piuttosto ingarbugliata.
Mia moglie (che è russa) mi spiegava tempo fa' che la Cecenia non era una nazione indipendente quando la Russia inglobò le altre nazioni vicine creando l'URSS, al contrario dell'Ucraina, dell'Estonia,della Lettonia ecc.
Quindi in fase di scioglimento dell'Unione Sovietica le nazioni che erano state assogettate ottennero l'indipendenza ritornando alla loro sovranità un tempo perduta.
La Cecenia, invece, era parte integrante della Russia e quindi non aveva diritto a chiedere di staccarsi come una repubblica indipendente: per fare un esempio (non prendetelo alla lettera - è solo per farvi capire la differenza) è come se la Sicilia, un bel giorno decidesse di diventare una repubblica indipendente dall'Italia o, se vogliamo fare un esempio più calzante, se il Texas decidesse di staccarsi dagli USA.
Se a questo uniamo l'importanza strategica della regione, i ricchissimi giacimenti petroliferi e di gas e quant'altro diviene evidente come fosse impossibile per la Russia permettere il distacco della Cecenia.

Questo per quanto riguarda le motivazioni del conflitto.
Sulla modalità con cui, invece, i russi hanno portato avanti le operazioni belliche nell'area ci sarebbe molto da dire.
Credo che sulla violazione dei diritti umani e sulla crudeltà con cui hanno portato avanti la guerra non vi siano dubbi. Tra l'altro rispecchia il modo di pensare russo in ambito bellico che verte sull'annientamento del nemico in ogni modo possibile senza curarsi troppo della popolazione: non sentirete mai in Russia parlare di "danni collaterali". Per loro è semplicemente trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Vi faccio un altro esempio: pensate a cosa è successo al teatro Dubrovka a Mosca.
Tutti i terroristi morti (e fin qui tutto bene) anche se per arrivare a ciò sono morti anche un centinaio di ostaggi. E le polemiche, badate bene, per l'operato delle forze di sicurezza sono durate pochissimo. In una democrazia occidentale una tale soluzione sarebbe stata considerata inaccettabile e avrebbe causato, come minimo, la caduta del governo.

Mi fermo qui perchè sto esagerando, ma vorrei chiarire che non sto dando alcun giudizio ne ragione ad alcuno: il mio unico intento era di dare informazione in più sulla questione Cecenia.

Ciao.

Bitis
11-05-2004, 09:42
Originariamente inviato da ni.jo
Tra parentesi ieri c'era un intervento di Cacciari (focalizzato sull'iraq, sulle torture ma valido in generale sui metodi della "nuova guerra") con cui mi sono ritrovato molto d'accordo.

Anche a me non è dispiaciuto l'intervento di Cacciari, anche se in un paio di frangenti è stato un po' impreciso.
Nell'insieme mi sono trovato abbastanza d'accordo.

Ciao. :)

ni.jo
11-05-2004, 10:15
Quello che dici sulla Cecenia "equiparabile" ad una regione di uno stato o ad uno stato di un federazione democratica dà bene il senso: se la sicilia o la Lombardia decidessero di separarsi dall'Italia (e ci sono delle forze che in effetti lo vogliono, ma gli viene offerta l'arma politica ed essi la scelgono) non credo proprio che avrebbero come unica scelta la guerriglia, nè che pur di tenere la Lombardia lo stato bombarderebbe Milano...poi ci sono sempre, soprattutto in regioni con scarso senso di appartenenza all'Italia e alle sue istituzioni, quelli che scelgono anche le armi e la violenza oltre alla lotta politica...

Gwenn Roche
In nome della lotta al terrorismo
Guerra e normalizzazione in Cecenia


