majin mixxi
05-05-2004, 12:35
Nuovo fronte aperto tra la Disney e la consociata Miramax, comprata dalla società di Topolino più di dieci anni fa.
Una battaglia che stavolta si colora, molto italianamente, di politica, riguardando il film del più radicale dei registi anti Bush: Michael Moore.
Sembra infatti che la Disney voglia impedire alla società di Bob e Harvey Weinstein di distribuire “Fahreneit 911”, il nuovo lavoro di Moore tutto basato sui legami tra la famiglia Bush e influenti personalità saudite, compresa la famiglia di Osama Bin Laden. Secondo il contratto che lega le due società, la Disney può bloccare una distribuzione Miramax solo di fronte a circostanze chiare, come un budget eccessivo o l’eventuale divieto ai minori. Nessuno dei due casi sarebbero giustificati per il film di Moore, e da qui sorge il forte sospetto che le pressioni abbiano motivazioni diverse. La Miramax nel frattempo fa capire di essere fortemente contraria alla scelta della casa madre, ma di essere aperta a trattative amichevoli.
Weinstein e soci avevano deciso di finanziare la pellicola (che sarà in concorso al prossimo festival di Cannes), dopo che la Icon Productions di Mel Gibson era uscita di scena. Evidentemente, Mel non si sentiva di rischiare altro denaro prima di vedere come sarebbe andato al botteghino la sua “Passione”.
L’agente di Moore, Ari Emanuel, afferma anche di aver subito delle pressioni da Michael Eisner, storico boss della Disney, per non chiudere l’accordo con la Miramax. Secondo Emanuel, Eisner temeva ritorsioni fiscali dal clan Bush soprattutto per quello che riguarda le proprietà Disney in Florida (Disney World, alberghi, locali, ecc…), governata da Jeb Bush, fratello del presidente.
Ovviamente la Disney nega tutto.
Secondo la società - che vive un serio periodo di crisi amplificato dal disastro al botteghino del loro ultimo film, “Alamo” – la scelta sarà esclusivamente strategica. Disney è una società che fa prodotti per famiglie, politicamente assai sfumati, e non ritiene che il film di Moore sia in sintonia con le strategie d’impresa.
"Non è nell’interesse di nessuna grande società essere spinti dentro una battaglia politica di parte”, dice un anonimo dirigente al New York Times.
Il film non ha ancora una data di uscita prevista negli Stati Uniti, ma si presume che più vicini si arriva alla scadenza elettorale di novembre, più sarà difficile per la Disney resistere alle pressioni politiche.
Resta da vedere quanto terrà duro la Miramax e, eventualmente, chi vorrà farsi carico della distribuzione di un film che comunque garantisce il successo. Moore ha vinto il premio Oscar con il suo ultimo lavoro “Bowling for Columbine”, e i suoi ultimi libri “Stupid White Men” e “Dude, Where’s My Country?”, hanno ampliamente superato il milione di copie solo negli USA.
L’attesa per “Fahreneit 911” è alta e chi si aggiudicherà la distribuzione ha il guadagno garantito.
Alla faccia della Disney…
:rolleyes:
Una battaglia che stavolta si colora, molto italianamente, di politica, riguardando il film del più radicale dei registi anti Bush: Michael Moore.
Sembra infatti che la Disney voglia impedire alla società di Bob e Harvey Weinstein di distribuire “Fahreneit 911”, il nuovo lavoro di Moore tutto basato sui legami tra la famiglia Bush e influenti personalità saudite, compresa la famiglia di Osama Bin Laden. Secondo il contratto che lega le due società, la Disney può bloccare una distribuzione Miramax solo di fronte a circostanze chiare, come un budget eccessivo o l’eventuale divieto ai minori. Nessuno dei due casi sarebbero giustificati per il film di Moore, e da qui sorge il forte sospetto che le pressioni abbiano motivazioni diverse. La Miramax nel frattempo fa capire di essere fortemente contraria alla scelta della casa madre, ma di essere aperta a trattative amichevoli.
Weinstein e soci avevano deciso di finanziare la pellicola (che sarà in concorso al prossimo festival di Cannes), dopo che la Icon Productions di Mel Gibson era uscita di scena. Evidentemente, Mel non si sentiva di rischiare altro denaro prima di vedere come sarebbe andato al botteghino la sua “Passione”.
L’agente di Moore, Ari Emanuel, afferma anche di aver subito delle pressioni da Michael Eisner, storico boss della Disney, per non chiudere l’accordo con la Miramax. Secondo Emanuel, Eisner temeva ritorsioni fiscali dal clan Bush soprattutto per quello che riguarda le proprietà Disney in Florida (Disney World, alberghi, locali, ecc…), governata da Jeb Bush, fratello del presidente.
Ovviamente la Disney nega tutto.
Secondo la società - che vive un serio periodo di crisi amplificato dal disastro al botteghino del loro ultimo film, “Alamo” – la scelta sarà esclusivamente strategica. Disney è una società che fa prodotti per famiglie, politicamente assai sfumati, e non ritiene che il film di Moore sia in sintonia con le strategie d’impresa.
"Non è nell’interesse di nessuna grande società essere spinti dentro una battaglia politica di parte”, dice un anonimo dirigente al New York Times.
Il film non ha ancora una data di uscita prevista negli Stati Uniti, ma si presume che più vicini si arriva alla scadenza elettorale di novembre, più sarà difficile per la Disney resistere alle pressioni politiche.
Resta da vedere quanto terrà duro la Miramax e, eventualmente, chi vorrà farsi carico della distribuzione di un film che comunque garantisce il successo. Moore ha vinto il premio Oscar con il suo ultimo lavoro “Bowling for Columbine”, e i suoi ultimi libri “Stupid White Men” e “Dude, Where’s My Country?”, hanno ampliamente superato il milione di copie solo negli USA.
L’attesa per “Fahreneit 911” è alta e chi si aggiudicherà la distribuzione ha il guadagno garantito.
Alla faccia della Disney…
:rolleyes: