LadyLag
09-05-2004, 23:14
Voleva "migliorare il tasso demografico", e la più giovane delle due ragazze che per 3 anni sono state le sue schiave sessuali non l'ha "nemmeno toccata" finché non è stata maggiorenne: con questa delirante giustificazione Viktor Mokhov, 53enne operaio russo, si è difeso dalle accuse di violenza sessuale dopo l'arresto, scattato la scorsa settimana. Le due giovani, 18 e 21 anni, sono state liberate dalla polizia dalla loro prigione, una cantina.
Viktor, un operaio metalmeccanico di 53 anni, aveva convinto le studentesse, allora di 14 e 17 anni, incontrate nella città meridionale di Riazan nel settembre del 2000, a seguirlo e le aveva poi rinchiuse in una cantina del suo garage di Skopin trasformata in bunker, violentandole regolarmente e sottoponendole a privazioni e maltrattamenti se cercavano di fuggire.
Una delle due rapite, Elena, la più grande, è incinta all'ottavo mese dopo aver già partorito due maschietti che le erano stati sottratti e abbandonati. La liberazione delle ragazze è stata possibile grazie ad una segnalazione. Un portavoce della procura di Skopin ha detto all'Ansa che per il momento l'uomo è accusato solo di sequestro di persona e non di violenza sessuale in quanto gli inquirenti non hanno ancora interrogato le ragazze che, dopo essere state dimesse dall'ospedale, sono tornate a casa.
"E' molto tranquillo e risponde con calma alle domande degli inquirenti" ha detto il portavoce precisando non sembra rendersi conto di quello che ha fatto. La stampa russa riporta dichiarazioni del maniaco secondo cui egli avrebbe sequestrato e violentato le ragazze "perché voleva avere molti figli e migliorare il tasso demografico della Russia". E, avrebbe confidato Viktor agli agenti, mentre aveva cominciato subito ad avere rapporti sessuali con Elena che al momento del sequestro era diciassettenne, con Ekaterina, che ne aveva 14, attese che questa compisse 16 anni, cioè raggiungesse la maggiore età. E quando violentava una ragazza lo faceva sempre in piedi, in un piccolo ripostiglio del bunker.
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www.tgcom.it
Ce ne sono di squilibrati...
Viktor, un operaio metalmeccanico di 53 anni, aveva convinto le studentesse, allora di 14 e 17 anni, incontrate nella città meridionale di Riazan nel settembre del 2000, a seguirlo e le aveva poi rinchiuse in una cantina del suo garage di Skopin trasformata in bunker, violentandole regolarmente e sottoponendole a privazioni e maltrattamenti se cercavano di fuggire.
Una delle due rapite, Elena, la più grande, è incinta all'ottavo mese dopo aver già partorito due maschietti che le erano stati sottratti e abbandonati. La liberazione delle ragazze è stata possibile grazie ad una segnalazione. Un portavoce della procura di Skopin ha detto all'Ansa che per il momento l'uomo è accusato solo di sequestro di persona e non di violenza sessuale in quanto gli inquirenti non hanno ancora interrogato le ragazze che, dopo essere state dimesse dall'ospedale, sono tornate a casa.
"E' molto tranquillo e risponde con calma alle domande degli inquirenti" ha detto il portavoce precisando non sembra rendersi conto di quello che ha fatto. La stampa russa riporta dichiarazioni del maniaco secondo cui egli avrebbe sequestrato e violentato le ragazze "perché voleva avere molti figli e migliorare il tasso demografico della Russia". E, avrebbe confidato Viktor agli agenti, mentre aveva cominciato subito ad avere rapporti sessuali con Elena che al momento del sequestro era diciassettenne, con Ekaterina, che ne aveva 14, attese che questa compisse 16 anni, cioè raggiungesse la maggiore età. E quando violentava una ragazza lo faceva sempre in piedi, in un piccolo ripostiglio del bunker.
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