Nonostante gli attentati suicidi che hanno fatto 75 morti in pochi giorni, il presidente russo Vladimir Putin, nel suo discorso alla nazione del 16 maggio 2003, ha riaffermato la sua politica in Cecenia: trasferimento dell'ordine pubblico alle milizie locali, elezione di un presidente e di un parlamento, trattato di delimitazione dei poteri tra la Federazione russa e la repubblica caucasica, amnistia. Nulla è stato detto sui soprusi compiuti dai soldati russi, il cui orrore alimenta il desiderio di vendetta delle nuove generazioni di ceceni.
___________________________________________________
Quello che colpisce appena si arriva a Grozny, capitale della Cecenia, non sono i posti di blocco, i militari mascherati sui loro blindati, né le raffiche di armi automatiche, le colline di macerie, le strade sfondate, gli alberi bruciati, gli edifici sventrati, le facciate distrutte, le rovine bruciate. In fin dei conti tutto ciò fa parte del paesaggio della guerra e vi eravamo più o meno preparati. No.
Quello che sorprende è la vita. Le tracce di vita, i segni di attività umana, la presenza di persone vive in questa città di fantasmi. Per quanto assurdo possa sembrare, siamo stupiti di vedere i panni ad asciugare tra i muri diroccati, le lenzuola stese come tante finestre, i chioschi e le piccole bancarelle ai bordi delle strade.
Grozny è stata ferocemente bombardata più di tre anni fa, dal settembre 1999 al marzo 2000 (1). La maggioranza dei suoi abitanti è fuggita, ma altri sono rimasti e alcuni sono addirittura tornati. Così in mezzo alle rovine la vita è continuata. In alcuni casi si è sviluppata e addirittura organizzata. Una vita a immagine e somiglianza delle rovine, divisa, frantumata, lacerata.
Per questo piccolo territorio si tratta della seconda guerra in dieci anni: un primo conflitto dal 1994 al 1996 aveva distrutto le principali infrastrutture civili e aveva fatto circa 100.000 morti.
La Cecenia è forse di fronte a una svolta. Le operazioni militari di grande portata - bombardamenti massicci sulle città e sui villaggi - sono terminate nelle regioni della pianura nella primavera del 2000, ma continuano oggi sulle montagne (distretti di Shatoi, Itum-Kale, Vedeno). Il paese inoltre ha subito sinistre «operazioni di pulizia» per cercare i «terroristi» tra la popolazione civile, a cui hanno fatto seguito saccheggi, maltrattamenti, arresti arbitrari, torture ed esecuzioni sommarie. Si ritiene che il numero di vittime civili dal 1999 ammonti a circa 70.000.
Ma tutto ciò non impedisce alle autorità russe di annunciare una «normalizzazione» della situazione, cercando al tempo stesso di persuadere l'opinione pubblica nazionale e gli stati occidentali della correttezza dell'«operazione antiterrorismo» che stanno portando avanti. L'11 febbraio 2003, il presidente Vladimir Putin dichiarava al telegiornale della rete francese Tf1: «Tutte le infrastrutture dei combattenti sono state annientate. Oggi rimangono solo pochi gruppi isolati, che compiono atti terroristici. Del resto è l'unica cosa di cui sono capaci. Il nostro compito è eliminarli».
Eppure le violenze contro i civili continuano. In questi ultimi mesi, in particolare dopo la cattura degli ostaggi del teatro della Dubrovka di Mosca, nell'ottobre 2002, l'esercito federale ha moltiplicato le «operazioni mirate». Gli arresti arbitrari, che spesso significano la scomparsa definitiva dei prigionieri o la loro esecuzione sommaria, sono compiuti di notte da gruppi di uomini mascherati che il più delle volte non si identificano, ma che sanno cosa vanno a cercare - l'associazione russa di difesa dei diritti dell'uomo Memorial parla di crimini compiuti da strutture organizzate, che raggruppano uomini di diverse unità e che agiscono come «squadroni della morte».
Fosse comuni e desaparecidos
K. abita in un villaggio del distretto di Urus-Martan (sud-ovest di Grozny): «Ho cinque figli. Nella notte tra il 20 e il 21 ottobre 2002 i militari sono entrati nel mio giardino con un veicolo blindato.
Erano mascherati e armati e hanno dichiarato di essere del Gru [i servizi segreti militari]. Senza lasciargli il tempo di vestirsi, hanno preso quattro dei miei figli, tra i 22 e i 28 anni. Da allora sono «scomparsi», e nonostante gli interventi presso tutte le istituzioni - Fsb [il successore del Kgb], polizia, procuratore, esercito - non ho potuto ottenere alcuna informazione sul luogo di detenzione dei miei figli».
Attualmente diverse migliaia di persone - per lo più uomini - sono scomparse. A volte si scoprono fosse comuni piene di cadaveri, la cui esistenza implica la responsabilità delle forze federali: vi si ritrovano infatti i corpi di persone arrestate da unità militari, dalla polizia o dall'Fsb.
L'esercito russo compie i suoi crimini nella più completa impunità: dall'inizio della guerra, solo una cinquantina di militari è stata giudicata per reati contro i civili. Ma fino a oggi nessun provvedimento è stato adottato contro i responsabili delle operazioni di «pulizia» di Alkhan-Iurt e di Novye-Aldy (rispettivamente nel dicembre 1999 e nel febbraio 2000), divenute tristemente celebri per l'alto numero di vittime civili.
Intanto in Cecenia coesistono due governi. Eletto nel gennaio 1997 sotto gli auspici dell'Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa (Osce), il presidente ceceno Aslan Maskhadov ha preso la testa della resistenza contro quelli che definisce gli «invasori russi». A sua volta, nel giugno 2000, l'ex muftì di Cecenia Akhmad Kadyrov è stato nominato dal Cremlino a capo dell'amministrazione cecena filorussa.
Poste sotto gli ordini diretti di quest'ultimo, anche le milizie armate hanno cominciato da qualche mese a operare arresti arbitrari di notte e a far regnare il terrore fra la popolazione. In questo modo «liberano» le truppe federali russe da una parte delle loro operazioni abituali. Ma queste azioni vanno probabilmente interpretate anche come rappresaglie individuali o iniziative puramente criminali.
La resistenza cecena si trova in una situazione delicata. L'attività militare russa, intensificatasi dopo l'11 settembre 2001, l'ha in parte distrutta. Le sue stesse reti di rifornimento si sono notevolmente ridotte, mentre le fonti turche e saudite - che in passato la sostenevano dal punto di vista finanziario e logistico - si sono completamente esaurite. Per di più, dopo tre anni e mezzo di guerra, la popolazione è stanca e pronta ad accettare la pace di facciata delle autorità russe. Così il reclutamento nelle file della resistenza diventa difficile.
Tuttavia questa resistenza sempre più fiacca, divisa, settaria, a volte estremista, continua a compiere atti di guerriglia contro obiettivi militari, come dimostrano gli ultimi attacchi contro le forze russe.
Il suo isolamento ha portato Maskhadov, che ha sempre avuto atteggiamenti contrastanti nei confronti degli integralisti islamici, ad avvicinarsi a questi ultimi e a istituire nell'estate del 2002 una struttura islamizzata: il majlis al shura, comando ceceno centralizzato alla testa del quale ha nominato Shamil Basaev. Ciò ha ridato popolarità a capi islamici come Movladi Udugov e Zelimkhan Iandarbiev. Del resto, negli ultimi mesi il presidente Maskhadov, che si è sempre considerato un sostenitore della laicità, ha cominciato a utilizzare, soprattutto nei suoi interventi davanti ai media, simboli islamici.
Questa tendenza sembra abbastanza generale tra i combattenti ceceni (lo abbiamo visto nell'atteggiamento dei rapitori degli ostaggi di Mosca) e sembra esprimere, più che una reale radicalizzazione, un atteggiamento esibizionista: ritenendo di non potere ottenere nulla dall'Occidente, sperano di trarre profitto da questa simbologia islamica.
Si tratta in fin dei conti di un mutamento nella rappresentazione che danno di se stessi e che trasmettono al mondo esterno. Così facendo rischiano ovviamente di facilitare il compito di chi li presenta come dirette conseguenze del terrorismo di Osama bin Laden.
Nell'ottobre 2002 la cattura di ostaggi nel teatro della Dubrovka da parte di un commando ceceno ha costituito una vera e propria manna dal cielo per il potere russo, che aveva sempre sbandierato la «minaccia terroristica» cecena, in particolare dopo l'11 settembre 2001. Questa operazione ha facilitato l'emarginazione definitiva di Maskhadov, inserito dai russi tra le fila di al Qaeda e tagliato fuori da qualunque prospettiva di negoziazione politica con la parte cecena. Al punto che alcuni si interrogano sulle possibili connessioni tra i rapitori ceceni e i servizi segreti russi. La giornalista russa Anna Politkovskaya ha rivelato un elemento molto sconcertante sul settimanale Novaya Gazeta (2): uno dei membri del commando è ancora in vita. Si tratterebbe dell'ex rappresentante di Maskhadov in Giordania e che oggi lavora nell'ufficio stampa di Putin! Allo stesso modo sussistono molti dubbi sugli attentati del settembre 1999 in alcuni palazzi residenziali a Mosca e a Volgodonsk, attribuiti da Putin ai resistenti ceceni e invocati per giustificare il rilancio delle operazioni militari in Cecenia. Fino a oggi nessun ceceno è stato riconosciuto colpevole, mentre molte testimonianze mettono in discussione l'Fsb. Nessuno ignora che nel 1999 l'oligarca russo Boris Berezovski, oggi in esilio a Londra ma all'epoca vicino alla famiglia Eltsin, finanziava il ceceno Shamil Basaev e l'integralista islamico Movladi Udugov. La verità del resto può essere talvolta molto pericolosa: il 17 aprile scorso Sergej Yushenkov, che faceva parte della commissione di inchiesta su questi attentati, è stato assassinato da sconosciuti.
Deciso a rifiutare ogni compromesso, il potere russo ha ormai una sola «via di uscita»: immaginare un «processo politico» senza negoziati con la parte avversa. È a questo scopo che ha organizzato, il 23 marzo 2003, un referendum in Cecenia sull'adozione di una nuova costituzione - il cui primo articolo afferma che il territorio della repubblica è parte integrante della Federazione russa - e sullo svolgimento di elezioni parlamentari e presidenziali alla fine del 2003.
Diversi elementi permettono di affermare che questo referendum si è svolto in modo antidemocratico. Il 23 marzo le strade di Grozny erano quasi deserte. Unici testimoni erano alcuni striscioni colorati, attaccati alle rovine, che incitavano a partecipare al referendum a volte con toni minacciose («Il referendum, la nostra possibilità di sopravvivenza», «Se vuoi essere padrone del tuo destino partecipa al referendum» o «Meglio una legalità fragile che un'evidente assenza di legge»). Poche persone scivolavano furtivamente verso i seggi.
Lungo un viale desolato che porta il ridicolo nome di «viale della Vittoria», poche decine di coraggiosi manifestanti dimostravano il loro disaccordo con questa consultazione sventolando foto dei loro parenti morti o scomparsi. Regnava un'atmosfera singolare: da un lato una mescolanza di tensione, di paura, di minaccia; dall'altro un clima di rilassatezza ai posti di blocco, di apertura da parte dei servizi di sicurezza. E che contrasto fra l'euforia annunciata dai media russi (ceceni esultanti, balli, musica, grande attività) e una città vuota dove echeggiavano qua e là le esplosioni e le raffiche di armi automatiche! Una consultazione farsa Alla vigilia della consultazione diversi civili sono stati colpiti da mine o da proiettili di artiglieria. Il 22 marzo il personale di un centro medico dell'organizzazione non governativa Médecins du monde a Grozny ha curato una ragazza ferita dalle schegge di un proiettile caduto nel cortile della sua casa, alla periferia della città. Quello stesso giorno l'ospedale n. 9 ha accolto quattro persone ferite più o meno gravemente per l'esplosione di due veicoli blindati su delle mine - una di esse è morta poco dopo l'arrivo in ospedale.
Infine, i giorni precedenti il voto, diversi seggi sono stati oggetto di attentati compiuti dalla resistenza cecena.
La Cecenia è un territorio difficilmente accessibile per le Ong e per i giornalisti indipendenti. I checkpoint sono numerosi e le condizioni delle strade rendono difficili gli spostamenti. Del resto in tre anni di guerra la gente ha imparato ad aver paura a muoversi, anche se il 23 marzo era stato ordinato ai militari di «allentare» i controlli.
Tuttavia quel giorno gli autobus sono circolati vuoti e la gente ha preferito rimanere chiusa in casa.
Ultimo indizio della manipolazione elettorale: le pressioni esercitate per spingere gli elettori ad andare a votare, le minacce di rappresaglie collettive in caso di scarsa partecipazione alle urne e le intimidazioni individuali combinate con promesse di ogni genere. Chi può parlare di libertà di espressione in questa situazione di pericolo, di porte chiuse, di pressioni e di minacce?
