gpc
14-04-2004, 12:03
La mia storia con l'Erasmus è ormai di lunga data.
Ricordere sicuramente i miei strali lanciati nei confronti dell'ufficio relazioni internazionali quando non mi pagarono interamente la borsa di studio, adducendo futili motivi.
Ora siamo alla conclusione.
Qualche giorno prima di Pasqua, come ovetto pasquale offerto dall'università, mi arriva una email del suddetto ufficio relazioni internazionali in cui mi si avvisa che, non avendo rispettato i termini del contratto, non mi verrà versata l'ultima mensilità della borsa (casualmente trattenuta all'origine, aggiungo io).
Passo indietro: il contratto.
Prima di partire ogni studente doveva firmare un contratto in cui si stabilivano gli obblighi dalle due parti. I punti interessanti sono il punto 5, "il versamento della borsa allo studente sarà effettuato [...] in un unica soluzione al momento dell'accredito dei corrispondenti fondi da parte dell'Agenzia Nazionale Socrates", il punto 10, "il beneficiario accetta, tranne che per cause di forza maggiore: -di effettuare senza indugi un rimborso parziale o integrale della borsa percepita in caso di inosservanza degli obblighi derivanti dal presente accordo; [...]" e il punto 11, "eventuali modifiche al presente accordo dovranno essere stipulate per iscritto nelle stesse forme priviste per l'accordo originale. Le parti non sono vincolate da accordi verbali a questo proposito.".
Tornando al presente, ricevendo la telefonata mi incazzai come una bestia, dicendo chiaramente che il fatto di trattenere la mensilità era una truffa. Alla fine mi dissero di andare in ufficio a parlare con la responsabile, e così ho fatto questa mattina.
Le mie osservazioni sono queste:
1) l'università non ha rispettato il contratto perchè non ha pagato tutto in un'unica soluzione;
2) non ha rispettato il punto in cui le modifiche al contratto dovevano essere messe per iscritto;
3) non sono tenuto al rimborso della sesta mensilità in quanto il periodo didattico presso l'università spagnola era terminato come da certificato consegnato, rientrando quindi nelle cause di forza maggiore.
Chiedevo quindi il pagamento della mensilità mancante.
Le risposta sono state varie e variegate.
Loro è vero che non hanno rispettato il contratto, ma a mio favore perchè i fondi non erano stati ancora versati e quindi sono voluti venire incontro alle famiglie degli studenti che erano via (cosa che mi lascia alquanto perplesso visto che anche a chi è andato via per il secondo semestre è stata trattenuta la rata, ma la cosa non mi riguarda in quanto scelte interne dell'ufficio: quello che importa è che non hanno rispettato il contratto).
Ma la cosa più bella è che non considerano il termine del periodo didattico come "causa di forza maggiore". Al che ho chiesto cosa intendono loro, e mi hanno risposto nel caso in cui uno si faccia male o si ammali.
Ora, io direi che volendo essere pignoli, come fanno loro, sono più le responsabilità di uno che cade e si rompe una gamba rispetto all'organizzazione dell'università estera (risposta: lei doveva informarsi. Controrisposta: sì ma voi non date le cartelline con le informazioni, che risultano perse da due anni. Contro-controrisposta: doveva guardare su internet. Ultimarisposta: lei trova gli orari delle lezioni di Ferrara su internet? Rispostasincera: no non esistono... ma noi comunque non siamo obbligati a dare le informazioni), ma questo non conta.
La cosa che mi fa spiecie è che, come ho detto, mentre da una parte c'è una attenzione morbosa ai termini del contratto, per cui per una manciata di giorni (tra l'altro in cui io sono stato là, ma per ovvi tempi buracratici i documenti non erano ancora stati registrati) non mi viene data la borsa che mi spetta, dall'altra parte mi si chiede una elasticità per cui chissene frega se si va contro due punti del contratto firmato.
La conclusione è stata:
io: "va bene, non sono d'accordo ma prendo atto, ma vorrei sapere sinceramente, voi avete rispettato i termini del contratto?"
capo ufficio: "ma sì, noi li abbiamo rispettati anche oltre i nostri obblighi"
io: "no guardi, o si rispettano o non si rispettano, non è che c'è il più o il meno... voi non avete rispettato il punto 5 e 11 del contratto e date una interpretazione quantomeno di parte al concetto di cause di forza maggiore. Comunque, chiudiamo pure qui la faccenda."
cu: "lei per caso fa giurisprudenza?"
io: "no, ingegneria"
cu: "beh potrebbe iscriversi comunque..."
Mi piacerebbe anche avere un parere da Nemorino se ha tempo...
Una nota folcloristica ma indicativa: ci sarà un'altro problema, ovvero la conversione dei voti.
Infatti in Spagna i voti sono completamente diversi dai nostri, ovvero la sufficienza parte da 5 (su dieci, ma anche da 4, dipende dai profe) ed è il voto che prendono il 90% delle persone, non perchè siano cretine ma perchè è proprio diversa l'impostazione degli esami.
All'atto della convalida degli esami sostenuti questo non viene tenuto in conto, e le sufficienze diventano dei bei 18 (mentre invece so da altri miei amici che in altre università si tiene giustamente conto della media della facoltà ospitante).
Due miei amici che sono stati all'università in Spagna l'anno scorso hanno avuto il rischio di trovarsi dei 15 perchè un profe idiota ha detto "aprobado è 5? allora il vostro voto è 15"...
Io sono andato a parlare con i profe riguardo a questo, prima che arrivino i miei certificati, e dopo un fenomenale scarica barile su chi è di competenza per questa operazione, ho trovato l'interessato, al quale ho chiesto se venisse tenuto conto del differente tipo di valutazione dell'università ospitante.
La risposta è stata "ma non vorrà mica che cambi il giudizio dato da un altro docente! Se lei sapeva che era più difficile, non l'ha mica obbligato nessuno ad andarci".
Capito che stavo parlando con un coglione ho lasciato perdere.
Morale della favola: la nostra università è una merda, umanamente, legalmente e didatticamente. Ma una cosa l'insegnano: se non vuoi farti fottere, fotti tu per primo.
La giungla non c'è più, ma la sua legge resta.
Ricordere sicuramente i miei strali lanciati nei confronti dell'ufficio relazioni internazionali quando non mi pagarono interamente la borsa di studio, adducendo futili motivi.
Ora siamo alla conclusione.
Qualche giorno prima di Pasqua, come ovetto pasquale offerto dall'università, mi arriva una email del suddetto ufficio relazioni internazionali in cui mi si avvisa che, non avendo rispettato i termini del contratto, non mi verrà versata l'ultima mensilità della borsa (casualmente trattenuta all'origine, aggiungo io).
Passo indietro: il contratto.
Prima di partire ogni studente doveva firmare un contratto in cui si stabilivano gli obblighi dalle due parti. I punti interessanti sono il punto 5, "il versamento della borsa allo studente sarà effettuato [...] in un unica soluzione al momento dell'accredito dei corrispondenti fondi da parte dell'Agenzia Nazionale Socrates", il punto 10, "il beneficiario accetta, tranne che per cause di forza maggiore: -di effettuare senza indugi un rimborso parziale o integrale della borsa percepita in caso di inosservanza degli obblighi derivanti dal presente accordo; [...]" e il punto 11, "eventuali modifiche al presente accordo dovranno essere stipulate per iscritto nelle stesse forme priviste per l'accordo originale. Le parti non sono vincolate da accordi verbali a questo proposito.".
Tornando al presente, ricevendo la telefonata mi incazzai come una bestia, dicendo chiaramente che il fatto di trattenere la mensilità era una truffa. Alla fine mi dissero di andare in ufficio a parlare con la responsabile, e così ho fatto questa mattina.
Le mie osservazioni sono queste:
1) l'università non ha rispettato il contratto perchè non ha pagato tutto in un'unica soluzione;
2) non ha rispettato il punto in cui le modifiche al contratto dovevano essere messe per iscritto;
3) non sono tenuto al rimborso della sesta mensilità in quanto il periodo didattico presso l'università spagnola era terminato come da certificato consegnato, rientrando quindi nelle cause di forza maggiore.
Chiedevo quindi il pagamento della mensilità mancante.
Le risposta sono state varie e variegate.
Loro è vero che non hanno rispettato il contratto, ma a mio favore perchè i fondi non erano stati ancora versati e quindi sono voluti venire incontro alle famiglie degli studenti che erano via (cosa che mi lascia alquanto perplesso visto che anche a chi è andato via per il secondo semestre è stata trattenuta la rata, ma la cosa non mi riguarda in quanto scelte interne dell'ufficio: quello che importa è che non hanno rispettato il contratto).
Ma la cosa più bella è che non considerano il termine del periodo didattico come "causa di forza maggiore". Al che ho chiesto cosa intendono loro, e mi hanno risposto nel caso in cui uno si faccia male o si ammali.
Ora, io direi che volendo essere pignoli, come fanno loro, sono più le responsabilità di uno che cade e si rompe una gamba rispetto all'organizzazione dell'università estera (risposta: lei doveva informarsi. Controrisposta: sì ma voi non date le cartelline con le informazioni, che risultano perse da due anni. Contro-controrisposta: doveva guardare su internet. Ultimarisposta: lei trova gli orari delle lezioni di Ferrara su internet? Rispostasincera: no non esistono... ma noi comunque non siamo obbligati a dare le informazioni), ma questo non conta.
La cosa che mi fa spiecie è che, come ho detto, mentre da una parte c'è una attenzione morbosa ai termini del contratto, per cui per una manciata di giorni (tra l'altro in cui io sono stato là, ma per ovvi tempi buracratici i documenti non erano ancora stati registrati) non mi viene data la borsa che mi spetta, dall'altra parte mi si chiede una elasticità per cui chissene frega se si va contro due punti del contratto firmato.
La conclusione è stata:
io: "va bene, non sono d'accordo ma prendo atto, ma vorrei sapere sinceramente, voi avete rispettato i termini del contratto?"
capo ufficio: "ma sì, noi li abbiamo rispettati anche oltre i nostri obblighi"
io: "no guardi, o si rispettano o non si rispettano, non è che c'è il più o il meno... voi non avete rispettato il punto 5 e 11 del contratto e date una interpretazione quantomeno di parte al concetto di cause di forza maggiore. Comunque, chiudiamo pure qui la faccenda."
cu: "lei per caso fa giurisprudenza?"
io: "no, ingegneria"
cu: "beh potrebbe iscriversi comunque..."
Mi piacerebbe anche avere un parere da Nemorino se ha tempo...
Una nota folcloristica ma indicativa: ci sarà un'altro problema, ovvero la conversione dei voti.
Infatti in Spagna i voti sono completamente diversi dai nostri, ovvero la sufficienza parte da 5 (su dieci, ma anche da 4, dipende dai profe) ed è il voto che prendono il 90% delle persone, non perchè siano cretine ma perchè è proprio diversa l'impostazione degli esami.
All'atto della convalida degli esami sostenuti questo non viene tenuto in conto, e le sufficienze diventano dei bei 18 (mentre invece so da altri miei amici che in altre università si tiene giustamente conto della media della facoltà ospitante).
Due miei amici che sono stati all'università in Spagna l'anno scorso hanno avuto il rischio di trovarsi dei 15 perchè un profe idiota ha detto "aprobado è 5? allora il vostro voto è 15"...
Io sono andato a parlare con i profe riguardo a questo, prima che arrivino i miei certificati, e dopo un fenomenale scarica barile su chi è di competenza per questa operazione, ho trovato l'interessato, al quale ho chiesto se venisse tenuto conto del differente tipo di valutazione dell'università ospitante.
La risposta è stata "ma non vorrà mica che cambi il giudizio dato da un altro docente! Se lei sapeva che era più difficile, non l'ha mica obbligato nessuno ad andarci".
Capito che stavo parlando con un coglione ho lasciato perdere.
Morale della favola: la nostra università è una merda, umanamente, legalmente e didatticamente. Ma una cosa l'insegnano: se non vuoi farti fottere, fotti tu per primo.
La giungla non c'è più, ma la sua legge resta.