buatt
05-04-2004, 03:32
Polemiche per il programma, previsto per la fine del mese. L'emittente: "E' una iniziativa a favore della vita"
Gran Bretagna, scandalo in tv Channel 4 trasmette un aborto
Nel video anche "bambini" abortiti a ventuno settimane. La regista: "Basta con il tabù, serve un dibattito onesto"
LONDRA - La televisione si appresta ad infrangere un altro tabù. Il canale indipendente britannico Channel 4 ha deciso di trasmettere il filmato di un aborto condotto su una donna incinta di quattro settimane. La messa in onda è prevista per la fine di aprile, ma la notizia ha già suscitato le prime polemiche.
My Foetus, il mio feto. Questo il titolo del video. Con le telecamere che inquadrano la donna sottoposta a raschiamento. Ma non finisce qui. Nel corso del programma saranno trasmesse anche le immagini di feti abortiti a 10 o 21 settimane, quando cioè il volto e gli arti dei "bambini" sono già perfettamente delineati.
Channel 4 sembra non avere dubbi sull'opportunità della scelta, e la giustifica sostenendo che quelle immagini verranno utilizzate nel contesto più ampio di un dibattito sull'interruzione di gravidanza. "Il filmato è a favore della vita - ha detto Presh Naik, responsabile dell'ufficio legale dell'emittente, in un'intervista al domenicale The Observer -, dura quattro minuti e contiene 23 immagini, alcune delle quali ripetute più volte. E le sequenze sono utilizzate in un filmato di 30 minuti che spiega dettagliatamente l'intera vicenda". Il filmato di Channel 4 sarà trasmesso alle 23.00, e preceduto da annunci sul tipo di contenuto.
Un'iniziativa "a favore della vita" in un Paese, la Gran Bretagna, dove ogni anno vengono eseguite oltre 180 mila interruzioni di gravidanza, uno degli interventi chirurgici ritenuti fra i più sicuri e comuni. Un argomento che tuttavia viene ancora guardato con timore dal piccolo schermo, tanto che la decisione di mandare in onda un programma sul tema deve essere approvata dall'ufficio legale del canale.
"Ho deciso di includere filmati di interventi su feti di 10, 11 e 21 settimane perché, per quanto scioccanti, repellenti e forti possano essere, costituiscono una realtà": così si è difesa dalle critiche Julia Black, 34 anni, la regista indipendente che ha realizzato il programma, oggi madre di una figlia dopo un aborto, 13 anni fa. "I feti da 10 settimane in poi - ha spiegato - sembrano bambini piccoli. Razionalmente, siamo consapevoli che l'aborto mette fine alla vita di un potenziale essere umano. Allora perché, quando vediamo le immagini, siamo così scioccati?".
A spingerla a fare un documentario, sostiene la Black, è stato il bisogno di uscire dalla "forma statica" che ha assunto il tema per sollecitare invece una "discussione onesta". "Dopo la nascita di mia figlia mi sono resa conto quanto importante fosse girare questo documentario", ha detto. "Vorrei dare un calcio d'inizio e costringere la società a riesaminare la questione".
La Bpas, l'Agenzia britannica per l'aborto, si è congratulata con Channel 4 per l'iniziativa, dicendosi convinta che questa possa essere un importante contributo al dibattito. Di parere opposto la Chiesa Cattolica: un portavoce dell'arcivescovo di Birmingham ha osservato che "qualsiasi film che mostra un'interruzione di gravidanza è aberrante per i cattolici".
da www.larepubblica.it (http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/esteri/aborto/aborto/aborto.html)
La mia opinione è: non aboliamo l'aborto, ma se ne deve parlare: affinchè non lo si consideri solo come "un altro metodo anticoncezionale" o perchè nessuno pensi "chissenefrega delle precauzioni, tanto male che vada c'è l'aborto".
Gran Bretagna, scandalo in tv Channel 4 trasmette un aborto
Nel video anche "bambini" abortiti a ventuno settimane. La regista: "Basta con il tabù, serve un dibattito onesto"
LONDRA - La televisione si appresta ad infrangere un altro tabù. Il canale indipendente britannico Channel 4 ha deciso di trasmettere il filmato di un aborto condotto su una donna incinta di quattro settimane. La messa in onda è prevista per la fine di aprile, ma la notizia ha già suscitato le prime polemiche.
My Foetus, il mio feto. Questo il titolo del video. Con le telecamere che inquadrano la donna sottoposta a raschiamento. Ma non finisce qui. Nel corso del programma saranno trasmesse anche le immagini di feti abortiti a 10 o 21 settimane, quando cioè il volto e gli arti dei "bambini" sono già perfettamente delineati.
Channel 4 sembra non avere dubbi sull'opportunità della scelta, e la giustifica sostenendo che quelle immagini verranno utilizzate nel contesto più ampio di un dibattito sull'interruzione di gravidanza. "Il filmato è a favore della vita - ha detto Presh Naik, responsabile dell'ufficio legale dell'emittente, in un'intervista al domenicale The Observer -, dura quattro minuti e contiene 23 immagini, alcune delle quali ripetute più volte. E le sequenze sono utilizzate in un filmato di 30 minuti che spiega dettagliatamente l'intera vicenda". Il filmato di Channel 4 sarà trasmesso alle 23.00, e preceduto da annunci sul tipo di contenuto.
Un'iniziativa "a favore della vita" in un Paese, la Gran Bretagna, dove ogni anno vengono eseguite oltre 180 mila interruzioni di gravidanza, uno degli interventi chirurgici ritenuti fra i più sicuri e comuni. Un argomento che tuttavia viene ancora guardato con timore dal piccolo schermo, tanto che la decisione di mandare in onda un programma sul tema deve essere approvata dall'ufficio legale del canale.
"Ho deciso di includere filmati di interventi su feti di 10, 11 e 21 settimane perché, per quanto scioccanti, repellenti e forti possano essere, costituiscono una realtà": così si è difesa dalle critiche Julia Black, 34 anni, la regista indipendente che ha realizzato il programma, oggi madre di una figlia dopo un aborto, 13 anni fa. "I feti da 10 settimane in poi - ha spiegato - sembrano bambini piccoli. Razionalmente, siamo consapevoli che l'aborto mette fine alla vita di un potenziale essere umano. Allora perché, quando vediamo le immagini, siamo così scioccati?".
A spingerla a fare un documentario, sostiene la Black, è stato il bisogno di uscire dalla "forma statica" che ha assunto il tema per sollecitare invece una "discussione onesta". "Dopo la nascita di mia figlia mi sono resa conto quanto importante fosse girare questo documentario", ha detto. "Vorrei dare un calcio d'inizio e costringere la società a riesaminare la questione".
La Bpas, l'Agenzia britannica per l'aborto, si è congratulata con Channel 4 per l'iniziativa, dicendosi convinta che questa possa essere un importante contributo al dibattito. Di parere opposto la Chiesa Cattolica: un portavoce dell'arcivescovo di Birmingham ha osservato che "qualsiasi film che mostra un'interruzione di gravidanza è aberrante per i cattolici".
da www.larepubblica.it (http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/esteri/aborto/aborto/aborto.html)
La mia opinione è: non aboliamo l'aborto, ma se ne deve parlare: affinchè non lo si consideri solo come "un altro metodo anticoncezionale" o perchè nessuno pensi "chissenefrega delle precauzioni, tanto male che vada c'è l'aborto".