Tutto ciò non ha impedito però alle autorità russe di rallegrarsi pubblicamente, fin dal mattino stesso del referendum dell'alta affluenza negli uffici di voto. Annunciate la sera, le cifre ufficiali parlavano di un tasso di partecipazione dell'85% e di un plebiscito in favore della nuova costituzione (il 96% dei voti).
Ma queste cifre sono in contraddizione con la realtà. A Grozny la popolazione, impaurita, ha quasi completamente disertato le strade e i seggi. Sono state constatate evidenti irregolarità, come testimonia Y., membro di una commissione elettorale in un seggio del quartiere Staropromyslovski: «Mi è stato detto di rimanere seduto al mio posto e di non parlare con nessuno. Poiché non avevo nulla da fare, ho contato le persone che venivano a votare. Alle 15 avevo contato 243 votanti. Tuttavia alle 11 la commissione elettorale del seggio dichiarava alla commissione centrale che 1.457 persone avevano già votato. Dopo le 15 solo una ventina di persone ha votato, ma alla fine della giornata la commissione ha fornito la cifra di 2.185 votanti. Alcune persone sono andate a votare diverse volte, e ho visto gente arrivare con pile di documenti di identità e votare per 15-20 persone. Inoltre molte schede già votate erano state preparate in anticipo».
Le Ong cecene e internazionali stimano in circa il 30% la partecipazione a questa consultazione. Ma, al di là degli evidenti brogli elettorali, la negazione stessa della volontà popolare in un processo presentato come democratico è stata vissuta da molti ceceni come un'umiliazione, se non come un vero e proprio atto di guerra. Lo scopo? Annientare definitivamente la resistenza della popolazione.
Ancora più indecenti appaiono poi le proposte ufficiali russe. All'indomani del referendum il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato per questa partecipazione di massa, dichiarando che i ceceni hanno dimostrato in modo evidente il loro desiderio di rimanere all'interno della Federazione russa e che il problema territoriale della Russia era stato definitivamente risolto. Agli occhi del responsabile del Cremlino questa consultazione permette anche di mettere ufficialmente fine alla presidenza di Aslan Maskhadov: «Tutti coloro che non hanno ancora deposto le armi - afferma Putin - si battono per falsi ideali e contro il loro stesso popolo» (3).
Il silenzio della comunità internazionale In realtà la «soluzione» di Putin consiste nel negare, a tutti i livelli, qualunque forma di sovranità popolare: viene negata alla popolazione la possibilità di esprimersi democraticamente e di dialogare con i suoi rappresentanti eletti. Ma che importa? Nell'immagine che trasmette all'opinione pubblica russa il presidente si considera al tempo stesso difensore degli interessi coloniali della Russia nel Caucaso e promotore di una «soluzione politica» del conflitto, senza accettare però di negoziare con coloro che definisce «terroristi».
In realtà Putin non ha mai voluto dare seguito ai vari piani di pace proposti dai ministri in esilio di Aslan Maskhadov, che proponevano fra l'altro di istituire in Cecenia un'amministrazione sotto mandato internazionale provvisorio.
Il referendum del 23 marzo si inserisce così in un'evoluzione in corso da diversi mesi. Con l'istituzione del «governo» ceceno filorusso e con la moltiplicazione delle dichiarazioni in favore di una normalizzazione, coesistono in Cecenia due mondi: da un lato una situazione reale di guerra, l'esercito di occupazione risponde alle azioni della guerriglia contro obiettivi militari con rappresaglie di massa nei confronti della popolazione civile; dall'altro un discorso ufficiale russo apparentemente surreale ma che finisce comunque per avere il suo posto nella realtà cecena.
Riuscirà Putin a realizzarsi questa normalizzazione cecena? È difficile dare una risposta. In ogni caso le autorità russe concepiscono il referendum come una tappa in un processo di cambiamento nella regione.
Così la direzione delle operazioni in Cecenia, affidata nel gennaio 2001 all'Fsb, sarà trasferita al ministero degli Interni, come ha annunciato il 21 aprile 2003 il viceministro degli Interni Viacheslav Tikhomirov. Probabilmente questa decisione riflette la volontà di «cecenizzare» il conflitto, allontanando a poco a poco l'esercito federale dalle operazioni, che verrebbero gestite da una polizia locale, continuando a mantenere il clima di terrore degli ultimi mesi.
Il rischio sarebbe allora il cronicizzarsi della situazione, con la presenza, da un lato, di una criminalizzazione dei gruppi armati che rappresentano il potere ceceno, e dall'altro, di azioni sporadiche da parte di una resistenza forse disorganizzata e più debole, ma comunque ancora attiva; il tutto sullo sfondo di una «normalizzazione» di facciata.
Questa strategia punta ovviamente sul silenzio della comunità internazionale, che non ha mai chiesto riunioni, conciliazioni o negoziati. Una comunità che osserva la realtà della Cecenia attraverso varie missioni inviate sul posto, ma che non fa nulla sul piano politico e diplomatico.
L'Osce è andata via nel marzo 2003, su richiesta delle autorità russe.
L'Organizzazione delle Nazioni unite (Onu) non vi esercita alcun potere di coercizione e le sue agenzie presenti sul terreno (Alto commissariato per i rifugiati, Programma alimentare mondiale, Organizzazione mondiale della sanità) si limitano agli interventi umanitari. Per il secondo anno consecutivo la Commissione per i diritti dell'uomo ha addirittura rifiutato di adottare, durante la sua 59° sessione nell'aprile 2003, una risoluzione di condanna contro la Russia per i crimini compiuti in Cecenia.
Quanto all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, dopo alcune iniziali proteste (la Russia era stata privata del diritto di voto dall'aprile 2000 al gennaio 2001), è rimasta in silenzio per due anni. Durante l'ultima sessione ha adottato una risoluzione che chiede la creazione di un tribunale penale internazionale per i crimini compiuti in Cecenia. Si tratta però di una decisione simbolica: la creazione di un tribunale del genere può essere ufficializzata solo dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, al quale partecipa la Russia con diritto di veto.
Quanto dovremo aspettare per quella commissione internazionale di inchiesta indipendente, che è stata chiesta con insistenza da diversi parlamentari europei? La comunità internazionale potrebbe quanto meno chiedere alle autorità russe di lottare realmente contro l'impunità di cui godono i responsabili dei crimini contro la popolazione civile, prima vittima di questo conflitto.

