ALBIZZIE
03-03-2004, 10:57
Gli imam del Bahrein spengono il Gf arabo
Dopo le proteste del pubblico della televisione saudita Mbc
Il cast aveva richiamato migliaia di aspiranti
di GABRIELE ROMAGNOLI
BEIRUT - La casa del Grande Fratello arabo è stata scoperchiata anzitempo, tutti i concorrenti sono stati nominati ed eliminati dopo un paio di settimane. Nessuno ha vinto, tranne i clerici islamici che la trasmissione aveva fatto inorridire. E noi restiamo qui davanti allo schermo con un dilemma: che cosa facciamo adesso? Protestiamo per l'intervento oscurantista contrario alla libertà d'espressione? O applaudiamo l'unica parte del mondo dove si è proclamato ufficialmente che "Il Grande Fratello è una boiata pazzesca"?
Gli imam del Bahrein non hanno l'effetto liberatorio di Fantozzi davanti alla corazzata Potemkin, ma hanno avuto quello di interrompere uno dei programmi televisivi più globalizzanti. E pensare che era nato sotto favorevoli auspici ed erano state prese tutte le precauzioni. C'erano stati i successi di "Star Academy" (il "Saranno famosi" locale) e di "Hawa Sawa" (il reality show combina-matrimoni): entrambi pan-arabi e seguitissimi. Anche per "GF" il cast aveva richiamato migliaia d'aspiranti in ogni Paese. La scelta dell'indirizzo per la casa era opportunamente caduta sul Bahrein. Il minuscolo Stato del Golfo è l'avamposto della modernità nell'area. Le donne possono guidare liberamente. Oganizzerà, il 4 aprile prossimo, una gara del mondiale di Formula Uno.
Ospita cortesemente la Quinta Flotta americana. Pullula di mall. Ha proiettato tutti e tre gli episodi di "The Matrix". Per ulteriore sicurezza, la casa è stata allestita su un'isola al largo. Maschi e femmine avevano camere separate, lontane e inaccessibili. Esistevano due diverse stanze per la preghiera. La massima attrazione era una piscina formato tascabile, no bikini grazie. Le raccomandazioni degli autori erano state precise. Il casting era andato di conseguenza. Spiccava una ragazza velata, con gli occhiali, che quando entrava nel "confessionale", spiegava per lo più di non voler esporre in pubblico le sue riflessioni. Intorno al tavolo si accendevano fiere discussioni sul nulla, come in Europa, ma tra egiziani e sauditi risultava evidente la difficoltà di dialogo.
Particolarmente a disagio il ragazzo libanese, una specie di clown che avrebbe ben figurato nella versione italiana e qui era, a tutti gli effetti, spaesato. Il gioco della settimana è stato di crearsi il costume nazionale. I più si sono infilati un lenzuolo. Il libanese ha cucito asciugamani multicolori, qualunque cosa volesse rappresentare. Tutto il programma, ora dopo ora, era veramente inguardabile. Non è mai stato chiaro se l'indignazione degli imam fosse di carattere estetico o etico. Il Grande Fratello è stato cacciato dal palinsesto. Da ieri il mondo è un luogo più sicuro.
(3 marzo 2004) repubblica.it
Dopo le proteste del pubblico della televisione saudita Mbc
Il cast aveva richiamato migliaia di aspiranti
di GABRIELE ROMAGNOLI
BEIRUT - La casa del Grande Fratello arabo è stata scoperchiata anzitempo, tutti i concorrenti sono stati nominati ed eliminati dopo un paio di settimane. Nessuno ha vinto, tranne i clerici islamici che la trasmissione aveva fatto inorridire. E noi restiamo qui davanti allo schermo con un dilemma: che cosa facciamo adesso? Protestiamo per l'intervento oscurantista contrario alla libertà d'espressione? O applaudiamo l'unica parte del mondo dove si è proclamato ufficialmente che "Il Grande Fratello è una boiata pazzesca"?
Gli imam del Bahrein non hanno l'effetto liberatorio di Fantozzi davanti alla corazzata Potemkin, ma hanno avuto quello di interrompere uno dei programmi televisivi più globalizzanti. E pensare che era nato sotto favorevoli auspici ed erano state prese tutte le precauzioni. C'erano stati i successi di "Star Academy" (il "Saranno famosi" locale) e di "Hawa Sawa" (il reality show combina-matrimoni): entrambi pan-arabi e seguitissimi. Anche per "GF" il cast aveva richiamato migliaia d'aspiranti in ogni Paese. La scelta dell'indirizzo per la casa era opportunamente caduta sul Bahrein. Il minuscolo Stato del Golfo è l'avamposto della modernità nell'area. Le donne possono guidare liberamente. Oganizzerà, il 4 aprile prossimo, una gara del mondiale di Formula Uno.
Ospita cortesemente la Quinta Flotta americana. Pullula di mall. Ha proiettato tutti e tre gli episodi di "The Matrix". Per ulteriore sicurezza, la casa è stata allestita su un'isola al largo. Maschi e femmine avevano camere separate, lontane e inaccessibili. Esistevano due diverse stanze per la preghiera. La massima attrazione era una piscina formato tascabile, no bikini grazie. Le raccomandazioni degli autori erano state precise. Il casting era andato di conseguenza. Spiccava una ragazza velata, con gli occhiali, che quando entrava nel "confessionale", spiegava per lo più di non voler esporre in pubblico le sue riflessioni. Intorno al tavolo si accendevano fiere discussioni sul nulla, come in Europa, ma tra egiziani e sauditi risultava evidente la difficoltà di dialogo.
Particolarmente a disagio il ragazzo libanese, una specie di clown che avrebbe ben figurato nella versione italiana e qui era, a tutti gli effetti, spaesato. Il gioco della settimana è stato di crearsi il costume nazionale. I più si sono infilati un lenzuolo. Il libanese ha cucito asciugamani multicolori, qualunque cosa volesse rappresentare. Tutto il programma, ora dopo ora, era veramente inguardabile. Non è mai stato chiaro se l'indignazione degli imam fosse di carattere estetico o etico. Il Grande Fratello è stato cacciato dal palinsesto. Da ieri il mondo è un luogo più sicuro.
(3 marzo 2004) repubblica.it