Gig4hertz
26-04-2004, 18:16
Negata ad Appiah iniziativa solidale
Nemmeno un'iniziativa di solidarietà è stata sufficiente per consentire un'eccezione al ritiro punitivo indetto dalla Juventus dopo la sconfitta interna con il Lecce. Stephan Appiah, infatti, non ha avuto il permesso di intervenire a una conferenza stampa dell'Amref, l'associazione umanitaria che aiuta i bambini africani: il centrocampista, testimonial dell'ente, si è scusato specificando che l'assenza "non dipendeva dalla sua volontà".
Luciano Moggi deve essere davvero inferocito se nemmeno una buona causa è riuscita ad aprire per qualche ora (e a un solo giocatore) le porte dell'albergo dove la Juventus rimarrà chiusa fino alla partenza per Perugia. Il procuratore del ghanese, Santiago Morazzo, ha spiegato che fino all'ultimo ha cercato di convincere il dirigente bianconero a fare un'eccezione, ma ha sbattuto contro un muro: nazionali a parte (Buffon, Zambrotta, Legrottaglie, Miccoli, Di Vaio, Nedved e Tudor), tutti devono rimanere a disposizione. "Abbiamo provato ad insistere con la societa' bianconera - ha sottolineato - ma non c' e' stato nulla da fare". Proprio tramite Morazzo, Appiah ha commentato amaramente l'accaduto: "Non e' mia abitudine mancare agli appuntamenti - si e' giustificato il centrocampista - ma oggi non dipende proprio da me. Chiedo scusa".
L'ex bresciano è riuscito perlomeno a diffondere una nota: "Sono orgoglioso - ha scritto- di essere stato scelto come ambasciatore di Amref, un' organizzazione che non solo lavora per il futuro dell' Africa, ma che soprattutto lo fa come organizzazione 'africana', utilizzando solo personale locale. I giovani africani hanno tutta la forza e la voglia necessarie a sconfiggere con le proprie mani la poverta', la fame e le malattie. Chi come me - conclude la nota- e' riuscito a vincere la propria sfida personale adesso deve fare di tutto per aiutare chi non ha avuto la stessa fortuna"
Nemmeno un'iniziativa di solidarietà è stata sufficiente per consentire un'eccezione al ritiro punitivo indetto dalla Juventus dopo la sconfitta interna con il Lecce. Stephan Appiah, infatti, non ha avuto il permesso di intervenire a una conferenza stampa dell'Amref, l'associazione umanitaria che aiuta i bambini africani: il centrocampista, testimonial dell'ente, si è scusato specificando che l'assenza "non dipendeva dalla sua volontà".
Luciano Moggi deve essere davvero inferocito se nemmeno una buona causa è riuscita ad aprire per qualche ora (e a un solo giocatore) le porte dell'albergo dove la Juventus rimarrà chiusa fino alla partenza per Perugia. Il procuratore del ghanese, Santiago Morazzo, ha spiegato che fino all'ultimo ha cercato di convincere il dirigente bianconero a fare un'eccezione, ma ha sbattuto contro un muro: nazionali a parte (Buffon, Zambrotta, Legrottaglie, Miccoli, Di Vaio, Nedved e Tudor), tutti devono rimanere a disposizione. "Abbiamo provato ad insistere con la societa' bianconera - ha sottolineato - ma non c' e' stato nulla da fare". Proprio tramite Morazzo, Appiah ha commentato amaramente l'accaduto: "Non e' mia abitudine mancare agli appuntamenti - si e' giustificato il centrocampista - ma oggi non dipende proprio da me. Chiedo scusa".
L'ex bresciano è riuscito perlomeno a diffondere una nota: "Sono orgoglioso - ha scritto- di essere stato scelto come ambasciatore di Amref, un' organizzazione che non solo lavora per il futuro dell' Africa, ma che soprattutto lo fa come organizzazione 'africana', utilizzando solo personale locale. I giovani africani hanno tutta la forza e la voglia necessarie a sconfiggere con le proprie mani la poverta', la fame e le malattie. Chi come me - conclude la nota- e' riuscito a vincere la propria sfida personale adesso deve fare di tutto per aiutare chi non ha avuto la stessa fortuna"