note:
* Giornalista, Parigi.

(1) Si legga Vicken Cheterian, «La Russia sprofonda nella palude cecena», Le Monde diplomatique/il manifesto, marzo 2002.

(2) 28 aprile 2003.

(3) Dichiarazione di Putin nel corso di una riunione di governo, 24 marzo 2003.
(Traduzione di A. D. R.)

Bet
11-05-2004, 10:26
non so che faccina mettere

Bitis
11-05-2004, 10:36
Originariamente inviato da ni.jo
Quello che dici sulla Cecenia "equiparabile" ad una regione di uno stato o ad uno stato di un federazione democratica dà bene il senso: se la sicilia o la Lombardia decidessero di separarsi dall'Italia (e ci sono delle forze che in effetti lo vogliono, ma gli viene offerta l'arma politica ed essi la scelgono) non credo proprio che avrebbero come unica scelta la guerriglia, nè che pur di tenere la Lombardia lo stato bombarderebbe Milano...poi ci sono sempre, soprattutto in regioni con scarso senso di appartenenza all'Italia e alle sue istituzioni, quelli che scelgono anche le armi e la violenza oltre alla lotta politica...

Scusami, ma non ho capito bene dove vuole arrivare il tuo discorso. :)
Quello di una regione italiana era un esempio: è ovvio che non si può paragonare alla Cecenia.
Quello che volevo evidenziare è che non era corretto paragonare le condizioni politiche che esistevano, ad esempio, per l'Ucraina in materia di indipendenza con quelle della Cecenia.
Comunque guarda che anche in democrazia non è che , basta chiedere di separarsi per ottenerlo. Soprattutto quando la separazione causerebbe grossi problemi economici alla nazione dalla quale separarsi.
In più tieni conto che la popolazione cecena ha ben poco a che vedere con gli italiani: è storicamente bellicosa.

L'articolo che hai postato conferma le mie teorie sull'atteggiamento russo.

Ciao.

ni.jo
11-05-2004, 10:55
Originariamente inviato da Bitis
Scusami, ma non ho capito bene dove vuole arrivare il tuo discorso. :)
Quello di una regione italiana era un esempio: è ovvio che non si può paragonare alla Cecenia.
Quello che volevo evidenziare è che non era corretto paragonare le condizioni politiche che esistevano, ad esempio, per l'Ucraina in materia di indipendenza con quelle della Cecenia.
Comunque guarda che anche in democrazia non è che , basta chiedere di separarsi per ottenerlo. Soprattutto quando la separazione causerebbe grossi problemi economici alla nazione dalla quale separarsi.
In più tieni conto che la popolazione cecena ha ben poco a che vedere con gli italiani: è storicamente bellicosa.

L'articolo che hai postato conferma le mie teorie sull'atteggiamento russo.

Ciao.
no, volevo solo dire che quello che differenzia una democrazia è la possibilità per i propri cittadini di utilizzare "realmente" lo strumento di lotta politico, in cui convergerebbero molti potenziali "eversori".
Sulle condizioni sono d'accordo, anche perchè ne sai certo più di me, ma teniamo conto che in quanto a cultura ci sono delle regioni meno, più, e molto lontane dalla Russia e la Cecenia pur essendo da tempo inglobata ha sempre mantenuto una sua identità molto forte...

Bitis
11-05-2004, 11:14
Originariamente inviato da ni.jo
no, volevo solo dire che quello che differenzia una democrazia è la possibilità per i propri cittadini di utilizzare "realmente" lo strumento di lotta politico, in cui convergerebbero molti potenziali "eversori".
Sulle condizioni sono d'accordo, anche perchè ne sai certo più di me, ma teniamo conto che in quanto a cultura ci sono delle regioni meno, più, e molto lontane dalla Russia e la Cecenia pur essendo da tempo inglobata ha sempre mantenuto una sua identità molto forte...(più della Moldavia, ad esempio)

Ok. Adesso ho capito. ;)

L'identità molto forte l'ha mantenuta proprio per il fatto che i ceceni sono (in senso generale) veramente un popolo fiero.
Il problema che questa caratteristica, in taluni frangenti, più che una qualità rischia di essere controproducente.
Quando ti misuri con un avversario molto più potente di te non ha molto senso cercare uno scontro frontale.
Tempo fa' era stata proposta da Mosca una sorta di autonomia che è stata rifiutata dai leader separatisti.
Certo, probabilmente non era minimamente ciò che volevano, ma avrebbe permesso di stabilizzare la situazione e, in un secondo tempo avrebbero potuto cercare di ottenere di più.
Invece questo atteggiamento bellicoso non ha fatto altro che dare alla Russia motivi in più per attaccarli ferocemente.

Ciao.

ni.jo
11-05-2004, 12:47
Originariamente inviato da Bitis
Ok. Adesso ho capito. ;)

L'identità molto forte l'ha mantenuta proprio per il fatto che i ceceni sono (in senso generale) veramente un popolo fiero.
Il problema che questa caratteristica, in taluni frangenti, più che una qualità rischia di essere controproducente.
Quando ti misuri con un avversario molto più potente di te non ha molto senso cercare uno scontro frontale.
Tempo fa' era stata proposta da Mosca una sorta di autonomia che è stata rifiutata dai leader separatisti.
Certo, probabilmente non era minimamente ciò che volevano, ma avrebbe permesso di stabilizzare la situazione e, in un secondo tempo avrebbero potuto cercare di ottenere di più.
Invece questo atteggiamento bellicoso non ha fatto altro che dare alla Russia motivi in più per attaccarli ferocemente.

Ciao.

di certo è così...difatti lo sbocco della guerriglia non favorisce mai altri che i soliti squali che ingrassano ovunque ci siano queste situazioni...ogni Stato, per vivere, deve poggiare su qualche forma di adesione, sul sentimento di un'identità condivisa...nemmeno sulle parole dell'inno si erano messi d'accordo...una volta, non troppo tempo fa, esisteva l'identità sovietica, l'orgoglio di appartenere a un immenso impero capace di fronteggiare la superpotenza americana, uno Stato temuto e rispettato (molto molto raramente amato ;) ) in ogni angolo del pianeta.

Ovviamente i sovietici erano consapevoli che anche nei migliori anni anche a Mosca (figurarsi nelle periferie dell'impero!) si viveva molto peggio che a New York - pur se per certi versi meglio che nella Russia di oggi...la fierezza di essere sovietici non derivava dal “benessere” economico quanto dalla consapevolezza di rappresentare una potenza globale; magra consolazione per chi muore di fame: oggi c'è la vaga speranza che la svolta democratica prima o poi riesca ad ingranare, ma a me pare cosa assai lontana...
La mia collega Moldava (non sò quanto rappresentativa della sua novella nazione, riuscita meno incruentemente a separarsi da Mosca) preferisce quasi essere considerata Russa piuttosto che Moldava...Comunque nessuno può negare che l'avvicinamento tra guerriglieri ceceni e terroristi islamici sia avvenuto: lo provano i metodi, se non le vicinanza con i personaggi della galassia Al Queda: se non sono gli stessi, sono strettissimi parenti di quelli agli ordini di Bin Laden.

Il segretario dei radicali Capezzone, che volenteroso si dedica almeno lui alla causa cecena, sostiene (su Repubblica ) che la colpa di ciò che è accaduto è da mettere per intero sul conto della Russia, e che i gesti terroristici sono certo da condannare, «ma bisogna anche capire...» che «è un atto terroristico ispirato alla disperazione, non all’ideologia nichilista di Bin Laden»: io però credo che non sia certo sufficiente che Putin apra un negoziato per far finire il tutto: incolpare di tutto l’accaduto l’Occidente per aver «seppellito i ceceni nell’indifferenza» và bene sino al punto in cui non si cerca di fare qualcosa: attribuire per intero ai russi la responsabilità anche di chi ha ceduto ad Al Qaeda (forse come indica Bet quasi inesorabilmente) la gestione della causa anche legittima (penso che se questa è la volontà della maggioranza debba loro essere permesso di decidere se e come separarsi...).
Però mi pare che la Moldavia nonostante le difficoltà e le battaglie sia riuscita a separarsi comunque senza l'aiuto di Al Quaeda...forse perchè la cecenia è troppo più importante dal lato economico chissà...ma come riprendere "la causa" dalle mani dei terroristi, dato che volenti o nolenti per lo meno stanno tragicamente mettendo in luce un problema tenuto nascosto...

A proposito di squali, leggevo che anche la vittima dell'attentato era un ex guerrigliero islamico, (squali anch'essi) anche per questo odiatissimo dai gueriglieri ceceni (che hanno provato più volte a fargli la pelle) e dagli stessi ceceni (nonostante il plebiscitario "referendum" :nono: ) ma nemmeno ormai tanto ben visto dagli stessi Russi (sospetta, per il manifesto, la facilità con cui è stata piazzata una bomba sotto il suo palco, sopra cui -tra l'altro- ufficialmente non doveva nemmeno esserci (sentito ad un tg ieri).

Come da prassi, il "pro-console" è personaggio assai poco limpido: dallo studio delle sure del corano è passato agli "affari", è diventato comandante della guerriglia anti-russa e autorità religiosa, e dopo una folgorante illuminazione è passato a capo dell'amministrazione (innegabilmente filo-russa) usando senza problemi mezzi non proprio puliti...
Aveva (assieme ai suoi amici) in mano buona parte delle proprietà immobiliari "liberate" dalla fuga della popolazione durante le due guerre, gestiva il traffico illegale di benzina, droga e auto rubate, così come il racket del commercio che in tutta la Russia avviene attraverso la rete degli emigrati ceceni: era difeso e usava un suo esercito personale privato formato da ex guerriglieri come lui, armatissimi e comandati dal figlio, lo stesso figlio che riceveva le condoglianza di Putin, in diretta dal suo studio, sulla tv russa...
Per carità, di simili personaggi è piena la Russia, ogni tanto quando finiscono per pestare i piedi anche a Putin stesso e finiscono in galera... :D
Oltre ai crimini commessi direttamente dall'esercito Russo (leggevo di 2.879 cadaveri trovati nelle fosse comune della Cecenia nel link di Bet) lo stesso figlioletto ventisettenne del "pro-console" è accusato di aver sequestrato e ucciso centinaia di persone, soprattutto giovani ceceni che rifiutavano di entrare nel suo esercito privato: ma le persone scomparse in Cecenia sono molte...le fonti ufficilali parlano di un mezzo migliaio di ceceni letteralmente scomparsi solo nel 2003, anche se sono di certo assai più numerose...per Human Rights Watch, Amnesty international a Memorial il campo di Gudermes, dove secondo molte testimonianze gli uomini di Kadyrov ,picchiano, torturano e uccidono i loro prigionieri, è del tutto fuori portata: hanno ricevuto come risposta dall'erede di Kadyrov "che dei diritti umani a lui non frega niente e che il suo scopo è uccidere tutti i ribelli:il profeta dice che è un sacro dovere ucciderli, non discutere con loro", che più o meno, tranne la parte della volontà "al Profeta", è anche la posizione di Putin...di certo lo scontro frontale dà frutti molto amari...se non velenosi e nocivi alle stesse vittorie, come spiegava bene Cacciari ieri...
(fonti: internazionale, il manifesto di oggi, limes, il corriere.it)

Bet
11-05-2004, 13:01
Originariamente inviato da ni.jo
...(forse come indica Bet quasi inesorabilmente) ...

cos'ho fatto io? non ho capito! :confused:


aspetta che mi ni.joizzo così vediamo se capisco :D

ni.jo
11-05-2004, 13:03
Originariamente inviato da Bet
cos'ho fatto io? non ho capito! :confused:


aspetta che mi ni.joizzo così vediamo se capisco :D

hey carognone, il mio avatar!! :ncomment:
Originariamente inviato da Bet
....
La ribellione cecena non è nata come integralismo islamico: al tempo non era neppure pensabile. Credo pero' che una delle cause degli agganci con ambienti integralismo sia un sostanziale disinteresse del mondo nei loro confronti. Vogliono indipendenza, sono isolati e purtroppo si sono rivolti agli unici che gli hanno dato ascolto.
...

cos'era quella roba sulle faccine?
Se vuoi fanculizzarmi non c'è bisogno di smiles, sono un ottimo incassatore: avvertimi prima che inserisco il Ghandi Mode /on. :D

Bet
11-05-2004, 13:06
Originariamente inviato da ni.jo
hey carognone, il mio avatar!! :ncomment:

mio, mio, mio... iniziano tutte così le guerre :rolleyes:

eppoi "carognone" dillo alla faccia dell'avatar... mi sembra che l'attributo gli stia a pennello :D

ni.jo
11-05-2004, 13:08
Originariamente inviato da Bet
mio, mio, mio... iniziano tutte così le guerre :rolleyes:

eppoi "carognone" dillo alla faccia dell'avatar... mi sembra che l'attributo gli stia a pennello :D

carognoso? trovi? :(
Uf...mi ci sono pure impegnato...e va bene tienilo e pagami le royalties come si conviene in un regime di libero mercato. :D

Bet
11-05-2004, 13:11
Originariamente inviato da ni.jo
carognoso? trovi? :(
Uf...mi ci sono pure impegnato...e va bene tienilo e pagami le royalties come si conviene in un regime di libero mercato. :D

no, in effetti non è carognoso... è un po' tenebroso... insomma mi ricorda la Tenebra :D


e cmq di royalties non ne voglio sapere... cambio nuovamente! :D

ni.jo
11-05-2004, 13:15
Originariamente inviato da Bet
no, in effetti non è carognoso... è un po' tenebroso... insomma mi ricorda la Tenebra :D


e cmq di royalties non ne voglio sapere... cambio nuovamente! :D

Tenebra???
Sospetti un inciucio clonesco Jekill/Hide con l'utente? :doh: NNNAAAAH!!!
Sarebbe clownesco.... :eek: :D

Che era quella disperata ricerca di smiles del post prima?

Bet
11-05-2004, 13:23
Originariamente inviato da ni.jo
...
Che era quella disperata ricerca di smiles del post prima?

azz... oggi (oggi?) devo essere proprio rinco!
ma a smiles ti riferisci?

a questo?
Originariamente inviato da Bet
mio, mio, mio... iniziano tutte così le guerre :rolleyes:

eppoi "carognone" dillo alla faccia dell'avatar... mi sembra che l'attributo gli stia a pennello :D


forse si è attivato automaticamente il von Clausewitz mode :D

ni.jo
11-05-2004, 13:28
Originariamente inviato da Bet
azz... oggi (oggi?) devo essere proprio rinco!
ma a smiles ti riferisci?
a questo?
forse si è attivato automaticamente il von Clausewitz mode :D

nooo...che c'entra von?
il post era questo
Originariamente inviato da Bet
non so che faccina mettere

ho una crisi d'identità...un ccè stò a capì più nulla...:muro:

Bet
11-05-2004, 13:32
Originariamente inviato da ni.jo
nooo...che c'entra von?
il post era questo


ho una crisi d'identità...un ccè stò a capì più nulla...:muro:

ah, ok ci sono (finalmente)
serviva qualcosa x esprimere quanto fosse tragica la situazione

P3 1GHZ
11-05-2004, 15:18
raga, secondo me la soluzione è semplice:
Puttin rade al suolo la cecenia e il problema è risolto;)
con un colpo di scopa si risolve tutto!!!


e datemi retta, puttin non mi sembra uno che non usa volentieri le forze armate se stuzzicato!!!!!!!!
Quello non si fa sottomere(mi ritorna in mente la storia di un certo Lenin:D )


ciao!


ps: mi dispiace dirlo, ma alle volte con l'esercito si risolve tutto

ni.jo
11-05-2004, 15:29
anche una variante davvero bastarda di ebola risolverebbe tutto, dato che ogni tanto ho il sospetto che le uniche forme di vita degne di questo dono siano gli animali...

GhePeU
12-05-2004, 18:34
Originariamente inviato da P3 1GHZ
raga, secondo me la soluzione è semplice:
Puttin rade al suolo la cecenia e il problema è risolto;)
con un colpo di scopa si risolve tutto!!!


e datemi retta, puttin non mi sembra uno che non usa volentieri le forze armate se stuzzicato!!!!!!!!
Quello non si fa sottomere(mi ritorna in mente la storia di un certo Lenin:D )


ciao!


ps: mi dispiace dirlo, ma alle volte con l'esercito si risolve tutto



scusa, l'hai letto il thread o hai visto il titolo e basta?

ni.jo
20-05-2004, 10:37
rainews24 (http://www.rainews24.it/ran24/speciali/cecenia_2003/russo.htm)
Il caso "Russo"
Radicale, giornalista mai iscritto all'ordine, inviato in Algeria nel periodo dei massacri integralisti, in Burundi e Ruanda durante la guerra hutu-tutsi, in Colombia, Ucraina, a Sarajevo durante l'assedio.Il suo nome divenne famoso durante la guerra del Kosovo, dove fu l'unico giornalista occidentale rimasto nella città assediata di Pristina.
Il corpo di Antonio Russo, inviato di Radio Radicale, fu trovato il 16 ottobre 2000 con la cassa toracica fracassata, abbandonato sul ciglio di una strada di campagna a 25 km da Tbilisi, la capitale georgiana che usava come base per entrare in Cecenia.

L'autopsia operata sul suo cadavere dal coroner della polizia georgiana stabilì che Russo era stato torturato prima di essere ucciso.

Dal suo appartamento sparirono il suo computer portatile, il materiale video e fotografico e il telefono satellitare, quel prezioso strumento che gli aveva consentito di raccontare in diretta la guerra attraverso le frequenze di Radio Radicale.

Nell’ultima telefonata, Russo aveva parlato ai colleghi della radio del materiale girato in Cecenia, scene di violenza, aggressioni, immagini crude. Quelle immagini dovevano essere la prova dei crimini di guerra perpetrati dai militari russi contro la popolazione civile cecena. Le avrebbe rese pubbliche al suo ritorno fissato per il 18 ottobre.

Chi aveva paura di Antonio Russo?
Scartata immediatamente l'ipotesi della rapina le indagini sulla morte di Antonio Russo, sia quelle della polizia georgiana che quelle aperte dalla procura della Repubblica di Roma, sembrano essersi ormai arenate.

Rimangono i sospetti e i frammenti di una verità forse inconfessabile. I sospetti sono quelli dei suoi compagni radicali che accusano senza mezzi termini i servizi segreti russi e il Cremlino stesso. Russo, secondo questa ricostruzione, era una minaccia perchè aveva scoperto e documentato l'effetto di armi chimiche e biologiche che sarebbero state utilizzate dall'esercito di Mosca nella campagna di Cecenia.

I frammenti sono le ultime immagini di Russo che lo vedono partecipare a un convegno ambientalista in Georgia in cui parla degli effetti devastanti delle armi non convenzionali, e un video di pessima qualità in cui appare una vecchia contadina sdentata, con il capo coperto da un fazzoletto, che dice di essere la madre di Vladimir Putin. Una madre ripudiata, cancellata.

Sullo sfondo la campagna della Russia per il declassamento del Partito Radicale Transnazionale da ONG consultiva delle Nazione Unite con le incredibili accuse di pedofilia, traffico internazionale di droga (per le posizioni antiproibizioniste) e di complicità con il terrorismo internazionale (proprio per il sostegno dato dal PRT alla causa cecena).